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Orgasmi in costa azzurra

By 4 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Suzette era sempre una bella donna, ed ora un filo in carne. Era golosa, e un po’ la ciccia ricopriva le sue fattezze che erano state molto belle, ma un po’ di sovrappeso non dispiaceva a Leon che ne apprezzava le doti di femmina vogliosa, un po’ civetta con gli uomini, rea di qualche scopata di sfroso quando si occupava di arte, con i malestri pittori, ma a lui era sempre piaciuta, e lo faceva impazzire a letto con urletti di orgasmo simili a versi di un porcellino preso per le gambe.
Elène, l’amica inglese di Michelle, compagna di college, era l’unica ospite della famiglia: era una ragazza bellissima, molto magra e aveva un viso dai tratti un po’ orientalegguanti, per i cromosomi di una nonna cinese, fin troppo netti per una bellezza classica, ma che la facevano notare tra le ragazze delle spiagge della costa.
Aveva splendidi occhi azzurri, bei capelli neri, e un modo di fare misterioso, che faceva in genere molta presa su tutti gli uomini, ragazzi e adulti.
Quel pomeriggio, la osservava la padrona di casa Suzette, mentre si sistemava sul lettino delle piscina sul prendisole, in costume da bagno scuro’pensava ‘ da giovane, meditò, doveva essere stata una bella donna, alta e formosa. Forse non magra come Michelle, la sua compagna di stanza al college, che aveva avuto modo di tastare bene in qualche notte d’amore, nelle buie notti inglesi, ma del resto ogni tempo aveva i suoi canoni di bellezza, e alla sua epoca la magrezza non era certo considerata un pregio come oggi’.
Le forme della donna erano visibili anche oggi: il seno era prosperoso, nel costume. Ma non più sodo come un tempo.
Elène si trovava nella veranda, uno dei luoghi più utilizzati della villa: lì finora avevano fatto colazione, pranzato e si erano fermati la sera, sui divanetti attorno al tavolo, a giocare a carte, fumare e chiacchierare.
Anche Elène era in costume, un due pezzi blu scuro piuttosto carino, adatto ad essere indossato in villa durante il giorno.
Nel complesso, comunque, Michelle senz’altro più carina: di poco più alta, altrettanto magra, ma con curve più accentuate e meglio distribuite e con un viso simpatico e carino, dai tratti meridionali, i capelli castani scuri e gli occhi profondi.
Leon, il capofamiglia e padrone di casa, era a pochi metri da lei, e stava sistemando qualcosa della villa Elène non sapeva cosa. Aveva sempre parecchio da fare.
Stare dietro alla villa era il suo hobby. In quel momento indossava dei calzoncini di costume rossi, lunghi al ginocchio, ovviamente firmati, ed era a torso nudo.
Oscar, il secondo figlio di Suzette con Leon, era maniacodi fotografia e in particolare di quella un po’ erotica, aveva un collezione di migliaia di foro scaricate da facebook su cui aveva vari profili fake collegati al gran arte delle attrici , modelle, escore e pornostar presenti, e anche da Istagram, Pinterest, Tumblr e twitter.
Inoltre il suo dieltto estivo era passare sulle balconate delle spiagge con un potente teleobbiettivoe fotografare il bikini bridge delle donne stese a prendere il sole e se gli riusciva, ed era felice quando succedeva, anche il loro Camel Toe.
Nelle passeggiate lungomare faceva la caccia al Tihg gap delle ragazze che passavano.
Era segretamente innamorato della cameriera marocchina Aziza, che sapeva che a volte veniva trombata da suo papà, e cercav di fotografarla nei momenti di intimità, o in piscina o nella su astessa camera, la cui porta lei lasciava aperta apposta.
Poi delle foto faceva uso personale, masturbandosi per intere serate, aiutandosi anche con qualche pezzo di biancheria intima, meglio se sporca, che riusciva a trafugare alle donne di casa, non facendo differenza ta mamma, sorellastra, cameriere o ospiti.
La nuova camerierina normanna appena assunta stava scalzando la sua passione per Aziza. Con quei suo peli pubici candidi tagliati fino all’attaccatura del solco, che aveva visto spiando nella sua doccia.
Leon era abbronzato. Anche lui era leggermente sovrappeso, ma non di molto: da giovane era stato un tipo sportivo, campione di Golf.
Michelle, la sua figliastra, indossava il reggipetto del costume, in questo caso un bikini marrone con coppe classiche, e degli shorts, in questo caso rossi.
Non era solita stare semplicemente in costume, in casa, Elène se ne era accorta, ma aveva deciso di mantenere le proprie abitudini e stare quasi sempre in bikini, anche perché aveva notato che sia Suzette che Leon passavano la giornata in costume senza problemi, e si presentavano spesso così anche a tavola.
– Eccomi! – disse Michelle allegramente. – Andiamo in spiaggia allora? – Yes. Nella borsa c’è già tutto? Verificarono di avere da leggere, e recuperarono borsa e ombrellone. Poi si spostarono a poppa, dove c’era la passerella e dove trafficava Leon
Michelle passò per prima, salutandolo. – Ciao Leon , noi andiamo in spiaggia! – Va bene, ciao cara. Elène si fermò un momento sulla soglia della zona piscina. – Cosa sta aggiustando? Leon alzò lo sguardo. Elène , in piedi un po’ più in alto di lui, era in bikini, con la sacca dell’ombrellone in spalla. Era magra, abbronzata, le gambe sottili, non lunghissime, lisce, il ventre piatto. Il costume era piccolo, sia nel taglio, che proprio nelle dimensioni delle coppe. Lo guardava da dietro i grandi occhiali da sole scuri, squadrati come andava di moda. L’uomo le sorrise. – Sto pulendo le guarnizioni del circuito dell’acqua della piscina. – Ah, allora è importante – commentò Elène , con tono affascinato. Leon non capì fino a che punto scherzava – non lo capiva quasi mai. – Beh’ tutto è importante e costoso, in questa casa! – scherzò. Elène si limitò a sorridere, e proseguì, raggiungendo Michelle. C’erano diverse spiagge attorno al porto del paese e potevano essere raggiunte a piedi in pochi minuti di cammino.
Le due ragazze tornarono dalla spiaggia verso le sei di sera. Michelle fu la prima a farsi la doccia. Elène sedette in veranda, su un divanetto, con le gambe raccolte, ad aspettare. Indossava ancora gli occhiali da sole, e ogni tanto trafficava con il cellulare.
Suzette e Leon le avevano salutate al loro rientro. Suzette era ancora in piscina, a prendere l’ultimo sole, e fumava una sigaretta.
Leon indossava una polo: probabilmente era stato in paese a comprare qualcosa per la villa. Quando Elène sedette, l’uomo era alla piscina con la moglie. Pochi minuti dopo tornò indietro ed apparve in veranda. Mani sui fianchi, sorrise a Elène – Allora, era bello in spiaggia? – Sì – sorrise Elène . – Non c’è tanta gente. – No’ il grosso arriverà settimana prossima. Adesso è ancora presto.
Elène scriveva al cellulare, e l’uomo le diede un’occhiata discreta. Il reggiseno del costume era carino, giovane e al tempo stesso elegante. E le coppe piuttosto piccole. Una seconda scarsa, giudicò Leon . Le osservò il decoltée magro, intravide la forma delle clavicole. Vide il leggero rigonfiamento morbido sul petto, che spariva nelle coppe del reggiseno, e notò una vena, appena percepibile in trasparenza, vagamente verdognola, che scendeva dal petto lungo l’attaccatura del seno destro. Anch’essa spariva dietro al costume.
Elène posò infine il cellulare e si alzò in piedi, stirandosi e sbadigliando. Si accostò a Leon , anche lei mani sui fianchi.
Michelle nel frattempo aveva finito. Si affacciò per dire a Elène che la doccia era libera ma che l’acqua ristagnava nello scarico e poi si infilò nella loro stanza. – Allora come faccio? ‘ – scherzò la ragazza, muovendosi verso l’interno. Leon disse, aspetta che vengo a vdere se posso sturare lo scarico .
Entrarono entrambi, prima Elène poi Leon , e si diressero al bagno. Elène aprì la porta. Dentro tutto era bagnato per la doccia appena fatta da Michelle e il costume da bagno della ragazza era nel lavandino.- Guarda’ entra pure – le disse Leon . Elène entrò, e restò in piedi nel bagnetto, grande all’incirca come due cabine da doccia normali. Elène si piegò in avanti col busto, mantenendo le gambe dritte, per guardare più da vicino il buco dello scarico otturato. – Ma quindi l’acqua non va giù’dobbiamo svuotarla?
A Leon scivolò un momento lo sguardo sulla schiena e poi sui glutei della ragazza, piccoli, magri e sodi, coperti solo in parte dal costumino sgambato. – Sì, l’ho già svuotata io ieri sera con il sifone. – Ah’ ecco che cos’era quel rumore’ che ho chiesto a Michelle se c’era un animale in casa.. Di nuovo Leon rise.
Elène era di nuovo dritta, girata ora verso di lui. Leon notò che aveva una mano appoggiata al lavandino, mentre con l’altra si sfiorava il ventre piatto e dritto. Per un istante restarono in silenzio, immobili. Elène aveva uno sguardo diretto, con quegli occhi chiari e luminosi, e Leon , come spesso capitava, dopo poco scostava lo sguardo. Questa volta gli cadde di nuovo sulla sottile vena che le si vedeva in trasparenza sul petto, a destra.
Poi, più in basso, sulla mano di lei, che era scivolata sul basso ventre, ed il cui pollice toccava il bordino elastico degli slip.
Percependo che la situazione stava diventando vagamente imbarazzante, Leon sorrise ancora e si mosse. – Bene – disse, un po’ scende, – se hai bisogno chiamami. O chiama Michelle – aggiunse subito, correggendosi. – Ok – disse Elène , con un sorriso, e lo guardò allontanarsi. Prima di fare la doccia Elène andò in camera, dove la sua compagna si stava cambiando, le diede un bacio sulla bocca, le disse ‘ grazie di avermi invitato qui, è tutto così bello’poi ..il tuo patrigno..papà..è così gentile, affascinante’sai, nel bagnetto con lui mi sono bagnata sotto”
Michelle disse ‘ dai..lascialo stare brutta troia’non complichiamoci la vita qui’già abbiamo tutti i cazzi che vogliamo in college’sei qui per fare vacanza’!’
Leon , che si era fermato in veranda, senza nulla in particolare da fare, la sentì poi tornare verso il bagno, e gettò un occhio all’interno vedendola passare: di spalle, aveva le braccia conserte dalle quali pendeva un asciugamano. Indossava ancora gli slip del costume, ma non più il reggiseno: la lunga schiena era nuda, magra ma piena, dritta, delicata, un formicolio gli trapassò la prostata.
Quella sera cenarono in paese. Dopo cena, in veranda, bevendo del liquore e giocando a carte.
La mattina seguente Suzette e le due ragazze si recarono in paese a fare spesa. Pranzarono tutti quanti in casa, e subito dopo pranzo Leon andò in paese da solo, per prendere alcuni attrezzi che gli mancavano.
Faceva caldo, e il porto era tranquillo. Suzette si era stesa a prua. Dopo una mezz’ora, tornò in piscina per parlare alle ragazze, che non sentiva da un po’ di tempo. – Ragazze – chiamò piano, dalla veranda. ‘ Michelle, Elène? – Sì – risposero entrambe, in coro. Poi Michelle aggiunse: – siamo in camera, mammai.
Suzette entrò e scese i pochi gradini che portavano alle stanza da letto, quindi svoltò a sinistra. La porta della loro camera era aperta, Michelle e Elène erano stese sul letto a riposare, si sentiva un odore intenso che lei riconobbe come di sessi femminili eccitati.
Suzette si fermò sulla soglia e le due ragazze girarono la testa all’indietro e le sorrisero. Michelle era stesa a sinistra. In bikini, aveva in mano un giornale di gossip. Elène , alla sua destra, aveva una giornale di cruciverbi e una biro. Elène aveva il bikini del giorno prima, ma soltanto gli slip: era senza reggiseno.
Sul momento, Suzette rimase un po’ sorpresa. Poi subito pensò che in casa c’erano solo loro, tutte donne. E sapeva che le ragazze erano amiche intime.
In ogni caso non poté trattenersi dall’osservare brevemente il petto di Elène : il piccolo seno, di forma appuntita, piramidale, sodo ma appena accennato, era appena più chiaro del resto del busto magro, ed era sormontato da piccoli capezzoli scuri, circolari che in quel momento stillavano una goccia di liquido. – Stavate riposando? – chiese la donna dopo un attimo, un po’ ingenuamente, con un sorriso. – Sì – confermò Michelle ..mamma, sai dopo l’orgasmo’e le indicò un vibratore viola a due punte che giaceva sul comodino, ancora imperlato di umori vaginali. – Cioè, io sto facendo un cruciverba difficilissimo’ – scherzò Elène- mi fa eccitare tutta! Sono sudata! Perdo sudore perfino dai capezzoli! – Fa caldo – aggiunse Michelle – Sì, oggi non c’è aria’ Volevo chiedervi se volevate un caffè – propose. Le ragazze rifiutarono, ma Michelle chiese invece da bere. Suzette andò allora, con disponibilità materna, a riempire loro due bicchieri di succo fresco. Tornò in camera e questa volta entrò. Si sporse su di loro e depositò un bicchiere in mano a ciascuna. Le sembrò un po’ strano porgerlo a Elène , che teneva le mani proprio sopra il piccolo, giovane seno nudo. Ma subito Suzette si diede mentalmente della vecchia ammuffita. Per tanti anni lei stessa aveva fatto regolarmente topless in spiaggia. E aveva un seno ben più’ importante di quello di Elène e la masturbazione tra donne l’aveva praticata anche lei in college.
– Stavo pensando di andare ancora in paese per il pesce’ così non devo tornare stasera – disse, mentre le ragazze, sollevatesi a sedere, bevevano. – Andiamo anche noi? – chiese Michelle a Elène – o io ho caldo – rispose secca Elène . – Dai io vado’ tu aspetti qui?
– Ok. Decisero le ragazze, Suzette non seppe cosa aggiungere. Poco dopo, Michelle e sua mamma si incamminarono verso il paese.
Rimasta sola in casa, Elène si alzò. Così com’era, in slip e a seno nudo, camminò nella veranda e si affacciò a guardare la zona piscina. Si girò, e camminò ancora nella tavernetta deserta. Alzò le braccia in aria, stirandosi, e mormorò: – Aaah’ finalmente. Tutta mia’ – Si fermò, sorrise: – La mia villa- aggiunse, per scherzare.
Tornò in camera a prendere il giornale di cruciverba , e con essa si stese su un divano in piscina . Vestita dei soli slip. Da sola.
Alcuni minuti più tardi, Elène era ancora sola quando sentì parlare e un rumore di auto n avvicinamento. Si alzò, incuriosita, e guardò fuori dalla finestra : vide una Jaguar XK in avvicinamento, e sapeva che chi era in una villa doveva occuparsi di chi veniva, anche per prudenza.. Elène uscì allora in veranda, per cominciare, ad osservare. Vedendo l’auto di lusso puntare dritta verso il loro cancello, Elène andò e si sporse a guardare dalla porticina attigua.
L’uomo, alla guida le fece un cenno e un sorriso, e disse ‘grazie’. Lei rispose salutando. Intanto contrasse nuovamente i muscoli del corpo magro e seminudo, per spingere il cancello in modo che non sbattesse. Nell’auto c’era una bella donna, che non faceva alcunchè. Elène ebbe l’impressione che la stesse fissando. Sorrise e la salutò, ma quella non rispose. L’auto si fermò nel piazzale ed Elène si raddrizzò e rimase a guardare, mani sui fianchi, senza più nascondere, ormai, il petto nudo.
In quel mentre sentì dei passi dietro di lei . Si girò, e vide Leon , che tornava con un sacchetto di plastica in mano.
L’uomo osservò i nuovi arrivati, giudicò che fossero gente che andava nella villa vicina e non da loro, e aveva naturalmente già visto Elène da lontano, e non poteva non essersi accorto del fatto che indossava soltanto gli slip del costume.
Elène si voltò e scese in veranda, andandogli incontro. Mantenne una mano su un fianco, mentre l’altra se l’appese ad una spalla, coprendosi così parzialmente, con vago pudore, almeno un seno.
Fissò in ogni caso Leon con sguardo diretto e con un sorriso che mostrava sicurezza.
– E’ arrivata la macchina all’improvviso. Ero in camera a dormire, sono uscita di corsa, non conosco i vostri amici, o avevo paura che fossero ladri’
Parlò piano, e anche Leon le rispose a voce bassa, guardando la Jaguar appena parcheggiata .
– E’ sempre così’ vengono qui, si posteggiano, poi , magari trovi le sorprese’ vetri rotti, o peggio.
– Ma quei due mi sembrano gente per bene, la donna se ne stava seduta’ io ero appesa al portino a guardare che erano e lei stava lì seduta tranquilla, a guardare. Almeno l’uomo mi ha fatto un cenno di saluto! – Tsk! Tipico’ la dama di bordo’
Elène si voltò, e tornò verso la villa, dando le spalle a Leon che si rese conto in quel momento, osservandola da dietro, che le stava vedendo il corpo interamente nudo, eccezion fatta per i sottili slip. Per il resto, la stava guardando nuda.
Erano uno accanto all’altra, in piedi. Appena si raddrizzarono, il proprietario della Jaguar venne verso il cancello di fronte a loro.
– Buongiorno! – disse l’uomo, un po’ sovrappeso.
Leon e Elène salutarono entrambi.
– Questa è la villa Giunchiglia? – chiese quello.
– Sì, siamo noi – lo rassicurò Leon .
– Bene. – Poi, rivolgendosi direttamente a Elène , l’uomo disse: – Grazie per l’aiuto all’ingresso. Scusi se l’abbiamo spaventata! po”
– Eh, insomma’ E’ che ero sola e mi sentivo ‘ una guardiana’ ‘
Mentre parlava, entrambi gli uomini la guardavano, sorridendo.
– Eh lo so, queste ville queste sono solitarie – ammise l’uomo. – Voi siete in vacanza o vivete qui?
– No, viviamo qui – rispose Leon .
– Eh, sembra un bel posto. Vi trovate bene? – chiese ancora, questa volta rivolgendosi a Elène .
La ragazza sorrise e rispose come se fosse lei la proprietaria della villa
– Sì’ c’è anche il paese a dieci minuti a piedi, con negozi di tutti i tipi’ e poi ci sono varie spiagge sempre che si raggiungono a piedi’
L’uomo ascoltò con interesse la descrizione, infine, prima di congedarsi, porse la mano e si presentò ‘, sono Jorge Himenez, amico dei vostri vicini della villa Brughiera, gli Hispano e quella che era con me è la mia compagna Giuliette, una cantante’ Sia Leon che Elène la strinsero, presentandosi a loro volta soltanto per nome. Lui disse, se possiamo avervi ospiti dai nostri amici una di queste sere, ne saremo felici. Loro dissero, grazie, gradiamo di sicuro e ci sentiamo senz’altro, poi Leon si scostò, e fece cenno a Elène di passare, sfiorandole una spalla nuda. La ragazza salì alla in veranda, e si girò di nuovo a fronteggiarlo, sistemandosi con le mani gli slip sul sedere.
– Suzette e Michelle sono andate a prendere il pesce in paese’
– Sì, le ho incrociate’ Io sono tornato per sistemare gli attrezzi’
– Li ha trovati?
– Sì’ sì.
Elène esitò ancora qualche istante, guardandosi intorno, mani sui fianchi. Leon , per l’ennesima volta in quei minuti, lanciò qualche occhiata al suo busto nudo, al petto magro, al seno: nudo, piccolo, piramidale, sodo, liscio, leggermente chiaro, sormontato da piccoli capezzoli violacei e rotondi, carnosi come bottoni.
– Stavi dormendo? – ruppe il silenzio l’uomo, con una domanda che sperava suonasse innocua.
– Sì’ ero a letto ‘ poi ho sentito il rumore della Jaguar, le voci di loro che parlavano’ ho visto da dentro che forse erano diretti qui e allora sono corsa fuori subito a dire che i padroni non c’erano, non potevo sapere che erano gente per bene.
– Hai fatto bene’ mi spiace per il disturbo’
– Eh vabbè. Per curare la villa’ – sorrise, fissando Leon negli occhi e inducendolo a sorridere a sua volta. – Va beh io vado a cambiarmi – aggiunse infine Elène .
– Certo, va bene’
La ragazza rientrò in casa.
Leon , rimasto solo, si dedicò ad estrarre i nuovi attrezzi. E a confrontare mentalmente la visione di Elène nuda con quella che si era immaginato.
Per calmare i bollori andò alla piscina e fece un bel tuffo .
Elène uscì dalla casa dicendo ‘ ho sentito splash’bella idea, dopo tutte quelle chiacchiere al sole e si tuffò anche lei, lui notò aveva messo il reggiseno.. nuotarono un po’ nella grande piscina sotto la villa e casa, quando stavano per uscire lui si trovò sott’acqua il sedere di Elène davanti a lui, e non resistette ad allungare una mano e tirarla verso di lui, e così facendo risalì dall’acqua appoggiandosi con la testa al bordo della piscina, rimanendo fino al torso in acqua, e tirò lei insieme a sè, in modo che lei si ritrovasse girata verso di lui, con le mani appoggiate al suo petto. Lei stemperò l’imbarazzo con un sorriso “Oh mio salvatore, mi hai salvato dall’annegamento!” gli disse con finta aria di principessa in pericolo, facendo gli occhi dolci e subito mise le sue braccia attorno al suo collo e appoggiò le sue labbra sulle sue dandogli un lungo bacio, schiudendo subito la sua bocca e facendo entrare la sua lingua nella sua, al che lui risposi subito stringendola a se per i suoi magri fianchi e iniziando ad accarezzare la sua lingua.
Di risposta, oltre ad aumentare l’intensità del bacio, sentì la sua manina scendere a cingergli il membro già in semi erezione, iniziando un lento movimento di sega a metà filo d’acqua, dicendo “Hei cosa abbiamo qua!” disse Elène “Mmmh questa scenetta mi fa venire una certa voglia…”aggiunse ‘ma usciti dall’acqua, lei scappò via lasciandolo in tensione e insoddisfatto..
Verso le sei, tornarono a casa tutti, le due cameriere Aziza, la cameriera marocchina e Blanche, la bionda normanna e andarono a cambiarsi e poi Michelle e Suzette, tutte rosse per il sole.. .
Mancava solo Oscar che era in giro in motorino.

Dopo le docce si preparava la cena, le cameriere erano impegnate in cucina e chiacchieravano dei fatti loro, Blanche raccontava ad Aziza che nelle ore di libertà dalle tre del pomeriggio era uscita dal servizio e si era fatta dare un passaggio dal Piscinero Reneè con la sua peugeot 306 vecchia .ù

Lui aveva voluto fermarsi in un boschetto le aveva messo le mani tra le gambe baciandola e poi l’aveva scopata sul cofano della macchina. Sorridendo lei disse sai ha un membre pas mal, mi ha fatto jour beaucopup..guarda, e dalla tasca del grembiule estrasse i suoi slip di seta e glieli fece vedere guarda come li ha impiastricciati, e Aziza li toccò soppesandoli e disse hmmm.

