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Miriam e il gioco

By 6 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

A volte le cose capitano così, senza nessuno motivo o particolare ricerca, ma se si &egrave abbastanza ricettivi la natura fa il suo corso.
Così ho conosciuto Miriam. Cio&egrave il suo nuovo lato, perch&egrave lei la conoscevo già da molto tempo. Sposata e con figli. Essendo colleghi in ufficio più volte si finiva a tirar tardi, e a volte si decideva di continuare la discussione di lavoro davanti a un buon aperitivo.
Aperitivi che poi qualche volta finivano molto tardi, brilli a cercare qualcosa da mangiare.
E’ una di queste sere che chissà come si finisce a parlare di sesso, con lei che mi confessa le sue insoddisfazioni, o per meglio dire, fantasie non soddisfatte, la voglia di novità e di desideri e situazioni a cui pensava costantemente ormai.
E così via iniziammo sempre più spesso a parlare da confidenti, con naturalità sincerità e poco imbarazzo, un po’ tra le risate delle cose che avremmo voluto fare e con chi e via dicendo.
Poi la svolta. Lei becca lui con un altra. Casino immondo.
Ormai da confidente e amico la consolo, cerco di farla reagire, l’aiuto e la sostengo interrompendo di fatto ogni discorso sul sesso che ormai eravamo abituati a fare.
Passano i mesi e una sera in un weekend mi scrive dal nulla che &egrave a casa ubriaca, che non ne può più, &egrave sola, ha voglia ma vuole che qualcuno la paghi, vuole fare la puttana, vuole essere usata.
Io da buon simpaticone gli scrivo “Dai allora mandami il listino e vediamo che si può fare”.
Mi risponde con un “50 euro e puoi farmi tutto quello che vuoi, entri mi paghi io non dico una parola finché non te ne vai”.
Qui &egrave doveroso, fare un passo indietro. Miriam &egrave una ragazza madre, ora ha 34 anni, fisico perfetto, terza di seno amante della moda, si veste sempre in modo particolare, non ama il reggiseno ma nemmeno scollature e vestiti troppo corti ma nonostante ciò quando passa tutti sono sempre li a girarsi.
Insomma &egrave davvero bella. Una donna bella e vera.
Quella sera rimango di sasso, non potendo muovermi per destare sospetti, dovetti rinunciare e feci cadere la cosa così cercando di tergiversare: “non questa sera Miriam, non posso, ma se vuoi ti posso mandare qualcuno”
Quei 50 euro li avrei spesi volentieri, nonostante nella mia vita non abbia mai pagato nessuno per sesso, la cosa mi eccita. Averla, pagarla e farle tutto quello che mi passava per la mente era davvero un sogno.
“va cagare…siete tutti degli stronzi” e alla mia risposta più nessuno messaggio.
Il lunedì seguente così, appena avuta occasione, la rincalzo davanti alla macchina del caff&egrave al lavoro: “allora li abbiamo guadagnati sti 50 euro?” e lei “Dai, non fare lo stronzo, ero ubriaca.’
‘E comunque no. Poi davvero &egrave incredibile sembrate tutti morti di figa a parole e poi quando vi si presenta l’occasione state li come degli allocchi”
“Miriam, davvero?”
“Si”
“Bene allora fammi organizzare la cosa, vuoi sentirti puttana e vuoi farti pagare?”
“Si si organizza pure quello che vuoi, voglio proprio vedere. Almeno male che vada mi tiro su qualche soldo extra ahahah’
“ahah, facciamo così, organizzo il tutto e ti faccio sapere con un po’ di anticipo tu tieniti pronta….”
“Si si, bravo ma magari prima che non torni di nuovo vergine”.
Spavalderia e personalità, Miriam in persona.
Passò quindi qualche giorno in cui non ne parlammo più, ma dietro le quinte io continuavo a lavorare. Dopo un po’ finalmente il mio diabolico piano prese forma.
Dopo circa una settimana e mezza, le scrissi una mail in cui le chiedevo di presentarsi ad un determinato indirizzo a una determinata ora e con un determinato outfit.
