Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Secchione! Genesi di un padrone – parte 09

By 31 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

L’architetto Philip Van Buren parcheggiò la sua Mercedes nel parco auto privato, adiacente alla sua pomposa villa. Erano appena le 4:30 ed era già a casa. Aveva lasciato le ultime scartoffie da sbrigare ai vari tirocinanti e soci più giovani dello studio, lo faceva abbastanza spesso da un paio di mesi a questa parte. Il motivo? Beh, era un po’ imbarazzante in effetti. Molto imbarazzante. Era una di quelle cose che non dovrebbero accadere e che nessuno, non un’anima, avrebbe mai dovuto sapere.
Prese dal sedile posteriore la borsa con i documenti importanti che doveva faxare prima dell’indomani e si diresse verso l’ingresso secondario. La moglie era fuori, come ogni mercoledì pomeriggio e non sarebbe rientrata per almeno un altro paio d’ore.
‘Buonasera signor Van Buren! Ben tornato!’ lo accolse Esperanza, la domestica.
‘Salve! Ho delle cose da sbrigare nel mio studio, lei ha finito?’ le disse abbastanza asciutto. La donna annuì.
‘Si signore, ho preparato la cena, è tutto in frigo. Stavo per andare.’
‘Bene, grazie. Ci vediamo domani.’ salutò non brusco ma sbrigativo e lei, capendo l’antifona, fece un gesto col capo per rispondere il più rispettosamente possibile.
Philip si diresse nel suo studio. Chiuse le doppie porte a chiave ed accese il computer sulla scrivania. Aspettando che fosse pronto, si tolse la giacca ed allentò il nodo alla cravatta per stare più comodo. Si sedette sulla sua bella poltrona in pelle, pronto per lo show.
Impaziente, cliccò l’icona di un occhio stilizzato, sulla destra del desktop e una scena sfacciatamente erotica gli comparve davanti.
‘Hanno già cominciato!’ constatò l’uomo che non voleva perdersi minuti preziosi di quello che era diventato uno spettacolo folle, dannato, malato persino, ma irrinunciabile.
Un familiare ragazzino dai capelli scuri e il sorriso da furbetto se ne stava sdraiato sul letto con le mani incrociate dietro la nuca. Il suo corpo magro e glabro era completamente nudo, a gambe aperte, mentre sua figlia Pam succhiava con adorazione il suo pene gigantesco. Il tutto in alta definizione e colori iper-realistici che brillavano sul suo monitor gigante. Philip prese un gran respiro, abbandonando il peso sullo schienale della poltrona.

Era cominciato tutto un paio di mesi prima. Sulla strada per andare a lavoro, un comunissimo pomeriggio di fine marzo, si era reso conto di aver dimenticato dei documenti importanti a casa. Rientrato di gran furia, si era diretto verso la camera da letto, dove aveva lasciato i fogli dopo averli studiati ben bene la sera prima. In casa avrebbero dovuto esserci solo Pam e il suo tutore, intenti a studiare’ o così aveva creduto. Passando davanti a camera di sua figlia, però, aveva sentito rumori che a tutto facevano presagire tranne che allo studio. Erano inconfondibili e, conoscendola, non più di tanto sorprendenti, ma c’era qualcosa che non gli tornava. All’inizio aveva creduto che Pam avesse rimandato la lezione per stare con quel pallone gonfiato del suo ragazzo, Brent, ma la voce maschile che sentiva non era quella dell’aitante quarterback. Era più baritonale ma allo stesso tempo così immatura e decisamente già sentita. Non aveva dubbi, Pam era realmente con Damian’ solo che non stavano studiando.
L’istinto primario era stato quello di entrare e fare una scenata di furia omicida. Eppure qualcosa l’aveva trattenuto. Nonostante il suo orgoglio di padre, per assurdo, si era sentito quasi contento della cosa. Gli piaceva Damian. Gli piaceva davvero molto! Era un ragazzino con la testa sulle spalle, educato e gentile che aveva trasformato completamente Pam e, con tutto ciò che quella principessina viziata doveva avergli fatto passare per mesi nelle sessioni di studio’ beh, un po’ di sano piacere fisico sembrava la giusta ricompensa.
Pazzesco, no? Che gli diceva il cervello? Ciononostante li aveva lasciati stare, ripetendosi in mente ‘e dai, sono ragazzi!’ a giustificare il tutto, aveva preso i documenti che gli servivano ed era rientrato al lavoro, non pensando più alla cosa fino a sera.
Poi, in mancanza di preoccupazioni e pensieri più pressanti, era iniziato il tarlo. Un tarlo morboso per la curiosità di sapere, di vedere con i suoi occhi. Era una cosa assurda, per l’amor del cielo, cos’era diventato? Un guardone? Eppure, ogni volta che nei giorni seguenti aveva visto sua figlia o incrociato il suo giovane tutore, il tarlo era ricominciato. Ogni dannata volta che li lasciava soli, sapeva cosa avrebbero fatto e la cosa più assurda di tutti era che gli veniva quasi da congratularsi con il ragazzo per essere riuscito a farsi la sua dolce principessa. Insomma: un bamboccio del secondo anno con la reginetta della scuola’ è il sogno di ogni adolescente!
