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SUCCEDERA’?…..FORSE Sì….O FORSE NO…

By 8 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

La storia che narrerò oggi racconta di due ragazzi, due conoscenti con in comune un hobby che forse è stato il loro ostacolo per il raggiungimento del piacere.

Non possiamo certo parlare di amici. No. L’amicizia implica una condivisione e una vicinanza emotiva che in questo caso non c’è e non ci sarà mai. La terminologia giusta è conoscenti intimi. Fra loro solo delle chat notturne di argomenti vari, fra cui logicamente il sesso, e un hobby di gruppo. Nessuno al mondo sapeva delle loro chat e delle loro chiacchiere. In pubblico due completi estranei: a malapena ‘Ciao’.

In questo primo capitolo verrà narrata la storia di come i due si sono conosciuti e di come hanno iniziato a chiacchierare.

Tutto iniziò poco più di un anno fa quando lui entrò a far parte del gruppo hobbistico. Non si erano mai visti prima, ma, fin da subito, lei provò un sintomo di simpatia nei confronti di lui. Il tipico bravo ragazzo: un bel carattere e un aspetto estetico particolare ma non un adone. Alto, biondo con gli occhi chiari. Ben piazzato, ma non grasso. Un fisico da vichingo…un vichingo buono. I suoi occhi mostravano un’anima buona ben visibile. Il viso contornato da una barba biondina ben curata anche se spesso tenuta abbastanza lunga. Un tipo caloroso, perennemente in maglietta a  maniche corte. Un tipo sportivo, sempre con i pantaloni della tuta (cosa che a noi donne piace articolarmente per le sue potenzialità di mettere in risalto determinate zone). Un ragazzo sorridente ma riservato. Lei ne rimase subito incuriosita. Oltretutto l’ ingresso di lui nel gruppo hobbistico portò un salto di qualità che fu apprezzato dall’intera comitiva. Punto a suo favore.

In breve tempo, lui fece amicizia, virtuale sul social, con tutti i componenti della comitiva con cui trascorreva spensierate serate canterine. Fece amicizia con tutti e anche con lei. Non si ricorda esattamente come e perché i due iniziarono a scriversi in chat, mezzo ormai più comune per attaccare discorso. Veniva più facile che farlo personalmente. Iniziarono senza volerlo. Una chiacchiera tira l’altra e poi ti ritrovi a parlare di cose hot. Esperienze passate, desideri, voglie, delusioni e tutto quello che di personale può nascere in una conversazione virtuale fra due che si conoscono a malapena.

A Natale, però, le chiacchiere presero una piega nuova.

Lei, figlia di genitori separati, viveva in casa della madre che durante le feste sarebbe stata fuori città. La mattina di Natale lei gli scrisse per fare i classici auguri che ormai partono in automatico, anche se non si crede e anche se l’unico valore che è rimasto del Natale è quello di mangiare e fare/ricevere regali. Chiacchierando, lei raccontò che dal giorno di Santo Stefano sarebbe stata sola fino ad anno nuovo.

– Prenditi uno spogliarellista che esce dalla torta e trombatelo per tutto il giorno…di lusso….Già che ci sei gli fai fare anche le faccende- rispose lui. Uno dei suoi grandi pregi era appunto la simpatia. Riusciva a strappare sempre una risata.

-Ahahahaha…..bell’idea. – fu la risposta di lei.

Le chiacchiere continuarono, ad una frequenza quasi quotidiana. Un po’ il periodo festivo, un po’ la noia del brutto tempo che faceva fuori, essendo inverno. Si gelava e ad entrambi non piaceva questo clima deprimente…o almeno, non piaceva se implicava giornate solitarie in casa.

-Questo tempo mi abbatte….sono pieno per tutte le mangiate delle feste-

-Io per fortuna non ho mangiato molto, essendo sola, ma il tempo mi uccide. Fuori si gela. In questo momento, infatti, sono nella vasca idromassaggio, sperando di scaldarmi un pò-

-Sei sconcia-

I giorni passano. Ognuno dei due porta avanti la propria vita fra alti e bassi….per lei più bassi che alti. Proprio in quel periodo sentiva la solitudine causata da una lite, avuta con le storiche amiche di una vita. Una lite che ha creato una frattura mai più ricucita. L’umore di lei a capodanno fu tale da passare la serata da sola, a casa, andando a letto a mezzanotte e un minuto. Nonostante ciò, non mancarono i messaggi tipici di auguri.

– Auguroni….buon fine ma soprattutto buon inizio…kiss- gli scrisse lei.

-Grazie cara…Tanti auguri anche a te-

-Fai il bravo stasera- gli scrisse lei facendo seguire uno smile che facesse l’occhiolino per far capire il senso ironico della frase.

-Ahahahah…Mi vedo già cappottato. Tra l’altro, visto questo freddo, credo che andrò a casa prima di quello che penso e mi ci piazzo un bel film di paura-

-Ahahaha…io invece farò scorpacciata di film per tutta la sera-

-Ma non vai fuori ?-

-No…me ne rimango a casa-

-Ma sei sola ???-

-Si…avevo ricevuto inviti che non mi hanno entusiasmato. Il problema è il mio umore-

-Cosa hai fatto ??? Ti do il numero di uno spogliarellista ?-

-Ti ricordi ti ho accennato alla lite con le mie amiche…beh…Ho l’umore non molto festaiolo-

-De ho capito. Se non sei dell’umore ti do il numero di uno spogliarellista e fai fare tutto a lui-

-Scemo…Ahahah-

-Che poi chi tromba a capodanno tromba tutto l’anno…Ah bene de!-

-Davvero….E allora datti da fare-

-Mi sto ingegnando…-

-Bravo. Mi aspetto racconti vittoriosi-

Quella serata fu una delle più tristi della vita di lei. Una sera di festa, in cui l’intero mondo festeggiava e brindava. Una sera di quelle in cui l’orologio non ha fine, una di quelle in cui stai con gente a te cara perché è con loro che vuoi iniziare un nuovo periodo. E invece no. Lei stette da sola, in casa. Alla mezzanotte nessun messaggio e nessuna chiamata, se non quella dei genitori. E Lui? Lei non lo pensò mai quella sera. Erano solo amici e non c’era motivo che lei lo pensasse. Lui era sicuramente fuori a divertirsi con chissà chi.

A mezzanotte e mezzo lei era già nel mondo dei sogni. 

 

La storia che narrerò oggi racconta di due ragazzi, due conoscenti con in comune un hobby che forse &egrave stato il loro ostacolo per il raggiungimento del piacere.

