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Racconti Erotici Etero

Lucia e Tommy

By 21 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Lucia aprì la porta dell’appartamento: l’odore di chiuso, di alcol e di sigarette la colpì nelle narici come un pugno. Si fece forza ed entrò pensando: ‘Sarebbe stato meglio mettersi un paio di scarpe’, indossava dei sandali bassi e un vestitino con la gonna.
‘Tommy? Ci sei?’, chiese alla stanza vuota. Nessuna risposta.
‘Ci sei per forza’, mormorò tra sé.
Posò le borse della spesa e si avviò verso la camera da letto; erano le tre del pomeriggio, ma da lui ci si poteva aspettare di tutto. Aprì la porta, lì quel misto di odoracci era ancora più intenso. ‘Tommy?’, chiese di nuovo. E di nuovo nessuna risposta.
Aprì la finestra ed andò in cucina, sul tavolo e sul pavimento c’erano innumerevoli bottiglie di birra e di superalcolici vari, senza contare i mozziconi di sigaretta abbandonati ovunque, ma di Tommy neanche l’ombra. Aprì anche quella finestra mentre lo chiamava di nuovo.
Rimanevano il salotto ed il bagno, decise di iniziare dal primo: anche lì la scena era molto simile a quella della cucina.
‘Tommy?’, chiese con la voce un po’ più preoccupata. La sua voce si perse nel vuoto. Fece qualche passo avvicinandosi alla portafinestra che dava sul terrazzo e finalmente lo trovò: era disteso a pancia in su con le braccia e le gambe allargate, la barba di qualche giorno non curata e una bottiglia di Jack Daniels rotta a fianco a lui. Si assicurò che respirasse, poi aprì la porta finestra. Tentò di svegliarlo con qualche leggero schiaffo, l’uomo aprì a fatica gli occhi, ma sembrava non capire dove si trovasse.
Lucia, lo prese sotto alle ascelle e lo trascinò a fatica in bagno. ‘Perché ti devi ridurre in questi stati’, disse a Tommy che tanto non riusciva a capirla e che probabilmente non la sentiva affatto. Lo fece sedere con la schiena appoggiata al bordo della vasca da bagno, poi andò a prendere le borse della spesa che aveva lasciato nell’ingresso. Tornata in bagno lo trovò nella medesima posizione in cui lo aveva lasciato; gli sfilò la maglietta lurida: il petto di Tommy era smagrito, ma si vedeva che un tempo aveva avuto un fisico muscoloso.
Lucia gli slacciò la cintura e gli aprì i pantaloni corti, non aveva bisogno di togliergli le scarpe perché era già scalzo, gli levò anche i pantaloni. I boxer neri nascondevano le varie macchie che Lucia era sicura esserci. Tolse anche quelli. Avvertì immediatamente uno sgradevole odore di genitali non lavati da tempo.
Non era la prima volta che vedeva Tommy nudo, anzi quando era un’altra persona lo aveva visto anche spesso senza vestiti. ‘Ma erano altri tempi’, pensò fra sé Lucia malinconica.
Lo mise con molti sforzi nella vasca, lei era una ragazza minuta, poi aprì il rubinetto e prese il bagnoschiuma e la spugna che aveva comprato per Tommy.
Iniziò a lavarlo, mentre l’uomo, nonostante non aprisse gli occhi, pian piano iniziava a dare segni di vita. Gli insaponò per bene i capelli neri e ondulati, poi prese la spugna nuova e iniziò a passarla sul suo corpo: prima sul petto, poi sulle gambe e i piedi. Doveva lavargli anche il pene, lo sapeva. Si insaponò la mano ed iniziò a lavarlo. Tommy ebbe un fremito, socchiuse gli occhi e emise un grugnito sommesso.
‘Calmo che ti lavo solo’, gli disse Lucia sottovoce. Passò la mano a lungo anche sui testicoli e quando ebbe finito il pene di Tommy era eretto.
‘Non volevo”, disse Lucia togliendo le mani dalle parti intime di Tommy.
Improvvisamente l’uomo aprì i suoi occhi arrossati e assenti, senza dire niente tirò nella vasca su di sé Lucia. L’acqua schizzò dappertutto e la ragazza, colta alla sprovvista si ritrovò seduta su di lui dandogli le spalle e sentendo il pene eretto premere contro le sue mutandine inzuppate.
Lucia pensò: ‘Non mentire a te stessa’ sai che lo vuoi anche se ti farà male dopo”.
Si scostò le mutande e sentì scivolare il pene di Tommy dentro di lei, si lasciò sfuggire un gemito abbastanza forte. Si sentì invadere da un intenso piacere a cui non era più abituata ed iniziò a muoversi su di lui spruzzando acqua fuori dalla vasca.
Non si tolse il vestitino perché tanto ormai era fradicio, ma sentiva le mani apatiche di Tommy sui suoi fianchi.
Si muoveva su e giù con gli occhi chiusi, era da tanto che non faceva sesso e voleva godersi il momento senza pensare al dopo.
Raggiunse un primo orgasmo che la fece gemere forte, poi subito dopo un altro. Si rese conto che involontariamente stava aumentando il ritmo e si eccitò ancora di più.
Proprio mentre sentiva crescere dentro di lei un ennesimo forte orgasmo, Tommy liberò il suo sperma dentro di lei. Lucia non smise di muoversi, ancora più eccitata, ma sentì il corpo dell’uomo afflosciarsi sotto di lei. Anche il pene non ci mise molto a tornare molle.
Si alzò ed uscì dalla vasca, guardò Tommy che era di nuovo svenuto e gli disse, pur sapendo che non l’avrebbe sentita: ‘Sei uno stronzo anche quando non sei cosciente, ma non riesco a non amarti’.
Svuotò la vasca e gli buttò addosso un asciugamano bello grande, poi uscì di corsa da casa di Tommy con il vestito fradicio e le lacrime che le rigavano il volto.