‘Appunto! Il sogno di ogni adolescente! Tu hai 47 anni Phil! Datti una svegliata, cretino!!!’ si era redarguito un milione di volte ‘E poi è tua figlia, brutto schifoso, ma non ti vergogni??’ la sua coscienza lo martoriava.
Il problema era che non aveva velleità incestuose di nessun tipo, anche se voleva vederli all’opera. Si, magari il fatto che con sua moglie le cose in camera da letto fossero diventate un po’ noiose negli ultimi anni, non aiutava. Fatto sta che si era sentito in parte giustificato quando, cavalcando un’onda della sua irrefrenabile follia, aveva fatto istallare due telecamere nascoste nella stanza di Pam, da entrambi i lati. Il tecnico non aveva fatto domande e lui si era premurato di dargli una lauta mancia affinché tenesse la bocca chiusa. Dopodiché le sessioni erano cominciate, sessioni di studio miste al più volgare, sfrenato, selvaggio e sadico sesso che avesse mai sognato in vita sua. Un sesso sporco e disinibito in cui Damian sottometteva la sua bambina, facendole fare le cose più indicibili, luride ed umilianti, con tanto di irripetibili appellativi sadomaso. La cosa folle era che il tutto era perfettamente consenziente. I due scherzavano e ridevano tranquilli e spensierati, godendo l’uno del corpo dell’altra. La sua piccola Pam era, invero, una masochista che godeva a farsi fare di tutto’ letteralmente di tutto, da un moccioso più piccolo che venerava come un dio. Lo shock iniziale aveva lasciato il posto all’eccitazione e il porco lurido che era in lui non aveva resistito. Quando poteva, rientrava prima per spiarli e’ allentare un po’ la tensione, per così dire.
Che bel pompino che era da guardare! Lui così rilassato e tranquillo, lei al lavoro devota a leccargli il palo. Ad un tratto il ragazzo mosse la mano destra e le prese la testa, spingendola a pompare, dandole ritmo, senza dire niente. Dio, quant’era grosso quel pene e Pam lo prendeva tutto, come una professionista. Dopo alcune pompate vide lui spingere con più forza ed incollarle la faccia al pube.
‘Ferma così.’ le ordinò allegro e tolse la mano dalla nuca. Pam rimase immobile. Col naso schiacciato, impalata fino in gola ma totalmente e devotamente ubbidiente. Damian aveva rimesso la mano dietro la nuca e la osservava sorridente. Dieci secondi’ dodici secondi’ niente. Silenzio.
Quindici secondi’ si avvertì il primo mugolato di Pam che Damian ammonì tranquillo:
‘No.’ lei continuò a stare immobile, il viso schiacciato sui suoi peli pubici, ogni via d’aria tagliata, come se una forza invisibile la premesse prepotente, impedendole di muoversi. Dopo qualche altro secondo arrivò il secondo mugolato. Il ragazzo rimase calmissimo e con un sorriso ripeté:
‘Ho detto no, Pam.’ e lei si acquietò nuovamente. Phil aveva il cuore che gli batteva in gola davanti a quella scena di una forza pazzesca. Le mani di lei erano avvinghiate ai fianchi del ragazzo con le dita spalancate a cercare più contatto possibile e gli occhi erano piantati sul suo visetto imberbe, come ad assicurarsi che il suo dio non scomparisse. Provò ad uggiolare nuovamente ma lui la ignorò stavolta, limitandosi a sorridere.
Dovevano essere’ quanti? Venticinque? Trenta secondi di apnea? Poi, con aria di sufficienza, il ragazzo concesse:
‘Ok’ puoi respirare, se vuoi” e Pam riemerse lentamente inalando dal naso ma non sfilandosi il cazzo di bocca immediatamente. Gli occhi erano leggermente lucidi ma gli sorridevano radianti. Con calma tirò indietro la testa e gli disse:
‘mmmmm’ grazie padroncino!’ facendolo ridacchiare:
‘Figurati, schiavetta! Fallo di nuovo, ma stavolta vedi di resistere un po’ di più!’
‘Hehe! Con piacere!!’ rispose lei e dopo aver preso fiato si trafisse la gola nuovamente. Philip stava per scoppiare. Con gli occhi incollati allo schermo si slacciò i pantaloni per liberare il cazzo di marmo e potersi masturbare.

‘Aah.. Aah’ Aah’ Che bello! Continuaaaa!!’ Pam godeva come una matta mentre Damian la scopava a quattro zampe.
‘Aaahhhh, la tua rimane la figa migliore di tutte, Pam’ aaaahhhhh’.’ disse Damian mordendosi il labbro. Lei rispose deliziata:
‘mmmmm’ vuoi dire che sono sempre la tua schiava preferita?’
‘Hehehe!! Per il momento” la stuzzicò il ragazzino ghignando.
‘mmmmm’ sono felice’ aaahhhh’ padroncinooooo’ mmmmm’.’ il suo pube sbatteva rabbioso contro le natiche di lei tra gemiti ansimanti e mugolii goderecci.