Tu sai que meme la jardinier’ George, quando sono andati via tutti mi ha portato nel casotto degli attrezzi e mi ha fatto appoggiare le mani sul trattorino tagliaerba, poi mi ha leccato tutta in ginocchio sotto di me e poi me lo ha messo dentro, col preservativo, per almeno un quarto d’ora! Sono venuta tre volte, mi faceva male la pancia, poi mi ha costretto a bere quello che aveva fatto nel preservativo, sai come sono certi, mi è venuto un pò di vomito ma poi ha voluto che gli facessi un pompino e non ci crederai che dopo 10 minuti mi è venuto di nuovo in bocca’e rideva..devi provarlo!
Intanto era entrata la signora Suzette dicendo con voce imperiosa’ allora è quasi pronto il potage? E le veau con le pureè? , e tu Aziza lava bene le verdure, andiamo a tavola fra 15 minuti! Non fateci aspettare!
Aziza, appena uscita la signora disse ‘stupida troia, la odio, se non fosse per il marito me ne sarei già andata’ma ui quando mi scopa mi da cento euro e a volte mi fa anche venire, tu non te lo sei mai fatto?
Blanche era al servizio da poco più di un mese, come aiuto estivo, disse, so che mi guarda e mi spia a volte in camera, ma non mi ha mai voluto avvicinare..proverò’ma sai che il mio obiettivo è oscar ! ha 18 anni e pensa com’è duro’con lui non voglio essere pagata’
E Aziza disse, ma,sai quello lì è strano, lui si eccita con le foto, spesso lo vedo che fa foto mentre mi lavo, poi mi ruba la biancheria, a volte ho trovato le mie mutandine o un mio reggiseno facendo il suo letto, tutti sporchi di liquido suo, sono sicuro l”ho odorato..e una volta gli ho fatto un pompino e l’odore era quello, ma lui ha paura delle donne..sai, con quella sorella’e Blanche disse ‘perché Michelle cosa fa? ‘ ma lei riuscì solo a dire è ninfomane’poi arrivò la signora battendo le mani su su portate a tavola!
Aziza disse fra i denti subito madame’poi aggiunse rivolta a Blanche grida come quando si fa chiavare dal massaggiatore, come una maialina.
Portarono tutto in tavola e la famiglia si riunì, anche Oscar appena arrivato con il motorino e l’inseparabile macchina fotografica che aveva immortalato qualche decina di Bikini Bridge sulle spiagge quel pomeriggio.
In sala da pranzo gli altri stavano radunandosi in attesa di prendere l’aperitivo e mentre Leon e la padrona di casa eravamo intenti a assegnare i posti a tavola e sua moglie era in sala con gli altri quando Elène passò’ davanti a lui e si fermò’, gli era di schiena, si trovava fra lui ed il tavolo, gli afferrò le mano e se le mise sui fianchi e gli sussurrò : ‘stringimi e baciami sul collo ti prego!’ e poi si allontanò.
Era fremente, per tutta la cena, e quando lei disse ‘oh…mi è caduto un orecchino e si infilò sotto il tavolo facendo finta di cercarlo e gli tastò il cavallo dei pantaloni, lui per farla finire si inginocchiò anche lui dicendo te ‘lo prendo io’ , ma le loro bocche si congiunsero con una slinguatina mentre sopra tutti chiacchieravano’ poi mentre se lo rimetteva lei lo guardava e si leccava le labbra, roba da non credere.., lui persi la ragione, ci proponemmo per cucinare come dolce la banana flambeè, Suzette lo guardò stupita’non lo faceva mai a casa, ma siccome stava parlando con la figlia ed il figlio non ci badò e lo lasciò fare.
Elenè andò in camera e uscì con dei blu jeans diversi, si mise un grembiulino e iniziò a preparare zucchero e banane.
Mentre le cameriere andavano e venivano con i piatti sporchi ed erano tutte e due nella zona lavatoio, loro vicino ai fornelli ogni pezzo di banana tagliata che lui le passava Elène gli faceva segno con la lingua.
Lui era incantato poi non resistette più, verificò che gli altri stessero chiacchierando, la girò verso di sè e iniziò a baciarla sulle labbra mettendo le mano fra i capelli, lei appoggiava il seno al suo braccio’si strusciava, il seno duro da giovane, lo faceva impazzire di desiderio’Osarono, mentre la cucina era vuota e le banane sfigolavano, e si sentiva la gente di là che chiacchierava e potevamo pensare di avere qualche istante di intimità’lui la portò addosso al tavolo, stringendola leggermente e lei a quel punto gli mise le sue mano sulla schiena, lui ebbe la sensazione bellissima trovarmi tra le sue braccia, la baciò ripetutamente sulla labbra, le mordicchiò poi scesi sul collo e lei tirò la testa indietro, e lei ricambiò, prese a baciarlo sul collo, e con le labbra addosso si fermò e all’orecchio gli disse tocca qui, dirigendo la mano al cavallo dei jeans.
Mentre le banane bruciacchiavano la mano di Leon entrò nel corpo umido di Elène, la svergognata aveva tagliato i jeans sotto la cucitura della zip e in corrispondenza della fica, che si poteva raggiungere senza toglierseli. Gli sussurrò ‘ fammi godere, ho voglia’ e lui si abbassò a leccarle la patatina, dentro la stoffa dura dei jeans e lei da subito iniziò a tremare, le massaggiava il clitoride e le allargavo dolcemente le labbra baciandola lentamente al suo interno, lei mise un piccolo gemito e inaspettatamente venne ma invece di stringere le gambe, riuscì’ a tenerle divaricate tanto che lui proseguì a masturbarla’ma subito lei gridò ‘ le banane !!!! ‘ e corse a toglierle da fuoco salvando il piatto ormai tutto caramellato, ma era ancora mangiabile’le cameriere accorsero al grido e si accorsero che tar i due c’era qualcosa, ma non fecero commenti e portarono i dolci a tavola, cobe furono accolti con un applauso e anche la cara amica Elène e il padrone di casa, un filo frastornato.
La notte sua moglie lo toccò un pò ma lui era svuotato, e svogliato’le dissi ‘eh l’aria di mare, facciamo domani!’, lei disse ‘strano…di solito ti fa l’effetto opposto”
Il giorno dopo l’inferno continuava’i loro sguardi si cercavano sempre, ogni piccola scusa era buona per stare vicino ed accarezzarsi. Alla mattina a colazione il padrone della villa passò dietro la schiena nuda di Elène , e si fermò al tavolo imbandito dalle cameriere.
Elène si girò verso di lui, e si appoggiò di petto allo stipite. Leon si dedicava alle tazzine, allora fu Elène a parlare: – sai che il mio costume è sparito? Leon alzò gli occhi, e guardò la ragazza: metà del suo corpo era nascosto dalla porta L’altra metà era visibile, e vestito solo degli slip blu. Il braccio destro era basso, la mano afferrata allo stipite all’altezza del ventre. Il seno destro, nudo, era scoperto e visibile. Piccolo, puntuto, chiaro, con il capezzolo scuro e piccolo. – Sparito? – chiese, sorpreso.
Elène sorrise, soddisfatta della sorpresa ottenuta con le sue parole.
– Sì. Non si trova più. Michelle lo sta cercando.
– Ma l’hai lasciato in piscina ? – chiese Leon – Eh non credo. L’avrei visto. – Vuoi che provi a cercarlo da qualche parte? – No è inutile…disse tra se e se ma in modo che Elène sentisse: ‘ sai..a volte Oscar’come me ..è un po’ feticista..colleziona ehm’oggetti .. posso chiederti un favore? – Certo…- non dirlo in giro, poi te le compro un altro’non riseco a curare questa sua cosa, , e ha 18 anni compiuti’-
‘Tranquillo. disse Elène- capsico, ho avuto diversi ragazzi che mi rubavano le mutandine e poi le usavano per eiacularci dentro , lo trovavo un modo per dimostrare apprezzamento’ma per favore, me ne prendi un altro in camera? Perché Suzette si arrabbia se vado in giro così”
– Ah sì… certo… – Leon si mosse verso la stanza delle ragazze – Dove te lo prendo?… – Sopra l’armadio, a sinistra. Subito sopra nell’armadio. Ce n’è uno bianco e rosso… – Ok. Leon tornò indietro pochi secondi dopo. Aveva in mano un bikini bianco a pois rossi, slip e reggiseno. Lo porse a Elène , che lasciò la porta e gli si parò di fronte, senza più coprirsi i seni nudi. – Oh grazie… – sorrise.- E’ questo?… – Sì perfetto. – Ho preso tutto… – Eh sì, se no sta male metà e metà – sorrise Elène , e Leon non capì se era uno scherzo o no, ma per precauzione sorrise. Elène intanto si girò, considerando evidentemente finito lo scambio. Era nella zona piscina e tanto bastava a farle considerare legittimo il fatto di appoggiare il nuovo costume di fronte a sé e senza esitazione chinarsi, appoggiata al lavello, calandosi gli slip e sfilandoli poi dai piedi. Leon vide la schiena nuda e magra flettersi, e vide emergere il sedere, già abbastanza nudo fin da prima, ma ora completamente scoperto, magro e sodo, piccolo. Elène si raddrizzò, e lui la vide interamente nuda, da dietro. Rimase a fissarla, sorpreso e quasi inebetito.
Magra, slanciata, abbronzata. Magra. Morbosamente diversa da sua moglie’Intanto, nel giro forse di due o tre secondi, Elène tornò a chinarsi, questa volta per infilarsi gli slip del nuovo costume. Sollevò un piede e poi l’altro, mentre l’uomo le guardava le gambe sottili e nervose, e poi fece scivolare in su gli slip, con due mani, mentre lo sguardo dell’uomo si soffermava sul culo nudo, che poi venne ricoperto dal tessuto leggero e striminzito.
Buona parte dei glutei rimasero scoperti, abbronzati e lisci, sotto gli occhi rapiti dell’uomo.Con il reggipetto in mano Elène si voltò, ruotando su sé stessa, e si bloccò a fissare Leon . Sul volto le si disegnò un sorriso sorpreso, negli occhi un punto di domanda, poiché trovava l’uomo ancora lì e mostrava di aspettarsi diversamente. Leon aprì bocca, ma non seppe cosa dire. Elène non insistette oltre nel far notare la situazione, e si portò piuttosto il costume in posizione sul petto, coprendosi il seno e poi infilando le spalline.Si girò di nuovo di spalle dicendo: – Me lo allacci?… – Sì…Elène attese, mentre l’uomo allungava le mani sulla sua schiena magra e liscia. Lui prese i cordini e li unì, delicatamente, facendo un nodo con due belle galle. Si rese conto, mentre lo faceva, che gli era già capitato di immaginare l’operazione opposta: slacciarglielo.
Fino a circa metà mattina rimasero in piscina a oziare. Le ragazze erano intente a leggere riviste, quando Leon si fermò davanti a loro. – Ragazze, cosa volete fare questa sera? Possiamo stare qui la notte, oppure possiamo muoverci e raggiungere un ristorante figo. – Bello – sorrise Elène . Leon chiese se anche a Michelle il programma andava bene, e la ragazza non ebbe niente da obiettare. – Dai, allora facciamo così. Allora potete continuare a stare qui tranquille… Più tardi se volete potete anche fare un bagno… – Sì, io lo farei un bagno – intervenne Michelle – Elène tu lo fai? – Mmm… – a Elène l’idea sembrava annoiare. – Poi mi bagno il costume… – Eh beh te lo cambi! Dai, pigra… – Va bene, va bene…
Nuotarono e giocarono per parecchi minuti. Suzette le aveva raggiunte, restando però sul bordo, e scattò loro alcune foto. Porse loro anche gli asciugamani quando uscirono dall’acqua.
Elène si avvolse l’asciugamano attorno al corpo, sotto le braccia, come un lungo vestito, e da sotto si sfilò il reggiseno del costume.
Lo strizzò e lo stese. Poco dopo fece lo stesso con gli slip, mentre Michelle la imitò solo per quel che riguardava il reggiseno.
– Vado sotto a cambiarmi – disse Michelle dopo qualche minuto che erano uscite. Elène subito le chiese di portarle anche il proprio costume asciutto, spiegandole quale prendere, poi rimase sul divanetto raccogliendo le gambe. Giochicchiò col cellulare e parlò un po’ con Suzette Leon faceva avanti e indietro, sistemando qualcosa. Quando Michelle tornò indossava un reggipetto di costume bianco e dei calzoncini corti rossi. Porse a Elène il suo costume e sedette con loro. Elène ringraziò, e prontamente si infilò gli slip sotto l’asciugamano. Poi, in un momento in cui Leon era appena passato ed era entrato in casa , si sciolse l’asciugamano e si mise il reggiseno, in pochi secondi. Era un bikini blu, slip sgambati e sottili di un blu uniforme, reggiseno a fascia a righe orizzontali bianche e blu, unite da un finto nodo davanti allo sterno.
Era molto carino e giovane, e risaltava il suo fisico magro e sottile, sodo e tonico”Giovane’, pensò semplicemente Suzette provando per l’ennesima volta una punta d’invidia. Quando Elène si era messa il costume, lei le aveva rapidamente osservato il seno, piccolo ma così sodo e giovane. La stupiva notare quanto fosse sollevato e compatto, quanto la pelle di Elène fosse elastica e liscia.
Davvero era stata così anche lei?
Più tardi quella sera, prima di andare al ristorante, Suzette era a in camera con Leon, e gli confidò quei pensieri. – …Quando guardo Elène , in costume – gli disse, – rimango impressionata… ha un corpo così asciutto, la pelle così giovane… ma anch’io ero così, ?
Tu mi ricordi ancora quando eravamo ragazzi? – Certo che ti ricordo – le sorrise il marito, – e tu sei splendida anche adesso. Leon sapeva essere carino in famiglia e le sue gentilezze, per quanto prevedibili, non suonavano mai finte.- Sì, ma di una bellezza diversa – replicò la donna guardando il tramonto lontano. – Non avrò mai più un fisico giovane come il suo. – Ti riferisci a Elène ? – chiese Leon dopo un attimo. – Sì. Suzette continuava a guardare lontano, l’orizzonte. – Beh lei… ha un terzo dei tuoi anni… è normale che abbia anche un fisico… diverso. – A te lei piace? – chiese Suzette
Guardava sempre l’orizzonte, e Leon non fu certo se si trattava di una domanda o di un’affermazione. – A me? – chiese. – Sì. – Cosa vuol dire se mi piace? – Fisicamente, ti piace? La donna sembrava chiederlo quasi con indifferenza. Non lo incalzò, attese semplicemente che lui rispondesse alla domanda. – Ma dai….. è una ragazzina, ha l’età di Michelle ‘ – Non ti ho chiesto se la scoperesti – replicò Suzette questa volta girandosi a guardarlo con aria di rimprovero. – Ti ho chiesto – ribadì – se ti piace fisicamente quella ragazza così giovane. – Beh… è un po’… magra, per i miei gusti. – Lo so.
Ha il seno piccolo, e quasi non ha culo. A te è sempre piaciuto il culo delle mie amiche – disse la donna con un sorriso complice. Leon sorrise a sua volta, ma dentro di sé si era immaginato la scena… aveva immaginato di tenere Elène su di sé, afferrandola per i glutei. L’idea lo aveva eccitato più del previsto.
Suzette allungò una mano in mezzo alle sue gambe, sopra ai calzoncini, e gli tastò il membro, trovandolo indurito. – Mmm… – sorrise – ti ho fatto pensare a quando scopiamo..? – Scopare te è nei miei pensieri da quando ho 15 anni ! sei sempre nei miei pensieri – le sussurrò lui ad un orecchio. – Questa notte mi dai il tuo prode cavaliere come da ragazzi? – chiese lei. – Molto volentieri…
Lo fecero. Quando era ormai quasi mezzanotte, e si erano da più di mezz’ora ritirati tutti nelle proprie camere, Leon e Suzette che si erano già spogliati per la notte, si scambiarono uno sguardo d’intesa e iniziarono ad accarezzarsi e baciarsi. Suzette si stese sul letto di prua supina, in sottoveste bianca molto trasparente. Se la sollevò, e sotto non indossava altro, e attese che Leon si stendesse sopra di lei, a torso nudo, i calzoni del pigiama calati sulle cosce. Il suo membro duro si fece rapidamente largo fra l’umido delle grandi labbra di lei, ed iniziò a penetrarla. Suzette gemette debolmente, mentre il fruscìo dei vestiti e delle lenzuola e qualche cigolìo accompagnavano il loro ritmico amplesso. Non era eccezionalmente passionale, ma era comunque molto piacevole. Proprio in quel mentre sentirono rumori nel bagno attiguo alla loro stanza . Suzette fermò Leon con una mano. Rimasero immobili.
Era stato il rumore della porta che si chiudeva, seguito da altri rumori provenienti da dentro il bagno. L’ultimo fu inequivocabile: il discreto sibilo dell’urina nella tazza. – Ma nel nostro bagno? – chiese Suzette – Sarà Michelle .. – ipotizzò l’uomo. Suzette lo spinse a indietreggiare e sfilarsi, quindi si alzò a sedere. ‘ Michelle ? – chiamò dopo un attimo. Da dentro il bagno, dopo qualche secondo, rispose una voce attutita: – Sono Elène .
Nessuno dei due disse nulla, per la sorpresa. Fu la stessa Elène , qualche secondo dopo, a rompere nuovamente il silenzio. – Il nostro bagno non funziona di nuovo..non scarica. Michelle mi ha detto di venire in questo, perché ha detto che forse l’altro è chiuso. Cioè i tubi… non so. I due coniugi si guardarono. – Ah… ha… ha ragione – rispose infine Leon . – L’altro bagno ha gli scarichi chiusi. Ma come mai il vostro non funziona? Elène tirò l’acqua del water, e loro la sentirono scorrere.- Non lo so – rispose la ragazza. – Non si accende neppure la luce.- Ah… strano… La porta del bagno si riaprì, e la voce di Elène li raggiunse ora dal corridoio antistante la camera, meno attutita di prima. – Scusate – disse, – non volevo disturbarvi.
Suzette che prima si era chiesta se la ragazza avesse sentito qualcosa, ora ne ebbe la drastica conferma. – Ma figurati – rispose prontamente Leon , – hai fatto bene. Aspetta che vengo a controllare la luce… Così dicendo si alzò dal materasso, risollevò i calzoni del pigiama e se li riportò in vita, coprendo il membro ancora oblungo e leggermente umido. Anche Suzette si ricompose, per quando potesse fare con indosso quella sottoveste. Leon andò alla porta, si voltò e sorrise ad Suzette – Torno subito – le sussurrò.
La donna annuì. Aprì la porta e uscì nel corridoio, richiudendosela subito alle spalle. Elène era là in piedi, in cima al corridoietto. In bikini. – Sei ancora in costume? – le chiese Leon , perché fu la prima cosa che notò. – Me lo sono messa per venire in bagno – rispose lei enigmatica. – Dò… un’occhiata alla luce in bagno… Elène si voltò e gli fece strada. – Oppure potresti aprire l’altro bagno, così uso quello – gli propose intanto lei. – Sì, anche… L’uomo si soffermò un attimo al quadro elettrico, solo per constatare che gli interruttori erano sul verde. – Dovrebbe accendersi… sarà bruciata la lampadina allora. ‘
Apriamo l’altro? Elène attendeva vicino a lui, a braccia conserte. Non era particolarmente sorridente, notò l’uomo. – Sì – concordò, – poi domani la controllo. Elène si diresse per prima verso l’altro bagno, e l’uomo la seguì. Lo sguardo gli cadde un paio di volte sul suo sederino sodo, coperto solo dagli slip striminziti. In mutande, rifletté, sarebbe stata più coperta. Giunsero al bagno, vicino alla cabina non utilizzata e quindi lontano da entrambe le altre. Elène stette in piedi accanto alla porta, mentre Leon si chinò a terra per raggiungere i rubinetti. – Usi i calzoni del pigiama lunghi? – osservò la ragazzina. Leon si sorprese a riflettere sulla propria mise. In effetti, in condizioni normali, non si sarebbe mai presentato così di fronte a lei. – Sì – confermò lavorando – io uso sempre i calzoni lunghi… mi dà fastidio dormire con quelli corti. – Non hai caldo? – No, in genere no… – Ma sotto hai le mutande? – chiese la ragazza.
Leon si fermò un attimo. Finì di aprire i rubinetti, poi richiuse l’antina e la guardò brevemente. – …E’ importante? – chiese, in imbarazzo. – No, ero curiosa – sorrise per la prima volta Elène , con la sua solita, spiazzante ironia. – A me anche quelle danno fastidio – ammise poi la ragazza scrollando le spalle. Leon si rialzò, e si pulì le mani con uno straccio. – Quindi dormi senza? – chiese, sorridendo a sua volta. Nella poca luce forse non si notava, ma era arrossito.- Sì, io dormo nuda – spiegò Elène con tono quasi annoiato. – I vestiti mi danno fastidio, a letto. – Capisco… – Leon si sentì in dovere di interrompere quel dialogo, prima che sfuggisse al suo controllo. Forse gli era già sfuggito. – Bene, qui adesso funziona… Se ti serve ancora puoi venire qui. – Grazie. Elène gli sfilò accanto ed entrò nel bagno. Sempre a braccia conserte, si fermò a guardare l’uomo. – …lo usi subito? – chiese lui, sorpreso. La ragazzina annuì. – Ma… – Noi donne abbiamo sempre bisogno del bagno – disse la ragazza, sorridendo alle proprie parole. Ancora una volta Leon non capì quanto scherzava e quanto era seria. – Ok, allora… – fece per congedarsi, ma Elène lo interruppe ancora una volta rapidamente: – Io però te l’ho detto. – …Che cosa? – Come dormo.
La ragazza lo fissava con un sorriso enigmatico. Leon tacque alcuni secondi. – Tu non me lo dici? – lo incalzò lei. – …Di solito non le metto – cedette infine l’uomo, con un sorriso. – Mh. Immaginavo. Per qualche istante si fissarono negli occhi, e quelli di Elène brillavano e sorridevano, e Leon vi si perse. Poi lei accostò la porticina e lo ringraziò di nuovo, augurandogli buonanotte. Lui mormorò qualcosa in risposta, e si trovò davanti alla porta del bagno chiusa . Lentamente, si girò e si allontanò. Gli passarono mille possibilità d’azione per la testa. Ne scelse una. Tornò di fronte alla porta e bussò piano. – Elène … Sentì del movimento, poi la porta si aprì. Non del tutto, solo quel tanto che bastava ad inquadrare lei, in piedi oltre la soglia. Si era tolta il reggiseno, indossava soltanto gli slip. Leon guardò brevemente i piccoli seni nudi.
Suzette aveva ragione, aveva il seno piccolo, ma la pelle estremamente giovane e distesa, elastica. – Se ti servono degli asciugamani… cioè li avrai nell’altro bagno… sono nel mobiletto, sotto il lavello… prendili pure. Elène attese in silenzio mentre lui spiegava. Aveva quel vago sorriso disegnato sulle labbra sottili ma carnose. – Anche per il bidè? – gli chiese. – Sì… dovrebbero esserci tutti. – Ok. Elène guardò il mobiletto, poi tornò a guardare lui: – Mi aspetti che finisco? Ho quasi finito. – …Va bene… Lei richiuse la porta, e lui si chiese perché mai dovesse aspettarla. Eppure attese.
Non ci volle molto. Pochi secondi dopo la ragazzina riaprì la porta, e spense quasi subito la luce. Pochi attimi che bastarono a lui per notare che era senza più gli slip, teneva il costume in mano ed era interamente nuda. – Accompagnami alla mia camera, che è buio.
Lei gli prese un braccio e lo invitò a guidarla. Lui la precedette, facendole strada nella semioscurità della villa Le lanciò alcune occhiate, e intravide qualcosa del suo corpo nudo, sottile e liscio. Quando si fermarono erano davanti alla porta della camera delle ragazze, che era chiusa. Elène gli sorrise: – Grazie. Si teneva una mano, quella con in mano il costume, proprio davanti all’inguine.
L’altro braccio era disteso lungo il fianco, e per il resto era nuda. – Di niente – sorrise lui. Le guardò ancora fugacemente il seno nudo. – Allora buonanotte. – Buonanotte… Elène si voltò, e questa volta lui poté vederle il sedere interamente nudo, con il segno più chiaro del costume, le natiche sode e muscolose, lisce. Era un sedere piccolo, ma di forma bellissima. Lo guardò finché lei, senza più voltarsi, richiuse la porta alle proprie spalle. Elène raggiunse il suo letto e si infilò sotto il lenzuolo alla destra di Michelle ‘ – Tutto bene? – le chiese lei con voce assonnata. – Sei stata via un’ora… – Mi ha accompagnata Leon . – Ah.. ok… Poco dopo Michelle dormiva di nuovo.
Leon entrò nella camera matrimoniale, ancora illuminata, e si richiuse la porta alle spalle. Suzette si era infilata per metà sotto il lenzuolo, dal proprio lato, e lo attendeva. – Ci hai messo una vita – gli disse subito, mentre lui saliva sul letto accanto a lei. – La luce non andava… non so perché… le ho aperto l’altro bagno . La donna annuì, guardandolo. Mentre lui si stendeva al suo fianco, allungò una mano sul suo pacco. Trovò il pene allungato e glielo strinse leggermente. – Sei già duro ? – osservò. Leon sorrise. Era anche un po’ rosso in volto. – Non mi sono dimenticato di quello che stavamo facendo…- No, certo – disse la donna. Dopo un attimo chiese: – Elène era in pigiama? – N… no, perchè? La donna si sorprese. – Come no? E com’era vestita? – Era ancora in costume… – L’uomo sorrise: – ha detto che non usa il pigiama… fa troppo caldo. – Dorme nuda? – chiese. – O forse in costume… non so…La donna parve riflettere su quell’informazione. – Vuoi che riprendiamo… – azzardò lui dopo qualche secondo, anche perchè l’indurimento non smetteva, e lui decise di focalizzare quella tensione con un amplesso con la sua donna, si avvicinò, la baciò sul collo, ma – No – lo interruppe subito lei. ‘ non ora’dovevi venire prima’ Ora sono stanca. Leon non sapeva se essere contento o scontento’ pensando a Elène ‘per cui tutti i suoi testosteroni bollivano ancora bruciandogli il basso ventre’e annuì.
Dopo poco Suzette scivolò sotto il lenzuolo, sistemandosi distesa nel letto e si addormentò . A lei che non sentiva , comunque disse – Magari esco a controllare le luci dei bagni ‘e a fumarmi una sigaretta… – Va bene ‘ boffonchiò nel sonno la compagna . – Scusa, ma sono veramente stanca. – Lo so. – L’uomo si sporse, le sorrise e le diede un bacio in fronte, delicatamente. Poi si alzò e uscì, mentre lei spegneva la luce. Leon ripercorse il corridoio di poco prima, salì le scale, attraversò la veranda e uscì in giardino. Si fermò a osservare la serata silenziosa illuminata dalla luna. Le sue sigarette erano accanto all’ingresso: le prese, e se ne accese una. Fumò rivolto verso il mare, di spalle alla veranda.
Quando Elène gli parlò era appena dietro di lui, e lui non si sorprese. – Non hai sonno? – gli chiese. Un attimo dopo si fermava accanto a lui, le braccia conserte. Leon la guardò brevemente. Aveva di nuovo indosso il bikini. – Sigaretta serale… – Buona idea – annuì Elène . – Vuoi? – lui le porse il pacchetto. – Dividiamo – disse lei, alzando la mano verso la sigaretta già accesa. Lui gliela passò e lei fece due tiri, poi gliela restituì. – Che silenzio – commentò la ragazza. – E che bel fresco. Leon annuì. Un attimo dopo, Elène si slacciò facilmente il reggiseno, e lo posò su un divanetto davanti a loro. Gli chiese di nuovo la sigaretta e fumò a braccia conserte.- Si sta benissimo. – Già – concordò Leon . – Ti dà fastidio anche il costume, alla sera? – osò poi chiederle, con una vena di ironia. ‘
Tutto. Sto bene senza niente. – Fai pure – la invitò l’uomo, con un accenno di ironica cavalleria. Elène gli restituì la sigaretta, poi si prese gli slip e li calò, sfilandoli dai piedi. Li lasciò sopra al reggiseno. Leon guardò l’orizzonte, e la sagoma di Elène accanto a lui, sempre presente a margine del suo campo visivo. ‘ Stasera Michelle non te l’ha data.. ‘- disse Elène dopo un po’.. non era una domanda, ma un affermazione’Leon sorrise sorpreso. – Ma… senti proprio tutto?… – Non è che sento. Mi accorgo – sorrise Elène . – Ok… Non importa comunque… – Insomma. Leon la guardò, lei aveva quell’enigmatico sorriso sulle labbra. Guardò di nuovo il mare lontano. – E’ normale quando si sta insieme da un po’ di anni – disse infine, con tono un po’ troppo da maestro. – Grazie Leon per la spiegazione… – lo prese in giro subito Elène . Leon rise….scusa. – Io sono giovane. Non posso capire. – No?… – No. Io quando ho voglia, scopo.- Ah… capisco… – l’uomo sorrise, assecondando il gioco. Ma Elène cambiò registro. Avanzò di due passi, si girò e sedette sul divanetto di fronte. Era voltata verso di lui, adesso, e poteva vederla nuda. Completamente, nuda. Elène allargò le braccia, stendendole sullo schienale. Poi allargò anche la gamba destra, la sollevò, piegò il ginocchio e appoggiò il piede sul cuscino. In questo modo spalancò di fatto le cosce. Rimase a guardarlo.
Leon diede ancora un tiro alla sigaretta, stupendosi del proprio sangue freddo, poi la spense nel posacenere che aveva con sé. Appoggiò tutto il pacchetto sul divano a sinistra, quindi si chinò e si sedette accanto a Elène , accanto al suo ginocchio sollevato.
L’uomo si chinò in avanti, abbassò il viso fra le cosce della ragazza e le baciò il sesso esposto, inziando subito a leccarlo. Elène piegò il capo indietro, socchiuse le labbra, chiuse gli occhi, e ricevette quel meraviglioso servizio. Per diversi minuti l’uomo andò avanti a leccarle la passera, poi si interruppe, salì con la testa e si soffermò a leccarle e prenderle fra le labbra i capezzoli e i seni. A Elène piacque anche quello, e lo dimostrò muovendosi sotto di lui e sospirando piano.
Di nuovo Leon si interruppe, e questa volta guardò verso la veranda. Tutto era in silenzio, e fermo e buio, ma lui era in apprensione. – Chiudi la porta scorrevole – gli sussurrò lei, con senso pratico tutto femminile. Leon seguì il suo consiglio e andò a chiudere in silenzio. Tornò da lei, di fronte a lei, e prima che si sedesse lei si raddrizzò, lo prese per il bordo dei calzoni del pigiama, glieli allargò e li calò. Li lasciò scivolare a terra, scoprendogli pacco e gambe. Il pene che dondolò davanti al viso della ragazza, sovrastando i testicoli grossi e villosi, era irrigidito e lungo, sensibilmente piegato all’insù, con la cappella già parzialmente scoperta.
Elène glielo prese in mano e lo sbucciò delicatamente, ripetendo il gesto tre o quattro volte. Intanto guardava alternativamente lui, rosso in volto e con la bocca socchiusa, e il pene di fronte al proprio viso. Quando fu certa che il cazzo fosse ben rigido, lo prese per i fianchi e lo invitò a scendere su di lei. Aveva voglia di prenderlo in figa, e glielo mostrò chiaramente, spalancando le ginocchia e trascinandolo a sé.
Leon fu dentro di lei in un attimo. Lei era bagnata fradicia. L’uomo non trattenne dei singulti, dei brevi mugolii soffocati. Anche Elène gemette, pianissimo, più piano che poteva. Il membro durissimo si fece largo in lei e si mise prontamente a pompare.
Leon non ricordava la sensazione di una figa così stretta e giovane, e fece il paragone con la mollezza e larghezza di quella di sua moglie, e si ricordò com’era trent’anni di scopate prima’la cosa lo fece ingrossare ancora di più..sentiva il cazzo completamente avvolto, gli sembrava di sentire ogni millimetro di parete del suo utero. Si sentì i lombi bollenti, le palle che si contraevano. Anche Elène godette di quel cazzo enorme, chiedendosi se era più grosso di quelli dei ragazzi, giovani, con cui era stata. A vederlo non le era parso, ma adesso che lo sentiva dentro si sentiva invadere. Forse era il peso di quel corpo, da uomo maturo, che contribuiva a quell’impressione.
