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Mia moglie Monica – Sardegna, il voyeur

By 5 Dicembre 2021Febbraio 22nd, 2022No Comments

“Ci sei amore?” mi chiese Monica ormai prossima all’orgasmo.
“Non ancora amore…”
“Non resisto più. Ti dispiace se vengo?”
“Vai amore, vieni quando vuoi.”
Lei si abbassò fino a quando il suo busto non fu aderente al mio, fummo guancia contro guancia, il suo respiro si fece sempre più affannoso, avvicinò la bocca al mio orecchio e mi sussurrò: “Vengo amore…”
Il suo corpo fu attraversato da violente contrazioni, fino a quando, senza più forze, si adagiò completamente sopra di me e rimase così per un paio di minuti. Intanto le accarezzavo la schiena, i fianchi e il suo magnifico culo, che in quella posizione non vedevo, la cui immagine però era indelebilmente impressa nella mia mente.
Eravamo arrivati in Sardegna per le nostre vacanze da una settimana e quella fu l’undicesima scopata dal nostro arrivo.
Monica quell’estate era sessualmente indemoniata. Probabilmente iniziava ad avere le scalmane che precedono la menopausa; anche se il suo aspetto e la sua sensualità la facevano sembrare una 35enne, aveva quasi 50 anni.
Io, sebbene più giovane di qualche anno, in quella settimana faticai un po’ a stare dietro al susseguirsi frenetico delle sue voglie di sesso.
Dopo essersi ripresa dall’orgasmo, Monica si mise al mio fianco e mi disse: “Adesso tocca a te! Come vuoi che ti faccia venire? Mano, bocca…”
“Ti andrebbe ti metterti in spaccata?”
Mi sorrise. Sapeva che era la mia posizione preferita ed era certa che la mia resistenza avrebbe abdicato molto velocemente.
Si sdraiò sul suo asciugamano, raccolse sul suo busto, unendo le sue splendide e lunghissime gambe le distese a candela verso il cielo e, lentamente, iniziò a spalancarle sempre di più, tenendole perfettamente distese, fino a quando i suoi piedi non arrivarono a toccare la sabbia.
Sapeva che mi piaceva molto assistere a quella manovra che la portava ad assumere quella posizione così dannatamente oscena, con la sua vulva che sembrava una rosa appena sbocciata, i suoi petali brillavano al sole coperti della sua densa rugiada e il suo clitoride che turgido svettava sul lato superiore.
Per raggiungere quella posizione, a Monica, forte del suo intenso e continuo allenamento, sarebbero bastati pochi istanti, invece lei lo faceva durare anche dieci secondi, per darmi modo di osservarla schiudersi il più a lungo possibile.
Poi mi guardava trionfante, come a dire: “Hai visto che strafiga ti sta davanti? Dove la trovi un’altra come me che fa queste cose?”
A quella visione ruppi gli indugi, mi inginocchiai davanti a lei, puntai il mio membro all’ingresso della sua corona ed entrai lentamente per gustarmi al massimo quel momento.
La sentii rilassare i suoi muscoli vaginali per favorirmi l’ingresso.
Quando fui completamente dentro di lei mi fermai.
Sapeva bene cosa volevo, così iniziò a contrarre e rilasciare, prima lentamente, poi sempre più velocemente, i suoi muscoli interni.
Eravamo immobili ma avevo le stesse sensazioni che dà una scopata furiosa.
Non avrei resistito ancora un minuto, quando Monica mi disse: “Devo venire ancora amore…”
Presi a muovermi e a darle lenti ma decisi affondi. Ne furono sufficienti meno di una decina ed entrambi venimmo in piena sincronia.
Rimanemmo abbracciati e ci baciammo appassionatamente.
Attendemmo che le nostre menti si separassero, quindi mi rialzai continuando a dare le spalle al mare; mentre anche lei si alzava a sedere, esclamò: “Ehi, ma che cosa ci fa quello messo lì?”
Mi voltai di scatto e vidi un tizio, sulla quarantina, fisico prestante, che se ne stava sdraiato a pancia in giù, distante 5 o 6 metri, a guardarci.
