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Pillole di erotismo – Brevi esperienze di una giovane coppia

By 21 Agosto 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa raccolta di racconti sarà diversa dalle nostre altre storie.
Quando decidiamo di scrivere un racconto erotico cerchiamo di farci venire in mente qualche esperienza che sia stata completa. Insomma, un racconto che abbia molta polpa con una base ‘pre-erotica’ che dia un setting alla situazione e poi la parte in cui si entra nel vivo del rapporto sessuale vero e proprio.
Però, l’erotismo di una coppia non &egrave fatto soltanto di queste esperienze rotonde e complete, ma anche di tutte quelle piccole storielle che sarebbero un po’ troppo scarne per essere scritte in un racconto a parte. Da qui la nostra idea pratica ed intrigante. Scrivere anche dei racconti in serie di tutte queste esperienze minori accumunate soltanto dalla carica erotica breve ma intensa.

Le pillole di erotismo di una giovane coppia

Questa &egrave la premessa che varrà per tutto l’insieme dei racconti, per comodità ogni singolo racconto avrà un suo sottotitolo, la pillola che abbiamo scelto &egrave stata ‘Una sveltina nel caldo di luglio’.

Finalmente eravamo a casa. Eravamo stati in un centro commerciale per toglierci qualche sfizio con lo shopping. Per via di quel caldo pazzesco volevo approfittare dei saldi di luglio per comprare qualche vestitino leggero e corto, così io ed Alessio eravamo partiti in tarda mattinata, aria condizionata nella macchina parcheggiata al fresco, ed eravamo andati ad un centro commerciale ad una mezz’oretta di strada da casa mia. Avevamo trovato diverse cose, potevo ritenermi soddisfatta, Alessio non soltanto &egrave un fidanzato paziente nello shopping, (molti ragazzi odiano accompagnare la propria fidanzata) ma gli piace molto farlo, dice che adora vestirmi e svestirmi come se fossi la sua bambola. Soddisfatti o no, saremmo dovuti partire poco dopo pranzo perché avevamo un impegno con alcun nostri amici. Quello a cui non eravamo preparati era il caldo che avremmo trovato in macchina una volta usciti fuori per ritornare a casa. Fuori erano quasi 40 gradi ed eravamo stati costretti a parcheggiare la macchina al sole. Quando entrammo, per quando fossimo vestiti leggeri, iniziammo a sudare molto. Vista la situazione, decidemmo di fermarci 5 minuti a casa mia per darci una rinfrescata veloce e cambiarci gli abiti intrisi di sudore; sarebbe stato poco decoroso presentarci a casa di gente in quelle condizioni.
Non eravamo in ritardo, ma neanche avevamo tempo da perdere, così, prima ancora di entrare in casa, decidemmo di non perdere un istante e bere qualcosa di fresco per dissetarci, poi spogliarci completamente per andare in bagno a rinfrescarci e indossare qualcosa di pulito per poi uscire di nuovo e ripartire. Tutto in una decina di minuti.
Appena entrati facemmo come stabilito; dopo una breve tappa davanti al frigorifero ci spostammo in bagno e con la naturalezza di una coppia ormai sessualmente matura, ci spogliamo di tutti i vestiti liberando i nostri giovani corpi. Osservando il mio corpo di ventiduenne davanti al grande specchio del bagno, potevo notare la mia pelle abbronzata che lasciava i segni più chiari del costume intorno al mio seno; una seconda che rimane bella alta quando sono nuda. Il mio corpo &egrave sinuoso, i lunghi capelli castano scuri, quasi neri, ricadono nelle spalle strette e proporzionate scendendo poi verso il mio bacino dai fianchi alti. Il mio sesso era stato depilato completamente e dallo specchio vidi subito che Alessio mi mangiava con gli occhi. Lo specchio era abbastanza grande da permettere di vedere le nostre figure dalle cosce in su. Anche Alessio aveva una carnagione abbronzata, più alto di un paio di palmi rispetto a me risaltava con il suo corpo magro ma muscoloso. Guardandolo mi accorsi che il suo pene si era gonfiato ed indurito scappellandosi a metà. Non era ancora un’erezione completa, ma era comunque piacevole vederla dritta a pochi centimetri da me. Gli sorrisi guardandolo attraverso lo specchio per fargli capire che prendevo la cosa come un complimento ed apprezzavo. Iniziammo a lavarci, partendo dal collo, alle ascelle, alla schiena. Lui era leggermente dietro di me, per cavalleria iniziò ad aiutarmi bagnandomi le spalle e il seno, ed infine approfittò della situazione per far scorrere le sue mani bagnate lungo il mio sedere ed il mio sesso. Non che a me tutto ciò dispiacesse, ma avevamo poco tempo e cercai di non farmi distrarre. Però, il toccarmi tra le mie labbra più intime aveva trasformato la sua erezione che ora era veramente dura e gonfia e lui, posizionandosi dietro di me, mi strinse con forza i fianchi e me la fece sentire contro il culo. Gli sorrisi tra il comprensiva e l’eccitata ma aggiunsi subito: ‘Ale, lo sai che non possiamo ora, dobbiamo andare.’