Si prese da sola i capezzoli fra le dita, se li torse e gemette piano. Dopo poche pompate, Leon , paonazzo e sbuffando, la fissò in volto. Senza riuscire a fermarsi, cercò però di parlarle: – Hai… prendi… prendi la… pillola?… o altro?… Elène lo guardò, chiuse gli occhi godendo di piacere, lo guardò di nuovo. Non gli rispose subito. – Sì – disse infine – prendo la pillola… Vai…L’uomo riprese a pompare più forte, aumentò il ritmo. Lei si torse di nuovo i capezzoli. Bastarono pochi altri secondi, e lo sentì irrigidirsi e sbuffare. Il cazzo le sussultò nella figa, e sentì il primo getto di liquido caldo, subito seguito da altri due e poi da altri ancora. Anche lei venne. Quando gemette, trattenendosi, le uscì quasi un miagolio. Si contrasse su sé stessa, premendo la testa contro il collo di lui, e sussultò insieme a lui, ricevendo lo sperma e godendo a sua volta. Quando finirono, lui si lasciò andare sopra di lei, corpo nudo contro corpo nudo, e lei ne sentì tutto il peso. Sentì i peli ruvidi sul petto dell’uomo appoggiati contro la propria pelle, sui propri seni. Leon si rialzò circa un minuto dopo. Elène cominciava a temere che si stesse addormentando. L’uomo era invece ben sveglio.
Si sfilò con cautela da lei, e il suo membro nudo, semirigido, apparve coperto di sperma e umori. Un filo di sperma li unì finché lui non si fu messo in ginocchio. Lei richiuse le cosce e lo guardò da sopra i seni nudi, stesa di fronte a lui. L’uomo fece un paio di respiri profondi, badando a che non fossero rumorosi. – E’ meglio che… – iniziò a dire, cercando le parole. Elène annuì. – Vai – gli sussurrò. ‘
Io rientro dopo. Leon annuì, riflettendo su quella strategia. Sì, aveva ragione, pensò. La guardò ancora una volta. Allungò una mano e gliela mise su una coscia nuda, liscia, magra. La accarezzò un po’ goffamente. – Vai – gli disse ancora lei. – Sì. L’uomo si alzò e recuperò i calzoni del pigiama da terra. Se li mise, coprendosi il pene umido e ancora un po’ allungato.
A quel punto esitò di nuovo, guardandola. Accennò a chinarsi, forse per baciarla. – Vai – lo interruppe lei, facendo contemporaneamente un cenno con il capo. Leon annuì e le augurò la buonanotte, in un sussurro. Quindi si girò e rientrò in villa Mentre attraversava la veranda , pensò che non l’aveva nemmeno baciata. Si rese conto che ne avrebbe avuto voglia, ma non osò fermarsi. Poco dopo era interamente concentrato a rientrare in camera e poi nel letto, facendo silenzio, come se nulla fosse.
Nel silenzio della notte altre persone erano sveglie, Oscar si stava masturbando dopo aver indossato il bikini di Elène sui seni e nelle mutande e si menava il cazzo discosto dallo slippino trappato nelle cuciture perchè era molto piò grasso di Elène
Le due cameriere dormivano dopo essersi masturbate a vicenda con un vibratore rosa, Michelle aveva avuto il uso orgasmo serale con suo fallo nero di silicone sognano avventure cui non era capace di partecipare.
Una altra persona era sveglia , Suzette, che aveva sentito il marito uscire e sapeva cosa era andato a fare.
La mattina seguente Leon si alzò presto. Era sveglio già da qualche ora. Andò in bagno, si lavò e uscì in veranda mentre Michelle ancora dormiva. Si era messo dei calzoni corti rossi e una maglietta bianca.
Attese che Aziza apparecchiasse per la colazione per tutti, poi sedette a bere il caffé e leggere distrattamente una rivista.
Suzette fu la prima a raggiungerlo, già in costume da bagno, con un pareho attorno ai fianchi. Leon la salutò e baciò, e lanciò un’occhiata ai seni grossi e cadenti sorretti dal reggiseno del costume marrone.
Subito dopo venne Michelle che indossava una lunga maglietta bianca, che faceva quasi da abito, e sotto aveva il costume. Anche lei lo salutò, allegramente, ma senza baciarlo. Sedette a mangiare.
Leon pensava solo a Elène . Era terrorizzato all’idea di rivederla. Ma al tempo stesso anelava a quel momento.
Che cosa avrebbe voluto fare? Essere da solo. Loro due soli. Sarebbe sceso sottocoperta, l’avrebbe raggiunta nella sua stanza e l’avrebbe chiavata. Di nuovo. L’avrebbe baciata, sulla bocca, sul ventre, sui seni… l’avrebbe baciata tutta. Continuava a tornargli in mente ciò che era stato la sera prima, ma più ancora ciò che non era accaduto: si rese conto che non le aveva toccato, anzi nemmeno visto il sedere.
Che non le aveva preso i seni in mano.
Che non le aveva stretto le braccia, baciato le spalle, succhiato la lingua. Sembrava che non le avesse fatto niente, eppure l’aveva penetrata. L’aveva penetrata ed era venuto subito, in pochi secondi.
Come un ragazzino. Quando ci pensava, si vergognava come un ladro. Lei lo avrebbe deriso? Questi pensieri continuavano a rivoltarsi nella sua testa, si alternavano, sparivano e si ripresentavano. E con essi si ripresentavano, ritmicamente, la paura e la voglia di vederla. Quel supplizio, che era iniziato già a letto la mattina presto, durò a lungo, perché Elène fu l’ultima a comparire in veranda . Avevano tutti già finito di fare colazione, e stavano chiacchierando, leggendo e programmando la giornata, quando la loro ospite fece finalmente la propria comparsa. Elène aveva l’aria assonnata, i capelli ancora un po’ arruffati. Però sorrideva, ironizzando sulla propria condizione. Si era già messa in bikini, e non indossava altro. Gli slip, valutò Leon , erano quelli blu della sera prima. Il reggiseno era invece diverso, più tradizionale, due fazzoletti triangolari dello stesso blu, legati dietro al collo e dietro alla schiena.
Lui le lanciò diverse occhiate. Le guardò la pancia, il ventre piatto e magro ed elastico. Le guardò le gambe sottili, le guardò il sedere. Tutto quello che poteva, discretamente, guardare. Per lui non c’era altri che lei in quel momento. Elène salutò tutti, genericamente. Non sembrava comportarsi diversamente dal solito. Quando per la prima volta si rivolse a lui direttamente lo fece con naturalezza, con quel po’ di rispettoso distacco che aveva sempre mantenuto, mitigato dalla sua solita, indecifrabile ironia. Come se niente fosse stato.
Programmarono la giornata. Decisero di comune accordo di spostarsi nel golfo vicino, magari cercare un’altra spiaggia .
Quella sera, come da programma, avrebbero cenato a casa, a meno che fosse giunto il famoso invito dei vicini Hispano.
Subito dopo colazione si misero in attività. Aziza sparecchiò, mentre Suzette andò ad incremarsi e prepararsi, Leon salì sulla Ford Galaxy e la preparò alla gita .
Elène , in realtà, era indietro di un turno: era ancora seduta a tavola e finì la colazione con tutta calma, mentre poi anche la bionda Blanche con un grembiulino corto come brava cameriera sparecchiava attorno a lei e le lanciava occhiate morbose.
Le due ragazze scambiarono qualche battuta. Elène , quando fu soddisfatta, contribuì portando lei stessa la propria tazzina del caffé fino al lavello, ed essendosi trovata vicino a Blanche le sussurrò ‘ tu hai scopato il padrone? ‘ Blance le sorrise, disse ‘ io no lo fa Aziza, io vorrei salvare Osar dalle seghe” Poi uscì, notò che Leon aveva già messo in moto la Galaxy e la famiglia era già dentro, senza Oscar ovviamente . Lei si aggrappò alla maniglia e salì.
Leon era alla guida Elène gli salì accanto, – Salpiamo? – chiese dopo un attimo. – Sì – rispose semplicemente l’uomo. – Adesso si corre? – Non subito… prima dobbiamo superare la città . Elène si portò le mani dietro la schiena e in un attimo sciolse e si tolse il reggiseno del costume. Poi si portò le mani dietro la testa, alzando i gomiti in aria, distendendo il petto e i piccoli, puntuti seni nudi .
Leon la guardò. Dapprima non disse niente. Era combattuto, avrebbe voluto dirle di ricoprirsi, che non era il caso. ‘Ma perché?’, si chiese poi. – Le altre’ sono’dietro’ – Michelle sta leggendo. Suzette guarda fuori . Elène abbassò le braccia, appoggiò le mani sul cruscotto, all’altezza dei fianchi. Rimase a guardare la strada .
Leon tenne il volante con una mano e allungò la sinistra ad afferrarle un seno. Prese il piccolo, delicato seno destro nel proprio palmo. Lo tastò delicatamente, sentendolo serico e morbido. – Ma’ Leon ‘ – fece Elène , sottovoce, con aria ironicamente scandalizzata. Le sue labbra e i suoi occhi sorridevano soddisfatti. – Ieri non te le avevo neanche toccate’ – sussurrò lui, passando a palparle l’altro seno. Anche lui parlava sottovoce. Elène sollevò di nuovo le braccia, piegandole dietro alla testa. Spinse avanti il seno e si fece palpare ripetutamente entrambe le tette. Non smise di sorridere. Quando sentì di aver recuperato su quel fronte, Leon proseguì subito oltre. Abbassò la mano e le cercò la figa, insinuandosi sotto gli slip del costume. Elène si piegò e rise piano. – Ma!’ – Dai’ fatti toccare’ – L’uomo aveva mollato i freni, non si tratteneva. Stentava lui stesso a riconoscersi, né gli importava provarci. – Ti ho pensato tutta la notte’ Sei stupenda’ Elène non disse nulla, sorrise e basta. Si calò gli slip ancheggiando leggermente, li fermò all’inizio delle cosce, quanto bastava per scoprirsi l’inguine. Tornò ad appoggiarsi al cruscotto, con una gamba leggermente piegata, consentendo all’autista di esplorarle con le dita l’intimità. Lui la trovò umida. – Amoree!’ – li interruppe un richiamo, da dietro . Era Michelle – Cosa c’è – rispose ad alta voce l’uomo, irritato, ritirando subito la mano. Aveva di nuovo entrambe le mani sul timone, era rigido. – Aspetta’ Sentirono Michelle che parlava ad alta voce dietro . Elène riprese gli slip e li risollevò, rimettendoli quasi al loro posto. In realtà li lasciò più bassi, soprattutto dietro: se davanti coprivano tutto a sufficienza, dietro un terzo dei glutei, in alto, rimanevano scoperti. Tornò ad appoggiarsi al cruscotto, mani e anche, sinuosa. Entrambi sentirono Michelle che diceva ‘ Suzette vuole andare su quelle spiaggetta dei nudisti, dove c’è poca gente’ ‘ Elène intanto si voltò, con un leggero sorriso in volto.
A metà mattina raggiunsero una caletta riparata, con una bellissima spiaggia bianca. C’erano pochissime persone, benché il luogo fosse magnifico, era una spiaggia cha aveva una zona riservata ai nudisti.
Leon posteggiò e si sedettero in spiaggia a leggere e prendere il sole.
Elène per quasi tutto il tempo era in topless – Suzette si era stesa a sotto un ombrellone. Leon stette per un po’ con lei, poi fece una nuotata in mare . Pranzarono presto, con un pranzo leggero e fresco preparato al sacco dalle cameriere . Erano tutti in costume, compresa Elène , che per venire a mangiare si era naturalmente rimessa il reggipetto. Dopo pranzo, le ragazze si presentarono da Leon chiedendo e proponendogli di fare una capatina nella zona nudisti. Lui si disse disponibile ad accompagnarle, mentre Suzette declinò l’invito, dicendo no io sono troppo grassa per farmi vedere nuda!
Arrivarono alla staccionata che delimitava la zona nuduisti e si spogliarono dei costumi. C’era pochissima gente anche su quella parte di spiaggia e all’ingresso erano distanti varie decine di metri dalle persone più vicine. Le ragazze camminarono coi seni fuori quando l’acqua arrivava loro poco sotto l’ombelico
Leon camminava sul bordo con suo pisello in bella mostra .
Avevano portato l’attrezzatura minima necessaria per la spiaggia. Piantarono un piccolo ombrellone, stesero i teli spugna e vi si distesero sopra.
Leon si mise all’ombra, proprio sotto l’ombrellone. Di fronte a sé aveva il mare turchese e si vedeva da lontano la loro villa Michelle si mise alla sua sinistra, con la testa all’ombra ma il resto del corpo al sole. Elène scelse invece di stendersi alla destra dell’uomo, anche lei sul proprio telo spugna, in pieno sole. Leon si trovò così in mezzo a due giovani ragazze nude, una figlia e una amica che la sera prima aveva penetrato . Rifletté un attimo sulla situazione e gli venne da sorridere. Ma per poco: subito tornò a pensare all’oggetto che gli riempiva i pensieri in quelle ore: Elène . Il suo corpo. E anche sua figlia’Elène era stesa a pancia in su, e i piccoli seni nudi ergevano al sole e naturalmente alla vista di Leon , che li osservava il più possibile, al margine del proprio campo visivo.
L’ombra si spostava abbastanza rapidamente, e presto Michelle fu in ombra fino a metà del busto. Era troppo, così decise di spostare la propria salvietta e stendersi alla destra di Elène , in pieno sole anche lei. Il sole cominciava anche a lambire Leon , ma lui non pensò nemmeno di spostarsi da quella posizione favorevole. Adesso Michelle era lontana da lui, e poteva permettersi di lanciare occhiate al corpo di Elène tenendo contemporaneamente sott’occhio la figlia . Elène se ne accorse, e ci giocò. A un tratto si portò una mano sul seno sinistro, tolse dell’invisibile sabbia, poi prese a giochicchiare con le dita sul capezzolo. Se lo titillò e pizzicò lentamente. Leon osservò tutto. Poco dopo la stessa mano scivolò sul basso ventre, le dita si insinuarono tra le cosce, e aprirono e scoprirono in parte la vulva carnosa, inzigando anche quella.
Leon osservata in silenzio tutti quei movimenti, disteso e appoggiato sui gomiti. Faticava a contenere la propria erezione
D’un tratto Elène si alzò a sedere. Dicendo – Ho voglia di andare a esplorare un po’ tra le dune. Chi è che viene? – Ma dove? – chiese Michelle – Qui, dietro la spiaggia. Non vedi che sono tutte dune?
La spiaggia era in effetti delimitata verso l’entroterra da una serie di basse dune sabbiose, punteggiate da vegetazione cespugliosa e secca. – No grazie – rispose la ragazza, – fa troppo caldo. Piuttosto un bagno. – Dopo il bagno. Prima un po’ di esplorazione. Leon ? – chiese, mentre già si stava alzando in piedi. La ragazzina rimase in piedi nuda, mani sui fianchi, a guardare Leon aspettando la sua risposta. L’uomo esitò un attimo, chiedendosi se non sarebbe stato troppo esplicito. – Ma… sì… magari… due passi ho voglia di farli… – Dai, andiamo – gli fece cenno la ragazza – poi facciamo il bagno. Michelle non parve far caso al fatto che il suo uomo si alzava e seguiva l’amica verso le dune sabbiose. Continuò a prendere il sole, stesa a occhi chiusi, rilassata. Elène condusse la marcia, camminando svelta sulla sabbia calda. Leon la seguiva a un paio di metri. Quando raggiunsero la cima della prima duna, però, la distanza si accorciò. Elène si fermò a scrutare l’orizzonte. Leon la affiancò, ma subito le appoggiò la mano su un braccio, indicandole di proseguire. – Vieni, scendiamo qui… – mormorò. – Si vede bene la villa da qui – osservò Elène , senza muoversi. – Vieni, da più avanti non si vede… La ragazza si lasciò convincere, seguì l’uomo che la guidò oltre l’avvallamento e oltre la duna successiva. Qui girò dietro ad un grande cespuglio verde scuro, coriaceo. Elène lo seguì, lui si fermò, si voltò verso di lei e si protese per cercare di baciarla. La ragazza evitò il bacio, girandosi di spalle. Leon non desistette e le baciò con trasporto il collo, la spalla. Alzò le mani a cercarle e palparle il seno, da dietro, sotto il costume. Dopo un attimo le prese in mano la vulva nuda. L’uomo era rapito dai sensi, aveva il fiato già corto. Elène sorrideva leggermente, lasciandolo fare. Fu lei stessa ad assecondarlo quando cercò di inserirle le dita nella vagina le guidò e si chinò in avanti, divaricando le gambe lunghe e sottili e slanciate. Porse il sedere a Leon , spinse indietro il bacino, e lui ci mise un attimo a penetrarla e col membro già rigidissimo, glielo ficcò dentro da dietro, e Elène sentì quella verga dura farsi largo improvvisamente in lei e godette. Fece dei gemiti, e si aggrappò con le mani agli arbusti che li nascondevano. – Se arriva Michelle ci vedrà – mormorò, fra i gemiti, per mettere in allarme il suo stallone. – No… no… perché deve arrivare?… non preoccuparti… L’uomo ansimava, aggrappato con le mani ai suoi fianchi stretti ma morbidi, con gli addominali contratti mentre pompava il pene dentro di lei. – E se passa qualcuno?… – incalzò la ragazza. – No… non… chissenefrega…sono nudisti’ non mi importa… La pompava con durezza, e Elène sentiva tutto, e godeva di ogni centimetro di cazzo. Le sue piccole tette sbattevano, nude, – Papà!… – venne all’improvviso il richiamo. Leon si bloccò. – E’ Michelle – commentò Elène , come a dimostrare quanto aveva predetto. – E’ ancora lontana – ragionò a voce alta Leon . L’uomo si sfilò prontamente da dentro a Elène . E si dovette impegnare, con due mani, per ricoprirsi il pene rigidissimo, cercando di celare l’erezione. Elène intanto si era raddrizzata con tutta calma. Il cespuglio era più alto di lei. Restò in piedi a guardare Leon , con una mano su un fianco, in attesa. Aspetta, disse ‘ Papà !’ – risuonò ancora il richiamo di Michelle ora più vicino. L’uomo fece rapidamente il giro del cespuglio ed emerse a destra. Fece qualche passo prima di voltarsi e vedere Michelle che li aveva ormai quasi raggiunti. – Michelle… eccoti. Sentivo che mi chiamavi.. ma… – Ciao. Ha chiamato la mamma. – Ah, sì… cosa dice? – Dice se torniamo a dov’ è lei a prendere la merenda, che ce l’ha preparata. Ma ha detto subito perché se no si riscalda. – Ah… certo… ho capito… – Elène dov’è? – Non lo so, era qui in giro…
Elène non si fece attendere. Spuntò da dietro il cespuglio, fermandosi però dove le fronde le arrivavano allo stomaco. – Ciao – disse a Michelle sorridendo languidamente. L’amica la guardò un po’ sorpresa. Alla fine sorrise a sua volta. – Vieni a fare merenda? Si , ma prima facciamo un gioco?- Che gioco? – chiese Michelle – ‘a prendersi disse Elène , come se fosse ovvio. – Cioè? – chiese Michelle già ridendo. Elène scattò in avanti. La ragazza mora corse verso Michelle che tentò di proteggersi con un gridolino, girandosi. L’amica la toccò e disse ‘ ora ce l’hai tu, prendimi !’ allontanandosi subito dopo.
Michelle partì al contrattacco. Si mise ad inseguire Elène , che la schivò senza troppo impegno, cosicché dopo poco l’amica la raggiunse e la toccò sulla spalla mentre stava cadendo sulla sabbia in ginocchio. Elène rise e si fermò, non potendo più correre. Leon , che era rimasto fermo dov’era, vide la giovane mora da tergo, ferma con il sedere nudo. Sua figlia invece rideva, allontanandosi con piccoli passi di corsa. Elène si risollevò da terra e fece una smorfia all’amica che disse : – Ma non hai preso leon – la provocò. Quindi Elène scattò a correre, ma mentre all’inizio sembrava puntare su Michelle cambiò obiettivo in corsa e si diresse verso Leon . L’uomo capì soltanto all’ultimo di essere stato coinvolto nel gioco. Prima che riuscisse a muoversi, Elène gli si chinò alle spalle, gli prese da dietro il membro a due mani e con un movimento deciso glielo strinse con forza , lui cadde sulle ginocchia. Il pacco dell’uomo emerse nudo, così il suo sedere bianchiccio, così il suo pene rigido. Non era forse in piena erezione, ma era comunque ancora eretto: lungo, orizzontale, chiaramente piegato all’insù. Si girò e il pene oscillò in aria, nudo. Elène attese un attimo, e appena l’uomo fece per chinarsi, gli abbracciò le gambe, e gli spinse il sedere con una spallata, facendolo cadere in avanti. Leon cadde semidisteso sulla sabbia. Michelle a pochi passi di distanza, aveva assistito stupita a tutta la scena. Non poté non ridere, sorpresa da quella situazione così inattesa. – Papà !… – gli disse, con tono di scherzoso rimprovero per la sua goffaggine. Leon si voltò su un fianco. Guardò Michelle e rise, disorientato. Tentò di mproteggersi i genitali, ma Elène , disse – Dai..papà..con quel coso’. ‘ e Leon ridendo un po’ forzatamente, imbarazzato, e allungando una mano, – mi sono divertito..ora..ora..- Vieni Elène – chiamò Michelle correndo, e l’amica stette al gioco, avvicinandosi all’uomo steso sul fianco. Leon si alzò in ginocchio, coprendosi in qualche modo con una mano le pudenda. Allungò la mano libera tentando in qualche modo di bloccare Elène , che gli corse accanto ma che subito fece per afferrarlo . Leon si rialzò in piedi, sempre tenendosi una mano sull’inguine. Teneva il pene sollevato, coprendolo con mano e braccio. Era meglio di niente. Appena Michelle vide che era in piedi si immobilizò, e la mora, sorridente, si girò di spalle, sempre tenendo d’occhio Leon , e ansimava ferma davanti a loro che per qualche istante le videro il bel sedere nudo, magro e liscio.
Leon decise improvvisamente di reagire. Scattò in avanti verso Elène . Per farlo mosse entrambe le braccia, e Michelle notò, per la prima volta davvero chiaramente, il pene lungo e nudo che ballonzolava, eretto, davanti all’inguine. La mora provò a scappare, ma fu troppo lenta: in pochi passi l’uomo la raggiunse, l’afferrò per i fianchi e caddero sulla sabbia, lei davanti e lui aggrappato dietro. – Aaah no! Leon!! ‘ si lamentò Elène che provò a divincolarsi, ma Leon la prese con decisione i magri fianchi, ma lei a quel punto cercò di scivolare via. Così facendo scivolò cadde, il sedere in aria, e subito voltarsi supina, scalciando con le gambe per liberarsi, la fichetta al vento. – Michelle!! – chiamò ancora Elène , ma Michelle pur avvicinandosi ancora, non sapeva decidersi ad intervenire. La scena era divertente ma disorientante. Elène puntò le gambe, tentò di tirare, Leon la trattenne con la forza delle braccia più muscolose. Nella lotta, l’uomo si era voltato supino, e ora tutte potevano vedere molto chiaramente, in mezzo alle sue cosce, i suoi organi con il lui che si ergeva, rigido, svettando e oscillava vistosamente nei movimenti convulsi di quella lotta. Elène glielo prese con una sola mano, e posò l’altra sul petto dell’uomo, proprio sopra il capezzolo. Puntellandosi, sollevò una gamba e spinse il ginocchio di traverso sul suo bacino: con la gamba gli piegò e gli schiacciò di lato il pene rigido. Questa mossa, Michelle non capì quanto volontaria, fece allentare la presa a Leon , che urlò – No! ‘ e afferrò Elène per le spalle e la ribaltò indietro, stendendola a terra supina. Nel farlo ruotò insieme a lei, finendo praticamente disteso sopra di lei. I loro corpi nudi erano a contatto. Leon si sollevò sulle braccia. Alzò il capo a guardare Michelle. La figlia distolse e non incrociò il suo sguardo, perché i suoi occhi si erano soffermati sul pene sempre eretto del papà, premuto contro il corpo nudo di Elène, che tentò di divincolarsi, ma era fermata dal peso del corpo nudo di Leon .
Lei disse ‘aiutami Michelle, mi schiaccia !’ e lei si avvicinò per aiutarla teoricamente e inserì la mano tra la ragazza mora e si abbassò a cercare fra i loro corpi schiacciati, fra le gambe dell’uomo. Trovò e gli afferrò il pene nudo di suo papà.
Leon piegò le braccia, tornando a premere il corpo contro quello della ragazzina, e in questo modo nascondendo meglio ciò che stava accadendo. Elène gli aveva impugnato il pene, insieme a Michelle e aveva iniziato a vare avanti indietro ripetutamente. Leon piegò una gamba, mosse il bacino. Tentò di sottrarsi a quella stimolazione, ma era in un vicolo cieco: se si spostava, Michelle avrebbe vinto, se restava dov’era, doveva subire quella masturbazione doppia – Pa’… – disse Michelle, che non stava più sorridendo, ma sembrava piuttosto confusa. Leon si rese conto che non poteva rimanere in quella situazione. L’uomo ruotò su un fianco, allontanando il corpo da quello di Elène . Per un attimo Elène rimase con il suo pene in mano, alla luce del sole, ma lo lasciò prontamente. Leon ruotò sulla schiena, quindi si alzò velocemente in piedi. e quando tornò a girarsi verso Michelle non fece sforzi inutili per coprirsi. Il suo pene era visibilmente eretto, sollevato come se fosse stato sorretto da fili invisibili, piegato all’insù come una banana. Sotto di esso dondolavano languidamente i testicoli, coperte da una peluria sostanziosa.
Leon mosse due passi verso la figlia, e tese una mano, senza dire niente. Elène si era alzata a sedere. Michelle stava per dargli un mano la alzò la mano per porgergliela. – No! – intervenne Elène seccamente. La sua voce aveva il tono del comando. Michelle si bloccò. Anche Leon si voltò, guardando Elène , sorpreso. La ragazza mora si mosse, si alzò sulle ginocchia e camminò su di esse, goffamente, avvicinandosi a Leon . Si fermò di fronte a lui, appoggiando il sedere nudo sui talloni. Sporse avanti le spalle, alzò una mano a prendergli delicatamente il corpo del pene, sporse il volto e se lo prese in bocca. Di fronte a una Michelle stupita, e mentre Leon era a sua volta a bocca aperta, Elène iniziò a fargli un profondo bocchino. La ragazzina prese il pene in bocca a fondo, e lo succhiò intensamente. Dopo sole tre o quattro succhiate, Leon era piegato in avanti e iniziava a gemere e ansimare. Prese la testa di Elène con una mano, infilandole le dita fra i capelli corvini, delicatamente, soltanto per accompagnare quel gesto. Assecondò il movimento della testa di Elène mentre lei gli succhiava lentamente il membro rigidissimo, succhiandolo fino in cima e poi riprendendolo in bocca fino quasi alla base. Elène aveva gli occhi chiusi, i tratti del volto distesi. Sembrava rilassata e impegnata. Michelle non smise di fissarla, a bocca aperta, senza credere ai propri occhi. Dopo un poco vide l’amica lasciare dalla propria bocca il pene del suo papò lucido di saliva con un filo di saliva congiungeva le labbra della sua amica al pene del papà e poi abbassare il capo, piegarlo e mettersi a succhiare la base del pene e i testicoli. Con la mano sinistra gli afferrò con cura il pene e si mise a masturbarglielo lentamente.Michelle si fermò a fissare il glande fradicio e rosso e gonfio, che si scopriva e si ricopriva, si scopriva e si ricopriva sotto i suoi occhi. Leon si era appoggiato con le mani in cima alle cosce, il busto piegato in avanti, e ansimava e mugolava di piacere. Era paonazzo, e non sembrava in grado di trattenersi: era quasi in trance. A un tratto l’uomo si raddrizzò, e girò il capo fino a incrociare lo sguardo di Michelle Lui e la figlia si fissarono per alcuni secondi, lui sconvolto, lei basita. Elène aveva accelerato il ritmo della masturbazione, portò una mano a palpargli le palle e tornò a prendere in bocca il pene, senza smettere di frizionarlo sempre più rapidamente con la mano. Leon mugolò, un lungo mugolìo ininterrotto, tremando a scatti con tutto il corpo. Michelle guardò alternativamente Elène , impegnata a succhiare, e il volto del padre, sconvolto dal piacere, finché il ritmo divenne frenetico e lui, con un lungo lamento, tremò e venne. Elène rimase appesa al pene con fermezza, tenendoselo in bocca. Strizzò gli occhi mentre fiotti di sperma, intuì Michelle le esplodevano in bocca e in gola. Il papà di Michelle sussultò diverse volte, violentemente, a denti stretti, mentre l’orgasmo si svolgeva e si esauriva lentamente. Elène bevve tutto, sotto gli occhi di Michellee quando ebbe finito, la ragazzina mora si sfilò il pene di bocca, succhiandolo fino alla fine per ripulirlo. Lo tenne ancora stretto con la mano, alzò lo sguardo a guardare il volto sconvolto dell’uomo, e infine lo lasciò. Michelle osservò il pene arrossato e che andava gonfiandosi. Lo vide ciondolare sopra ai testicoli, attrezzo ormai inutile, svuotato. Leon ansimava. Fece un passo rigido all’indietro, sembrava quasi sul punto di cadere. Allungò una mano e attese: Michelle gli porse lentamente la mano e lo fece alzare, e con un senso di verogna si voltò e le ragazze gli osservarono il culo nudo e pallido, mentre si allontanava camminando rigido verso il cespuglio più vicino. Elène , rimasta in ginocchio nella sabbia, si passò il dorso della mano sulle labbra, ripulendosele. Poi alzò il volto e guardò Michelle Le due ragazze si fissarono, occhi negli occhi, per alcuni lunghi secondi. – …Che cosa gli hai fatto? – chiese alla fine Michelle Non c’era rabbia nella sua voce, ma solo stupore. – Quello che voleva – rispose Elène , scrollando le spalle. – Ti dà fastidio? – I… io… Elène si rialzò in piedi appoggiandosi ad un ginocchio. – Ti sei offesa? – C’era una vaga nota ironica nel suo tono. Quasi di presa in giro. – N-no… – Tieni – le disse, e così dicendo la prese per le braccia, si sporse verso di lei e la baciò sulle labbra. Elène infilò la propria lingua nella bocca semiaperta di Michelle e la limonò, trasferendo così parte dello sperma del padre che ancora aveva nella bocca dell’amica .Michelle rispose inizialmente al bacio, quasi d’istinto, o semplicemente lasciò che l’amica usasse la sua bocca, e le toccò la lingua con la lingua. Appena si rese conto della sostanza che aveva in bocca si ritrasse di scatto e sputò per terra.- No… – disse, ma la voce era impastata perché la sua bocca era già in parte occupata dallo sperma. Elène rimase a guardarla con un sorriso che poteva essere di scherno o di complicità. Michelle chiuse la bocca e la riaprì, mosse la lingua, sentì quel liquido denso e acido in bocca. – Mandalo giù – le suggerì l’amica. Michelle esitò un attimo, poi deglutì. Una volta non bastò, e dovette deglutire di nuovo. Elène si sporse e la baciò brevemente sulle labbra. – Brava – le disse. Poi si voltò e andarono al limite della spiaggia nudisti a recuperare i propri slip per rivestirsi. Quel pomeriggio si attardarono nella spiaggia più del previsto e alla fine tornarono da Suzette che li aspettava con i panini per la merenda. Tutto era durato meno di mezzora. Leon arrivò e Suzette gli disse ‘ sei andato in giro vedere fighe nude eh ? non cambi mai! Le ragazze risero’lui disse trasecolato..eh..fighe nude..si molte ..molte..

