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Manuela era una ragazza di 19 anni, alta poco più di un metro e settanta una ragazza un po’ in carne non il classico osso per cani che ormai si trova in giro. Riusciva ad apprezzare la vita giorno per giorno e cercava di godersela al massimo dopo tutto quello che le era successo in famiglia. Con il suo carattere pazzo, dolce, solare, testardo e scherzoso riusciva a farsi volere bene da tutti ma il problema più grande per lei erano i ragazzi.

Non era la classica ragazza rapita dal mondo della trasgressione, per lei fare l’amore voleva significare qualcosa di importante per questo continuava ad aspettare ‘ non il principe azzurro, ma qualcuno che le riuscisse a rapire il cuore tanto da farlo battere forte, tanto da riuscire a concedersi a quell’uomo che di sicuro diventava qualcuno di importante nella sua vita.

Era un sabato sera d’inverno come tutti gli altri, qualcosa da mangiare e da bere in giro per la città con gli amici e poi a casa troppo freddo per loro; anche perché era tutto organizzato per andare in montagna la domenica mattina. Tornata a casa Manu non riusciva a dormire continuava a ripensare se un giorno avrebbe conosciuto qualcuno, se qualcuno l’avrebbe apprezzata davvero per quello che era o tanto meglio l’avrebbe amata come lei desiderava.

L’orologio continuava a scandire i secondi, nel buoi pesto della sua stanza continuava a fissare le 2 luci una bianca ed una arancione del suo portatile in carica. Visto che il sonno tardava ad arrivare pensava perché non alzarsi ed andare a leggere qualche racconto di Milù? Cosi fece apri il portatile e lo accese, nel frattempo ripensava a quel ragazzo che aveva conosciuto cosi su un sito di incontri. Gli aveva confessato di leggere racconti erotici e lei incuriosita si era fatta inviare un link per capire cosa provava quel ragazzo che era cosi contento di farle scoprire questo sito. Continuava a pensare a cosa le era successo durante quei primi racconti che leggeva, a la voglia che le saliva, alle confessioni di quel ragazzo che mentre chattava con lei le confessava di essere eccitato, di avere il cazzo in fiamme ‘ proprio il suono iniziale dell’accensione del pc interruppe questi pensieri, mentre un sorriso le scappava come per dire ma quanto sono scema!

Aprendo un racconto a caso ed iniziando a leggere scoprì che era una storia che non la incuriosiva più di tanto, parlava di dominazione donne che scopano uomini con cazzi finti, gli uomini che picchiavano le donne ‘ Una storia che non era proprio del suo genere. Mentre la noia si trasformava in sonno, un suono di qualcuno che l’aveva contattata a quell’ora la risvegliò ‘ le 3 e mezza di notte chi sarà?
Era Massimo un ragazzo di 21 anni che da un po’ di tempo continuava a cercala quando lei non era al pc sperando di conoscerla. Difficilmente riuscivano a far coincidere i tempi per far due chiacchiere , allora iniziarono a scherzare essendo in linea entrambi, era una strana alchimia che difficilmente si riesce a trovare in chat con una persona che non conosci. Entrambi parlavano di questo, cosi come continuarono a farlo per tantissime altre cose, erano le sei di mattina, di comune accordo decisero di andare a letto dandosi appuntamento a l’indomani sera.

Il letto era freddo e i brividi provocavano una strana eccitazione, continuava a pensare a quel ragazzo che le aveva fatto dimenticare per un paio d’ore tutti i problemi della sua quotidianità. Mentre pensava sotto le coperte con una mano parecchio fredda va a scaldarsi tra le sue gambe… sentì come un sussultò quella voglia irrefrenabile che ti sale nel mezzo della notte e che dopo esserti masturbata magari riesce a cullarti e farti crollare dolcemente. Era umida la mano continuava a bagnarsi quando un dito inizia a scorrere dentro alla ricerca di qualche brivido di piacere ‘ il clitoride era eccitato, lei era eccitata pensava ad un cazzo che la scopava mentre continuava a toccarsi ed aumentare le dita che le davano piacere, con una mano si accarezzava il seno, i capezzoli erano duri ‘ il suo non era un seno piccolo ma al contrario era una 6’. La classica misura che ogni uomo sogna di farsi fare una spagnola in modo da avvolgere tutto il cazzo e segarlo con un movimento che lascia poco all’immaginazione. Mentre continuava a scoparsi con le dita il brivido più grande era sempre più vicino, allora il ritmo aumentò cosi come i pensieri di un cazzo duro che la sbatteva, la scopava e le faceva male tanto da farla gridare, fu quello l’ultimo pensiero che la fece venire e la fece addormentare tranquillamente ‘

CONTINUA’
La domenica mattina in montagna fu annullata dalla pioggia incessante di tutta la notte. I suoi genitori erano usciti di mattina svegliando con i classici rumori deleteri di porte, phon, ciabatte e chiavi ‘ Nessun essere umano dopo essere andato a letto alle 6 vorrebbe sentire tutto questo alle 7.30 del mattino e di domenica!