Lui però non sembrava scoraggiato dalla situazione.
‘Mari dai, te lo metto dentro solo un po’, ho voglia di penetrarti’.
Come se non bastassero le sue parole ad eccitarmi, accompagnò quelle frasi con un paio di spinte contro il mio culo. Anche non volendo, mi venne spontaneo sospirare con la bocca socchiusa e andargli incontro con il sedere, sporgendolo in fuori.
Ora ero io a volerlo dentro.
‘Va bene Ale, ma solo un minuto, poi lo sai che dobbiamo andare, recupereremo il resto stasera.’
Dicendo così mi appoggiai con le mani alla ceramica del lavandino, allungandomi e sporgendo ancora di più il mio culetto in maniera invitante. Entrambi siamo concordi nel credere che sia la curva più sexy del mio corpo, anche perché non ho un seno troppo abbondante, così immaginai di essere posizionata proprio come lui mi voleva, a pecora davanti allo specchio. Alessio non perse nemmeno un istante, probabilmente avrebbe voluto leccarmela sentendo i miei odori forti di donna sudata, accaldata ed eccitata, ma non avevamo tempo. Così, in modo brutale e grezzo, si sputò su una mano e me la passò sulle labbra un paio di volte penetrandomi con due dita. Poi sputò di nuovo sulla stessa mano che usò per lubrificarsi la cappella e la prima parte dell’asta.
Ammetto che &egrave un’immagine molto volgare, ma dopo anni di fidanzamento, quando si ha voglia e bisogno di qualcosa di forte non ci si aspetta sempre di passare per preliminari lunghi ed appaganti che preparino i nostri corpi alla penetrazione, ma per sentirsi donne, e sentirsi volute, si ha bisogno anche di essere trattate in modo rude, sentendo la pressione della voglia e del bisogno, ed essere riempite con un solo colpo dopo essere state lubrificate con uno sputo. Così fu quella volta. Appena si fu lubrificato il cazzo mi prese per i fianchi tenendomi ferma e con un’unica spinta mi penetrò fino alle sue palle. Adoro essere riempita di colpo in quel modo, mi sazia. Subito dopo con una mano mi prese i capelli per tirarli mentre con l’altra continuò a tenermi il fianco e mi scopò senza alcuna gentilezza. Il tempo passava ed era tardi, ma mi stava piacendo ed avrei voluto il suo sperma dentro di me.
‘Amore, così mi ci vuole di più a venire, proprio perché abbiamo fretta ci conviene spostarci sul tuo letto.’
Forse era sicuro che avrei accettato, sapeva che ci tenevo alla puntualità, ma ormai ero troppo arrapata anche io e lo volevo più di lui.
Ridendo come due ragazzini, corremmo nudi verso la camera e mi chiese se preferivo stare stesa a pancia sotto o a pancia in su. Io optai per la seconda e mi stesi aprendo le gambe verso di lui.
Si buttò sopra di me come un animale eccitato, mi penetrò e portò le mani dietro il mio culo per guidare il mio corpo come voleva, fottendomi con cattiveria. Io gli piantai le unghie sulla schiena e gli diedi anche dei piccoli morsi sulla spalla. La tensione erotica era alle stelle. Dopo il primo morso mi chiamò puttana ed io, seguendo la sua scia, iniziai a parlargli in modo sconcio per eccitarlo; entrambi adoriamo farlo durante il sesso forte, ci stimola molto.