Tornati alla villa, Michelle era diventata più silenziosa. Quello era stato il cambiamento piu significativo. Suzette non aveva ancora detto nulla in proposito, ma presto se ne sarebbe accorta. Leon era preoccupato soprattutto da quello, che la cosa potesse sfuggirgli di mano. Per ora la riteneva ancora confinata, anche se certo, non era stato lui a scegliere di mettere in atto quello spettacolo… Avrebbe dovuto provare vergogna, se ne rendeva conto. Eppure, ogni volta che ci ripensava, ripensava soprattutto a Elène , in ginocchio. Alla sua bocca stretta attorno al proprio cazzo durissimo. Al modo in cui aveva inghiottito e bevuto tutto il suo sperma. L’occasione si ripresentò dopo cena, tardi, sul modello della sera precedente. Suzette era già a letto, le ragazze, anche.
Leon diede la buonanotte alla moglie e le comunicò che usciva a fumare. lei bofonchiò qualcosa a proposito della salute, ma sembrava interessata solo a dormire. In veranda non c’era nessuno. Leon esitò un po’ lì, finché un rumore debole, ai suoi piedi, lo fece voltare: il reggiseno di un costume blu era appena caduto per terra. Sollevò lo sguardo vide Elène affacciata al balcone sopra la veranda , che lo fissava. Leon salì, e la trovò già stesa su un prendisole, appoggiata ai gomiti. che prendeva la luce lunare. Indossava solo gli slip del costume. Non furono un problema, quando lui la fece girare e glieli abbassò, prendendola da dietro. Le fu subito dentro. Era durissimo e lei era pronta come sempre. Per alcuni minuti la montò come una pecora. lei incassò, soffocando ansiti di piacere. A un tratto, la giovane puledrina si era allungata a prendere qualcosa, e si sfilò da lui. L’uomo rimase con il cazzo dondolante, estremamente rigido, quasi ridicolo. Umido. Lei si girò e gli presentò ciò che aveva in mano, con un sorriso silenzioso: erano due mollette, che si era evidentemente preparata in precedenza. L’uomo le prese e ci pensò un attimo. Ovviamente aveva due possibilità, e stava a lui scegliere. Rifletté anche un istante sulla preparazione, e perversione, di quella giovane ragazza. Fino a che punto arrivava? Prese la decisione. Si sporse avanti e pinzò una molletta su ciascun capezzolo carnoso di Elène . Lei accettò di buon grado, senza commenti, facendo una smorfia di soddisfazione ad ogni pinzata e mordendosi le labbra. Poco dopo riprese a chiavarsela, questa volta tenendosela in braccio. Lei, leggera, si lasciava usare come una bambola, e intanto si portava sistematicamente una mano al seno, a piegare e toccare delicatamente le mollette, torcendosi i capezzoli. Pur nell’oblio dei sensi, Leon si rese conto che era un gesto volontario, anche se non ne capiva fino in fondo il perché. Lo scoprì poco dopo. Elène fremette più del solito, e subito con una mano si tolse una molletta dal seno. – Guarda… – gli mormorò. Era la prima parola che diceva. Leon guardò, e vide un rivolo di latte sgorgare dal capezzolo tormentato di Elène . Non gli era mai capitato, e la guardò sorpreso. – Sono fertile – disse lei, continuando a muoversi. – Mi hai messa in calore… Leon sentì un calore animale salirgli dai lombi, n’eccitazione animalesca. Riprese a chiavarla. Elène volle girarsi, riceverlo di nuovo da dietro, a pecorina, questa volta con le cosce larghe e le gambe semidistese. Lui la reggeva per la pancia e la pompava, potente, ritmico, come una macchina. Lei si teneva su un braccio mentre con l’altra mano si palpava i seni, piccoli ma gonfi e turgidi: lasciò cadere anche l’altra molletta, e Leon vide il latte che continuava a sgorgare, da entrambi i capezzoli. Col procedere della penetrazione, piccoli fiotti schizzarono dalle mammelline, accompagnati dai gemiti di Elène : la ragazza era in estasi e voleva che Leon vedesse il latte che riusciva a spruzzare, perché si teneva i seni e si contorceva per mostrargli il capezzolo quando il latte schizzava. L’eccitazione di Leon era oltre ogni limite. Si rendeva conto che probabilmente stava lamentandosi troppo forte, ma non aveva modo di trattenersi. Venne una prima volta, ma l’inerzia di desiderio era troppo forte. Proseguì, e poco più tardi venne una seconda volta. Questa volta si esaurì, si svuotò, riversando ogni residua goccia del proprio seme dentro a quel corpo magro e fremente, che si contorceva e contraeva raggiungendo l’orgasmo insieme a lui.
Quando Leon scese in veranda, si trovò davanti Michelle, sua figlia in pigiama. Lui si era rivestito, era in calzoncini corti e a torso nudo. Credeva di essere presentabile, ma nonostante questo si immobilizzò, colto alla sprovvista. – Elène è di sopra? – Fu lei a rompere il silenzio. Non sembrava serena, ma nemmeno alterata. Era stranamente apatica. – C… credo di sì – rispose, stupidamente, lui. La ragazza lo aggirò, dirigendosi alla scaletta. Lui, spaventato, la seguì. Quando l’uomo emerse di sopra, si fermò un passo dietro alla sua donna, entrambi immobili a fissare quella scena. Elène era riversa sul prendisole, supina, le braccia larghe e le gambe piegate. Li guardava con un sorriso malizioso. Era nuda, interamente: i resti del suo costume erano sparsi attorno, gli slip ancora impigliati a una caviglia. E soprattutto, ciò che balzava più agli occhi, il suo petto era completamente sporco di latte, che le arrivava anche sulle spalle e sul ventre, e si concentrava soprattutto sulle mammelle nude. Michelle la fissò a lungo in silenzio. Leon non poteva vedere la sua faccia stupita, ma lesse lo stupore nella sua voce dopo alcuni secondi. – è… cos’è?… – chiese la ragazza, senza capire. Elène si passò un dito sul petto, nel liquido biancastro. – Il mio latte – disse sorridendo soddisfatta, quasi orgogliosa. ‘ il tuo padre me l’ha fatto schizzare fuori tutto. A Leon girò la testa. La figlia si voltò verso di lui, e gli tremarono le gambe. La domanda che gli fece a quel punto era quella che una figlia poteva fare al proprio padre. – …Anche a me può succedere? – gli chiese. Per un istante l’uomo annaspò a bocca aperta. Poi deglutì. – Se… se ti ecciti molto… moltissimo – spiegò infine. Michelle guardò ancora Elène , languida, poi di nuovo lui. – Non mi è mai successo – rifletté. Leon scese istintivamente con lo sguardo sul seno della figlia. Vide che era chiaramente senza reggiseno sotto la canottierina del pigiama. Prima non se n’era accorto. – Te lo posso… fare io… se vuoi. Non seppe mai come gli erano uscite quelle parole. Michelle lo fissò per alcuni istanti in completo silenzio. La sua espressione s’irrigidì. Alla fine con entrambe le mani si prese le spalline della canotta, e le calò con violenza. Si era denudata improvvisamente entrambi i seni, lì, di fronte a loro. Leon li guardò e pensò che erano belli, grandi, pieni, giovani e floridi. Più belli di quelli di Elène , anche se forse, nonostante tutto, meno sexy. – Sì, succhiarmi le tette ? – gli urlò la ragazza, ad alta voce, rabbiosamente. – Ti piacerebbe, eh!? Lui si rese conto che piangeva, e che era sconvolta, di rabbia e di chissà che altro. Non seppe cosa dirle. Rimase immobile, mentre sua figlia gli girava intorno, imboccava la scaletta e se ne andava, sparendo in casa . Leon si riscosse dopo un attimo, si voltò e la inseguì. Fu rapidissimo e riuscì a fermarla in veranda, prima che rientrasse in camera sua , l’abbracciò da tergo, cingendole la vita con un braccio. Michelle piangeva e tentò di divincolarsi, ma lui la trattenne. La ragazza si fermò allora appoggiandosi al parapetto, singhiozzando, e si aggrappò al braccio del padre. – Michelle… piccola… – mormorò lui, accarezzandole la testa, cercando di calmarla. Lei continuò a piangere, più piano, e rimase aggrappata al suo braccio forte. Aveva la canottiera ancora abbassata, quindi era a torso nudo: l’uomo sentiva il contatto della sua pelle liscia. Michelle piegò il capo di lato, e appoggiò la guancia contro la spalla di lui. Docilmente. Leon allora la cinse anche con l’altro braccio, stringendola a sé, il proprio petto nudo contro la schiena liscia della ragazza. Dopo un attimo portò una mano ad accarezzarle dolcemente il collo, e il petto. Dopo un altro attimo, la mano scese sui seni nudi e iniziò a palparglieli. Apertamente, sempre più desideroso. Li scoprì, li esplorò, ne conobbe a fondo forma e consistenza. Erano pieni e sodi, gonfi, giovani. Tutt’altra cosa rispetto a quelli di Elène : questi gli riempivano la mano, e sembravano disegnati nel marmo.Sentì i capezzoli, e li saggiò con le dita, stuzzicandoli. Li sentì rigidi, ruvidi, e percepì i tremiti nel corpo della fidanzata ogni volta che li toccava. Il busto di Michelle era più lungo di quello di Elène . La vita era sottile, il ventre liscio e muscoloso. Leon lo accarezzò, lo esplorò con le mani, dolcemente, languidamente. Si chiese dove si era formata tutti quei muscoli piccoli ma sodi.Michelle non diceva nulla. Rimaneva con la guancia appoggiata a lui. Di tanto in tanto tirava su col naso, ma non piangeva più. Si lasciava toccare. Dopo che l’ebbe toccata a lungo, la ragazza gli chiese: – Vuoi scopare anche me? Più che un’offerta sembrava una domanda, una richiesta d’informazioni. Leon ci pensò su per un po’. – Tu vuoi? – le chiese infine. Michelle rispose quasi subito. – Sì’infine’papà’.siiii’e scoppiò a piangere’
A poco a poco Michelle, piangendo, che aveva sempre voluto questo e quell’ansia e quella paura partiva da un episodio ‘di dieci anni prima’
Gli raccontò che proprio una delle prime notti che Leon e Suzette si erano messi insieme, nella loro casa, lei aveva sentito la porta di sua mamma aprirsi e si era messa a spiare, e aveva visto me che uscivo ed entravo nell’altra camera. Aveva teso l’orecchio e sentito dei rumorini strani e dei cigolii ritmici accompagnati da leggeri mugolii. Incuriosita si era messa ad ascoltare.
‘ sai, sentivo le vostre voci, risatine soffocate e di nuovo sospiri. Mi avvicinai alla porta e occhieggiai attraverso la fessura. Nella stanza c’era un leggero chiarore dovuto ad una luce esterna che filtrava attraverso la finestra. Tu e mamma eravate sul letto, nudi, e tu stavi penetrando la donna che gemeva sotto di te” Mia mamma come sempre, era eccitatissima e I suoi sospiri si facevano sempre più intensi fino a diventare dei gridolini di piacere ad ogni colpo’ Leon la guardava imbarazzato di questa storia’disse ‘ perchè me la racconti ora?’ Lei continuò”ero rimasta a osservare, completamente presa dallo spettacolo : prima pensai che le facessi male, ma poi capii che riusciva a godere così, con un uomo sopra, con le gambe larghe, per me era una rivelazione a quell’età’.Non sapevo bene come si faceva, avevo solo letto libretti che parlavano d’amore, di baci e mettevano i puntini al momento dell’amplesso’mentre la vista dei vostri due corpi accaldati e frementi mi eccitò come non mi era mai capitato, sentii il bisogno di sfogarmi, per la prima volta sentivo aprirsi sotto di me la mia natura.
Sentii nascere un senso profondo di gelosia e di invidia per la mamma, io che pensavo che sarei diventata più bella, più magra, più sexy, di far felice meglio un uomo’
In quel momento culminò eccitazione, desiderio, la voglia di essere amata, mi lasciai cadere le mutandine e con le mie mani mi accarezzavo e sentivo crescere sensazioni sia dal seno che dalle labbra’E tu impersonavi il principe azzurro che risveglia Biancaneve e quello che trova la scarpetta…e che poi Cenerentola si scopa.. ‘ahahah’ rideva e piangeva insieme!
‘ io non mi ero mai toccata da sola, ma, in quel momento, continuando a guardarvi, iniziai ad accarezzarmi stando in piedi ‘.Il piacere lentamente mi invase rendendomi sempre più eccitata e continuai a toccarmi con crescente tensione man mano sentivo un tremore interno ‘..e poi l’orgasmo crescere.
E nella mia mente tu hai iniziato a rappresentare l’uomo perfetto, che salva, ama e soddisfa la donna!
Ero arrivata ad un tale punto di agitazione che ebbi così il mio primo orgasmo ! Fu un piacere fortissimo che ad un certo punto, sentii di non reggere, di non farcela più, di venir meno, mi sfuggì un leggero grido di godimento”
‘Scusa se ti lo confesso, ma giurai che dovevo averti per me’quando sarei diventata grande, tu dovevi avermi per primo! Per quello preferisco sempre godere con le femmine, e la mia Elène me ne da tanto di piacere’ ma quando sto con te capisco che sei un uomo, vero, e mi piaci, spesso mi tocco pensandoti, a volte origlio quando tu e mamma scopate, e anche quando scopi Aziza!… e mi sditalino fino a venire insieme a voi’e ora..a vederti far godere Elène ..non resisto’so che sei mio patrigno’l’uomo di mia mamma, ma ora..ora..voglio che mi prendi’scopami ti supplico’e calò i calzoncini con semplicità, e subito dopo gli slip. si sedette sul tavolino della colazione aprendo le gambe e lui, non li guardò quasi, anche se una parte di lui notò e registrò che erano belli, di pizzo e quando vide nella penombra la vagina della sua figliastra, che aveva tanto desiderato da anni, e pensando alla quale si era tanto masturbato, la osservò a lungo, mentre la faceva stendere sula tavolo . Leon era fuori di se.,.già colava qualche goccia di seme tanto era eccitato.. si estrasse il pene, e lo puntò contro la vulva della figliastra, dimentico di tutto, di sua moglie..di Elène che guardava’. Vide aprirsi la vulva carnosa , bagnata e rosea, e vi penetrò facilmente.
Mentre la pompava tornò a chinarsi su di lei e ad aggrapparsi ai seni gonfi e turgidi, che lo eccitavano particolarmente.
La sentì mugolare e uggiolare, mentre il ritmo si faceva più veloce e le pompate più forti. La sentì irrigidirsi sotto i colpi della verga, e la sentì godere.
Seguendo l’intuizione, le afferrò i capelli e li tirò leggermente, tenendoli tesi, tenendole la testa sollevata indietro, contribuendo al suo piacere. La stava cavalcando secondo i migliori dettami, come una sua troia, come Aziza, ma era la figlia di sua moglie’e vide che Elène le accarezzava la fronte e la baciava con la lingua, poi inserì la sua mano magra alla base del suo pene che stava martellando Michelle e con pollice le solleticò il clitoride’ Michelle urlò un attimo prima che lui godesse, con la mano di Eleè che aiutava pompando le sue contrazioni. E anche lei raggiunse l’orgasmo, stimolata dal gonfiore del cazzo e dai suoi sussulti e dall’altra mano che era dentro la sua figa colante.
Leon non riversò in Michelle molto sperma, gliene era rimasto poco, ma fu sufficiente perché lei sentisse il seme caldo del suo patrigno invaderle il ventre.
Leon rimase sconvolto dal modo in cui la figliastra uggiolava quando raggiunse l’orgasmo. Gli sembravano i versi di un cagnolino. Ui ui ui uiiii, Elène le mise una mano sulla bocca…temeva che Suzette sentisse’ ma anche lei sospirava forte
Dopo l’orgasmo, l’ennesimo per lui, Leon si appoggiò a un divanetto. Non aveva neanche la forza di rivestirsi, non subito.
Michelle di fronte a lui, sul tavolo, girandosi di fronte e accovacciandosi a terra. Si guardò il seno nudo, e poi guardò lui, e Elène che guardavano i due piccoli rivoli di sudore e latte che le erano colati da ciascun capezzolo. – Mi è uscito il latte… – commentò lei, sorpresa. Leon annuì. – Non mi era mai…Lasciò la frase a metà, visibilmente stupita. Lui la guardò. – L’hai già fatto… molte volte? – Solo con due ragazzi maschi – rispose lei, dopo averci pensato un momento- ma non mi è piaciuto, non sono neanche sono venuta’loro erano rozzi’piselli piccoli, loro subito venuti’solo con le donne mi è capitato un orgasmo simile erano Elène e Chantal, le mie compagne di college..Il patrigno annuì. – Ti è piaciuto? – chiese poi, riferendosi chiaramente a quanto avevano appena fatto. – Sì – mormorò lei. Fu la prima a rialzarsi e rivestirsi, lentamente. Prima di andarsene esitò un attimo, cercando le parole. – Buonanotte – disse infine, semplicemente. – Buonanotte. Dissero leon e Elène. Le ragazze lo lasciarono in veranda nudo, che ancora si riprendeva.
Dopo un quarto d’ora Elène tornò, si fermò un momento accanto a lui .Si era rimessa gli slip, ma era ancora con i piccoli seni nudi.
– Bello spettacolino – commentò, sorridendo come solo lei sapeva fare . Lui non disse niente. – Peccato che non resisti di più. Io ancora voglia. – Fece una pausa, poi: – Andrò a farmi la mia amica ‘mi piace da morire, la normanna!
Lui la seguì con lo sguardo mentre spariva dentro la casa. L’uomo chinò il capo. Rimase a lungo fermo lì, raccogliendo le forze necessarie ad alzarsi, rivestirsi, tornare nella propria camera con la moglie.
Non ci volle molto a Elène per riuscire a coinvolgere Blanche. Passò dal bagno a prepararsi, spalmandosi con un olio profumato, come faceva quando doveva fare l’amore con le compagne al college, roba cara, inglese, di Harrods’ Quando la sentì bussare, la ragazza aprì la porta e si trovò di fronte Elène completamente nuda e spalmata di olio, con la vagina completamente esposta e il clitoride gonfio come non ne aveva mai visti.
Rimase interdetta e paralizzata. Anche Elène non riusciva a dire nulla. Aveva il cuore che batteva all’impazzata e un’eccitazione che la stava devastando. Blanche rimase talmente eccitata dalla visione che non poté fare a meno di avvicinarsi. Aveva sempre avuto un certo interesse per quella ragazza, non aveva osato pensare che come cameriera avventizia avrebbe potuto fare l’amore con la giovane ospite. Ma ed ora non poteva certo sprecare questa incredibile occasione. Chiuse la porta e la fece entrare nel suo letto, la fece stendere accanto, le si strinse addosso e iniziò a toccarla. In breve, stavano limonando. In breve, erano abbracciate e si toccavano le vagine. Dopo un paio di minuti cominciarono gli spasmi e le contrazioni, i loro gemiti divennero più forti. Blanche ansimava e scuoteva il bacino furiosamente mentre le dita esperte di Elène la sodomizzavano e la masturbavano freneticamente e venne improvvisamente urlando il suo piacere. Elena appena lei si riprese, si ritirò su e le porse il grembo stando in piedi sul letto e Blanche si inginocchiò si trovò con la faccia a qualche centimetro dalla fica di Elène che sembrava sporgersi invitandola a farla sua. Poi risalì con il volto il corpo di Elène fino al seno e rimase a contemplarlo per un po’. Poi salì verso la faccia e la baciò appassionatamente. Afferrò con le mani le piccole sode tette continuando a baciarla, a leccare e a succhiare i capezzoli che sembrava stessero per esploderle. Poi si fiondò sulla vagina e sul clitoride e porse a lei le sue stesse cose da leccare e baciare . Tutte e due leccavano e massaggiavano con una mano, e con quell’altra massaggiavano le grandi labbra e l’ano. Sia Blanche che Elène cominciarono a gemere e ad avere spasmi del ventre fortissimi e colavano di olio sudore e liquidi, ed Elène anche dai capezzoli, e continuarono a masturbarsi fino a che tutte e due esplosero in un orgasmo potentissimo spruzzandosi umori abbondanti sui rispettivi visi. Restarono abbracciate a rovescio ansimando, e poi a poco si svincolarono.
Blanche a questo punto prese il cellulare e le scattò delle foto, dei primi piani della vagina grondante, dei seni e dei capezzoli e qualche foto che riprendevano Elène in tutto il suo splendore e mentre lei ancora non riusciva a dire o fare niente, poi si impossessò anche di un paio di slip usati che giacevano a terra, sarebbe stato un dono per conquistare Oscar.
Elena le baciò ancora una volta il clitoride e le chiese di aiutarla ad alzarsi e, sussurandole ‘ci vediamo domani,’ uscì e andò in camera sua. Blanche toccandosi la figa bagnata accennò un bacio con la bocca, e sperò che quella scena si sarebbe ripetuta spesso.
L’indomani Blanche avrebbe cercato il cellulare di Elène nella borsa che aveva appoggiato in camera sua, e chiamò il suo numero, salvò il numero di Elena associandoci una delle foto che le aveva scattato la sera prima.
Erano le tre di notte e finalmente sazia di orgasmi Elène dormì un sonno profondo abbracciata a Michelle.
Alla mattina Michelle le fece il muso, le disse ‘ va bene farsi scopare dal papà, che è un maschio, ma sai che mi fa incazzare che tu ti faccia masturbare da altre donne’la schiaffeggiò con violenza e Elène fece appena in tempo a chiudersi in bagno per non riceverne altre . Poi quando aprì lei era più calma. Le disse ‘ scusa, era una occasione troppo golosa godere con quella bionda normanna dolce e bianca, con quella vagina rosa e saporita, ma sai che io amo te, vieni qui cara.., e la baciò ardentemente.
Si rotolarono sul letto nude com’erano’non vedevano neppure Oscar che fotografava tutto arrampicato sul ciliegio di fianco alla stanza.
Elène era profumata ancora dall’olio messo la sera prima per conquistare Blanche e Michelle impazziva per quel profumo. Afferrò il vibratore e iniziò a trattare la fica di Elène con delicatezza , mentre questa le infilava un bite nella sua. Le ragazze non si trattenevano da gemere e mugolare, respirando forte ‘ Michelle stava dicendo ‘ dai mettitelo dentro, piano ‘e l’altra ‘Ma fino a dove??? Oddio’ Ho capito!!! sei impazzita??? Ma dai, ma no” ‘ si dai fallo.. per favore? Puoi provare? Fallo per me, fa conto che sia un tampax. Su vai..vai ‘Ecco , ora te lo accendo’, vedrai che sarai contenta…’
Premette il pulsate on sul piccolo telecomando. La pancia di Michelle saltò su sul letto e lei emise un guaito. ‘Capito adesso? ‘
-‘O madonna! Ma sei scema??? Ma perché non me l’hai detto? Vuoi farmi morire qui? Ma tu”. Lei accese di nuovo. Michelle fu scossa nuovamente da un fremito, abbassò la testa, aprendo la bocca. -‘Spegni! Spegni! Ti prego…’. Gridava ‘sottovoce’, a mezza bocca.
Il tramestio fu sentito da Leon che stava passando davanti alla porta, sembrava che litigassero, si sentì in dovere di bussare, chiedendo’ Ragazze! Tutto bene? ‘ Non ebbe risposta ma senti la voce di Michelle che supplicava -‘Elèneee’ dammi quel telecomando ti prego. O spegni subito!’. Sul lato del telecomando c’era una rotellina: Elène la girò lentamente, tutta. Michelle emise un ‘UUUUUHHHHH’ poi Elène spense, scoppiando a ridere. -‘Stronza! Bastarda! Sei una deficiente! ‘ Ti adoro, tesoro mio’.
Eugenio se ne stava andando, senza farsi vedere, molto eccitato ma rattristato delle piega che avevano preso le cose, quando arrivò Suzette, svegliata dai gridi delle ragazze, che disse ma cosa stanno facendo? E come mamma si sentì in diritto di entrare agitata nella stanza . Quel che vide la lasciò di sasso: vide sua figli aMichelle, dolce biondina a gambe larghe mentre la scura Elène le tratteneva un piccolo ovetto rosa dalla figa grondante di umori’e lei teneva un grosso vibratore ancora acceso che faceva rumore nella pancia di Elène in ginocchio sul letto, che colava liquidi copiosamente, e lei con la bocca aperta stravolta dal piacere che diceva ‘ ma poi devo stare ancora un’ora con questo coso dentro? Ma che ‘.scusa, ma”. Poi le la ragazze videro i due che le guardavano alla porta. Leon notò che Elène non cercava neppure di toglierselo.. Era in grande imbarazzo, ma le piaceva da morire.
Le ragazze chiusero gli occhi come per scomparire alla vista della mamma e del patrigno, e questi chiusero la porta e si allontanarono.
Lei gli disse, tra poco viene ill massaggiatore, per fortuna, mi farà rilassare.
Leon andò a nuotare in piscina e intanto giunse Mario il massaggiatore romeno