Manu era già nervosa ma il fatto che tutto quel baccano sarebbe durato ancora per poco, per poi avere casa tutta libera le metteva tranquillità tanto da farla riaddormentare.

Erano le 10 circa ed un messaggio con tanti punti e un mi manchi da morire la svegliò ‘.

Era Giacomo di 23 anni alto, fisico impostato per la palestra che faceva, biondo con gli occhi azzurri. Lui era un ragazzo con cui usciva in precedenza fissato con i motori, conosciuto così per caso a un compleanno di una amica. Erano usciti diverse volte insieme, stavano bene ma non c’era da parte di Manu quella compatibilità caratteriale che andava a cercare lei ‘ Lei che desiderava un uomo di polso che la capisse, invece Giacomo era il classico uomo si di polso ma parecchio strafottente il fatto che non si facesse sentire durante il giorno e le poche dimostrazioni d’affetto dopo quasi 3 mesi portò Manu a troncare questa sorte di rapporto che si stava creando non facendosi più sentire. Anche se Giacomo la faceva sentire parecchio donna e desiderata, dopo averla persa infatti inizio con le sue dimostrazioni e proprio il messaggio di quella domenica spiazzo Manu

Manu aveva voglia di vederlo aveva voglia di fare la pazza come aveva fatto in precedenza con lui. Inizio a ricordare tutte le volte che fece impazzire di voglia Giacomo ma senza farlo arrivare al suo scopo. A quella volta che pur essendo usciti in 4 andarono a finire a casa dell’amico. Pensava alla coppia che si era andata a chiudere in stanza e l’imbarazzo tra lo sguardo suo e quello di Giacomo. Quei strani rumori e gemiti che si sentivano in lontananza dall’altra stanza, mentre Giacomo voleva fare lo stesso. Seduti sul divano e abbracciati la coccolava, ma Manu è anche una cacciatrice conosce il modo di provocare gli uomini e soprattutto lui, le dava sicurezza non era un ragazzo che avrebbe approfittato di lei senza il suo consenso. Ricordava come i baci passionali intrecciavano le loro lingue come le mani di lui stringevano il suo grande seno con delicatezza, come i baci sul collo le davano i brividi, come i suoi respiri si perdevano nell’orecchio di lui, come la voglia saliva, il desiderio di spogliarsi e di scoprirsi per provare piacere. Penso quando Giacomo voglioso a quel punto la prese per mano e la porto nell’altra stanza libera.

Tornati a baciarsi sdraiati sul letto Manu con la lingua disegnava il contorno delle labbra di Giacomo che rimaneva immobile sicuramente a pensare a un pompino con quella lingua provocando in quel modo. A come la voglia di Giacomo aveva sfilato la maglietta di Manu rimanendo in reggiseno che con una mano delicata dietro la schiena e un bacio profondo lo slacciò. Il prosperoso seno fece impazzire Giacomo che però non disse nulla e la strinse forte a se. I capezzoli che si irrigidirono, la bocca di lui che a quel punto non resistette più a non baciare quei capezzoli eccitati a stingerli a leccarli. Quei jeans di Manu che li dividevano, si era bagnata ma non lo dava a capire a Giacomo che invece non resistii più e sfilò anche i box a mostrare tutto il suo bellissimo cazzo non troppo lungo ma grosso, grosso da non riuscirlo quasi a stringerlo con la mano, grosso da riuscire a scoparti con godimento e poi una cappella disegnata, perfetta ‘ Un cazzo che puntava le gambe aperte di Manu ma con i jeans.