‘Oddio si’ si’ sono la tua puttana! Sfondami, sfondami’
Anche lui continuò ad urlarmi altre offese. Erano passati si e no due minuti, ma già sentivo che era al limite, mi eccitava pensare di farlo venire così presto grazie alle mie parole.
‘Troia’ dove vuoi che vengo?’
‘Mmmm vienimi dentro’ riempimi’
A quelle parole sentivo che ormai era sulla strada giusta ma non ne aveva ancora abbastanza. Leccò le dita della mano che usava per stringermi il culo, riportò la sua mano sul mio culo ed in modo irruento mi mise due dita dentro l’ano. Spesso mi piace, ma non sempre, e questa volta era stato molto diretto.
‘No Ale, toglile, non mi va’
Ma lui non si fermò, anzi, i suoi colpi si facevano più cattivi, mi disse che ero una troia e continuò.
‘Ale togliele, ti prego, toglile”
Ma ormai era troppo tardi. Lo eccitava da morire costringermi un po’ contro la mia volontà. Io questo lo sapevo ed esageravo di proposito con le mie parole; ormai il mio ano si era abituato alle due dita ma avevo continuato a chiedergli di toglierle.
Iniziò a schizzare dentro di me. I miei ‘no’ si trasformarono subito in ‘sì’ di piacere quando mi accorsi che mi stava riempiendo di sperma. All’ultimo si sfilò e mandò un ultimo schizzo sulla parte esterna del mi sesso. Alle donne che leggono questo racconto senza aver mai provato uno schizzo di sperma sulla vagina dopo essere state sensibilizzate da una scopata, ve lo consiglio proprio. &egrave uno dei modi più sexy di ricevere lo sperma del proprio uomo.
Alessio si alzò e mi guardò soddisfatto tra le gambe, ero sporca di lui, aveva ancora una volta marcato il suo territorio, mi aveva fatto sua.
Arrivammo con dieci minuti di ritardo dai nostri amici. Avevamo perso altro tempo perché dopo quella scopata fummo costretti a farci una doccia completa. Eravamo però soddisfatti ed appagati, sapevamo che quella sera avremmo ripreso con più calma da dove avevamo lasciato.
Era ancora il nostro primo periodo di storia insieme, quello caratterizzato dalla curiosità di provare tante cose nuove e di approfondire il più possibile la conoscenza dei nostri piaceri più intimi. Sperimentavamo ed eravamo molto fantasiosi. Il nostro primo periodo &egrave memorabile per le tante esperienze accumulate in breve tempo. Eravamo letteralmente affamati; divoravamo i nostri momenti e li assaporavamo al meglio. Anche questa volta Alessio mi aveva spinto a fare una cosa che mai avrei avuto il coraggio di fare prima. Non che sia niente di eclatante o stravolgente, ma sicuramente oltre i miei schemi mentali. Eravamo in macchina, Alessio guidava, mi stava portando in un ristorante; quella sera avevamo scelto di cenare fuori. Le strade erano libere e tranquille e il buio stava pian piano calando sull’orizzonte. Mentre guidava, Alessio posò una mano sulla mia coscia e voltandosi leggermente verso di me mi disse quanto fossi bella ai suoi occhi. La dolcezza con cui pronunciò quelle poche parole mi riempì di felicità ed io, per ringraziarlo, posai a mia volta una mano in mezzo alle sue gambe. “Grazie, amore”, mi rispose sorridendomi. Come se quel mio gesto fosse un complimento rivolto a lui. Palpando leggermente potevo sentire attraverso la stoffa dei suoi pantaloni corti color avana il suo membro ancora docile. Ma evidentemente quel gesto che doveva essere una forma di romanticismo si trasformò presto in qualcosa di più forte. Potevo sentire infatti sotto la mia mano la sua erezione che stava crescendo pian piano ingombrante, e ne fui fiera. Mi guardò rapidamente con sguardo deciso, poi fece spazio fra i suoi pantaloni sbottonandosi i primi bottoni e prendendo la mia mano la invitò ad entrare. Sentii il suo sesso