Non possiamo certo parlare di amici. No. L’amicizia implica una condivisione e una vicinanza emotiva che in questo caso non c’&egrave e non ci sarà mai. La terminologia giusta &egrave conoscenti intimi. Fra loro solo delle chat notturne di argomenti vari, fra cui logicamente il sesso, e un hobby di gruppo. Nessuno al mondo sapeva delle loro chat e delle loro chiacchiere. In pubblico due completi estranei: a malapena ‘Ciao’.

In questo secondo capitolo verrà narrata la storia di un primo tentativo di incontro, non a lieto fine.

La notte di capodanno stava giungendo al termine quando lui decise di scriverle.

-Ciao’.sei sveglia? – ‘..erano le quattro del mattino e lui, diversamente da lei, la pensava.

Ma lei dormiva. Era stata una notte triste e solitaria. Una delle più brutte mai vissute. Una di quelle finite presto perché solo il letto e il dormire potevano risolvere l’angoscia di una giornata da superare e cancellare. Lei lesse il messaggio, infatti, solo la mattina al risveglio.

-Buongiorno Ciccino…scusa, dormivo…Ieri sono andata a letto prestissimo….Vedo che hai fatto le ore piccole. Spero tu abbia trascorso una bella serata/nottata –

La conversazione riprese. I due si erano già svegliati dopo la lunga notte e le chiacchiere si riallinearono su dei binari caldi. Lui raccontò come era andata la sua serata di festeggiamenti e lei lesse con piacere. Lui viveva da solo ma, secondo la tradizione familiare, il pranzo del primo dell’anno lo si fa in famiglia. Questo implicava per lui doversi alzare, vestire e dover uscire per raggiungere la casa natale.

-Sono in mutande sotto le coperte al calduccio – scrisse lui.

-Ahahah io pure ma adesso mi alzo, copro le mie nudit’ e faccio colazione – rispose lei con la sua solita ingenuità, di chi non pensa prima di gettare lì le parole.

-Io invece non ho voglia di alzarmi. Sto troppo bene a letto – ribatt&egrave lui con una dose inferiore di ingenuità. Aveva le idee molto chiare su dove voleva portare la conversazione. E forse anche lei si stava allineando.

-Ma a letto da solo…Meglio uscire anche se fa freddo ‘

-Ma chi chiamo per venire a letto a farmi compagnia? ‘

-Una spogliarellista –

-Non risponde – scrisse, aggiungendo alla fine uno smile dal visino triste.

-Anche io sono ancora nel letto….non ho le forze per alzarmi…ci si sta troppo bene ‘

-Anche te a letto da sola ? ‘

-Si – rispose lei in modo secco. Ma poi continuò – Come mai mi avevi scritto e cercato stanotte? ‘

-Per sapere se eri sveglia ‘

-Ma perché lo volevi sapere? –

La conversazione stava giungendo ad un punto di svolta. Lei insisteva con l’intento, forse, di avere conferma di un presentimento, di un desiderio. Voleva sentirselo dire. Voleva non dover rischiare di aver frainteso. La risposta di lui tardò ad apparire sul piccolo schermo del telefono che lei stava usando per chattare. Secondi interminabili che ti fanno entrare in uno stato di confusione totale. Forse lei si era davvero sbagliata. Perché mai lui l’avrebbe voluta cercare per motivi diversi da un semplice saluto? Paranoie mentali che si sviluppano come fiumi in piena nell’arco temporale di un lampo. Un rapporto inversamente proporzionale tipico e molto comune agli esseri umani. Chi non ci si &egrave mai ritrovato? Per fortuna ad un certo punto apparve la scritta ‘Sta scrivendo’.’.

-Ahahahha’.La smettiamo con questa farsa ? Correggimi se sbaglio. &egrave due giorni che tentiamo di farci venire la voglia a vicenda con discorsi sulle trombate. Ora siamo tutti e due soli a letto. O ci veniamo incontro o basta –

Lei si sentì in un modo duplice. Era felice: non aveva frainteso, non si era sbagliata sulla sensazione che le avevano procurato le parole di lui. Era spaventata: lei lo pensava come un amico ma all’improvviso si stava trasformando in qualcosa di diverso dalla tipologia classica che riveste la persona amica. Ma ora era il suo turno di replicare e dall’altra parte lui, forse, stava vivendo quei famosi secondi interminabili.

-Potresti avere ragione….ho percepito la stessa cosa….Non l’avevo programmato ‘

-Quindi’Ci facciamo questa scopata in amicizia o la smettiamo ‘

-Ho voglia, lo ammetto –

Se l’erano detti. Avevano voglia l’uno dell’altra. Non si trattava di chissà quale sentimento. Solo voglia di sesso. Voglia fisica di stare bene e godere. Non restava che accordarsi sul dove e quando.

-Visto che devi uscire…vieni qui ‘

-Temevo – scrisse lui con lo smile triste. Provò a riguadagnare vantaggio aggiungendo – Qui letto matrimoniale a disposizione -. Lui sapeva che lei viveva a casa della madre e che il letto di lei sarebbe stato di quelli piccoli ad una sola piazza. Ma quando si ha voglia di unirsi nel piacere, lo spazio lo si trova in ogni dove e in ogni modo.

-Non vorrai farmi uscire visto che tu già devi…- e lo smile dagli occhini dolci di lei ebbe la meglio. Inoltre, il suo discorso non faceva una piega. Lui effettivamente doveva comunque uscire, a prescindere dal loro incontro, mentre lei non aveva nessun impegno che l’avrebbe portata a dover mettere il naso fuori di casa.

Si accordarono su luogo e orario. La voglia di alzarsi dal letto venne immediatamente. Lui sarebbe passato da casa dei genitori e poi l’avrebbe raggiunta per un pomeriggio caldo sotto le coperte. Lei doveva far colazione, una doccia e poi attendere il suo amante. Per l’occasione, pur dovendo rimanere al chiuso, si era truccata per apparire al meglio. Nulla di pesante: giusto un tocco di matita nera e mascara per dare risalto agli occhi, la parte che lei più apprezzava di se stessa. In casa c’era il riscaldamento acceso e la temperatura permetteva di scoprire il corpo senza troppa difficoltà. Lo avrebbe accolto con una gonna nera corta e una magliettina a manica lunga con lo scollo largo, una di quelle che spesso lasciano scoperta la singola spalla. Avendo lei i capelli molto corti, su un lato completamente rasati, l’effetto ‘spalla scoperta’ aveva sempre un riscontro positivo. Niente altro avrebbe indossato. Era nel suo stile non indossare biancheria intima, soprattutto in estate, e anche con le gonne. Nonostante il freddo esterno, vista la calda temperatura di casa, decise che ne avrebbe approfittato. Sarebbe stato bello sentire le mani fredde di lui sfiorarle la pelle e ancora più bello sarebbe stato vedere l’espressione di lui, quando si fosse reso conto della mancanza della biancheria. Già si sentiva le grandi mani di lui sul corpo. I brividi percorrevano già la sua schiena, al solo pensiero. Lei bassa e piccolina rispetto a lui, alto con le mani grandi. Una coppia tipo ‘il gigante e la bambina’. Per questo motivo non mancarono un paio di decolté nere col tacco. Anche pochi centimetri potevano essere utili. Ormai c’era quasi. L’attesa sembrava infinita e nel frattempo la voglia cresceva.

