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Ragazze di vita

By 2 Settembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Immediato dopoguerra. La situazione in Italia &egrave una delle più complicate mai vissute dal nostro popolo, a causa della grave crisi economica e dall’ aria di tristezza che si respirava in quegli anni, accentuata dalla fame e dalla povertà. Chi aveva ancora la casa trovava difficoltà nel mantenerla, mentre gli sfollati, coloro che l’avevano persa in seguito ai bombardamenti, erano costretti a vivere nella miseria più totale. I ragazzi e le ragazze ovviamente lasciati allo sbando erano obbligati ad arrangiarsi con le loro sole forze e questo comportava spesso lo svilupparsi di atti criminali indispensabili per la sopravvivenza. Le protagoniste sono: Silvia, ragazza di ex buona famiglia, caduta in miseria a causa della guerra e costretta a vivere in una piccola camera messa a disposizione dallo Stato, costruita in una scuola. Lei ha perso sua madre in uno bombardamento e suo padre in guerra. 19 anni costretta a cavarsela da sola. Alta 1.68 cm, pelle non chiarissima, bionda occhi verdi e con un fisico che anche se &egrave leggermente malnutrito dalla fame conserva la sua solidità con un culetto a mandolino e due gambe snelle, tette di una terza misura scarsa di cui comunque non si lamenterebbe nessuno. Sempre in compagnia della sua amica con cui divide la camera seppur piccola, Irene con un fisico più slanciato rispetto a quello dell’amica con i suoi 1.75 cm occhi marroni capelli castani, fisico non male, soprattutto il culo che riesce a rimanere sodo anche grazie alla sua tenera età di 17 anni. Gli altri personaggi verranno man mano descritti durante il racconto. E’ il 29 Luglio 1946, come ormai da un paio di mesi l’unica cosa che non manca mai insieme alla fame &egrave il caldo. In quegli anni una ragazza soprattutto se sola aveva poche possibilità di sopravvivenza. Trovare un lavoro non troppo faticoso, fidanzarsi con un ragazzo che possa almeno farle mangiare o badare a loro stesse da sole… Silvia fino a quel giorno era stata fidanzata con un ragazzo che nonostante tutto grazie alla famiglia viveva ancora in una situazione tranquilla, con l’auto un lavoro e qualche soldo anche conservato. Silvia decide quindi di passare presso la bottega del suo ragazzo Luca.
S: amore come va il lavoro? L: non male anche se oggi la situazione &egrave un po’ moscia, poche vendite.
L: stasera fatti trovare alla piazza grande che ho voglia di vederti, verso le 21 30, ma giusto il tempo di una scopata che poi devo vedermi con gli amici! Il loro rapporto era questo Luca stava con Silvia solo perch&egrave era un’ottima svuota palle, lei questo lo sapeva e non si lamentava anzi, almeno fin quando lui avesse mantenuto lei e un po’ anche la sua amica Irene che il ragazzo non l’aveva. Arrivano le 21 30 e Silvia si reca alla piazza in attesa dell’arrivo si Luca che arriverà come al solito in ritardo. Mentre aspettava ha dovuto sorbirsi i fischi e le avances di molti ragazzi che prontamente respingeva cercando di evitare guai, anche perch&egrave sotto il vestito non portava le mutandine, per vari motivi tra cui quello che al fidanzato non piacevano e che preferiva non portarle mai anche per il caldo. La fame iniziava a farsi sentire, Luca arrivò solo verso le 22. L: scusami per il ritardo ma stavo facendo delle commissioni S: Luca prima di andare ho bisogno di mangiare qualcosa altrimenti non ce la faccio a scopare, L: ovviamente… i due andarono a mangiare un panino e subito dopo si recarono alla casa abbandonata nella quale scopavano ogni volta, non avendo tanti altri posti a disposizione. Come arrivarono, Silvia si girò verso il ragazzo e lo baciò appassionatamente mettendo poi la mano destra sulla patta e la sinistra dietro al collo. Luca iniziava già a godere, quella sera aveva una gran voglia di sborrare, infatti tempo 2 minuti dopo e già stava lì a spogliarla con tutta la foga che aveva in corpo. Appena si furono denudati, Silvia restò immobile davanti a lui e senza staccare lo sguardo dai suoi occhi, si abbassò e gli prese il cazzo in bocca. Luca amava i suoi pompini, non se la cavava affatto male, muoveva velocemente la testa poi si alzava sputava sul cazzo e continuava con una sega velocissima che quasi lo faceva venire. Il ragazzo dal canto suo iniziò a toccare la fica della compagnia che trovava già umida e pronta per essere sfondata anche se quella sera aveva un’altra idea in mente. Il pompino durò un po’ dopo di che Silvia fece stendere il suo ragazzo e gli si impalò sopra. Inizò subito a gemere quasi con urla che lo fecero eccitare tantissimo. Saltava e si strusciava, sempre meglio, sempre più velocemente per poi girarsi e dare la schiena ma questa posizione durò poco perch&egrave Luca di forza la mise a pecorina e ricominciò a penetrarla mettendole due dita in bocca da farle succhiare, cosa che ovviamente lei non rinnegava. Ad un certo punto senza preavviso uscì dalla fica e puntò il suo cazzo su buchetto. S: amore dai lì no non l’ho mai fatto ho paura, L: zitta troia non hai capito, decido io come e dove metterlo cazzo!, dicendo queste parole affondo tutto il suo arnese di modeste dimensioni nel culo della ragazza che urlò a squarciagola per il dolore. Non fece neanche in tempo però a goderne che Luca uscì la girò e le sborrò in faccia, ne uscì tanta e Silvia si sporcò sul viso tette e capelli. I due si rivestirono e lei fu costretta a pulirsi con il suo vestito per non tornare a casa piena di sborra ovunque anche se le macchie e l’odore acre impregnavano il vestito. L: senti muoviti che ho da fare, non posso star tutta la serata qui dentro. Così i due se ne andarono, Silvia ovviamente a casa sporca di sborra ovunque e Luca invece a bere e divertirsi con i suoi amici fregandosene delle condizioni della ragazza. Appena rientrò, Silvia triste per il modo in cui era stata trattata, vide che Irene già dormiva, così le si stese affianco le diede un tenero bacio sulle labbra e poi si addormentò pensando.

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