caldo e pulsante. Non potevo fargli una sega per via degli spazi troppo stretti e per la situazione leggermente scomoda, ma potevo comunque accarezzarlo e toccarlo come meglio riuscivo. La cosa fu comunque molto stimolante per lui e dalla cappella fuoriuscì una piccola goccia che con un dito utilizzai per inumidire la punta del suo pene. Continuai a mantenere il contatto della mia mano sul suo sesso completamente in erezione massaggiandolo delicatamente ancora per un po’, poi mi sfilai non potendo fare più di quanto entrambi volessimo. Annusai le dita e leccai quella che era rimasta umida di quella goccina. Alessio si riallacciò con una mano i pantaloni e si ricompose. Mi sorrise, era felice della mia premura verso di lui. Sembrò per il momento che il gioco finisse lì, poi avanzò però una richiesta:
“Mari, perché non ti sfili le mutandine? Vorrei che venissi al ristorante che sei nuda sotto”,
disse con tono serio. Subito sorrisi di imbarazzo, di certo non mi era mai capitato di ricevere una proposta simile in circostanze come quelle. Non sapevo se farlo o meno, mi metteva a disagio prendere quella decisione e protestai, ma subito Alessio mi incalzò con un:
“Dai… Per favore, amore”.
Restai ferma ancora un attimo a rifletterci. “Va bene”, mi convinsi. Non era di certo nulla di estremo, ma per me era nuovo e provavo una strana sensazione al pensiero di doverlo fare. Indossavo un lungo abito che mi fasciava la parte superiore del busto e poi cadeva morbido sul resto del corpo. Afferrai la sua estremità e lentamente lo feci risalire lungo le mie gambe fino ad arrivare alle cosce. Procedevo molto lentamente. Alessio intanto aveva un occhio per la strada ed uno per osservare me. Una volta che il vestito fu arrotolato fino alla parte più alta delle mie cosce, afferrai le due estremità delle mie mutande, ma non iniziai a sfilarmele subito. Mi prendevo i miei tempi, come se quel tempo che impiegavo nel decidermi a farlo mi servisse per darmi coraggio. Alessio lo vedeva che non ero a mio agio, ma era molto paziente: “Brava, amore, continua così”. Lentamente allora cominciai a sfilare le mutande verso il basso. Mi sollevai leggermente dal sedile dell’auto per facilitarmi e poco dopo arrivarono alle mie caviglie. A quel punto le tolsi completamente rimanendo col mio sesso nudo.
Alessio prese le mutande dalle mie mani per annusarle. Erano quelle che mi aveva regalato lui poco tempo prima: una brasiliana bianca di pizzo trasparente sul davanti. Le annusò e mi guardò fisso negli occhi per un istante. Fu una scena sexy, quasi da film, ma non potei fare altro che sorridere. Ma era un sorriso che mascherava una leggera tensione e sensazione di disagio. Posò le mie mutande nello scompartimento sulla parte inferiore dello sportello sul suo lato e con la mano libera iniziò ad accarezzarmi le cosce ancora nude mentre con l’altra teneva il volante dell’auto. I suoi polpastrelli mi sfioravano delicatamente la pelle che ad ogni tocco rabbrividiva debolmente di piacere. In quel momento Alessio non poteva guardarmi, doveva tenere d’occhio la strada, ma sapeva bene come muoversi e come trovare la strada verso le mie zone più vulnerabili. A poco a poco si avvicinava sempre di più alla mia parte più intima ed io divaricavo lentamente le mie gambe. Sentivo i miei muscoli tesi e il mio bacino che aveva voglia di spingersi verso la sua mano. Finalmente arrivò su di lei. Quella novità di andare in un luogo pubblico senza mutande sotto i vestiti aveva acceso una certa tensione sensuale in me, e non solo in me. Sempre con i polpastrelli, Alessio iniziò a sfiorare e ad accarezzare la mia vagina esplorandola esternamente. Sentivo