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Lo sconosciuto della chat

By 19 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Francesca era sempre stata una ragazza tranquilla.
In 22 anni di vita aveva sempre reso orgogliosi i suoi genitori, laureata con il massimo dei voti e in breve tempo, sempre diligente e affidabile, mai colpi di testa o pazzie adolescenziali.
Ma sentiva che le mancava qualcosa.
Dopo la laurea si era ritrovata come molti altri ragazzi della sua età alla ricerca di un lavoro, di una gavetta, un tirocinio, qualsiasi cosa.
Tutte le speranze coltivate all’università si stavano infrangendo contro l’indifferenza della società in piena crisi economica.
In tutto ciò non aveva una vita sessuale ne’ affettiva.
Per dedicarsi allo studio aveva trascurato tutto il resto.
A parte alcuni amici, che avevano resistito ai suoi frequenti sbalzi di umore, non aveva un fidanzato.
E cosa ancora più strana non lo desiderava.
Sentiva di volere una vita sessuale, senza però essere in coppia con qualcuno, anche se non osava ammetterlo a voce alta.
Così una sera annoiata decise di entrare in una chat.
Era una di quelle chat erotiche che non richiedevano dati personali ne’ fotografie.
Così penso poteva “giocare” senza esporsi troppo.
Entro’ nella chat con un nick piuttosto esplicito, perché voleva attirare l’attenzione.
Venne subito tempestata di messaggi più o meno sessuali.
Alcuni volevano attaccare bottone, altri le facevano proposte vere e proprie, altri ancora si chiedevano se non fosse un uomo che fingeva di essere donna per abbordare.
Scelse i messaggi che la divertivano di più e inizio’ a chattare.
La cosa andò avanti per diverse settimane. Oramai Francesca aveva sia dei contatti fissi che delle nuove conversazioni.
Un pomeriggio decise di entrare con un altro nick, che fosse meno esplicito e più intellettuale.
Il bello di quella chat così anonima era il fatto di poter essere una persona diversa ogni volta che lo si desiderava.
Naturalmente i contatti furono decisamente meno di quelli a cui era abituata.
La maggior parte degli uomini che frequentano queste chat sono dei morti di figa, sempre alla ricerca del sesso virtuale o reale facile ed esplicito.
Poi venne contattata da un nick che aveva già attirato la sua attenzione nei giorni precedenti.
Si chiamava “Ildominatore”. Semplice, diretto, senza troppi giri di parole.
Intuiva dal nick che questo tipo aveva interessi nella dominazione, un settore sessuale che non l’aveva mai interessata, perché non sopportava l’idea di un uomo o di una donna che dovessero umiliarsi ed obbedire agli ordini del partner.
“Ciao, bel nick. Io da grande ignorante ho visto solo il film, ma tu sicuramente avrai letto anche il romanzo”.
Francesca aveva scelto come nick il nome della protagonista di un romanzo storico che adorava e dal quale avevamo tratto anche un bellissimo film.
Non era però così conosciuto, quindi si sorprese dell’affermazione da parte di quell’utente.
“Wow” rispose lei “Tu sei il primo che capisca da dove &egrave tratto quel nome”.
“Un po’ di cultura generale non fa mai male. Non credi?” rispose lui.
Il ragazzo era più colto della media ed anche spiritoso, Francesca era colpita.
“Comunque io sono Francesca, piacere”
“Lorenzo piacere mio”
Francesca avverti’ un brivido.
Non le era mai successo prima con uno sconosciuto della chat.
I due si presentarono e lei scopri’ con sorpresa che Lorenzo aveva quasi 10 anni più di lei, che abitava in un’altra città, era fidanzato e lavorava in banca. Inoltre aveva decisamente una grande cultura, non ostentata, anzi quasi ironica.
“Io so come sei. Conosco la tua vita. La ragazza che appare all’esterno e quella che invece sei davvero”
Francesca sorrise a questa affermazione e ribatte’ con sarcasmo, ma Lorenzo continuo’.