-Perdonami. Sono passato da casa dei miei ma non mi sento affatto bene. Mi sono misurato la febbre’purtroppo dobbiamo rimandare –

A interrompere le fantasie galoppanti di lei giunse l’odioso e inaspettato suono delle notifiche telefoniche. Non voleva credere a ciò che stava leggendo.

-Non c’&egrave bisogno di inventare scuse se hai cambiato idea. Siamo adulti e vaccinati – fu la sua prima reazione istintiva e furiosa. Si sentì presa in giro. Si stava già arrabbiando con se stessa per aver creduto che un ragazzo potesse essere realmente attratto da lei, quando lui scrisse ancora.

-Sono abbollore’davvero. Mi dispiace. Perdonami.-

Sembrarono parole sincere. Se lui l’aveva cercata anche nel cuore della notte, forse se ora si tirava indietro la ragione era vera. Fu così che lei scrisse qualcosa di meno rabbioso.

-Nessun problema se é la verità’.se davvero stai male mi dispiace tanto e spero ti passi in fretta ‘

-Pensa quanto dispiace a me ‘

-Sicuro? ‘

-&egrave due giorni che ci penso. Non ti dico stanotte… – confessò lui. E lei ritrovò la pace. La rabbia sparì, quella sensazione di essere stata presa in giro si dileguò in un attimo. Realmente lui la voleva. Semplicemente, a volte, le cose belle vanno attese con impazienza.

-Ahahah’Ok’Ci rifaremo ‘

-Te ridi ma io no ‘

-Non rido di te scemo’.anche io ci pensavo –

Continuarono a parlare un po’ in chat. Cercarono di sdrammatizzare il momento di sfortuna che entrambi sentivano di vivere. Lei tirò fuori il suo lato spiritoso, per provare a farlo ridere.

-Lo sai che succede ora? ‘

-No…dimmi…-

-Chi si sente male il primo dell’anno si sente male tutto l’anno…-

-Ahahahha’Ma vai in culo vai’Ahahahah ‘

-E allora non aggiungo altro – e fece il suo solito smile con l’occhiolino.

-Ora io la butto li’.Però se domani sto meglio possiamo “recuperare” ‘

-Certo…appena stai meglio…ma devi essere certo di non avere febbre…sarebbe un casino lavorativamente parlando –

Nonostante fossero conversazioni scritte da un telefono all’altro, nelle parole di lui si percepiva del dispiacere reale e la speranza vera di poter recuperare. Fu una percezione tenera per lei. Una sensazione che la portò a non essere arrabbiata. Gli imprevisti a volte esistono. Sarebbe stato meglio non ci fossero stati ma sapevano entrambi di aver voglia l’uno dell’altra. Questo bastava.
La storia che narrerò oggi racconta di due ragazzi, due conoscenti con in comune un hobby che forse &egrave stato il loro ostacolo per il raggiungimento del piacere.

Non possiamo certo parlare di amici. No. L’amicizia implica una condivisione e una vicinanza emotiva che in questo caso non c’&egrave e non ci sarà mai. La terminologia giusta &egrave conoscenti intimi. Fra loro solo delle chat notturne di argomenti vari, fra cui logicamente il sesso, e un hobby di gruppo. Nessuno al mondo sapeva delle loro chat e delle loro chiacchiere. In pubblico due completi estranei: a malapena ‘Ciao’.

In questo terzo capitolo verrà narrata la storia di un anno di chat, per lo più notturne, che hanno visto un altalena di momenti di vicinanza e di distanza.

I giorni passavano e i contatti iniziarono a venire meno. Giusto qualche messaggio per sapere se l’altro stava bene, ma niente di più. Le vacanze natalizie finirono, il freddo non sembrava dare tregua, il tran tran lavorativo riprese a tempo pieno. Il gruppo canterino era in vacanza fino a metà mese, per cui i due ragazzi non avevano neanche la possibilità di incrociarsi durante le serate.

Lei era una persona indipendente: single da poco, dopo tanti anni di fidanzamento, cercava di tenersi impegnata fra lavoro, amici e passioni varie. E uomini. Non si tirava indietro se le capitava uno che le piaceva. Nulla di coinvolgente sentimentalmente. Nonostante questo, la mente correva spesso a quella possibilità sfumata. Lui, invece, non si faceva più sentire da qualche giorno e i pensieri di lei già si aggrovigliolavano incessantemente. ‘Gli sarà passata la voglia’.avrà conosciuto una e non sarà più interessato a divertirsi’. Ci sono degli aspetti della vita che ci mandano in crisi e, per lei, lui era uno di questi. Ogni giorno cercava di pensarci meno, scacciando le idee lontano. Era riuscita a dimenticare un ex fidanzato dopo 11 anni di fidanzamento, poteva smettere di pensare a uno col quale non c’era stato nulla. Eppure qualcosa complicava la questione. Forse, se si fossero visti e avessero goduto del piacere reciproco, oggi la mente di lei sarebbe stata più leggera e sicuramente più libera. Non si era innamorata, non c’entravano i sentimenti. Si sentiva come un bambino a cui si nega un giocattolo. Così, una mattina, cedette alla voglia di scrivere un messaggio.

-Sicuramente mi sbaglio ma non vorrei che l’essere andati vicini a farsi una “scopata in amicizia” (che poi neanche ci siamo fatti) avesse rovinato un’eventuale amicizia che poteva nascere. Tu non hai più dato segno di vita e va bene, non sono qui a criticare o a pretendere. Dico solo che spero che fra noi continui un buon rapporto fatto di chiacchiere, battute…a prescindere dal letto-

-Tranquilla’Per me non &egrave cambiato nulla. Sono giorni intensi a lavoro. Che poi non &egrave andata solo perché stavo malino, non per altri motivi- scrisse subito lui.

