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Lo Yacht

By 17 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Estate. Che c’è di meglio in estate di una crociera nel Mediterraneo? Questo pensava Alessandro, quarantottenne proprietario, oltre che di una fabbrica con circa 200 dipendenti, di uno Yacht, il Sophie, di 25 metri ancorato a Salerno.
Proprio a Salerno si stava dirigendo in un’auto a noleggio dopo essere atterrato a Napoli.

Era il suo momento preferito, quello dove staccava, dopo un anno di duro lavoro, e si godeva tre settimane a zonzo per il Mediterraneo con la sua amata “barchetta”.
Aveva sempre avuto la passione per il mare e dopo anni di lavoro, raggiunta una certa posizione economica, aveva acquistato questo yacht costruito nel 1999 a Forlì. Non lo aveva pagato poco ma si era innamorato appena salito a bordo la prima volta. Il costruttore era stato capace di ottimizzare gli spazi ricavando camere per equipaggio ed ospiti, sala da pranzo, cucina, bagni, ed un’ampia porzione all’aperto.

Quest’anno la meta erano le isole greche e con se avrebbe avuto sua figlia Arianna, 20 anni, avuta da un matrimonio oramai concluso, con la sua amica e coetanea Natasha. Non prevedeva problemi, sua figlia sapeva già che avrebbe potuto incontrare una “matrigna temporanea”. Era già successo e non si era mai mostrata gelosa delle donne con pochi più anni di lei con cui lui si accompagnava. Infatti ad Atene avrebbero preso a bordo Sybille, una tedesca di 30 anni, l’ultima compagna in ordine di tempo, che sarebbe arrivata in aereo da Berlino.

Parcheggiata l’auto in un’area riservata vicina al porto, venne accolto dal Capitano dello Yacht: Jacques, quarantenne francese di Marsiglia, da anni suo uomo di fiducia per quel che riguardava la Sophie. Con lui Mino, che Jacques gli presentò come membro dell’equipaggio per quella crociera. Un italiano di 28 anni dal fisico asciutto e teso come un arco il quale prese le valige di Alessandro e seguì i due verso il molo.
A bordo Jacques gli presentò il resto dell’equipaggio: Un nero gambiano dal nome impronunciabile che tutti chiamavano Bibi: alto, statuario, con muscoli ben evidenziati dall’attillata t-shirt che indossava; Carlos, uno spagnolo di circa 40 anni, la pelle bruciata dal sole e dalla salsedine con due occhi blu acqua di mare ed infine Ciro, un diciottenne napoletano al suo primo imbarco. Preso possesso dell’imbarcazione, Alessandro si concesse una doccia rinfrescante. Dovevano attendere l’arrivo di sua figlia e dell’amica prima di salpare.

Arianna e Natasha sono compagne di università ed hanno stretto una forte amicizia trovando tanti punti in comune tra di loro, in primis la voglia di divertirsi. Stanno arrivando in auto dal Salento, di dove Natasha era originaria, per lasciare l’auto da dei parenti a Salerno e poi imbarcarsi. Hanno passato una settimana di relax a casa di Natasha, concedendosi lunghe sedute al sole, e non vedono l’ora di partire per la Grecia.

– Sicura che tuo padre non faccia storie se vengo anche io? –

– Te l’ho ripetuto mille volte, non ci sono problemi. Anzi a lui fa piacere che io abbia amiche.-

– Sì, ma non gli saremo d’intralcio? Magari vuole stare… –

Natasha si fa scrupoli a nominare una eventuale sostituta della madre di Arianna. Questa si risponde una grassa risata.

– Intendi con la sua “amichetta” del momento? Non ti preoccupare, so bene che papà si diverte come può, d’altronde è ancora giovane. Si fa la sua vita e lascia che io mi faccia la mia, l’importante è non essere invadenti e vedrai che andrà tutto liscio. –

– Sì ma… non avrà nulla da ridire se…. Ari, guarda che io voglio divertirmi, se incontro qualche bel fusto… –

Arianna ride ancora:

– se è veramente fusto…. lo dividi con me. Ti ho detto che papà si fa gli affari suoi, certo però non è il caso di farsi trovare col culo scoperto a spompinare qualche bel ragazzo greco. Un po’ di discrezione e ci lascerà fare quel che vogliamo, stai tranquilla. –

I discorsi tra le due ragazze virano su argomenti più leggeri e spensierati, già pregustando la bella vacanza che le attende.

Sybille sta per atterrare ad Atene. Da un anno è l’amante di Alessandro, da quando lui la vide ad una manifestazione commerciale a Milano dove lei era hostess-promoter. E’ bastato poco perché i due si intendessero e si piacessero. A Sybille è piaciuto soprattutto il sorriso da mascalzone che Alessandro sa sfoderare. Non ha badato alla differenza di anni, e allora nemmeno sapeva delle potenzialità economiche di lui. Le è bastato qualche sorriso, un complimento, un invito a cena e la sera stessa si sono rotolati tra le lenzuola fino a tarda notte. Da allora Sybille appena può, poiché continua a fare la hostess-promoter in giro per il mondo, va a vivere nella villa di Alessandro poco fuori una cittadina del nord Italia. Alessandro la ricopre di attenzioni, le fa bei regali, ma lei vuole sentirsi libera, cosa che va bene anche a lui, e così intrattengono un legame/non legame soddisfacente per entrambi.

Prima di salire sulla Sophie, la barca di Alessandro che non conosce, Sybille ha intenzione di passare due giorni ad Atene, di rivedere un suo vecchio “amico”. Sa già che ci finirà a letto ma non è tradire, anche Alessandro non rimane in castità quando lei non c’è, il tacito accordo è che quando sono insieme sono fedeli l’uno all’altra, né d’altronde avrebbero energie per eventuali distrazioni perché quando si incontrano ogni notte è all’insegna dell’erotismo.

– Appena fuori dal porto mi piacerebbe correre un po’, per vedere come se la cava la Sophie dopo un anno in porto –

Le ragazze sono arrivate e Alessandro non perde tempo. Seduto di fianco a Jacques, gli dice di salpare mentre le ragazze stanno prendendo possesso delle loro cabine.

– Certamente Alessandro, appena siamo fuori dalle acque territoriali facciamo sfogare un po’ la piccola. –

Quando sono in navigazione, Jacques chiama Alessandro per nome perché il Capitano è la massima autorità in mare. Nessuno dimentica il proprio ruolo e nel rispetto reciproco sembrano più amici di vecchia data che proprietario e subordinato.
Più sotto, nella cabina, Natasha viene raggiunta da Arianna.

– Allora, che te ne pare? –

– Accidenti, non mi aspettavo tutto questo spazio, è una barca di lusso questa. Non pensavo che tuo papà avesse tanti soldi –

– Beh, ce ne sono di molto più lussuose in realtà, ma papà ama togliersi questo capriccio e per fortuna se lo può permettere –

– Sì… beh, credo proprio che ci divertiremo: hai visto i ragazzi dell’equipaggio? Il nero è bono da paura, ma anche gli altri non sono male: quello spagnolo con la sua aria vissuta, che pare volerti spogliare solo guardandoti, l’italiano con quell’aria da canaglia e quell’altro ragazzo, mi pare tanto timido quanto è caruccio –

– Ehy Nati, già ti è partito l’ormone? –

Ride spensierata Arianna. Anche lei ha notato l’equipaggio, molto meglio assortito di quello dell’anno precedente, ma punta più sugli incontri da fare in Grecia.
Le due ragazze si preparano indossando solo il costume, due bikini ridotti, verde acqua marina quello di Arianna, bianco neve quello di Natasha, e salgono in plancia sedendosi dietro Alessandro ed il capitano. Vedendole passare, i membri dell’equipaggio si fanno l’occhiolino e commentano sottovoce:

– Belle fighette, chissà se ci si può fare qualcosa. Eh Bibi, che ne dici tu? –

Il primo a parlare è Mino, sfrontato come suo carattere. Carlos interviene con tono bonario.

– Ricordatevi che una è la figlia del padrone e se fate gli stronzi Jacques è capace di abbandonarvi in alto mare –

– Basta non farsene accorgere, vero Ciro? Ehy Ciro, che gli faresti tu a quelle due? –

Mino stuzzica quello che per lui è un ragazzino imberbe, ed in effetti il fisico di Ciro è minuto, parrebbe un nerd se non lo si vedesse al lavoro dove dimostra la sua competenza ed anche una notevole forza fisica. Di carattere schivo, arrossisce alla battuta dell’amico e si gira per sistemare le sdraio sulla coperta.

– Lascia in pace il ragazzo Mino – interviene ancora, divertito, Carlos:

– E che gli ho detto? Lo stuzzico perché non vorrei mi diventasse ricchione –

– Non lo è, lo sai, non siamo tutti “figlio ’e’ ntrocchia” come te .-

C’è rispetto ed amicizia tra i quattro che si sono conosciuti quando Jacques li ha chiamati una settimana prima per rimettere in sesto la barca e prepararla per il viaggio. E’ bastato poco per riconoscere negli altri competenza ed affidabilità ed alla gente di mare tanto basta per andare d’accordo. Dopotutto se Jacques, che conoscono ed ammirano chi da più chi da meno tempo, li ha scelti è perché li ritiene adatti ed ha fiducia in loro. Così i quattro si prendono bonariamente in giro tra loro formando una squadra affiatata.

– Saranno loro a stuzzicare me se appena mi vedono sotto la doccia –

Bibi si associa alle battute facendo simpaticamente lo spavaldo. Da anni in Italia, dopo essersi imbarcato la prima volta giovanissimo, parla bene l’italiano e apprezza il cameratismo degli alri.

– Boooom, l’hai sparata grossa, secondo me la storia che i neri ce l’hanno enorme è una balla –

Mino prosegue con i suoi scherzi facendo ridere gli altri, e Bibi ci sta:

– Lo scoprirai se mi ti trovi alle spalle… ma allora sarà troppo tardi –

Ridono tutti insieme dello scherzo ma basta un’occhiata di Jacques, che si è girato sentendo le risate, per farli correre ognuno alle proprie mansioni.

– Papà, noi prendiamo un po’ il sole. Ci avvisi quando è il momento del bagno? –

– Sì Arianna, appena ci siamo allontanati un po’ ci fermiamo –

Fanno riferimento a quella che è diventata una tradizione: dopo aver lasciato il porto, se le condizioni meteo lo permettono, appena giunti al largo, lì dove l’acqua è di un blu intenso, la Sophie si ferma per permettere ai suoi ospiti un bagno rinfrescante e beneaugurante.
E’ così anche quest’anno: dopo aver spinto la barca ad alta velocità per una quindicina di minuti, lasciando che Alessandro assapori il vento in faccia e si riempia le narici dell’odore del mare, Jacques rallenta fino a fermarsi, in mare aperto, lontani dalla costa e da qualsiasi altra imbarcazione.
Le ragazze si alzano dai loro lettini e si dirigono verso la poppa dove le aspetta Alessandro.

– Vai prima tu Natasha, precedenza alle ospiti –

Ringraziando con un sorriso, Natasha prende lo slancio e si tuffa immergendosi per alcuni secondi. Brava nuotatrice, resta sotto riemergendo ad una ventina di metri dalla barca e chiamando l’amica-

– Vieni Ari, l’acqua è meravigliosa –

Arianna si tuffa a sua volta e raggiunge l’amica, nuotandole a fianco, immergendo la testa per vedere se nell’acqua limpida vedono il fondale, rinunciando quando capiscono che è troppo profondo. Nuotano vicine per alcuni metri ed anche Alessandro le raggiunge.

– Aaaahhhh, è un anno che aspettavo questa sensazione –

Si rilassano per alcuni brevi minuti godendo della carezza fresca dell’acqua sui loro corpi, poi Alessandro le incita a risalire a bordo per ripartire. Sale lui per primo, prendendo l’asciugamano che Ciro gli porge, e si fa da parte per permettere alle ragazze di salire a loro volta. La prima è Arianna che scuote i capelli spandendo goccioline dappertutto. Alessandro ammira il giovane corpo della figlia sentendosi orgoglioso della sua bellezza, ma sussulta quando a bordo sale Natasha:

Il costume bianco, bagnandosi, in pratica è diventato trasparente. I capezzoli forse irrigiditi dall’acqua fresca sporgono dal tessuto, le aureole sono perfettamente visibili ma il peggio è quando sale completamente a bordo e vede che il piccolo slip nulla fa per nascondere le labbra della vagina perfettamente visibili. Alessandro si gira fingendo di asciugarsi i capelli, sentendo un improvviso ed inaspettato calore al basso ventre e sentendosi in colpa per avere un principio di erezione guardando una ragazza dell’età di sua figlia.

Diversamente da lui la pensano i membri dell’equipaggio: Ciro rimane a bocca aperta tanto che Natasha deve togliergli di mano, ringraziandolo a bassa voce, l’asciugamano che gli porge. Poco distante Mino trattiene un fischio d’ammirazione dando di gomito a Bibi che sorride esponendo una dentatura candida. Carlos osserva da poco più in là e anche lui ammira lo spettacolo che gli offre Natasha la quale, come se nulla fosse, si dirige verso i lettini continuando ad asciugarsi. Lì viene raggiunta da Arianna ed entrambe si distendono vicine offrendosi ai raggi del sole.

– Hai visto il ragazzino? A momenti gli viene un colpo –

– E certo, in pratica ti si vede pure l’utero… l’hai fatto apposta. Piccola zoccola, hai messo apposta questo costume –

Natasha ride all’accusa di Aria annuendo.

– Ti ho detto che voglio divertirmi no? Girati senza farti notare… il nero ci sta guardando e mi pare che ci sia qualcosa che si muove là in basso –

Con noncuranza, Arianna volge la testa ed effettivamente Bibi le sta guardando. Vedendola girarsi espone ancora la sua splendida dentatura. Ad Arianna non sfugge l’evidente gonfiore che ha sul davanti dei pantaloni.
Alessandro è andato in cabina a farsi una doccia, ha preferito così per non farsi vedere eccitato e si perde il siparietto delle ragazze e dell’equipaggio.

Dal’alto, Jacques ha osservato tutto e sorride tra se e se. E’ abituato a vedere certe scene poiché è a disposizione di Alessandro solo quando sono in mare mentre nel restante periodo, pur badando alla cura della Sophie, è libero di imbarcarsi su altri battelli per crociere similari. Ha già visto ragazze così giovani, e anche meno giovani, giocare a fare le zoccole. Qualche volta ne ha anche approfittato. E’ sicuro che in quelle tre settimane ci scapperà qualche “intermezzo”, se non per lui per qualcuno dell’equipaggio.

Intanto le due ragazze parlottano a bassa voce stese al sole mentre la Sophie riprende, a velocità di crociera, la sua rotta per la Grecia.

– Sì Arianna, credo proprio che mi divertirò… e senza aspettare di arrivare in Grecia. –

Ridacchia Natasha sentendo su di se gli sguardi dell’equipaggio.

– Quasi quasi mi dispiace che il costume si stia asciugando –

Arianna non si scandalizza per i pensieri dell’amica, piuttosto è preoccupata per quel che potrebbe pensare suo padre.

– Nati mi raccomando, fai quello che ti pare ma… sarebbe meglio se mio padre non si accorgesse di nulla. Come ti ho detto, è pronto a chiudere un occhio su tutto, basta che non sia troppo sfacciato. –

– Tranquilla Ari, tra l’altro non ho ancora deciso. Tu chi ti faresti? –

– Io, beh… il nero mi attizza parecchio, e tu? –

– Tutti –

– Tutti? Anche Carlos? Ma potrebbe essere tuo padre –

– Non lo è, però ha quel modo di guardarti… si vede che è abituato a donne più mature, pensa che potrebbe fare con una di noi tra le mani. –

– Hai ragione, ha quel modo di guardarti… ma c’è uno che ti piace di più? –

– Non mi prendere in giro… il ragazzino –

– Ciro? Ma se è più piccolo di noi, ha paura persino di guardarti negli occhi –

– Appunto, con gli altri mi potrei trovare in posizione subordinata, con lui… ci pensi che bello insegnargli tutto, comandarlo a bacchetta e magari sentirsi pure ringraziare? –

– Naaahhh, troppo giovane per me, preferisco uomini più scafati. –

– Perfetto Ari, vuol dire che non ce li litigheremo –

Le due continuano a scherzare e fare commenti per qualche minuto prima di decidere di tornare in cabina per riposare al fresco.

Anche gli uomini dell’equipaggio commentano tra di loro:

– Quella ci sta, gli si vedeva tutto –

Il solito Mino è il primo a lanciarsi in apprezzamenti “da marinaio”. Bibi è più filosofo:

– Forse, o forse ci stava prendendo per il culo. Comunque lo scopriremo presto, vero Carlos? –

Carlos non si pronuncia, l’esibizione è un segnale evidente di spregiudicatezza, ma si riserva di aspettare altri segni.

– Comunque cercate di non fare cazzate con la figlia del boss, capito? –

– Certo, certo, anche se pure lei è niente male –

Il solo Ciro non partecipa alla conversazione così esplicita. Negli occhi ha ancora il corpo esposto di Natasha e lo smagliante sorriso che lei gli ha rivolto.

E’ scesa la sera, la Sophie prosegue verso lo Stretto di Messina. Nella grande sala da pranzo Ciro, inappuntabile, ha servito la cena ad Alessandro, Jacques e le due ragazze.
Natasha ne approfitta per flirtare proprio col capitano, attirandosi lo sguardo incuriosito di Alessandro e quello di rimprovero di Arianna.