Mi rispose con milioni di domande, a cui non diedi minima risposta e alla fine accettò sulla fiducia..
La sera stessa suonò al campanello di un appartamento in centro, molto signorile di un mio amico.
Le dissi che sarei sceso e di aspettarmi nell’androne dell’ingresso.
Uno spettacolo.
Aveva rispettato l’outifit se non per la minigonna (non c’era proprio verso con lei).
Tacco alto gonna lunga con uno spacco che gli arrivava fino quasi alla vita e un maglia completamente aperta nella schiena scollata il giusto per far intravedere la completa assenza di reggiseno. Capelli raccolti, rossetto rosso e ombretto che faceva praticamente balzar fuori i suoi occhi azzurri.
Avevo immaginato un outfit da puttana ma a me sembrava più una modella o un’attrice pronta per il red carpet.
“Ciao Miri, ecco. Più o meno le cose stanno così. Qui in mano ho 1500 euro.
Sopra ci sono 4 persone. Ho fatto una piccola asta ognuno si &egrave comprato una parte di te. Diciamo che &egrave più una prelazione, per avere tutto il tempo in solitaria di godersela più un gioco molto simpatico finale quando tutti avranno avuto ciò per cui hanno pagato”
“Ma, ma ,… davvero? ma tu sei pazzo! Ma chi sono???”
“Ahah sai come sono, che ti aspettavi una serata romantica con me? Io sono fidanzato, più che altro mi godrò questo spettacolo e poi vedremo… ma bando alle ciance… se tu che devi decidere, se ora prendi questi soldi accetti di fare qualsiasi cosa per cui loro abbiamo pagato, tranquilla nessuna cosa violenta, io vigilerò il tutto e non sentirai mai la loro voce, sarò sempre solo io a parlarti e interagire con te”
“No vabbh&egrave, non se sei un cretino o un genio, ma chi sono queste persone?? dove le hai trovate??”
“Non posso dirtelo, potrebbero anche essere gente che conosci, ma tu non lo saprai mai, se ora prendi questi soldi io ti benderò qui e ti sbenderò sempre qui alla fine di tutto”
“Conosco??? ma mi sputtano così… ma…”
“Ti assicuro che ho pensato a tutto, non potranno proferire parola, non potranno in alcun modo fare foto, video ecc., al max ti guarderanno con occhi diversi, ora prendere o lasciare, volevi fare la puttana? volevi essere usata… ti sto dando molto di più”
“Cazzo….ti prego… tu sarai li? davvero?”
“Si”
“Fanculo e sia”

E così sia.
Miriam accetta la proposta. Mi chiede ancora la sicurezza che nessuno dei presenti faccia foto e video e a sicurezza ricevuta, con i soldi in mano, si fa bendare.
La guido verso l’ascensore. Entriamo e gli chiedo le mutandine come riconoscimento del mio lavoro svolto ‘Non voglio che lassù qualcuno le sciupi’.
Senza battere ciglio se le sfila e me le porge. Vedo in anteprima la sua passera perfettamente depilata. Le mutandine sono più che una prova. Sono umide. Miriam &egrave già eccitata.
‘Calma Miriam, siamo solo all’inizio’ gli dico ridendo.
Arriviamo al piano, l’accompagno all’ingresso e il fruscio si fondo si placa.
Silenzio e un’aura di eccitazione pervade la stanza.
La preda ha accettato la proposta.
‘Gentiluomini la signorina ha accettato la vostra onorevole proposta, ognuno avrà ciò per cui ha pagato’. Parte un applauso.
‘Bene Miriam ora spogliati’
Non se lo fa ripetere due volte, in una danza ipnotica si toglie tutto mostrando il suo fantastico corpo, le sue forme perfette e la sua figa che brilla.
‘Bene cari ospiti come abbiamo precedentemente concordato, sarò io il master di questa serata, ricordo le regole, ognuno avrà ciò per cui ha pagato, non potrà avere altro e potrà rivolversi a me per ogni comunicazione, nessuna interazione oltre per ciò che avete contrattato e pagato sarà permessa’.