Dopo un po’, però il giovane estrasse la verga provocando le proteste di lei:
‘Hey! Non ti fermare! Daiiiii!!’ lui rise e le dette una sonora pacca sul sedere:
‘Silenzio, schiava!’ appoggiò la punta del cazzo sull’entrata del suo ano ‘Non mi starai mica dando ordini, per caso?!’ aggiunse e ci sputò su un paio di volte per lubrificarle il buco. Il suo intuito femminile, chiave della loro intesa quasi perfetta, stavolta si era attivato con un istante di ritardo, non capendo subito le intenzioni del suo esigente amante.
Gli sorrise dolce:
‘mmmm’ hai ragione padroncino, perdonami’. mmmmm’ anzi, no’ punisci questa stupida schiava, puniscimiaaaahhhh’ le aveva infilato dentro due dita:
‘Punirti? Sicuro!’ tolse le dita e c’infilò il cazzo, facendola sciogliere nel piacere ”non appena avrai finito il tuo dovere da sborratoio ti punirò, schiavetta impudente!’ le disse divertito mentre aveva già cominciato a chiavarla.
‘Aaaahhhh siiii padroncino’ siiiii!!!’ replicò felice lei, ormai quasi arrivata all’orgasmo.
Che buchi fantastici che aveva il suo giocattolo vivente, stretti e caldi al punto giusto, era sempre difficile resistere a lungo. Si chinò in avanti appoggiando le mani a terra e il petto sulla schiena di lei in una posa tutt’altro che umana. Muoveva il bacino avanti e indietro con lo scroto pesante che gli dondolava isterico da una parte all’altra finché, pian piano sentì l’orgasmo salirgli in canna pochi secondi dopo di lei. Che goduria riempirla nuovamente di sbroda bollente come infinite volte prima. Impossibile stancarsene, difficile privarsene.
Rimase dentro, dando altre quattro o cinque spinte lente e sicure, per prolungare il piacere. Poi si raddrizzò ed estrasse lo scettro del comando, restando dritto, in ginocchio, a riprender fiato. Lei si voltò senza dire una parola e fagocitò il pezzo di carne per pulirglielo. Venti, forse trenta secondi in cui lui a fatica la guardava, in quell’operazione di routine, intento a riprendersi dal piacere. Poi si alzò in piedi lasciandola in ginocchio sul pavimento e si sdraiò in mezzo al letto con un liberatorio sospiro. Fu lei la prima a parlare. Dalla scrivania aveva preso un bicchiere e rivolgendosi a lui:
‘Padroncino posso? Ho tanta fameeee’.’ gli disse infantile ed irresistibile. Damian rise, come al solito.
‘Hehehe! Fa’ pure!’ lei gli tirò un bacetto, contenta e posizionò il bicchiere a terra. Ci si accovacciò sopra e, rilassando lo sfintere, lasciò uscire il seme del suo padroncino che la guardava dal letto con un sorrisetto. Svuotatasi, se lo portò alle labbra ed aspettò paziente che il fluido vischioso e bianchiccio le colasse in bocca.
‘mmmmm’.’ commentò con la lingua in fuori, tentando di leccare il fondo del bicchiere, dopo aver ingoiato il grosso della sbobba.
‘Buona come al solito?’ canzonò il giovane padrone, ottenendo un’espressione un po’ impertinente:
‘Ovvio, stupidino! E’ la tua!’ gli disse e lui rise.
Finito lo spuntino lo guardò e con un finto broncio disse:
‘Vuoi punirmi davvero, per prima?’ chiese dolce la gattina. Lui ridacchiò di nuovo.
‘Hehe! Beh, sei stata tu a chiedermelo, no?’ sorrise complice:
‘E va bene’ che devo fare?’ chiese allegra. Damian ci pensò un istante, poi:
‘mmmm.. vediamo un po” mettiti lì, al fondo del letto” la ragazza camminò a quattro zampe finché non si trovò davanti i piedi perfetti del suo giovanissimo amore, incrociati alle caviglie. Sorrise. Era ovvio che pregustasse già il sapore.
‘Non me li hai ancora leccati oggi” osservò lui e lei:
‘mmmm’ lo so padroncino”
‘Mi sembrano piuttosto sporchi” le disse con voce suadente ”e anche sudaticci” aggiunse muovendoglieli davanti alla faccia eccitandola volutamente.
‘mmmm’ si’.’ rispose lei avvicinando la faccia, leccandosi le labbra, pronta.
‘Vuoi assaggiarli, eh?’ chiese maligno e lei annuì con la lingua penzoloni, aspettando il segnale d’avvio. Lui ridacchiò:
‘Beh, non puoi! Hai il permesso di annusarli ma non puoi né baciarli né leccarli” le disse e lei fece un’espressione sconcertata:
‘Hey!!! Questa è crudeltà allo stato puro!!!’ esclamò e lui rise.
‘Hehehe! Così impari a fare l’insolente col tuo padrone! Hehehe!!’ lei incrociò le braccia e mise su il muso, cercando a metà d’intenerirlo, a metà di divertirlo.
‘Hehe! Su, su! Te lo meriti Pam!’ scherzò lui.