– Capitano, posso chiamarla Jacques? E’ vero che i marinai hanno una donna in ogni porto? –

Jacques ride e rilancia:

– Più di una, ragazza mia, più di una. –

– Ma come fate… –

– E’ un segreto gelosamente custodito Natasha, posso chiamarti così? Un segreto che sanno solo i marinai.. e le donne dei marinai –
Alessandro ed Arianna ridono alla battuta di Jacques e dirottano il discorso verso cose più superficiali ignorando volutamente le occhiate che Natasha lancia al Capitano.
Conversano amabilmente fino a che non è buio e quindi si ritirano per la notte.

La barca corre veloce sotto l’attenta guida di Carlos che ha dato il cambio a Jacques per permettergli di dormire un poco. Sottocoperta, nella zona delle cabine degli ospiti, una porta si apre e un’ombra sgattaiola via verso l’esterno. Si ferma a poppa, nel buio brilla un istante la fiamma di un accendino, una brace spicca alla fioca luce della luna.

– Buonasera, fa un bel fresco ora vero? –

Natasha sussulta sentendo la voce alle proprie spalle, si gira e vede Mino a un metro da lei che le sorride.

– Sì, avevo voglia di una sigaretta. Si sta proprio bene qui all’aria –

– Anche a me piace il mare di notte, si possono fare begli incontri –
Il tono del ragazzo è allusivo.

– Mi riferisco alle sirene, sembra che una sia salita a bordo questa notte –

Natasha tira l’ultima boccata e lancia la cicca fuori bordo, il complimento è rozzo ma le fa piacere, le pare di avvertire il calore del corpo del ragazzo anche se non sono a contatto.

– Non mi pare di avere la coda di pesce –

– No, anzi, ha due bellissime gambe –

Mino si è avvicinato a pochi centimetri da lei, la sovrasta guardandola dall’alto in basso, la sua mano come per caso si poggia sul fianco della ragazza che accusa l’improvviso calore con un sospiro. L’attimo dopo le labbra di lui sono sulle sue. Resiste un attimo e poi, quando le sente premere più forte, socchiude la bocca tirando fuori timidamente la lingua ad incontrare quella dell’altro. Duettano all’esterno per alcuni secondi conoscendosi, assaggiandosi, poi il bacio diventa più profondo, la lingua di lui nella bocca di lei, le mani dell’uomo ora su entrambi i fianchi tirando la ragazza a se, quelle di lei sul petto di lui a sentire la durezza dei muscoli.
Natasha sente sulla pancia il tocco dell’erezione di Mino, la testa le gira. Non si aspettava qualcosa quella stessa notte ma ora che c’è si sente illanguidire, cresce in lei la voglia di sentirsi abbracciare, stringere, il movimento del suo bacino contro l’erezione di lui segnala la sua disponibilità

Senza opporre resistenza si lascia condurre sui lettini dove nel pomeriggio prendeva il sole, si lascia stendere, le mani del ragazzo che la carezzano dappertutto, le stringono le natiche, si impadroniscono dei seni tirandoli fuori dal costume che ancora indossa. Quando le labbra di lui si chiudono su un capezzolo Natasha geme forte, con la mano va a tastare il membro teso di lui attraverso la stoffa dei pantaloncini. E’ presa dalla fretta di sentirlo tra le mani, contro di se, dentro di se. Con fare impacciato slaccia i pantaloncini, tira giù gli slip e finalmente quella carne calda le riempie i palmi. Lo carezza brevemente, la bocca di lui che le scorre sul collo, le mordicchia il lobo dell’orecchio. Si gira invitante e Mino si pone dietro di lei, le scosta il costume e le entra dentro con un sospiro di soddisfazione.

Sentirsi riempire manda Natasha in orbita. Si muove contro di lui incitandolo a bassa voce a fare più veloce, più profondo. Si sente stringere i fianchi e tirare indietro, penetrare fino in fondo da cazzo durissimo del ragazzo. Mugola di piacere Natasha mentre lui la sbatte come a lei piace.

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Poco distante, nell’ombra, due occhi sgranati li osservano.
Arianna si è svegliata per andare in bagno ed ha visto la porta socchiusa della cabina dell’amica. Si è affacciata notando la sua assenza e, non trovandola nemmeno in bagno, si è spinta all’esterno sentendo i rumori soffocati dell’amplesso nonostante il rumore del motore.
Li osserva in preda al turbamento, carezzandosi inconsciamente i capezzoli dritti sotto la stoffa del costume. Dentro di se cresce la voglia del contatto con il corpo caldo, muscoloso di un uomo, uno qualsiasi che sappia spegnere il fuoco che sente divampare nel basso ventre. Con uno sforzo di volontà stacca gli occhi dalla scena e si gira per tornare in cabina. Va a sbattere contro il torace di Carlos.

Lo spagnolo ha ricevuto il cambio da Jacques e si stava dirigendo verso gli alloggi dell’equipaggio. Vedendo Mino uscire con fare circospetto lo segue e lo vede approcciarsi a Natasha. Quando i due vanno verso la poppa rientra sottocoperta per avvicinarsi dal lato buio e lì vede davanti a se, Arianna appoggiata alla parete, talmente assorta che non si accorge di lui fino a quando non gli sbatte contro.
Sono alti quasi uguale e si fissano negli occhi senza parlare, i seni di lei ancora contro il petto robusto di lui. E’ quel calore che vuole Arianna, intimidita da quello sguardo in cui si riflette fioca la luce lunare.
Carlos è incerto su cosa fare. Sente istintivamente il turbamento della ragazza ma non può fare a meno di pensare che è la figlia del padrone. La prende per le spalle per scostarla da se, per dirle qualcosa. Non spinge verso il basso eppure lei scivola giù in ginocchio, appoggiando la guancia sui pantaloncini di lui, sentendo attraverso la leggera stoffa il calore e la durezza del membro maschile.

Senza pensare, come in un sogno, Arianna apre quei pantaloncini, infila la mano dentro e tira fuori il pene rigido, lo annusa, se lo passa sulle guance, sul collo, sulle labbra che infine spalanca chiudendole intorno al glande.
Carlos geme a quel contatto, ancora di più quando sente la lingua morbida carezzarlo. Le pone una mano sulla nuca senza usare la forza, solo come approvazione, come carezza per ringraziare delle sensazioni squisite che quella bocca gli sta dando.
Arianna ha dimenticato i due sui lettini, per lei conta ora solo il cazzo rigido e bollente nella sua bocca. Lo lecca, lo succhia, lo carezza con le dita arrivando fino ai testicoli fino a quando non lo sente fremere, sussultare tra le labbra, e poi uno schizzo bollente le colpisce il palato, seguito da un secondo, un terzo.
Senza staccarsi Arianna assapora il seme salato di lui, lo deglutisce man mano che le riempie la bocca, succhiando ancora quando nulla più esce.
Incerta sulle gambe, Arianna si rialza e guarda ancora negli occhi Carlos, nessuno dei due ha detto una parola.
Di colpo sente i rumori dei due amanti che stanno rientrando sottocoperta. Svelta, passa di fianco a Carlos e si chiude nella sua cabina gettandosi sul letto e sentendosi come se avesse la febbre. Ripensa a ciò che è successo e prova a darsi sollievo con una mano sotto il costume, due dita che carezzano e poi penetrano la vagina conducendola ad un orgasmo non del tutto soddisfacente ma che le permette di riaddormentarsi.

I due, dopo aver goduto, si sono sistemati e stanno rientrando nelle cabine. Non si accorgono di Arianna che ha fatto in tempo a sfuggire, ma passano accanto a Carlos, che non si è mosso affatto. Mino gli sorride spavaldo, anzi gli dà una pacca sulla spalla, Natasha passa con la testa abbassata, certa di essere stata vista, vergognandosene un po’ eppure anche eccitata da come l’uomo maturo la guarda, dall’apprezzamento che dimostra evidente. Sculetta allontanandosi e sentendo come lame di coltello gli occhi di lui puntati sul sedere lasciato ben visibile dallo striminzito costume.

Carlos esce sul ponte e si accende una sigaretta pensieroso.
Ha visto Arianna crescere e, da ragazzina spigolosa ed immatura, diventare una splendida ragazza. Mai avrebbe pensato che potesse accadere quel che è accaduto. Certo, un pensierino sulla sua amica l’aveva fatto, ma Natasha no. Riflette su quelli che possono essere gli sviluppi della situazione e va verso la plancia per confidarsi e chiedere consiglio a Jacques con cui ha una lunga e salda amicizia.

Il mattino seguente tutto sembra normale. Le ragazze si svegliano abbastanza tardi sentendo lo yacht rallentare e poi fermarsi. E’ l’assenza del rumore del motore a svegliarle. Insonnolite, quasi contemporaneamente, si cambiano il costume ed escono all’aperto. Dal basso la voce di Alessandro le chiama:

– Sveglia pigrone, l’acqua è magnifica. Coraggio, fate un tuffo prima di colazione. –

Ad Alessandro è venuta voglia di fare un altro bagno e così ha fatto fermare la Sophie tuffandosi nell’acqua limpida e nuotando intorno allo yacht con vigorose bracciate.

Vedendo le due ragazze, prima Arianna e poi Natasha, affacciarsi sulla battagliola, le chiama invitandole in acqua. Invito accolto con entusiasmo da entrambe che si tuffano e nuotano verso di lui. Per alcuni minuti i tre nuotano, si immergono, galleggiano sull’acqua godendone la carezza sulla pelle, poi tornano alla barca, Ciro pronto a porgere gli asciugamani anche questa volta. La prima a salire è Arianna che va direttamente verso la sala da pranzo avvolgendosi l’asciugamano intorno al corpo, poi è il turno di Natasha ed Alessandro rimane folgorato guardando dal basso il costume giallo di lei che, se possibile, è ancora più trasparente di quello del giorno prima. Stesso shock ha Ciro che le porge il telo balbettando qualcosa. Natasha trattiene una risata e, anzi, fa una carezza al ragazzo mormorandogli un grazie sotto le occhiate ironiche di Mino e Bibi.

Fatta colazione, Alessandro va a fare una telefonata mentre le due ragazze tornano sui lettini stendendosi al sole, il rumore delle onde e del motore, ora che sono ripartiti, che fa da colonna sonora alle loro chiacchiere.

– Ari, ti devo dire una cosa –

Il tono di Natasha è allegro e complice. Arianna immagina già cosa sia ma finge di essere curiosa per non scoprirsi.

– Che cè? –

– Stanotte…quel ragazzo con la t-shirt bianca, Mino… –

– Cosa? –

– Beh, me lo sono fatto… o forse è lui che si è fatto me, poco importa, mi è piaciuto tantissimo –

– COSA? –

– ssshhhhh, non ti far accorgere dagli altri –

Sedute sui lettini, di fronte, le teste vicine, sussurrando Natasha racconta ad Arianna quel che è successo senza sapere che l’altra l’ha vista, ed Arianna si guarda bene dal confessarlo.

– Ma certo che… sei proprio una zoccola. Subito, la prima notte di viaggio, con uno che conosci appena –

– Mi hai detto di essere discreta, non di non farlo. E’ capitato così, non è che l’ho cercato ma una volta che c’eravamo… mmmmhhhh sento ancora le sue mani sui miei fianchi che mi tirano verso di lui ed il suo… –

– NATI! Ti prego… –

– Sei diventata una suora all’improvviso? Ti scandalizzi per il racconto di una piccola scopata? –

– No è che…. mi fai venire voglia anche a me –

Arianna la butta sullo scherzo e ride con l’amica lasciando che lei gli racconti i particolari.

– Quando abbiamo finito, rientrando, abbiamo anche incontrato Carlos. Sono sicura che quel porco ci ha spiati, sembrava che volesse spogliarmi con gli occhi. –

– Vuoi farti anche lui? E’… come dire… troppo grande. –

– Perché, gliel’hai visto? Ah ah ah non importa quanti anni ha, è sempre un bell’uomo e, ripensandoci… anche tuo padre –

– Brutta troia, lascia in pace mio padre –

Le due ragazze si accapigliano scherzosamente e poi si stendono nuovamente.
Arianna ripensa alla frase dell’amica e rivive la scena della notte: “non è piccolo, questo è certo” pensa ricordando il calore ed il sapore del cazzo di Carlos nella propria bocca.

– Ari? –

– Sì? –

– il ragazzino ci sta guardando. Dai, facciamolo sbavare –

Natasha ha chiamato l’amica e subito si è tolta il top del costume lasciando libero il seno sodo.

– Ma dai, mi pare troppo –

– Adesso ti dà fastidio il topless? Mi ricordavo diversamente –

– No, intendevo che provocarlo… va bene, hai ragione –

Preferendo lasciar perdere, anche Arianna si toglie il top e restano così ad abbronzarsi fingendo di ignorare le occhiate che Ciro, da poco lontano, lancia spesso verso di loro.

– Beata gioventù Jacques, pochi pensieri e tanta voglia di divertirsi –

– Non è che noi siamo poi vecchi Alessandro –

I due sono sul ponte sopra la poppa e guardano le due ragazze ognuno con i propri pensieri.
Jacques ammira le forme sode delle due senza troppi pensieri di concupiscenza, Alessandro invece pensa molto a Natasha, alla trasparenza del costume che l’ha fatto eccitare più di ora che le vede per bene i seni.

– No Jacques, non lo siamo ma… lasciamo perdere, vado a chiamare in Grecia, Sibylle dovrebbe essere arrivata in albergo. –

La giornata prosegue tranquilla, i motori ruggiscono spingendo l’imbarcazione sempre più vicina alla meta, gli occupanti della barca oziano o lavorano a seconda del ruolo.
Natasha non perde occasione per stuzzicare Ciro, facendosi portare qualcosa da bere, sfiorandolo con il corpo mentre gli passa accanto, sorridendogli quando lo vede volgere la testa, un principio di rossore sul volto, quando praticamente gli sbatte le tette in faccia fingendo di incespicare.
Il sole cala oltre l’orizzonte, il giorno seguente saranno ad Atene.
E’ la seconda notte a bordo e nel buio ancora una volta Natasha esce dalla sua cabina e va sul ponte per una sigaretta. Fuma nervosa, incerta tra lo sperare che anche ora Mino la raggiunga o che non lo faccia. Il braccio che le circonda la vita non la fa sobbalzare. Con un sospiro getta via la sigaretta e spinge indietro il sedere contro un corpo maschile, contenta di sentirne la durezza, specie quando due labbra le scivolano sul collo in un bacio sensuale. Quando si volta però non è Mino a sorriderle e dirle ciao.
Fissa incantata il sorriso splendente di Bibi, affascinata dal contrasto tra la candida dentatura e la pelle nera come la notte. Sta per staccarsi quando sente la sua voce:

– Ciao piccola –

Sono solo due parole, ma cariche di sensualità. Contro il pancino sente l’evidente erezione di lui. Pensa ancora per un attimo a staccarsi, a quel che può pensare Bibi vedendola così arrendevole. Arianna la chiama zoccola, affettuosamente, e zoccola Natasha si sente veramente sentendosi illanguidire nel forte abbraccio dell’uomo. Quando lui china la testa in avanti per baciarla, lei inclina la sua offrendogli le labbra, abbracciandolo a sua volta, carezzando la schiena muscolosa. Ogni remora va nel dimenticatoio mentre le lingue si intrecciano e le salive si mescolano.
Ha voglia Natasha, come poche altre volte ne ha avuta. Un po’ la spensieratezza della vacanza, un po’ il fisico attraente dell’uomo, un po’ la curiosità, mai è andata con un nero. E’ una miscela assassina che la rende disponibile e le fa inumidire la micina.
I due si baciano per lunghi minuti, le mani di entrambi che scorrono sui corpi.

– Vieni –

Le dice Bibi prendendola per mano. Non la conduce verso i lettini ma verso le cabine, verso la sua. Davanti ad essa c’è Ciro, la testa bassa, pare in attesa. Natasha guarda interrogativamente Bibi e lui le fa cenno di fare silenzio, poi apre la porta e la fa entrare tirando per un braccio Ciro affinché entri anche lui.

E’ una persona generosa Bibi. Natasha non sa che Mino ha raccontato tutto, vantandosene, agli amici, e che hanno concordato che era il turno di Bibi. Questi sa che effetto fa alle donne, ha anche capito subito il debole che Natasha ha per il ragazzo e così gli ha detto di aspettarli. Ha solo pochi anni meno di lui ma Bibi si sente come un fratello maggiore avendolo preso in simpatia. Non ne ha la certezza ma pensa che sta per fargli il più grosso regalo della sua giovane vita.
Natasha resta ferma al centro della cabina, aspettando che Bibi dica qualcosa. Il nero le si avvicina, le passa la mano sulla nuca carezzandola lievemente, poi l’abbraccia da dietro facendole sentire ancora il suo turgore, baciandola sul collo e sussurrandole all’orecchio:

– Tu piaci molto a Ciro ma lui è timido. So che anche lui piace a te… vuoi farlo felice? –

Le mani del nero ora sono sui capezzoli di Natasha che si inturgidiscono al contatto. Sente l’erezione premerle sul culetto, il respiro caldo sul collo. Non è mai stata con due ragazzi insieme Natasha, esita nonostante il calore che la pervade e poi decide di getto: “al diavolo, sono in vacanza”. Si stacca da Bibi e si avvicina a Ciro, gli carezza una guancia:

– Davvero ti piaccio? –

– Io… sì –

– Guardami, ti piaccio davvero? –

– Sì… mi piaci tanto –

Ciro ha alzato la testa fissandola negli occhi e Natasha ha l’intuizione:

– Ciro… sei mai stato con una donna? –

Il rossore di lui è una risposta sincera che è come una scudisciata per i suoi sensi. Ha davanti a se un ragazzo vergine, da svezzare, che la desidera. Poco distante un gigante nero che la attrae moltissimo.