Qualche giorno dopo, ebbero l’occasione di vedersi. La comitiva canterina ebbe un ingaggio prima che le loro serate riprendessero. Il capo gruppo li convocò tutti per questo evento e loro due non mancarono all’appello. Lei non sapeva se lui avrebbe partecipato e così gli mandò un messaggio semplice in chat per chiederglielo. L’indomani mattina trovò risposte di lui su entrambi i canali chat che erano soliti utilizzare per le loro chiacchiere. La risposta era la medesima, ma inviata ad orari diversi e su entrambi i canali. Lei scoppiò a ridere. ‘Aveva paura che io non capissi bene la singola risposta?’ pensò leggendo le due risposte di lui. Quando lei glielo fece notare, lui giustificò il duplice invio con la paura che la prima non fosse arrivata. A volte la tecnologia fa brutti scherzi. Quando si videro si salutarono in un modo nuovo, ma sempre molto contenuto. Lei era felice di vederlo. Non vedeva l’ora. Lui? Sicuramente era impaziente di vederla. Come al solito, però, fra i due non ci fu contatto o parola. L’atteggiamento fu il solito che avevano sempre avuto. Solo alcuni sguardi più presenti. La sera, poi, lui le scrisse:

-E’ stato strano rivedersi dopo quello che abbiamo quasi fatto-

-Si, strano ma molto intrigante. Ammetto che ci penso spesso-

-Anche io, ogni tanto torna in mente anche a me-

Le chat notturne ebbero momenti intensi e momenti meno assidui. I due ragazzi avevano ripreso l’appuntamento settimanale con la comitiva canterina. Personalmente non avevano contatto alcuno. Oltretutto, lui attraversò un periodo difficile per motivi di salute. Nulla di grave ma sicuramente di noioso e di lenta guarigione. Era lei che lo cercava, spesso, per sentire come stava. Era capace di scrivergli a fine serata, prima di addormentarsi, anche se lo aveva visto la sera stessa con il loro gruppo. Una sera, poi, lo salutò così:

-Via’me ne vado a nanna, nuda e sola. Notte- lei era solita dormire nuda anche in inverno. Sfruttava il piumone finlandese che teneva sul letto e il riscaldamento acceso all’orario del risveglio. Inoltre, aveva letto su qualche sito internet che dormire nudi faceva bene all’organismo. Per cui aveva preso questa sana e particolare abitudine e la usava per stuzzicare le fantasie altrui.

-Ma quando scrivi nuda, intendi nuda nuda?- scrisse lui una notte.

-Dopo tutti questi giorni di silenzio come ti &egrave venuto in mente? E cosa hai pensato quando hai avuto la mia risposta affermativa?- le scrisse lei, meravigliata di sentirlo e di leggere proprio una tale domanda.

-Diciamo che &egrave stato intrigante. &egrave stato bello che tu abbia voluto specificare questa cosa. E’ che ci penso-

Fra loro risultava ancora qualcosa di irrisolto e non compiuto. Era una situazione strana quella che si trovavano a vivere. Per il mondo erano due estranei, due persone che facevano parte di una comitiva talmente numerosa che gli permetteva di non avere alcun contatto, neanche per sbaglio. Eppure, la notte, si davano reciprocamente alle confidenze intime e personali. Si scrivevano per ore, finche poi si obbligavano a dover dormire, per evitare anche di scendere in conversazioni che avrebbero reso impossibile addormentarsi. Una sera la stupì inviando una foto di lui nel letto con un rigonfiamento negli slip. Lei non se l’aspettava. Già in passato aveva avuto rapporti di chat con scambi fotografici audaci. Ma non con lui. Più la guardava e più fantasticava. Quel rigonfiamento di quel membro, non alla sua massima erezione, mostrava già dimensioni di tutto rispetto. In linea con la stazza di lui. Inoltre lo slip era nero e lei amava l’uomo con lo slip nero. Lo trovava sexy ed eccitante. La situazione diventò esilarante. Si scrivevano che dovevano dormire ma poi lui inviava o chiedeva la foto della buonanotte. Ogni volta erano grasse risate. E sistematicamente prima di dormire o all’immediato risveglio, ognuno dei due si masturbava per togliersi di dosso la voglia nata ma abbandonata in chat.

-Siamo assurdi’.&egrave inutile che ognuno faccia da se, se in due &egrave più bello- scrisse lei una mattina. La masturbazione &egrave una pratica sana e piacevole ma non sarà mai appagante quanto un rapporto a due. In mancanza dell’altro si può fare ma lei voleva provare a ‘recuperare’ con lui.

-Ahahaha &egrave vero- rispose lui -Vabb&egrave, se vuoi ci vediamo in settimana-

Dopo mesi dalla prima volta sfumata, si stavano accordando nuovamente per vedersi. Ovviamente avrebbero dovuto cercare la sera giusta. Non erano più le vacanze di natale e nel tran tran c’era il lavoro, le serate canterine e altri impegni che ciascuno portava avanti. L’importante era l’intenzione. Volevano vedersi e si sarebbero visti.

Trascorsero giorni di silenzio. Sapevano che avrebbero dovuto organizzarsi per la giusta serata. Ma la sorpresa la fece lui a lei, in un dopocena casalingo, con l’invio di un messaggio. Aveva rivisto la ex fidanzata e per correttezza voleva avvisarla che non se la sarebbe sentita di continuare questo giochino con lei. Non sarebbe riuscito a stare con il corpo da una parte ma la mente da un’altra. Parlò di possibilità che voleva ridare a questa ex fidanzata, nonostante non credesse nella ‘pasta riscaldata’. Parlò di momenti: ”a volte ci vorrebbe anche un po’ di fortuna nell’azzeccare il momento giusto e io non ho mai avuto fortuna in questo’.’. Fra loro non c’era stato nulla e lei non pretendeva nulla. Le fece piacere il messaggio di lui, gesto corretto e gentile che non tutti i ragazzi di oggi avrebbero fatto. Nonostante ciò, si sentì beffata dal destino. Ancora una volta tutto sfumava. Quando tutto sembrava giocare a loro favore, nasceva l’imprevisto. Questo evento segnò la parola fine alle loro nottate chiacchierone. Lei smise di scrivergli e per un po’ il telefono non emise più suoni di notifica. Ma il destino fu bislacco, in una sera di un mese dopo. Lei già dormiva quando il telefono si illuminò e suonò. Purtroppo o per fortuna, lei aveva l’abitudine di dormire col telefono acceso. Lo teneva sulla mensola sopra il letto, a portata di orecchio. I suoi occhi socchiusi si spalancarono quando videro il nome di lui sul canale chat. Era strano leggerlo di nuovo, dopo l’ultima volta.