“Si è visto tutta la scopata, e in prima fila!” esclamò ancora. Ci guardammo allibiti.
Monica aveva bisogno di rinfrescarsi e di scaricare il pieno di sperma che le grondava dalla patatina, per cui si alzò in piedi e si diresse verso il mare, passando a fianco al tizio che le fece un cenno di saluto e si girò a guardarle il culo.
Raggiunsi mia moglie in acqua, ci voltammo verso riva e guardammo ancora il tizio.
“Che faccia tosta…” sottolineò nuovamente Monica.
“Beh, amore, capita spesso se si decide di scopare in spiaggia…”
Monica riprese a nuotare ma a me non sfuggi, riguardando il tipo, che ora si era sdraiato a prendere il sole, che aveva un pacco notevole, si notava anche in lontananza, stretto nel costume a slip di una taglia in meno del necessario. Sicuramente era anche esibizionista oltre che guardone.
Pochi minuti più tardi si alzò, prese le sue poche cose e se ne andò.
Noi tornammo a riva, ci asciugammo al sole, poi ci dirigemmo alla nostra Jeep, parcheggiata poco distante tra le dune di sabbia, dove consumammo uno spuntino.
Il programma del pomeriggio prevedeva un’escursione in fuoristrada nell’entroterra, così che fossi accontentato anche io.
Rientrati per cena all’agriturismo, cenammo e andammo subito a nanna.
Il mattino seguente ci alzammo di buon’ora dato che a Monica piaceva molto prendere la tintarella del primo sole.
Tornammo alla stessa spiaggia del giorno precedente. Dopo circa due ore e mezza dal nostro arrivo, vedemmo di nuovo il tizio che il giorno prima era apparso dal nulla mentre eravamo trasportati dal nostro amplesso.
Si posizionò a fianco a noi, a circa una quindicina di metri. Stava seduto a guardare verso il mare; ogni tanto si voltava distrattamente nella nostra direzione, forse nella speranza che iniziassimo le nostre effusioni.
Il mio e il suo sguardo si incrociarono e il tipo mi salutò sorridendo e alzando una mano, quindi si sdraiò a prendere il sole.
Sembrava comunque simpatico e la sua presenza non ci diede troppo fastidio.
Monica e io chiacchieravamo allegramente, un po’ ci baciavamo, cambiando spesso posizione per rosolarci uniformemente.
Arrivammo ad essere io sdraiato a pancia in su e mia moglie a pancia in giù. Lei allungò il braccio sul mio petto, si trascinò fino ad avere il viso sopra di me e prese a darmi baci a raffica, sulla bocca, sul collo, sul petto, facendo scendere la sua mano fino ad impugnarmi il pisello.
Aveva di nuovo voglia.
Io invece ero piuttosto provato dai numerosi e intensi amplessi avuti nei giorni precedenti e quel giorno il sesso non mi passò nemmeno per la mente, per cui non reagii alle avances di Monica.
“Non hai voglia amore?” mi chiese con voce sdolcinata e implorante.
“Avrei bisogno di una piccola tregua…” le risposi sorridendole.
“Non c’è niente che possa fare per farti venire la voglia?”
“Non saprei…” Mentre pronunciavo queste parole, girai lo sguardo verso il tipo e notai nuovamente il suo pacco svettante e mi balenò un’idea che mi avrebbe fatto tornare il desiderio all’istante.
“Hai visto che pacco enorme che ha quello lì?” le chiesi.
“Accidenti, si vede fin da qui!” mi rispose guardando in direzione del tipo.
“Visto che hai tanta voglia, vorresti fare una piccola trasgressione?”
“Che trasgressione?”
“Non ti stuzzicherebbe l’idea di andare dal tizio e, con una scusa, attaccare discorso e provocarlo un po’? Magari vedendoti là, vicina a lui, mi ringalluzzisco…”

Il racconto completo è stato rivisto e migliorato e lo potete trovare su Amazon a cura della casa editrice “Sogni Piccanti” nel volume “Mia moglie Monica – Vita lussuriosa di una amazzone” di Max de Zena. Andate a darci un’occhiata, non ve ne pentirete!

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