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Racconti Erotici Etero

Marina, la vicina impertinente

By 23 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Domenica mattina. Siamo in giardino. Una bella giornata di sole primaverile, il momento giusto per curare piante, fiori e siepi. Marina, la nostra vicina, esce dalla casa, attraversa il suo giardino e viene verso di noi. Ha trenta anni, &egrave separata e oggi i suoi due bambini sono certamente con il padre. E’ venuta ad abitare qui sei mesi fa. Veste una leggera tuta sportiva piuttosto aderente, che mette ben in risalto le sue curve. Soprattutto un seno generoso, ben più ampio delle piccole tettine di mia moglie. Quando si avvicina noto i capezzoli che sembrano voler spuntare all’insù. Ci salutiamo. ‘Scusate se vi disturbo, ma volevo sapere se mi sapete indicare un idraulico. Ho lo scarico del lavandino della cucina otturato e le ho provate tutte, ma non c’&egrave verso. Mi sa che bisogna intervenire sui tubi.’ Mia moglie le risponde subito ‘Prima può venire Piero a vedere. Lui un po’ ci sa fare.’ ‘Sul serio Piero, ci sai fare anche con i tubi?’ Marina sorride e io so dove vuole andare a parare. ‘Un po’ ci so fare, ma non sono un idraulico.’ ‘Dai Piero, dai una mano a Marina.’ Mia moglie Sara non sa quel che sta dicendo. ‘O.K. Vado a prendere la cassetta degli attrezzi.’ Mi allontano, mentre mia moglie e Marina rimangono a chiacchierare. Sento Marina che dice: ‘Penso proprio che Piero abbia l’attrezzo giusto per risolvere il problema.’ So che mia moglie non capirà il doppio senso.

Con la cassetta degli attrezzi esco dal nostro giardino e entro in quello di Marina, che mi viene incontro. ‘Tutti quegli attrezzi. Ne basta certamente uno solo.’ La guardo e con gli occhi la rimprovero. ‘Ce ne vuole uno grosso’ continua. Mia moglie ci segue con lo sguardo e noi entriamo in casa. Marina chiude la porta, io poggio a terra la cassetta e lei si &egrave già tolta il di sopra della tuta. Come immaginavo sotto non porta niente e le sue belle tette si offrono alla mia vista. ‘Fammi vedere il tuo bell’attrezzo!’ ‘Per favore Marina, che Sara finisce per capire.’ Marina si avvicina, allunga la mano sul mio attrezzo. ‘Non ti preoccupare, Sara &egrave cieca su queste cose.’ Allungo le mani su quelle bella tette. ‘Ti piacciono le mie tettone, eh? Mica sono piccoline come quelle di Sara.’ ‘Per favore Marina!’ Mi sta già aprendo la zip dei jeans che indosso. ‘Però ti piace giocarci.’ Non lo posso negare. La giro di schiena, stringendole forte i seni e strusciandomi sul suo culetto. ‘Meriti una bella lezione.’ ‘Sono quindici giorni che mi trascuri. Non vedo l’ora che me la dai ‘ anzi che me lo dai.’ Le abbasso i pantaloni. Indossa un piccolo perizoma. ‘Ti piace?’ Le accarezzo le natiche. ‘Bellino e ‘ provocante.’ La mano si infila fra le gambe, sbuca in avanti, si insinua sotto il perizoma. Marina &egrave bagnatissima. Si stacca da me, si gira, si china e me lo tira fuori. ‘Adesso ti faccio una cosa che Sara non sa fare così bene.’ Sorride e inizia a leccarlo. ‘Sono più porca di tua moglie, eh?’ E’ vero, lo &egrave e glielo faccio leccare e succhiare per un po’. La stacco e lei si gira e si piega a novanta gradi. ‘Dammelo tutto.’ Un attimo e inizio a scoparla. ‘Dai ‘ sbatti la tua porcellina.’ Ne aveva proprio voglia e viene quasi subito. Io continuo a scoparla. ‘Mettiamoci più comodi.’ Marina si stacca, si stende sul divano, allarga le gambe, mi chiama. ‘Vieni dalla tua troietta.’ Glielo infilo di nuovo dentro, le mordo il seno. ‘Riempimi con questo attrezzo.’ Le parole vanno via e ci sono solo sospiri.

Sono su di lei. Mi accarezza la schiena. ‘Sei un cattivone, mi hai dimenticato per quindici giorni. L’hai dato solo a tua moglie. E a me niente? Eppure ti piace fare il porcello con me.’ ‘Marina, lo sai ” ‘Devi trovare qualche scusa. O devo fare sempre io, come oggi?’ ‘Cerca di fare la brava.’ ‘Non ti preoccupare, ti ho detto che Sara &egrave cieca.’ E ride. ‘Se torni oggi pomeriggio te lo succhio tutto, come ti piace tanto ‘ Lo sai che sono la tua porcellina.’ Marina, in effetti, &egrave la più appassionata pompinara che ho mai incontrato. La nostra prima volta &egrave stato proprio solo uno splendido pompino, accompagnato da una spagnola fra le sue belle tette.

Usciamo da casa. Io con la cassetta degli attrezzi in mano. Marina grida a mia moglie. ‘Hai un marito che &egrave un incanto. Ha risolto subito il problema. E’ vero che con l’attrezzo giusto si fa in un attimo, ma lui &egrave stato proprio bravo.’ Mia moglie, ignara, sorride e io penso a quale scusa troverò per tornare da Marina nel pomeriggio.

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