Lei per scappare dalla voglia di lui si girò di schiena ma lui continuò a baciarle dal basso verso l’alto tutta la schiena sino al collo provocando in Manu miliardi di brividi. Gli poggiò il suo cazzo nel culo a farle quasi venire voglia di prenderlo dietro sentiva lui spingerlo ma tutto lo frenava, specialmente quei jeans. Lei era indecisa non voleva che la sua prima volta fosse così, non era sicura di ciò che provava per lui, aveva una voglia pazzesca ma si frenò si concentrò su di lui che capii la situazione e si sdraio nel letto un po’ sfinito dai vani tentativi. Pensava a quei baci che fece partire dalla bocca, che fece scendere sul petto, che continuavano dritti verso il suo cazzo già tutto in tiro, lo superò creando come un gemito da parte di Giacomo che si aspettava quella bocca carnosa che prima lo baciava e gli mordeva le labbra sul suo bel cazzo tutto eccitato. Dopo aver fatto continuare i baci sul interno coscia decise di farli risalire, questa volta però puntando verso quel cazzo che un po’ desiderava dentro di se ‘ Inizio a dargli una leccata, poi a prenderlo in bocca lo salivava lo leccava e lo riprendeva sempre più giù, non gli aveva concesso se stessa ma di quel pompino Giacomo di certo non si lamentò. Giacomo decise di non venire nella sua bocca però, per lui c’era qualcosa di squallido che Manu non riusciva a capire ma accettava volentieri anche se quella sera di quanto era eccitava avrebbe bevuto volentieri senza farci caso.

Tornata sul pianeta terra dopo tutti questi pensieri la voglia di vedere Giacomo era assurda aveva voglia di scoparselo mandando a puttane tutti i suoi principi. Super bagnata ed eccitata decide di rispondere a quel messaggio.

”Sono a casa sola tutto il giorno, stiamo un po’ insieme? Anche tu mi manchi ”’

Un messaggio semplice ed incisivo sapeva sicuramente che avrebbe colpito Giacomo tanto da accettare di venire a casa sua con tranquillità. Ma non sapeva cosa aveva in mente Manu invece ‘

CONTINUA ‘ Era stupita non riusciva a credere a quello che aveva fatto. Si era fatta guidare dall’istinto che era parte predominante del suo carattere ma sapeva tenerlo a bada con le esperienze e la maturità che con gli anni sopraggiungeva. In questo caso la voglia, la trepidazione del primo brivido, della sua prima esperienza , non era più amore nella sua testa era solo desiderio, lussuria, voglia di rompere tutti i principi che in parte era riuscita a mantenere nei suoi 19 anni. Ma la consapevolezza che quello che stava per arrivare non era il ragazzo che amava, non era l’uomo che le avrebbe detto ” ti amo ” dopo aver fatto l’amore per la prima volta, come aveva sempre immaginato. Tutta questa situazione la straniva, era davanti ad un bivio che le poneva dubbi e perplessità. Presa da tutti questi pensieri con il telefono in mano com’era sua consuetudine fare quando andava in bagno attraversò tutto il corridoio a piedi scalzi, il vento e la pioggia si facevano sentire dalla finestra. Accese lo scaldino e controllò il telefono nella speranza di una risposta da parte di Giacomo. Ma nulla, non le aveva ancora risposto.

Il Bagno cominciava a scaldarsi e privandosi del pigiama velocemente entro dentro il getto d’acqua calda, che le rilassò tutti i muscoli del corpo. L’acqua scivolava sul suo corpo insieme alle sue mani che la lavavano, il pensiero che avrebbe voluto essere scopata da Giacomo la eccitava e con una mano iniziò a toccarsi, il caldo della doccia, quella voglia irrefrenabile le fece pensare ad un articolo letto in un sito che le donne amano masturbarsi con il getto del doccino della doccia, oltre che usare classici giochi, cuscini e addirittura poche donne usano le manie e non vanno alla scoperta del proprio corpo e del proprio piacere. Non era il caso di Manu, a lei piaceva masturbarsi anche se come tutte le donne difficilmente lo si afferma come gli uomini.

Decide di provare quell’esperienza citata addirittura da un articolo, con il doccino della doccia decise di provare piacere. Staccò il manico dall’alto della doccia e si sedette nella vasca, dopo aver allargato le gambe giocato un po’ con le mani e sentire l’eccitazione del clitoride che al solo sfioramento le dava brividi assurdi. Fu così che preda dall’eccitazione e dalla voglia di scopare prese il doccino con il getto d’acqua calda lo mise fra le gambe.

Spasmi e vibrazioni violenti le attraversavano tutto il corpo, l’acqua calda la eccitava era come se avesse una lingua calda che le stesse tintillando il clitoride, mentre se lo portava giù il getto dell’acqua le riempiva la vagina e ad ogni contrazione di gambe era come se stesse esplodendo di un orgasmo che la inondava e la faceva venire bagnandosi con i suoi umori e l’acqua calda della doccia. Con una mano si stimolava il clitoride e con l’altra teneva il getto d’acqua dove oggi forse avrebbe accolto volentieri il cazzo di Giacomo. Tutto questo durò davvero poco poiché l’eccitazione era troppa e grazie a l’amico doccino riuscì ad avere molteplici orgasmi di fila. Manu poté perfino lasciarsi andare in qualche respiro e urlo di piacere, visto che a casa era sola e non doveva controllarsi come era solita fare per non farsi sentire.

