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L’unico modo per spostarsi è il taxi.

By 4 Aprile 2020Aprile 9th, 2020No Comments

Son tempi duri. Tutti a casa.

La troietta che solitamente mi tiene compania è rinchiusa a farsi leccare la fichetta da un 50enne che si é sposata per denaro. Ora che è a casa deve ripagare tutti gli sfizi che solitamente gli concede il vecchio. Mi scrive che non lo sopporta più e che anche se sta migliorando non riesce a scoparla come si deve, non la fa sentire donna, non la fa sentire voluta, desiderata, troia. Gli manca che la maltratto mentre la scopo di nascosto tanto che tra un discorso e l’altro mi ricorda vecchie avventure, come quella volta che sono andato a trovarla allo stabilimento balnerare sulla riviera ligure e l’ho scopata nella cabina mentre lui la cercava, lo sentivamo passare fuori dalla porta, mentre lei succhiava il mio cazzo. Si divertiva così. 

Per quel che mi riguarda, gli ricordo che comunque è fortunata e non gli manca nulla. Prendi me, io sono a lavoro. Sto ore ad aspettare che un cliente posi il suo deretano su sto merda di taxi, e di solito son vecchie imparanoiate che tornano dalla spesa o spacciatori che usano il taxi per non farsi fermare dagli omini blu e ancora se va meglio, quando son fortunato gente che lavora che ha fretta e ti chiede le cose piu assurde.. 

Dopo aver messaggiato un po’ con la mia amica guardo l’ora, accidenti penso che son 2 ore che son fermo senza guadagnare nulla e finalmente suona il radiotaxi. Bip bip bip bip bip bip..

“4min. VIA R……. T…… 34 – SIG. RA BEATRICE”

Accendo svogliatamente la macchina e mi sposto verso l’indirizzo della chiamata. Le strade son vuote, non c’è anima viva in giro. Che merda di situazione è il pensiero che mi ronza in testa fino a che non arrivo dal portone. Ho fatto presto e la cliente deve ancora scendere. Scendo dalla macchina e mi accendo una sigaretta guardandomi intorno. Ero talmente preso dai pensieri che non l’ho sentita uscire e mi sento chiamare da dietro le spalle. 

-Si si, sono io il tassista, prego.. Dico senza far troppo caso a chi dovevo portare, vedo che ha due valigie e ringrazio il signore sperando che debba andar lontano. Carico tutto nel bagagliaio, saliamo in auto e partiamo. 

Ovviamente non è come speravo, la strada da fare non è molta ma in compenso chi porto non è la solita vecchietta, anzi. Ora che la guardo un po’ meglio noto che avrà sui 30anni, carina e curata, ma sopratutto noto che ha voglia di parlare, non sta zitta un secondo! Mi racconta un milione di cose sue, non so il perché, ma in taxi vi sentite tutte libere di raccontare i fatti vostri, come se fosse un confessionale? Comunque capisco il perché delle valigie. Ha rotto con il suo compagno, la quarantena e lo star vicini cosi tanto le ha fatto capire che non è quello che lei cerca. Mi racconta che sembrava un vegetale, letto colazione playstation birra computer film. Sempre accozzato sul divano e di star insieme poca voglia, scherzando mi chiede se noi maschietti siamo tutti così e ovviamente gli dico di no e che se potessi starmene a casa sarebbero ben altre le cose che vorrei fare. Fatto sta che tra battute e doppi sensi siamo arrivati a destinazione e questa corsa si è rivelata la migliore da qualche tempo, almeno per la simpatia di questa ragazza. 

Scarico le valigie dal bagagliaio e mi paga. Accidenti non ho il resto da dargli mi son dimenticato di cambiare i tagli piccoli, che palle! Cerco tra le monete ma nulla, sorridendo mi dice che non è un problema, domani deve portare altre cose li a casa dai suoi e se l’accompagno di nuovo le fa piacere. Non ho alternative, accetto e ci diamo appuntamento per l’indomani. 

Appena prima di salire in auto sento la sua voce rivolta a me che dice. 

-Però domani me lo dai. 

Mi giro e facendo finta di chiudere la macchina gli dico che per me si può fare anche subito. 

Ride di nuovo, e mi mostra i 30 euro che ha ancora in mano per sottolineare che si riferiva ai soldi, allargo le braccia in segno di disdetta e risalgo in auto. Ride. 

Nelle ore successive penso spesso se quella frase fosse stata voluta oppure era un caso, in fondo era anche carina, insomma non era vestita da sera, non era in tiro sicuramente, ma non serviva.. Si capiva che era una bella cerbiattina sotto a quel tutone.. 