le sue dita scorrere fra le mie labbra carnose, sulla pelle morbida e liscia, ma volevo di più. Quei gesti così delicati mi facevano fremere dal desiderio di avere le sue dita dentro di me. Scovò il mio clitoride che stimolò un po’, ma anche lui non resisteva più e infilò con poca gentilezza due dita dentro di me e iniziò a scavare la carne. La mia fica si bagnò inesorabilmente facilitando lo scorrere delle sue dita al suo interno. Le mie gambe si divaricarono ancora di più. Il piacere stava rapidamente aumentando dentro di lei fino ad arrivare al mio ventre e sentii un calore nascere dall’interno del mio corpo. Nel silenzio della macchina si sentivano solo i miei fievoli sospiri. Fu tutto così eccitante e erotico per me, molto dovuto anche dal fatto che per le mie scarse esperienze precedenti, tutto questo rappresentava una novità. Purtroppo ci stavamo per immettere nelle strade del centro abitato e non potevamo continuare a stuzzicarci ancora. Alessio mi aveva masturbata per alcuni minuti, un tempo non lunghissimo ma quanto bastava per accendere e mantenere viva la carica sessuale nelle ore successive. Sfilando le dita dal mio sesso le portò verso di lui per annusarle e sentire l’odore che i miei umori gli avevano lasciato. Mi ricomposi e tirai giù il vestito, quasi mi dispiaceva. Parcheggiammo e scendemmo dalla macchina e notai che anche Alessio doveva un attimo ricomporsi: quella pratica erotica evidentemente non aveva stimolato solamente me. Si dovette abbassare un po’ la maglia per nascondere e non dare nell’occhio con la sua prorompente erezione che creava un rigonfiamento nei pantaloni. Gli sorrisi, ero sinceramente felice e divertita. “Eh, mi fai questo effetto, amore” mi disse con un finto imbarazzo. Ridemmo e andammo nel ristorante come se nulla fosse, o quasi. Nessun altro lo sapeva, ma io e Alessio sì, che sotto il mio abito non indossavo biancheria intima. Era una sensazione molto sexy quella di non sentire alcun contatto con la stoffa sulla mia fica umida, quasi mi sentivo come se fossi completamente nuda. Anche per Alessio questa idea era molto arrapante e non mancava di palparmi il culo ogni due passi.
Sedemmo al ristorante ma scegliemmo di accomodarci sui posti all’esterno. La luce era poca e debole e le persone sedute intorno a noi, distanti. La cameriera venne a prendere le nostre ordinazioni e poi scomparì di nuovo all’interno del ristorante. Alessio approfittò del fatto che fossimo coperti dalle siepi e dalle assi delle panche di legno che facevano da sedia al tavolo per allargare leggermente i suoi pantaloni e riposizionare il suo pene che a causa dell’erezione si era posizionato in modo scomodo all’interno delle sue mutande. E proprio così, accortosi della “postazione strategica” in cui ci eravamo seduti che approfittò per dare un ultimo saluto al mio fiore. Ovviamente gli dissi subito che non era il caso, ma lui mi diede poco ascolto e sollevò la gonna fino alle ginocchia. Con le mani aprì le mie gambe e senza fare movimenti troppo espliciti o riconoscibili giunse fino a lei. La toccò e la penetrò ancora una volta. Io intanto vigilavo e mi guardavo intorno affinché nessuno ci vedesse, ma allo stesso tempo assaporavo quel dolce e rubato momento. Ero ancora bagnata da prima. Fu un momento rapido e fugace, ma ancora una volta molto erotico. Ci guardammo con lo sguardo di due complici legati da una forte intesa e che sanno che ne stanno per combinare una delle loro. In effetti in quel momento della serata non potevamo fare altro, ma la giornata non era ancora finita e una volta usciti dal ristorante ci avrebbero aspettati altri intensi momenti di piacere.