-skàòjsfigowbe-

-Ciao’.-

-Scusa, il telefono &egrave impazzito. Lo avevo nel marsupio ma si &egrave sbloccato e ha mandato una marea di messaggi a caso, ad un sacco di persone-

Lei rimase perplessa. La giustificazione pareva molto una scusa, oltretutto, poco verosimile. Come fa un telefono tecnologico a sbloccarsi da solo e a mandare messaggi automatici, guarda caso a tutti fra cui lei? &egrave vero che la tecnologia a volte si inceppa, si blocca e fa scherzi. Ma non così. Lei faceva davvero fatica a crederci. Nonostante questo, decise di approfittarne per riallacciare con lui. Inizialmente furono bravi a parlare di convenevoli fra cui come stai, cosa fai di bello ultimamente. Ma alla fine il discorso scivolò. Lei gli chiese della famosa ex fidanzata e lui confermò che era ancora ex fidanzata. Si erano visti un paio di volte ma era tutto finito di nuovo. In compenso lui le raccontò una novità. In seguito al periodo in cui si sentiva male, gli era capitato di incontrare ragazze con le quali non avrebbe potuto fare sesso avendo un rapporto completo. Così dovette ripiegare sul sesso orale. Lui scoprì quanto gli piacesse sia riceverlo sia praticarlo. Ne parlarono così tanto che, fra una chiacchiera e l’altra, nacque il ‘servizio lingua a domicilio’. Lei lo incoraggiava. Non era facile, anzi era impossibile, trovare un uomo che leccasse una donna fra le gambe. O gli uomini erano diventati tutti schizzinosi o lei aveva avuto particolare sfortuna.

-Se apri partita iva diventi ricco-

-Potrebbe essere un’idea da quanto mi piace-

Ne parlarono tanto e in varie occasioni, visto che le chiacchiere erano ricominciate. Lui raccontò quanto gli piacesse leccare le donne fra le gambe: ‘Tu forse non te ne rendi conto, ma siete caldissime lì e la cosa mi eccita tantissimo’. Gli raccontò anche che aveva imparato a far star bene le donne guardando filmini lesbo in rete. Anche lei era solita visionare materiale pornografico on line. Così, a volte, capitava che si scambiassero anche dei link di video meritevoli. Ad entrambi piacevano tanto quelli in cui il sesso era libero: i due corpi uniti fino alla fine senza barriere contraccettive. Vedere lui che finisce dentro di lei eccitava entrambi in un modo pazzesco. Ne parlarono tanto, si raccontarono ancora esperienze passate, pratiche sessuali attuate e momenti di preoccupazioni derivate. Così tutto ricominciò: le notti si eccitavano parlando e poi ognuno poneva rimedio per conto proprio, prima di dormire o la mattina seguente.

Da quando lei seppe che lui amava leccare la fica alle donne, iniziò a desiderarlo come non mai. Se c’era una cosa che la faceva letteralmente impazzire era proprio essere leccata. Il suo ex fidanzato lo faceva e ogni volta lei diventava un lago. Ogni volta era un orgasmo fortissimo. Da quando era single non aveva mai più trovato nessuno disposto a mettere la sua faccia fra le sue gambe. Aveva sempre incontrato uomini egoisti che non davano ma prendevano. Lei, donna anomala per la media delle ragazze, aveva sempre praticato tutto volentieri. Ma la mancanza di reciprocità la faceva arrabbiare. Eppure si prendeva anche particolare cura di ogni sua parte del corpo. Niente era lasciato allo stato selvaggio’termine che lui usò una sera per indicare quelle a cui la leccava con meno voglia.

Durante l’estate lui ebbe, più volte, la possibilità di mettere in pratica il suo ‘servizio lingua a domicilio’. Ogni volta era un racconto nuovo. Lui le raccontava tutto perché ormai lei ne era a conoscenza. Fra loro la chiacchiera veniva bene. Lei incoraggiava e approvava. Peccato fosse l’unica che però non ne usufruiva. Se la lingua di lui fosse stata lunga in proporzione a come era grosso lui, in proporzione a come appariva grosso il suo membro sotto gli slip. Se tale fosse stata, la donna di turno avrebbe goduto ben bene del servizio che lui le avrebbe fatto. E ogni volta che lei ci pensava si eccitava. A volte si toccava pensando a lui, senza nasconderglielo. Lei avrebbe pagato per averlo fra le sue gambe. Avrebbe urlato il suo piacere fin da subito, fin dal momento in cui la bocca di lui avesse anche solo sfiorato le sue grandi labbra. Forse, anche da prima. Lei era convinta che a letto si sarebbero divertiti insieme. I loro gusti sessuali erano molto simili. Amavano godere, amavano stare bene e provare piacere. Erano entrambi single e liberi di fare ciò che volevano. Per lei non c’era motivo per non vedersi. Lui, invece, era sempre stato un po’ reticente, sopratutto nell’ultimo periodo.

-Voglio farlo stando tranquillo che nessuno lo venga mai a sapere e voglio essere chiaro che sarebbe solo piacere fisico senza nessun coinvolgimento-

-Se venisse fuori sarebbe un guaio anche per me. Il fatto che sia solo sesso non va neanche più detto. Lo sappiamo. Rilassati-

Una sera avvenne la magia. Lui cedette a tutte le reticenze solite.

-Ti fidi che nessuno saprà mai nulla?-

-Mi devo fidare?-

-Non voglio una domanda, ma una risposta-

-Ok-

-Si o no?-

-Si-

Fu così che una notte, dopo infinite chiacchiere, i due decisero che finalmente lei avrebbe potuto usufruire di tutti i servizi piacevoli che lui le avrebbe potuto donare. E lei non lo disse, ma voleva donare a lui tutto il piacere che era in grado di dare. Quella notte lei si addormentò col sorriso. Al bambino era stato promesso di comprare il giocattolo nuovo. Si sarebbero divertiti, sarebbero stati bene e avrebbero goduto tutta la sera nel modo che loro sapevano essere il preferito. Due giorni dopo, lei sarebbe andata a casa di lui dopo cena. L’appuntamento era stato fissato.
La storia che narrerò oggi racconta di due ragazzi, due conoscenti con in comune un hobby che forse &egrave stato il loro ostacolo per il raggiungimento del piacere.

Non possiamo certo parlare di amici. No. L’amicizia implica una condivisione e una vicinanza emotiva che in questo caso non c’&egrave e non ci sarà mai. La terminologia giusta &egrave conoscenti intimi. Fra loro solo delle chat notturne di argomenti vari, fra cui logicamente il sesso, e un hobby di gruppo. Nessuno al mondo sapeva delle loro chat e delle loro chiacchiere. In pubblico due completi estranei: a malapena ‘Ciao’.

In questo quarto capitolo verrà narrata la storia del grande incontro.

L’appuntamento era stato fissato. Quella sera lei lo avrebbe raggiunto a casa sua per le 21.30. Ancora non ci credeva. Il grande momento era arrivato. Già dalla mattina, tutta la giornata iniziò a ruotare intorno all’incontro serale. Tutte le cose che aveva da fare non avevano più alcun significato, perché la concentrazione era al dopo cena. La felicità di sapere che ti aspetta un momento di intenso piacere. La felicità di sapere che lo condividerai con una persona per la quale provi attrazione e con la quale c’&egrave un desiderio acceso ormai da quasi un anno. Lei provava già un brivido. La mattina trascorse, impegnata in mille cose. Il pomeriggio se lo prese comodo. Era sola a casa e ne avrebbe approfittato per prepararsi. La musica suonava a tutto volume fra le pareti di casa. Un paio di candele profumate riempivano l’aria di dolci fragranze.