‘mmmm’ Posso almeno strusciarci la faccia?’ chiese supplichevole col suo faccino che vinceva qualunque contrattazione. Lui scosse la testa e ridacchiò:
‘E va bene, concesso!’ le disse poi e lei sorrise carezzandoglieli col viso ed ispirando a pieni polmoni il tanfo maschio della sua dolcissima schiavitù:
‘mmmmm’ grazie padroncino’ non ti merito” canticchiò allegra e lui rise di nuovo. Poi l’atmosfera del discorso sembrò tornare molto normale.
‘Certo che sembra impossibile che tra poco più di due settimane finisce la scuola” commentò lui.
‘Già” rispose lei intenta a strofinarsi ”quest’anno è volato!!’
‘Anche per me’ immagino sia normale, quando ci si diverte” aggiunse e i due si sorrisero.
‘Pensa a quante cose hai imparato?’ disse lui, riferendosi al duro lavoro di studio che avevano portato a termine. Lei rise:
‘Pensa a quante ne hai imparate tu, hehehe!!’
‘hehe! Già!’ poi lui rifletté un attimo.
‘Ci pensi mai che se non avessi avuto bisogno di usare il bagno quella mattina” congetturò ‘tutto questo non sarebbe mai successo?’
‘E dai secchione! Vuoi mettermi di cattivo umore?’ protestò lei.
‘Hehe! No, no, dico solo che” lei alzò un dito a maestrina e lo zittì:
‘Ah, ah, ah! Non lo voglio sentire! Perché vuoi farmi pensare ad un mondo in cui non avrei mai potuto fare questo” gli disse schiacciando la faccia sulle piante umidicce ed inalando profondamente. Lui sorrise.
‘Ok, ok! Rilassati, cambio argomento!’ le disse rassicurante, carezzandole il visetto col piede.
‘Devo ancora decidere cosa regalarti per il diploma!’ seguitò poi.
‘Non dire cretinate, non devi farmi un regalo, Damian! Sono io che dovrei farlo a te, è merito tuo se mi diplomo!’ gli disse.
‘Beh, non è che l’abbia fatto proprio gratis” obiettò il ragazzo ”tuo padre mi ha riempito di soldi quest’anno! Se avesse preso un prof. universitario gli sarebbe costato meno!’ commentò ‘Specie ultimamente! Ogni volta che vengo qua sgancia tre o quattrocento dollari! Roba da pazzi! Ho anche smesso di oppormi, ormai, è inutile!’ le disse e lei ridacchiò.
‘Tre o quattrocento?! E’ una miseria! Dovrebbe pagarti almeno il doppio per tutto quello che mi fai!!’ gli disse dolce e lui sorrise.
‘Beh, lui mi paga per le lezioni, se sapesse cos’altro” le sorrise con le sopracciglia alzate ed entrambi scoppiarono a ridere.
‘Davvero vuoi farmi un regalo?’ s’interessò, incuriosita dopo un po’.
‘Perché ti stupisce? Mi pare normale, no?’
‘mmmmm’ e posso scegliere quello che voglio?’ continuò allegra. Lui sorrise.
‘Basta che non mi prosciughi i risparmi!’ lei ci pensò su un istante:
‘Che ne dici di un bel paio dei tuoi calzini da ginnastica? Usati, naturalmente!’ precisò la ragazza. Lui rise:
‘Hahaha! Caspita! Vuoi che il mio regalo sia COSI’ romantico? Haha!’ anche lei rideva.
‘Sono indecisa’ anche un paio dei tuoi boxer mi piacerebbe tantissimo!!’ lui continuava a ridere.
‘Ooohhh, certo che sei proprio viziata, eh!’ scherzò e lei fece il solito broncio mezzo coperto dai piedi su cui continuava a strusciarsi senza sosta.
‘E va bene! Voglio rovinarmi: boxer E calzini! Aggiudicato!’ concluse il ragazzo e lei ridacchiò deliziata ‘Preferisci scartarli sul palco della cerimonia di premiazione oppure’ ahi!!’ esclamò il ragazzo al piccolo morso che lei gli aveva dato sull’alluce.
‘Molto spiritoso!’ scherzò.
‘Hey, padroncino”
‘Cosa?’
‘Non è che potresti dimenticarti della mia punizione e fammeli leccare? Solo per stavolta, ti prego, non resisto più” gli disse petulante. Lui sorrise e guardò l’orologio.
‘Mi dispiace schiavetta ma dobbiamo rimandare a più tardi. Sono le cinque passate e io sono già in ritardo, devo passare a prendere Sammy, ricordi?’
‘Uffaaaaa’ lo sai che adoro il tuo fratellino ma ho una gran voglia’.’ tornò a fare il muso e lui sorrise alzandosi dal letto:
‘Mi spiace” ripeté ”però se vuoi puoi darmi un bacio!’ le disse col suo bel ghignetto e lei sorrise.
