Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici EteroRacconti sull'Autoerotismo

Sonia: chi perde, paga!

By 3 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Sonia e voglio raccontare quanto mi &egrave accaduto qualche mese fa. Ho 23 anni, sono mora con i capelli corti a caschetto, la pelle chiarissima che contrasta molto con il colore dei capelli e degli occhi. Sono abbastanza magra, alta 1.70 scarso, ho un seno naturale notevole per la mia taglia (quarta misura) e un sedere che non passa inosservato. Lavoro come commessa in un punto vendita di una grande catena di profumerie. Tutto iniziò con una stupida scommessa che accettai di fare con due colleghe. Chi avrebbe perso, avrebbe dovuto passare almeno mezz’ora all’interno di un cinema a luci rossa, vestita in modo molto sexy. Purtroppo non sono mai stata troppo fortunata e la perdente sono stata io. Il giorno prescelto per la penitenza, mi presentai all’ingresso del cinema con le due colleghe molto più divertite di me per ciò che sarebbe dovuto accadere di lì a poco. Avrebbero aspettato fuori per sincerarsi della mia correttezza nell’adempimento dell’impegno preso. Era primavera inoltrata ed ero vestita con un top, senza reggiseno, che scopriva appena la pancia piatta, una minigonna di jeans molto corta senza calze e un paio di scarpe con tacco non eccessivo. L’abbigliamento fu giudicato adatto dalle vincitrici. Ero convinta che, nonostante il look, passare una mezz’ora in quel luogo, non sarebbe stato di certo un problema; avevo torto. Entrai nel locale poco dopo l’inizio del primo spettacolo, pensando che questo stratagemma mi sarebbe stato utile per non farmi notare dagli altri spettatoti. Feci il biglietto ma subito, nella sala di ingresso, mi avvicinò un uomo. Era decisamente molto maturo, per non dire anziano, sicuramente sopra i 60 anni, con pochi capelli bianchi intorno alla grossa pelata, di corporatura normale, curato nell’aspetto e nel vestiario. “Che ci fai qui ?” mi chiese senza preamboli, “Sei una prostituta ?”, rimasi un attimo sorpresa dai suoi modi diretti e dalla domanda. “No. Certo che no. Ho solo perso una stupida scommessa e ora la devo pagare”. Mi guardò in modo severo, scosse leggermente la testa e mi chiese: “Hai idea di dove sei entrata ?” “Certo” risposi io ostentando sicurezza. “Questo non &egrave il club delle giovani cuoche e vestita così non sarà facile per te, non diventare il giocattolo sessuale di diversi spettatori”, fece una piccola pausa e continuò: “a meno che non sia proprio quello che cerchi”. Mi fissava dritto negli occhi, con uno sguardo deciso e severo. Arrossii leggermente cercando di nascondere la mia preoccupazione.”Certo che no” risposi io, quasi offesa. “Questo era un teatro”, continuò senza smettere di fissarmi, “e oltre alla platea e alla galleria, ci sono dei palchetti. Alcuni hanno ancora le porte funzionati e si possono chiudere dall’interno. Vieni!”. Mi prese per un polso e mi guidò all’interno della struttura. Arrivammo davanti ad una porta, entrammo. Mi ritrovai in un palchetto con quattro poltroncine mobili, l’uomo armeggiò alla serratura e chiuse a chiave la porta. Lo sconosciuto si avvicinò e mi fece cenno di sedermi in una delle sedie imbottite, lui ne prese un’altra e si sedette accanto a me. Le luci nella sala erano già spente al momento in cui eravamo entrati nel palchetto e il film era alle scene introduttive. Nel buio riuscii a vedere qualche spettatore sia in galleria che in platea, sembravano non curarsi di me, mentre alcuni armeggiavano in modo inequivocabile con il loro sesso o con quello del vicino di posto, io sembravo al sicuro. In pochissimi minuti la natura della pellicola si rivelò e lo schermo fu riempito da una scena di sesso orale fra una ragazza bionda ed un attore muscoloso. Mentre guardavo curiosa la pellicola sentì una mano poggiarsi sulla mia coscia sinistra e accarezzarla delicatamente. Immediatamente mi voltai, tolsi la mano e dissi stizzita: “Ma che fa ?”, “Hai delle cosce bellissime e una pelle cosi morbida e liscia”. L’uomo guardava rapito le