Aveva riflettuto molto su ‘depilazione completa come piace a lui o no’. Fra le varie chiacchiere, era stato espresso molto chiaramente quello che era il gusto personale in materia di corpo depilato. A lei piaceva l’uomo che si curava e che accorciava la peluria in qualsiasi zona ce ne fosse bisogno. Sia per un fatto estetico sia per un fatto pratico. Lui si allineava completamente a questo pensiero. Amava fare il servizio lingua, ma quando si trovava davanti una situazione selvaggia l’eccitazione diminuiva. Ecco che lei decise per la depilazione totale. Lo scopo della serata era quello di godere a pieno. Voleva che lui la leccasse tutta facendola urlare dal piacere. Nulla doveva distogliere o rovinare il momento. Lei era già abituata a tenere in ordine le sue parti intime. Da quando frequentava le spiagge naturiste, in estate, aveva iniziato a depilarsi il più possibile. Ma mai aveva fatto una depilazione completa. Decise che per lui ne valeva la pena, per quello che lui le avrebbe fatto provare, per quello che tanto desiderava.

Ci fu un po’ di imbarazzo quando lei apparve davanti alla porta di lui. Era la prima volta che si vedevano fuori dalle serate canterine ed era la prima volta che si vedevano da soli, senza la compagnia di altre persone. Lui era, per lei, bello e attraente: maglietta nera a mezze maniche, pantaloni neri del training e calzini neri. Nulla di elegante, anzi molto semplice ma molto in linea con lo spirito di lui. Lo aveva già rivisto in veste sportiva. Nonostante la semplicità, lei si sentì eccitata solo vedendolo. Le sue braccia bianche, grosse e forti spiccavano e lei già le sognava intorno a se. La cosa più eccitante: la sua barba incolta. L’avrebbe fatta godere di lì a breve. Dopo qualche convenevole per rompere il ghiaccio, si sedettero sul divano. La tv era accesa ma nessuno dette troppa importanza al programma trasmesso. Erano seduti uno di fianco all’altro. Fu lei a interrompere un assordante silenzio che si era creato fra loro. ‘Che bella casa!’. Lei sapeva che quella era la casa della nonna mancata. Lui le aveva raccontato tutto già prima che ci si trasferisse. Si guardarono, i loro occhi non si mossero. Lui pareva impietrito. Timidezza, eccitazione. Non riusciva a muovere un dito. Le mani di lei si mossero, fino ad abbracciarlo intorno al collo. Le loro bocche erano molto vicine, sentivano i loro respiri. ‘Ho voglia di te’ sussurrò lei. Finalmente le loro labbra si unirono. La voglia stava esplodendo. Le loro lingue si cercarono, si unirono in un vorticoso movimento, quasi a togliere il fiato. Le loro mani seguirono. Lui la cinse lungo il corpo, tirandola a se. Le sue mani erano così grandi che quasi la circondavano tutta. Erano grosse, forti e vogliose. Si sentiva da come la stringevano, anche se con una delicatezza che solo un uomo dalla U maiuscola sa usare. Lei portò le mani fra i capelli biondi di lui. Erano lisci, corti e morbidi. Adorava sentirli così fra le sue dita. Si sentiva già un lago di piacere. Un brivido, anzi mille, le correvano lungo tutta la schiena. Dovettero staccarsi per riprendere fiato e in quel momento si guardarono dritti negli occhi. ‘Portami a letto’. Non ci furono altre parole da aggiungere. I due si presero per mano e lui la portò nella camera da letto. Sulla porta della stanza si fermarono. Lei senza timore entrò, fece il giro del letto piano piano. Poi vi salì sopra sdraiandosi su un fianco in direzione di lui. Era il suo letto, lo stesso che aveva visto nelle foto notturne che lui a volte le aveva mandato. Lo stesso armadio davanti. Era una bella sensazione. Lui si adagiò accanto a lei, di fronte a lei. Ripresero a baciarsi. Sentivano la voglia reciproca: baci lenti e profondi, fiato corto e mani che iniziavano a scendere. L’imbarazzo ormai era acqua passata. Le mani già correvano in posti più caldi. Quelle di lui raggiunsero il seno. Appena lui lo sfiorò lei emise un sussulto di piacere. Il maglione che lei indossava era fine e permetteva di percepire bene il suo tatto. Lui lo strinse mordendosi un labbro. Lei lo interruppe per sfilarsi la maglia. Lui la osservò spogliarsi. Appena la pelle nuda gli apparve davanti si fiondò sui seni. Li liberò dal reggiseno, abbassandolo, e li baciò, li leccò, li strinse mentre lei già gemeva. Mentre era già in trans. Lui la baciava ovunque, dal collo al seno che nel frattempo si era indurito con i capezzoli ritti svettanti verso l’alto. Lei gli sfiorò le braccia nude: le stringeva e le tastava. Lui scese giù fino alla gamba. Lei, nel frattempo, gli sfilò la maglietta. Apparve il petto: la tartaruga se c’era poteva solo essere rovesciata. Petto e addome erano abbondanti, morbidi, bianchi, ricoperti di pochissima peluria bionda ma molto, molto attraenti. Per goderseli meglio lei lo spinse via da se così da cambiare posizione e costringerlo a stare sdraiato per guardarlo, studiarlo, godere della vista. Lo sfiorò, gli toccò il centro del petto con la mano piena. Scese giù piano piano, guardandolo negli occhi. Le si avvicinò’un bacio furtivo per poi scendere al collo. La sua bocca e la sua lingua vi si fermarono alcuni secondi mentre lui reclinava la testa per darle più spazio. Le mani di lei stringevano il petto, toccavano i capezzoli dove poco dopo arrivò la bocca. Con la lingua ci girò intorno. Con i denti li mordicchiò delicatamente. Li baciò e li succhiò. Prima uno e poi l’altro. Lui era perso, steso sul letto con la testa reclinata e gli occhi chiusi. Lei scese ancora con le mani e con la bocca. La morbidezza del suo addome le piaceva. Lui non era il classico ragazzo fisicato. Era uno che andava in palestra ma vista la sua stazza non aveva comunque un fisico filiforme. A lei piaceva proprio per questo. Lo mordicchiò, lo baciò ma all’improvviso affondò il suo viso sul suo addome.

-Prrrrrrrrrrrrrrrrr- e scoppiarono a ridere

-Daiiiiiiii- e istintivamente lui fece per alzarsi e girarsi, riprendendo il controllo della situazione. Ma lei lo impedì.

