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Lui onora e rispetta i patti

By 24 Maggio 2023No Comments

“Ti prenderò dappertutto, in ogni luogo, sei pronta?”. Lei lo stava bramando, stava pazientando da diverse settimane, adesso contava e pesava solamente quelle ore. Adele sistemò il cellulare nella borsa di pelle nera, s’alzò dalla sedia con aria disinteressata e neutrale, senza alcuna smorfia sul viso lasciò la sala di quella riunione. Riprese il telefono e camminando su e giù per il corridoio pigiava bruscamente e con preoccupazione di continuo i tasti.

“Non voglio e non desidero altro che questo, per il tutto il tempo che vorrai. In tutti i modi che tu vorrai” – fu la sua accentuata e spiccata risposta.

Adele sentì la sua conchiglia gonfia e umida sotto i pantaloni larghi e morbidi di seta, dal momento che i capezzoli diventarono duri come nocciole, eretti sotto quella camicia bianca di seta anch’essa. Lei lo attendeva e già quest’attesa e questa speranza erano diventate parte del suo incontro. Lei degustava, divagava e fantasticava in continuazione, cosicché a quel punto rientrò nella stanza e osservò un grande tavolo di legno scuro, largo quasi quanto è lungo un tavolo da tennis. Certo, di partite se ne giocavano tante in quella stanza, ma a volte era meglio osservare e mantenere adeguatamente la distanza di sicurezza.

Adele chiuse la porta dietro di sé e riprese il suo posto in mezzo a quegli uomini che discutevano vivacemente, di cose e di faccende che apparivano e sembravano essere più della loro vita, della loro stessa anima. Dieci uomini con almeno dieci anni più di lei, appariva quello più giovane. Uno con gli occhi piccoli e la bocca stretta come una cerniera, l’altro con il volto smorzato e spento dalle numerose sigarette che accendeva con nervosismo e tensione, una dietro l’altra. L’altro accanto a lei, viceversa, con le mani raggrinzite e le unghie d’un colore bianco da far impallidire un fantasma. Per Adele sembrarono tutti per la prima volta degli sconosciuti, per il fatto che lei li vedeva quasi tutti i giorni, per questi motivi le sembrarono tutti uomini privi di vita, defraudati e svuotati da una grigia, impersonale e scialba quotidianità.

“Senz’altro, perché l’aspetto più interessante e notevole dell’investimento, saranno i contatti che potremo crearci e cercare d’impiantare in quell’area geografica. Le ricompense e i ritorni economici, non sono certo allettanti né lusinganti” – commentò e giudicò Adele proseguendo il discorso con un tono alquanto secco e indolente.

Lei era calma, distesa e serena fuori, un vulcano inarrestabile, incontenibile e irruento dentro, in questo modo lei si sentiva. Un brivido, un fremito sulla coscia: un nuovo messaggio in arrivo, ancora lui. Il cuore le balzò in gola, lei era un’abile e consumata maestra nel fingere calma e impassibilità, pertanto continuò il suo ragionamento:

“La posizione degli impresari locali poi, presenta nondimeno un gran numero di problematiche e di questioni che dovremo affrontare e contrastare” – proseguì, leggendo alcuni fogli bianchi macchiati d’inchiostro.

Lui l’avrebbe trovata intensamente attraente e vivamente provocante con quegli occhiali blu rettangolari e stretti, con quelle labbra semplicemente rese lucide da un colore rosa chiaro brillante. Adele parlava, mentre sentiva le sue mani che le sfioravano le sue rotondità posteriori, fasciate da quel pantalone che aderiva proprio lì, dove le curve si ripiegavano come un morbido cuore.

“Inoltre, badate bene, ci saranno dilemmi e parecchi dubbi sul cambio della valuta estera con cui verremo pagati” – continuava Adele, guardando diritto negli occhi inizialmente un interlocutore, in seguito un altro, secondo chi a suo parere era la persona più adeguata e consona in quel preciso momento, sì, ma quale momento? Il ghiaccio che mostrava fuori oppure la lava incandescente che le colava dentro?