“Tu sei la ragazza perfetta, la ragazza della porta accanto, sempre brava a scuola, sempre diligente, precisa, affidabile. Magari hai anche un fidanzato noioso che a malapena ti tocca e al massimo ti da il bacetto della buonanotte dopo una palpatina in macchina, mentre tu vorresti di più”.
Francesca era senza parole.
Stava parlando con quello sconosciuto da poco più di un’ora e con tre frasi aveva già inquadrato la sua vita.
In effetti aveva appena rotto una storia di 5 anni con il suo fidanzato, il classico bravo ragazzo con il quale fare solo sesso normale e monotono.
“Qual’e’ la tua più grande fantasia sessuale Francesca? Quella più nascosta, più segreta, che ti vergogni ad ammettere persino con te stessa perché pensi che sia sbagliata?”
Francesca arrossì davanti allo schermo.
Da anni ormai conosceva la risposta.
La eccitava l’idea di essere stuprata.
Uno stupro finto ovviamente.
Sapeva benissimo quanto fosse orribile una cosa del genere nella realtà.
Ma a letto desiderava un uomo più forte di lei che la prendesse con decisione, anche se faceva resistenza.
Non lo aveva mai ammesso ad alta voce però.
“Mi eccita l’idea dello stupro” rispose semplicemente.
“Lo immaginavo”. Con lui non servivano altre spiegazioni, non servivano giustificazioni morali o etiche, solo la verità più nascosta.
“Dammi il tuo numero di cellulare e ti farò capire cosa sia davvero l’eccitazione”
Francesca era spaventata.
Si rese conto di essere andata troppo oltre e chiuse subito la conversazione.
Nonostante questo, quella notte ed i giorni successivi non fece che pensare a quello sconosciuto che l’aveva denudata senza conoscerla.
Ritornò in chat.
Lui era li’. Si aspettava che le scrivesse qualcosa, ma nulla. Era come se non avessero mai parlato.
Dopo molte remore lo contatto’ lei.
Con sua grande sorpresa non le chiese di nuovo il numero di telefono, ma le lascio’ la sua email personale con la richiesta di una fotografia a sua scelta.
Francesca entrò nel pallone.
Questo violava ogni limite che si era posta prima di entrare in chat.
Dare la sua mail ad uno sconosciuto e mandargli addirittura una sua foto nuda.
E invece lo fece.
Si spoglio’ e scatto’ una foto al suo seno.
Aveva un seno prosperoso, una quinta abbondante e sapeva che probabilmente avrebbe fatto colpo.
Gliela invio’.
“Brava cagnetta, ora finalmente sai cos’&egrave la dominazione. Tu hai fatto una cosa che eri convinta di non voler fare per soddisfare le richieste del tuo padrone. E cosa ancora più importante, questo ti ha eccitata enormemente. Metti una mano nelle mutandine e te ne accorgerai”.
Francesca lo fece, quasi automaticamente e scopri’ che Lorenzo aveva ragione. Era bagnata come poche volte era stata in vita sua e non se ne era neanche accorta.
Lorenzo le aveva dato una scelta e lei aveva deciso di obbedire.
In quel momento realizzo’ che diventare la schiava di quest’uomo sarebbe stata la cosa più eccitante della sua vita.

Da quella fotografia, Francesca e Lorenzo si erano scritti spesso.
Lui l’aveva interrogata su tutte le sue esperienze sessuali, su cosa le provocava eccitazione, sulla masturbazione.
Lei si eccitava anche solo a parlarne con lui.
Un giorno Lorenzo decise di iniziare il suo “addestramento”.
Sapeva che Francesca era ancora molto inesperta e che con lei sarebbe dovuto andare per gradi, ma credeva anche che avesse le capacità giuste per diventare una vera cagna da mostra.