-Rimani dove sei!-

Le mani di lei corsero all’elastico di pantaloni e slip. Con un sol gesto abbassò tutto e con l’aiuto di lui li tolse definitivamente. Improvvisamente la sua voglia era visibile agli occhi, nella sua grandezza e nella sua durezza. La peluria bionda era cortissima, ben tagliata come lui le aveva raccontato essere solito fare. Dovette trattenersi dal toccare, baciare e succhiare quel cazzo che già così appariva di dimensione non indifferente. Quando si sentì nudo, lui cerco di opporre un po’ di resistenza, visto che lei invece era ancora in parte vestita. Ma lei la ebbe vinta ancora una volta, salendogli a cavalcioni. Quando la fica di lei andò a strusciarsi contro il membro di lui, i suoi occhi si spalancarono.

-Ma tu non indossi’.-

Lui si tirò su sedendosi. La strinse a se e si baciarono, mentre i loro organi sessuali continuavano uno sfregamento alternato. A volte più lieve e a volte più audace. Le mani di lui scesero. Risalirono le gambe: da prima sopra le calze, salirono su fino a sentire la balza in pizzo per poi terminare sulla carne scoperta. Non si fermarono ma proseguirono fino al culo di lei. Ogni mano ne stringeva una metà e così facendo aiutavano quel movimento di sfregamento che ancora stava andando avanti, accompagnato già da gemiti di piacere. Lei era già un lago fra le gambe. La verga di lui era così grossa che già nello sfregamento la riempiva e le dava una sensazione fortissima che la eccitava fino a farle perdere la cognizione. Le mani di lui che le stringevano il culo. Tutto ciò le toglieva ogni forza per opporsi quando lui la prese di peso, la girò e la rimise sdraiata sul letto. Le tolse tutto ciò che le era rimasto addosso. Tutto ciò che rimaneva era la corta gonna nera che ormai era arrotolata in vita. Rimase nuda con solo le autoreggenti nere. Lui si piazzò sopra di lei, standole in mezzo alle gambe. Iniziò baciandola sul collo. Lei emise subito un gemito forte e un brivido la scosse. Scese ancora: con le mani strinse i seni che iniziò a baciare, a succhiare, a leccare con la foga che solo un uomo eccitato sa. Lei era inerme, sdraiata ad occhi chiusi, mentre lui le faceva provare piacere in ogni centimetro di pelle. Scese ancora’si stava avvicinando sempre più lì. Ad un certo punto si guardarono in silenzio. Lui le spalancò le gambe con le mani.

-Vedo che ti sei depilata’.brava-

-Solo per te-

-Ti farò sentire quanto apprezzo- e così facendo avvicinò due dita e con esse cominciò a stuzzicare il clitoride. Lei era appoggiata sugli avambracci ad osservarlo. Lui avvicinò il viso e iniziò a soffiarci sopra. Lei si sentì avvolgere da un calore improvviso che le fece emettere un gemito che diventò un vero e proprio urlo di piacere appena il soffiò fu sostituito dalla lingua.

-AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH’..- e urlando ciò, tornò a sdraiarsi completamente.

La bocca di lui si fece gigante e la sua lingua la fece godere come non le capitava ormai da anni. La sua lingua sembrò lunga, morbida, delicata eppure così decisa. Lei non capiva più nulla. Era completamente nelle sue mani. Adesso lui le avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. Sentiva solo il piacere, il calore e i suoni che emetteva sotto ad ogni singolo movimento di lui. Con le mani la teneva affinch&egrave non si muovesse. Con la lingua andava su e giù dal clitoride fino al buco nel quale entrava e usciva. Le mani di lei gli tenevano la testa, quasi sentiva le unghie affondare sulla cute.

-Ooooooohhhhhh’.mi fai impazzire’.non fermarti- erano le sole parole che riusciva a dire.

Il contatto con la bocca e con la lingua di lui erano da togliere il fiato, ma anche la barba aiutava tanto nel raggiungimento del piacere. Il clitoride, le grandi labbra’.erano tutte molto sensibili a quella barba bionda che circondava il viso di lui, adesso affondato e trattenuto fra le sue gambe.

-Voglio il tuo cazzo’lo voglio ora’-

Lui non le fece ripetere parola, si staccò da lei per tirarsi su, come ad entrarle dentro. Ma lei:

-No sciocchino’.non ancora. Io voglio il tuo cazzo da succhiare mentre continui a leccarmi la fica-

In un secondo erano in uno splendido 69 che vedeva le bocche impegnate rispettivamente con una fica bollente e bagnatissima e un cazzo gigante e duro come il marmo. La differenza di altezza fra i due creò inizialmente qualche problemino di assestamento. Ma la voglia e l’eccitazione era così tanta che trovarono il modo di godersela. Si misero sul fianco, un po’ chiusi a uovo. Questo permetteva ad entrambi di lavorare ben bene di bocca. Lui riaffondò la lingua sulla fica di lei, prendendola per il culo con le sue mani grosse. Lei si riempì la bocca con la verga gigante di lui, iniziando subito un bel movimento avanti e dietro, sentendo la sua pelle coprire e scoprire la cappella. Lo teneva anche con la mano così da poterne leccare solo la cima, picchiettare la cappella con la punta della lingua, prima di farlo riaffondare nella bocca. Non le entrava tutto. Era troppo per lei. Ma quel che entrava lo succhiava e lo leccava con avidità. Più lui la leccava e più lei lo succhiava. Iniziò così un 69 ballerino: lei che si muoveva sul viso di lui presa dall’eccitazione; lui che faceva movimenti avanti e indietro per entrare sempre più dentro la sua bocca. Entrambi leccavano, succhiavano e gemevano.

-Se continui vengo- riuscì a dire lui

-Allora continuo- rispose lei

E pochi secondi dopo ci fu un gemito all’unisono. Le rispettive bocche si erano riempite di seme e umori da orgasmo. Un piacere raggiunto nello stesso momento e che fu assaporato fino in fondo, gustato e ingoiato. La lingua di lui sentì i muscoli vaginali stringersi e rilassarsi in maniera tipica di chi ha raggiunto l’orgasmo. La bocca di lei fu inondata, per la prima volta nella vita, di sperma denso e caldo. Era strano per lei. Fu un’esperienza migliore di come se lo era sempre immaginato. Erano fradici di sudore, stremati ma ancora vogliosi.