L’indomani mi faccio trovare sotto il portone puntuale, arriva con due borsoni e mi dice che deve prendere ancora qualcosa e se posso aspettare. Le ripeto che non c è problema e di andar a prendere quello che deve. Non posso far a meno di notare che oggi è molto più curata, i pantaloni attillati lasciano poco spazio all’immaginazione, i tacchi la fanno sembrare più slanciata, oggi sembra un fiore sbocciato. 

Qualche minuto ed ecco che arriva, è accompagnata da lui che porta uno scatolone faccio finta di nulla e sento che lo rassicura con frasi del tipo.. sai questa è solo una prova.. Sei il mio cucciolo.. Etc etc..

Saliamo e partiamo ma la prima cosa che dice è. 

-Finalmente! È da ieri che piagnucola.. 

Rido, non posso farne a meno.. Soliti discorsi durante il viaggio mi racconta qualcosina di lei, si chiama Francesca, ha 29 anni, convivevano insieme da 7 mesi, fidanzati da poco piu di un anno, lei lavora in una gioielleria in centro, lui in ufficio. Bla bla bla… 

Nel mentre io mi faccio scappare qualche lode, gia era palesemente carina ieri, ma oggi.. 

Arriviamo dal portone e mi chiede se posso riaspettarla un minuto che portiamo un borsone e la scatola nel box ma deve prendere le chiavi in casa di suo padre. 

Velocissima, risale e mi indica dove passare. Dopo una rampa in discesa ne facciamo un altra e ci troviamo in un lungo corridoio con tutte le serrande chiuse.

-Fino in fondo, il mio è l’ultimo sulla sinistra. 

Fermo l’auto e scendo per scaricare il borsone e lo scatolone. Intanto lei apre la serranda, mi fermo a guardarla. È chinata a novanta che armeggia con le chiavi, ha le gambe leggermente aperte e vedo chiaramente le sue forme, tutte. Se ne rende conto che la sto fissando e che quella è una posa che lo farebbe rizzare anche ad un prete quindi si accuccia velocemente imbarazzata per il mio sguardo fisso sul suo corpo, ma sorride. Finalmente apre la serranda accende la luce e capisco che papà sa il fatto suo. Nel box c’è una moto d’epoca uno scooter, il bancone da officina e un piccolo divano. Lei prende una scaletta a tre gradini e comincia a far spazio su un ripiano dello scaffale, ma prima si leva la giacchetta, sotto indossa una magliettina che quando alza le braccia dalla mia posizione mi lascia intravedere il reggiseno in pizzo nero che avvolge quelle sode meraviglie. Mi offro per sistemare lo scatolone nel ripiano in alto dello scaffale. 

Nel box c è la macchina del caffè e gli dico che me ne son meritato uno, ridendo annuisce. Ma deve trovare le cialde. 

Si china nuovamente per cercarle e non resisto. Prima ero lontano, adesso che è così vicino la mia mano senza nemmeno accorgermi di quel che sto facendo accarezza quel culetto sodo e scivola fin sopra la fichetta. Si tira su di scatto e con aria maliziosa mi dice che pensava fossi un brav’uomo.

-Sbagli. Le dico mentre chiudo la serranda dall’interno e l’auto con il telecomando. Mi levo la giacca mentre mi guarda sorridendo appoggiata al bancone. Un attimo ed è seduta affianco alla macchina del caffè. Le lingue si intrecciano, ho voglia di scopare ed anche lei lo vuole. Le sfilo la maglia, ha le braccia in alto quando posso finalmente ammirare le sue tette, voglio liberarle, voglio leccarle, devo succhiare da quei capezzoli che vedo diventar sempre piu duri.. 

Le slaccio anche il reggiseno mentre lei mi toglie il maglioncino e la camicia, finalmente posso tuffarmici, le stringo forte il capezzolo destro mentre il sinistro è stuzzicato dalla mia lingua, quanto son sode penso mentre le sue mani mi tengono la testa. 

L’afferro il bordo del pantalone e tiro per liberare quello che più mi interessa, lei solleva prima un lato e poi l’altro, ha fretta di mostrarsi. Le lascio il pantalone ad altezza ginocchia mentre indietreggia con la schiena e le mie mani son già a solleticarle il clitoride, è rasata da poco, liscia, perfetta e profuma. Questa troietta mentre salutava il suo compagno sapeva già che probabilmente la mia lingua sarebbe finita sul suo sesso. E così sia.. Mi chino un poco, le alzo le gambe e mi infilo tra i pantaloni abbassati e la sua carne, le succhio forte quel clitoride che si sta gonfiando, lecco con cura e piccoli colpetti che vanno ad aumentare di intensità, fino a che è chiaro che si sta abbandonando totalmente al piacere, cola di umori e le mie grosse dita che tenevano allargate le labbra ora scivolano dentro di lei, fino in fondo, ha un sussulto e mi implora di non smettere che è bellissimo, ti pregoo..