‘Ooooohhh padroncino’ ma allora mi vuoi bene davvero!’ replicò zuccherosa e lui ridacchiò. Le diede le spalle e lei gattonò avvicinandosi. Gli poggiò le mani sulle natiche e le allargò scoprendo il retto del ragazzo, dopodiché ci affondò la faccia, lasciò le natiche, abbracciò il suo basso ventre e cominciò a pomiciare col suo ano, in maniera talmente languida e desiderosa da essere rivoltante. Il suo odore e il suo sapore erano qualcosa per cui sarebbe morta volentieri!
I baci di lingua risuonavano vuoti all’interno delle sue chiappe che le cingevano le gote ma lei non smetteva.
‘Hey, ho detto UN bacio! Non te ne approfittare!’ scherzò lui e lei riemerse leccandosi le labbra. Lui si voltò per guardarla dall’alto, abbassando solo gli occhi con suo ghigno perfetto..
‘Mi fai impazzire padroncino’ fu il commento. Lui le mise una mano sulla testa, carezzandola come fosse un animaletto domestico e le rispose divertito:
‘Lo so, ed è giusto così, Pam” prima di rivestirsi.

‘Damian! Ragazzo!’ il giovane si voltò nel grande salone d’ingresso. Era il padre di Pam.
‘Salve, signor Van Buren!’ lo salutò cordialmente.
‘Oh, quante volte ti ho detto di chiamarmi Phil!’ gli disse l’uomo con una mano sulla spalla.
‘Già, è vero! Phil!’ si corresse.
‘Com’è andato lo studio oggi?’
‘Bene, bene! Ormai non ho più niente da insegnarle!’ sminuì il giovane.
‘Nah! Sciocchezze! Secondo me ha ancora molto da imparare da te, ragazzo! E comunque non è che smetterai di farci visita, no?’ ribatté l’uomo a mo’ di complimento. Anche se c’era qualcosa di stranamente’ pressante nel suo tono. Damian sorrise incerto su cosa volesse dire esattamente.
‘Ehm’ no, no”
‘Mi raccomando è una promessa, eh? Hahaha!!’ rise il padre di Pam in maniera un po’ goffa e sgraziata.
‘Senta io’ dovrei andare a prendere mio fratello” disse Damian, un po’ in imbarazzo per lui, indicando la porta.
‘Certo, certo! Non voglio trattenerti! Tieni!’ dalla tasca tirò fuori un rotolo di verdoni e glieli mise in mano. Tre’ quattro’ cinque’ erano seicento dollari. Quel tizio era fuori di testa!
‘Phil’ non li posso”
‘Ma figuriamoci! Te l’ho già detto, la mia bambina si diploma ed è solo merito tuo! Sono così felice che ho pensato di raddoppiare! Con tutto quello che fai per lei!’ insistette facendogli l’occhiolino. Damian lo guardò sorpreso, un po’ sospettoso ma profondamente divertito allo stesso tempo. Poi scrollò le spalle:
‘Ok’ grazie!’ e mentre intascava il denaro non poté non tornare a chiedersi quale fosse il suo problema. Insomma, va bene la storia della gratitudine ma’

Susy Lockhart annusava beata. Il cotone su cui strusciava il viso era umido e l’odore era pungente, virile, maschio e fottutamente fantastico. Era bendata e si stava divertendo col giochetto che, da ormai qualche settimana, adorava fare.
‘Allora? Chi è?’ la voce del suo ‘ragazzo’ Danny le arrivò alle sue spalle mentre sentiva le risatine di diversi maschietti attorno a sé. Ci pensò ancora un attimo, era praticamente sicura ma non voleva privarsi di inalare ancora un po’.
‘mmmmm’ è Toby” risata generale e Sysy si tolse la benda tutta contenta. Senza sorprese, Toby Jackings era seduto sul divano di fronte a lei con indosso solo i boxer e un sorrisetto divertito. Intorno a lui Alec e Dick la guardavano con espressioni altrettanto arroganti, ridendosela.
‘E’ incredibile! Ma che cazzo di fiuto hai? Sei davvero una cagna, Susy! hahaha!!!’ le disse Toby e lei ridacchiò giuliva, poi si voltò all’indietro e vide Danny svaccato su una poltrona con gli shorts e la maglietta, a piedi nudi. In mano stringeva un bel guinzaglio rosso attaccato al collare che la ragazza indossava. Sghignazzava:
‘Hahaha! Hai visto? Quando si tratta di cazzi non gliene sfugge uno! Hahaha!!’ commentò e lei rise insieme agli altri. Poi si voltò verso Toby e con aria da furbetta gli chiese:
‘Allora? Che cosa ho vinto?’ il ragazzo le rivolse un ghigno.