– E ne hai mai baciata una? –

– Sì… –

– Fammi vedere –

Natasha si accosta al ragazzo emozionatissimo, appoggia le labbra alle sue, spinge in fuori la lingua forza le labbra serrate e lo bacia con dolcezza venendo subito ricambiata. Non bacia male Ciro, manca di esperienza ma se la cava. La mano di Natasha scende in basso, sui pantaloncini, provocando una reazione immediata che emoziona ancora di più Ciro.
In silenzio, sentendosi gli slip del costume bagnarsi per l’eccitazione, Natasha scivola in ginocchio, apre i pantaloncini e tira fuori il cazzo di Ciro. Lo soppesa, se lo passa da una mano all’altra fino a renderlo dritto come un bastone, solo allora appoggia la lingua alla punta, la fa scivolare tutto intorno e infine accoglie l’asta nella bocca.
Il calore improvviso quasi fa godere anticipatamente Ciro che non è totalmente nuovo all’esperienza ma mai ne ha ricevuti con tanta dedizione. Bibi li lascia fare per un minuto, poi si inginocchia vicino la ragazza, le slaccia il costume facendolo scivolare via, le cerca la vagina trovandola già rorida di umori. Le entra dentro con un dito, poi con due, toccandola mentre lei già fa su e giù con la testa lungo il cazzo del suo amico.
Per due o tre minuti l’unico suono nella cabina è il rumore delle labbra di lei sull’asta rigida e quello bagnato delle dita del nero nella vagina di lei, poi Ciro arriva al limite mugolando forte e cercando di avvertire Natasha:

– Attenta, sto per … oooohhhhhh –

Lei ha già capito dalle vibrazioni quel che sta per accadere. Stringe le labbra sotto la cappella, incava le guance nel succhiare, muove la lingua come impazzita ricevendo un caldo fiotto di seme direttamente in gola. Non si stacca, vuole che il piacere sia completo, deglutisce quel che le arriva fino a che il cazzo comincia a perdere consistenza. Solo allora si alza abbracciando Bibi.

L’eccitazione di Natasha è arrivata al massimo, ha voglia di sentirsi scavare dentro. Trova la piacevole sorpresa di Bibi già nudo e, golosa, afferra il membro nero valutandolo. E’ più lungo, forse anche più grosso di quello di Ciro. Si china per succhiarlo brevemente, curiosa di sentire il sapore, che trova diverso ma non sgradevole, della pelle nera, poi si getta sul letto spalancando le gambe in un muto invito che Bibi accoglie al volo stendendosi sopra di lei e penetrandola.

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Nel mentre succedeva tutto questo, Arianna ha sentito i rumori dei tre. Ha aperto la porta e si è accostata a quella della cabina di Natasha origliando senza distinguere le parole ma interpretando correttamente i rumori.
E’ eccitata anche lei e proprio nel momento in cui spera di incontrare ancora Carlos questi si palesa da un angolo buio del corridoio.

Lo spagnolo sapeva delle intenzioni di Bibi, ne era contento poiché anche lui ha in simpatia Ciro, ma soprattutto sperava che si ripetesse la scena della sera prima con Arianna. Vedendola origliare sa che è il momento giusto. Le si accosta guardandola fissa negli occhi, lei immobile come ipnotizzata.

– Ti voglio –

Sono le sole parole che pronuncia Carlos scatenando nella ragazza un attacco di libidine. Con furia lo afferra per la mano, lo tira dietro di se nella propria cabina chiudendo subito la porta e abbracciandolo abbarbicata a lui.
La passione di lei eccita ancora di più Carlos che ricambia i baci, le carezze.
Spogliandosi a vicenda, compito facile per lui visto che Arianna indossa solo un costume, si spostano verso il letto lasciandovisi cadere sopra in una tempesta di baci voraci. Quando Carlos la penetra, Arianna mugola con forza. Finalmente ha dentro di se quel che anelava, finalmente il corpo caldo e forte di un uomo le si strofina addosso. Gode di colpo, a tradimento, sfogando tutta l’eccitazione di due giorni, bagnando abbondantemente il cazzo di Carlos che continua a entrarle ed uscirle dalla vagina.

Ci sono altre due persone sveglie in quel momento. Una è Jacques, ai comandi, che sa benissimo cosa sta accadendo sottocoperta e sorride al pensiero.
L’altra è Mino. Anche se di malavoglia, si era accordato con gli amici affinché fossero loro, soprattutto Bibi, a cercare di sedurre l’amica della “padroncina” rassegnandosi a restare a secco per una notte. Non ce l’ha fatta e, alzatosi dalla cuccetta, è andato davanti alla cabina di Natasha. Sente i rumori attutiti ed immagina cosa stia succedendo, si sorprende solo dal sentire versi analoghi dalla cabina vicina. Velocemente intuisce che Carlos, proprio quello che li ha avvertiti di “non fare cazzate”, in quel momento sta scopando con la figlia di Alessandro. Questo lo eccita ancora di più.
Si accosta alla porta di Natasha e, mandando al diavolo ogni cautela, la apre entrando rapidamente e richiudendola. Davanti ai suoi occhi c’è la scena di Ciro che, a pecora, dopo aver ripreso velocemente le forze, sta montando Natasha estasiato della sua prima volta. La ragazza invece, dopo aver goduto una prima volta sotto i colpi del nero, ora lo sta succhiando con gusto per riportarlo alla piena erezione.

Quando sente il rumore della porta gira gli occhi senza staccarsi dal cazzo di Bibi. Vede Mino restare a bocca aperta ed un’idea pazza la prende. Gli fa cenno di avvicinarsi, di spogliarsi, subito accontentata da lui, e si impadronisce del membro già eretto accostandolo a quello nero di Bibi succhiandoli entrambi.

E’ una notte che resterà a lungo nei ricordi delle due ragazze: Arianna per la prima volta ha fatto sesso con un uomo avanti con gli anni, perdendo il conto degli orgasmi avuti e premiando, al termine con un perfetto pompino con ingoio, un uomo che potrebbe essere suo padre. Anche Natasha ha perso il conto degli orgasmi, sa solo che per due o tre ore ha sempre avuto la presenza costante di un uccello duro e teso che le scavava dentro la vagina, mentre uno o due le riempivano la bocca. Quando si addormenta, sentendo un vago bruciore nelle parti intime, è pienamente soddisfatta e stremata.

Al mattino dopo Jacques commenta sarcastico le occhiaie dei suoi marinai. Affidando i comandi a Carlos, con cui scambia un sorriso d’intesa, e avvertendolo di svegliarlo quando stanno per entrare in porto. Le due ragazze dormono fino a tardi, facendosi vive solo per mangiare un boccone a pranzo, giustificandosi col fatto di aver dormito male alle domande preoccupate di Alessandro, l’unico che appare in perfetta forma.

Ormeggiati al molo turistico, Jacques e Carlos controllano la barca, reintegrano le scorte, svuotano i pozzetti delle scorie preparandola per una nuova traversata. Gli altri ne approfittano per riposare un po’ e riprendersi dalle fatiche notturne. Le due ragazze dormono all’ombra, rinunciando a visitare la città per lo stesso motivo.
Alessandro invece va in centro e torna in taxi con Sibylle. L’arrivo della donna non passa inosservato.
Coperta, si fa per dire, da un abitino corto, leggero e svolazzante, attira l’attenzione di tutti gli uomini presenti sul molo, con qualche fischio di approvazione quando, salendo a bordo, una folata birichina le scopre le belle gambe. Alessandro è divertito, sa l’effetto che fa Sibylle agli uomini e non gli importa che gliela guardino finché lui sa di essere l’unico ad averla.

Le ragazze si svegliano che la Sophie è già in alto mare diretto verso una delle tante isole dell’arcipelago greco. Si fanno portare un caffè in sala da pranzo e lì li raggiunge Sibylle. Arianna la saluta cordialmente, già la conosce e ci va d’accordo, Natasha rimane invece impressionata dalla sua bellezza. Sa di essere carina, molto carina, ma l’immagine di Sibylle è quella di una donna vera, nel pieno della propria bellezza, con forme armoniose svelate da un bikini azzurro che esalta la chioma bionda e liscia e richiama il colore degli occhi. Un perfetta teutonica che parla un italiano con un lieve e simpatico accento. Quando gli viene presentata stenta a trattenere l’impulso di abbracciarla per sentire contro di se quel corpo perfetto. Il suo stato d’animo è palese per Arianna che la prende in giro e soprattutto per Sibylle che legge perfettamente nell’intimo della ragazza.
Con gentilezza la saluta come se fosse una vecchia amica, abbracciandola lei e dandole due leggeri baci sulle guance, sfiorando appena il suo seno con il proprio. Per Natasha è un effetto elettrico, i capezzoli le si drizzano e preda di un imbarazzo che non sapeva di poter provare inventa una scusa e si rifugia nella cabina subito raggiunta da Arianna.

– Nati, che ti succede? –

– Ari… l’hai vista? Io… –

– Certo che l’ho vista, la conosco da quando sta insieme a papà –

– E… a te non ha fatto effetto? –

– Che intendi? –

– Io… non mi sono mai sentita così… con una donna. –

Le due ragazze si conoscono bene, hanno sperimentato, più per curiosità che per altro, una sorta di rapporto saffico limitandolo alla masturbazione reciproca. Un’esperienza “una botta e via” tutto sommato divertente, che ha aumentato la loro amicizia senza lasciar strascichi sentimentali. Arianna capisce perfettamente quello che intende Natasha.

– Nati… ma se ieri sera…. –

Arianna si è lasciata sfuggire di sapere cosa è successo la sera precedente, ma Natasha non vi fa caso subito, ancora sconvolta dalla sensazione che ha provato.

– Non lo so Ari, fosse stato un ragazzo direi che è un colpo di fulmine ma con una donna… Oddio, sto diventando lesbica? Ehy, che hai detto di ieri sera? –

Chiacchierando fittamente le due amiche parlano confidandosi, così Natasha viene a sapere di Arianna e Carlos. Non ci sono problemi, nessuna giudica l’altra, solo Natasha resta ancora basita dalla propria reazione e dalla figura fatta. Quando le chiamano per il pranzo salgono nella sala e Natasha si scusa con Sibylle inventando un lieve malessere subito passato. Non inganna la donna la quale finge comunque di crederle.
Da quando è salita a bordo si è già guardata in giro valutando i membri dell’equipaggio, a parte Jacques che già conosce, pensando pigramente a possibili occasioni senza offendere Alessandro. E’ piacevolmente stupita da quella ragazza, lei che qualche storia saffica l’ha già avuta senza problemi, per l’effetto che ha avuto su di lei e che è abituata a vedere solo nei maschi.

L’arrivo di Sibylle significa per Alessandro la fine dell’astinenza e di qualche pensiero che aveva fatto su Natasha. Quando nel pomeriggio si fermano al largo per un bagno, il contatto con il corpo di lei mentre giocano nell’acqua è sufficiente per farlo risalire a bordo con i boxer da bagno tesi sul davanti. In acqua si è trattenuto, limitandosi a qualche bacio, qualche palpata, vista la presenza a pochi metri della figlia e dell’amica scatenate.
Anche Ciro ha partecipato brevemente al bagno, non per sua volontà ma perché gettato in acqua da Jacques come scherzo. Natasha e Arianna gli si sono subito avvicinate giocando con lui, strusciandosi sul suo corpo, e Ciro, meno timido del solito, ne ha approfittato per toccare Natasha sotto il pelo dell’acqua, ricevendo una strizzata amichevole ai gioielli di famiglia tanto che anche lui, che è stato il primo a risalire, ha dato spettacolo con un gonfiore evidente facendo ridere gli amici.

Quando la barca riprende la rotta, Natasha e Arianna si stendono ancora al sole, tranquillamente in topless, asciugandosi pigramente senza badare alle occhiate dei membri dell’equipaggio che si dividono tra il guardare loro e l’ascoltare ciò che avviene nella cabina di Alessandro, qualche urletto che il rumore dei motori non riesce a sovrastare.

E’ quasi sera quando arrivano ad un’isoletta disabitata e ormeggiano in una piccola cala. L’acqua cristallina ha i riflessi rossastri del sole al tramonto, la spiaggia, ad un centinaio di metri, ha una sabbia bianchissima che anch’essa si tinge di rosso, poco più in là la vegetazione è folta e piena di ombre; un paesaggio suggestivo che ispira Alessandro ad organizzare la cena sulla spiaggia. Con il barchino vanno a terra lui e le tre donne oltre a Jacques e Carlos lasciando gli altri a bordo a badare alla barca. Sulla spiaggia Il capitano ed il marinaio accendono un fuoco su cui cucinare la carne, stendono per terra dei teli dove sedere, tirano fuori tutto l’occorrente per una cena allo stato brado, compreso un frigo portatile ben provvisto di ghiaccio e vino bianco. Le donne, nell’attesa, si stendono sulla sabbia ancora calda, coperte solo da dei copricostume più che sufficienti per la temperatura che ancora è alta.

Una radio appoggiata di lato trasmette musica greca e le tre, oziose, parlottano. Natasha sente fisicamente la presenza di Sibylle che sta scherzando gaiamente con Arianna su argomenti futili. La sua reazione non sfugge alle altre due: Arianna, spigliata, parla tranquillamente, osservando curiosa le mosse dell’amica. Per Natasha i tocchi, involontari o meno, con il corpo della tedesca seduta al suo fianco sono tutti scosse elettriche. Angosciata tace interrogandosi sulle sue sensazioni, sulle risposte automatiche che il suo corpo da, e Sibylle…. Lei fa di tutto per sfiorare il braccio o la coscia della ragazza, attenta a ogni sussulto, conscia dell’attrazione verso di lei.

La cena si svolge allegramente, mangiano tutti con appetito, Jacques e Carlos insieme agli altri, come se fossero un gruppo di amici. Si sta troppo bene lì, anche se è già buio e solo la luna alta in cielo ed il fuoco permettono di vedere qualcosa. Quando il vino bianco termina Alessandro si incarica di tornare alla barca a prenderne ancora, rifiutando l’offerta di andare di Carlos poiché vuole approfittarne per fare una telefonata al lavoro.

Quando torna il fuoco langue deserto. E’ stato via forse 30 minuti e gli altri sembrano essere scomparsi. Sta per gridare quando a sinistra, dentro la macchia, sente distinto un gemito femminile. Infuriato, si dirige in quella direzione immaginando che Carlos o Jacques stiano con Sibylle. Non pensa più agli altri, la gelosia lo pervade mentre a passi decisi entra nel sottobosco e fa una decina di metri fermandosi di colpo.
In una minuscola radura, illuminati dalla luna, due corpi sono allacciati, su di loro il fascio di una torcia elettrica gettata a terra Un altro gemito gli perfora le orecchie, gli sembra di riconoscere Sibylle. Fa altri pochi passi e si blocca ancora inebetito. Il corpo allacciato a quello della sua donna è chiaramente femminile. Non vede bene chi è ma è sicuramente una ragazza. Mille pensieri gli passano per la testa: sua figlia? Possibile che?

Si sposta di lato e calpesta un rametto secco. Al rumore, Sibylle solleva la testa dal ventre della ragazza distesa sotto di lei, lo vede, esita un istante e poi gli fa cenno di avvicinarsi.

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Alessandro è appena partito col barchino per tornare alla Sophie avvertendo che ci metterà non molto. Il fuoribordo è a pochi metri dalla riva quando Sibylle si alza, afferra un asciugamano e dichiara di dover fare pipì. Afferrata una torcia elettrica si volge verso Natasha chiedendole di farle compagnia. La ragazza esita un solo istante e, presa la mano che lei le tende, la segue verso l’interno.

Sulla spiaggia, restata sola con Jacques e Carlos, Arianna immagina già il perché di quella messa in scena. Vorrebbe alzarsi e seguirle, spiarle, però non sa cosa fare con i due uomini rimasti. E’ Carlos a venirle incontro: schietto come pochi e facendosi forza sull’intimità creatasi tra lui ed Arianna, le parla:

– Vorresti andare a vedere cosa combinano, vero? –

Arianna arrossisce lanciando un’occhiata a Jacques che la osserva divertito, preoccupata che possa capire. Carlos lo nota e prosegue:

– Non preoccuparti per Jacques, lui sa tante cose ma le tiene per se. –

Apprensiva, Arianna torna a fissare Carlos facendogli cenno di essere impazzito.

– Arianna, Carlos è un vecchio amico ma anche se non me lo avesse detto l’avrei capito da solo. Sono poche le cose che capitano sulle mie barche senza che io le sappia anche prima che accadano. Stai tranquilla, non sono affari miei visto che sei più che maggiorenne. –

Jacques abbandona ogni finzione parlando schiettamente a sua volta.

– Non c’è voluto molto per capire cosa succedeva di notte a bordo, come pure non ci vuole molto a capire cosa sta accadendo tra quelle due, si vede lontano un miglio che sono attratte l’una dall’altra e che tu sei curiosa. Per questo ti faccio la stessa domanda di Carlos:
Vuoi andare a vederle? –

Arianna, sorpresa da tanta franchezza, annuisce involontariamente. D’altronde quello è Jacques, che considera quasi uno zio, e l’altro… con l’altro ha fatto sesso, sesso stupendo, non molte ore prima.

– Andiamo allora –

Jacques si alza, imitato da Carlos e, fatti pochi passi, anche da Arianna. Tutti e tre, cercando di non far rumore, si addentrano nella macchia nella direzione in cui hanno visto sparire le due donne. A distanza, il chiarore della torcia li guida verso un punto ben preciso e, nascosti tra gli alberi, le vedono abbracciarsi e baciarsi, carezzarsi intimamente, spogliarsi a vicenda prima di stendersi capovolte l’una sopra l’altra. In silenzio, a pochi metri di distanza, osservano tutta la scena, compreso l’arrivo di Alessandro che nemmeno li nota, né potrebbe nascosti come sono, concentrato sulle due donne distese.