Pompino alla scrivania
Quella sera di luglio avevamo cenato dai miei per permettergli di salutare Marika. Come al solito la cena era stata troppo abbondante, ricordo che avevo chiaramente detto a mia madre di fare soltanto degli antipasti ed un primo abbondante, perché una volta arrivati al secondo nessuno aveva più la forza e lo stomaco per godersi il pasto, ed a quel punto mangiare diventava quasi uno spiacevole dovere piuttosto che un piacere. Ovviamente, come al solito, una volta entrati in cucina, mentre Marika salutava con un bacio i miei, mi accorsi che sopra i fornelli c’erano sia i cappelletti con il tartufo che delle fettine di vitello. Il tutto con gli immancabili antipasti sopra il tavolo. Nonostante questo mi fece incazzare la cena passo velocemente e piacevolmente, con mio padre che raccontava aneddoti divertenti e Marika che rideva e ascoltava con interesse tutte le storie, anche quelle raccontate per la centesima volta. Quando La cena fu finita mia madre si scusò per non avere il dolce, ma ci disse che la sua idea era di uscire per il paese in festa ed andare a prendere insieme un gelato alla nuova gelateria. Io e Marika avevamo praticamente la pancia di fuori per quanto eravamo sazi, così dopo che ebbi preso un liquore per digerire (Marika non beve) ci scusammo dicendo che saremmo usciti più tardi, ora saremmo andati a vedere una cosa al pc in camera mia.
Appena in camera chiudemmo la porta a chiave, non era strano come i più maliziosi possono pensare, io ho sempre chiuso a chiave la porta della mia camera una volta dentro, sono un tipo burbero e non mi piace essere disturbato. Ci mettemmo al computer, posizionato sulla mia scrivania, io mi sedetti sulla mia sedia girevole mentre Marika si posizionò di fianco a me su una normale seggiola. Ci sentivamo sazi e pigri, così ci annoiamo un po’ davanti al pc, non ricordo per far cosa, forse vedemmo dei video oppure misi su qualche giochino. Proprio pensando ai giochi del pc mi venne in mente una cosa, una richiesta che Marika mi aveva fatto una volta. Aveva la fantasia erotica di farmi un pompino alla scrivania mentre io ero impegnato a giocare. Pensando a questo le presi una mano e me la misi sopra l’inguine. Lei sorrise e lo massaggiò un po’ da sopra i jeans. Quando poi si fu inturgidito, con molta naturalezza, slaccia i jeans e lo tirai fuori. Il mio pene uscì fuori distendendosi, quando lo fece verso di noi che eravamo più in alto arrivò una zaffata del suo odore di maschio eccitato.
‘Amore, annusalo.’ Lo dissi con tono naturale, ma era anche un tono deciso, non ammetteva repliche, aveva poco di una richiesta. Marika sempre sorridendo si abbasso e lo annusò lentamente, lo prese in mano e lo spostò per poter annusare più in basso, vicino lo scroto. Lo fece con dedizione, come se fosse una cosa fatta a posta per quello, per essere annusata.
‘Mari, si sente il suo odore?’ Era una domanda sciocca, conoscevo già la risposta, ma mi piaceva che lei mi rispondesse.
‘Si, Ale’ diede un’altra annusata ‘si sente molto forte oggi’. Infatti quel giorno c’eravamo fatti una doccia insieme dopo pranzo, ma poi eravamo rimasti in giro fino all’ora di cena quando guidando eravamo andati a casa dei miei, essendo estate immaginavo che il sapore e l’odore del mio cazzo fossero molto forti e questo mi eccitava molto. Saperla su di lui, nonostante gli odori forti, mi eccitava da morire, un po’ come se fosse un’umiliazione, un po’ come se fosse un atto di completa accettazione nei miei confronti.
‘Adesso succhialo, prendilo in bocca’. Ancora lo stesso tono. Non era una semplice richiesta.
Non alzò neanche gli occhi, iniziò un lento e gustoso pompino, la sua bocca era calda e completamente accogliente, sembrava fatta come se fosse fatta a posta per fare da guaina a lui. Marika ha imparato in anni di pompini fatti a me, ad usare molta saliva, questo lo rende molto bagnato e scivoloso, non si sente l’attrito quando scende per prendere tutta la cappella ed una parte dell’asta in bocca. Inoltre ha imparato anche a farmi godere molto leccandomi il prepuzio, subito sotto la cappella, prima di lei non sapevo che fosse così piacevole essere leccato lì. Sperimentò tutte le cose che ho descritto in quel pompino, io nel frattempo le tirai su i capelli, ed una volta raccolti sul mio pugno li usai per accompagnare i suoi movimenti. ‘Leccami anche le palle’. Il tempo di tirare su la testa il tempo di mostrarmi ancora il suo bellissimo sorriso e poi si tuffò di nuovo con tutto il viso sulle mie parti intime, leccandomi prima sull’inguine poi sulle palle.
