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Marchette

By 3 Luglio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Esco di casa, prendo la macchina e vado al solito angolo, quello dove mi fermo in attesa dei clienti.
E’ un luogo un po’ defilato ma, almeno, lì non c’&egrave concorrenza. Al vialone non mi posso nemmeno avvicinare, ci sono le straniere, quelle mi fanno la pelle.
Invece nella zona artigianale ci vado solo io, ci sono dei capannoni, poche abitazioni isolate.
Nonostante questo trovo sempre da lavorare.
Ho dei clienti fissi ma tutte le sere ne capitano di nuovi. Spesso tornano, sono quelli che diventano fissi.
Possiamo fare una cosa veloce, in macchina in fondo alla strada dove c’&egrave un parcheggio appartato, oppure per approfondire si va in camera, una sorta di albergo ad ore. Costa un po’ di più ma almeno possono fare tutto, veramente tutto. Mi propongo anche su internet ma solo di giorno, batto in casa, guadagno bene anche solo così, ma la notte mi piace stare sulla strada, mi fa godere vendermi in quel modo.
Troia fino in fondo.
Sono euforica, perché finalmente posso sfoggiare le tette nuove. Una bella terza coppa ‘C’. Proporzionate al mio fisico, nulla di eccessivo.
E’ finita la convalescenza ed adesso non si nota più nulla.
Prima mettevo dei reggiseni, imbottiti, ma appena appena, per non creare delle false illusioni.
Avevo, comunque, dei bei senini, due coni con un grosso capezzolo in cima, dovuti al fatto che, fin dall’adolescenza, ho assunto degli estrogeni, degli ormoni femminili. Volevo modificare il mio aspetto, essere una ragazza.
Ora mi sento veramente donna, una femmina col cazzo ma questo &egrave solo un dettaglio.
Sono ciò che cercano precisamente quelli che mi vengono a cercare.
Minigonna inguinale e stivaloni tacco dodici, filo interdentale d’ordinanza fra le chiappe, un classico. Le labbra carnose color rosso fuoco.
E’ circa mezzanotte ed arriva il primo, ha un’utilitaria tutta scassata.
‘Ciao bella’ di… di bocca, qua’ quanto vuoi?’
E’ un moretto giovane decisamente carino, più o meno la mia età, &egrave imbarazzato e balbetta un po’, mi &egrave simpatico.
‘Amore se mi dai trenta euro ti faccio un pompino da impazzire, con cinquanta ti faccio scopare, ho un buchino stretto stretto, in camera sono cento me non te ne pentirai, se vuoi me lo puoi succhiare anche tu, lì facciamo tutto quello che vuoi’, rispondo io.
Lo vedo indeciso, poi: ‘Sei molto bella ma per questa volta mi basta una po… pompa, però ho sola’ solamente venti euro’.
Generalmente non sono a buon mercato e non tratto sul prezzo ma lui &egrave carino e non c’&egrave nessun’altro in giro, quindi annuisco e salgo sulla sua macchinetta, lo indirizzo al parcheggio, in fondo c’&egrave una rientranza protetta da un muro di cinta ed alcuni alberi, ci appartiamo lì.
Si cala subito la lampo e lo tira fuori, sono sorpresa: &egrave veramente un bel cazzo. Non gigantesco ma della misura giusta, ne grosso ne piccolo.
E’ già duro, presumo che ce l’avesse così da un po’, probabilmente &egrave venuto da me proprio per quello.
Allargo la camicetta, abbasso il reggiseno firmato e gli faccio vedere le tette, provo un certo orgoglio nel mostrarle.
Tiro fuori un preservativo dalla borsetta dove ho infilato i soldi che mi sono fatta consegnare, ma lui: ‘Mi’ mi piacerebbe senza niente’.
Valuto un attimo, mi sembra un tipo a posto, anche se per venti euro’ vabb&egrave’ ripongo il profilattico e scendo giù con la testa, però solo dopo avergli detto di avvertirmi quando sta per venire, non voglio che mi sborri in bocca. Non che abbia problemi in quel senso, ingoio sborra da sempre, ma ora riservo questa cosa ad alcuni clienti particolari, importanti.
In realtà non me lo dicono quasi mai che stanno venendo, eccitati come sono, a volte me ne accorgo, altre no, ma di certo non me la prendo.