Quando Sibylle le ha chiesto di accompagnarla, il cuore di Natasha ha avuto un sussulto. Si è alzata ed ha preso la sua mano, seguendola, accorgendosi che era quello che voleva e temeva allo stesso tempo. Un impeto di gioia l’ha assalita mentre percorreva quei pochi metri, tremendamente cosciente del tocco della mano di lei sulla sua. Si è fermata quando si è fermata l’altra, l’ha vista stendere l’asciugamano ed ha atteso non sa bene cosa, o forse sì, la carezza che Sibylle le ha fatto su una guancia facendo poi scivolare la mano sul seno coperto dal costume, ottenendo l’immediato rizzarsi dei capezzoli al pur lieve tocco.

Si sono baciate lì, in piedi, con Natasha che non sapeva bene cosa fare, quasi fosse il suo primo bacio, fino al momento in cui la lingua calda di Sibylle le ha aperto le labbra e le ha cercato la lingua. Allora Natasha si è lasciata andare, ricambiando il bacio, stringendosi alla donna, scorrendole le mani sul corpo alla ricerca di un contatto febbrile. Si è lasciata guidare in questa esperienza nuova per lei sentendosi eccitata, carezzando l’altra dove lei la carezzava, togliendole il copricostume e sciogliendole il top quando l’altra ha fatto lo stesso con lei, spogliandosi a vicenda fino a restare entrambe nude ed avvinghiate, seguendo il corpo della donna più matura nello scivolare sopra l’asciugamano steso.
Ha esitato un istante solo, quando davanti al volto, alla bocca, ha trovato il suo ventre. Incerta, il peso dell’altra su di se, ha inspirato sentendone l’odore intimo, avvertendone l’eccitazione, e quando ha sentito il tocco della lingua di Sibylle lì dove è più sensibile si è lasciata andare tirando fuori la lingua, imitando ogni mossa, ogni tocco, stupendosi di trovare quei gesti, quel sapore, meravigliosamente inebrianti.

Per Sibylle è stato facile sedurre la ragazza, se di seduzione si può parlare visto che anche lei si è sentita attratta da subito. Magari senza sentirsi così coinvolta, almeno all’inizio, per poi scoprire in se la voglia di stringere quel giovane corpo così impacciato in sua presenza.

Approfittando della momentanea assenza di Alessandro ha preso una decisione repentina e si è inoltrata con Natasha nella boscaglia. Ha camminato decisa fino a portarsi lontano dagli sguardi degli altri e solo allora ha ceduto alla voglia tremenda che aveva di carezzare quella pelle di seta, scivolando sul seno sodo in una carezza fugace, provando la soddisfazione si sentirla fremere sotto il suo tocco.

Quando l’ha baciata ha gioito nel sentirla rispondere con entusiasmo. Si è abbeverata a quella fonte per un lungo minuto e poi la voglia di sentirsi nuda si è fatta irresistibile. Partecipe come non pensava di poter essere, si è distesa sopra la ragazza e ha affondato il volto tra le sue cosce. Una cosa che già aveva fatto altre volte ma mai con quell’attesa, quell’aspettativa, quel timore che l’altra non volesse. Appena ha sentito il tocco della linguina di Natasha sul clitoride ha dimenticato ogni cosa se non quel fiore che le si spalancava davanti, il corpo caldo sotto il suo, felice di leccare ed essere leccata.

Un rumore improvviso l’ha riportata alla realtà. Ha alzato la testa ed ha visto la figura di Alessandro poco distante. Il primo impulso è stato quello di scattare in piedi vergognosa, come una scolaretta colta in fallo, frenando l’eccitazione che la pervadeva. Solo il primo impulso, il secondo è stato più torbido, più intrigante. Le sue labbra si sono aperte in un sorriso, anche se era certa che al buio lui non potesse vederla, davanti agli occhi le si è parata una scena che è stata benzina per il fuoco della sua eccitazione.
Gli ha fatto cenno di avvicinarsi e quando lui, senza fretta, è arrivato a mezzo passo da loro due, lo ha tirato in ginocchio, una mano carezzevole sul ventre della ragazza che non si era accorta di niente, l’altra rapida e decisa ad aprire i pantaloncini, a tirar fuori un membro già sulla via della piena erezione. Ha carezzato entrambi i corpi insieme, mugolando di tanto in tanto ad un tocco più preciso della lingua di Natasha. Indi si è alzata rimanendo in ginocchio di fianco al corpo disteso della ragazza che è sobbalzata nell’accorgersi della presenza dell’uomo. Sibylle è stata pronta a fermarla mentre cercava di tirarsi su, abbracciandola e parlandole dolcemente all’orecchio.

– Aspetta, non aver paura, è solo Alessandro. –

Le proteste di Natasha si sono perse nella bocca della donna, ogni istinto di ribellione è scomparso davanti alla mano di lei che è tornata a carezzarla intimamente. Con una mossa veloce Sibylle si è stesa a terra tirandosi addosso Natasha, senza smettere di baciarla, di carezzarla, sentendola rilassarsi e risponderle, Alessandro fermo a pochi centimetri, in ginocchio, l’uccello teso dolorosamente fuori dai pantaloncini.

Tutto questo Jacques, Arianna e Carlos non l’hanno visto. Non appena è arrivato Alessandro sono sgattaiolati via senza farsi sentire, tornando al campo, aspettandosi una scenata a cui non volevano assistere. Hanno ravvivato il fuoco ed atteso inutilmente di udire delle voci alte ed irate. E’ stata Arianna a rompere il silenzio:

– Vuoi vedere che…. –

Il pensiero che le è passato per la mente è stato sufficiente a farla arrossire. Tace, timorosa di svelarlo apertamente. Guarda i due uomini che si scambiano un sogghigno. Carlos è seduto a pochi centimetri da lei e, se non fosse per la presenza di Jacques, Arianna gli si sarebbe già accostata per cercare in lui il calore di un corpo, la soddisfazione che sa la sua amica sta ricevendo poco distante. Non si muove quando Jacques le si siede vicino, dall’altro lato, si limita a fissare il fuoco senza osare guardare nessuno dei due. Il tocco delle loro mani, simultaneo, sulle spalle, viene accolto con un sospiro di piacere ma subito un timore la assale:

– Cosa volete farmi? –

Chiede con voce fioca, lo sguardo ancora fisso davanti a se. Le risponde Jacques poggiandole un bacio sulla pelle liscia del collo.

– Nulla che non voglia anche tu piccolina, nulla se tu non lo vuoi –

Il calore del fuoco scema di fronte al calore da cui si sente pervadere Arianna a quelle parole. Dall’altro lato Carlos le sta carezzando il braccio, la gamba, piccoli brividi le percorrono la pelle. Quando Jacques le gira delicatamente la testa chiude gli occhi e consegna la bocca arresa. Sono labbra morbide e decise quelle che sente sulle sue, e prepotente la lingua a cui intreccia la sua. Dall’altro lato Carlos la carezza ancora, le stringe il seno stuzzicandole il capezzolo da sopra il costume.
Quando sente la sua mano scorrerle sulla coscia verso il ventre, lei allarga le gambe per agevolarla continuando a baciare Jacques. Le gira la testa, il sentirsi oggetto delle attenzioni di quei due uomini maturi la esalta. Uno la conosce già, l’altro è quasi uno zio per il quale non ha mai provato attrazione sessuale eppure… eppure in questo frangente vuole che lui continui a baciarla, che anche lui la carezzi. Con la mano cinge la testa dell’uomo, la tira a se chiudendo gli occhi e baciandolo ancora. Le dita insinuate sotto la stoffa le hanno raggiunto la vagina, le carezzano le labbra esterne, passano lievi sul clitoride facendola mugolare.

– Spostiamoci –

La voce di Carlos rompe l’incanto ma è solo per pochi istanti, quelli necessari a comprendere che non è il caso di restare lì nell’eventualità che gli altri tornino e per spostarsi nella boscaglia, cercando e trovando un’altra piccolissima radura sulla cui erba fresca si adagiano.

I pochi metri li hanno percorsi abbracciati strettamente tutti e tre, Arianna al centro, ricevendo baci ora da uno ora dall’altro, sentendo le loro mani sui fianchi, sui seni. Ansiosa di arrivare e ricominciare.
Stesa sul manto erboso Arianna non è mai sazia dei loro baci che riceve su labbra, guance, spalle, collo. Uno dei due si spinge più in basso continuando a baciarle la pelle lungo il percorso. Due forti mani la alzano per farle scivolare via lo slip e poi le spalancano le gambe. C’è poca luce ma Arianna si sente aperta, esposta, e desiderosa di farsi guardare. E’ Jacques che le si china sul ventre leccandole l’interno della coscia, salendo verso il centro del piacere dove poggia le labbra in una carezza sempre più intensa. Geme ancora Arianna, allungando la mano verso l’inguine di Carlos, felice di trovare il suo membro già libero, pronto a ricevere le carezze della sua mano prima e della sua bocca poi.

Una strana catena li unisce, in cui Jacques è il solo a dare senza ricevere. E’ contento lo stesso “mangiando” quella vagina che tante volte ha avuto sotto gli occhi, coperta dal costume, senza mai immaginare che un giorno l’avrebbe avuta così palpitante sotto la sua lingua. Sente i fluidi di lei fluire abbondanti, si alza per aprirsi i pantaloncini e poi si adagia tra le cosce aperte, poggiando il membro tozzo e duro sulla morbida apertura. Gli basta spingere appena per entrare in lei di alcuni centimetri. Il gemito sordo che ode dalla bocca riempita dalla carne dell’amico lo incita a spingere ancora, a penetrare per altri centimetri sentendosi racchiudere dalla carne bollente.

A un centinaio di metri un altro terzetto è impegnato ugualmente.
Sibylle è a terra, sopra di lei Natasha. Le due si baciano e si carezzano. Le mani di Sibylle aprono le natiche della ragazza, la espongono allo sguardo eccitato di Alessandro che si china in avanti poggiando la punta del membro sulla micina aperta, pronta ad accoglierlo. Scivola dentro la ragazza di colpo per metà, facilmente, facendola inarcare e tendere indietro il capo prima di tornare a baciare Sibylle.

Natasha è eccitatissima, non sa decidersi se le piaccia di più l’uccello di Alessandro che le scava dentro o la mano di Sibylle sul clitoride, o la sua bocca che non ha smesso un attimo di baciare. Al centro dell’attenzione dei due è preda di sensazioni bellissime che si fanno via via più acute inondandole il cervello di piacere. Gode, urlandolo nella bocca di Sibylle, sentendo i colpi dell’uomo farsi più frequenti, più profondi. Riemerge dall’orgasmo sentendosi come avvolta da una nebbia, senza riconoscere le mani che la alzano, la spostano, le aprono le gambe. Una lingua la penetra riaccendendole le fiammelle del piacere. Aprendo gli occhi vede Sibylle davanti a lei, la sua testa tra le gambe, dietro di lei Alessandro che la prende con forza, i suoi colpi si riverberano su di lei spingendole la testa di Sibylle contro. Un secondo orgasmo le sale dentro repentino, si scuote, allarga e stringe le gambe, geme fortemente riaffondando nella nebbia del piacere da cui vede, come in una scena distante, Alessandro scatenarsi nel cercare il proprio godimento dando colpi sempre più forti a Sibylle che mugola in continuazione, non riuscendo più nemmeno a leccarla, e alla fine si accascia sopra di lei con un forte grido di piacere.

Un grido che gli altri tre non odono. Non per la distanza, nemmeno eccessiva, ma perché troppo presi da loro stessi. Arianna sente in se un calore incredibile che non riesce a trovare sfogo. Ha già goduto una volta ma non si sente sazia. Jacques l’ha scopata mentre lei succhiava Carlos, poi i due si sono invertiti e lei ha fatto conoscenza con l’uccello duro del Capitano. Quando pensava che lui le sborrasse in bocca si è tirato indietro rinunciando al piacere per scambiarsi ancora con l’amico. Arianna è sopra Jacques, di lato Carlos le porge l’uccello che lei imbocca golosa. Sente un dito cercarla dietro, spingere, entrarle dentro. Non è più vergine da nessuna parte Arianna e accetta quel dito invasore traendone altro piacere. Non immagina che Jacques, che con Carlos ha già diviso diverse avventure, abbia in mente qualcosa di particolare.

– E’ pronta Carlos –

Arianna ode la frase senza capirla, nemmeno ci bada fino a quando Carlos non si sottrae alla sua bocca strappandole un verso di disappunto e le si pone dietro. Le mani di Jacques la aprono, mostrano a Carlos lo spettacolo della vagina in cui scorre l’uccello bagnato dai succhi ed il piccolo buchino poco distante. Esita Arianna, lo ha già fatto anche dietro ma mai insieme, e d’altronde questa è la prima volta che sta con due uomini in una volta. Le gira la testa, eccitazione e confusione si mescolano. Guarda il volto sorridente di Jacques sotto di lei, gli pone una domanda muta.

– Rilassati piccolina, vedrai che sarà bello, ma se non vuoi ti basta dirlo, vero Carlos? –

Arianna non vede il cenno affermativo dello spagnolo ma si accorge della sua immobilità. E’ rassicurata dal non sentire nulla premerle dietro ma ancora non sa decidersi. Si sente sicura con questi due uomini dell’età del padre, lei che mai avrebbe pensato di farlo con uno di loro ed ora addirittura due. Esita ancora.

– Solo se lo vuoi piccolina, ti prometto che ti piacerà, e se dovesse darti fastidio smettiamo subito. Lo vuoi piccolina? Lo vuoi sentire dentro anche lì? Eh? –

Arianna ha caldo, sente dentro di se il cazzo duro di Jacques che si muove appena, il pensiero, la voglia di questa nuova cosa le sale dentro. Si sente al sicuro con quei due. Annuisce con forza stringendo le labbra. Non vede il gesto di Jacques verso Carlos ma sente le mani del primo che ancora le aprono le natiche, poi una presenza dura le si poggia sull’ano.

– Rilassati, forse sarà un po’ dura all’inizio ma poi sarà bellissimo, te lo prometto –

La voce calda di Jacques è un elemento in più di eccitazione per lei. Si puntella sulle ginocchia, si inarca indietro e aspetta…

La sensazione dell’ano che le si apre per accogliere l’uccello di Carlos è intensissima. Non è dolore, forse fastidio, ma più di tutto il sapere che ne ha due dentro. Spinge indietro, l’uccello fa un po’ fatica ad entrare per l’ingombro dell’altro nella vagina e poi… poi Arianna si sente riempire come mai si è sentita. Avverte distintamente i due cazzi dentro di lei separati da pochi millimetri di carne. Di colpo respira, nemmeno si era accorta di trattenere il fiato, e già Carlos inizia a muoversi in lei con cautela arretrando e spingendo ancora.

Di botto il piacere le esplode dentro in tutta la sua intensità. Geme, sbava, dice parole senza senso muovendosi lei per farsi penetrare meglio da entrambi. Gode Arianna, gode ed urla, un urlo che rimbalza nella boscaglia arrivando lontano.

Sibylle, Natasha e Alessandro stanno tornando verso il campo quando lo sentono.
Di colpo Alessandro ricorda la presenza sull’isola degli altri, di sua figlia.

– ARIANNA –

Fa per slanciarsi verso quella direzione ma Sibylle lo prende per un braccio.

– Fermati Alessandro, era un urlo di piacere, non di dolore –

Imbarazzato al pensiero di cosa significhi Alessandro si blocca. Sibylle gli si stringe, lo bacia confortandolo e poi tutti e tre tornano al campo, Sibylle e Natasha tenendosi ancora per mano.

Quando Jacques, Arianna e Carlos tornano al campo trovano gli altri tre intorno al fuoco, in silenzio. I due uomini vedono Alessandro fissarli e abbassano la testa per un attimo prima di rialzarla sicuri di loro. Natasha guarda Arianna con un sorriso ironico, leggendo la contentezza sui suoi lineamenti. Le due ragazze si abbracciano e Natasha le sussurra:

– Poi mi racconti tutto –

Sibylle guarda tutta la scena, soprattutto Alessandro scuro in volto.

– Torniamo a bordo –

Ordina laconicamente lui ed i sei si imbarcano verso la Sophie.
Una volta a bordo Alessandro sale in plancia subito raggiunto da Jacques e Carlos mentre le donne vanno in cabina a farsi una doccia.

– L’hai… l’avete costretta? –

E’ la domanda dura che Alessandro fa ai due uomini. Carlos reagisce con un gesto di stizza sentendosi accusare, Jacques conosce Alessandro da più tempo ed invece replica:

– No, non c’è stata alcuna costrizione. Mi conosci Alessandro ma se non credi a me credi all’espressione di lei quando siamo arrivati, ti è parsa ferita? E se nemmeno questo ti basta chiedilo direttamente a lei. E’ grande abbastanza da risponderti senza problemi –

Alessandro esita, sa che di Jacques può fidarsi ma lei è pur sempre sua figlia.

– Sì, glielo chiederò anche se penso che confermerà le tue parole. Il mio istinto di genitore mi dice di spararvi e buttarvi a mare, ma hai ragione tu Jacques, è grande abbastanza. –

– Non è più una bambina Alessandro, lo sai –

– Lo so, ma un conto è saperlo ed un conto è vederlo direttamente. Va bene, dovrò abituarmici penso. Vado a dormire, domattina partiamo presto, pensa tu a tutto. –

Alessandro va in cabina e prima di entrare incrocia la figlia. L’espressione stanca ma felice di lei gli fornisce la risposta che cercava. La bacia sulla fronte augurandole la buonanotte e si infila in cabina dove Sibylle è già a letto.

Arianna invece non entra nella sua cabina. L’incontro con il padre non ha significato molto per lei. Sì, sa che lui ha intuito cosa stesse facendo con i due uomini ma è la sua vita e lui mai si è intromesso. Il bacio sulla fronte la sorprende pur confermandole l’affetto del genitore. Entra nella cabina di Natasha senza bussare, desiderosa di confidarsi, riflettendo sul significato di quel bacio.