Lei era impaziente e insofferente dalla voglia di leggere quel messaggio, dato che il nervosismo e la smania sussultava balzando tra le sue gambe. Domani, in una stanza, lui le avrebbe alzato la gonna, le sue mani decise e prepotenti l’avrebbero esplorata e frugata lì nel pozzo oscuro e profondo dei suoi desideri più intimi, e il suo potere desideroso, duro e ostinato di lei non avrebbe aspettato troppo per possederla. Prima là davanti, poi rapidamente anche lì nel didietro, mentre lei piegata sul letto o su un tavolo, se no dovunque fosse stato possibile, si sarebbe donata a lui in quel modo, perché quella era la circostanza che lui rivendicava e lo attraeva più di tutto. Adesso però c’erano esigenze, richieste, ancora bisogni e pretese da favorire e da soddisfare. Quegli uomini non volevano giammai smettere quella mattina e proseguirono ancora fino al primo pomeriggio, dal momento che le sembrarono inesauribili e intollerabili tutte quelle domande che seguirono al suo intervento.

Il cellulare vibrava ancora di tanto in tanto nella sua tasca, giacché tutto questo l’ammoniva esortandola e richiamandola a desideri proibiti, auspici da caldeggiare, desideri e smanie da eseguire, da compiere sennonché al più presto. Lei lo avrebbe atteso apparire davanti alla porta d’un albergo, d’una casa o d’una villa, dato che non sapeva e non aveva ben chiaro precisamente dove. Non gli avrebbe detto né manifestato nulla, lo avrebbe soltanto accolto e ospitato nella sua bocca, intensamente, assaporandolo tutto con passione come una ciliegia rossa succosa e piena di sapore. Una vera sorpresa per lui, in quanto lo avrebbe sbalordito e stupefatto in tal modo, perché al presente mancavano meno di sedici ore:

“Ti voglio vestita di rosso e nient’altro di sotto. Ti voglio in questo modo”.

“Riposa bene, perché domani sarai mia per tutta la notte, visto che ho comprato qualcosa per te, anzi per noi”.

Adele li lesse tutti, finalmente. La sua voglia s’ampliava e cresceva ancora, sempre di più, giacché adesso non sopportava più neanche lo sfioramento dei capezzoli sulla camicia, per il fatto che effettivamente erano le mani di lui che l’accarezzavano. Lei non sopportava né tollerava più il pantalone tra le sue intimità: era la lingua calda e dritta di lui che la leccava, non reggeva più il perizoma, perché quella era la verga dura di lui che l’invadeva, la violava. Mancavano quindici ore, lui sarebbe sceso dal suo aereo, lei avrebbe saputo dove attenderlo, lei avrebbe indossato il suo vestito rosso e nient’altro. Adele entrò in profumeria: un solo acquisto, il suo profumo preferito, l’unico che lui vuole odorare e sentire sulla sua pelle. Nove ore. A casa la sera, Adele cena davanti al televisore, il cellulare continua a vibrare all’arrivo dei suoi messaggi e il suo desiderio la fa delirare e vaneggiare sempre di più. Lui sa che l’attesa è già il suo piacere, è già il loro incontro. Lui sa che da sola nel suo grande letto avvolta nelle preziose lenzuola di seta, lei si rallegrerà e godrà già di lui, vivendo l’indomani, attendendolo e accudendolo come una donna anela smaniando per il suo uomo. Due ore, adesso i raggi del primo sole del mattino filtrano tra le fessure della persiana e compare un messaggio:

“Altre ventiquattro ore, amore. Attendimi ancora altre ventiquattro ore, vedrai che saprò farmi perdonare, promesso. Te lo assicuro, stanne certa”.

Lei guardò lo schermo, quel desiderio le sembrò intemperante, eccessivo e smisurato, nondimeno pure fragile, illogico e intollerabile.

Una ragione tuttavia è certa e in ugual modo chiara e indubbia: lui difende, mantiene e rispetta ogni volta gli accordi, le promesse e le rispondenze, Coraggio, dai, ancora soltanto un giorno.

{Idraulico anno 1999}

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