Non appena finì ed uscì dalla doccia sentiva ancora la figa trepidare per le vibrazioni del getto l’acqua, capi che quella prima volta del doccino era una relazione che sarebbe continuata nel tempo visto il piacere che le aveva procurato ‘

Poco dopo essersi asciugata i lunghi capelli ed aver staccato il phon, sentì il rumore della vibrazione del telefonino sul mobiletto del bagno.

Era Giacomo: ”Scusami ma purtroppo non sono a casa sono fuori città, avrei voluto volentieri passare una giornata con te ‘ ”

La reazione di Manu fu indifferente non aveva più voglia del cazzo di Giacomo, non gli importava di lui era solo l’eccitazione nel pensare a quello che era successo quella sera con lui, che le aveva messo in testa tutti quei pensieri. Meglio cosi pensò non ho commesso l’errore della mia vita a volermi lasciare andare così solo per voglia con qualcuno che di sicuro l’attimo dopo l’avrebbe portata solo al pentimento ‘

Sicura di ciò che pensava e di come si era risolta la mattinata penso per un istante a Massimo. Il ragazzo che le aveva rubato il sonno la sera prima, ma con molto piacere lei le aveva concesso.

CONTINUA… Quel pomeriggio tutto la annoiava, i soliti ragazzi che dalle foto del suo profilo le facevano apprezzamenti sul suo seno, sulla sua bocca carnosa, le sue voglie erano diverse, voleva qualcuno che le facesse fare semplicemente due chiacchiere al pc o perché no, uscire a prendere un aperitivo con qualche amico. Ma quel pomeriggio sembrava che tutti gli uomini arrapati cercassero lei.

A Manu piaceva a volte concedersi in chat per gioco e poi magari passare alla masturbazione per un po’ di piacere, ma quel pomeriggio di sesso virtuale non ne voleva sapere. Non aveva solo voglia di un bel cazzo in vista, ma le sue voglie erano di toccarlo, di impugnarlo, di scappellarlo con la mano, sentirlo crescere nella sua bocca, sporcarsi di sperma, di bagnarsi e perché no, farsela leccare di un uomo che con la lingua ci sapeva fare più tosto bene. Tutte cose che immaginava potessero accadere con Giacomo. Proprio lui quel ragazzo che non si era reso conto della fortuna che avrebbe avuto quella mattina, se fosse andato a casa di Manu.

Troppe volte Manu gli aveva negato l’accesso alla sua figa, quindi non poteva pretende per una volta che lei era presa dall’istinto, dalla passione, dalla foga di voler essere scopata da Giacomo, soprattutto che lui fosse subito disponibile.

Il telefono di Manu senza vibrazione né suoneria non le fecero notare le chiamate 7 chiamate perse.

Dopo una solita passeggiata in cucina con le diverse sfilate davanti al frigo, che puntualmente la portano ad aprirlo e chiuderlo senza prendere nulla, la continuava ad annoiarsi. Lì pronta a rifarlo come se le cose che stavano dentro il frigo potessero cambiare ad ogni apertura, qualcosa che in precedenza magari aveva notato ma non l’aveva convinta fino in fondo.

Dopo essere passata nella sua stanza e essersi buttata sul suo lettone curiosa dell’ora, si accorse delle 7 chiamate. 5 chiamate perse ” Papà ” e 2 ” Mamma ”. Nella sua testa non osava pensare il casino che avrebbe fatto suo padre, che odia quando lei non prende mai il telefono. Presa di coraggio lo chiama, tutto apposto era solo per accertarsi se andava tutto bene ed avvertila che rientravano a tarda notte, se non in mattinata visto che erano rimasti bloccati in montagna dalla neve. Pensando di avere casa libera ancora per molto non ci pensa due volte a ricercare Giacomo.

Quel giorno Manu non ragionava, era letteralmente guidata dall’istinto e dalla voglia di farsi Giacomo tanto da dimenticare che fosse la sua prima volta. Il telefono di Giacomo squillava, erano le 20.30 circa, fuori continuava a piovere e lei tra le coperte continua ad essere eccitata. Fin quando lui non le risponde al telefono e le dice che è appena rientrato a casa, per la seconda volta chiede a Giacomo di venire a casa sua. Giacomo capisce in parte e non se lo fa ripetere due volte. Domandandole se avesse già cenato si danno appuntamento a breve a casa sua per una pizza e soprattutto per stare insieme.

