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Sara, weekend scatenato al lago

By 10 Dicembre 2021No Comments

L’estate dei miei diciott’anni decisi di concedermi un weekend in campeggio al lago, per testare tutto quello che avevo imparato sul sesso dallo zio Carlo col mio fidanzatino Max.
Stavamo insieme da due mesi ma non eravamo andati al di là di limonare, tanto c’era lo zio a soddisfarmi!
“Max, avremo due tende comunicanti, così quando sentirai la zip aprirsi vorrà dire che intendo concedermi a te, e quando dico concedermi intendo tutto meno la vagina!”.
Mi guardò perplesso, era un ragazzo carino ma un pò timido, più grande di me di solo qualche mese.
“Scusa Sara, intendi che ti posso inculare?”, mi guardò tra l’allibito e l’eccitato. Sapevo che aveva avuto già rapporti con altre ragazze, ma probabilmente il lato b non l’aveva mai violato.
“Intendo proprio quello, tutto lo sfintere fino all’intestino…” gli sussurrai lasciva. “Poi pompini dita in figa 69 spagnola, tutto il repertorio amore mio”, e lo sguardo di Max mi fece capire che anche lui era pronto a un weekend indimenticabile.

Arrivamo in riva al lago di sabato pomeriggio, montammo le tende e poi ci spogliammo per fare un bagno.
io avevo un bikini veramente ridotto, e il tanga con laccetti laterali per toglierlo velocemente e rimanere con la figa aperta.
Durante il bagno non andammo oltre sbaciucchiamenti veloci, però sentì che il suo cazzo era veramente in tiro.
Purtroppo tornando a riva ci accorgemmo di avere poche provviste, così Max dovette prendere la macchina e andare a fare la spesa nelle vicinanze.
Ne approfittai così per fare un’altra nuotata, e dopo una serie di bracciate veloci ero arrivata vicino alla riva qualche centinaio di metri più avanti, quando mi sentì salutare.
“Ciao”, e voltandomi vidi un pescatore di mezz’età che mi guardava incuriosito, anche perchè in quel momento ormai toccavo il fondo e mi ero alzata in piedi, facendo vedere il mio culetto sodo e due bocce bagnate, dove i capezzoli svettavano belli duri.
“Ciao, sono Sara e sono qui per fare un pò di campeggio” risposi allegra. “Io mi chiamo Domenico, vengo qui per pescare. Ho un bungalow qui dietro” e mentre mi indicava dov’era vidi che aveva un bel fisico pur non essendo esattamente giovane.
Arrivai a riva dandogli la mano, “Scusa per il look”, “Figurati è solo un piacere vedere una bellezza simile. Se vuoi ti posso offrire un tè caldo, è andato via il sole e fa freschino.”
Accettai, tanto Max sarebbe stato via un’oretta, e sotto sentivo un certo tremolio: la mia figa era bagnata, ma non solo per l’acqua del lago!
Appena entrai nel bungalow Domenico si offrì di darmi un accappatoio, e io accettai prontamente.
“Il bagno è da quella parte” mi disse, e io con fare civettuolo gli risposi “Non c’è problema non mi formalizzo”, e mi slacciai il tanga e tolsi il pezzo di sopra rimanendo completamente nuda.
“Puoi allacciarmelo da dietro” e lui mi infilò l’accappatoio, nello stesso tempo toccando qui e là.
Pur avendolo parzialmente chiuso, si intravedeva parecchio mentre mi sedetti su una sedia appoggiando maliziosamente un piedino sul tavolino, e un capezzolo incominciò a spuntare mentre mi muovevo.
A un certo punto mi guardò negli occhi, e io non resistetti ad allargare la scollatura rivelando il seno pieno e turgido, e lui a quel punto mi si avvicinò svelando completamente le mammelle e incominciando a baciarmele una per una mentre io gemevo eccitata.
“Ohh Domenico ti voglio…”
A quel punto si staccò dai miei seni e io, lentamente, mi alzai e sfilai completamente l’accappatoio.
“Hai una camera da letto?” gli chiesi, e lui mi prese nelle sue braccia possenti, sollevò e portò in camera sua, dove mi gettò su un bel lettone.
“Solo non la fica ma il culetto” sussurrai, “Come vuoi troietta”, e spogliatosi nudo avvicinò un bel cazzone schiaffandomelo sul viso per poi affondarmelo in bocca.
Incominciai un movimento frenetico, su e giù, ciucciata leccata, insalivandogli il cazzo e tirandolo fino a farglielo diventare duro come il marmo.
A quel punto mi girai a pecorina e gli urlai, “Troncamelo in culooo” e lui replicò incominciandolo a spingere per lo sfintere, affondandomelo fino alle palle per poi toglierlo e ricominciare.
“Ohh così ahhh”, dopo una decina di volte di questo trattamento presi l’iniziativa, salendo su di lui e impalandomi il cazzo nel culo, mentre Domenico mi dava ritmo spingendomi con le ginocchia.
Dopo pochi minuti diedi un’ultima spinta di bacino, facendo eruttare il suo pene, e mi divincolai afferrandolo e facendomi sborrare giù per la gola, goccia sublime per goccia.
Ci guardammo avidamente e incominciammo a limonare esplorandoci le bocche con le nostre lingue calde, mentre le sue mani entravano nella mia fica, una due dita, stavo andando in estasi, quando mi stimolò il clitoride eruppi in un urlo liberatorio e scesi dal letto.
“Sei tutta sporca di sperma e saliva!” mi disse, e io rivestendomi del bikini replicai che l’acqua del lago mi avrebbe ripulito e preparato a un altra inculata. “Con quel cornuto del tuo ragazzo” ribattè lui, e io ridendo lo baciai e corsi via.