Le telefono’ senza preavviso, perché la voleva sentire spontanea, senza artifici o frasi pronte.
Inoltre lo incuriosiva scoprire che tipo di voce avesse. Nel suo concetto di seduzione la voce di una donna era fondamentale. Da quella poteva capire molto più di quanto lei avrebbe mai potuto spiegargli.
Francesca stava giocherellando con il cellulare, quando vide apparire sul display il numero di Lorenzo.
Lo stomaco le si chiuse all’istante.
Per un attimo le manco’ il respiro. Non sapeva cosa fare. D’istinto avrebbe preferito non rispondere, ma sapeva che se non l’avesse fatto Lorenzo si sarebbe arrabbiato molto.
Decise così di sentirlo.
“Pronto” disse fingendo una voce decisa seppur tremolante.
“Ciao cagnetta. Mmm.. Che voce sexy abbiamo. E io che ti immaginavo con una vocina squillante tipo i topi di Cenerentola”
“Ahahahaha! Beh, se consideri sexy la mia voce, sei più strano di quanto pensassi”
Il ghiaccio era rotto.
Dopo un quarto d’ora di conversazione riguardo al più e al meno, Lorenzo prese l’iniziativa.
“Sai cosa ti farei se fossi li’ ora?”
“Cosa?”
“Ti prenderei le braccia e ti legherei i polsi alla spalliera del letto.
Poi ti allargherei le cosce e inizierei a leccarti partendo dal ginocchio fino ad arrivare alla tua splendida fichetta”
Francesca era senza parole, rossa fino alla punta dei capelli per l’imbarazzo, riusciva solo a balbettare.
“Mma cche.. Ccosa ddici..
Iioo nnon posso pparlare di queste ccose al telefono”
“E perché no cagnetta? In fondo e’ la tua indole quella di obbedire e rispettare i miei ordini. E ne godrai più di quanto credi.
E poi.. Questa tua innocenza mescolata alla tua voglia straripante me lo ha fatto venire duro.
Me lo sto massaggiando proprio ora”
Francesca era sconvolta.
Ma se da un lato non sapeva cosa dire, dall’altro desiderava poter essere lei a massaggiare quel cazzo duro.
“Vorrei farlo io” le uscì di bocca.
“Lo so puttanella.. Ma non ti lascerei solo massaggiarlo. Con le mani legate te lo sbatterei sulle labbra e ti scoperei la bocca senza pietà”
Francesca ebbe un orgasmo al solo pensiero.
Le riusciva abbastanza facile avere molti orgasmi uno dopo l’altro, ma con Lorenzo raggiungeva un livello di eccitazione che non aveva mai provato prima.
“Ora troietta, infilati un dito in bocca e inizia a succhiarlo. Poi lo infili nelle mutandine e inizi a giocare con il clitoride”
“Sul clitoride ho poca sensibilità” replico’ lei.
“Ti ho forse permesso di parlare?”
“No, scusami” le veniva automatico sentirsi sottomessa a lui.
“Ora gioca con il clitoride. Immagina che siano le mie dita. Che lo solleticano, lo stringono, lo masturbano per farti godere”
Francesca obbedì. Iniziò a giocare con il suo clitoride.
Di solito aveva molte difficoltà a venire così. Le piaceva essere penetrata anche in maniera leggera per arrivare al suo punto G.
Stranamente però questa volta il suo clitoride sembrava reagire e molto.
Lo sentiva gonfio, quasi pulsante, carico dell’eccitazione di quella telefonata inaspettata.
“Ora fammi sentire come godi troia”
Francesca capi’ che avrebbe dovuto abbandonare ogni suo tabù e decise di lasciarsi andare.
“Mmm.. Mmmmm.. Oh si.. Mmm.. Si.. Sii.. Ohhh”
“Brava troietta, me lo stai facendo diventare di marmo. Mi piacerebbe proprio sbattertelo in faccia in questo momento e poi ti sfonderei quella fichetta stretta con un colpo solo.