Quando Carlos va nella sua cabina trova gli altri tre marinai che lo aspettano sottocoperta. Sorridono tutti e tre. Hanno sentito l’urlo di Arianna senza capire di chi fosse. E’ Mino che parla per tutti:

– Allora Carlos? Chi ha gridato e perché? Non era di dolore, sono sicuro –

– Tu sei troppo curioso Mino. –

– Ma dai, era Natasha o Sibylle o…. Arianna? Ma chi l’ha… –

– Come ti ho detto, sei troppo curioso. Dimentica questa storia, è meglio –

Li lascia così, entrando nella sua cabina, con Mino che si gira verso gli altri. Bibi sorride, Ciro va verso la sua cabina.

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– Accidenti, io non so se sarei capace. Tutti e due?… Insieme? –

Le due ragazze sono nella cabina di Natasha, hanno dormito insieme, rinunciando a parlare dopo breve per la stanchezza. Ma ora è mattino, sono entrambe sveglie e ognuna racconta all’altra i particolari. Il commento di Natasha è stupito ed ammirato insieme.

– Non so come spiegartelo, non l’avevo mai fatto così e… ad un certo punto non ho capito più niente, solo che godevo in continuazione. –

– Eh sì, ti ho sentita –

Ride Natasha e ride anche Arianna.

– Però, e sono pure vecchi. –

– non sono vecchi – protesta Arianna – sono più grandi di me ma non sono vecchi, e ci sanno fare, non sono stati per niente egoisti, anzi. Se mi è piaciuto tanto è per merito loro. E tu? Non sapevo ti piacessero le donne –

– Che ti posso dire, sai già che Sibylle mi ha attratto da subito. Non so perché ma è così, e quando ha cominciato a baciarmi… beh, da lì è andata avanti ed io ho fatto quello che faceva lei… Arianna…. C’è una cosa che ancora non ti ho detta… –

– Cosa? –

– Tuo padre…. Mi ha scopata –

– COSA? Come… –

L’inattesa rivelazione di Natasha fa sobbalzare Arianna che prende l’amica per le spalle scuotendola. Natasha china la testa e poi la rialza guardando l’amica dritta negli occhi, decisa ad essere sincera fino in fondo.

– Eravamo lì, io e Sibylle, stavamo… lesbicando quando lei mi si è tolta da sopra. Ho aperto gli occhi e l’ho visto. Ti giuro che stavo per alzarmi e scappare, mi vergognavo ad essere stata sorpresa, ed invece Sibylle mi ha abbracciata, mi ha detto di stare tranquilla e… quando mi ha rimesso le dita dentro ho dimenticato tuo padre, tutto, contava solo quello che stava facendo lei. Si è stesa con me sopra e tuo padre… mi è salito addosso e … me l’ha messo… –

– E tu? –

– Io… non so che dirti, ero a mezzo tra di loro. La mano di lei ed il cazzo.. oh scusa… il membro di tuo padre che mi prendeva… mi piaceva, era tutto così… completo. Mi sono lasciata fare ed ho goduto tantissimo. Sono venuta anche dopo, quando lei mi leccava e tuo padre scop… prendeva lei……….. ed alla fine glielo abbiamo succhiato in due fino a farlo godere. –

Natasha parla esitante, non per l’argomento, ha già fatto certe confidenze all’amica usando un linguaggio crudo e realistico, ma questa volta le sembra inappropriato visto che parla di suo padre. Dopo aver finito fissa ancora l’amica temendo una sua reazione che, però, è diversa da quella che si aspettava.

– Beh… d’accordo, mio padre ti ha scopata, ti ha messo il cazzo dentro, puoi dirlo tranquillamente, e tu hai goduto, ed poi hai fatto godere lui. D’accordo… lui ha la sua vita ed io la mia, non mi ha mai dato problemi, nemmeno questa notte sapendo bene che io… con quei due…. Beh Nati, avevamo detto che volevamo divertirci vero? Certo non pensavamo in questo modo ma… che importa? –

– Sei sicura che non di dispiaccia? –

– No Nati, figurati, mi ha sorpreso un po’ ma… se va bene a Sibylle che è la sua donna… va benissimo anche a me. A proposito di Sibylle, volevo chiederti… scusami, è curiosità… com’è leccare una donna? –

Tocca ad Arianna assumere un’aria imbarazzata in controtendenza alla sicurezza dimostrata sino ad allora, e tocca a Natasha ridiventare seria e rispondere:

– E’… diverso, non è … sai, io e te non ne abbiamo mai parlato ma ora che io… solo provandolo lo capiresti. –

– Cioè, vuoi dire… io e te…. –

Natasha accosta il volto a quello di Arianna che esita ma non si sottrae, le labbra si avvicinano si sfiorano… in quel momento bussano alla porta:

– Signorine? Siete sveglie? La colazione è pronta –

E’ Ciro, inviato da Jacques, che le chiama. Le due ragazze rispondono che arriveranno presto. Il momento è passato. Si guardano con la muta promessa di riprendere il discorso, non si sa quando ma lo riprenderanno, ed Arianna va nella sua cabina per una doccia lasciando Natasha a fare lo stesso.

Il successivo giorno di navigazione li porta ad un’isola con un piccolo villaggio di pescatori convertito al turismo. Il tempo di attraccare, rifornire la barca e Alessandro porta le tre donne ad esplorare il borgo. Molto caratteristico, affascinante forse nella sua semplicità. Percorrono le strette stradine sotto lo sguardo dei locali, soprattutto dei pochi giovani locali che rimirano le grazie delle tre donne appena coperte da dei prendisole. La sera i quattro cenano in un ristorante affollato da altri turisti che hanno affittato delle case o proveniente dal vicino villaggio turistico. Pesce ed un vinello bianco fresco e frizzante agevolano la conversazione. Non c’è malanimo né fraintendimenti, anzi i lievi tocchi di dita denotano l’affetto reciproco con l’aggiunta di quello tra Natasha e Sibylle, fatto apertamente sotto lo sguardo benevolo di Alessandro e quello complice e curioso di Arianna.
Quando la notte è ormai fonda ed è il momento di tornare alla barca, le ragazze manifestano il desiderio di visitare un locale sulla spiaggia dove hanno sentito della musica. Alessandro si defila lasciando che Sibylle le accompagni. Rientra in barca soddisfatto, non gli importa se Sibylle si lascia andare, lui preferisce riposare e prepararsi ai piacevoli sviluppi che si attende dall’inattesa disponibilità di Natasha.
Le tre, lasciate sole, si dirigono al locale dove presto vengono assediate da ragazzi locali e non, suscitando qualche sguardo d’invidia dalle altre ragazze presenti. Con nonchalance, tengono a bada l’iniziale impeto dei maschi. In quei primi minuti sono più interessate, pur facendo ognuna una propria valutazione della “fauna” presente, a conoscersi meglio, ad instaurare un rapporto di complicità. Sanno tutte e tre, più Sibylle ed anche Arianna che Natasha, che gli accadimenti della sera precedente influiranno modificandola su ogni prospettiva futura della vacanza.

– ma non sei gelosa? –

Arianna parla con Sibylle, alludendo al rapporto a tre con Natasha, in un modo e di argomenti mai trattati prima.

– Perché dovrei? Io e Alessandro siamo liberi anche se stiamo insieme, e poi, in pratica, sono io che gli ho offerto lei –

Nel dirlo prende con un gesto affettuoso la mano di Natasha portandola alle labbra, facendole emettere una risatina divertita.

– Mah, io non so se sarei capace di cedere il mio uomo ad un’altra così facilmente –

– Non l’ho ceduto…. L’ho condiviso. E’ diverso. –

– Ceduto, condiviso, che cambia? Sempre che c’è stato assieme. Non ti dà fastidio se dovesse accadere ancora? E tu Nati, ci riandresti con mio… con Alessandro? –

– Sì –

Senza esitare Natasha annuisce. Ricorda bene l’eccitazione di poche ore prima, il sentirsi in balia di quei due, il piacere che l’ha avvolta e trasportata in paradiso. Non ha bisogno di pensarci: lo rifarebbe, con o senza Sibylle,
Arianna resta interdetta dalla risposta subitanea dell’amica, la guarda e la vede cambiare espressione. Si affretta a prenderle la mano per farle capire che a lei non importa, che è solo sorpresa la sua. Natasha comprende e la tira affettuosamente a se per abbracciarla e baciarla sulle guance.

– Che bella un’amicizia come la vostra. –

Il commento di Sibylle è detto con voce dolce.

– Ed allora brindiamo all’amicizia, io e te siamo amiche vero Sibylle? –

Arianna alza il bicchiere alla nuova confidenza che ha con l’amante del padre, viene ricambiata con un sorriso ed un rumore di cristalli che sbattono. Natasha si unisce alle due.

– Bene, adesso tocca a te parlare Arianna. Sono curiosa riguardo quell’urlo che ho sentito. Era chiaramente di piacere ma chi è stato a fartelo emettere, Jacques o Carlos? –

-…. Beh…. Entrambi…. –

Arianna arrossisce confessandosi alla nuova amica.

– Non avevo mai provato ed è stato tutto così…. Tu l’hai mai fatto?… Intendo con due…. Insieme. –

Sibylle ride bevendo un altro piccolo sorso.

– Sì, e ti capisco bene. Se sei con le persone giuste diventa piacevolissimo. –

– Io non l’ho mai fatto. Cioè… dietro. Al massimo un dito. –

Natasha interviene e Sibylle subito la stuzzica:

– Occorre rimediare allora, vediamo…. C’è qualcuno che ti piace qui dentro? O magari proprio Alessandro? –

– Io… non so. A sentire voi due pare tanto facile, tanto piacevole. Ho un po’ paura. –

– Non è per niente facile, soprattutto le prime volte, ma come ti ho detto con le persone giuste è molto bello, anzi speciale. Se tu vuoi…. posso guidarti. –

– Io… –

L’offerta di Sibylle manda in confusione Natasha, soprattutto per la mano calda che le si posa poco sopra il ginocchio scoperto dalla corta gonna che indossa. Non sa cosa rispondere ed è Arianna a spezzare il filo di tensione creatosi:

– Ragazze, è abbastanza tardi e domani papà vuole andare su una spiaggetta isolata dove c’è una bella grotta. Coraggio Nati, per questa sera il tuo bel culetto resterà ancora vergine, non ti garantisco per il resto della vacanza però. –

La risata di Arianna coinvolge anche le altre e tutte e tre si alzano uscendo dal locale abbracciate, seguite da sguardi carichi di testosterone.
Risalendo sulla barca, Natasha trova la mano tesa di Mino che l’aiuta a salire dalla passerella. Lo ringrazia e per un istante pensa di fermarsi. Dietro di lei Sibylle, con tono scherzoso ed imperioso insieme, decide per tutti:

– Ragazze a nanna, domattina sarà dura, meglio riposare. Anche tu Mino, meglio che ti riposi, avrai altre occasioni per fare il tacchino con la mia amica –

Nel buio delle cabine, l’attimo prima di chiudere gli occhi, ognuno ha un pensiero privato.

Il mattino, di buon’ora, prima che il caldo soffocante riempia l’aria, su un piccolo motoscafo affittato per l’occasione, Alessandro e le tre donne vanno in gita. Con loro Carlos, alla guida, e Ciro. Hanno preso l’occorrente per uno spuntino leggero, volendo dedicarsi a sole, mare ed esplorazione delle bellezze naturali.
La spiaggia è piccola, raggiungibile solo dal mare. Di lato una parete di roccia frastagliata la separa dalla piccola grotta. L’acqua color turchese invita a fare il bagno e tutti si tuffano ridendo e scherzando, anche i due uomini dell’equipaggio. E’ quando il sole sale alto ed il calore si fa più forte che si fa avanti la voglia di ombra. E’ il momento giusto per esplorare la grotta. Un’apertura di una ventina di metri sull’alta parete, le onde che pigramente vi entrano rimandando l’eco di un rumore lontano. Alessandro, buon nuotatore, decide di andare direttamente, sono forse 50 metri dalla spiaggia, con gli altri che seguono sul motoscafo. Davanti all’apertura, sentendo la voce di Alessandro che li chiama, Carlos ferma il natante dando modo agli altri di tuffarsi. Il primo a finire in acqua è… Ciro, spinto in contemporanea dalle due giovani che si tuffano ridendo. La risata di Alessandro, che non si vede ma che vede tutto, fa eco alla loro insieme all’invito anche a Ciro di raggiungerlo.
Sibylle sta per tuffarsi. Pare ripensarci e si gira verso Carlos che rimarrà a bordo per prudenza:

– Carlos, che intenzioni hai? –

– Cosa signora? –

– Chiamami pure Sibylle, Intendo Arianna, so dell’altra sera e mi preoccupo per lei –

– Non c’è nulla da preoccuparsi, per lei io sono solo un’avventura estiva. Parlando chiaro: non prometto che non la cercherò più visto quello che c’è stato, ma se lei dovesse preferire un altro o uno dei ragazzi che conoscerà posso garantire che mi farò da parte. –

– Onesto e diretto, non posso pretendere di più. Grazie Carlos, ci tengo a lei. –

– Anche io, non credere. –

Il breve scambio di parole si conclude con la perfetta traiettoria di Sibylle che con ampie bracciate si dirige nel buio della grotta. Lì dentro, abituati gli occhi, vede una spiaggetta minuscola sul fondo e lì sono a secco gli altri. Li raggiunge.

– Qui si sta veramente bene, e guardate che spettacolo. –

Alessandro con un ampio gesto della mano indica la grotta. Non è immensa ma il riverbero lontano del sole, l’acqua limpidissima, i colori del fondale, il soffitto basso ne fanno una visione mozzafiato.

– La grotta prosegue laggiù, voglio vedere dove arriva –

– Stai attento, non c’è luce, non sai cosa potrebbe esserci. –

– Starò attento, chi vuol venire con me? –

All’invito di Alessandro risponde entusiasta Natasha e anche Sibylle, curiosa, li segue. –

– Io no, mi fa paura, preferisco aspettarvi qui. –

– Sei sicura, ci metteremo alcuni minuti. –

– Starò bene, al limite raggiungo Carlos –

– Bene. Anzi, Ciro, resta con lei. –

Con un cenno di assenso, il ragazzo si siede sulla sabbia umida poco distante da Arianna la quale, dopo aver visto gli altri inoltrarsi nel canale largo due o tre metri che prosegue dentro la roccia, gli fa cenno di avvicinarsi.

– Grazie Ciro, ho un po’ paura dei luoghi bui. –

– Non devi preoccuparti, resto volentieri. –

– Magari preferiresti fosse rimasta Natasha, vero? –

Il viso del ragazzo si accende di rosso alla battutina di Arianna.

– Ehy, ehy, scherzavo. So che ti piace. –

– E’ bellissima. –

– Ciro… io e Natasha siamo molto amiche, so tutto di voi due, forse dovrei dire di voi quattro e… –

– Se sai tutto perché ne parli? –

Il ragazzo si sente punto sul vivo e reagisce di scatto.

– Scusa, non volevo. Se sai tutto che altro vuoi sapere da me allora? –

– Niente, era così per dire, ti vedo… perdonami se lo dico, così “fragile”, non vorrei che tu… –

– So bene che in confronto agli altri sono, come hai detto? Fragile, ma non è vero. Sono forse più introverso ma è il mio carattere, non sono sfacciato. –

– No, non lo sei –

Arianna gli poggia una mano sul braccio in un gesto di comprensione. Restano così alcuni secondi, guardandosi in volto, fino a che non sentono il rumore delle bracciate dei tre che tornano.

– Prosegue ancora, penso per parecchio ma non c’è luce. Accidenti se è bella, voglio tornarci con l’attrezzatura adatta –

Alessandro si porta all’asciutto passandosi una mano sui capelli per far scorrere l’acqua. Dietro di lui Natasha e Sibylle escono dalle onde calamitando l’attenzione di Ciro: al ragazzo paiono come due veneri che sorgono dalle acque, in controluce sull’apertura della grotta. Resta a bocca aperta facendo sorridere le due che si scambiano un’occhiata complice.
Risaliti sul motoscafo, Alessandro cambia i piani decidendo di rientrare per il pranzo anziché usare le provviste del frigo che si sono portati, e così ripartono velocemente godendosi l’aria nei capelli e asciugandosi al sole.

Sulla barca, mentre pranzano, Alessandro pianifica il pomeriggio.

– Mi porterò l’attrezzatura da sub, voglio vedere fin dove arriva. –

– Non è prudente andare da solo, non si sa mai cosa può accadere in immersione. –

– Sono pochi metri di profondità Jacques –

– Bastano venti centimetri in caso di incidente. E’ meglio se con te viene qualcuno esperto. –

– Io ho il brevetto, e piacerebbe anche a me visitare la grotta –
Sibylle si fa avanti e si organizzano.

Dopo pranzo, sul motoscafo vi sono, oltre ad Alessandro e Sibylle, Carlos che guida e le due ragazze che vogliono prendere ancora il sole sulla spiaggetta. Per dare una mano si unisce anche Ciro e così, quattro ore dopo, lasciate le due ragazze sulla spiaggetta con Ciro ed un fornito frigorifero, Alessandro si tuffa, munito di respiratore e macchina fotografica particolare, con a ruota Sibylle nuotando verso la grotta. Carlos resta sul motoscafo, collegato ad Alessandro da una fune e pronto ad intervenire in caso di bisogno.
Il caldo sole abbrustolisce la pelle delle ragazze e anche di Ciro, che è già più che abbronzato, invitato dalle due a stendersi al loro fianco. Dopo poco la noia invade Natasha che si gira verso il ragazzo.