Aziza aveva preparato il lettino per la sperando anche che si facesse fare altro. e aveva avvisato Oscar che si era messo in un angolo del giardino pronto a fotografare sua mamma che si faceva massaggiare, sperando anche che si facesse fare altro.

Suzette si tolse l’accappatoio, era in slip ridotti rosa e basta mostrando un po’ di pelo rosso ai lati delle cosce.
Pensava prima o poi mi faccio la totale come le ragazze, ma a Leon un po’ di pelo, piace’ Disse scusi Mario, non ho fatto in tempo a depilarmi, lui disse in francese un po’ stentato ‘ no problem madame’ ne vedo tante ..
La cosa curiosa è che vedo le donne rima ben vestite, a tutto punto, seducentemente sexy e ‘ dopo poco, sono svestite, tra le mie mani e oltretutto mi pagano! ‘ E rideva!

Suzette si rilassava sul lettino da massaggi, pensando a come le ragazze erano esagerate nella continua ricerca di orgasmi. Come sarebbero arrivate alla sua età? E intanto, si godeva la musica diffusa dall’impianto.

Le disse ‘ signora Siucette, quando sono
entrato e l’ho trovata più bella del solito! ‘

Poi, mentre stendeva l’olio, dapprima sui polpacci, poi sulle cosce,
pensava alla sua bellezza, ‘ era ipnotizzato dallo scorgere o immaginare l’unica cosa che era ancora nascosta dallo slip.

Solo dopo alcuni istanti lei si accorse che lui si dedicava a lei non come massaggiatore, ma come il migliore amante, con sensualità, dolcezza, calore e passione. Il tatto delicato, i punti sfiorati e l’abbandono di Suzette nelle sue mani, l’avevano segnata con una macchietta al centro dello slip’

Lui , incurante continuava con la stessa sensualità, per spostarsi ora sulle natiche dopo sulla schiena e sul collo; quella manovra è stata come accendere l’interruttore di una bomba ad orologeria!
Suzette, apparentemente era abbandonata sul lettino, ma in un attimo ha alzato la testa, chinando lateralmente il capo alla ricerca di quello che più desiderava e quindi con la mano sinistra afferrava la mia, ultimava lo spostamento del corpo, per ritrovarsi supina sul lettino, coi seni scoperti’un’altra manovra l’avvicinava al viso di Mario, e le mie mani guidate dalle sue, prima sui seni, poi lasciate libere di muoversi sul suo corpo, e le loro lingue intraprendevano una danza frenetica’

Mario interrompeva il bacio per assaggiare la pelle del collo, per
mordicchiarle le orecchie, poi ancora in bocca, più voglioso che mai!

Aziza guardava dallo spiraglio della porta toccandosi la figa tra le mutandine bagnate con le mani e vedeva Oscar che scattava innumerevoli foto.

L’eccitazione di Suzette era alle stelle, le mani ora correvano sui fianchi e ora sotto lo slip; lei era eccitata, felice di quello che provava, appagata’ ma il bello doveva ancora arrivare
.
Assolutamente assorbito dalla pratica, perso e incantato da tanta passione Mario decideva di scostarle lo slip per poterla baciare intensamente’

Anche se non era la prima volta che Suzette sperimentava una pratica così esperta e piacevole ora si era intensamente animata,
contorcendosi di libidine, aprendo e chiudendo le gambe, con le mani gli premeva la testa sempre più profondamente’

Mario in un momento, si ero spostato per baciarle la bocca e lei aveva approfittato per accarezzargli i genitali, un gesto rapido
e lui glieli porgeva, al massimo dell’eccitazione; con dolcezza si avvicinava per baciarli; poco dopo lui decideva di spostarsi dal lettino per coricarsi a terra su un improvvisato materassino, dove continuava l’esplorazione e assaggio del suo corpo, adagiati di lato.

Suzette era eccitatissima, lo sguardo passionale e serio, di quella che è sconvolta dalla passione ma che sa cosa vuole, e come un
sacrosanto diritto ti fa capire che se ti fermi’ ti uccide, senza concederti attenuanti!!!

Così decise di farlo scivolare con le spalle a terra, e si poneva a cavalcioni di lui e cominciava la parte clou del rapporto, dove a fatica Mario riusciva a trattenersi dalla esplosione’.

A tratti i lunghi capelli rossi le scivolavano davanti, coprendole il volto e i seni; per aggiustarseli dietro, ruotava la testa e con la mano li scostava sulle spalle’ approfittava di quel movimento per cercare sicuramente piaceri profondi diverse, mentre lui le accarezzavo i bellissimi seni, alzandosi anche per baciarli.

lei era follemente presa da questa storia, aveva il battito cardiaco
accelerato, sudorazione intensa, eccitazione incontrollabile’perdeva liquidi dai seni e dalla vulva
Infine lui esplose in un getto di liquido caldo che la riempì tutta e lei nell’orgasmo ululò come un lupo .
Anche Aziza con quattro dita dentro venne e anche Oscar si bagnò i jeans, già pregustando il momento in cui avrebbe rivisto le foto.

Intanto Leon avava deciso di fare uscire dalal loro camera le ragaze bussò e ricevette l’invito, Vieni papà, fa Michelle che si era ricomposta ed entrò. Disse ‘ dai ragazze abbiamo sudato eh, stanotte? Dai facciamo la doccia?- e Michelle e Elàne disse ro dai, però insieme!
Subito le donne si spogliarono e mentre si toglievano la lingerie da notte erano ancora più sexy; sembravano uscite da un film porno apposta per farlo arrapare. Il pisello di Leon ridivenne immediatamente duro.
Anche lui si tolse i pantaloncini e rimase solo con gli slip, e Blanche, che passava con la colazione, osservandolo e fece cenno alla brunetta Aziza. Le cameriere risero in maniera civettuola e sembrava lo stessero prendendo in giro.

Ma lui non aveva realmente capito cosa c’era sotto… ed entrò nel bagno con le ragazze e disse -Ragazze che state facendo? E Elène -Vediamo se sa fare bene il suo lavoro, quel bell’uccello che ti ritrovi tra le gambe..poi lui uscì a razzo dal bagno seguito da Michelle ancora con gli slip bagnati di doccia, si diressero nella loro stanza e si buttò sui materassi già sconvolti e sporchi di umoi corporei da quanto era successo di notte.

Elène uscì dal bagno coi capelli bagnati e con il reggiseno e gli slip e si sedette sul bordo del letto, lui era inginocchiato alle sue spalle e glielo stava slacciando; le tette di lei balzarono fuori e lui si affrettò ad accarezzarle con le mani.

Lei si tolse del tutto il pezzo di sopra del costume e cominciò a fare ondeggiare le sue tettine sotto le carezze di lui che poi la prese per un braccio e la attirò verso di se.

Intanto era abbracciato da dietro da Michelle con gli slip del due pezzi a metà bacino e mi mostrava il lato b quasi integralmente, e con una mano gli accarezzava la zona inguinale, pelosa.

Poi si girò, sottraendosi alle mani di Michelle e affondò la faccia all’inguine della Elène per leccare un pò ovunque.
Michelle si inginocchiò dietro con una capriola e tirò fuori dal suo costume a slip il suo pisello semirigido in mano e cominciò a leccarlo stando infilata tra loro due. Leon sussurrava -VAI, VAI! Mammamia quanto sei troia figlia mia!!

