Skip to main content
Racconti Erotici EteroTradimento

L’occasione fa l’uomo ladro

By 15 Luglio 2020Luglio 20th, 2020No Comments

Iniziò per caso, con una naturalezza che non avrei mai potuto immaginare. Iniziò da quelle serata in cui la riportavo a casa dopo aver lasciato Sandra a casa. Usciva con noi perché Sandra non voleva lasciarla da sola in un momento così difficile per lei. Dopo anni di relazione, Lara fu lasciata dal ragazzo per un’altra con cui aveva più “intesa”.
Le prime serate non fu molto di compagnia: sempre taciturna, sempre con quella tristezza negli occhi che rovinava la sua bellezza. Una bellezza genuina, da ragazza acqua e sapone, che scoprii serata dopo serata. Col tempo si sciolse e divenne sempre più allegra. Si creò un bel rapporto fra di noi, c’era complicità, ma sempre nei limiti, entrambi rispettosi di Sandra.
Iniziammo a sentirci anche per telefono, ci mandavamo meme e foto su Instagram, oppure ci rispondevamo alle storie. Cose così, da nulla. Era bello passare il tempo insieme.
La scorsa estate Sandra scese in Sicilia a trovare i suoi nonni paterni insieme alla sua famiglia. Io non potei andare con lei perché lavoravo. Lara anche si trovava in città e decidemmo di vederci per un aperitivo.
Parlammo tanto. Mi raccontò di quello che provava ancora per il ragazzo, di come stava uscendo da questo momento brutto, di come era fortunata ad aver degli amici come me e Sandra. Mi raccontò anche di alcuni pretendenti e, onestamente, provai un po’ di gelosia nel sapere che era interessata a qualche ragazzo. Lei lo notò: “Se non fossi il ragazzo della mia migliore amica tu saresti la mia prima scelta, lo sai!” mi disse ridendo per prendermi in giro affettuosamente. Ci fu uno sguardo molto lungo fra di noi, poi mi misi a ridere per smorzare la tensione. In quel momento mi scattò qualcosa. Anzi, ci scattò qualcosa.
L’aperitivo si prolungò fino alla cena e la cena diventò una serata passata in qualche locale a bere. Fu un crescendo di contatti fisici, voluti e non: le mani sui fianchi di lei per seguirla in mezzo alla folla, risate che finivano con lei tra le mie braccia, i nostri corpi attaccati in fila per prendere i drink. Ci cercavamo senza nemmeno accorgecene. 
A fine serata, entrambi brilli, prendemmo un taxi insieme. Lei si accovacciò vicino a me, con le nostra mani intrecciate. Ad un semaforo ci guardammo fissi negli occhi. Lo volevamo entrambi. Quando la macchina ripartì lei riappoggiò la testa sulla mia spalla, dandomi un bacio sulla mano.
Scendemmo sotto casa dei suoi genitori. Appena il taxi se ne andò rimanemmo in silenzio davanti al suo portone. “Grazie per la bella serata!” mi disse a bassa voce. Ci abbracciammo, come se fosse la cosa più naturale del mondo, e rimanemmo così per qualche minuto. Fu difficile staccarsi, con le nostre labbra così vicine.
Ma lei si staccò, cercò le chiavi in borsa e aprì il portone. Mi salutò ancora con un sorriso magnifico ed entrò nell’androne. Io rimasi a guardarla mentre saliva la prima rampa di scale per andare verso l’ascensore. Scomparve così dalla mia vista.
Io mi misi a camminare verso casa mia, ma feci solo qualche passo. Tornai indietro e bussai piano con un dito sul vetro del portone. Pensai che fosse già salita in ascensore, invece sbucò dall’androne, sorrise e mi venne ad aprire. “Ma che fai?” mi chiese. La bacia senza dire nulla, fu un bel bacio, molto forte, in cui si scaricava tutta la tensione della serata passata a stuzzicarci. Mi staccai e lei subito dopo mi ribaciò. 
Fu come un vortice velocissimo, ci spostammo sotto la tromba delle scale continuando le nostre effusioni. Diventammo sempre più audaci, toccandoci tutte le zone dei nostri corpi che tanto avevamo desiderato. Le tirai su la gonne e le abbassai le mutande. Era bagnatissima, su facilissimo penetrarla con le dita e giocare con il suo clitoride. Gemette a bassa voce, cercando di baciarmi. Dopo qualche minuto fu lei a prendere in mano la situazione, si abbassò e mi sbottonò i pantaloni. Appena il mio membro usci dalle mutande me lo prese in mano facendomi una lenta sega. Mi guardò con aria soddisfatta, avrebbe potuto farmi venire solo con gli occhi.
“Da quanto lo desideravi?” mi chiese.
“Da troppo tempo” le risposi.
Sorrise. Tenendo gli occhi fissi sui miei iniziò ad aprire la bocca e fece entrare solo la punta del mio membro. Era fantastico, mi aveva in pugno. Fu uno dei pompini più belli della mia vita. Ma volevo di più.
La feci alzare e la voltai di spalle con la faccia contro il muro, sii appoggiò ad esso con le mani. Le alzai la gonna e mi inginocchia per leccarle la sua fessura. Gemette appena la mia lingua arrivò alle piccole labbra, le gambe le tremavano. Mi alzai in piedi, con il membro durissimo in mano. Lei si voltò e mi fece solo di con la testa. La penetrai lentamente, centimetro dopo centimetro, fino in fondo. Poi inizia ad aumentare il ritmo, sempre di più. Nell’androne si sentivano solo i nostri bassi ventri che impattavano e i gemiti sommessi di Lara.  Le misi una mano sulla bocca e mentre veniva mi morse il dito medio quasi da farmi male. Fu un orgasmo forte, sentii i suoi umori sul mio pene e sul mio pube.
Arrivai al limite e lei lo capì.”Ti prego, vienimi dentro…” mi disse, ancora goduriosa dell’orgasmo appena consumato. Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Sentii il mio pene estendersi completamente ed eiaculare.Fu molto imnteso, i muscolisi contrassero fino a quasi farmi male. Poi sentii la testa leggera, fu una sensazione magnifica. Mi accovaccia su di lei baciandole la schiena con il membro ancora dentro.
Ci vollero cinque minuti buoni per riprenderci. Ci salutammo con un bacio. La guardai salire in ascensore e me ne andai.

Leave a Reply