Il mio giovane occasionale cliente si fa coraggio e mi accarezza il culo che, visto i minuscoli pezzettini di stoffa che lo ricoprono &egrave chiaramente in vista, accenna timidamente al fatto che gli piacerebbe mettercelo un po’ dentro, avrebbe ancora dieci euro che aveva riservato alla benzina ma che se volevo’
Ma si! E’ bello ed un po’ di cazzo nel culo non cambia nulla, anzi, mi stimola: ‘Ok, va bene ma non voglio altri soldi, però solo qualche colpetto, senza venire’, tiro fuori un preservativo dalla borsetta ed in un istante glielo infilo, smanettandolo. Mi accomodo con la testa appoggiata sul sedile, porgendogli le chiappe che allargo con le mani.
Mi penetra abbastanza rapidamente, ansimando, &egrave infoiato come un caprone, duro come il ferro.
Si muove velocemente, colpisce forte, gli dico di rallentare, che &egrave più bello, gli avevo detto solo qualche colpo, ma ci sto prendendo gusto. Non c’&egrave niente da fare, fin da ragazzina, dalle prime volte che mi hanno scopato, quando ho dentro lo sfintere un cazzo che mi piace non capisco più niente, anche se fosse il decimo del giorno. In più lui me lo prende in mano e mi sega mentre mi incula.
Come avevamo stabilito esce prima di venire, presumo con un certo dispiacere (la cosa &egrave reciproca).
Quando ricomincio a lavorarlo di bocca non ci mette molto a venire, lecco e succhio la rosea cappella solamente per un paio di minuti mentre gli massaggio le palle, poi mi stacco ed indirizzo gli schizzi verso l’alto, il getto mi sfiora la faccia prima di sporcare il tettuccio. Geme, quasi urla, picchia i pugni sul cruscotto.
Invece mentre torniamo sta in silenzio, prima di scendere gli dico di tornare a trovarmi, che mi piacerebbe andare in camera e sentire ancora il suo cazzone nel mio buchino, ma questa volta più comodamente e fare anche qualche giochino strano: ‘Ti farei impazzire!’. Esclamo.
‘Ve… verrò senz’altro’ risponde, lo bacio sulla guancia poi se ne va.
Sono di nuovo lì da sola, mi infilo un giubbottino corto di pelle che prendo in macchina, inizia a fare freschino. Serve a poco, non si allaccia bene, &egrave di prima delle tette nuove ma almeno le mette in risalto. Anche la macchina &egrave nuova, ho la patente da poco e l’ho acquistata col sudore della fronte, pardon! Volevo dire del culo.
Nottata fiacca, passano poche macchine, qualcuno rallenta ma nessuno si ferma.
Mi sta venendo in mente di andarmene, in fondo anche oggi, grazie ad internet, ho già guadagnato dei bei soldi.
Non faccio in tempo a decidermi che spunta una grossa berlina. Accosta. La grossa berlina tedesca incute quasi soggezione, il conducente &egrave un uomo corpulento, sulla cinquantina.
‘Sei proprio carino, mi piacerebbe schiaffartelo nel culo’, sono le prime parole che pronuncia non appena mi avvicino all’auto.
L’approccio non &egrave dei migliori, anche se mi ha detto che sono ‘carino’ (avrei preferito ‘carina’, ma fa lo stesso), però il lavoro &egrave lavoro ed il tipo sembra facoltoso. Gli snocciolo la solita tiritera, trenta, cinquanta eccetera. Mi domanda subito se la camera &egrave lontana (&egrave chiaro che per uno così grosso ci vuole il letto).
‘No, in macchina si arriva in un minuto ma la stanza devi pagarla tu, sono altri trenta’.
‘Stai diventando cara” pensa un momento poi: ‘ Va bene. Sali ma devi trattarmi bene’.
Sfodero uno dei miei sorrisi più ammiccanti e lascivi: ‘Vedrai’ puoi fare tutto quello che vuoi, lì possiamo restare tutto il tempo che vogliamo, non te ne pentirai,’.
Abbandonata sul sedile socchiudo le labbra, accavallo le gambe, mostro le autoreggenti ed il perizoma trasparente, poi spingo in avanti le tette perfette che il reggiseno di pizzo contiene a stento, l’atmosfera si fa torrida.
Mi passa i soldi ed io lo bacio sulla guancia.