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«Buongiorno amore», si sentì dire Lucia svegliandosi. Tommy la stava guardando con i suoi occhi neri e profondi mentre le accarezzava un capezzolo con un dito.
«Buongiorno», rispose la ragazza con la voce assonnata e un gran sorriso.
«Dormito bene?», chiese Tommy.
«Certo… quando ci sei tu a fianco a me, dormo sempre bene», rispose Lucia, avvertendo che le carezze sul capezzolo diventavano più audaci e piacevoli. Tommy le diede un leggero bacio sulle labbra. Erano entrambi nudi e Lucia sapeva che lui aveva il pene duro. Allungò una mano sotto alla coperta e lo trovò proprio come se lo aspettava.
«È bello sveglio anche lui…», disse con la voce che lasciava trasparire una lieve eccitazione.
«Si, sai che ha sempre voglia di un bel massaggio mattutino», rispose Tommy.
Lucia sorrise ed iniziò a masturbarlo lentamente: sentiva le vene lungo l’asta pulsare, il glande turgido ed il piacevole calore che emanava. Gli piaceva tantissimo quel pene, non esageratamente grande, ma molto ben fatto. Fra le gambe era già completamente bagnata.
Avvertì la mano del ragazzo accarezzarle la pancia, passare sull’ombelico con il piercing e pian piano scendere, allargò istintivamente le cosce e si lasciò sfuggire un gemito eccitato quando sentì il dito di Tommy accarezzarla delicatamente sul clitoride. Il ragazzo le sorrise e la baciò dolcemente, poi scese a baciarle il capezzolo turgido. Lucia inarcò la schiena offrendoglielo meglio. Con la mano lo masturbava più velocemente ora.
La bocca del ragazzo non arrestò la sua discesa, arrivò dove poco prima era stata la sua mano, baciò l’ombelico e pian piano arrivò fra le gambe, baciando le grandi labbra per poi farsi strada fino al clitoride. Leccava lentamente, mentre Lucia inarcava la schiena e gli stringeva i capelli neri. La ragazza sentì entrare un dito dentro di lei, chiuse gli occhi e si strinse un seno sodo con la mano. Raggiunse quasi subito un intenso orgasmo che la fece gemere forte, poi Tommy si mise su di lei e guidò il pene dentro la vagina resa ancora più sensibile dall’orgasmo appena provato. Lo sentì entrare tutto dentro di lei lentamente, mentre Tommy le baciava la sua terza di seno dolcemente. Il ragazzo iniziò a muoversi lentamente, con calma e Lucia lo cinse sulla schiena con le sue belle gambe. Tommy le stringeva eccitato le cosce. Lucia lo baciò con passione in bocca, avvertendo l’aroma della sua vagina, ma non gli dava fastidio. E poi aveva bisogno di baciare l’uomo che amava, non poteva farne a meno. Tommy ricambiò il bacio con la stessa intensità ed aumentando gradualmente il ritmo. Dopo un po’ Lucia si staccò dal bacio per gemere forte un altro orgasmo. Tommy la guardava: gli piaceva il viso bellissimo della sua ragazza, soprattutto quando era arrossato dal piacere e dall’eccitazione. La baciò di nuovo e aumentò ancora i suoi movimenti, liberando dopo poco il suo sperma dentro di lei. Lucia raggiunse…

Si svegliò di soprassalto. La sveglia suonava impaziente di essere staccata.
“Era solo un sogno… era bello quando mi svegliava davvero così”. Aveva il fiatone e si rese conto che fra le gambe era un lago.
Cercò di calmarsi un po’, poi si alzò ed andò in bagno mentre pensava: “Non sarei dovuta andare da lui dopo così tanto tempo. Lo devo dimenticare…”.
Decise di farsi una bella doccia prima di andare a lavorare, faceva la commessa in un negozio di profumi, poi fece colazione ed uscì di casa.
“Sarà una lunga giornata…”, pensò.

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