Sei bagnata cagnetta?”
“Mmmm.. Si.. Tanto”
“Ora accelera. Voglio sentirti venire”
Lei accelerò finché senti’ l’orgasmo esplodere e la sua fica diventare fradicia e rovente.
“Vengoooo..”
E si accasciò sul letto ansimante.
“Eh brava. La ragazza tutta casa e scuola, che viene al telefono con uno sconosciuto proprio come una cagnetta in calore”
Francesca si sentiva umiliata da queste parole, ma sapeva che erano vere.
“Bene. Sei stata brava oggi. Hai soddisfatto il tuo padrone.
Stasera riceverai un premio sulla mail” e così richiuse il telefono.
Francesca era frastornata. Iniziava a realizzare cosa aveva fatto.
Quando le prendevano quei picchi di eccitazione, perdeva il controllo e non riusciva più ad essere lucida.
Si sentiva imbarazzata, perversa, eccitata come mai era stata in vita sua.
Sentiva che Lorenzo era capace di arrivare al suo lato oscuro e questa cosa un po’ la spaventava.
Ma voleva andare avanti.
Voleva vedere fin dove era in grado di arrivare per soddisfare il suo padrone.
Oramai Lorenzo sapeva tutto delle abitudini di Francesca, la piscina, l’università dove tornava spesso, gli amici e i posti che frequentava.
Quella mattina lei doveva incontrare alcuni ex professori, tra i quali uno per il quale aveva preso una sbandata al primo anno da studentessa.
Il suo padrone le ordino’ di vestirsi in maniera sexy, ma non volgare.
Il fisico di Francesca era naturalmente sensuale.
Come le pin up di una volta, aveva un seno prosperoso una vita stretta e un fianco generoso. Anche se minuta aveva tutte le forme al punto giusto, un viso da bambola di porcellana con labbra carnose, naso piccolo e dritto, grandi occhioni castani con un taglio un po’ orientale e capelli corti dello stesso colore.
Lorenzo ne era rimasto colpito subito.
Lei non aveva più problemi a mandargli fotografie anche molto esplicite.
Quel giorno Francesca indossava un vestitino blu con dei pois bianchi, che le sottolineava la vita, le faceva risaltare il seno abbondante e le cadeva morbido sui fianchi.
Ai piedi dei sandali bassi, che lasciavano scoperti i suoi piedini.
Nel vederla così, i professori quasi non la riconoscevano.
Erano abituati a vedere le sue forme celate da abiti castigati e collegiali.
Anche Pietro, il professore su cui lei aveva fantasticato per anni, la guardava con occhi diversi.
Sulla quarantina, sposato, capelli brizzolati, fisico atletico, era il sogno erotico di molte studentesse, ma risultava un tipo fedele.
Aveva sempre avuto grande stima di Francesca come allieva, ma adesso si accorgeva che era diventata anche una ragazza molto attraente.
Lei sapeva cosa fare. Aveva ricevuto istruzioni precise da Lorenzo.
Spingerlo a desiderarla fino al punto di tradire la moglie e poi tirarsi indietro fino a nuovo ordine.
Pietro invitò la ragazza a prendere un caff&egrave per parlare del futuro, di cosa aveva intenzione di fare dopo l’università..
Le disse che aveva qualche contatto, che avrebbe potuto scriverle delle referenze e che poteva venire a prenderle a casa sua dopo le 18.
Lei lo ringrazio e accetto’ con entusiasmo.
Alle 18 in punto era a casa sua.
Aveva chiesto l’ok a Lorenzo e si era cambiata.
Adesso indossava un tubino nero che valorizzava le sue forme e un paio di sandali con il tacco.
Quando la vide sulla soglia di casa sua Pietro rimase a bocca aperta.
Le offri’ un caff&egrave e la portò nel suo studio.
La casa era elegante e silenziosa.