Il posto &egrave lì vicino, un chilometro, &egrave una sorta di motel senza insegne dove la portineria da su un cortile, tutto attorno ci sono le camere. Non domandano nulla, solo i soldi, mi conoscono.
Mentre entriamo nella stanza lo osservo, &egrave proprio grosso, alto e con il ventre prominente, avrò da fare.
Di certo non mi dispiace, ho un debole per i ‘maturi’, hanno esperienza e ti sbattono a dovere. Non mi piacciono, però, quelli che voglio parlare, i ‘genitori’ che, dopo avere fatto tutte le meglio porcherie ti chiedono perché batti e sei femmina. Io li faccio godere, il resto sono affari miei.
Questo, invece, non mi pare uno che ha molta voglia di parlare, infatti: ‘Dai, spogliati, fammi vedere il culo’. Obbedisco prontamente, in un momento sparisce tutto, rimangono solamente le autoreggenti.
Gli sculetto davanti mentre anche lui si denuda: ‘Ce l’hai piccolo ma hai un bel culo, sei proprio una fighetta’.
E’ vero, il mio &egrave un pisellino appena appena sviluppato (in erezione &egrave grosso come un rossetto e non raggiunge i dieci centimetri) e gli estrogeni che ho assunto nel tempo non hanno certo contribuito a farlo aumentare. Ce l’ho proprio piccolo, sono nata così ed in effetti da trans attiva servo a poco, giusto per divertirsi un po’, quando penso a certe brasiliane superdotate’
E lui vuole proprio divertirsi, non appena mi stendo sul letto mi arriva addosso, mi accarezza le tette e me le bacia. Mentre mi bacia noto la bestia che gli penzola sotto la pancia, un gran cazzo, proporzionato a tutto il resto, anche perché, altrimenti, scomparirebbe.
Adesso tocca a me, lo spingo giù, sulla schiena, mi stendo e glielo afferro con entrambe le mani, non bastano per coprirlo, mentre lo masturbo gli lecco le cosce, poi la pancia, giro attorno al cazzone ma neppure glielo sfioro, ce l’ha durissimo, geme di frustrazione.
Gli dò due colpetti con la lingua, sulla cappella congestionata, ha un sussulto, nel frattempo gli infilo il preservativo, uno di quelli XXL, ci vuole tutto.
Ora glielo succhio per bene, lo mando in gola ma tutto non ci sta: ‘Brava troietta, brava’ ora mettiti giù, voglio scoparti’ mi sussurra mentre vado avanti a lavorarlo di bocca.
Sfilo il perizoma, in ginocchio lascio colare qualche goccia di lubrificante sull’uccellone, mi abbasso con la testa che appoggio al copriletto, afferro le chiappe e me le allargo, lo faccio sempre, in automatico: ‘Dai, amore, dammelo, ma fai piano con quel cazzone’ mi spacchi tutta e io ci lavoro col buchetto”.
In realtà non va molto per il sottile, mi afferra i fianchi, lo appoggia al buco poi spinge deciso.
Mi lascio sfuggire un gemito ‘Ahi! Piano’ piano”, effettivamente fa un po’ male, sono piuttosto sensibile, mi inculano spesso e la parte &egrave un po’ arrossata.
Però il cazzo in culo mi piace e questo &egrave un bel cazzo.
Mi scopa per benino, grufolando come un porco, sbatte col ventre sulle chiappe ciack’ ciack’ ciack’
Io emetto dei gridolini, che lo ingrifano ancora di più.
Mi accorgo che sta per venire perché aumenta il ritmo e respira rumorosamente.
Mi afferra ancora più potentemente i fianchi e gode, ne avverto gli spasmi, la sborra no, ovviamente perché rimane nel preservativo.
Si abbandona un attimo poi lo sfila.
Gli tiro via il profilattico che getto nel cestino.
‘Ti &egrave piaciuto, amore?’ gli chiedo civettuole, mentre gli tengo ancora il cazzo, ormai moscio, in mano.
‘Si, sei stata brava’.
Ci diamo una sciacquata e ci rivestiamo.
Mentre mi riporta dove mi ha preso dice che tornerà a trovarmi e mi allunga un altro cinquanta.
Mica male.
Gli do un bacetto e scendo, si allontana.
Penso che resterò ancora un po’, anche se la serata, comunque &egrave andata molto bene.

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