Lei si tolse il pene di bocca e con la saliva alla bocca gli : -Non hai ancora visto Elène all’opera, allora! Leon respirava forte quasi come se boccheggiasse ma non smetteva di leccare e Elène godeva di piacere. Nel frattempo Michelle si rigirò da dietro sul fianco di lui e raggiuse di nuovo il pisellone ormai di nuovo durissimo e lo iniziò a succhiare con più violenza e Leon vedevo che stava per non capire più nulla, tanto era eccitato.
Le cameriere stavano dalla finestra in disparte a guardare e si toccavano ognuna la sua figa.

Oscar era corso a quella finestra e stava di fianco alle cameriere che sorridevano, lasciando la mamma che finiva di bere lo sperma del massaggiatore e iniziò a fotografare il papà con la sorella e l’amica che facevano sesso insieme nella loro camera .

Leon si stese sul lettino e Michelle gli fu sopra e se lo cacciò in bocca e andava su e giù su e giù su e giù…e lui accompagnava la testa della figliastra e poi la prese per i capelli e iniziò a baciarla, e mentre le loro lingue si mescolavano. Intanto Elène si mise alla pecorina e lui si girò, scostò Michelle le infilo piano la punta e poi tutto il pisello. Per un po’ la spinse delicatamente e poi sempre più in modo violento mentre lei gemeva di piacere ma lui le teneva un mano sulla bocca per non fare pubblicità con i vicini .

Nel frattempo baciava Michelle e le faceva un ditalino.
Improvvisamente Michelle spinse via l’amica dal connubio e si mise il pene di Leon in bocca e con le labbra gli massaggiava la cappella. -Cosa credi, di potermi togliere il divertimento? Disse Elène sibilando e girandosi aprì le gambe e le dita di lui scivolarono un poco più in basso, proprio in mezzo allo spacco e si muovevano rapidamente su e giù nel bagnato. Lei si sdraiò, poi stando sempre sul bordo del letto fece inginocchiare lui e allargò completamente le gambe. La sua figa era aperta e pronta a ricevere piacere; quando la lingua toccò il clitoride un sospiro uscì dalle sue labbra, la schiena le si inarcò all’indietro e si abbandono al piacere e venne facendo uscire uno schizzo di pipì in bocca a Leon che aveva messo le mani sotto le natiche di lei e con la lingua la esplorava la figa in ogni angolo gustandola e succhiandola e lei gemeva sempre silenziosa ma più forte adesso e metteva una mano sulla testa di lui premendola al suo grembo inondato. Michelle con una mano tra le gambe, tornò all’assalto da dietro il lettino, stesa per terra e operando nel grembo di lui che leccava Elène.

Lui poi si sollevò e si sdraiò sul letto supino e Michelle gli fu subito sopra per infilarselo. Elène si era ruotata di 90 gradi ed ora era sdraiata stretta con la testa vicino ai piedi di lui e guardava Michelle andare piano su e giù in silenzio respirando profondamente.

Poi si tirò su e iniziò a baciare il seno di lei e lei la masturbava con la mano sinistra mentre con la destra toccava sotto di se il clitoride mente Leon stantuffava con le reni facendo cigolare il letto.

Lui si stava facendo scopare con gusto, ora la teneva per i fianchi, ora giocava da dietro con le sue tette che dondolavano ; il cazzo era lucido degli umori di lei, poi la prese e la fece stendere, volendo stare lui sopra; la penetrò lentamente facendo assaporare piano il suo cazzo duro alla sua figa vogliosa e quando fu tutto dentro i suoi movimenti si fecero più rapidi e decisi. Michelle si contorceva dal piacere, sotto la mano di lui e gemeva : ‘ Eugenio’papino..ti rubo alla mamma ‘stronza’teneva sto cazzo tutto per se’io scopo meglio’.vengooo dai daiii” Si teneva la figa aperta con le mani, voleva accoglierlo al meglio, ‘sto per venire’ sto per venireeee’non maiii’gridò, colpita dall’orgasmo raggomitolandosi tutta intorno al suo sesso e scuotendosi, comprimendo con le mani la sua natura gonfia’mi scappa..mi scappa’.non devoooo ohhhh.n oooo..pisciooooooo.e si fece scappare un fiotto di liquido’

Tutti furono impietriti da quell’orgasmo, per alcuni minuti’poi Michelle , ripresasi, si girò e spinse al suo posto Elène ma girata in modo da offrire la stretta e liscia schiena a Leon , che la leccò per un pò prima di spingere il cazzo nella vagina e nuovi gemiti uscirono dalle labbra di lei e più forti ansimi dal petto di lui.

Michelle si era messa davanti a Elène che era mossa avanti e indietro da lui e aveva aperto le cosce, cosicchè Elène poteva leccare la figa di lei e succhia, succhia e ad un certo punto la voce di Michelle che diceva che stava per venire.

-Vengo, sto per venire di nuovoooo! vengo vengo non smettere toccami bello bello vengoo-o-o-o’oo-oo’e stringeva le cosce tanto che in poco tempo avrebbe soffocato Elène , che invece con un gesto fulmineo si tolse il pene di Leon dalla fighetta e lo avvicinò alla bocca all’amica e comincio a masturbarlo, e le voci di tutte e due le donne lo invitavano a sborrare e finchè venne nella bocca aperta della figliastra’mentre lei, Elène lo leccava sulle le palle e la cappella ormai bianca come un cornetto algida. Michelle disse ‘ papi ecco che sapore hai’buono’.senti Elène e limonò Elène passandole il sapore del patrigno con la lingua.

Leon mugolava un po’ forte di piacere, Elène si liberò si inarcò con la testa in su mentre Leon era tornato a colpirla in profondità e finì la sua eiaculazione dentro a lei che ululava, prima che Leon le tappasse la bocca con le mani.

Poi tutti si fermarono ansimando e non parlavano. Solo si sentiva il letto che scricchiolava appena, i respiri che andavano calmandosi. Erano ormai le 11 quando Suzette, ripresasi dal massaggio e non vedendo nessuno in giro per la casa era preoccupata che fosse successo qualcosa o fossero uscite senza di lei in paese e chiamò a gran voce ‘LEON!’ girando per le stanze, finchè entrò agitata nella stanza delle ragazze e” ragazze, avete visto Eugenio? Sono preoccupat’ohhhhh’ e nella penombra vide lui che respirava forte appoggiato al sedere di sua figlia e abbracciato a Elène che si era addormentata con la mano di lui appoggiata al suo pube..e un odore di umanità..sesso..corpi… dalla stanza usciva un odore indescrivibile, che pareva lontanamente di pesce’

Restò impietrita, sconvolta’tornò nella sua camera e si chiuse dentro, quasi svenne, si sentì mancare il respiro, ripenso’ a quello che aveva visto’ si era verificato quello che aveva sempre temuto’forse la legge di attrazione era scattata in negativo’.sua figlia, competitiva con lei su tutto, ora era riuscita a sottrarre il marito ‘e lui si era dato a lei con la complicità della amichetta puttana.

Piangeva e nello stesso tempo il cervello sconvolto sovrapponeva immagini e sensazioni orgiastiche, ricordi, passioni’e lui la faceva si eccitare e sentire il bisogno di toccarsi e provocarsi un orgasmo drammatico stringendo le gambe mentre le dita riempivano il suo sesso bagnato.

Poi cercò di calmarsi ‘fece lunghi respiri’in 10 minuti fu più calma e le forse rabbia e desiderio di vendetta su sua figlia e
su di lui iniziarono a prendere il sopravvento sull’ansia’
Prese una decisione, si alzò e buttò in una valigetta un pò di vestiti e di biancheria e ‘
Suzette ‘..pensò di scappare, di andarsene da quella incredibile situazione morbosa, ma fu fermata dalla signora Hispano, un amica con cui aveva condiviso notti di sesso, e non voleva fare venire fuori uno scandalo, cosa avrebbe pensato il vicinato, dopotutto erano un famiglia per bene, tra le più in vista nella cittadina.

Lei la trovò sulla soglia del cancello . Le chiese ‘parti?’ lei guardò la valigia, disse ‘ noo, devo andare in tintoria con tanta roba invernale”
Sai, disse July Hispano , sono qui gli Zakkis, sai George con quella bella croata, sexy, Giuliette, e Marc mi ha detto , perché non venite, volevamo passare una sera insieme’ come ai vecchi tempi, le strizzò l’occhio..ti ricordi’? potete domani ? Suzette disse penso di si, non mi risulta che abbiamo altri impegni e le sorrise, leccandosi le labbra.

July disse, per favore se venite potere portare anche le vostre domestiche per aiutarmi, sai, siamo tanti e io ho solo la Grace ad ore .
Suzette disse, certo ci mettiamo d’accordo domani. Tornò indietro e dato cahe non vedeva nessuno in giro ando in cucina e trovò le cameriere, disse loro, ragazze, dopodomani gli Hispano danno un ricevimento cui siamo invitati, sapete, come l’anno scorso, e strizzò l’occhio. Voi verrete e ci aiuterete.

Aziza si ricordava che l’anno precedente la festa poi era finita con un bella orgia di gruppo al bordo piscina e poi lo raccontò a Blanche che sorrise.

Suzette poi disse, ‘ora ho mal di testa e vado in camera, tu Blanche, per favore sveglia Oscar che forse dorme ancora.’

Aziza, che sapeva delle attività fotografiche mattutine del ragazzo sorrise , ma Blanche disse ‘ oui madame’ .

Suzette si versò 10 gocce di EN e andò in camera sua, d’altra pare era nuvolo, i tre fornicatori dormivano e non c’era senso stare in giro con l’ansia e la disperazione che la prendeva.

Blanche disse ad Aziza, ‘dai che forse è il mio momento ! ‘ e le sorrise e andò alla camera di Oscar,.camminòi silenziosamente nel corridoio, avvolta solo da una corta vestaglietta di raso e con la minigonna leggera e, giunta davanti alla camera di Oscar percepì il suo respiro affannoso e un impercettibile cigolio del letto. Bussò e lui rispose con un grugnito, lei si abbassò lasciando che lentamente il tessuto le scoprisse le natiche mentre spiava dal buco della serratura. I suoi occhi si adattarono immediatamente alla flebile luce che illuminava la stanza intanto che l’aria fresca della mattina accarezzava il suo sesso coperto solo dal velo delle mutandine di organza.

Il ragazzo era privo dei vestiti, sdraiato sulle coperte di lino, il suo giovane corpo muscoloso risaltava illuminato dalla debole luce del tablet che aveva in mano, la cui luce fredda metteva in risalto un espressione perversa dipinta sul viso stravolto dall’orgasmo che stava per arrivare.

Si stava masturbando con indosso gli slip un po’ scuciti che aveva rubato a Elène due giorni e guardando le foto che aveva scattato a tutti i componenti della famiglia e alle cameriere , oltre che alle bagnanti in spiaggia il giorno prima al mare.

Dato che il letto era in posizione tale che lo schermo era verso la porta, lei vide che l’aveva ritratta anche lei mentre usciva dalla piscina di casa con il costume bianco appiccicato al suo corpo chiaro, i seni praticamente nudi, con i capezzoli oscenamente inturgiditi dal freddo dell’acqua

Bussò ancora e lui disse ‘chi è?’, ‘sono Blanche, signorino’, lui disse vieni, stavo proprio guardando un tua foto’lei entrò e rimase immobile davanti a lui mentre i suoi occhi gustavano ogni particolare del suo corpo.
Gli poggiò sul ventre le mutandine che aveva rubato a Elène e lui le prese e aspirò quel profumo di olio misto a donna in calore.

La guardava sotto la vestaglietta da cameriera slacciandole con gli occhi i laccetti ai lati della mutandina che si stava scurendo al centro perché lei si stava bagnando e mentre accarezzava in modo malizioso il suo sesso ben visibile in trasparenza.

Sentimenti diversi le scivolavano addosso, da un certo punto di vista la cosa la turbava, ma non poteva resistere a quell’attrazione che ormai per lei stava diventando una droga. Stuzzicarlo e farsi spiare in situazioni sempre più scabrose gratificava il suo esibizionismo di umile ragazza e la voglia di essere desiderata. Lei non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua mano che percorreva un membro lunghissimo e rigido con le eleganti dita che ormai erano già quelle di un uomo, e mentre lui odorava il regalo che aveva ricevuto.
Era ipnotizzata nel vedere quanto fosse forte il suo desiderio per il suo corpo e come sarebbe stato bello che quel bastone fosse nel suo grembo, avanti e indietro’ma occorreva tempo, il ragazzo non era pronto’la scommessa doveva attendere , ma solo il pensiero di essere un dì traforata da quel coso che usciva di sbieco dagli slip neri rotti di fianco la indusse a passare le dita lungo l’interno delle cosce fino ad arrivare a sentire quanto si stava bagnando.

Lo vide mentre lui raggiunse l’orgasmo, inarcare la schiena e con schizzi copiosi sporcare letto e parquet senza nessun riguardo, pareva non finire mai. Oscar si riversò sul letto con il seme che gli colava sugli addominali gettando per terra le mutandine che aveva odorato e togliendosi gli slip del costume, con cui si pulì l’addome.

La consapevolezza che comunque quel disastro lo avrebbe dovuto pulire lei, magari davanti ai suoi occhi mentre la guardava fingendo di studiare, diede a Blanche una scossa tra le cosce che dovette calmare con il pollice e l’indice che nervosamente iniziarono a lavorare sul suo clitoride con un gemito e dissi, scusi, signorino, posso usare il bagno, mi scappa’

Lui si voltò stupito , disse certo, cara, e lei si ricompose e velocemente andò verso il bagno attiguo .
Aveva il fiato corto, entrò senza chiudere a chiave, mi sedette sul water con la vestaglietta aperta, si tirò giù le mutandine, con il sesso gonfio e fradicio di umori ben esposto, introdusse le dita nella sua vulva e pensando al cazzo di Oscar e le mosse velocemente tanto da produrre un rumore come di ruscello, sentendo il quale si produsse un intenso orgasmo, e sapeva che lui la guardava , sospirò con grandi aspirazioni ed espirazioni e il suo corpo fu scosso da tremiti e convulsioni.
Poi si fermò, si alzò e si rimise le mutandine fradice di umori, ma si risedette sul water in attesa.
Aspettò pochi istanti, sapeva che Oscar sarebbe entrato. Sentii spiraglio delle porta da cui lui l’aveva guardata allargarsi , allargò bene mettendo il busto indietro in modo che lui vedesse sotto cosa succedeva, e socchiuse gli occhi, lasciando che un rivolo di urina iniziasse a zampillare attraverso la sottile lycra bianca.

. “O mio dio scusa Blanche…” disse Oscar. Si ritrovarono fermi in una bolla di tempo e sensazioni che ci si cristallizzarono addosso, lui imbambolato con la maniglia in mano ed il pene semi erezione, che sgocciolava coperto solo dalle mutandine di Elène e dai suoi boxer usati a mo’ di straccio, lei, la servetta, indifesa, nuda e vulnerabile, esposta in modo osceno mentre non smetteva di urinargli davanti attraverso il uso slip.

“No mi scusi lei Oscar non ho chiuso, sono stata una stupida…me ne vado subito…” Si alzò, si tolse le mutandine bagnate, si asciugò tra le gambe con la carta, come se lui non ci fosse stato, poi si alzò rassettandosi la vestaglietta e passandogli di fianco strusciando il raso sulla sua pelle nuda.

Palpabile nell’aria percepiva il suo imbarazzo e la sua eccitazione, quello che avevo fatto era pericoloso osceno e perverso, ma si sentivo viva ed eccitata come non le era mai capitato prima. Stimolare quel ragazzo ad avere un rapporto carnale era la scommessa fatta con Azizia, che diceva : ‘oh quello non è come suo padre, è un segaiolo, se gli fai vedere la figa vera gli smoscia, viene solo guardando le foto, sentendosi protetto nella sua stanzetta.

Blanche sorridendo disse ” Signorino, le lascio queste oer dopo, le sue le dia a me che le metto nel cesto della biancheria sporca…ora si può fare una doccia intanto io vado a sistemare la sua camera, lascerò la porta accostata, così se desidera potrai guardarmi mentre lo faccio…”
Rimase con in pugno le mutandine tutte gocciolanti delle pipì di lei, mentre lei sentì sotto le dita la viscosa consistenza del seme maschile mentre gli prendeva i boxer sborrati dalle mani, ci intinse le dita e mentre uscì dalla stanza non potè fare a meno di sfregarseli tra le cosce.
Mentre toglieva le lenzuola bagnate sentiva i suoi occhi fissarmi dall’oscurita, sicuramente la vestaglietta mentre si muoveva gli regalava scorci del suo seno, forse anche la vista di quei capezzoli che le si erano induriti all’idea di sapere che la stesse spiando nudo nell’ombra.
Si misi a carponi, dandogli le spalle di proposito mentre le mie mani si muovevano energiche sul parquet scuro, su cui risaltavano le perle di latte che lui aveva schizzato.
La vestaglia le si era alzata fino alle reni, dietro di lei sentì il rumore dello zoom che metteva a fuoco il suo sedere rimasto completamente nudo coi glutei bianchi da normanna, e si bloccò in quella posizione come una animale sorpreso dalle luci su di una strada di notte, smise persino di fiatare e spinse in fuori le natiche divaricando le gambe per fagli vedere anche il resto, la vulva gonfia e gocciolante.
Immaginò la sua mano che si muoveva freneticamente avvolta nell’oscurità e si sentì terribilmente eccitata, percependo il suo desiderio palpitante darle fuoco alla carne, si alzò fissando il nulla dietro la porta, si avvicinai al pomo della testiera del letto dove una macchia di liquido pastoso si era fermata come una perversa guarnizione alla crema su di un bignè.
Aveva bisogno di provare qualcosa di forte ed osceno, una cosa che lo avrebbe costretto a eiaculare ancora per lei.
La cintura della vestaglia ormai penzolava lungo i suoi fianchi ed i miei seni turgidi si offrivano agli scatti che si susseguivano frenetici.
Lentamente, senza smettere di fissare la macchina fece scomparire tra le labbra il piccolo pomo di ferro battuto, quando dopo due o tre languidi affondi uscì dalla bocca della sborrata che lo ricopriva non vi era più alcuna traccia.
Sentii un rantolo provenire dall’oscurità, passò la lingua sulle sue labbra e sorrise.
“C’è quasi quasi signorino Oscar ? Dai’ ancora pochi colpi…” Lui le rispose con un grugnito ancora più strozzato, la macchina la stava riprendendo ancora, ne era certa, appoggiò la vulva coi pelini chiari con studiata lentezza il pomo di ferro battuto tra le labbra, sentiva il suo freddo morderle il clitoride ma era talmente bagnata che le scivolò dentro senza alcuna fatica. “Signorino, ora guardi come lo pulisco bene…” Si muoveva con una volgarità assoluta, gustandosi la sensazione di avere in suo totale potere quel giovane uomo, mentre mi scopavo del freddo metallo lentamente davanti a lui.
Senza preavviso dall’ombra vide arrivare schizzi densi e bianchissimi, sapeva non avrebbe potuto resistere a lungo, lo vide controluce appoggiarsi con il fiato corto tenendosi in mano il membro nudo, allo stipite della porta e rivelandole il suo corpo ancora bagnato dopo la doccia e mentre usciva lo vide avvinarsi alla testiera del letto e leccare gli umori di lei che erano rimasti sul pomello con cui lei si era scopata,
Disse ‘ a presto, signorino’ e tornò in cucina sentendo i suoi fluidi che le colavano tra le cosce.
Poi raccontò tutto ad Aziza, che le chiese ‘ma l’hai scopato ? hai vinto la scomessa? ‘ e lei disse ‘ eh, non ancora, l’ho solo fatto sborrare mentre io mi scopavo la sfera del letto’ma vedrai che ce la farò!’
Leon e le ragazze si svegliarono intorpiditi, tutti andarono in giro per la barca, si fecero il caffè, si guardarono, Michelle disse ..’ e la mamma?’ ‘ Dormirà ancora” disse Leon, e chiese a Blanche, che gli disse, ‘ la signora ha detto che ha mal di testa ed è andata a dormire ” lui fu spaventato’dormire a mezzogiorno? Mal di testa? … fu sopraffatto dal pensiero” Suzette doveva aver visto o sentito qualcosa’.’ Pensò ‘vedremo” ma fu distratto dalle cameriere che gli diedero la lista delle cose da comprare per la casa. Salutò le ragazze, dicendo ‘voi che fate? E Elène disse ‘io vado in spiaggia, sennò perdo l’abbronzatura, tornerò per cena’ ‘ e Michelle ‘ no io non ho voglia, sono troppo stanca, sto qui in piscina a dormire’anche qui c’è il sole, no? ‘ .
Leon disse ‘ok, fate quel che volete, ma Elène, per favore, trascina in spiaggia anche Oscar, che sta sempre in camera al buio, si com’è, digli che ci saranno delle belle ragazze da fotografare, e magari qualche slippino di rubare!…2 La bella morettina disse ‘ok, so io come fare a trascinare i maschi’lascia fare a me.’
Leone poi prese la IQ per andare in paese per compere.

Michelle si stese al sole e Elène andò a bussare a Oscar’ ci sei ? che ne dici di accompagnarmi con la tua moto in spiaggia? Sai quella vecchia BSA vibra tutta e quando ci vado su rischio l’orgasmo ! ”

Lui aprì la porta, era in calzoncini da bagno, maschili per una volta’ disse, mah non so, non ho ancora messo in ordine le foto dei tigh gap e del bikini bridge di ieri” e lei di rimando, ‘ ma dai, oggi c’è il sole, andiamo insieme, poi ti regalo un altro pezzo di costume, lo so che mi hai preso uno slippino’poi andiamo tra le cabine spogliatoio e mi dai la Nikon, e io scatto qualche bella foto di ragazze svestite! Non perdere l”occasione! si toccò tra le cosce e gli pose il dito che aveva intinto nella sua vulva sotto il naso e con la bocca gli fece il segno di una che pompina’vedrai”

Lui disse ‘ok, con te è sempre un divertimento, ok, andiamo..’