– Ciro, mi passeresti qualcosa di fresco? –

Lui subito apre il frigo prendendo una bibita gelata e porgendola alla ragazza, poi ne prende un’altra per Arianna che si scuote dal torpore e cambia posizione restando in ginocchio sulla sabbia.
Natasha sorseggia il liquido ristoratore lanciando occhiate di sottecchi a Ciro. Si annoia e vede il ragazzo come un diversivo. Lo guarda meglio: non è muscoloso come Mino, per esempio, ma non è flaccido. La pelle ha un colore ambrato che gli invidia. Ripone la bibita e lancia l’idea di un bagno. In breve i tre giovani sono in acqua ridendo e scherzando, sfiorandosi continuamente tra di loro nel giocare. Inevitabile che Ciro, sfiorato più volte anche quando non era necessario, reagisca con una robusta erezione che tende i boxer da bagno, chiaramente visibile nell’acqua cristallina. In fondo è questo che voleva Natasha che ridacchia e gli si aggrappa, agganciandogli le gambe intorno al corpo, strofinandosi con la scusa di volersi riposare.

Arianna ha giocato con loro per diversi minuti e si avvede che le cose stanno cambiando. Si sente in imbarazzo, accentuato dall’occhiata spaurita che Ciro le ha lanciato. Si volge e vede Carlos davanti alla grotta. Saranno un centinaio di metri e decide di raggiungerlo per lasciare da soli di due.

– Mi aiuti a salire? –

Di forza, attento a non sbilanciare l’imbarcazione, Carlos tira dentro, tenendola per un braccio, una gocciolante Arianna che resta per un istante sospesa a mezz’aria, impressionata dalla dimostrazione di forza.

– Come mai? Non ti andava più di fare il bagno? –

– Sì ma… ho preferito venire qui per… –

– Capisco… –

L’occhiata di Carlos ai due ancora avvinghiati è esplicita.
Arianna si asciuga i capelli con un asciugamano tesole da Carlos e si accoccola nella parte posteriore, vicino al fuoribordo, guardando ostentatamente verso la grotta buia di cui può vedere solo i primi metri.

– Torneranno presto? –

– Hanno aria ancora per mezz’ora abbondante. –

Un paio di minuti trascorrono in silenzio, ascoltando lo sciabordare dell’acqua.

– Accidenti, non si fa problemi veramente –

La voce di Carlos arriva come ovattata alle orecchie di Arianna. Si volge e, seguendo lo sguardo dell’uomo, si gira verso la spiaggia. La distanza non è tale da impedire di vedere chiaramente Ciro in piedi con Natasha in ginocchio nell’acqua bassa. La testa di lei si muove ritmicamente sull’inguine di lui.
Arianna volge la testa dall’altra parte incrociando gli occhi di Carlos. Arrossisce sotto l’abbronzatura, cerca di darsi un contegno per mascherare l’emozione che l’ha assalita.

– E’ in vacanza e quindi si lascia un po’ andare, nulla di male. –

– Nulla… e non solo lei è in vacanza. –

Il chiaro riferimento fa arrossire ancora di più Arianna.

– Carlos… io… noi… l’altra sera…. Non vorrei che…. –

– Sei pentita? –

– No, assolutamente è che non avevo mai… –

La risposta le esce spontanea e sincera. Si sente incendiare sotto gli occhi bonari ma maliziosi dell’uomo adulto.

– C’è sempre una prima volta per tutto, l’importante è non crearsi poi stupidi problemi in testa –

– No, non sono pentita… non vorrei che però tu pensassi che io…. –

– Io penso solo che una splendida ragazza mi ha fatto felice, e se sono riuscito a renderla felice anche io lo sono ancora di più. –
Gli occhi di Arianna, sinora fissi su un punto indefinito tra il torace ed il collo dell’uomo, cadono sul basso ventre, sul gonfiore nascosto dai pantaloncini. Avvampa ancora Arianna pensando a quello che vi è celato sotto, al cazzo duro dell’uomo che ha prima succhiato senza un perché, che le ha scavato dentro facendola godere come non pensava. Le viene voglia di vederlo ancora, di toccarlo, di sentire quella carne dura fatta di seta tra le mani, dentro di se.

– Sì, mi è piaciuto, io… –

-Vorresti rifarlo? –

L’uomo parla con voce calma e decisa, instillando in lei come un timore reverenziale. Annuisce con la testa prima di essere cosciente del gesto che compie, e veramente vorrebbe essere ancora tra le mani dei due uomini, stretta nel loro abbraccio, riempita dai loro bastoni duri. Allunga una mano verso il ventre di Carlos che non si sposta ma nemmeno fa qualcosa per agevolarla. Lo tocca da sopra la stoffa sentendolo diventare ancora più duro. Sospirando si accosta, tira giù i pantaloncini esponendo l’uccello all’aria. Si volge un istante, il tempo di verificare che Ciro e Natasha non sono più in acqua ma un mucchio indistinto sulla spiaggia e poi guarda ancora avanti a se. Alla luce piena del sole osserva attentamente per la prima volta quel cazzo che già ha avuto dentro di se, dappertutto. Lo sposta, lo rimira, ne saggia la consistenza. Si chiede come ha fatto, con una circonferenza che le pare ora enorme, ad entrarle dietro, ed il suo corpo le rimanda la memoria di quando si è sentita aprire, violare nell’ano mentre Jacques la penetrava davanti. Con un sospiro deliziato appoggia la bocca alla punta, le scocca un bacio, la lecca lentamente e poi la fagocita incavando le guance. Carlos è ancora immobile, guarda la testa della ragazza iniziare a muoversi, sente le dolci e morbide carezze di lingua e labbra. Guardando verso la grotta si ricorda di Alessandro e Sibylle. Non ci sono stati problemi ma sarebbe assurdo farsi cogliere sul fatto. Con le mani allontana la testa di lei che, disorientata gli chiede:

– Non ti piace, non lo faccio bene? –

– No piccolina, mi piace tantissimo ma… non abbiamo tempo, tuo padre potrebbe tornare da un momento all’altro. –

Arianna ritrova la sicurezza in se stessa, sorride maliziosa.

– Tu fai la guardia e… lasciati andare –

Poi riprende in bocca il cazzo con maggior fervore, scivolando sull’asta con le labbra, succhiando con forza aiutandosi con le mani. Carlos resiste solo pochi altri minuti e alla fine si arrende consegnandole il proprio seme sulla lingua tesa ad accoglierlo, riempiendole la bocca di caldo sperma che la ragazza accetta e deglutisce con un gesto plateale e ammiccante. Poi, guardandolo ancora sorridente, mentre lui si risistema i pantaloncini, si sporge dal motoscafo per prendere un po’ d’acqua con la mano e sciacquarsi la bocca.

Solo un minuto dopo sentono la voce di Alessandro che, uscendo dalla grotta, sta nuotando verso di loro.

– Ehy, dateci una mano a risalire –

Lui e Sibylle si tolgono le bombole consegnandole a Carlos che le tira a bordo, poi si issano anch’essi sedendosi sulla panca.

– E’ stato meraviglioso. Che colori magnifici. Ho fatto delle foto bellissime. –

Di fianco a lui Sibylle annuisce togliendosi la muta. Nessuno dei due sembra far caso allo sguardo d’intesa tra Carlos ed Arianna.
Recuperati Ciro e Natasha, che avevano fatto in tempo anche loro a terminare prima dell’arrivo dei due sub, rientrano allo yacht in un’atmosfera rilassata e contenta.

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– Quel ragazzino è delizioso, fa tutto quello che gli dico e sembra quasi stia per dirti grazie dopo ah ah ah. –

Le due ragazze sono nella stanza di Natasha che racconta all’amica la sua avventura con Ciro.

– Ragazzino? Ha un paio d’anni meno di te al massimo. –

– E mi sembrano molti di più. Sono stata la sua prima… e anche la seconda ah ah ah, ed ora pende dalle mie labbra. Non so spiegarti, mi fa sentire come se fossi… un’insegnante. Sì, un’insegnante, e lui è un allievo molto… volenteroso ah ah ah. –

Ridono assieme e poi Arianna si confessa a sua volta.

– Invece per me è il contrario, e qui gli anni ci sono veramente ma… Carlos… mi sento come se fossi una bambinetta alla prima lezione, mi sento pronta a fare tutto quello che vuole. –

– E l’hai fatto no? Due insieme… ancora non riesco a crederci –

– Nemmeno io certe volte, e oggi sul motoscafo… se non fosse stato per papà… –

– Tesoro mio, questa vacanza sta superando ogni mia aspettativa, speriamo continui ah ah ah. –

Con un’ultima risata le due si salutano, Arianna torna nella sua cabina senza riuscire a prendere sonno. La sua mente torna al pompino sul motoscafo, le scene si accavallano con quelle della sera sull’isola insieme a Jacques. Si sente insoddisfatta, d’altronde quel pomeriggio a lei non è venuto nulla se non quel senso di eccitazione lasciata a metà che ora la pervade. Scivola con la mano sul suo corpo, la infila sotto le mutandine, si carezza lentamente immaginando che sia quella di Carlos, o di Jacques, una qualsiasi mano purché maschile. La voglia le cresce dentro, si sente sempre più inumidire, l’altra mano va con un dito a stuzzicare il forellino posteriore e quando un tocco più preciso le sfiora il clitoride geme mordendosi le labbra per non gridare e gode infilandosi le dita a fondo, in entrambi i buchini, inarcandosi sul letto nel piacere solitario.

Al mattino salpano per un’altra isola, ancorandosi nel pomeriggio in una caletta invitante. Messo in sicurezza lo yacht, scendono tutti quanti a terra per una grigliata.
Sul far della sera, intorno ad un fuoco acceso sulla sabbia, non vi è differenza tra loro, sembrano un gruppo di amici in vacanza tutti insieme. Ovviamente sono i marinai a pensare a tutte le incombenze ma, una volta davanti al fuoco, mangiano e bevono insieme agli altri in allegria col sottofondo lieve di una musica etnica proveniente dalla radio.
La birra la fa da padrona nei discorsi intorno al fuoco dopo aver mangiato. Jacques e Carlos raccontano di avventure in mari lontani, tutti ascoltano affascinati. E’ buio pesto, solo un quarto di luna spande una luce fioca sul mare piatto e senza vento. Natasha grida di colpo:

– Chi ha voglia di fare un bagno? –

E senza aspettare risposta si toglie gli abiti e, giunta sulla battigia, come ripensandoci, anche il costume che indossava sotto e si getta in acqua. Con una risata Arianna e Sibylle si guardano e poi corrono a raggiungerla. Gli uomini guardano incantati quelle tre sirene completamente nude che giocano nell’acqua bassa e tiepida e poi si tuffano nuotando pigramente. Mino scalpita, vorrebbe raggiungerle ma un’occhiata di Carlos gli fa capire che è meglio non farlo. Così restano tutti seduti sulla sabbia a rimirarle, sulla faccia di tutti, tranne Mino, un sorriso gaio vedendo tanta bellezza uscire dall’acqua offrendosi impudica ai loro occhi.

Mino, solerte, porge gli asciugamani alle tre ammirandone le forme, Alessandro aiuta Sibylle ad asciugarsi e poi tornano di nuovo intorno al fuoco per un’altra birra.
Al momento andare a dormire, Arianna manifesta il desiderio di farlo sulla spiaggia intorno al fuoco. Alessandro cerca di sconsigliarla ma alla fine cede ordinando agli altri uomini di restare con lei per sicurezza. Pregusta il momento in cui sarà solo con Sibylle e resta male quando vede Natasha salire sul barchino insieme a loro. Non sa che è stata Sibylle ad invitarla.
A terra, apprestandosi con delle coperte a passare la notte, i restanti parlano svogliatamente tra di loro.

– Devo fare pipì. Vado un po’ più in là –

Arianna si alza camminando lungo la spiaggia.

– Aspetta, vengo anche io, potrebbe essere pericoloso –

Carlos si alza e la segue, ed è proprio quello che Arianna sperava.

– Quei due non me la contano giusta –

Afferma Mino con un tono di invidia facendo ridere gli altri.

– Cazzo, speravo di poter avvicinare Natasha e invece mi tocca stare qui in compagnia di voialtri cazzoni. Non è giusto –

Ridono tutti. Conoscono Mino e la sua esuberanza.

– Tranquillo che arriverà il tuo momento –

Gli dice Bibi esponendo i suoi denti candidi.

– E a te non secca aspettare? Non vorresti essere in cabina con lei, o anche con una delle altre due se è per questo. –

– Ogni cosa ha il suo momento come ti ho detto, io mi limito ad aspettare il mio. –

Bibi risponde in maniera serafica, diversamente Jacques che indurisce il tono:

– Meglio che non fai pensieri sulle altre due. Non vorresti vedere Alessandro incazzato, e nemmeno me… –

Mino capisce l’antifona e mugugna qualcosa facendo ridere ancora i compagni.

– Beh, vado anche io a spandere acqua –

Jacques si alza e si dirige nella stessa direzione degli altri due e Mino non sa resistere dal parlare ancora.

– Ecco, ti pareva. Qui si divertono tutti tranne me. Chissà che faranno ora quei tre. Sapete che vi dico? Io vado a vedere –

Bibi e Ciro non provano nemmeno a dirgli qualcosa, restano a gustarsi il tepore del fuoco che va scemando e parlano tra di loro:

– Ciro, Mino è un bravo ragazzo ma non conosce la pazienza, non prendere esempio da lui. –

– Lo so Bibi, la penso come te… attendo il mio momento. D’altronde è arrivato quando nemmeno me lo aspettavo, no? –

I due ridacchiano e scivolano lentamente nel sonno.

Sulla sabbia, ad una certa distanza dal fuoco, Arianna si è fermata e, accosciata sulla battigia, fa i suoi bisogni usando poi l’acqua di mare per pulirsi. Carlos è a pochi metri, le volge rispettosamente le spalle. Quando sente la mano di lei sulla spalla, si gira e l’abbraccia cercandone le labbra. Un lungo bacio li unisce. Poi lei appoggia la testa sulla sua forte spalla:

– Carlos, perché mi attiri così tanto? Io… potresti essere mio padre –

Lui le carezza dolcemente una guancia, le gira la testa e la bacia ancora lievemente.

– Ma non lo sono e… non lo so perché Arianna, e anche tu mi attiri più di quanto pensassi. –

– E’ vero… non lo sei. –

Con un sospiro, adesso è lei a cercare le sue labbra, una mano che scende sul davanti dei pantaloncini per stuzzicarlo. Insieme si sdraiano sulla sabbia, si spogliano a vicenda continuando a baciarsi e carezzarsi fino a che il desiderio non li travolge e lei sale sopra di lui impalandosi. E’ così che li trova Jacques.
Arianna all’inizio sussulta spaventata, poi sorride riconoscendo la voce del capitano.

– Ci pensavo che… –

La frase resta a metà. In fretta si spoglia e porge l’uccello teso alle labbra di Arianna.

E’ una silhouette strana ed eccitante quella che vede Mino da una certa distanza. Sullo sfondo delle onde su cui si riflette pigra la luce fioca della luna, si stagliano le figure dei tre amanti. Mino si avvicina ancora confidando nel buio fino a che ne ha il coraggio, rimanendo a forse 20 metri dai tre, invisibile sullo sfondo della boscaglia. Vede Arianna succhiare Jacques mentre cavalca Carlos, sente i loro gemiti di piacere. Una parte di lui vorrebbe tuffarsi nel mezzo, l’altra gli rammenta le parole del capitano. “non è giusto” borbotta silenziosamente dentro di se “lui se la scopa ed io… “. L’eccitazione è troppa per lui: se lo tira fuori e, attento a non perdere un solo eccitante rumore dal trio, prende a masturbarsi lentamente.

Arianna è eccitata. Doveva veramente fare pipì dopo aver bevuto la birra ma si sarebbe alzata lo stesso. Illanguidita da alcool e calore del fuoco aveva iniziato a fantasticare di essere da sola con Carlos sentendosi palpitare la micina. Nel camminare sulla spiaggia aveva accentuato il movimento delle anche, incerta se la scarsa luce permettesse all’uomo che la seguiva di vederla, ansiosa di potersi liberare e poterlo abbracciare come poi era successo. Adesso l’intervento di Jacques, a cui non aveva pensato, la eccita ancora di più. Succhia con piacere il bel cazzo duro, felice di sentire l’uomo tendersi sotto la sua lingua, l’altro uccello che le manda brividi di piacere lungo la schiena. Le fantasie nella sua testa lasciano spazio ai ricordi, a poche sere prima, e le sale dentro la voglia di provare ancora quelle sensazioni.
Smette di spompinare Jacques e si china in avanti, le mani tese dietro ad aprirsi le natiche in una offerta silenziosa. L’uomo non vede bene, certo non vede il sorriso invitante di lei, ma vede abbastanza da capire e portarsi alle sue spalle. Si umetta le dita con la saliva, le passa sul forellino nascosto attento a non sfiorare il cazzo dell’amico che continua a muoversi dentro Arianna, poi spinge con un dito entrando facilmente nel piccolo ano.
Arianna si tende sentendo l’intrusione, blocca per un breve istante il movimento delle anche e poi lo riprende anelando quello che sa sta per arrivare. Le dita diventano due, la aprono, la preparano, e Arianna geme.

– Sì, mettimelo, mettimelo dentro –

Il sussurro eccitato arriva anche a Mino che intuisce quel che sta facendo Jacques nella sua nuova posizione.
Jacques non si fa pregare: toglie le dita, si bagna abbondantemente la mano e si lubrifica l’uccello teso allo spasimo, poi lo poggia sull’ano spingendo delicatamente. Il muscolo si apre alla pressione permettendogli di entrare lentamente sino a che tutta la cappella è dentro.