Pietro le spiegò che sua moglie sarebbe stata fuori quella sera, quindi era solo.
Iniziò a scrivere le referenze, ma Francesca noto’ che la mano un po’ gli tremava.
Era imbarazzato.
Anche lei lo era, ma la elettrizzava il fatto di poter sedurre colui che aveva sedotto lei.
Accavallò lentamente le gambe, mentre con noncuranza si passava un dito sulle labbra.
Pietro era quasi ipnotizzato.
Non riusciva a smettere di guardarle la bocca.
Non era la prima studentessa a provarci con lui.
Neanche la più bella.
Ma Francesca aveva qualcosa di diverso.
Sprigionava una sensualità ancora inespressa, che lo affascinava e gliela faceva desiderare come nessun’altra prima.
Sentiva il cazzo spingere nei pantaloni.
Fini’ le referenze e le mostro’ alla ragazza per mettere fine a quella sofferenza.
Si sarebbe sicuramente masturbato dopo averla mandata a casa.
Francesca si sporse in avanti per leggerle mostrando tutto il suo splendido décolleté.
A questo punto non poteva più fingere.
La ragazza passo’ dietro la scrivania e vi si appoggio’ con il sedere sodo e rotondo, che spiccava dal vestito.
Poi guardo’ Pietro nel modo più accattivante che le veniva e gli prese la mano.
Lui la seguiva senza fare resistenza.
Si porto’ la sua mano al seno già turgido, facendogli accarezzare il capezzolo da sopra la stoffa.
Poi scese sempre guidandolo fino ad arrivare al fianco ed alla coscia che in quella posizione si scopriva molto.
Ora il cazzo di Pietro scoppiava più che mai nei jeans.
Francesca se ne accorse, si abbassò e iniziò a sbottonargli i jeans tirando fuori un pene in tiro più largo che lungo.
Baciò la cappella turgida e poi lo prese in bocca lentamente.
Pietro non credeva ai suoi occhi.
Quella ragazzina così dolce gli stava spompinando il cazzo da vera troia.
Lentamente, succhiando e leccando e stava per farlo venire.
Lui la blocco’, non voleva venirle in bocca.
La prese e la porto’ alla scrivania e le fece spalancare le gambe.
Si abbassò verso la sua fichetta umida e l’annuso’ da sopra le mutandine di pizzo.
Inizio’ a leccarla prima piano poi sempre con maggiore voracità.
Lei non godeva molto ad essere leccata, ma finse per dargli coraggio.
Poi lui le strappo’ le mutandine con un colpo secco e si infilo’ un preservativo.
La voleva, non poteva farne a meno.
Era questo il momento in cui Francesca si sarebbe dovuta tirare indietro, ma non lo fece.
La sua voglia ebbe il sopravvento.
Lui la penetro’ lentamente.
Sentiva il suo grosso arnese aderire con fatica alla pareti della sua fichetta stretta.
Lei gemeva e lui la scopava con foga.
Le mordeva il collo e lo sentiva grugnire nel suo orecchio.
Venne così, affondando la testa sulla sua spalla.
Anche Francesca venne.
Non fu un orgasmo travolgente, ma abbastanza forte da farla sentire soddisfatta.
Subito dopo si rivestì raccogliendo i brandelli del suo intimo e mettendoli nella borsetta e se ne andò senza dire nulla.
Sapeva di aver sbagliato.
Lorenzo le aveva detto di andarsene, ma lei non aveva resistito.
Gli scrisse un messaggio spiegando quello che aveva fatto e si preparo’ ad affrontare le conseguenze.
“Grave errore Francesca.
Io voglio una cagnetta, che obbedisca ai miei ordini, non una qualunque troietta che la da via a tutti”
“Mi dispiace” fu l’unica cosa che riuscì a rispondere lei.
“Ora pagherai le conseguenze, ma se dovesse succedere ancora, sappi che non mi sentirai mai più”

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