Andarono nel garage dove c’era sia la Galaxy che la sua BSA,
lei gli disse, ‘ che voglia di andare’che sono già eccitata, e tu? ‘
Lui disse, eh, sarei eccitato se stamattina quella troia della Blanche non mi avesse fatto sborrare due volte, sai io mi eccito di più a vedere che a fare”

E lei,con fare professionale, ‘ mhh, a me ne sono capitati tanti di segaioli, ma io riesco a raddrizzarli!’ e lui..ma, con me è difficile, sai sono stato scioccato da piccolo, vedendo prima i miei genitori, poi mia sorella, fare certe cose, e con dei cazzi grossi, e io mi vergognavo..sai..allora..ho inziato a fare foto, a confrontarmi..ma ero piccolo, ce l’avavo da ragazziono..ora’non so..guarda..tu te ne intendi, se potessi..guarirmi..la Blanche la spaccherei in due..e lei ci sta, pensa che ha pisciato nelle mutandine e me le ha regalate..pensa che sia un pazzo’ ma sono solo timido’tu sei la compagna di mia sorella, vi leccate ogni sera..ma gari mi sento bene con te’

Lei disse ‘ dai, proviamo adesso1 ‘ non c’è nessuno che ci disturba!
E così dicendo lei si appoggiò al cofano della Galaxy di Leon e lui le sollevò la minigonna..era già durissimo, a quell’età si può fare l’amore dieci volte al giorno’iniziò con baci e carezze dappertutto, lei si eccitava già, lui le tocco la figa grondante tra gli slip’lui con umorismo disse ‘ questi poi me li regali?’ e più seriamente ‘ sei una gran fica e un ninfomane come non ho mai visto, me lo dice sempre Michelle’ora si, si penso che’mi piacerebbe sentirti cavalcare il mio pene.’ Lei disse ‘dai’ e mise sul sedile posteriore e prese a fargli un pompino fortissimo, e con rapidità , appena lo vide lungo e dritto, gli sussurrò ‘ hai il cazzo più lungo che io mi sia mai messa in pancia! ‘ e poco a poco prese a impalarsi su di lui, ma non tutto insieme, era troppo lungo anche per lei ‘sentivo tra le sue labbra il coso duro e iniziò a gemere e a squirtare, e lui era imbarazzato’era un anno che non scopava una donna, l’ultima volta aveva provato durante l’orgia con l’Aziza, ma non era venuto, gli era rimasto duro tutta una notte’finchè Aziza poi era venuta a pompinarlo al mattino facendogli annusare i suoi slip dopo che lei si era scopata sia suo padre che il signor Hispano.
Lo tenne dentro e poi con grande gioia scese tutta su di lui, che tirò indietro la testa e iniziò ad ansimare. Sentire il suo lunghissimo pene essere accarezzato dalle pareti di quella stratta ragazza magra e forte, gli parve paradisiaco’restò immobile, era lei che si muoveva ed era quello che voleva, lo baciava e gli accarezzava il petto e i loro respiri si facevano sempre più’ affannosi, ma era un’impresa titanica, lui non era il tipo che veniva, se non in privato, spiando e guardando foto.. ma questa volta Elène superò se stessa, continuò il gioco per diversi minuti durante i quali lei sentiva una sensazione magnifica urti continui al suo punto g in fondo all’utero, venne due volte stringendogli il lungo candelone sempre accesa, non voleva che terminasse mai, ma voleva farlo infine venire, e gli sussurrò tutte le sconcezze che poteva immaginare gli piacessero: ‘ sei forte, il tuo cazzo è lungo, lo sento dentro, la mia figa lo succhia, mi fai sborrare, mi petti incinta, perdo latte dai seni, mi spacchi sei forte sei pià forte di tuo padre, puoi mettere incinte cento donne al giorno, sei un maiale, guardi le fighe al mare, pensa i notte tutte quelle fighe che tu fotografi che scopano coi loro cazzi, fiumi di sborra, dai vieni, farciscimi di liquido, come una bignè, sei un porco, sento il tuo cazzo..vengo di nuovo, sei super .. ‘ quel teatrino era assurdo ma lei capiva che doveva eccitarlo anche psicologicamente e lo diceva malgrado non provasse proprio tutto quello che diceva, come fanno le puttane professioniste, ma lo disse ansimando, soffiando, era da tanto che non faceva così, alla fine fu presa dalla sua stessa recita oltre che dal lunghissimo bastone che le perforava il suo delicato grembo ..e alla fine godette veramente in quel modo, con dei rantoli che accompagnavano i gemiti di Oscar che aveva chiuso gli occhi e godeva con la bocca socchiusa . E lei continuò tra un orgasmo e l’altro – Oh dai boy . . . dai . . . dai . . . daiiii ! ! ! La vagina di Elène era tanto lubrificata dal suo piacere che ormai lasciava scorrere il pene di Oscar con un rumore bagnato, particolare, il poco attrito che produceva era tuttavia sufficiente perché continuasse il suo piacere , anzi agli urti che le palle del ragazzo provocavano sulle sue chiappe magre, salisse rapidamente.
Anche lui cercava il godimento finale menando grandi colpi di reni, come se dovesse spaccare in due la giovinetta che saltellando sulle ginocchia veniva incontro al cazzo senza timore scossa dai colpi che facevano sobbalzare le deliziose sue tettine, poi, all’improvviso, si immobilizzò spalancando gli occhi, sentendo fortemente attorno al pene le morbide strette della sua vagina . . . urlò: – Oh adesso . . . adesso . . . ohhh troiaaa . . . dentro . . . ti sborro dentro . . . tutto . . . tuttooooo . . . Ahhhh . . . . ahhhh . . .- Si . . . ecco . . . ecco . . . prendi, prendiiii . . . oh amore . . . ohhh! ! ! e si sentii venire finalmente !
Elène gridò, e lui rantolò il mio godimento contro la sua bocca aperta bevendo i suoi sospiri e la sua saliva, le mani strette al suo culetto, sostenendolo e rilassandolo ora che allo stremo delle forze si era abbandonata contro di lui lasciando che fossi io farla scorrere sul membro, ad infilzarla, a muoverla . . .e alla fine un’ultima contrazione imponente lo fece venire di nuovo..lui le chiese di non fermarsi, di continuare a muoversi ancora fino a che venne di nuovo anche lei pisciando quando senti il suo liquido dentro la pancia. Poi si accasciò su di lui sfinita, e Oscar l’abbracciò ed riprese a muoversi dentro di lei molto piano, accarezzando la sua schiena, i suoi capelli, i seni, ansimava ancora e dopo 10 minuti ebbe come un altro piccolo orgasmo che le fece stringere un po’ le gambe stringendo sempre più’ il suo pene ormai esausto.
Poco dopo sentirono Michelle che gridava e chiamava aiuto , erano stravolti, presi dal panico si ricomposero, asciugarono i sedili che per fortuna erano di pelle e non avevano assorbito i fluidi che loro avevano emesso, uscirono dal garage e lei stette nascosta,, ma non si vedeva più nessuno in giro’
Lui avviò la moto, lei pulì i sedili con una pelle di daino e si misero i caschi uscendo dal cancello aperto verso i bagni Oreal.
Ma perchè Michelle gridava?

Oscar disse, ‘vado a cambiarmi allo spogliatoio, ma Marc gli disse, ‘usa pure il nostro privato!2 è il numero 5.’ In Francia, al contrario che in Italia, agli stabilimenti balneari, uno spogliatoio privato o cabina che dir si vogli è riservato solo ai molto ricchi.
Elène non ne aveva bisogno, bastava che si togliesse la minitunica e sarebbe stata pronta. Oscar invece fu comunque contento di quell’opportunità, e, dopo aver salutato passò per il ponticello che dava sul bordo della piscina e poi sulle terrazze sopra gli scogli ed il moletto e andò nella cabina privata degli Hispano a mettersi il costume.

Vide con piacere che, appesi alle grucce, c’erano gli indumenti degli Hispano e dei Sakkis, e oltre a quelli maschili, anche le mutandine ed i reggiseni di July, che alla sue tà di circa 50 anni era un donna bellissima e di Giuliette la magra bella croata con tette da sogno, visibili sulle sue clip di Youtube sotto il nome d’arte di ‘.Xenia Kapustina

Era eccitato dal trovarsi solo in quella cabina, e morbosamente esaminò gli indumenti intimi che vedeva appesi: c’era un vestitino bianco a tubino che la signora July riempiva benissimo con le sue belle forme, un reggiseno rinforzato dai ferretti, che profumava di rosa e le mutandine della stessa tinta, roba fine, di pizzo.

Poi c’era un guepierre di pizzo di Giuliette, che era tanto magra, con i bottoncini tra le gambe aperti, le mutandine di nylon con un bordino di pizzo, da poco prezzo, roba croata, pensò Oscar, grande intenditore di quelle cose. Niente reggiseno, pensò che la leggera guepierre fosse sufficiente a moderare il seno rifatto della cantante ( che poi lei gli raccontò che era stata clandestina su una nave per scappare dall’Italia dove faceva la escort ai tempi del presidente puttaniere)

Era tanto eccitato che non potè fare a meno di masturbarsi odorando quegli indumenti, fino a schizzare, con fortissimi sensi di colpa per quegli atti che, secondo la morale che pur avevo, erano un filo audaci, daiii’odorare la biancheria delle donne che conosceva appena’moglie di un amico, odorare il suo profumo, guardare la sua roba’

Un po’ sconvolto uscii e trovò ad aspettarlo solo Giuliette che gli disse ‘finalmente! Sono rimasta ad attenderti, loro sono già al porto, lo yacht ci aspetta, partiamo subito!’

Un gommone guidato da un bagnino portava i clienti dei bagni al porto, Gli altri erano già andati. Oscar e Giuliette scesero nella barca, aiutati da un bagnino Dino, che mi accese il motore a tre cilindri, lei fece un saltino, aveva un bikini ridottissmo, da vera star, e portò con se un thermos di succo d’arancia.

Dino slegò il gommone e con un piede indirizzò la prua verso il mare aperto, fuori dal moletto deli bagni. Il mare era calmo, con solo le onde provocate dal traffico verso il porto.

Viaggiavano dolcemente a 5 nodi, Giuliette disse ‘ ma quanto di hai messo a metterti quel costume ! un quarto d’ora!…’ e lui pensando alla sua attività nella cabina e alla guepierre profumata di lei, di cui ora vedeva gran parte del corpo a stento coperto dal ridotto bikini, e guardandola proprio tra le gambe dove la vulva spingeva morbidamente gli slippini senza imbottitura, provocando un ‘camel toe’ notevole, disse, scusi, ho fatto sosta in bagno’ma, parlando d’altro’che bello andare in barca! Oggi è calmo ci fermeremo al largo a prendere il sole’!’

Giunsero in 6 minuti al porto e Dino affiancò il gomone allo Yacht ‘Bermuda Island’ degli Hispano, battente bandiera inglese.
Marc aveva già tolto tutte le cime tranne l’ancora e una a poppa, e disse ‘finalmente’ e aiutò il ragazzo e la bellissima croata a salire a bordo dove già July stava mettendo in ordine e Elène stava conversando con Georghe, Brigitte e John nel comodo salotto di poppa sormontato dalla union jack che sventolava.

Mentre Dino riprese la via del ritorno, Marc fece cenno a Georghe di mollare la cima di poppa e azionò il comando del verricello di prua dell’ancora, dando macchina avanti un filo, poi quando sentì che l’ancora aveva lasciato il fondale, accelerò dolcemente e portò il ‘Bermuda Island’ nel canale che conduceva fuori dal porto, in mare aperto.

Georghe tornò vicino a Elène che l’aveva molto interessato, fin dalla prima volta che l’aveva vista col piccolo seno nudo abbronzato che teneva aperto il cancello della villa Rizzi quando lui era arrivato con la Jaguar.

Le chiese dove abitava, e altre notizie su di lei. Lei gli raccontò che aveva 22 anni, ed era un tipo particolare: all’apparenza introversa, non aveva difficoltà a relazionarsi con tutti; grazie a questa sua propensione lavorava anche come PR per una discoteca in inghilterra (dove sempre le malelingue dicevano si esibisse anche il una molto gettonata pole dance che terminava con due neri che la scopavano.)

E una ragazza bellissima, era molto magra e aveva un viso dai tratti un po’ troppo netti per una bellezza classica, ma aveva splendidi occhi azzurri, bei capelli neri, e un modo di fare misterioso, che faceva in genere molta presa sui maschi. Gli disse che non aveva mai viaggiato insieme alla famiglia, e si compiaceva di essere un’ospite trattata con gentilezza e discrezione, e che al college e anche nella villa condivideva la stanza con Michelle Rizzi.

Intanto lei osservava July mentre si sistemava a prua sul prendisole, in costume da bagno scuro’pensava ‘ da giovane, meditò, doveva essere stata una bella donna, alta e formosa.
Forse non magra come me, ma del resto ogni tempo aveva i suoi canoni di bellezza, e alla sua epoca la magrezza non era certo considerata un pregio come in quel momento. Le forme della donna erano visibili anche oggi: il seno era prosperoso, nel costume.
Ma non più sodo come un tempo. Elène si trovava nella veranda di poppa, uno dei luoghi più utilizzati del bel motoscafo: lì si svolgeva la vita di bordo, sui divanetti attorno al tavolo, a giocare a carte, fumare e chiacchierare. Era in costume intero carino, adatto ad essere indossato in barca durante il giorno.
Marc era a poppa, a pochi metri da lei, e stava sistemando qualcosa della barca, Elène non sapeva cosa. In barca c’era sempre parecchio da fare. Stare dietro alla barca era il suo hobby. In quel momento indossava dei calzoncini di costume rossi, lunghi al ginocchio, ovviamente firmati, ed era a torso nudo. Era già abbastanza abbronzato. Anche lui era leggermente sovrappeso, ma non di molto: da giovane era stato un tipo sportivo.
Giuliette riemerse da sottocoperta. Come suo solito, indossava il reggipetto del costume, in questo caso un capo con coppe classiche, marrone, e degli shorts, in questo caso rossi. Non era solita stare semplicemente in costume, quando era in barca.
Si alzò, andò a poppa e chiese ‘Marc cosa sta aggiustando?’ chiese e lui alzò lo sguardo su di lei , la considerò, magra, abbronzata, le gambe sottili, non lunghissime, lisce, il ventre piatto. Le osservò il decoltée magro, intravide la forma delle clavicole. Vide il leggero rigonfiamento morbido sul petto, che spariva nelle coppe del reggiseno, e notò una vena, appena percepibile in trasparenza, vagamente verdognola, che scendeva dal petto lungo l’attaccatura del seno destro. Anch’essa spariva dietro al costume.
Il costume era ultra aderente piccolo, sia nel taglio, che nelle dimensioni. Lo slippino senza imbottitura delineava il taglio della sua piccola vagina depilata. Questo fece rimescolare la parte bassa del suo ventre’
Lei lo guardava da dietro i grandi occhiali da sole scuri, squadrati come andava di moda. L’uomo le sorrise. – Sto pulendo le guarnizioni del circuito dell’acqua dolce. Quella che ci serve per la doccia e cucinare. – Ah, allora è importante – commentò Elène, con tono strascicato tanto che lui non capì fino a che punto scherzava – – Beh’ tutto è importante in barca. Tutto serve a tenerci a galla! – scherzò. Lei si limitò a sorridere, e proseguì, passò sottocoperta, si cambiò il costume intero con un bikini ridotto poi risalì raggiungendo Giuliette e July sul prendisole di prua

Disse ‘suo marito sta aggiustando qualcosa del circuito dell’acqua – Ma’ l’acqua funziona, vero? ‘ chiese July, sorridendo. – Certo!- Sì’ non è che finisce a metà doccia?’ – No, no, stai tranquilla – rise Marc arrivando insieme a Oscar. – Ho solo pulito le guarnizioni.
Elène era stesa ma girata ora verso di lui. Marc notò che aveva una mano appoggiata al cuscino, mentre con l’altra si sfiorava il ventre piatto e dritto un bikini bridge perfetto.
Faceva caldo, e il mare era tranquillo. Anche Brigitte si era stesa a prua. Tutte le donne si erano tolte il reggiseno del bikini.
Dopo una mezz’ora, July tornò verso poppa per parlare con Geoghe e John che stavano guidando la barca insieme al flyng bridge mentre Oscar guardava le mappe.
Passarono una ventina di minuti, forse, poi Elène alzò improvvisamente la testa, come risvegliandosi, e annunciò sottovoce: mi scappa la pipì’.Giuliette rise. Giulia tastò intorno a sè con la mano per qualche secondo, assonnata.
– Dove cavolo è il mio costume’ va beh, Brigitte, puoi darmi il tuo? E senza attendere risposta la mora prese il costume dell’altra per un laccetto; l’amica provò a protestare, ma l’altra, testarda come al solito, l’ebbe vinta rapidamente. Le sfilò il bikini marrone da sotto, si alzò a sedere e lo indossò, quindi si alzò del tutto e sparì sottocoperta. Passarono forse due minuti, poi John chiamò la fidanzata da prua. – Cosa c’è!?’ – gridò la ragazza di rimando, alzandosi sui gomiti. ‘ Brigitte, hai voglia di fare il caffé per favore?
La ragazza sbuffò, colta alla sprovvista. Mormorò qualcosa, poi rispose di sì ad alta voce, mentre si alzava a sedere, coprendosi con un braccio il petto nudo. Si guardò intorno, alla ricerca del costume di Elène, ma non ne vide traccia. Disse – Checcavolo’e si alzò e, sempre tenendosi almeno un braccio sul petto, entrò a sua volta in cabina. Elène! – chiamò ancora, mentre si dirigeva alla cucina. – Che c’è!? Sono in bagno. – Lo so, mi serve il mio costume! L’avrà preso Oscar, il collezionista!
Intanto preparò la caffettiera, con il seno nudo, indossando soltanto gli slip di costume marroni. Mise la caffettiera sul fuoco, poi andò davanti alla porta del bagno. – Dai Elène, mi serve il costume, devo servire il caffé ! – Eh dammi il mio! – Ma non ce l’ho, non l’ho trovato!
– Eh guarda, dev’essere lì sul prendisole’ se no io come faccio, anch’io sono senza! Sbuffò, tornò verso poppa ma desistette dal tornare a cercare, dato che il caffé era già quasi pronto. Attese pochi minuti che la moka soffiasse, quindi lo versò in due ampie tazze a prova di ribaltamento, che mise su un vassoietto.
Prese il vassoio con una mano e si coprì il seno con l’altro braccio, dirigendosi a prua. – Ecco – disse la ragazza avvicinandosi ai tre maschi ai comandi con il vassoio in mano. Si accovacciò, posandolo con circospezione. – Tesoro, ma cosa fai senza costume? – chiese John, alzandosi faticosamente a sedere.
– Eh Elène me l’ha preso, per andare in bagno, perché non troviamo più il suo’ ora lo metto. Marc non fece commenti, la moglie rimase zitta un attimo, prendendo il caffé. Poi, senza alzare gli occhi, commentò: – per favore non girare senza costume in barca, lo sai che non mi piace.- Ma no July, lo stavo solo cercando! – rispose la donna, esasperata. – Poi tanto non siamo mica in porto’- Non importa, è questione di stile e di abitudine!’.
Tornando sottocoperta, con il vassoio vuoto e sempre un braccio di traverso sul petto, Brigitte si trovò faccia a faccia con Elène, che usciva in quel momento dal bagno ed era semplicemente in slip e teneva il bikini marrone di Brigitte in mano, svogliatamente, con i piccoli e puntuti seni nudi che oscillavano leggermente sul petto.- Dai ridammi il costume! Mi sono anche beccata la sgridata di Julyi…Elène lasciò che la donnalo riprendesse. – Perché? – chiese con apparente indifferenza, ma in realtà attenta. – Eh’ perché giravo senza. La signora Hispano ? ‘ che puritana! Brigitte si reinfilò il costume, lì davanti a lei, coprendosi i seni rifatti, floridi e gonfi. Elène si mise mani sui fianchi, come per presentare il problema. – E io, adesso? – sorrise. – Eh lo so chi ce l’ha!… ‘ Vai a Chiamare Oscar! io non posso così! – Brigitte lasciò il vassoio, poi uscì e rientrò due minuti dopo con Oscar…Elène era rimasta in attesa, mani sui fianchi. Non disse nulla, lo guardò soltanto. ‘ me lo ridai? Lui disse ‘ guarda in mezzo a i cuscini in dinette’ – Elène – Riguardo… – disse stancamente, e sollevò il cuscino e sul volto le si disegnò un sorriso sorpreso, negli occhi un punto di domanda, poiché trovò il reggiseno e due slip che non sapeva di chi erano.
Lui non seppe cosa dire notando che la ragazza non insisteva oltre nel far notare la situazione, e si portò piuttosto il costume in posizione sul petto, coprendosi il seno e poi infilando le spalline. Si girò di nuovo di spalle dicendo: – Oscar, me lo allacci per favore?…- Sì…e attese, mentre il giovane allungava le mani sulla sua schiena magra e liscia. Lui prese i cordini e li unì, delicatamente, facendo un nodo con due belle galle, mentre il suo sesso si era gonfiato sotti i calzoncini. Si rese conto, mentre lo faceva, che gli era già capitato di immaginare l’operazione opposta: slacciarglielo. Quando Elène tornò a prua con Brigitte indossava un reggipetto di costume e sedette con Giuliette e July che aveva il costume intero, mentre Elène, Brigitte e Giuliette i bikini; erano tutte e quattro belle donne, la più anziana castana, Elène e Brigitte brune e Giuliette bionda, e, crogiolate dal sole si sentivano bene, ed i sensi si risvegliavano, le loro vagine erano molto umide.

Dopo un paio d’ore arrivarono a ridosso del capo e ancorarono la barca.

Tutti fecero il bagno e Giuliette e Elène si rimisero al sole, a prua, mentre tutti i quattro uomini e July erano seduti a bere un the fatto da lei nella cucinetta.

Elène andò in bagno, dicendo che andava a togliersi il costume, e mentre era ancora dentro il bagno, anche se la porta era aperta, tanto bastava a farle considerare legittimo il fatto di appoggiare il nuovo costume di fronte a sé e senza esitazione chinarsi, appoggiata al lavello, calandosi gli slip e sfilandoli poi dai piedi.
Quando lei si raddrizzò,in piedi accanto allo stipite del bagno, girata di spalle, rivolta verso il bagno, appoggiata allo stipite i presenti tutti videro la schiena nuda e magra flettersi, e videro emergere il sedere, già abbastanza nudo fin da prima, ma ora completamente scoperto, magro e sodo, piccolo. Poi si voltò e usci’ tra l’ammirazione dei quattro uomini e di due delle donne, nuda.
Invece July si spazientì, dicendo ‘ma cosa fai? Esci così?’ . Marc che la leccava con gli occhi, le disse, ‘ July, stai calma, è una ragazzina’stai al gioco..’
Ma July si incazzò ‘ ma dai devi tenere la barca dignitosa, cosa vuoi, se fai girare delle troie nude poi lo so come finisce.. sesso’, orge! Sai che non mi sono mai tirata indietro’ho fatto sempre cose, ma non sono una puttana come Brigitte, che lo è sempre stata!

A sentire questo affronto, Brigitte si rabbuiò, andò vicino ad July e con i suoi occhioni azzurri, guardandola negli occhi, le disse ‘July, sei ingiusta con me, dopo tutto Marc te l’ho lasciato io, quando lui spasimava per me’ho sposato John.. e ho fatto un brutto scambio ! sai’ti confido,,, ora John non mi scopa più, a volte va coi maschi, per fare cose deve avere degli stimoli fortissimi’sono infelice, sono troppo giovane per non avere più orgasmi’per quello approfitto dei clienti al negozio’

‘Basta! – Sbottò July- ma che orgasmi ti mancano, se lo sanno tutti che ti fai uomini e donne nel negozio, che schifo vuoi fare tra di noi? basta basta! siete tutti dei pervertiti’me ne vado!.. e voi andate a prua a prendere il sole ‘ e uscì dalla dinette e si tuffò in mare .
Brigitte rimase un po’ interdetta, poi disse, ‘non sa stare al gioco!’ giochiamo noi, vero Elène? Tu si che sai cosa fare con tanti cazzi a portata di mano eh? e la guardò con occhi lubrichi leccandosi le labbra’ Elène, sentendo sul suo corpo gli sguardi dei presenti, girò il capo a guardandoli con gli intensi occhi azzurri. Per un istante restarono in silenzio, immobili. Elène aveva uno sguardo diretto, con quegli occhi chiari e luminosi, e Marc, come spesso capitava, dopo poco scostava lo sguardo. Questa volta gli cadde di nuovo sulla sottile vena che le si vedeva in trasparenza sul petto, a destra. Poi, più in basso, sulla mano di lei, che era scivolata sul basso ventre, ed il cui pollice toccava il centro del suo spacco.
Percependo che la situazione stava diventando vagamente imbarazzante, Georghe sorrise e si mosse sedendosi di fianco a Oscar sul divano a guardare
La compagnia fu sopraffatta dall’atmosfera morbosa, Brigitte si mise a baciare con la lingua Giuliette toccandola sopra il sottile velo di nylon che mascherava la sua vagina , nella zona inguinale, e la baciava sul collo. Lei iniziava a gemere, allargò le gambe, si vedeva che si bagnava.

Elène si diresse subito sui pantaloncini di Marc , scostando l’elastico ed estraendo il pene che era già gonfio per la scena lesbica, e lei lo prese in bocca, coma gli faceva July da ragazzina e iniziò a leccarlo con voluttà.