Manu scatta dal letto con uno slancio. Deve riordinare un po’ la stanza, è una delle poche volte che un ragazzo mette piede in casa sua specialmente nella sua stanza, senza nessuno in casa. Si guarda allo specchio un super pigiamone felpato non è adatto a quell’incontro. Decide di mettersi un pantalone di una tuta bianca, ma solo dopo essersi riguardata allo specchio si ricorda d’avere il perizoma nero sotto. Incurante, decide di lasciarlo tanto se Giacomo le avesse guardato il culo, sapeva già cosa lo aspettava, per lei era come una sfida da lanciare. Una maglia nera a maniche lunghe con una scollatura a V con i bottoni tutti aperti, in modo tale da poter intravedere sotto il reggiseno di merletto nero. Capelli legati da una coda di cavallo e le pantofole, sicura di mostrarsi a Giacomo come se normalmente lei andasse in giro per casa cosi.

Erano quasi le 21 e 40 quando il suono del citofono rompe quel silenzio che c’era in casa ‘ Era Giacomo dal citofono le diceva di aprire velocemente che pioveva, gli aprii velocemente il portone e la porta d’ingresso, fece capolino con la testa per le scale, erano solo 20 scalini a dividerli ancora per poco. Giacomo aveva un giubbino di pelle blu sagomato a sottolineare le sue spalle, spalle larghe e bagnate da alcune gocce di pioggia. Jeans e camicia bianca con un fular che dava su delle sfumature di blu e lo scatolo della pizza in mano. Guarda se Manu era sul pianerottolo, lì ad aspettarlo ma riesce a vedere e capire che lei lo aveva semplicemente sbirciato.

Quando arriva, lei e poggiata sulla porta, Manu per un attimo sente gli occhi di Giacomo che le scorrono lungo tutto il corpo e un brivido pazzesco le smuove dentro qualcosa, da tempo quegli occhi blu non le davano quelle occhiate. Aveva subito voglia di tirarlo a se senza pensarci sbatterlo sul letto e scoparselo, sapendo di certo che a Giacomo non sarebbe dispiaciuto. Tornano occhi negli occhi, si sorridono, era da tempo che non si vedevano. Imbarazzati entrambi si salutano con un bacio nelle guancie ma Giacomo nel secondo bacio si avvicina più verso la bocca di Manu.

Incuriosito chiede dove fossero i suoi genitori, Manu velocemente gli spiegò cos’era successo. Vista la fame di entrambi andarono in cucina a mangiare la pizza e poi dopo aver scelto un dvd, decisero di mettersi nel lettone di Manu. Entrambi distanti, la voglia nell’aria si percepiva ma entrambi non si lasciavano andare, non cercavano quel contatto che sicuramente avrebbe scatenato un uragano.

Giacomo preso di coraggio la tira verso il suo petto e l’abbraccia. L’odore del profumo di una grande marca fa impazzire Manu, dopo averlo fissato per un pò negli occhi, si dirige verso il collo di lui con piccoli bacini e morsi nell’orecchio provoca una reazione da uomo. Giacomo l’ha messa sotto, le ha bloccato le braccia verso l’alto. Anche lui le bacia il collo sa che a Manu fa impazzire questa cosa. Si posiziona tra le sue gambe a fargli sentire l’erezione attraverso i jeans. Lei era già bagnata. Sentì il cazzo di lui già eccitato. Lui impazziva nell’ennesimo incontro dove subiva il non concedersi di lei. Voleva che questa volta le cose fossero diverse.

Ma era Manu che voleva condurre il gioco, come sempre. Giacomo si ritrova sotto di lei mentre le lingue si intrecciano e le mani si fanno vaganti sulla schiena di lei. Quando si staccarono da quel lungo bacio passionale la testa di lui fu attirata da quella scollatura, da quel grande seno che lo faceva da sempre impazzire. Manu capì tutto e sfidando lo sguardo fisso di lui sul suo seno, si sfilo la maglietta, non bastava lo voleva sentire ancora più duro sotto di lei. Slacciò anche il reggiseno e l’apprezzamento di Giacomo di sentiva sempre di più fra le gambe. Sempre su di lui, lei con le mani slacciava i bottoni della camicia e con la bocca seguiva a scendere con i baci. La camicia era slacciata, le mani decise di lei slacciarono la cintura e i jeans molto velocemente a voler liberare il cazzo imprigionato e sofferente. Svetta duro verso l’addome scappellato ed eccitato come non lo era mai stato forse. Era decisa a farlo impazzire, lo prese in bocca e inizio ad insalivarlo a spompinarlo su e giù, su e giù sempre più giù con le sue labbra carnose, gli baciava il glande e gli faceva sentire la punta della lingua, e poi di nuovo lo succhiava. La faceva eccitare da morire sentire Giacomo che impazziva, ma anche lei voleva impazzire.. si alzo dal letto improvvisamente si spoglio levando la tuta e il perizoma in un unico colpo ‘ Era decisa voleva impalarsi su Giacomo. Su quel bellissimo cazzo duro tutto in tiro mentre la sua figa grondava dei suoi umori.