Miriam &egrave in centro alla stanza, non vede nulla e sente solo me.
‘Bene Miriam a te la scelta, da dove vuoi iniziare da chi ha pagato meno o da chi ha portato via la posta più alta’
‘Beh, dipende da quale parte di me hanno preso’
‘Mi spiace ma lo scoprirai solo al momento con l’entità della somma’.
‘mmm allora iniziamo dal più basso’
‘Bene, allora in ginocchio’
Miriam risponde al comando’. Bella e sottomessa, mi avvicino al suo orecchio.
‘Miriam lui non ti conosce, ha visto delle tue foto su internet ed &egrave rimasto affascinato dalla tua bocca, ha pagato 150 euro per un pompino. Ti verrà in faccia e con la lingua dovrai completamente pulirgli il cazzo, capito?’
La sua voce nella risposta trema ‘ehm si.. cio&egrave pensavo a qualcosa che ‘ cio&egrave”
‘Miriam non ti hanno pagato per pensare, sei un oggetto ora, quello che ti ordino tu lo fai, i patti erano questi, zitta e datti da fare’
Non ha il tempo di replicare che ha il cazzo in bocca del primo cliente.
Inizia in modo timido, ma piano si lascia andare.
Il primo cliente &egrave un ragazzo di 30 anni trovato su internet su una bacheca su cui avevo messo un annuncio.
Non molto fisicato con un cazzo di dimensioni modeste, ma molto autorevolmente comincia a farsi leccare bene l’asta.
La tira fuori più volte dalla bocca di Miriam e sbatte il cazzo con forza sulle sue guance.
Miriam cerca di aiutarsi con una mano, lo sega e lo spompina sempre in ginocchio e sempre più velocemente.
Comincia ad eccitarsi, con l’altra mano comincia a toccarsi, povera non sa cosa gli aspetta.
Tutti gli altri si godono lo spettacolo. Miriam aumenta il ritmo, e il primo cliente sembra sul punto di cedere. Allontana la mano di Miriam e con forza tira la sua testa verso il suo bacino. Incomincia così a scoparla letteralmente in bocca, Miriam arranca la si sente tossire, riesce solo a respirare dal naso.
L’avventore gli da un attimo tregua per poi ricominciare a infilargli il cazzo in bocca, sempre più in profondità.
Pare voglia sfondargli la gola.
Miriam rantola, ha i conati, ma l’avventore non molla esce giusto un attimo prima di venire in modo copioso su tutta la faccia.
Miriam inerme cerca di riprendere fiato. L’avventore mi fa un cenno e mi avvicino.
‘ok Miriam &egrave ora di pulire tutto’.
Il cliente si siede, guido Miriam a carponi e inizia il lento lavoro di pulitura.
Lecca tutta l’asta, dall’alto verso il basso, ciuccia per bene la cappella e le palle. L’avventore ne approfitta e ripassa il cazzo sulla faccia di Miriam dove il suo succo cola copioso facendo così che lei debba ripetere più volte tutta la procedura.
Miriam lecca tutto e ingoia, non ne lascia una goccia, si ripulisce le labbra finch&egrave con un cenno di assenso il primo cliente mi fa capire di essere soddisfatto.
‘brava Miriam, il primo tuo cliente &egrave soddisfatto, ora ti porto in bagno per darti una ripulita’
La chiudo in bagno, &egrave nuda e mezza sconvolta. Le tolgo la benda, adatta gli occhi alla luce, mi vede e si rende come improvvisamente conto di essere completamente nuda davanti a me, cerca di coprirsi.
‘Ahha davvero Miriam? Su hai 5 min per risistemarti, il tuo secondo cliente ti aspetta’.

Miriam si ridestò in breve tempo.
‘Pronta?’ ‘Si’ Le rimisi la benda sugli occhi e la riaccompagnai nel soggiorno della casa che ci ospitava.
‘Bene Miriam, passiamo ehm al prossimo. Diciamo che questo cliente ti conosce molto bene’
‘Oddio’ sospira.