mie gambe nude completamente scoperte e incurante della mia reazione vi ripose sopra la mano continuando ad accarezzarle.”Ma la vuole smettere! Pensavo che fosse una persona per bene!” sbottai togliendo per la seconda volta la mano. La situazione sembrava tornata alla calma quando il personaggio al mio fianco mi sussurrò in un orecchio: “A volte devo prendere il Viagra per scoparmi qualche troia, ma oggi non ne ho proprio bisogno. Guarda cosa mi hai fatto”. Mi voltai allibita e vidi l’uomo che con la massima naturalezza si sgancio la cintura dei pantaloni, che sbottonò ed estrasse il cazzo. Un membro di buone dimensioni durissimo che scappellò lentamente mente lo osservavo e lui mi guardava fisso le cosce. “Ma che diavolo sta facendo ? E’ Impazzito ?” tentai di protestare, sorpresa e turbata dalla intraprendenza dell’uomo, “Lei &egrave un maiale!”. Lui continuava a muovere lentamente la mano sinistra sul suo uccello mentre con la destra riuscì, nonostante il buio, a prendermi il capezzolo sinistro, attraverso la stoffa della corta maglietta, e a stringerlo delicatamente. Mi sorpresi a gradire Il contatto quasi diretto della sua mano con il seno e ciò non mi fece reagire in alcun modo. Questa mia passività, per l’uomo fu di stimolo per osare di più. Tolse la mano dal capezzolo e la riportò immediatamente sulle mie cosce, facendola passare all’interno e arrivando al mio sesso; inspiegabilmente umido. Il piccolo perizoma era l’unico baluardo fra la mia intimità e la mano rapace del porco. In un lampo riuscì ad intrufolare un dito sotto il tessuto del piccolo slip e a passarmelo fra le grandi labbra carnose, sentendole bagnate. Dopo un primo momento di sbandamento riuscii a togliere, ancora una volta, la mano dell’intraprendente vecchio e a sospirare un non troppo convinto “No. Basta. Non si permetta”. L’uomo aveva intuito che non avrei resistito a lungo e perso ogni freno non si fermava più; questa volta la mano la mise dietro la mia nuca e cercando delicatamente di forzarmi verso il suo pene, mi disse: “Dai succhialo! Lo so che non vedi l’ora” opposi una decisa resistenza e con maggior convinzione di prima provai a dire: “Ma &egrave impazzito? Non voglio fare niente di tutto ciò. Lei &egrave un pervertito!”. L’uomo mi guardò negli occhi e mi disse minacciandomi: “Ascoltami bene troietta! Sei venuta in questo posto, vestita da gran maiala ed &egrave solo grazie a me che non hai già una dozzina di cazzi intorno da succhiare. Ora: o scegli il male minore e fai quello che ti chiedo o ti lascio qui sola e vediamo come va a finire. Tanto più, cara porcellina, che muori dalla voglia di cazzo: hai i capezzoli di marmo e la passera tutta fradicia!”. “Ma che dice ?” cercai di ribattere alle sue giuste osservazioni ma la situazione insolita, l’intraprendenza e l’autorità di un uomo così più grande di me, stavano facendo effetto sulle mie difese. “Ah no?” incalzò l’uomo ripiazzandomi una mano in mezzo alle cosce, iniziando a strofinarla sulla fica. Per la prima volta schiusi leggermente le cosce, fino a quel momento rigorosamente serrata, e lui ne approfittò immediatamente per penetrarmi a fondo con un dito. Non opposi resistenza e il vecchio scese velocemente dalla poltroncina e si inginocchiò fra le mie gambe che riuscì ad aprire senza dover usare troppa forza. Mi sfilò con foga il perizoma e si gettò con la faccia sul mio sesso completamente depilato. Inizio a leccarmela furiosamente, masturbandomi con una, due dita. Alzandomi le cosce, non mancò di leccarmi anche il buchino posteriore nel quale ebbe cura di infilare un altro dito. Ormai avevo perso ogni freno inibitore ed ebbi un violento rumoros orgasmo, l’uomo none se ne curò e continuo a torturami per ancora alcuni minuti; poi si alzò. Senza tanti indugi mi mise l’uccello sempre durissimo davanti al viso e prese a strofinarlo sulle labbra chiuse, con la mano destra provò un’altra volta a spingermi la testa dalla nuca, ordinando: “Dai troia, succhiamelo tutto. Forza!”