Anche John si stava accarezzando il pisello, che dopo tanto tempo era diventato duro a guardare femmine anziché maschi. Così si avvicinò a Marc sul divano e lo estrasse, porgendolo alle labbra di Elène, nuda, che ora leccava uno e poi l’altro’Marc era già bello duro, sembrava aver superato le sue difficoltà’allora lei gli si mise a cavallo e scopando lui seduto.. poi’si girò con le tette davanti sul petto dell’uomo che si sdraiò sul divano e in quella posizione, mostrava il canale e John non resistette ..e la prese da dietro’

Appena lo sentì dentro, come faceva al night club coi due neri, iniziò a ululare e godere ‘e quando John venne, ebbe il primo orgasmo.

Poi Elène si tolse dal didietro il coso di John, si coricò sul divano, chiedendo a Marc e Georghe di scoparla davanti, dicendo che da tanto sognava di fare l’amore con tre uomini e di farlo in quel momento’

Oscar era fuori di se, estrasse il cellulare e iniziò a filmare, toccandosi il bastone duro fuori dagli slip da bagno , sentendo lei che supplicava che le dessero quello che desiderava da sempre’prendere tre cazzi insieme!

Per farlo si era messa a cavallo di Marc che le aveva infilato il suo coso nel culo, poi si era stesa di schiena su di lui e Georghe li aveva guardati per un po’, poi non riusciva, aveva già eiaculato , ma a vedere la bella ragazza con la figa tutta aperta con un cazzo dentro, miagolante, e con le mani dell’amico che le aprivano la figa, infine si eccitò tanto che gli venne duro e glielo ficcò piano piano nella figa e John glielo infilò nella figa che da chiusa era piccola, ma che ora che già conteneva il coso del suo amico.
Per ciliegina sulla torta Oscar glielo aveva messo in bocca e lei lo succhiava voluttuosamente

La figa è un organo molto plastico e fecero alla fine il sandwich che avevano sempre desiderato, e lei si sentiva finalmente appagata, aperta, violata da tre cazzi, e gemeva ed urlava come una maialina dicendo ‘siiii siiiii siiii scopatemiii..vi prendo sborratemi dentro, godo godo..ho tre cazzi dentro, uno in bocca, sono troia, sono troia..vengo vengo, vengo..vengooooo’ ed ebbe un orgasmo irrefrenabile che la scuoteva tutta, gridava come una bestia ferita ‘ ahhhahhhh’ e scuoteva il bacino, finchè anche loro non ce la fecero e la riempirono con quello che restava dei loro umori interni. Per Georghe la scena fu eccessiva e la farcì di sperma e poi anche Oscar volle spruzzarla sui seni.
Giuliette e Brigitte si stavano rotolando per terra a 69 leccandosi le vulve e non prestavano attenzione al gruppo dei cinque.
July sconvolta e bagnata di acqua di mare, risalì a bordo del Bermuda e si stse al sole a prua piangendo. Dopo un po la raggiunse Oscar. Il ragazzo era tutto scombussolato e si buttò giù accanto alla signora , con gli slip bagnati di liquido seminale che gli colava dopo aver assistito alla performance dell’amica di sua sorella con i tre signori, oltre a lui.

Lei piangeva, era sconvolta, diceva ‘ ma che troia, non lo sapevo che quella Ragazzina che sembrava coì per bene era una ninfomane simile..e mio marito e Gheorghe..a infilzarla..’ E tu che sei giovane, dovresti comportarti meglio, cos’ hai fatto ?

Oscar la prese tra le braccia per consolarla, la signora lo guardò con sguardo duro ‘Si sei stato anche tu un..un porco’fare orge con quella troia’un gran cafone.. ma.. forse gli uomini’non resistono a certe troie’potevi sapere’ma tu a lei piaci?’
Oscar iniziò a raccontare ‘ma…sa’ quella ragazza, sta con mia sorella, ma se vede un uomo’ pare che nel nigth dove fa la cubista tre volte a settimana alla fine scopi uno o due neri..è terribilmente sexy, bisessuale’Michelle dice che ha fatto un pompino a mio papà, l’altro ieri sulla spiaggia’.ieri siamo stati un po’ insieme, sa, nella villa ..eravamo euforichi’.ci siamo…ehm’dati qualche bacio…e’E lei? ‘Solo baci? L’hai scopata ?’ con aria inquisitoria. Io strabuzzavo gli occhi…lei disse…’va bè va bè’robe vostre .lasciamo stare’si capisce che sei un babbeo, ma non cattivo, lei non ti piace, ma l’hai scopata, ti sei fatto succhiare, ma sei pentito, ti servirà di lezione nella vita’quanti anni hai ..18..ok, io 47’ho visto molte più cose…comunque ma quella donna è un demonio, dai retta a me, cerca l’amore troppo voracemente…quando vuole è troppo insistente, si da a tutti, una vita persa”
Lui assunse un aspetto da cucciolone spaventato, lei aveva fare materno gli si avvicinò accarezzandolo, disse, ‘dai , son cose da ragazzi, magari i problemi fossero tutti così nella vita!’,
Lui si rese conto di un certo trasporto fisico della donna, la carezza sulle spalle era durata attimi più della semplice carezza di consolazione, poi arrivò una carezza sul petto, disse ‘uhm che muscoli..’ in effetti Oscar aveva un petto e una pancia belli muscolosi. Lui si rilassò’non pensava a nulla , sentiva la voce di che mi raccontava dei suoi figli, della sua solitudine, di suo marito, che anche lei aveva fatto sesso e scambi nei privè, ora era pentita, sua figlia in particolare, temeva che anche lei che era in Australia facesse la troia’lui si sentì di confidarle che il peso di suo padre, quando aveva iniziato capire il rapporto con sua mamma, e di come lei fosse stata una donna facile, col primo marito, il padre della sorella di lui, Michelle, che poi aveva messo al mondo con la mamma di lui Suzette’.e i litigi, poi le orge coi vicini in cui lui da piccolo spiava e vedeva uomini coi quei falli grossi scopare sua mamma e anche suo papà proprio lei, July, lo aveva schiacciato, che fin da piccolo temeva di avere un pisello meno importante, che questo gli aveva provocato timidezza, che lui si era rifugiato nel feticismo, aveva iniziato verso i 14 anni a rubare gli indumenti intimi, e a vestirsi con le mutandine, i corsetti e i reggiseni di sua mamma, e poi di sua sorella e a masturbarsi.
Poi spiava e fotografava sua sorella in bagno mentre faceva pipì e quando poteva la guardava scopare in auto o in garage coi fidanzati. E poi quando suo papà scopava Aziza e lei urlava ‘.insomma, condannato a essere voyeur.
La signora July seguiva questi racconti con gli occhi chiusi’.Oscar vedeva che le piaceva ..proseguii raccontando..’ e poi la nuova camerierina bionda Michelle…che aveva cercato di riportarlo a scopare un femmina, ma prima gli aveva fatto visita in camera sua, e aveva pisciato con le mutandine su, poi gliele aveva regalate…e lui era venuto’ma non riusciva a scoparla, forse un giorno’ma poi quel diavolo di Elène’era riuscita a farsi chiavare e sborrare dentro da lui, dopo tanto tempo, nel garage’ma si fermò e disse ‘ ma perchè le racconto queste cose? Mi fa vergognare’ ‘
Ma col racconto mi ero eccitato, e anche lei’.lui la guardò, intravedeva la parte tra le gambe del costume grigio che si faceva un po’ trasparente, come se fosse bagnata. Sul Bermuda non si sentiva nessun rumore , in pratica a prua era solo con lei’ nel dolce dondolio del mare , con le onde che sciabordavano dolcemente sullo scafo, il suo profumo era quello che aveva aspirato dalle mutandine e reggiseno nella cabina, si ricordò l’atto onanistico cui era stato costretto dalla sua morbosità, un po’ di formicolio’il pisello era in tensione , era attratto dalla situazione un morbosa, il suo odore’questo mi rendeva interessato al suo corpo steso , la pancia di July, ne aveva un filo, restava piatta e le creste iliache tendevano la sottile stoffa facendo intravedere la peluria scura tra le cosce. Nel prendisole si godeva di una deliziosa intimità, con il dolce sciabordio del mare sul lucido scafo. Il sole scaldava i corpi , il desiderio di girarsi e baciarla, toccarle il seno caldo di sole accarezzarla era tremendo e si vedeva che la stoffa del suo costume era tesa.
Lei si girò sulla schiena, con una manovra di mantenimento del reggiseno sui suoi seni, peraltro scarsamente attenta , per cui loro , i seni che aveva ancora sodi, mi si palesarono con i loro capezzoli rosa.
Col viso girato verso di lui, disse che era simpatico, gli raccontò che si sentiva sola, il marito era molto impegnato nel business, lei non lo amava ma gli voleva bene, certo guadagnava molto, e questo le piaceva, poteva permettersi quel che voleva, ma spesso sola, io cerco di tenere un’immagine, come quando non voglio che le troie girino nude a bordo di questa barca , ma ‘sai, sono una donna, non sono una santa’ad esempio ieri un amico medico mi ha portato sul suo gommone, al largo’sai com’è’ le onde lo sciabordio’insomma, l’ho scopato’ma non ho raggiunto l’orgasmo’per quello mi piace stare con gente giovane, per quello mi piaci’e ala mano andò ad accarezzare il pisellone di Oscar sul costume, poi si girò del tutto e loi baciò sulla bocca. Il seno generoso di July era tutto sul petto di Oscar e lui rispose, toccandolo, abbassai il balconcino, lei ebbe un fremito di piacere, gli abbracciò anche con le gambe, i capezzoli erano rosei perché il seno non era abbronzato,’ ma quello era troppo, lui si divincolò, stavo per sborrarsi addosso, non volevo scopare , aveva paura, era più forte di lui’, disse ‘scusi, scusi’, si alzò e si gettò in acqua, lei rideva , si sporse dal bordo.. Disse ‘ma Oscar ! cosa fai? Hai caldo? aspetta che vengo anch’io!’ e si tuffò di testa, loi raggiunse in acqua, loi abbracciò e lo baciò avvinghiandolo con le gambe in modo da sentire con la sua pancia il suo pisello duro, che per fortuna non era venuto. La zona bassa della sua pancia, che si stringeva gli solleticava la pancia, lo leccò dentro l’orecchio e disse tra le onde,’ aspetta che ti insegno io, trattieniti, ti voglio scopare, stai calmo, poi farai bella figura con Elène o la servetta o chi vuoi tu..’ Lui era instupidito, fece qualche bracciata intorno allo scafo, la cosa gli permise di ristabilire uno stato mentale semi normale.
Abbastanza normalizzato, ma col pisello duro, risalì dietro di lei sulla scaletta di mezza nave, comodissima, in legno con antiscivolo grigio, lei si stese al sole e si asciugava con i piccoli asciugamani, e lo fece stendere vicino, gli si avvicinò’disse ‘ti tolgo il sale’ iniziò ad asciugargli il petto, ma nel contempo gli leccava i capezzoli, poi giù sulla pancia bagnata e più giù, scostando gli slip, iniziando a succhiargli il coso sempre duro. July era esperta e usava quel tanto di violenza tale da non farlo perdere il controllo, il leggero dolore della compressione alla base del cazzo gli impediva di venire, lui era giovane, sarebbe venuto subito, poi la cosa si complicò perché lei si mise a cavallo della sua faccia e lo soffocava strusciando la figa ricoperta dal costume bagnato sulla sua bocca, tanto che lui dovette intervenire con le mani, scostando il nylon bagnato dal mare e da lei stessa e leccare la figa pelosa che pulsava. Era una cosa che non gli era capitata di frequente, le ragazze erano tutte depilate. Il costume di lycra era sottile e tenendolo scostate riuscì a farla godere con la bocca, percorrendo in circolo tutto il perimetro delle grandi labbra e poi le piccole e poi cercando con la lingua di entrare il più possibile dentro avanti indietro, e alla fine la July contessa stava per venire, in un lago di umori’lo stingeva e succhiava e ad un dato momento urlò ‘vengooo vengooo bravoo daii ‘e mi strattonò il pisello e io eiaculai godendo e infilandole la lingua a metà figa. Restarono così per un po”poi lei si girò e disse ‘ che bravo, che entusiasmo, eh , ci vogliono i giovani !’
Mentre erano lì abbracciati arrivò John, che forse aveva visto la performance e atteso il momento più opportuno, con una bottiglia di champagne, e disse, noi di là abbiamo bevuto, July, se volete un po’, facciamo la pace’e lei era vinta dall’orgasmo e non più arrabbiata, in fondo aveva avuto la sua vendetta, e dopo essersi avvolta in un morbido asciugamano disse ‘ ma si, dai, grazie! ‘ e gli chiese di versare loro lo champagne, cosa che lui fece. Ne bevettero un po’, il sole era ancora caldo, erano forse le sei, il mare immobile, una leggera brezza. Poi July prese il suo bicchiere, lo mise tra le gambe di Oscar, mentre era seduto, estrasse il pisello di fianco al costume e glielo lo immerse nel bicchiere, poi, dopo il lavacro, bevette il Kristal dalla coppa, e iniziò a succhiarglielo, fino a farlo diventare di nuovo duro. Non ci volle molto. Neppure gli lasciò molto tempo per pensare, rapidamente si voltò e si mise a cavallo delle sue gambe, avvicinò il volto al suo e chiuse gli occhi, lo slinguò come aveva imparato a fare da giovane nei privè degli scambi, mentre le mani iniziavano ad esplorare il suo corpo sconosciuto. Era piacevolmente ispirata, baciava con passione mentre strofinava il pube contro il sesso di Oscar, eccitato sia dalla situazione sia da lei’ .poi disse ‘Facciamolo ora ‘ e Oscar le disse ‘lei è più perversa di me!’ E lei ‘Sono una donna! E’ tanto che aspetto un giovane come te!’ Lui pensavo d’essersi eccitato ma lei era più eccitata di lui, si sollevò e si spostò e io ebbi la visione del costume che scendevano lungo le sue ancora belle gambe. La guardava, colpito dal pube non depilato che formava una canyon boscoso solo al centro. July, una volta nuda s’inginocchiò dinanzi a Oscar e gli sfilò il costume. Lei fissava il suo membro, sorrise e poi scese a bocca aperta per prenderlo. Lui ero troppo eccitato, gustavo questa sensazione, e la lascò fare’ma non si aspettava di sentirla chiamare ‘ John, ora!’ Non senti John venire alle sue e spalle camminando sul materassino bianco, vide solo che si toglieva il costume, estraendo un coso veramente doppio del normale!
John si chinò su di lei sempre carponi, tenendosi il membro con una mano e poi oscar non lo vide più, vide che spingeva lentamente. Non doveva sforzarsi per immaginare dove lo stesse puntando.
Vidi che diceva qualcosa nell’orecchio di July, che strinse i denti e serrò gli occhi. Improvvisamente vide John dare un colpo di reni e capì che era entrato in lei. La signora Hispano si lasciò sfuggire un gemito di dolore ma Oscar subito notò il suo viso distendersi e modificare l’espressione in una di piacere e diceva ‘ ohh siii, cosiiiì….ohh che bello…mi riempi tutta…John ‘..olleèè..arribaaaa.arriba..’ pensava che lo spagnolo la eccitasse..gli avrebbe raccontato in seguito che la sua prima esperienza a 19 anni, con tre uomini, di cui uno un torero, il fratello di John, che si chiamava Estebàn, nella sala dei ricevimenti del consolato francese di Madrid, mentre il suo compagno di allora scopava due ragazze andaluse vestite in modo tradizionale coi pizzi’e lei era stata merce di scambio perché suo marito potesse averle..’
July chiuse gli occhi e si mosse a scatti, inarcando la schiena e sollevando la testa al cielo e quindi sollevando la bocca dal mio pisello, ma sempre tenendolo in mano…capii che aveva avuto un orgasmo. Sentivo che John ancora spingeva ritmicamente’La signora poi disse ‘John, Fermati! Vieni qua!’ e guardò Oscar con un sorriso malizioso, si alzò in piedi e si pose dinanzi a lui a gambe aperte con la figa e il culo colanti. Oscar la fissava mentre prendeva in mano il suo membro già troppo sollecitato e lo tratteneva verticale. La baciò nel canyon boscoso’colava di liquido suo e pensai di John’era sconvolto, le disse ‘ Venga!’ la invitava indicando con lo sguardo il pene e lei, appoggiandosi alle sue spalle ,scese, lui le fui immediatamente dentro: era eccitatissima, aperta e capiente. Non emetteva un gemito, scendeva sino in fondo e continuava con la bocca a cercare ancora i suoi giovani baci.
Con le labbra unite e le lingue che si contendono lo spazio ognuna nella bocca dell’altra iniziarono a muoversi. Tramite le lingue si scambiavamo parte del piacere che reciprocamente si davano con le spinte di Oscar e gli ancheggiamenti da esperta scopatrice qual’era la signora July. Lui volevo stimolarla di più ma non riusciva a raggiungere il suo pube con la mano, perché lei era premuta contro di lui, allora le stringeva i glutei, sodi per la sua età e le ore di ginnastica.
Oscar sentiva premere il seno della donna e fare rotazione con forza sul mio petto, le loro pelli s’incollavano, non riuscivamo a separarci. Lei ancheggiava con movimenti sempre più ampi, la sentiva chiudersi ritmicamente contro il suo membro mentre ogni suo muscolo si tendeva. Improvvisamente la sua lingua si fermò, rimase immobile mentre respirava il mio fiato e fremeva. Oscar percepì delle regolari e ritmiche contrazioni nel suo ventre: stava godendo di nuovo. July gli afferrò il capo e lo trattenne per spingere con forza le sue labbra contro le sue, come se non volesse urlare e tentasse di spegnere dentro di luii gemiti che non riusciva a trattenere e questa tensione la aiutava a godere dentro. Sussurrò ‘ Scusa’ scusa’ non c’è l’ho fatta!’ ‘ ‘Scusa perché ? ‘ domandò ‘Non ti ho aspettato!”.’aspetta’ La teneva stretta contro di lui mentre le baciavo le labbra dolcemente. La sentiva aprirsi lentamente mano a mano che si rilassava. ‘Solo un minuto e sono nuovamente pronta’ mentre si alzava per farlo uscire. Disse ‘John sei pronto?’ Oscar non sentì la risposta, mentre lei lo prese tra le braccia e si si girò di schiena e lo fece stendere su di se, e questa volta il loro contatto, era ancora più intimo. Lei spingeva il pube sin contro il membro di Oscar per sentirlo sulla fino a farlo entrare dentro il suo grembo bagnato.
Si apriva dolcemente e sussurrò ‘John, ora’ e poi rivolta a Oscar ‘ adesso si continua’e viene il bello’ o non c’è la fai più?’
Oscar stava scopandola di nuovo e non vide John che puntava nuovamente il suo membro e spingeva,queta volta nel suo sederino vergine di uomo e con quella spinta il corpo di lui veniva schiacciato contro di lei e così il suo cazzo lungo e duro penetrò fino al collo dell’utero della donna, al punto, mentre il cazzo di John, lubrificato da quanto prima era venuto fuori dalla vagina di July lo sodomizzava. Osca Urlava.’nooo sono vergine..ahhhh, troppo grosso !! ‘ ma lei godeva con lsuo cazzo dentro e sadicamente anche guardavo di fianco il volto stravolto di lui che gemeva mentre John dissimulava il piacere assumendo uno sguardo perso nell’orizzonte, ma a poco a poco si mise ad ansimare anche lui : non poteva più trattenersi e neppure Oscar, mentre lei era tutta aperta, si muoveva al ritmo dei colpi di John, che comandava il ritmo, volta che entrava nel ragazzo, il ragazzo entrava più dentro di lei, Oscar ero imbarazzato, sentiva dento il coso dell’altro che andava e veniva, ero tutto sudato’che situazione ! In che situazione si ero cacciato ! Si stupiva che anche John non fosse in qualche modo imbarazzato, ma, in una famiglia di toreri, fare la parte di una banderilla insieme ad altre doveva essere una cosa abbastanza normale’.non poteva sapere che lei amava John, il suo primo fidanzato, era gelosa di Brigitte, ma a seguito di tutte le sue esperienze di scambio fin da giovane, ora non godeva se non veniva presa da John attraverso un altro, ma con suo marito e i suoi coetanei non era più possibile, solo un ragazzo giovane come Oscar poteva accontentare il suo sogno.
Per ciò aveva gestito l’orgia in barca e l’aveva scelto e ora l’aveva costretto a essere tramite tra lei e il suo amore vero.
Ora voleva così e mentre lui le violava la sua natura fino al collo dell’utero, Oscar la vide godere in modo diverso da prima. Lui spingeva con forza e lei gemeva ormai come una ossessa, se uno avesse sentito poteva apparire uno sfogo di dolore ma il viso diceva altro, la vide chiudere gli occhi e concentrarsi: lui dal petto, appoggiato l’orecchio, sentiva il cuore ad un ritmo pazzesco, pensò che stesse per svenire. July rivoltò gli occhi aperti, le pupille si rivoltarono, vedeva occhi solo bianchi, era in preda all’orgasmo. John si muoveva incurante, dietro di lui e lei non lo poteva vedere ma sentiva le sue spinte. Dopo l’urlo sul mare, la signora Hispano non gemeva, non diceva nulla, godeva ed era bellissima.
Oscar capiva che cercava comunque l’orgasmo totale, si aggrappo al suo seno strizzandoglielo con forza, lei urlò e strinse le cosce e in quel momento anche John venne nel corpo di Oscar, che per contraccolpo ebbe il più forte orgasmo che avesse mai provato, inondando July con un quantità inverosimile di liquido, eiaculò come un vulcano, e lei ebbe un nuovo orgasmo. Oscar, da sensibile qual’era aveva capito, aveva cercato di concedere a John la soddisfazione di vederla godere. Solo per lui. Capì.. era John che lei amava.
Era il tel tramonto , sul mare calmo e deserto, i tre si separarono lentamente esausti, tutti i sessi erano molto grondanti di silicone e altri umori , colavano sul materassino di pelle bianca del Bermuda
John pulì se stesso e delicatamente la zona inguinale della Signora e porse a Oscar un towel, poi lui andò a prua a vedere l’orizzonte.
Lei si era ricomposta, sorrise a Osca e disse: ‘ è stata la tua punizione, ma anche un iniziazione, vedi, stai con una che ti usa, non ti ama, sei uno strumento, un dildo in carne e ossa, capisci cosa intendo ? ‘ ‘Comunque hai goduto, sei arrivato ai vertici del piacere, questo è il tuo impegno, con le donne, almeno una raggiunge il cielo, poi, fa niente se l’uomo è uno stronzo, ti offende’.questo l’ho detto a Brigitte, sai , lei preferisce le donne, hai visto come si è attaccata a slinguare Giuliette là dietro? Perciò John non gode più con lei.. e lei dice che è colpa sua, ma non è vero !
E per la tua Elène, che mi ha detto che l’hai fatta godere, almeno una volta’almeno questo l’hai fatto di buono’cerca di recuperarla, aiutala a mettersi con qualche amico che l’apprezzi, che la faccia godere, non solo scoparsi il mondo come fa’non c’è altro al mondo che l’amore! John, lui mi ama, ma non possiamo stare insieme ufficialmente, sai’non ha tanti soldi’.mio marito non vuole il divorzio, sai, la famiglia per bene’per motivi sociali’ma Marc è un pervertito’non riesce a fare l’amore se non con due o tre donne…o con delle troie che scopano due o tre uomini, vedrai alla festa’ha corrotto anche me, anch’io ho bisogno di due o più amanti insieme, da quella volta coi toreri..!…comunque ti ho punito, ma adesso sei un torero , mi hai infilzato, e lui te’ti voglio bene’dai…facciamo un tuffo !
July e Osca scavalcarono la battagliola del Bermuda Island e si tuffarono nel mare tiepido col sole delle 8 d’agosto che stava per tuffarsi in mare.
Il Bermuda Island galleggiava quasi immobile alla cappa, con John, infelice per amore, seduto a cavallo della prua che scrutava l’orizzonte, e, nella dinette, i due uomini e le tre donne a bere champagne contenti degli orgasmi avuti e anche di quelli visti dalla telecamera che riprendeva cosa succedeva sul prendisole di prua.

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