‘Diciamo che potrà essere una sorpresa anche per te, ma questa persona &egrave innamorata e attratta da te da una vita, ma non ha mai avuto il coraggio per palesarsi, bene stasera ti ha disposizione per 250 euro’.
‘Ora ti farò sdraiare sul tavolo, e ti darò istruzioni mano, mano come &egrave stato concordato’
Così l’aiutai ad appoggiarsi sul tavolo ‘Bene Miriam mani sui fianchi e non ti muovere e testa fuori da tavolo, ti appoggerò la nuca per stare comoda su questo stretto sgabello, ora piega le gambe e aprile’
Miriam sembrava ora davvero meno spavalda che con il primo cliente.
Da subito un paio di mani cominciarono a percorrerle tutto il corpo. Un tocco leggero e romantico, fine che però sapeva toccare i punti giusti a vedere il cambio di respiro di Miriam.
Le mani passavano dall’interno coscia al basso ventre per poi passare sul seno e i capezzoli durissimi di Miriam. Il cliente comincio a baciare ogni punto del corpo di Miriam, lievemente assestando un pizzicotto o un piccolo morso qua e la.
Ad un cenno mi avvicinai e spiegai la fase due a Miriam.
‘Bene Miri, ora dovrai da questa posizione operare di nuovo a un po’ di sesso orale, non potrai passare alla parte successiva finché non farai venire il cliente Ok?’
‘Ok’ disse sommamente aprendo la bocca per agevolare l’entrata del cazzo del proprio cliente.
Non potrei mai trovare le parole giuste per descrivere la sorpresa e la scena a cui stavo assistendo. Ma Miriam non trovò nessun cazzo a far visita alla sua bocca, ma bensì una figa umida e depilata. Il suo secondo cliente era una donna.
Una nostra fornitrice, una donna sposata bisex che grazie a più contatti era venuta a sapere della mia iniziativa.
Dopo un momento di tramortimento Miriam cominciò ad esplorare la figa della cliente, con ingordigia. Lei l’agevolava con un movimento di bacino ondulatorio, si godeva tutta la sua lingua all’interno, per poi uscire e farsi martellare il clitoride. Una danza che sembrava organizzata e che non avevo mai visto in nessuno dei migliori porno lesbo della mia vita.
Andarono avanti così per circa 10 min, finch&egrave la cliente cominciò ad ansimare sempre più rumorosamente e il suo corpo ad avere sempre più frequenti spasmi.
Venne copiosamente, il viso di Miriam brillava alla luce grazie al mix di saliva e umori.
La cliente si prese quindi qualche minuto di pausa e mi chiese di passare alla penultima richiesta.
‘Bene Miriam, ora puoi muoverti, girati metti le gambe sui bordi del tavolo, ora ti metto un cuscino dietro la schiena per stare più comoda, così gambe aperte di devi aprire le grandi labbra, dovrai masturbarti senza venire con il numero di dita con cui ti toccherà la coscia la cliente, tutto chiaro?’
Solo un cenno di assenso. Nessuna parola. Si mise in posizione e cominciò a mostrare la sua bellissima figa, aprendo e chiudendo con le dita la sua fessura. La cliente appoggiò un dito.
Subito il dito di Miriam si avvicinò alla fessura e venne come risucchiato.
Un sospiro profondo di Miriam mi fece subito capire, che questo gioco sarebbe stata una bella tortura, infatti Miriam non aveva ancora trovato soddisfazione in tutta la serata e nemmeno avrebbe potuto.
Il suo dito entrava e usciva, andava sul clitoride, con lentezza. Non voleva esagerare e mettersi al limite. Alla cliente probabilmente questo non sfuggi e mise tre dita sulla coscia di Miriam.
Le tre dita non entrarono con la stessa facilità del primo, ma poco dopo Miriam si ritrovò a sospirare con più forza le dita fino in fondo alla sua figa. Probabilmente corpo e mente cominciavano ad andare in direzioni diverse, aumentò il ritmo.
La cliente mise 4 dita. Miriam obbedì inarcando la schiena. Tremava. Al classico movimento dentro e fuori aveva aggiunto uno rotatorio.