. Non passò neanche un minuto che stavo spompinando con foga, a cosce spalancate, quel maiale, che ansimando rumorosamente mi aveva sollevato completamente il top e mi palpeggiava con entrambe le mani il grosso seno. Fu a quel punto che, abituati gli occhi all’oscurità, mi accorsi che dai palchetti accanto al nostro, alcuni curiosi seguivano la nostra performance segandosi i cazzi. Mi fermai un attimo interdetta ma lui mi disse “Dai continua. Hanno pagato anche loro il biglietto, hanno diritto di divertirsi come stai facendo tu. Succhia, succhia”. Ripresi a spompinare l’uomo. Passai alcuni minuti con la verga del vecchio affondata nella bocca, succhiando avida, poi l’uomo la tolse e mi aiutò ad alzarmi. Mi fece appoggiare alla balaustra del palchetto, in mezzo agli sguardi dei porci che negli spazi accanto al nostro si stavano masturbando guardandoci, ma soprattutto guardandomi. Il vecchio mi mise a pecorina e mi arrotolò la minigonna sui fianchi. Era chiaro che mi voleva chiavare e a me stava bene. Gli chiesi: “Ma hai un preservativo?” e lui sempre più spavaldo: “Certo. Ma non ho nessuna intenzione di usarlo. Voglio sentire per bene il calore della tua passera bollente tutto intorno al mio uccello” e detto questo mi penetrò lentamente ma con decisione. “No, no, no toglilo! Metti il preservativo”, tentai di protestare. ma l’uomo prese a chiavarmi con foga e disse “Non ti preoccupare, tanto non ho intenzione di sborrarti dentro, voglio offrirti da bere” e dicendo questo ridacchiò per la triviale battuta. Nei palchetti attorno la piccola folla di curiosi era aumentata ed io ero lì nuda, con le braccia e la faccia appoggiata al bordo del palco mentre un vecchio porco mi chiavava come una furia e altri sconosciuti si masturbavano guardandomi. Ebbi un altro incredibile orgasmo eccitata dalla situazione perversa; mugolii e gridolini uscivano dalla mia bocca senza più alcun freno. I guardoni mi chiamavano a turno per farmi vedere i loro cazzi durante la masturbazione che terminava con grandi schizzi di sperma; fortunatamente la distanza era tale che non ricevetti neanche una goccia del loro piacere. Al culmine della scopata l’uomo tolse velocemente il cazzo dal mio sesso, facendomi rapidamente voltare, con la chiara intenzione di fare quanto aveva promesso. L’eccitazione era così tanta, però, che il primo schizzo parti quando ancora non mi aveva rimesso l’uccello in bocca e mi colpi il mento colandomi sul seno, poi mi ficco il pene in gola e finì di svuotarsi i coglioni. Non potei far altro che, per la prima volta in vita mia, ingoiare tutto quel seme. L’uomo spossato ma molto soddisfatto rimase qualche momento con il cazzo all’interno della mia bocca, muovendolo lentamente, finché non si fu completamente sgonfiato. Mi rialzai in piedi e cercai di ricompormi mentre i guardoni, dai palchetti intorno al nostro, mi chiamavano chiedendo di soddisfare anche loro, offrendomi i loro cazzi eretti. Ebbi un momento di sconforto e paura e chiesi allo sconosciuto che mi aveva appena scopato, come avrei fatto ad uscire da quella situazione. L’uomo mi rassicurò e mi disse che avrei dovuto seguirlo velocemente fino all’uscita del cinema, senza mai fermarmi o avrei avuto a che fare con diversi uccelli di altri infoiati. Prima di aprire la porta del palchetto l’uomo mi tese un biglietto da visita e mi disse: “Chiamami nei prossimi giorni. Ti voglio chiavare ancora e quel tuo culo meraviglioso non la può passare liscia” “No, io non credo…..” cercai timidamente di protestare ma l’uomo mi prese per mano e si diresse verso la porta chiusa. Fece scattare la serratura e si avviò verso l’uscita. Alcuni uomini ci aspettavano fuori e mentre camminavo veloce e tirata dal mio accompagnatore occasionale, sentii alcune mani che mi palpeggiavano, varie oscenità esclamate al mio passaggio ed anche il contatto di quello che penso fosse un cazzo contro la mia gamba nuda. In un attimo mi ritrovai fuori dal cinema, alla luce del giorno, con le due mie colleghe che ridendo mi aspettavano sul lato opposto della strada. Era passata molto più di mezz’ora…..

Commenti e suggerimenti graditi: alemanosvelta@gmail.com.

Leave a Reply