‘Beh, di succhiarmelo ovviamente, che altro?!’ entusiasta, sbatté le mani come una bimbetta scema e gli altri scossero la testa divertiti. Gli sfilò i boxer e si gettò a leccare, golosa, lo spettacolo che le era stato generosamente offerto davanti. Toby aveva una leggerissima peluria castana, l’uccello piuttosto lungo anche se non troppo largo e due belle palle gonfie. Era un maschio, e rilasciava un odore e un sapore assolutamente irresistibile per Susy che ormai aveva gettato via ogni remora di pudicizia o di decoro per abbracciare il piacere che i suoi sensi le indicavano. Succhiare cazzi era ciò che la rendeva, senza ombra di dubbio, più felice, Damian era stato un genio a leggerle l’animo così bene e a capire tutto dall’inizio. Gli appellativi, le risatine, il guinzaglio, gli insulti poi erano un bonus che Danny e i suoi amici le regalavano per il suo atteggiamento da puttana lurida e disinibita, una reazione più che naturale dal canto loro ed assolutamente ben accetta dal suo: del resto come altro avrebbero dovuto trattare una come lei? Il bel rosso aveva condiviso con loro tutta la storia, i bigliettini e le sue perversioni, quindi era palese che lo volesse. Prese il pene in bocca e cominciò a succhiarlo, era caldo e saporito e lei fece dei mugolii deliziati mentre guardava colui che stava servendo in quel momento. A scuola molti ragazzi lo chiamavano ‘il Bieb’, per prenderlo un po’ in giro bonariamente, vista la sua pronunciata somiglianza con Justin Bieber. Aveva persino quell’espressione da spacconcello che la mandava in tilt.
Susy si ritrovò a pensare alla prima volta che aveva succhiato un uccello. Quello di Danny. La sua fame atavica di cazzo non aveva fatto altro che peggiorare e più ne succhiava, più ne voleva. Era un circolo vizioso a cui non c’era fine, l’unica cosa fattibile era continuare ad assecondare i suoi istinti e godere.
Toby le sorrideva godendosi il pompino:
‘Certo che t’è andata proprio bene con questa, amico, eh?’ Disse Alec, l’atletico biondino che la guardava dalla spalliera del divano, rivolgendosi a Danny. Questi non disse niente e lei non vide la sua espressione ma i ragazzi risero.
‘E’ vero! Hai aspettato tanto ma ne è valsa la pena, cazzo!’ commentò Dick ‘Le nostre ragazze col cazzo che fanno ‘ste cose, te l’assicuro! Hehe!!’ risate.
‘Già!’ disse Toby ‘E poi sei gentile a prestarcela ogni tanto! Hehehe!!’ ancora umiliazioni e lei si eccitava sempre di più.
‘Hey! Mi perra es su perra!! Hahahaha!!!’ disse loro scimmiottando le lezioni di spagnolo che avevano a scuola. Poi, continuò mentre ancora sghignazzavano:
‘Tranquilli ragazzi, per così poco e poi Susy è contenta, non lo vedi?!’ i tre che aveva nel suo campo visivo la guardarono e lei sorrise loro con l’uccello in bocca, mostrando la ‘V’ di vittoria con entrambe le mani alimentando ulteriormente la loro ilarità. Mentre la sua lingua massaggiava la cappella del ragazzino, si ritrovò a pensare a quanto fosse ironico tutto questo. Era finita a fare proprio ciò che Danny le aveva promesso non sarebbe mai e poi mai accaduto:
‘Non ti farei mai toccare da nessuno, se sei la mia ragazza sei’ solo mia” le aveva detto il suo cavaliere per conquistarla ed aveva funzionato, la paura di diventare una troietta a disposizione di un gruppo era stato un deterrente iniziale piuttosto forte ad accettare la proposta indecente quanto allettante che aveva ricevuto quel pomeriggio. Ma le cose cambiano, si sa o, per meglio dire, cambia la prospettiva che si ha di esse e così la sua fame insaziabile di maschio l’aveva portata ad accettare una sorta di scommessa quasi per gioco e, ridendo e scherzando, aveva assaggiato Toby, Dick e Alec, sapori a cui non voleva più rinunciare. Nessuno la forzava ovviamente, a parte il suo irrefrenabile desiderio, e Danny era contento di farsi una risata con i suoi amici alle spese di quella cagna della sua ‘ragazza’.
Neanche a dirlo gli altri tre erano più che felici di ‘usarla’, come amavano dire, per svuotarsi le palle e tutti giovavano di quel piccolo accordo. La più fortunata di tutti però era senza dubbio stata Susy: circondata da cazzi. Cazzi, cazzi, cazzi, cazzi’ cosa c’era di più bello al mondo? Niente! Niente di niente! Erano la sua felicità e l’amore che metteva nel succhiare ne era la prova.
‘Hey, Danny! Una volta mi piacerebbe provare a scoparle la faccia” disse Toby d’un tratto e Susy, destata dalle sue considerazioni, alzò lo sguardo ”sai tipo skull fuck?’ a quelle parole gli occhi di lei si accesero e, prima che Danny potesse rispondere, si sfilò l’uccello di bocca e alzò la testa:
‘Siiiiiiii!!!! Dai facciamolo!!!’ Toby abbassò gli occhi ridacchiando.
‘Non l’ho chiesto a te, non sei tu che decidi, cagnetta, hehehe!!!’ Susy gli sorrise poi si voltò verso Danny e trovò il suo ghigno ad accoglierla. Lei si mosse a quattro zampe sorridendo fino ad arrivare a pochi centimetri da lui. Abbasso il viso quanto bastava per baciargli il piede che riposava sul bracciolo del divano.