‘Ti prego’ ‘ gli scappò.
Dalla sua figa colavano gli umori. Il tavolo era diventato scivoloso.
La cliente mi chiese di avvicinarmi. Mi comunicò il suo cambio di programma. Annui.
‘Miriam, ok puoi smettere. La cliente ha deciso un finale diverso per te. Un bel 69 finch&egrave non viene, ma tu non hai il permesso di venire sennò il gioco finirà qui e non avrai manco un euro di quello pattuito?’
‘si.. si vabeenne’ Si’.’
La cosa si faceva interessante, una sfida e a vedere lo stato di Miriam, le sue possibilità di no venire erano davvero minime.
Penso che lo sapesse anche lei visto la voracità con cui, una volta che la cliente si mise sopra, attacco la sua figa con la lingua e il sapiente movimento delle mani ad allargarle le natiche e il massaggio sulla rosetta dell’ano. Sapeva che la sua unica speranza era nei primi momenti, per non perdersi nel suo piacere e far finire più in fretta possibile la tortura. La cliente non si fece intimidire ed attaccò subito il clitoride di Miriam infilandole un dito nel suo culo. Miriam rimase come folgorata attaccò ad ansimare e a muoversi con la figa verso la bocca della cliente, presa dal piacere entrò con tutto la lingua della figa della cliente per ‘slappare’ e succhiare tutto il suo succo come indemoniata.
La cliente venne in modo copioso, Miriam già in preda agli spasmi pre orgasmo dovette violentarsi per staccarsi dalla sua bocca, buttandosi letteralmente giù dal tavolo che nel mentre era diventato un lago. Erano entrambe straziate.
La cliente si girò e limonò Miriam che ricambiò il bacio.
Le lasciai il loro tempo, godendomi quello spettacolo, prima di richiamarle all’ordine.
‘Bene, ragazze il vostro tempo &egrave finito, Miriam hai 10 minuti. Ti porto in bagno, se vuoi puoi fumarti una sigaretta io faccio entrare il terzo cliente intanto.’

Entrai in bagno dove Miriam mi aspettava con la sigaretta ormai al termine.
‘Ti prego dimmi che mi farete venire???’
‘Non posso accennarti nulla, fa parte del gioco e delle richieste dei tuo clienti’
Era bellissima, già stravolta nuda e sui tacchi.
Gli sarei saltato addosso li per li, ma non potevo.
‘Andiamo il terzo cliente ti aspetta’
Un signore molto distinto sulla cinquantina si stava già spogliando e quando vide Miriam entrare gli si illuminarono gli occhi.
‘Miriam anche questo cliente ti conosce, ha dovuto pagare una bella somma per avere l’esclusiva su una parte del tuo corpo in un asta all’ultimo prezzo con un’altra persona’
‘ma quante persone sanno di”
‘shhh, non ti &egrave permesso parlare’
‘Ma’scu’.’
Una forte sculacciata da parte del cliente rimise subito Miriam in ordine.
Una mano rossa fece capolino sulla sua chiappa, e le sue proteste si trasformarono in mugolii di dolore.
‘Miriam, questo cliente ha pagato una bella somma, non &egrave certo qui per sentire le tue rimostranze, ma puoi sempre interrompere il gioco, ma come ti ho detto non vedrai un euro e sicuramente non potrò vigilare sui patti presi con i clienti sulla riservatezza’
Miriam era in gabbia, non avrebbe più potuto tirarsi indietro.
Non disse nulla.
‘Bene, allora come dicevo questo cliente ti conosce e ha pagato 500 euro per l’esclusiva’.
Il signore distinto era un papà di un bambino che frequentava la stessa scuola dei figli di Miriam e con un altro papà avevano contrattato fino all’ultimo per avere l’esclusiva sul suo culo.
‘Ora Miri, appoggiati con la pancia sul tavolo, dovrò legarti alle due gambe del tavolo le i polsi all’altra estremità, sarai a completa disposizione del suo volere e ti ricordo che anche questa volta non potrai venire, ma credo che sarà più facile in questo caso’
Lei sospirò non so se per disapprovazione sulla possibilità di venire o per la paura dell’ultima mia frase.
