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Schiavetto e Padroncina – Giorno 4

By 28 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Giorno 4
“Buongiorno Padroncina”
“Buongiorno Schiavetto. Ho una sorpresa per te”
“Grazie Padroncina. Che sorpresa?”
“Se te lo dico non è più una sorpresa. Sappi solo che sarà umiliante e imbarazzante, come piace a te. Ma prima dobbiamo prepararci. Vestiti che usciamo”
La Padroncina indossò un vestito corto bianco semi trasparente, ovviamente senza né mutande né reggiseno. Lo schiavo un pantalone bianco aderente e una maglietta, anche lui senza mutande.
Per tutto il viaggio in autobus lei parlò ad alta voce di quanto i loro vestiti lasciassero vedere troppo e di come avessero sbagliato a indossarli senza biancheria. Lo scopo era quello di attirare più sguardi possibili per far sentire il suo Schiavetto a disagio, il quale non riusciva a nascondere l’erezione che diventava sempre più imponente ogni volta che la sua amata accavallava e disaccavallava le gambe davanti a lui.
Giunsero ad un centro estetico, dove lavorava un estetista amica del liceo della Padroncina.
L’estetista li fece saltare la fila li fece accomodare entrambi in una stanza con 2 lettini.
“Lui deve essere lo Schiavetto di cui mi hai parlato” chiese l’estetista.
“Esatto. Ci serva una ceretta integrale: abbiamo un impegno importante stasera”
“Ah, non avevo capito che era per entrambi il trattamento. Chiamo una collega per farmi dare una mano, intanto voi spogliatevi e sdraiatevi sui lettini a pancia in sù.”
Uscì lasciandoli soli e loro si spogliarono.
“Grazie Padroncina”
“E di cosa mio Schiavetto?”
“Beh, per tutto. Sono nudo, con il pisello in erezione, davanti a te e tra un attimo anche a due sconosciute. Credevo che quello che era successo ieri ti avesse fatto ingelosire e arrabbiare”
“Sì, un po’ mi aveva fatto ingelosire vederti eccitato da una mia coinquilina in minigonna. Ma lo sai, io sono una persona ragionevole: oramai ho capito che è naturale che uno schiavo abbia bisogno di essere visto nudo e umiliato da più ragazze. E poi non si limiteranno a vederti il pisello e le palle: strapperanno con forza ogni tuo pelo dal corpo. Urlerai di dolore”
“Grazie anche di questo Padroncina”
Lei gli diede un bacio sulla guancia.
L’estetista rientrò assieme ad una collega, alla cera calda e alle strisce depilatorie. Quando videro lo Schiavetto nudo con l’erezione svettante scoppiarono entrambe a ridere.
Le due estetiste stavano per iniziare quando la Padroncina fece un’insolita richiesta: “E’ possibile aprire quella grossa finestra? Fa così caldo”.
“Sì, ma dà sulla strada, se la apriamo tutti vi vedranno nudi”.
“Per me non è un problema, e nemmeno per il mio Schiavetto”.
“Ok, come volete”.
Con la finestra aperta lo Schiavetto riusciva a vedere perfettamente i pedoni passeggiare per strada e loro potevano vedere perfettamente lui e la sua amata Padroncina, la quale teneva le gambe ben spalancate, per agevolare chi avesse voluta spiarla.
L’estetista decise di lasciare i genitali per ultimo e procedette a depilare tutto il corpo.
Lui non aveva mai provato nulla del genere prima: sapeva che era dolorosa ma non immaginava così tanto.
La cera era bollente e lo Schiavetto tratteneva il pianto quando gli veniva versata addosso, quando invece la striscia veniva tirata con forza le lacrime gli uscivano copiose.
Mentre soffriva in silenzio, aveva notato un paio di guardoni, nel palazzo davanti che si gustavano la scena dalla finestra mentre si masturbavano.
Non sapeva se erano attratti dal suo dolore o dalla bellezza della sua Padroncina, ma sperava in quest’ultima ipotesi. La sua Padroncina intanto veniva depilata senza dar segno di provare il benché minimo dolore.
Finito il corpo, l’estetista passò al pube e al pisello, che era rimasto in erezione per tutto il tempo.
In quel momento vide, sempre nel palazzo di fronte, che una donna era uscita sul balcone a fumarsi una sigaretta e, rimasta sconvolta dalla scena, era rimasta lì a fissarli: aveva anche preso il cellulare e fatto una chiamata, forse stava raccontando l’accaduto a qualche sua amica.
“Pisellino rasato. Adesso viene il vero divertimento” annunciò l’estetista..
Lo Schiavetto aveva capito cosa intendeva: che alle palle avrebbe sofferto molto di più.
Si aggrappò con le unghie al lettino mentre la cera bollente gli veniva spalmata su tutto lo scroto. Le sue palline gridavano pietà, ma il peggio stava per arrivare.
Quando la prima striscia fu strappata urlò dal dolore, e questo era prevedibile.
Ed ebbe anche un orgasmo, cosa meno prevedibile.
Il suo sperma era denso e voluminoso e sporcò le mani dell’estetista.
“Chiedo scusa” disse con voce strozzata
“Schiavetto, lecca tutto” tuonò la sua Padrona fingendosi arrabbiata.
Lo Schiavetto leccò le mani dell’estetista, la quale era visibilmente a disagio per ciò che era accaduto.
Quando la ebbe pulita, lei tornò a completare il suo lavoro.
Servirono 6 strisce per togliere tutti i peli che aveva. Ad ogni strappo urlò dal dolore ma senza venire nuovamente. Anzi, il pisello si era ammosciato, lui non era più eccitato e gli strappi furono molto più dolorosi per lui.
A lavoro finito, non aveva più alcun pelo al di sotto del collo ma, in compenso, aveva molti spettatori sul palazzo davanti.
Si rivestirono, ma la Padroncina sistemò di proposito male il proprio vestito. Normalmente arriva qualche centimetro sotto la sua vagina, invece lei lo fece fermare un paio di centimetri sopra il clitoride.
“Merito anche io un orgasmo. Avanti, torniamo all’autobus” spiegò
Quando salirono tutti i passeggeri si girarono a guardarla: non era abituale vedere una ragazza entrare con la fica completamente al vento.
Andò nei posti in fondo, dove c’era un ragazzo intento a studiare su un libro.
Lei si fermò davanti a lui, gli mise la vagina davanti la faccia e disse: “Se la vuoi, te la do. E’ gratis”
Il ragazzo balbettò: “Mi mi mi spiace. Non non posso: so-o-so-o-sono f-i-i-i-i-danzato”
Ma la Padroncina non si fece troppo scrupoli. Senza nemmeno farlo alzare dal sedile gli estrasse il pisello dai pantaloni.
“Forse tu vuoi essere fedele. Il tuo cazzo duro però non lo vuole”
Prese un preservativo dalla borsetta e lo infilò al ragazzo che non si oppose.
Gli saltò sopra e iniziò a scoparlo velocemente, gemendo ad alta voce.
A lei piaceva farlo così: frettolosamente e rumorosamente. Tutti i passeggeri avevano gli occhi puntati su di loro, anche l’autista staccava troppo spesso lo sguardo dalla strada per poterli vedere.
Allo Schiavetto era tornato duro e pensò che non ci fosse nulla di male a tirarsi una sega.

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