‘Ti pregooooooo’..’ gli disse facendo il labbrino, continuando a baciare la pelle nuda e cercando di sembrare il più infantile possibile. Tutti risero a quel gesto di totale sottomissione. Era una cosa che le aveva suggerito Pam, come parecchi altri dei loro giochini e funzionava alla grande. Danny ridacchiò e si rivolse a Toby:
‘Beh, sei il padrone di casa, amico, non posso certo negartelo, no?! Fa’ pure! Hehehe!!!’ di nuovo risate anche quelle di Susy che guardò Danny e, senza che gli altri vedessero, mosse le labbra a formare la parola ‘grazie’ senza che alcun suono uscisse, poi tornò a guardare Toby.
‘Dai sdraiati per terra!’ le disse il sosia del cantante canadese e lei ubbidì aprendo la bocca quanto più poteva. I genitori di Toby lavoravano sempre fino a tardi, spesso non tornavano neanche per pranzo, il che dava loro un fantastico ritrovo dove’ giocare. Vide il ragazzo accucciarsi sulla sua faccia e dirigere il cazzo duro dentro la sua bocca. L’ingresso non fu violento, la penetrò per una buona quindicina di centimetri, quasi la totalità della sua mazza, poi tirò indietro e cominciò a pompare, all’inizio abbastanza lentamente, poi prendendo velocità. Le sue palle gonfie le toccavano il naso ad ogni affondo e l’odore che la circondava era il più afrodisiaco elisir che si potesse desiderare. Dopo una decina di pompate abbastanza tranquille estrasse il cazzo e la guardò sorridendo:
‘Tutto ok là sotto?’ lei lo guardò e rise, un po’ come una stupidina.
‘mmmmm’. Benissimo” poi fece di nuovo il labbrino ”tu però, perché fai tutto il delicato? Non hai detto hai detto che volevi scoparmi la faccia? Se pompassi un po’ più forte, non sarebbe più divertente? hehe!!’ gli disse strizzando l’occhio e facendoli ridere.
‘Molto volentieri, dolcezza! Apri la fogna! Hehe!!’ Susy sorrise e spalancò. Si sentì riempire stavolta in maniera decisa e prepotente. La sua intera virilità le era stata sbattuta dentro, ogni odoroso centimetro.
‘Eccoti servita! Ingozzati fino alle palle!’ battute d’incoraggiamento dai suoi amici, anche da Danny, la eccitarono ancora di più e mentre il giovane cominciava a godersi uno skull fuck degno di questo nome, lei, tra conati di vomito e mugolii perversi cominciò a palparsi i seni e a toccarsi la figa.

Alec Dempsey guardava la porzione di viso di Susy che compariva ad intermittenza da sotto alle natiche martellanti del suo amico Toby. C’erano rivoli di bava che scivolavano lenti, come grottesche lacrime al contrario, fino a bagnarle i capelli già sporchi. Guardava la scena con un sorrisetto divertito e il cazzo abbastanza in tiro. La ragazza emetteva suoni gutturali e, a volte, leggermente preoccupanti ma quando Toby faceva per sfilarle il cazzo di bocca e lasciarla respirare lei gli avvinghiava le braccia al culo e se lo spingeva di nuovo dentro.
‘Hahaha!!! Ti piace così tanto quando te lo sbatto in gola Susy?’ Danny rispose per lei.
‘Eccome! Io lo faccio di continuo, non può più farne a meno ormai! Hahaha!!!’ era normale ridere, insomma quella specie d’animale non chiedeva altro di essere trattata in quel modo, perché avrebbero dovuto sentirsi in colpa o altre stronzate simili. Si divertivano con lei e col suo corpo, tutto qui. Danny era un amico strepitoso e questi momenti erano i più eccitanti che avessero mai vissuto finora nella loro breve vita, non c’era molto altro da dire.
Toby non resistette molto di più, con un liberatorio sospiro le venne in gola. Finito l’orgasmo, mosse il bacino lentamente, riprendendo fiato. Poi si alzò in piedi e si voltò verso lui e Dick:
‘Ragazzi, dovete provare! E’ da sballo!’ Alec sorrise ai suoi amici, poi guardò Danny:
‘Beh, non ti dispiace amico, no?’ Danny sorrise:
‘Perché dovrebbe!’ ed Alec si sfilò i boxer:
‘Fico, allora vado io per primo.’ disse rivolto a Dick che annuì sorridendo. Si avvicinò a lei che non si era mossa, respirava a gran fiato con la faccia coperta di bava. Gli sorrise aprendo la bocca tutta contenta ed Alec ridacchiò mentre si accucciava. Guardò Danny un attimo.
‘Dici di non trattenersi, eh?’ si sorrisero, poi Danny mosse un piede e le pestò una tetta, muovendolo, come a palparla volgarmente:
‘Nah, di che hai paura, questa c’ha una gozzo che è un tunnel, non le fai mica male! Ti sfido a soffocarla se ci riesci, haha!! Non aspetta altro, cazzo!’ le risate del gruppo mascherarono il grugnito gutturale dell’animale quando la punta del suo cazzo sorpassò le tonsille.
‘E’ in arrivo un’altra ordinazione di sborra calda per la signorina Lockhart! Hahaha!!’ ridacchiò Alec. Un’altro conato li fece ridere nuovamente.