Ormai in trance si appoggio sul tavolo e procedetti all’operazione mentre il terzo cliente aveva già il cazzo in tiro. In realtà non lunghissimo ma davvero spesso, mi ricordava la forma di una lattina e la cosa non sarebbe di sicuro giovata a Miriam.
Ormai immobilizzata e oscenamente esposta alla nostra visione il cliente si avvicinò cominciandogli a stuzzicare la figa che in breve tempo cominciò a reagire a quei dolci tocchi.
Di sicuro non se lo aspettava, ma un’altra forte sculacciata arrivo sulla chiappa ancora inerme.
Miriam gridò dal dolore.
Ma era solo l’inizio Il cliente iniziò una lenta tortura tra brevi massaggi al clitoride e l’ano di Miriam con tanto di forti sculacciate.
Lei non capiva più nulla divisa tra il dolore e il piacere che cominciavano a mischiarsi. Le sue grida si erano trasformati in mugolii ritmici e il suo corpo reagiva al trattamento facendo inarcare in entrambe le occasioni il suo splendido culo verso l’alto.
Dopo un bel po’, il cliente prese dell’olio e comincio a massaggiare le parti ormai violacee del culo di Miriam alterando fortuite e brevi entrate con le dita nella sua figa.
Il cliente pensò che fosse il momento giusto, nella sua operazione si concentrò sul buco di Miriam. Cominciò a massaggiarlo e a riempirlo di olio tanto che il primo dito nel suo culo venne come risucchiato.
Miriam ebbe una scossa. ‘No, vi prego’ il culo no’..’. Non ebbe il tempo di finire che il cliente aveva già infilato due dita ad esplorazione di quel bel culo che cominciò a fare resistenza.
Il cliente tolse le dita e si avvicinò inesorabile con il suo cazzo al buco di Miriam.
Lei cominciò a gridare frasi sconnesse, mentre quel cazzo lattina cercava di aprire la via verso ciò che aveva pagato.
L’operazione non fu semplice, Miriam contraeva i muscoli continuando a dire no.
Mi avvicinai e chiesi al cliente un momento di pausa.
‘Miriam mi senti?’
‘Si’ si’.’
‘Miriam se vuoi interrompo ora il gioco dimmi solo si’
Era combattuta, e solo ora mi accorsi di quanto fosse incredibilmente eccitata.
‘no’. Voglio venire ti prego’.’
Feci un cenno al cliente che piuttosto indispettito non fece attendere Miriam.
Si avvicino come un falco, fece calare pesantemente la mano sul culo martoriato di Miriam che dal dolore inarcò la schiena aprendo il suo culo al cazzo-lattina.
Entrò con un colpo secco finò a metà.
Miriam gridò e in risposta ricevette un altro schiaffo e un’altra inarcata, che servi al cliente per finire l’operazione. Era entrato completamente nel suo culo.
In estasi prese i capelli di Miriam per tirarli al suo petto e inizio a scoparla in modo rude.
Il tavolo scricchiolava ed il suo rumore era solo coperto dai colpi delle chiappe di Miriam sulla pancia del cliente.
Miriam cominciò a gridare ‘Bastardo’ mi spacchi’. Siii’., toccami la figa ti prego!’
Il cliente non accosentì’ aumentò il suo ritmo e venne come ringhiando nel culo di Miriam.
Lei si accasciò sul tavolo ‘Vi pregoo’ voglio venire’ vi prego’..’.
‘Mi spiace Miriam non era nei patti. Ma non &egrave ancora finita il nostro cliente vuole vedere colare il suo frutto dal tuo culo. Spingi un pochino così ti libero dalle corde il prima possibile’
Uno spettacolo, lei legata con un rivolo di sperma che faceva capolino dal suo culo violaceo e violato. L’operazione durò circa cinque minuti. Il frutto biancastro del cliente uscì dal culo di Miram solleticandogli la figa per poi formare una pozza sul pavimento.