-Hai detto che recuperi in fretta’.giusto?-

-Perché’.non sei sazia?-

-Perché tu sei sazio?’.- e si misero a ridere

Erano ancora nell’aria le sue ultime parole quando lui sentì la bocca di lei riavvicinarsi al suo membro. Lei se lo rimise in bocca ma questa volta con ritmi più lenti che gli riaccendessero la voglia. Da prima lo pulì dallo sperma precedente. Fu una cosa che lui apprezzò molto. Si stese e si rilassò mentre lei lavorava. Una volta pulito tutto, lei ricominciò a fare movimenti poco più audaci. Su e giù lungo la lunga asta. Movimenti lenti fino quasi a farlo uscire dalla bocca e subito dopo movimenti veloci per riaffondarlo dentro il più possibile. Lui gemette e lei con le mani gli prese le mani e se le portò sulla testa. Voleva sentirlo godere, voleva che la sua eccitazione fosse percepita anche dalla sua presenza su di lei. Voleva che lui godesse nell’avere un minimo di controllo su di lei. Così facendo, così giocando, il suo cazzo tornò in tiro in pochissimi minuti. Duro, ritto e pronto per affondare in lei. Si rimise a cavalcioni su di lui ma questa volta se lo infilò dentro. Se lo posizionò esattamente davanti all’entrata della sua fica e piano piano scivolò giù lungo la sua asta.

-Aaaaaahhhhhh’.-

Non era stato messo il preservativo. Ne erano entrambi consapevoli. Ne avevano parlato durante le loro chat notturne e a tutti e due sarebbe piaciuto farlo senza, anche se sapevano che non sarebbe stato possibile terminare in quel modo. Così decisero che quando fosse capitato, l’avrebbero fatto senza solo per poco, all’inizio, per poi indossare il preservativo.

Inizialmente non lo fece entrare tutto dentro, i movimenti erano lenti poiché sentiva di doversi abituare alle grosse dimensioni del cazzo di lui. Lui fu un gentiluomo e non forzò la situazione. A malapena la sfiorava. Si era tirato su mettendosi sugli avanbracci così da poterla guardare mentre piano piano saliva e scendeva lungo il suo cazzo. Lei che le stava sopra, poggiava le sue mani sulle larghe spalle di lui. I loro sguardi si incrociavano raramente e sempre meno man mano che il movimento di lei si faceva più veloce. Lei si stava abituando alle dimensioni di lui e con grande maestria riusciva ad accoglierlo sempre più dentro di se. Ansimavano, godevano, si sentivano uniti in un piacere fisico molto forte. Ad un certo punto, quando lei lo sentì tutto dentro, i loro sguardi si cercarono. Erano eccitati. Si baciarono intensamente con le lingue che ballavano, le mani di lui finalmente si spalmarono sul corpo di lei. La toccavano tutta mentre lei aveva ripreso a muoversi con un ritmo veloce, lungo il suo cazzo sempre più duro e grosso che la riempiva tutta. Lui le strinse le gambe, poi salì sul culo, poi ancora più su, al punto vita, stringendo il quale dette un po’ di ritmo ai movimenti di lei. Lei teneva le mani fra i capelli di lui. Andarono avanti per minuti interminabili in un piacere percepibile sia fisicamente sia ad orecchio. Ansimavano e godevano.

-Devo mettermi il preservativo-

Lei quasi lo aveva dimenticato, tanto era il piacere che stavano provando. Fu un attimo. I due si staccarono, lei scese da stargli sopra così da permettere a lui di allungarsi verso il comodino dove c’era già un preservativo pronto da usare. &egrave sempre un momento critico quello in cui si spezza l’idillio amoroso. Ma lui fu formidabile perché fu veloce e bravo a ricreare l’atmosfera. Appena lo indossò si girò nuovamente verso di lei, la baciò stringendole il seno con le sue grandi mani e poi le disse:

-Girati, ti prendo da dietro-

Gli occhi di lei si illuminarono, lei adorava essere presa da dietro. Amava questa posizione sessuale che la faceva sentire posseduta dall’uomo di turno. Con alcuni riusciva a trasformare il momento in un rito anche selvaggio in cui si scatena il lato animale della coppia. Ma non era lui l’uomo con cui attuare questa pratica. Sapeva che lui non avrebbe mai fatto certe cose. Fu bellissimo ugualmente sentirlo entrare dentro di lei, tutto e subito. Ormai la sua fica si era ben adattata alle dimensioni del grosso membro. Lui lo spingeva tutto, ad un ritmo ben sostenuto. Stavano raggiungendo il culmine. Le palle di lui che sbattevano letteralmente contro il corpo di lei ripiegato in avanti. Prostrata completamente a tutta la forza che lui avrebbe messo per raggiungere il piacere. Lui che spingeva da dietro: inizialmente stando in ginocchio ritto dietro a lei con le mani lungo i fianchi femminili che rimbalzavano sotto ogni colpo; in seguito stando in ginocchio dietro di lei ma allungandosi per toccarle il seno e il clitoride. Lei urlò letteralmente quando le sue grosse mani la toccarono. Questa seconda posizione le permetteva di sentirlo nudo e sudato sopra di lei, alle sue spalle, mentre nell’orecchio lo sentiva ansimare fortissimo. Con una mano lei gli prese la testa, lo voleva lì vicino a se.

-Ci sono quasi-

-Lasciati andare rimanendo dentro’.ti prego-

Continuarono a muoversi per un po’, stretti l’uno all’altra, con gemiti e fiati sempre più corti. Gli occhi chiusi persi nel paradiso del piacere, le mani di lui sempre più forti e veloci sul corpo di lei mentre la faceva impazzire dal godimento.

-Scopami dai’.vienimi dentro’.ti voglio-

DRIN DRIN !!!

Non era un campanello che avvertiva l’arrivo dell’orgasmo, bensì una suoneria telefonica di una maledetta notifica di chat. La suoneria la riportò alla realtà: aprì gli occhi e un po’ spaesata e ansimante, si rese conto di essere seduta sul bidet pieno di acqua calda e sapone, a casa propria, con la propria mano che ancora si sfiorava proprio lì, sulla carne delicata e depilata completamente.

-Ti chiedo scusa ma non potrà accadere. Questi giochi mi riescono solo quando lo faccio con donne con le quali non mi rivedrò mai e con le quali non ho niente da condividere. Il problema &egrave mio e non tuo. Non riuscirei a darti quello che vuoi e non riuscirei a farti ciò che voglio.-

Lei non ci credeva: un attimo prima era nella morsa del piacere fra le braccia forti di lui mentre un attimo dopo tutto il sogno spariva e si volatilizzava con un messaggio in chat. Vani furono i tentativi di lei di scrivergli parole che fossero convincenti affinché cambiasse idea. Lei se lo era sognato, lo aveva immaginato così nitido da renderlo quasi reale. Mentre adesso si ritrovava ancora una volta, l’ultima, a sentirsi rifiutata in nome di una condivisione che c’&egrave solo sulla carta visto che davanti al mondo non li unisce neanche un ‘Ciao’.

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