Un urletto roco di Arianna riempie la notte sentendosi aprire. Non le fa male, solo un po’ di fastidio che il fermarsi di Jacques attenua. Cerca di rilassarsi concentrandosi sui suoi muscoli e rincula facendo entrare pochi altri centimetri. L’urletto che le esce adesso è di soddisfazione, si sente piena, riempita dappertutto. Lubricamente immagina di avere davanti a se un terzo cazzo da succhiare per sentirsi occupata completamente. Potrebbe essere un’occasione per Mino ma questi sta godendo. Sentire l’urletto di piacere è stato troppo per lui. La mano che si muove veloce sull’asta accelera ancora e lui geme senza che i tre lo odano mentre sparge il proprio seme sulla sabbia lordandosi la mano.
Si accorge che l’uccello non ha perso nulla della propria rigidità, la voglia non è cessata, un orgasmo non gli è bastato. La mano, resa più scivolosa dallo sperma, si muove ancora sul suo pene mentre si riconcentra ancora sulla scena indistinta poco lontana.

Arianna adesso ha i due cazzi completamente dentro di se; si muove piano stretta tra i due corpi cercando di favorire la… le penetrazioni, e ancora una volta, come la prima, una luce accecante le invade il cervello, i suoi movimenti si fanno scomposti, le gambe le tremano e senza ritegno geme incitando i due a prenderla a scoparla come mai hanno fatto, a goderle dentro, a farla impazzire di piacere.
Il povero Mino sente le parole strozzate della ragazza, vede nell’ombra i movimenti di Jacques farsi più pressanti mentre la incula con forza cercando il proprio piacere, e questo gli basta per godere ancora quasi senza accorgersene, fiotti di seme che si perdono nell’aria ricadendo sulla sabbia senza rumore.
Carlos e Jacques se potessero si batterebbero il cinque. Per la seconda volta hanno stretto la figlia di Alessandro in un sandwich ripieno di godimento, ripetendo ancora senza costrizione quel che le avevano insegnato pochi giorni prima. Anzi è stata lei a cercarli, a volerli. Uno dopo l’altro godono dentro di lei mentre ha orgasmi a ripetizione e solo alla fine Jacques si stacca gettandosi di lato supino, cercando di riprendere fiato, stille di piacere che gli brillano davanti agli occhi unendosi allo sfondo meraviglioso delle stelle.

Mino si affretta a tornare al campo trovando gli altri due già nel sonno. Si distende fingendo di dormire anch’egli e assiste al rientro dei tre che si affrettano a mettersi sotto le coperte, ognuno da una parte, non prima che Arianna abbia dato un ultimo bacio ai due.
Stenta ad addormentarsi Mino, ancora eccitato e preda della frustrazione, meditando di rivalersi appena può.

Sulla barca, intanto che accadeva quanto ora descritto, Alessandro, Sibylle e Natasha si stavano facendo la doccia, le donne nelle loro cabine e lui in quella dell’equipaggio.

Risciacquandosi Alessandro era perplesso sulla presenza di Natasha a bordo. Aveva preventivato un incontro bollente con Sibylle in cui lasciarsi andare sapendo che nessuno era nei paraggi ad ascoltarli. Il pensiero di poter ripetere l’incontro a tre di qualche sera prima lo eccitava ma non era la stessa situazione. Allacciandosi l’accappatoio sopra un cazzo già arzillo per i pensieri osceni avuti sotto la doccia, Alessandro entrò nella sua cabina e… vi trovò Sibylle e Natasha nude, che si accarezzavano a vicenda figa e tette baciandosi.

– Ce ne hai messo di tempo –

Sibylle si rivolse all’uomo con un sorriso ironico, contenta di vedere già il bozzo all’altezza dell’inguine.

– Io… non pensavo –

– Sssshhhhh, l’altra sera &egrave stato tutto di fretta, adesso abbiamo tutto il tempo del mondo per noi –

Natasha sorride ad Alessandro, gli tende la mano felice della sua presenza. Non ha esitato un istante, quando Natasha le ha chiesto di tornare a bordo, sapendo che avrebbe presto fatto l’amore con la donna, e la presenza dell’uomo la considera ben accetta, un giusto complemento nella ricerca del piacere. Spontaneamente &egrave andata, nuda, nella loro cabina trovando l’amica già nuda e in attesa.
Fa accomodare l’uomo in mezzo scostandosi un poco, poi lo bacia ardentemente cercando con la mano il corpo di Sibylle, tirandola a se per coinvolgerla in un bacio a tre lingue che la eccita enormemente.
Senza aspettare le mosse dell’altra, si china sul ventre di Alessandro e, scostato l’accappatoio, imbocca il cazzo già duro con un sospiro di contentezza. Lo spompina a lungo sentendolo crescere nella sua bocca, udendo i rumori bagnati del bacio sopra la sua testa e con gioia cede l’uccello umido alla bocca di Sibylle scesa a darle man forte.
Per Alessandro &egrave incredibile vedere le due teste chine sopra di lui. Non &egrave la prima volta che ha condiviso il letto con due donne, ma &egrave la prima in cui le due si prodigano alternate a succhiarlo e leccarlo, come una squadra ben affiatata, portandolo alle vette dell’eccitazione.

Sentendo che continuando così ben presto godrà, scosta la testa di Sibylle guardandola interrogativamente, la bocca di Natasha che subito s’impadronisce ancora di lui. La donna annuisce e, con gentilezza, stacca Natasha dall’uccello teso per farla ribaltare sul letto e intrufolarsi tra le cosce spalancate.

– Aspetta, ho una cosa per lei –

Sibylle ferma Alessandro che già le si era accostato per penetrarla da dietro, allunga una mano sotto il cuscino e tira fuori un flacone di lubrificante e quello che lui subito riconosce essere un plug anale.
Nel vederlo, Natasha si allarma, intuisce pur senza conoscerlo cosa sia e si ritrae spaventata.

– No, quello no… –

– Lasciami fare tesoro, vedrai che ne ricaverai un piacere incredibile –

Poco convinta, Natasha si ristende supina e con ansia attende le mosse di Sibylle che, unto bene il plug, con un dito spande altro lubrificante sul piccolo ano contratto scendendo con la bocca a suggerle il clitoride.
Le sensazioni contrastanti mandano in confusione Natasha. Dietro sente la leggera pressione del dito, i muscoli che si allargano per farlo passare, davanti la linguetta di Sibylle le manda mille sensazioni direttamente al cervello. Quando altre dita le entrano davanti arcuandosi per carezzarla, la sensazione dietro svanisce e solo dopo un po’ si accorge che il dito &egrave entrato completamente e Sibylle lo gira allargando il muscolo. La lingua dell’amica vince ogni altra sensazione e quando Sibylle toglie il dito per sostituirlo con il plug, &egrave Natasha che si spinge in avanti cercando il contatto.
All’inizio la sensazione &egrave la stessa del dito: gentile, poco invasiva, quasi piacevole. Poi, aumentando il diametro, sente il muscolo tendersi, opporre spontaneamente resistenza, la paura torna a farsi viva.

– Rilassati piccola, manca poco, ti piacerà tantissimo –

Con uno sforzo di fiducia, Natasha cerca di rilassarsi. Spinge verso l’esterno e di colpo il plug &egrave dentro di lei, il muscolo che si chiude intorno al diametro fattosi più piccolo. Cerca scientemente di analizzare la situazione: sente la presenza ingombrante, una sensazione mai provata, appena appena fastidiosa e poi, quando Sibylle torna a leccarla, tutto scompare e tutto concorre a darle un piacere che sente partire dal ventre, salire lungo la schiena e sulla pelle fino ad esploderle nel cervello. Si scuote come impazzita urlando, spingendo il ventre verso la faccia di Sibylle, stringendole la testa tra le cosce contratte.

Alessandro non &egrave rimasto a guardare ma, come la sera nella boscaglia, si &egrave posto dietro Sibylle scopandola lentamente. Dall’alto guarda la bella schiena della sua donna che si flette sotto di lui, prosegue con lo sguardo verso la testa affondata tra le cosce aperte e più su, sul corpo della ragazza che si contorce nell’orgasmo. Si concentra per resistere, sa cosa l’attende e pregusta già di poter violare il culetto rotondo di Natasha.
Sibylle non ha di questi problemi, può lasciarsi andare. Le piace essere scopata mentre lecca l’amica portandola nuovamente sull’orlo dell’orgasmo. Incerta se Alessandro potrà avere un secondo round, si muove per sentirlo meglio e poi lo incita a scoparla più forte, godendo della penetrazione e del pensiero di ciò che sta per fare.
Natasha gode tantissimo; il primo orgasmo &egrave già un ricordo scacciato dalle nuove sensazioni che la lingua di Sibylle le regala. Quando la donna la fa girare di lato, senza smettere di usare lingua e dita su di lei, non si oppone e attende. Sente il materasso sprofondare per il peso di Alessandro che vi &egrave salito sopra dietro di lei, allunga la mano dietro cercando ed afferrandogli l’uccello, carezzandolo febbrilmente contenta di sentirlo durissimo.
Una parte della paura le &egrave rimasta ma un’altra parte di lei attende eccitata la nuova esperienza. Quando Sibylle le toglie il plug sente ancora la tensione del muscolo, cerca di rilassarsi nuovamente per permettere al cazzo duro, adesso toltole di mano dall’amica e guidato verso lo stretto buchino, dopo una veloce lubrificazione, di entrare e prenderne il posto.
Sibylle vede il piccolo ano contrarsi, palpitare. Con una mano gioca col clitoride della ragazza, con l’altra spinge la punta sul forellino, cerca di spingerlo dentro.

– Apriti Natasha, e tu sii gentile –

Natasha sente la voce provenire come da lontano; comprende cosa voglia e si porta una mano sulla natica aprendo e mostrandosi tutta. Il primo contatto &egrave lieve, piacevole, poi la tensione si fa sentire in una naturale voglia di opporsi. Così come era successo col plug. Si concentra e sente l’anello dilatarsi, accogliere il cazzo duro per alcuni centimetri e poi serrarsi ancora. Un piccolo dolore la blocca, la fa irrigidire e Sibylle interviene subito fermando Alessandro dal procedere e girandosi sulla ragazza per leccarla nuovamente.
Ancora la lingua fa miracoli facendo dimenticare a Natasha la presenza dell’invasore. Un minuto, ancora un poco, e i muscoli dell’ano si rilassano facendo entrare ancora di più il cazzo di Alessandro.
Il gioco procede ancora fino a che il pube di lui &egrave completamente appoggiato alla morbida carne di lei.

– OOOOHHHHHHH –

Il verso che Natasha emette &egrave liberatorio: esprime l’incertezza del sentirselo completamente dentro, la contentezza per esservi riuscita, l’aspettativa per quel che sa arriverà. Istintivamente spinge indietro il culo ed &egrave l’inizio di un lento movimento di Alessandro che esce per metà e poi rientra, un avanti e indietro pacato e costante, costellato dei gemiti della ragazza. Il dolorino &egrave dimenticato, nemmeno le dà fastidio, &egrave una sensazione come una marea montante che la invade unendosi ai brividi di piacere che le vengono dalla figa e dal clitoride stimolati da Sibylle. Ancora un minuto e il cazzo può scorrere liberamente, l’anello non più stretto consente il passaggio libero e Alessandro ne approfitta colpendo più forte, più veloce, eccitato dai mugolii sempre più frequenti di Natasha.

Quando la sente incitarlo, invitarlo con voce roca e parole triviali a fotterla, a incularla, a romperla tutta, fa forza sul fianco e si pone in ginocchio portando con se il corpo di lei, direttamente sopra quello di Sibylle che può più comodamente leccare e succhiare labbra e clitoride, ficcando dita e lingua nella vagina sempre più bagnata.
Gli ultimi istanti sono un parossismo di urla e gemiti di tutti e tre, Natasha, presa dal piacere, si tuffa avidamente tra le cosce spalancate dell’amica, ricambiando bacio per bacio, leccata per leccata, infilandole maliziosamente prima uno e poi due dita nel culetto aperto; Alessandro oramai colpisce senza criterio, affondando e ritraendosi, cercando di resistere per aumentare il piacere , e Sibylle, felice,, gode ancora grazie a lingua e dita della piccola inculata, subito seguita da questa e, alla fine, dopo una generosa e coraggiosa resistenza, da Alessandro che riempie l’intestino di Natasha col suo seme bollente proferendo parole irripetibili.

Il mattino, gli occupanti della spiaggia si svegliano al primo sole. Si alzano lamentandosi per l’umidità, poco abituati a dormire all’aperto. Il primo tepore li invoglia a tuffarsi nell’acqua tiepida rimandando a dopo una doccia sulla barca. Giocano a schizzarsi, nuotano, Arianna &egrave circondata dai cinque uomini che fanno a gara a farla ridere, a compiacerla. Il giovane corpo che si muove, coperto solo dai pochi centimetri del costume, stimola ricordi ad alcuni e desideri agli altri. Lei non ci pensa, &egrave felice, piena di gioia di vivere. Scherza indistintamente con tutti, riservando solo una lieve preferenza per i due uomini più maturi. Impercettibile per chi non fosse a conoscenza della notte precedente.
Rumorosamente tornano a bordo svegliando i tre occupanti. I marinai vanno a preparare la colazione, Jacques e Carlos si concedono una breve doccia come pure Arianna e si ritrovano tutti insieme a mangiare con appetito.

– Papà, che si fa ora? Dove andiamo? –

– Penso che andremo a XXXXXX, &egrave un po’ più distante di YYYYYY ma c’&egrave un porticciolo dove attraccare ed un ristorante che conosco. Ho voglia di una bistecca al sangue fatta come Dio vuole, non che voi cuciniate male ragazzi, scusatemi ma… lì &egrave un’altra cosa. –

Nessuno si offende e presto riprendono il mare, le donne ancora a crogiolarsi al sole e gli uomini ognuno ai suoi compiti.

Dopo pranzo, ormeggiati al porticciolo di XXXXXXX, sulla barca sono rimasti solo Natasha e Bibi. Gli altri sono scesi a terra per turismo o per rifornire la barca. Natasha ha preferito continuare a dormire. Il caldo afoso, poiché quando i motori sono fermi l’aria condizionata a bordo &egrave meno efficiente, la sveglia. Apre un oblò e sentire la brezza un po’ più fresca la invoglia a salire in costume sulla plancia. Lì trova Bibi che sta armeggiando col satellitare e lo saluta cordialmente sedendo nella poltrona di fianco a quella del comandante occupata dal nero.
Lo guarda per un po’ senza parlare, e lui di tanto in tanto si gira a guardarla e sorriderle con la sua dentatura perfetta.
Di colpo Natasha ritrova la parola: – Bibi, sai se c’è del caffè? –

– Sì, americano, se ti piace. L’espresso italiano occorre farlo con le cialde, oppure al bar del porto fanno un buon caffè turco. –

– No, mi accontento di quello americano. Ne vuoi anche tu? –

– Magari, ho ancora un po’ da fare per migliorare il segnale. –

– Ci penso io. –

Poco dopo, Natasha torna con due tazze fumanti e ne porge una al nero.

– Grazie, sei molto gentile –

– Figurati. Come mai parli così bene l’italiano? –

– Sono da parecchi anni in Italia, ho cominciato presto a navigare. –

– E ti piace? Intendo come vita, sempre in mare, mai un punto fisso. –

– Sì, a parte che passo parecchio tempo a Salerno, ma non sarei capace di fermarmi troppo a lungo in un unico posto. –

Cala di nuovo il silenzio, con Natasha che guarda le agili dita di lui muoversi sui tasti del computer di bordo. Per un istante immagina quelle mani su di lei e comincia a sentirsi calda.

Non era mai stata con un nero prima ma, pensa, questa è la crociera delle prime volte per lei. Ride tra se e se ricordandosi le aspettative che si era create e la realtà che le ha ampiamente superate.

– Perché sorridi? –

– Nulla, un pensiero buffo. –

– Su di me? Me ne faresti partecipe? –

– No… cioè… pensavo alle tue mani, se… –

Il tono di voce della ragazza dice a Bibi tutto quello che c’è da sapere. Con calma sposta la destra sulla coscia di lei, all’interno, e ve la lascia per qualche secondo aspettando una reazione. Quando questa viene si tratta solo di un respiro trattenuto, di uno sguardo fisso, del corpo di lei che esprime attesa. La mano sale lentamente sulla pelle, in una carezza lieve che mette i brividi alla ragazza. Tace ancora senza smettere di fissarlo negli occhi, su quella splendida dentatura. Le viene voglia di toccarla, di assaporarla con la lingua. Istintivamente si sporge in avanti e la mano scivola ancora più in alto, al limite del costume.

Bibi stringe appena la carne calda sotto il palmo, incerto se salire ancora prima o baciare quella bocca invitante a pochi centimetri dalla sua.

– Ehy, di bordo, c’è qualcuno sveglio? –

Il grido di Arianna li scuote. Bibi ritira in fretta la mano, Natasha si tira indietro con aria colpevole mentre Arianna, Alessandro e Sibylle salgono la passerella e li raggiungono.

– Allora? Tutto a posto? –

– Sì, ho sistemato il navigatore, adesso dovrebbe essere preciso nel raggio di un metro –

– Bene, ben fatto. –

Alessandro si informa sul lavoro svolto e poi si dirige verso la cucina seguito da Sibylle che si gira a guardare gli altri. Né a lei né ad Arianna è sfuggito l’atteggiamento di Natasha. Bibi pare tranquillo, innocente, solo lei ha un atteggiamento “strano”.

– Tutto a posto^? Hai dormito? –

Si informa la figlia di Alessandro guardando l’amica.