‘A giudicare dalla fighetta direi che le piace parecchio, amico!’ disse Toby che era seduto proprio di fronte a lui. Allungò un piede e glielo poggiò sulla figa bagnandoselo dei suoi succhi. Lei fece sparire la mano, affidandosi al robusto ‘massaggio’ di colui che si era appena svuotato le palle nel suo stomaco. I ragazzi sapevano che la figa e il culo non erano parte del loro accordo, solo Danny aveva, giustamente, quel diritto, in fondo Susy era la sua ‘ragazza’, però giochetti di questo tipo erano permessi.
‘pum’ pum’ pum” il solo suono di carne che sbatte su altra carne riempiva la stanza mentre il bel biondino la pompava con forza e velocità, ignorando’ o per meglio dire gustandosi, i grugniti che sentiva provenire dal suo basso ventre. La sentiva rigurgitare bava che gli inumidiva l’interno coscia e la rada peluria bionda del pube ma continuava privo di preoccupazioni, proprio come gli era stato suggerito dall’amico e, neanche a dirlo, il piacere di lei era chiaramente visibile agli occhi di tutti. Dopo qualche minuto del suo lavoro di piede, Toby si sentì bagnare dal suo nuovo orgasmo tra le risate generali.

Danny guardò Alec svuotasi i coglioni e darsi il cambio con Dick. Aveva l’uccello duro a forza di osservarli e decise di entrare in azione. Si spogliò e si posizionò in mezzo alle gambe della sua bella. Non le vedeva la faccia, Dick la stava usando come sbattipube, ma non importava, era sua nel profondo e lo sapeva bene, era lui ad avere il guinzaglio in mano e lo teneva stretto, nessuno gliel’avrebbe portata via la sua fogna, la sua succhiacazzo, la sua cagna disinibita. Le toccò la figa bagnata e glielo mise dentro. Gli altri ridacchiarono e fecero qualche battutina. Lui rise mentre li guardava. Erano i suoi amici e la cosa era una fottuta figata totale, cazzo. Susy era la prima a divertirsi, se la spassava almeno quanto loro, quindi era il massimo. Quando cominciò a scoparla lei allungò le mani verso di lui, come a condividere quel momento insieme.

Mezzora dopo’

‘Allora ci vediamo domani a scuola!’ disse Toby mentre si salutavano fuori dalla villetta a schiera.
‘Susy, è sempre un piacere!’ disse Alec sorridendole.
‘Scherzi?’ rispose furbetta ‘Il piacere è mio! Anzi quando lo rifacciamo?’ i ragazzi sorrisero.
‘Ma non ti stanchi mai?’ le chiese ridacchiando Dick.
‘mmmm’ di quelle bestie che avete in mezzo alle gambe? Non potrei mai stancarmi” fece le fusa, leccandosi le labbra in maniera oscena e facendoli ridere nuovamente, tutti gonfi del gran bel complimento ricevuto.
Finiti i saluti, lei e Danny s’incamminarono per la strada, una brezza non troppo fresca accarezzava loro i visi.
‘Ti sei divertita?’ le chiese il rosso. Lei gli si avvinghiò al braccio affettuosa.
‘Da morire!’ era allegra e lui sorrise.
‘Lo sai cosa pensano di te, i ragazzi, vero?’ le chiese poi. Lei ci pensò un istante:
‘mmmm’ che sono una troietta senza alcuna dignità che farebbe di tutto pur di succhiargli l’uccello?’ recitò poi, come fosse una piccola poesia. Lui ridacchiò:
‘Beh, più o meno” anche lei rise.
‘Mi piace così, rende il tutto molto più divertente ed eccitante, hehehe!’ anche lui rise.
‘Hehehe! E’ vero, è proprio divertente guardarli mentre si sfogano su di te” convenne ”e poi ogni volta che mi ringraziano perché gli permetto di usarti” aggiunse col viso tronfio ”beh, non ha prezzo, hehehe!!’ lei contemplò il viso felice del suo amore che la guardò ed aggiunse:
‘A proposito! Mi piace un casino quando ti metti a baciarmi i piedi davanti a loro” lei sorrise:
‘Beh, lo farò molto più spesso, allora” gli disse tenera. Un altro sorriso del suo bel Danny.
‘Brava! E anche la storia delle suppliche quando devi chiedermi qualcosa’ voglio che tu lo faccia sempre di più, è uno spasso, cazzo!’ continuò e lei annuì:
‘Oh, si, piace tanto anche a me! Hehe!’ dopo qualche secondo lui:
‘Lo sai, non avrei mai pensato che al mondo ci fossero delle” pensò alla parola ”tipe come te” evitò di offenderla troppo apertamente. Lei non rispose. Decise che era il momento giusto per confessarsi. Era tutto così romantico:
‘Danny’ io’ credo di amarti” lui si fermò e la guardò fissa per qualche secondo. Non era una di quelle cose che si dicono alla leggera, Susy se ne rendeva conto ma ormai l’aveva detto. Con sollievo, vide il ragazzo sorriderle. Non disse niente, la prese per il mento e la baciò.

Leave a Reply