Sentii di nuovo l’odore del mio cazzo, ed immaginai quanto forte lo potesse sentire lei con il naso schiacciato contro, mi resi conto che impercettibilmente le stavo spingendo contro il mio sesso tutta la faccia.
Nel sesso di coppia il ruolo dei sensi &egrave fondamentale. Si tende a credere che l’importante sia soprattutto il tatto, che ci permette di sentire il calore del corpo del partner, la morbidezza o la durezza delle forme. Invece fin da subito nella nostra storia il sesso &egrave stato bellissimo perché abbiamo sempre tenuto in considerazione tutti i sensi. Se molte coppie, soprattutto i più timidi, preferiscono fare sesso al buio, noi lo abbiamo sempre fatto con la luce accesa, ci piaceva poter guardare il corpo dell’altro che si scontra con il proprio. Ci piaceva così tanto che non c’&egrave voluto molto che lo facessimo davanti a specchi o che ci riprendessimo. Per quanto riguarda i suoni, le parole piccanti, oltre ai naturali e forti sospiri, hanno sempre accompagnato le nostre scopate ed i nostri momenti più erotici. Uno dei sensi che ho sempre reputato più sottovalutati &egrave l’olfatto. Così come Marika si eccita quando dopo averla toccata mi annuso le dita, a me piace quando lei me lo annusa, soprattutto se so che &egrave sudato e sa molto di ‘cazzo’. Una delle cose che mi stimola l’orgasmo quando la scopo a pecora &egrave quando sento venire su dai nostri corpi che si scontrano gli odori del mio sesso e del suo che si mischiano. Adoro il suo odore ed adoro che lei senta il mio.
Tornai con la mente a quello che stava succedendo, Marika lo stava succhiando con gusto completamente chinata sul mio sesso. Eravamo stanchi e non volevo farla stare un’ora sopra il mio cazzo per farmi venire, volevo scaricarmi dentro la sua bocca per poi uscire con calma. Anche perché neanche eravamo soli in casa, e se ci avessero chiamato per uscire sarei stato costretto a rimanere con le palle piene tutta la sera.
‘Amore resta sotto a leccare le palle’ dicendole questo presi in mano il cazzo ed iniziai a farmi una sega veloce. Intanto la vedevo sotto le mie palle, la sua lingua calda e umida che passava con lunghe leccate sullo scroto. Aumentai la velocità e la foga, sentivo che la mia mano nello svolgere il suo compito sbatteva contro la guancia di lei. Immaginai che fosse un po’ una mancanza di rispetto non preoccuparmi della cosa, ma invece di farmi smettere la cosa mi eccitò ancora di più.
‘Mari sto per venire’. Ma prima ancora di finire di parlare l’avevo presa per i capelli per guidarla verso la punta. Lei era pronta perché sapeva che stava per succedere. Prese la cappella in bocca e accettò amorevolmente tutto il mio sperma in bocca. Mi scaricai in modo animalesco, avrei quasi grugnito. Dopo 4 o 5 schizzi copiosi mi rilassai sulla sedia. Marika rimase ancora qualche momento a succhiare mentre lui si sgonfiava lentamente dentro la sua bocca, quando lo ripulì da tutto lo sperma si tirò su e guardandomi con aria da porca (in realtà era più uno sguardo divertito) mi guardo dal basso verso l’altro fissa negli occhi ed aprendo la bocca mi mostrò con orgoglio tutto il mio orgasmo sopra la sua lingua. Quando fu convinta che avessi visto, sempre guardandomi con intensità negli occhi, chiuse la bocca ed ingoio vistosamente tutto.
Tutto fu perfetto, quasi troppo bello per essere vero. Ma l’odore di cazzo e di sperma che ancora permaneva nell’aria mi convinse che non soltanto era tutto vero, ma anche che ero fortunato ad avere Marika come fidanzata. E voi che ne dite?

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