Come gode bene penso mentre questa troietta si dimena ansimando. 

Ovviamente voglio prepararla per bene quindi continuo nel mio lavoro, ho la bocca piena del suo sapore, della sia voglia. Lei trema mentre la mie dita tese scorrono adesso senza dolcezza tra le pareti umide e calde della sua fichetta. Geme, tappandosi la bocca. Ne ho abbastanza di leccarla. La prendo di peso e la sposto a quattro zampe sul divano.

Sei una bella cagnetta Francesca..

Annuisce mentre le levo i pantaloni, e mi risponde che ancora non ho visto nulla..

Che strafottente! ora son piu libero di lavorare, mi tuffo in mezzo a quel culetto, lecco intorno al buco della fichetta raccogliendo i suoi umori e scorro fino al culetto. Li no! esclama. Rispondo che spetta a me decidere siccome faceva la furbetta due minuti fa… E cosi infilo nuovamente con decisione le dita nella sua fichetta, scorrono veloci, lei geme nuovamente ed ora comincio con la lingua a massaggiare l’ano, farfuglia qualcosa che non mi interessa, una sua mano mi tocca come per spostarmi, allora le afferro un capezzolo e stringo più forte che posso. Capisce che ora decido io cosa si può fare o meno. È il mio pollice ora che le massaggia l’ano, si sta rilassando ma io sto esplodendo. Mi fermo un attimo, e mi porto davanti al suo viso.

-Troietta ti sbrighi o vuoi un manuale? È l’unica frase che mi viene da dire. Mi slaccia la cintura frettolosamente e la vedo impacciata mentre cerca di obbedire, non è abituata ad essere comandata. Apre i pantaloni e rapidamente mi tira fuori il cazzo dai boxer. Cristo santo! Le vene gonfie pulsavano sangue e il glande era teso, lucido e viola da quanto era duro il mio membro. Comincia a segarmi e le do uno schiaffo amorevole sul volto. Non hai capito tesoro. L’afferro per la coda bionda e la tiro indietro in modo che possa guardarmi in faccia.

-Me lo devi succhiare, voglio sentirti senza fiato.

Hai voluto far la troietta? Eh? Ora comportati a modo allora..

Le dico mentre la colpisco sulle guance con il cazzo e le porto la bocca sui testicoli.

-Succhia.

Annuisce con la testa, mi lecca e succhia le palle la sua lingua sta insalivando tutta la mia asta, sulla corona si sofferma un poco, brava. Poi finalmente si decide a succhiarmi, sento le sue labbra avvolgere alla perfezione tutta la circonferenza del mio membro, sento il calore della sua bocca, la lingua che scorre, mi piace la bocca delle donne, mi piace quando lo sanno fare bene ma anche lei non è perfetta, non arriva fino in fondo, non si sofferma. Così l’aiuto io, le poso una mano dietro la nuca e la tiro a me. La forzo un poco e quando vedo che protesta la tengo ancora. Pochi secondi per ribadire che si fa quel che dico io, capisce e riproviamo. Un paio di volte ed ora va meglio, la tengo sempre fino a che quasi soffoca con il membro piantato in gola, ha gli occhi lucidi per lo sforzo, le dico che è brava ma che deve continuare. Mentre si impegna a fare il suo lavoro da troietta sottomessa allungo nuovamente una mano su quel buchetto del culo che da quanto ho capito deve essere ancora verginello e le infilo un poco di dito senza tante storie. Farfuglia qualcosa e si dimena un poco, allora le spingo piu a fondo il cazzo in gola e faccio entrare completamente il medio nel culetto. Piu si dimena e piú cerco di andare a fondo, Credo di aver sentito un “NO” ma con la bocca occupata e senza fiato non ci mette molto a rassegnarsi.

Le sfilo il membro dalla bocca, ha le lacrime agli occhi, forse l’ho tenuta troppo a fondo. Le prendo il viso e la bacio sulle labbra, la sua lingua cerca la mia, i suoi occhi cercano il mio consenso e capisco che allora le piace essere sottomessa. La giro un poco, le mani sul muro, la schiena inarcata e tutti i suoi buchini stretti davanti alla mia faccia, le lecco nuovamente la fichetta che trovo grondante di sapori e scorro fino alla schiena e salgo fino al collo.

-Ora godiamo insieme.. Lo vuoi troietta? Le dico mentre il mio cazzo è posato a contatto della sua fichetta.

-Si dammelo.

-Te lo do se hai capito chi sei. Chi sei?

-La tua troia, sono la tua troia, ti prego…

-Brava ragazza.