Non potevo certo deludere Max, ma avevo veramente il culetto in fiamme e oscenamente allargato: difficilmente non se ne sarebbe accorto che qualcun altro era già passato di lì poche ore prima, così con la scusa della stanchezza gli diedi buca e dormì tutta la notte.
Il giorno dopo avevamo già in mente una bella camminata, e tornammo alle tende solo nel tardo pomeriggio.
Però il culo era di nuovo a posto e l’eccitazione tanta, così mi preparai per fargli passare una notte di fuoco.
Indossai solo una camicetta da notte trasparente, mutandine di pizzo, e sandaletti con tacco basso, pronta ad entrare nella sua tenda, ma quando abbassai la zip non c’era nessuno, eccetto un biglietto: “So perchè non abbiamo scopato ieri, sono tornato in città. Fatti il primo che incontri”, e quandò uscì e scoprì che la sua macchina non c’era più, rimasi come minimo turbata.
“Che stronzo, mollarmi con la figa bagnata!”, e rabbrividì per la frescura notturna, quando sentì un rumore vicino.
“Chi è?” chiesi intimorita. “Siamo due guardiacaccia signorina”, rispose uno dei due. “Oh grazie a dio mi ero spaventata” risposi, ma fu grande la sorpresa dei due a veder spuntare una ragazza seminuda.
“Sono rimasta sola dopo che mi ha mollato il fidanzato” spiegai il motivo per cui ero vestita così, e lo sguardo dei due giovani faceva capire quanto erano eccitati.
“Ma entrate nella mia tenda, vi offro qualcosa da bere, almeno mi consolerò” proposi scagliando uno dei miei sorrisi abbaglianti, così mi seguirono dentro la tenda.
Ma già mentre entravo chinandomi leggermente sentì una mano spingermi su per il culo, facendomi ipotizzare sviluppi interessanti.
Marcello e Filippo erano due bei ragazzi, alti e muscolosi, e presto incominciammo a bere le birre.
Fu quando Filippo mi schizzò la lattina sulle tette che l’atmosferà cambio improvvisamente.
“Oh mi hai sporcato la camicetta stupidino, guardo che tette bagnate che ho!” e togliendomi la camicetta da notte le mie tette esplosero libere.
Filippo si avvicinò e incominciò a ciucciarle, mentre io da vera porca ci sputai sopra per renderle ancora più morbide da palpare.
Allo stesso tempo Marcello da dietro incominciò a togliermi i sandaletti e succhiarmi le dita da vero maiale. “Ahh chi mi mangiare il cazzo ho fameeeee” urlai selvaggia tanto nessuno ci poteva sentire.
I due allora si spogliarono e mentre Filippo mi schiaffò il cazzo in faccia, Marcello infilò due dita in figa.
“Solo culetto, sono ancora vergine” gli dissi, così lui si mise a lubrificare lo sfintere del mio culo, preparandolo alla penetrazione del suo lungo cazzo.
Intanto io lappavo e succhiavo il cazzone di Filippo, sputandogli sopra e manovrandolo su e giù con la mia mano e mordicchiandogli anche i coglioni.
“Ahh Sara che maialaa” urlò lui ormai eccitatissimo, a cui seguì l’esplosione di goduria che sentì alla violazione dele culo da parte del calippo di Marcello, che arrivava fino ai coglioni da come si era spinto dentro.
“Ohh ti sento tutto dentro, spaccamelaaa!” biascicai quasi stordita, mentre Filippo si era come impossessato della mio bocca scopandola vorticosamente come fosse la figa, ed esplodendomi dentro facendomi ingoiare una marea di sborra.
A quel punto cambiai posizione mettendomi a cavallo di Marcello e comandando la scopata anale, per poi scivolare fuori e finirlo a colpi di mano e leccate della punta, facendomi sborrare in faccia avendo ancora lo sperma precedente in bocca.
“Buttiamoci nel lago ragazzi” urlai ai miei affaticati stalloni, ed uscendo dalla tenda mi tuffai nel lago invitando i due a seguirmi.
Marcello accettò l’invito e ci baciammo vicino alla riva slinguando furiosamente, e avvicinatami a riva Filippo mi accolse con una pioggia dorata che io accolsi con goduria in bocca, per poi baciare anche lui.
Ormai eccitati senza freni inibitori mi feci di nuovo inculare ma da Filippo, che mi penetrò sull’erba mentre Marcello si segava vicino, e io insaziabile gli presi il cazzone e lo feci sborrare sulle tette, mentre il suo collega mi eiaculava nel culo lasciandomi senza fiato.
A quel punto sentì una voce che mi chiamava, “Dove sei Sara, non potevo lasciarti sola!”, era Max che era tornato.
“Max”, biascicai ormai stordita dall’orgia prolungata, “Se vuoi ce n’è anche per te!”.

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