Giacomo nonostante fosse preso dalla foga e dalla voglia di scoparsi finalmente quella figa che le aveva sempre chiuso la porta in faccia si stranì. Vide un silenzio di paura negli occhi di Manu, lo portò ad alzarsi completamente nudo per baciarla e tranquillizzarla. Le diceva di stare tranquilla, come al solito non sarebbe successo nulla se lei non voleva. Per un attimo Manu sembra tranquillizzarsi e ascoltare le parole di Giacomo. Tornati a sdraiarsi nel letto entrambi si stuzzicavano. La mano di Giacomo era bagnata degli umori di Manu che ogni tanto non resisteva e lo smanettava con la mano bagnata da lei ‘ Mentre si baciavano Giacomo arrivò ad avere le sua cappella fra gambe super bagnate di lei, poggiò il grande sul clitoride di lei che impazziva e si dimenava perché lo desiderava dentro, ma aveva paura e con lo sguardo non acconsentiva a quello che avrebbe voluto fare lui.

Manu capì che non era giusto, fece sdraiare lui e si girò e gli punto la figa verso la faccia di lui ‘ Diedero vita ad un 69 dove i tempi a volte si bloccavano per il troppo piacere prima di lui, e poi di lei ‘ Lui titillava il suo clitoride e lei gli succhiava il cazzo. Le dita e la lingua di lui iniziarono a far ansimare lei in modo che davvero poche volte Giacomo era riuscito a sentire perché erano anche poche le volte gli aveva concesso di farla godere. Poco dopo aver fatto venire lei. Lui si ritrova una lingua vorticosa che insistente va a fargli toccare le stelle e davvero in poco tempo inonda la bocca di Manu che contenta ingoia e continua succhiare fino in fondo e fin quando sente il cazzo di Giacomo ammosciarsi in bocca.

Il silenzio e l’imbarazzo di quello che era successo era stranissimo. Quando il rumore del garage di casa dove i genitori di Manu si senti aprire. Cercò i vestiti di Giacomo che velocemente si rivestiva, non poteva incontrarli per le scale, avrebbero immaginato tutto. Gli disse velocemente di salire le scale che portavano all’ appartamento di sopra, aspettare che i suoi fossero rientrati in casa per poi riscendere ed andare via.

Così fu. I genitori non si accorsero di nulla. Lei nuda si infilò sotto il piumone. Sua madre aprì la porta per un istante per vedere se stesse dormendo, lei con il cuore a mille fece finta di dormire. Cosi chiuse la porta e finalmente poté tirare un sospiro di sollievo.

Prima di addormentarsi vide il telefono illuminarsi. Era Giacomo ” Mi fai impazzire come sempre! Buonanotte piccola! ”. Decise di non rispondere e girandosi dall’altra parte si addormentò.

CONTINUA ” Ma si può sapere che fine hai fatto? Mi manca scherzare con te non ho il tuo numero, non so dove abiti e non ti sei più fatta sentire! ” e delle faccine per presa in giro. Era il messaggio di Massimo nella posta di domenica che l’aveva cercata. Lei non aveva rispettato il loro appuntamento della domenica sera. Era impegnata con Giacomo, ma non le importava più di tanto. Subito risponde al messaggio scusandosi e trovando una scusa banale riuscii a farsi perdonare. Giacomo non è il classico ragazzo che si limita ad una chattata. Se una ragazza gli piace lo si capiva subito, soprattutto dalle risposte che dava a Manu. Il chiodo fisso era un incontro, lei un po’ incuriosita ma prudente come sempre con gli estranei inizialmente li svia. Fin quando, anche lei spinta dalla sua migliore amica. Decide di accettare un appuntamento in un bar. Manu per non presentarsi da sola ed avere a portata di mano una comoda via di fuga riesce a convincere l’amica a venire con lei. Avvisa Massimo gli ultimi istanti con un messaggio, lui risponde però con un tono che già dal messaggio si evince un po’ scocciato.

Per quel appuntamento decide di mettere i jeans, una maglietta a barca scollata fucsia, uno spolverino quasi color pugna un po’ più acceso ma più scuro della maglia con il suo classico fular legato a mo’ di cravatta che va a finire a coprire un po’ il suo seno. E il cappotto nero.