Le afferro i capelli, inarcando ancor di più la schiena, la sua fichetta pulsante di desiderio é pronta ad accogliere tutto il mio membro, lo punto e scivola al suo interno, sento tutti i muscoli che si contraggono mentre faccio scorrere veloce la mia carne dentro la sua, ansima e si tappa la bocca per non urlare, le afferro un seno e lo stringo forte, lei mette la mano sulla mia, mi implora di non smettere che sta godendo, ci sono quasi mi dice mentre la sento tremare e muoversi meno ritmicamente, le do uno schiaffo sul culo con forza, concentrati cazzo! Mentre sta ricevendo l’orgasmo il mio pollice le massaggia il buco del culetto, trema ancora per l’orgasmo quando capisce che ora voglio violare la sua verginità anale. Mi guarda in volto, ha la pelle rosso fuoco ed è chiaramente un poco spaventata ma vuole concedersi, si lascia andare. Sputo su quel buchetto, il pollice che lo massaggiava ora lo sta allargando, lo prepara. Ci appoggio la cappella e mi accorgo che è ancora stretto, gli farà male. Le sorrido e le dico di non urlare e rilassarsi.. Spingo e comincio a farmi strada, devo sforzare per farci entrare il glande, lei non mi aiuta, le fa male, avanza quando spingo, così la prendo per i fianchi e la tiro a me, un poco alla volta mi son fatto spazio mentre lei soffocava il dolore, con una mano mi teneva a distanza il bacino cosi le ho afferrato i polsi per tirarla a me, la testa posata sullo schienale del divano copriva i rantolii di dolore. Dolore che poi, con il tempo di abituarsi ha cominciato a lasciar spazio al piacere, ora scorro bene dentro il suo culetto, le strizzo il seno, mugula di piacere e mi ripete che è la mia troia. Sfilo la cappella da quell’orifizio e lo vedo bello aperto che lentamente si richiude. Ora voglio guardarla mentre gode di questa nuova esperienza quindi la giro e la sposto con il bacino sul bracciolo del divano a pancia in su. Le dico ti tenersi le gambe che non abbiamo mica finito. Fa un cenno con la testa ed eccola in posizione, la luce soffusa del bancone da lavoro riflette sui corpi sudati, le colpisco le labbra della fichetta con il mio membro, ad ogni colpo un piccolo sobbalzo, mi chino e le bacio il clitoride per poi riprendere da dove avevo lasciato.

-Voglio guardarti negli occhi puttanella.

Ha una smorfia quasi di sfida, pensa che le scoperó la fichetta ma mi accanisco di nuovo sul culo e come mi ci appoggio cambia espressione. Questa volta non sono così delicato giusto il tempo di far entrare il membro fino alla corona e poi spingo forte. Lei urla di dolore ma continuo a pomparla, non sono un fenomeno oramai sono quasi al limite anche io, le sputo sulla fichetta e le stuzzico il buchetto con il pollice mentre le altre dita scorrono tra le labbra fradice. Aumento il ritmo senza preoccuparmi se le fa male, ma vedo che sta apprezzando e mi stringe forte l’avambraccio, questo mi fa eccitare ancora di più, si tappa la bocca mentre urla sii siii siiii…

Le vengo dentro il culo, i fiotti caldi ora sono nel suo corpo, le stringo il viso prendendola dal mento e dicendole che è la mia troia, lei è così eccitata che un altro orgasmo la travolge socchiude gli occhi, sembra in trans e si lascia andare al piacere..

Si tiene ancora le gambe quando mi sfilo e posso vedere il mio sperma che fuoriesce dal suo ano, ne raccolgo un po’ con le dita e le dico di aprire la bocca..

Fa cenno di no dicendomi che lei non ingoia..

-Hei! sei la mia troia e fai quel che ti dico beatrice. Le dico con un piccolo schiaffo di contorno. 

Apre la bocca e lecca le mie dita mandando giù il dolce seme.

-Hai ragione, non è così male.

Mi risponde sorridendo Francesca, la mia nuova cagnetta. È fresca fresca, spero di giocarci presto ancora insieme.. 

Questa la dedico ad un amica che dopo che gli ho raccontato sta storia ha pensato bene io fossi di sua completa proprietà. No cara io mi scopo chi voglio. Non importa se fai la gelosa, non te lo puoi permettere, mi togli dai tuoi contatti? mi blocchi? sai bene che il mio cazzo è l’unica cosa che vuoi e non ne puoi far a meno. Ora vai a parlar di ricette con quei quattro segaioli che vedi in cam. Ci vediamo presto. Buona giornata e divertiti!

46471428@libero.it  scrivetemi, mi fa piacere. 

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