Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici EteroTrio

Sensazioni di primavera

By 28 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Non mi sono mai considerata una ragazza casa e chiesa, ma non avevo mai avuto il coraggio di spingermi oltre il bacio con un ragazzo pur avendo avuto molte occasioni. La mia immaginazione era fervida, fantasticavo su professori, amici e sconosciuti, ma non avrei mai osato mettere in pratica ciò che immaginavo. L’evento che segnò la mia liberazione da ogni tabù riguardante il sesso accadde quando avevo diciotto anni e gli ormoni a mille. Fino a quel giorno mi divertivo a procurarmi piacere da sola, più che altro in camera mia alla sera prima di dormire.
In classe parlavamo abbastanza liberamente di discorsi riguardanti il sesso e la masturbazione e in particolare mi piaceva parlarne con il mio compagno Davide. Era un ragazzo atletico e carino, magro e muscoloso, non troppo alto. Ci raccontavamo le nostre fantasie più segrete, ma non avevamo mai accennato all’interesse sessuale che provavamo uno per l’altro. In classe ogni tanto aveva allungato le mani, slacciandomi il reggiseno o toccandomi, ma erano gesti brevi e veloci perché aveva paura che gli altri ci vedessero. Senza neanche accorgermi iniziai a pensare a lui non solo mentre mi toccavo ma anche quando mi imbambolavo a fantasticare ad occhi aperti. Immaginare le sue mani farmi godere e stringermi con violenza mi faceva bagnare in una maniera assurda. Non avrei mai immaginato che anche per lui era così.
Un lunedì ci fu assegnata una ricerca di scienze da svolgere a gruppi. Io capitai in coppia con Davide e siccome abitavamo lontani decidemmo di trovarci a casa mia il sabato successivo dato che i miei erano fuori casa. Il fatidico giorno arrivò, aspettato da parte mia con grande ansia perch&egrave speravo sarebbe successo qualcosa tra noi. Arrivammo a casa e dopo aver mangiato ci sedemmo sul divano a chiacchierare. Era una giornata davvero calda. Era solo aprile ma sembrava pieno luglio, il cielo era limpido e non c’era un filo di vento. Decidemmo di andare a fare una passeggiata. C’&egrave un posto dove vado sempre quando sono nervosa o triste per stare un po’ da sola. &egrave una specie di radura tranquilla e isolata, vicino a un fiumiciattolo, a dieci minuti di cammino; decisi di portarlo lì. Mentre camminavamo parlavamo del più e del meno ma il mio pensiero finiva sempre involontariamente (o quasi) alla voglia che avevo di prendere il cazzo del mio amico. Quando finalmente arrivammo ci sedemmo all’ombra cercando sollievo dal caldo. Eravamo vicini e le nostre ginocchia si sfioravano. Davide aveva un insetto in testa così mi allungai per toglierlo e lo sguardo mi cadde sul suo rigonfiamento nei pantaloni. ‘Possibile che sia eccitato?’ mi chiesi. Lui notò i miei sguardi e disse, indovinando i miei pensieri: ‘Scusa, ma cazzo, solo il fatto di averti vicina mi eccita un sacco!’ Rimasi sbalordita da quelle parole, quasi inconsciamente mia avvicinai a lui con la libido alle stelle. Lui mi prese una mano e la portò sul suo pacco. Non provai nemmeno a fermalo pur intuendo cosa voleva, ma iniziai a massaggiarlo sentendolo diventare sempre più duro mentre Davide aveva un’espressione estasiata. Dopo un paio di minuti mi fermò e iniziò a baciarmi il collo. Senza difficoltà mi tolse il reggiseno liberando le mie tette sode. Poi mi sfilò le braghe e la canottiera facendomi rimanere in perizoma. Mi fece sdraiare e iniziò a leccarmi i capezzoli inturgiditi mentre con una mano mi massaggiava la fica già bagnatissima. Faceva movimenti lenti e questo mi faceva impazzire! Volevo godere subito! Iniziai a muovere il bacino per aumentare il ritmo della masturbazione, ma Davide si fermò. ‘Ti prego continua, non ce la faccio più ad aspettare!’ Lui mi guardò e vidi un lampo di divertimento balenare nei suoi occhi. ‘Furbetta, per oggi sei la mia schiava, quindi fai quello che ti dico.’ Si alzò e tirò fuori dai pantaloni una cordicella, mi prese le mani e le legò a un albero. ‘Adesso stai qui tranquilla, torno tra poco.’ E se ne andò. Rimasi lì, mezza nuda e legata a un albero. Iniziai ad avere paura che qualcuno arrivasse e mi trovasse in quelle condizioni. Sentivo l’erba sotto la schiena solleticarmi la pelle e una leggera brezza che mi faceva venire i brividi. Non so se era per il fatto di trovarmi immersa nella natura, completamente allo scoperto, o perché non riuscivo ad immaginare cosa stesse facendo Davide, ma sentivo la mia fica gonfia che premeva di eccitazione e avevo il bisogno impellente di toccarmi per soddisfare i miei desideri.
Ad un tratto il mio caro compagno di classe tornò. E non era da solo.
Con lui c’era un bel ragazzo, biondino, che non avevo mai visto. ‘Cara, lui &egrave Daniele, voleva divertirsi un po’ con noi.’ Poi mi sorrise e si sfilò i boxer rivelando un cazzo non di una grandezza esagerata, ma comunque era bello grosso. Lo portò alla mia bocca e io, affamata com’ero iniziai a leccarglielo. Dopo poco iniziò a indurirsi e Davide muovendo il bacino mi scopò la bocca. Un attimo prima di venire lo tirò fuori e mi riempì il petto di sborra calda. Avrei voluto assaggiarne un po’, ma essendo legata non potevo fare molto per oppormi alle sue scelte. ‘Volevo togliermi questo sfizio, ma adesso tocca a te godere.’ Iniziò a leccarmi il petto raccogliendo il suo sperma con la lingua, poi avvicinò la sua bocca alla mia e mi baciò passandomi il suo seme. Un sapore strano, simile al salato mi si diffuse in bocca. Tornò a leccarmi il collo mentre con una mano mi tormentava i capezzoli. Intanto Daniele si era spogliato rivelando un’erezione parziale e iniziò a segarsi mentre ci guardava. Davide si allontanò da me e mi slegò le mani ordinandomi di masturbarmi. Ebbi un attimo di imbarazzo e sentì le guance arrossarsi, ma poi iniziai a toccarmi con passione. Solitamente iniziavo con un ritmo lento, ma in quel caso ero troppo eccitata per aspettare. Volevo l’orgasmo. Subito. In poco tempo iniziai a gemere e i due ragazzi presero a segarsi a vicenda. Ero al culmine del mio piacere quando mi vennero addosso riempiendomi il viso e la bocca col loro seme. Questo mi fece arrivare a un orgasmo così potente che senza neanche accorgermene squirtai.
Guardai gli altri due non sapendo cosa dire. Davide mi stava fissando, si avvicinò e mi legò nuovamente all’albero. ‘Sei proprio una porca.’
Si rivestirono. Io li guardavo senza capire. Perché legarmi se non avevano più intenzione di giocare con me?
Daniele mi guardò e ridendo disse: ‘Ci vediamo presto furbetta.’ Si presero per mano e se ne andarono senza dirmi altro lasciandomi legata e nuda in mezzo alla radura’

-

Leave a Reply