Il cliente era alle stelle. Mi sussurrò all’orecchio un grazie e si rivestì andandosene.
Mi sedetti sulla poltrona e mi godetti ancora un po’ lo spettacolo di lei legata e aperta.
Mi chiamava ma io ero perso nei miei pensieri finch&egrave il campanello non mi riportò sulla terra.
Il quarto cliente voleva entrare.

Slegai Miriam dalla sua posizione.
Le sue gambe tremavano e dovetti portarla di peso verso il bagno.
Solito rito la sbendai e gli diedi altri 10 minuti per ricomporsi.
“Tutto ok?”
“Chi era quel bastardo? Mi ha sfondato… e perch&egrave nessuno vuole farmi venire…”
“Miri questa sera sei un oggetto del piacere, sei pagata per questo, il tuo di piacere non era nei patti”.
Come un automa si mise sotto la doccia.
“torno subito vado a preparare di la”
Lascia Miriam da sola ed andai ad aprire la porta. A quel punto mi feci aiutare dall’ultimo cliente a liberare spazio nel soggiorno spostando il tavolo e i divani.
Tornai in bagno e trovai Miriam con faccia al muro e una mano tra le gambe.
Si stava toccando furiosamente.
“Non so se sprecherei così le tue energie, mi sa che avrai ancora bisogno per l’ultima tua fatica” dissi ridendo.
Lei mi guardo mezza incazzata e mezza incuriosita
“Non so se sono più pazza e zoccola io ad aver accettato tutto questo o tu più bastardo e depravato per aver organizzato questa serata”
“Sai che sono bravo in quello che faccio no?”
“Su forza bando alle ciance il 4 cliente ti vuole vestita con questi tacchi a spillo, queste calze e senza nulla di più, preparati che poi ti bendo”.
Si vesti, per così dire, in modo molto lento. Ormai l’imbarazzo che c’era stato poche ore prima era sparito. Miriam era eccitata e si mise calze e tacchi guardandomi in modo molto languido.
Avevo il cazzo durissimo e per l’ennesima volta stavo per cedere. Mandare il quarto cliente fuori di casa e approfittare di lei in ogni modo. Disciplina. Non era nel piano.
La bendai e la portai di la nel soggiorno.
“Miriam eccoci qui all’ultimo cliente, o meglio agli ultimi clienti. Sono in 8. Hanno fatto una colletta e ti hanno avuto per 550 euro. Dovrai farli venire tutti. Ma hanno scommesso tra di loro e l’ultimo che viene tra di loro non paga. A turni di 5 minuti a coppia ti avranno a disposizione. Nessuno potrà penetrarti per il resto possono fare quello che vogliono. Ovviamente prima li fai venire prima questa serata finirà.
Gli 8 bei ragazzi erano “gli amici”, o forse meglio dire i compagni di squadra di basket dell’ex compagno. Un mio amico ci aveva messo in contatto e subito si erano fatti avanti con un’offerta molto interessante. Un bel gioco per Miriam con sorpresa finale, e a quanto pare era stato lo stesso ex compagno a istigarli nel partecipare, anche se questo non sono mai riuscito a scoprirlo per davvero.
I primi 2 estratti si fecero avanti. Cominciarono a palpeggiare Miriam in tutto i modi, la fecero inginocchiare subito e il primo gli mise immediatamente il cazzo in bocca. Mentre l’altro gli prese la mano e si cominciò a farsi segare. Preso dall’eccitazione bastarono pochi colpi della sua mano per farlo venire e imbrattare le tette di Miriam.
Un fruscio di fondo si alzò subito e con ampi gesti di disapprovazione imprecarono contro il primo perdente. Tutti quindi si misero un preservativo, mentre ancora il secondo si faceva spompinare il terzo entrò in scena e coricandosi cominciò a leccare voracemente la figa di Miriam, che dal suo cambio di ritmo di respiro manifestava una certa approvazione. Un quarto si fece avanti e mise il cazzo in mano a Miriam. Ecco diciamo che le regole dei cinque minuti saltò quasi subito e alla fine tutti cominciarono a sgomitolare per avere un pezzo di suo corpo da toccare o molestare in qualche modo. Tutti intorno alla preda… Spostarono di nuovo il tavolo e appoggiarono Miriam sopra. Era circondata da cazzi che cercavano una via verso la sua bocca, mani che la toccavano ovunque, dita che la penetravano in ogni buco possibile.