Massimo arriva su una macchina di grossa cilindrata, nera, possente e fiero di guidare quella macchina, lo si capiva da come era sceso e come si lasciava guardare. Manu e la sua amica dalla vetrata del bar, fumando una sigaretta avevano visto tutto e si erano lasciate andare ai loro classici commenti. A l’amica non piaceva molto e chiese a Manu velocemente che impressione gli avesse fatto. Si accerta insomma se tra pochi minuti deve lasciarli soli o deve trovare una scusa per liberarsi di quel ragazzo. Ma lei aveva fatto un buon effetto invece.

Massimo entra si presenta la squadra per bene, soprattutto fa cadere particolarmente l’occhio sulla scollatura della maglietta anche se coperta in parte da fular si notano, è una 6sta abbondante non passa inosservata facilmente. Lui alto 1.80, scuro, occhi scuri di un marrone intenso, con un giubbino nero, una maglia grigia una sciapa dello stesso colore che gli copre il collo, jeans e scarponi. Anche lui impostato con un po’ di pancia. Ma il colpo finale per Manu è il profumo, quelle mani grandi, quei denti bianchi anche se fuma e quelle labbra carnose a cui difficilmente avrebbe resistito ancora a lungo.

Inizia subito a scherzare. A lanciare sguardi di sfida verso Manu che fa lo stesso con lui. Un cenno a l’amica le dice di andare per rimanere da soli. Poco dopo Massimo invita Manu ad uscire da qual bar per una passeggiata, lontano da occhi indiscreti e per appartarsi un po’. Manu accetta, le domanda se le piace il mare e lei subito le ribadisce il fatto di aver parlato in chat di questo e che lui non lo ricorda. Massimo sorride scusandosi le apre la portiera fissandole il sedere e la richiude.

Si ritrovano in un molo, con il rumore del mare, le onde che sbattono sugli scogli, il rumore del vento, delle loro risate e parole che fluivano come se si conoscessero da una vita. Si fissavano negli occhi, lui abbassava lo sguardo prima sulla bocca mentre lei parlava e poi per l’ennesima volta sulla scollatura. Manu per provocazione decise di levare il fular e puntarlo occhi negli occhi e poi fissargli quelle labbra. Ma nulla questa sorte di gioco piaceva ad entrambi. Fin quando scherzando Massimo le sfiora un braccio, in un attimo la stringe e le bacia la guancia.

Rimangono li per pochi istanti a pochi centimetri quando lui questa volta punta le sue labbra, Manu velocemente si protrae all’indietro e gli sorride e lui a stringerla per la vita e spingersi in avanti. Questa volta trova ad aspettare le labbra di lei che però continua a tenere serrate. Apre gli occhi e la fissa. Che come sempre provoca esce la lingua e lecca le labbra di Massimo che con la sua prova a baciarla, riuscendoci finalmente. Manu a quelle labbra non ha saputo dire di no per molto. I morsi, le lingue che si cercano fanno bagnare la fica.

Spinta contro quella ringhiera di quel molo è questa volta è Massimo che fa sentire la sua virilità nei suoi jeans, spingendosi sempre più verso di lei. I respiri nei baci si fanno intensi e Massimo a quel punto scherza facendo presente che tra un po’ si sarebbe risvegliato il drago.

Effettivamente anche se avesse i jeans il rigonfiamento che aveva notato ed aveva sentito Manu non era da poco’ Questa volta era sicura di quello che voleva ‘ di comune accordo risalirono in macchina in cerca di un luogo ancora più appartato’

Continua…

Non riesce a credere a quello che è successo, quella fu la notte più lunga della sua vita. Non era tranquilla, era nervosa, insicura di se stessa delle scelte che aveva fatto la sera prima. Rabbiosa contro se stesso e verso quell’uomo che le aveva portato via quell’idea romantica, passionale e piena di principi della sua prima volta. Ma ormai tutto era successo.

Continua a ricordare ‘ ma non lo fa molto chiaramente, non perché non voglia non riesce a farlo. Le immagini le scorrono in mente velocemente in breve rivive e cerca di focalizzare velocemente cosa possa averla convinta a dir ”Si” a quell’uomo e non ad un ragazzo che conosceva, con cui si era spinta in certe situazioni, e che in fondo la voleva bene.

Una cosa era certa nella sua pelle quel profumo di uomo, che le piaceva tanto c’era. Ed era di Massimo. Lui l’ha saputa capire. Lui è riuscito quella notte a condurla verso il piacere. Lui ha saputo trovare quel qualcosa in più dentro Manu o semplicemente, era stanca d’aspettare quel qualcuno che forse non sarebbe mai arrivato.