– Sì, ma mi sono svegliata per il caldo. Meglio qui dove tira un po’ d’aria. Bevevo un caffè e facevo compagnia a Bibi. –

– Excusatio non petita…. Ah ah ah, scherzo. Vado a farmi una doccia, ci vediamo poi –

Arianna non resiste dal prendere in giro l’amica, chiarendo subito appena le vede lo sguardo allarmato. Si ripromette di approfondire appena saranno sole. Poi guarda meglio Bibi avendo la conferma di avere davanti un maschio attraente ed atletico. Anche lei è attratta particolarmente dal suo sorriso splendente, il bianco candido dei denti è come un raggio di sole, quando appare sulla faccia già simpatica e virile di lui, che amplifica la naturale attrattività dei lineamenti.

Entro sera tornano anche gli altri marinai, carichi di provviste ed altro. Jacques ha sbrigato alcune pratiche burocratiche, Alessandro ha passato il tempo al satellitare per alcune questioni di lavoro. Dopo l’ennesima doccia post abbronzatura e la cena veloce, le due ragazze manifestano la voglia di andare per locali. Le loro vacanze, fino a quel momento, si erano limitate a sole, mare e sesso sfrenato. Molto piacevoli, soprattutto l’ultimo, ma la voglia di vedere facce nuove, di sentire della musica, le invoglia a chiedere ad Alessandro di poter andare nel villaggio. Lui, timoroso, propone di farle accompagnare da Mino e Carlos ma le due rifiutano allegramente e così, in abiti leggeri e svolazzanti alla lieve brezza marina, lasciano la barca su dei sandali assassini mostrando, di tanto in tanto, le loro belle gambe tornite ai fortunati spettatori occasionali.

E’ mezzanotte quando Alessandro, preoccupato nel non vederle tornare, si avventura alla ricerca insieme a Carlos. Con Bibi e Mino che fanno lo stesso in un’altra direzione.

Nulla, le due ragazze non si trovano. Le hanno viste al bar nella piccola piazza ma sono poi andate via. Preoccupatissimo, Alessandro torna verso la Sophie e proprio sul molo le vede, di fianco a Bibi, che stanno rientrando.

Natasha ed Arianna riferiscono di non essersi accorte del passare del tempo. Che sono state in un locale ad ascoltare musica e poi hanno seguito altri giovani sulla spiaggia per altra musica ed un bagno notturno. Lì le ha trovate Bibi riaccompagnandole a bordo.

Arrabbiato e sollevato allo stesso tempo, Alessandro manda tutti a dormire e rientra nella camera dove Sibylle già dorme beatamente.

Prende subito sonno, rilassandosi, non sa che le giovani hanno mentito e la verità è un’altra:

– Dove andiamo Ari? –

– Non lo so, girare per il borgo non mi tira, vediamo se c’è qualche posticino dove fanno musica. –

Non devono percorrere molta strada, il villaggio è minuscolo, abbarbicato sulle rocce a strapiombo sul mare, per arrivare nella piccola piazza centrale dove, da una specie di bar con un’insegna a loro incomprensibile, giunge il suono di una musica. Entrano in questo locale per scoprire che è minuscolo, in pratica una stanza con un bancone bar, ma che ha un’ampia terrazza dove giovani, locali e non, si muovono al ritmo delle hit internazionali del momento mescolate e musica greca remixata.

– Ecco, questo cercavo. –

Dice Arianna dirigendosi verso un piccolo tavolino rotondo in disparte, vicino ad un parapetto, miracolosamente libero. Si siedono, attendono che arrivi un ragazzo in jeans che porge loro una carta dove, per fortuna, le scritte sono anche in inglese. Ordinano due Rhum e coca e si guardano intorno. Molti occhi sono puntati su di loro, specialmente di giovani maschi soli. Ci sono forse 70 persone sulla terrazza, tutti giovani tranne una coppia sulla cinquantina, chiaramente tedesca a giudicare dagli immensi boccali di birra sul loro tavolo,

– Ehy, quello mi sta guardando –

Dice Natasha dando di gomito all’amica.

– Ci stanno guardando un po’ tutti veramente, sembra non abbiano mai visto due ragazze. –

In effetti le ragazze sono forse in rapporto 1/3 con i presenti. Ci sono soprattutto locali, giovani pescatori, lavoratori del porto, figli di, per i quali vedere due belle ragazze da sole è l’occasione cercata ogni estate, oltre a due o tre gruppi di turisti.

– No, no, quello mi sta proprio fissando. Accidenti, sta venendo qui. –

Davanti a loro si presenta un ragazzo di 24-25 anni, la pelle scurita dal sole, una corta capigliatura di riccioli neri. Jeans e una camicia bianca aperta su un petto glabro e muscoloso.

“Bello” pensano all’unisono le due fissandolo incantate. “un Dio greco” pensa Natasha subito dopo, “accidenti che figo” pensa l’amica. Il ragazzo si ferma davanti a loro.

Alto, dall’aria sicura, dice un qualcosa in greco e poi si siede. “un po’ cafone” pensa ancora Arianna ma già lui, in un inglese stentato, sta parlando con Natasha che fa di tutto per capirlo sporgendosi verso di lui e mostrando così, dall’ampia scollatura, che non indossa reggiseno. Il ragazzo recupera punti, nella classifica personale di Arianna, coinvolgendola nella conversazione che è comunque stentata. Bene o male si capiscono; abbastanza da accettare un altro drink, ridere con lui senza essere sicure di aver capito le sue parole. Quel ragazzo ha un fascino magnetico, e sa di averlo. Sorridendo sicuro di se, conduce prima Natasha e poi Arianna nel piccolo spazio dove altri giovani ballano. La sua preferenza è chiaramente per Natasha, che tocca spesso e volentieri, abbracciandola su una musica greca dal ritmo difficile da seguire, toccandole come per caso il sedere, facendola girare e mostrare le gambe abbronzate. Con Arianna è più compito, forse perché alla prima toccata di culo lei si è scostata guardandolo torva. Ad ogni modo, dopo una mezzoretta le due sono sedute accaldate e mezze ubriache grazie ad un terzo cocktail. In un piccolo intermezzo solitario, quando le due vanno al bagno, riescono a parlare.

– Alla fine l’hai trovato il tuo ragazzo greco –

Le dice Arianna in tono scherzoso. Natasha invece è più seria nonostante gli occhi brillanti ed il viso arrossato.

– Non lo so, è bono da paura ma… non mi convince. –

– Eppure ti ho visto baciarlo e non mi sembra che gli hai fermato le mani –

– No, mi attizza parecchio ma… non lo so, non mi sento di andare oltre. –

– Beh, non hai molto tempo per decidere, ricordati che dobbiamo tornare alla barca –

– Sì, lo so. Vedremo dai. –

Restano ancora un po’ con lui, ballano sentendosi la testa sempre più leggera mentre l’alcool prosegue il suo percorso nelle vene. Lui è gentile, forse troppo. Pur senza essere completamente partite, le due sentono i freni inibitori allentarsi e quando il greco si offre per riaccompagnarle accettano stringendolo in mezzo, senza protestare per le mani di lui che scivolano sui loro glutei sotto l’occhio invidioso di altri giovani presenti.

Camminano nelle stradine semibuie ridendo e appoggiandosi a lui, al centro tra le due. Quando vedono il porticciolo e mancano poche centinaia di metri per arrivare lui devia a sinistra verso la spiaggia e le due lo seguono senza porsi problemi. Camminano per un centinaio di metri sulla sabbia, vedendo nella poca luce due coppie intente a scambiarsi effusioni. I versi che odono fanno ridacchiare i tre predisponendoli, Poco dopo girano intorno ad uno sperone roccioso e lui le ferma. Abbracciati insieme, entrambe arrendono le labbra quando lui le bacia. Prima una e poi l’altra, giocando con la lingua, succhiando le labbra protese, i lobi delle orecchie, scivolando umide sui colli caldi. Nel momento in cui si apre i pantaloni e lo tira fuori le due scivolano insieme sulle ginocchia come fosse la cosa più naturale del mondo. Natasha è la prima a allungare la mano e stringerlo. Con una risatina lo porge verso l’amica:

– Ricordi? … Se è veramente figo lo devo dividere con te… –

La battuta fa riferimento ai discorsi tra le due prima della vacanza e fa ridacchiare anche Arianna che apre le labbra pronta a passare la lingua sulla punta.

Una mano di lui la ferma e lei resta sorpresa guardandolo tirar fuori dalla tasca una bustina, estrarre un profilattico e indossarlo sul pene eretto. Sospirando, Arianna apre ancora le labbra e ne prende in bocca la testa, assaggiandolo, succhiando brevemente prima di scivolare lungo l’asta per alcuni centimetri. Non le piace il sapore, anche se è uno di quelli aromatizzati alla frutta, ma comprende e ringrazia lo sconosciuto greco per la premura pur sapendo che non è premura per loro ma egoismo.

Lo pompa un poco prima di farsi indietro e lasciarlo all’amica in ansiosa attesa. Natasha non perde un istante per imboccarlo e succhiarlo a sua volta. In perfetta armonia, le due si dedicano al ragazzo che di tanto in tanto grugnisce qualcosa nella sua lingua. Arianna cede ancora il pene all’amica e la guarda mentre realizza che lui non vorrà limitarsi a quello. Si sente calda, la figa le si sta già bagnando ma non è sicura di volerlo fare. Vorrebbe chiedere all’amica ma in quell’istante decide il ragazzo per tutti. Si tira indietro, sottraendo il cazzo duro alla bocca di Natasha:

– Let’s fuck. –

Dice nel suo inglese gutturale. “Scopiamo”. E alza Natasha cercando di farla girare. Lei si divincola.

– No, aspetta, non mi va. –

Arianna sente l’amica negarsi e lui dire qualcos’altro con un tono di voce completamente diverso. Natasha ancora si muove, cerca di sottrarsi alla mano di lui che le stringe un braccio, e ancora lui dice, con voce dura:

– Let’s fuck –

– No, non voglio –

Risponde Natasha con tono altrettanto deciso, improvvisamente sobria e conscia che il ragazzo così gentile ora non c’è più ed ha lasciato il posto ad un uomo arrapato e prepotente.

Arianna cerca di aiutare l’amica a liberarsi. Riceve una spinta che la manda a sedere sulla sabbia e poi… poi un’ombra appare nel buio strappando Natasha dalla presa del greco e spingendo lui da parte. Questi reagisce lanciandosi contro l’ombra scura.

Alla poca luce della luna e del porto lì vicino, Arianna riconosce la figura di Bibi. I denti candidi che tanto le piacciono appaiono, ma adesso sembrano più le zanne di una fiera pronta a sbranare. La colluttazione dura pochissimo, il tempo per Bibi di alzare di peso il greco e scaraventarlo da parte, lasciandolo poi rialzarsi e correre via gridando qualcosa, probabilmente insulti a cui Bibi risponde nella stessa lingua con tono di sfida.

– State bene? –

La voce familiare di Bibi è un porto sicuro per le due ragazze, così come le sue braccia nelle quali si rifugiano spaventate abbracciandolo strettamente.

Quando si sono calmate, Bibi spiega loro che le stava cercando per conto di Alessandro, che si era separato da Mino per cercare meglio e che gli era venuta in mente questa piccola spiaggia che conosceva. Sincero, dice anche che era da un paio di minuti che le aveva trovate ma era intervenuto solo quando il ragazzo si era fatto troppo aggressivo.

Arrossendo nella notte le due, consce di essere state colte nel momento in cui, consenzienti, succhiavano a turno il cazzo di quel tipo, si scuotono di dosso la sabbia e, strette ancora intorno a Bibi, si incamminano verso il porto.

Manca poco al molo dove è ormeggiata la Sophie. Camminando abbracciate a Bibi, le due ragazze diventano presto consce del fisico prestante di lui. La paura è passata, non completamente l’eccitazione che le aveva prese prima che il greco diventasse violento.

E’ Natasha, la più sfacciata delle due, che prende l’iniziativa:

– Bibi, dobbiamo ringraziarti per averci salvate. –

– Di nulla ragazze, spero abbiate imparato che un uomo, quando arriva ad un certo punto, spesso non sa controllarsi… e voi due quel ragazzo l’avevate portato ben oltre il limite –

Ridacchia Bibi sentendo i corpi delle due giovani accostati al suo, le mani strette intorno alle braccia muscolose, mentre fa loro una paternale scherzosa.

– Quel verme… si poteva accontentare no? –

– Avevate scelto il tipo sbagliato. Comunque, non è successo niente. Io non direi nemmeno nulla ad Alessandro, inutile farlo preoccupare, ma se restiamo qui e volete scendere ancora a terra sarà meglio che vi accompagni qualcuno, anche se ne risentirà il vostro divertimento. –

Ridacchia ancora Bibi marcando la voce sull’allusione finale.

– Già, il “divertimento”… e se ti ringraziassimo “divertendoci”? –

Natasha si ferma guardandosi in giro. Arianna non crede alle proprie orecchie nel sentire l’amica fare una proposta tanto esplicita, eppure anche a lei non dispiacerebbe essere abbracciata da quel nero aitante. Il pensiero le fa palpitare la micina aspettando la risposta di Bibi. Questi, egualmente sorpreso, non riesce a rispondere perché Natasha, adocchiato un angolino buio di un edificio, spinge tutti quanti in quella direzione.

Sono forse tre metri di buio totale, dietro un angolo di un vecchio magazzino, dove la luce dei lampioni distanti non arriva. Bibi viene spinto contro il muro da Natasha le cui mani già sono sulla cintura dell’uomo.

– Aspetta, non è il caso… –

– Lasciami fare Bibi, lo vuoi anche tu, lo so che lo vuoi anche tu. –

Le mani della ragazza aprono i pantaloni dell’uomo, li fanno scivolare sulle gambe insieme agli slip. Il tatto è il solo senso che può usare per vedere se lui è pronto, e lo usa subito cercando e stringendo il membro di lui già diretto verso l’erezione.

– Però… mi piacerebbe vederlo ma adesso non c’è tempo –

Natasha massaggia il cazzo del nero fino a che non è soddisfatta della sua durezza, poi si gira voltandogli le spalle, si alza la corta gonnellina abbassandosi in fretta le mutandine e se lo guida all’ingresso della vulva già umida.

– Oooooohhhhhh, lo sento… Spingi Bibi, fottimi, fottimi forte. –

L’eccitazione di Natasha, bloccata dalla rudezza del ragazzo greco, si riaffaccia prepotente facendole spingere il bacino indietro, verso l’inguine dell’uomo, favorendone la penetrazione a fondo. Le mani dell’uomo sono sui suoi fianchi, li stringono per guidare il movimento che si fa sempre più veloce trasportando la ragazza verso il paradiso.

Geme forte Natasha, tanto che Arianna, eccitata dalla situazione venutasi improvvisamente a creare, si impaurisce e, a tentoni, cerca e trova la testa dell’amica, ponendole una mano sulla bocca a smorzare i versi sempre più alti che emette.

– AAAAHHHHHH, sto venendo, spingi Bibi, non fermarti .-

Natasha gode sentendosi molle sulle gambe, una scarica elettrica che le parte dall’inguine e le corre per la pelle fino alla testa che scuote nell’orgasmo.

Arianna è sempre più eccitata, la sua mano stenta a tenere chiusa la bocca di Natasha, sente che le labbra di lei si impadroniscono delle sue dita, le leccano, le succhiano, le coprono di saliva. E’ un’ulteriore scudisciata per i suoi sensi eccitati. Non appena sente il corpo dell’amica rilassarsi tira verso di se l’uomo facendolo staccare dall’altra. Non le importa se lui voleva godere, le preme solo di sentire la sua carne tenera aprirsi sotto la durezza di lui. Febbrilmente si scende le mutandine, si appoggia di faccia al muro, sporge il culetto in fuori e tira ancora l’uomo verso di se.

Bibi, strappato al caldo ricettacolo mentre era vicino al suo piacere, a tentoni individua la posizione della ragazza. Gli basta allungare le mani per sentire il corpo fremente di lei, seguirne i contorni, alzare la corta gonnellina ed entrare in lei di colpo, trovandola già bagnata e ricettiva. Stringe le mani sui fianchi e ricomincia a muoversi, sbattendo il corpo esile di lei contro il muro. Tocca ad Arianna gemere, in modo più sommesso dell’amica ma perfettamente udibile nel silenzio notturno. Non lo incita, non gli dice nulla, solo sporge il culetto indietro per sentirlo meglio, in un invito irresistibile che Bibi raccoglie muovendosi avanti e indietro con colpi cadenzati. Sta per godere Arianna, da sola si copre la bocca per non urlare e sente la sua mano scostata da quella morbida, femminile, di Natasha. Poi due labbra la sostituiscono,

l’asprezza del muro adesso è il morbido seno dell’amica, e Arianna mugola forte intrecciando la lingua con quella di lei, spingendo con ancora più forza indietro, il rumore dei corpi che si scontrano perfettamente udibile, la micina che palpita avvolgendo la carne dura che si muove veloce dentro di lei toccandole i punti più sensibili.

– Ragazze, sto per… –

Bibi è arrivato al limite, le contrazioni della vulva di Arianna intorno al cazzo teso vincono ogni sua resistenza. Si tira indietro per non goderle dentro, se lo prende in mano e sente, senza vedere, le labbra morbide di Natasha che gli si chiudono intorno alla punta.

Dopo che Arianna ha goduto, udendo l’avvertimento del nero, Natasha si inginocchia sul selciato umido cercando, sempre col solo ausilio del tatto, l’uccello pronto a sborrare. Lo trova e se ne impadronisce con la bocca, lo succhia con forza, la mano di lui che muovendosi le sbatte sulle labbra, e di colpo il seme caldo le invade la gola in dense ondate. Succhia fino a che non sente più gli schizzi, poi ingoia quel che lui le ha donato e passa la lingua sulla cappella in un’ultima intima carezza che fa rabbrividire l’uomo.

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