Miriam era scossa, stava godendo in modo scabroso, cercava in ogni modo di agevolare la penetrazione della sua figa arrossata, gonfia e luccicante di umori.
Dovetti intervenire, con molta fatica, quando ovviamente quando le dita cominciarono a essere sostituite dai cazzi. I ragazzi erano incontenibili, cominciarono a violare qualsiasi regola.
C’&egrave che ci cominciò a incitarla a succhiare, chi le diceva che era figa, chi invece che l’avrebbe spaccata di cazzo fino al confessore che strappo a tutti una risata: “Non sai quante seghe mi sono fatto pensandoti”.
Insomma la questione mi era sfuggita di mano. Miriam faceva del suo meglio. Gente che era già venuta si rimise in gioco. Nonostante i miei ammonimenti, i cazzi continuavano a scivolare un po’ nella figa un po’ dietro nel buco ormai allargato dal cliente precedente.
Cercai a modo mio di rimettere ordine. Minacciandoli di non lasciar finire il gioco.
Dopo circa mezz’ora di pura anarchia finalmente riuscì ad riassettare la situazione. Solo due persone dovevano ancora venire. Tant’&egrave che si misero d’accordo per una sorta di pareggio con l’esclusiva di potergli venire in bocca entrambi senza preservativo. I compagni accettarono, anche perch&egrave quello che dovevano raccogliere per il gran finale bastava e avanzava.
I due ultimi ragazzi si alternarono per concludere la loro maratona nella bocca di Miriam con grande soddisfazione. Miriam ingoiò a forza trattenendo i conati.
Venne quindi presa e tra gli applausi e le grida venne fatta inginocchiare in mezzo alla stanza.
Fece quindi capolino la sorpresa finale. Un bel bicchiere di vino pieno del frutto della squadra.
Ognuno aveva scaricato il proprio seme del piacere contenuto all’interno del preservativo all’interno del bicchiere.
“Miriam tutto bene?”
Lei non rispose facendo un lieve cenno di si con la testa.
“Sei stata bravissima, ora però per chiudere con questi scalmanati ti manca solo più di bere il loro nettare”
“Che cazzo vuol di….” Non fece in tempo a finire la frase che capì subito dall’odore acre che emanava quel bicchiere che gli era stato avvicinato…
“No, no… ho già rischiato di vomitare… no questo”
Le voci di incitamento si rialzarono da parte di tutti.
“Miriam… sei alla fine… ti manca solo questo e potrai andartene…, non voglio ripetermi….sai quali sono le regole del gio…”
“ok ok dammi sto bicchiere….”
” Ehm no… dovrai succhiarlo dalla cannuccia….”
“che….ma cazzo che depravati”….
Presi una cannuccia e Miriam cominciò a succhiare in modo rigoroso e costante quel nettare viscoso. Non era così semplice. Ci mise più che qualche minuto e varie pause per buttarlo giù tutto in un clima di silenzio quasi irreale dopo tutto quel casino.
Miriam, nuda sui tacchi e le calze, con bicchiere in mano era costretta a succhiare forte ingoiando poco alla volta. Una favola.
Una volta finito i ragazzi si vestirono ed uscire non prima di molestare di nuovo Miriam chi con una toccatina fugace chi senza tanto contegno con forti palpate sulle tette e il suo povero culo.
I ragazzi uscirono.
La sbendai e lei finalmente riuscì a vedere gli ambienti in cui aveva passato le ultime ore.
Gli girai una siga e gli misi un plaid sulle spalle.
Avrei voluto baciarla ma era tutta imbrattata.
“fumati sta siga va, sei davvero stata brava, quasi quasi potremmo diventare soci e farci su un business”
“Vaffanculo” si accese la sigà e sparì verso il bagno.

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