La macchina di Massimo era spaziosa, comoda, profumata e riscaldata. Dal mare erano finiti in strade di montagna continuando a parlare. Era la macchina che li guidava o forse era la convinzione che Manu voleva avere di quell’uomo, che sapeva bene invece dove andare e come comportarsi. Fermati in una strada isolata Manu dalla macchina alza gli occhi e nota il finestrino sul tetto. Un cielo stellato ed una luna quasi piena faceva da cornice a quella notte.

Le stesse mani che prima sfioravano delicatamente Manu sul suo viso mentre Massimo continuava a baciarla, scesero per percorrere la strada più breve verso il suo seno. Quella scollatura aveva facilitato il lavoro di Massimo, che staccatosi dalla bocca inizia a far scendere i baci lungo il collo. Una posizione troppo scomoda, continuare a restare uno di fronte all’altro, fu cosi che decisero di passare dietro.

Manu era sotto Massimo. Questa volta la cacciatrice era preda, non era la donna che sapeva provocare e sapeva come e dove arrivare. Per lei era una terra che non aveva mai scoperto, era qualcosa di inaspettato e potente da voler testate proprio quella notte. Massimo sfila la maglietta, giusto pochi secondi per gustarsi quella 6sta dentro il reggiseno, per poi liberarlo e lasciarlo scendere fra le sue mani che lo accolgono, lo massaggiano con virilità, lo morde con foga prende i capezzoli tra le sue labbra, fa sentire la punta della sua lingua giocare vorticosamente su quei capezzoli duri. Induriti dai leggeri soffi e brividi di piacere Massimo riusciva a provocarle, dopo aver accuratamente lasciato un po’ della sua saliva con dei baci. Continuava a spingere quell’erezione contro le gambe aperte di Manu, che iniziava ad essere un lago.

Voleva scopare, voleva essere sfondata da quel cazzo che apparentemente sembrava molto promettente. La cacciatrice che era in lei si fa coraggio, sfilò la maglietta di Massimo che continuò a rimanere su di lei. Le spalle possenti, la schiena solida e muscolosa viene accarezzata da Manu con le unghie. Capisce subito che lui ha dei sussulti quando lo fa. Le mani che lo accarezzavano, prepotenti vanno ad afferrare la cintura, la slacciò, adesso era il momento dei jeans, era il momento di vedere quanto il ”drago” come l’aveva definito Massimo fosse possente. La mano di Manu senti un cazzo durissimo, caldo è molto grande, molto più di Giacomo. Era un cazzo di 25 cm impetuoso si perdeva nella mano di lei. Aveva ragione pensò per un istante è un signor cazzo ‘ Massimo sfilò le scarpe per poter far scivolare i jeans e quei box ormai inutili. Poi passò a Manu, le tolse le scarpe, tornò a baciarle il seno e far scendere velocemente i baci sulla pancia, con mani calde si diresse verso il bottone dei jeans e li sfilò. Era bagnatissima, sposto il perizoma quel tanto che bastava per far spazio alla sua mano, le dita di Massimo assunsero un ritmo che per Manu era puro piacere. A quelle dita che si facevano strada dentro di se, voleva quel cazzo. Massimo non ancora contento del godimento di Manu sfilò il perizoma ed iniziò a leccare la figa, bagnata, eccitata, vogliosa, tanto vogliosa da chiedere a Massimo di non fermarsi, di continuare a leccarla cosi come la stava facendo impazzire, cosi come desiderava, così come gli stava con le labbra spompinando il clitoridee continuamente muoveva le mani dentro, cosi come fra pochi istanti l’avrebbe fatta esplodere nell’abisso del piacere.

Dopo questo piccolo raund Massimo chiede a Manu ” Come mai non ti sei lasciata scopare dal mio cazzo in tiro? Continuavi a chiedermi di leccarti ma no di scoparti ‘ ”

Non sapeva cosa dire, era come paralizzata. Quando le parole le uscirono di bocca senza pensare, spiegò a Massimo di essere vergine, di aver voluto aspettare un uomo importante. Massimo si sentiva quasi mortificato dalle parole che sentiva utilizzare da quella ragazza, quella giovane donna che crede ancora nell’amore, nell’amore che lega due persone non solo sessualmente.

I pensieri di Massimo furono interrotti da Manu che gli disse: ” Adesso sono stanca di aspettare voglio godere e lasciarmi possedere da te ‘ Scopami come non ha mai fatto nessuno.”

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