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Tango!

By 26 Febbraio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo aver incassato la rata da Andreina, decisi di farmi la doccia nella casa dei balocchi, sistemai la stanza e, mi accesi una spacca polmoni mentre sorseggiavo il solito vesper, quando un clacson inconfondibile per il motivo suonato mi rovinò il relax post orgasmico, guardai fuori aprendo le imposte del balcone e mi giunse all’orecchio la voce angelica di ma frati Totò:
‘ Scinni cugliuni che dobbiamo andare a Terranova, ma no ora! Prima! Sbrigati che già siamo in ritardo.
Pur non sapendo che cazzo voleva lo assecondai, con lui o si andava a mangiare e bere o soprattutto a trovare qualche gruppo di zoccole.
‘ Ma frati Totò ma a Terranova a fare cosa?
‘ C’&egrave un saggio di danza caraibica della scuola di ballo dove và mio figlioccio Lucio.
‘ Ballo caraibico? Lucio? Ma cosa hai bevuto un liquore di finocchi scaduto?
‘ Sei un coglione antiquato! Questi balli sono molto erotici, stretti e ci sfiora ci si tocca, peggio del tango, come, proprio tu che sei pazzo per il futebol baillato degli argentini e tutte quelle minchiate, e poi c’&egrave cchiu pilu ppi tutti.
‘ Si immagino, casalinghe represse e cozze con tutto lo scoglio ancora attaccato, e sullo scoglio magari qualche puppu (polipo in dialetto sinonimo di froscio), mi meraviglio di Lucio, come l’ho cresciuto a Pink Floyd e Led Zeppelin e ora?
‘ Ed io gli ho insegnato altre virtù e per invitarmi so che non mi deluderà.
Lucio Tusa era il figlioccio di Totò, un ragazzo gioioso ed intelligente, era il nostro erede di bagasceria e qualche volta gli avevamo prestato la casa dei balocchi per i suoi incontri ed anche scambiato con lui qualche nostra polpastrella, tra le quali Gioia, la sua attuale ragazza, ex commessa del negozio di Totò e da lui sottoposta ad un particolare tirocinio, ma tra i due giovani era poi nato qualcosa di più, abitavano insieme, ma in stanze diverse per non distrarsi troppo dallo studio dicevano, a Liotra dove frequentavano l’università, avevano trovato un appartamento in via Due Obelischi che dividevano con la stessa proprietaria, Agata, una donna di 35 anni circa, sola che si prendeva un affitto molto vantaggioso per i ragazzi e per se teneva la mansarda lasciando l’appartamentino a loro, in comune solo la porta d’ingresso, molto riservata lasciava piena libertà alla coppietta.
Arrivammo al lungomare di Terranova, alla Conchiglia, meravigliosa struttura su palafitte sul mare collegata alla terraferma da un ponte pedonale di quasi 200 mt., aspettammo circa venti minuti fumando e commentando la zona balneare e i locali del posto, poi spazientito obbligai ma frati Totò a chiamare Lucio che avvisò che era quasi arrivato. Aveva una macchinona scura e guidava lui, parcheggiò nei posti riservati agli ‘artisti’ e scese sorridente vestito tutto da ballerino moderno tutto strass e velluto, poi si aprì la portiera del passeggero e si vide una coscia strabiliante, lunga, tonica, scura, il vestito praticamente aveva uno spacco che partiva dall’anca, uscì una dea, alta, mulatta, riccia, occhi chiari, decolté fino all’ombelico e spalline del vestito pure di strass, io e Totò eravamo i soliti imbecilli, occhi sgranati e bocca spalancata, così ci facemmo trovare quando la ballerina si presentò:
‘ Piacere yo soy Evita la maestra de Lucio
Con un evidente accento sudamericano, il primo a rifiatare fu Totò:
‘ Pia_ pia piacere mio, il mio nome &egrave Salvador.
Disse balbettando l’idiota
‘ Encantado
Feci io con un elegante baciamano, frequentare la baronessina Andreina mi aveva ingentilito nei modi.
‘ Scusate yo vado a prepararmi per lo show, ci vediamo dopo per un drink seguro!
‘ Ppì forza (disse Totò)
‘ Do propria (confermai)
Pronunciammo queste perle linguistiche entrambi sorridendo a 32 denti.
‘ Brutto figlio di bagascia!
‘ Bastarduni
‘ Grazie dei complimenti, pipino e zio ‘Nzino sempre così cordiali e graditi
‘ Ma stu potentissimo pizzu di pacchiu (pezzo di fica) dove l’hai trovato?
‘ A scuola di danza, &egrave la mia maestra e stasera anche la mia partner per il saggio, facciamo la bachata!
‘ Sì solo la bachata e poi la scopata, e lurdu (sporcaccione) facchino e vastaso!
‘ No guarda zio ‘Nzino, veramente niente di più che già ci sono stati problemi anzi guai
‘ Ti ha beccato Gioia?
‘ Fosse solo quello pipino! E’ una storia lunga, con Gioia tutto ok, ci siamo perdonati a vicenda, anche lei &egrave un po’ birichina, ora vado a dopo.
‘ Quindi, via libera per noi?
‘ Fatti che non mi riguardano, se c’&egrave la fate a tenere i ritmi latini?
‘ Totò a soldi come siamo messi?
‘ Ma frati ‘Nzino paghiamo con la Mastercard
‘ Avanti! Andiamo a goderci le danze.
Incontrammo Gioia insieme ad un altro tipo, stagionato ed un poco effemminato, suo partner di salsa portoricana.
‘ Com’&egrave? Piccante, dolce chiesi ridendo.
‘ Sempre spiritoso signor Enzo vedo?
Gioia era di nome e di fatto, una giovane furetta saettante, castana chiara, un metro e sessanta circa, occhi grandi e verdi, bocca larga, fisichino non formoso ma ben proporzionato, ci si poteva aspettare qualcosa in più dal sederino, ma la scuola di danza tonificava il tutto.
‘ Vi presento Agata la mia compagna di scuola e padrona di casa e coinquilina e amica e’
‘ Basta quante qualifiche mi dai?
‘ Agata ecco Totò il mio ex principale e suo compare Enzo.
‘ Salve
‘ Lieti di conoscere una persona così piena d’incarichi e che trova il tempo di farsi così bella per un saggio di danza.
‘ Addirittura Enzo, mi sa che sei proprio Esagerato!
‘ Esageratamente sincero Agata.
Agata era veramente una bella donna sul serio. La serata fu piacevole, scoprimmo il mondo delle scuole di ballo ed anche l’eros di certe danze, al massimo la nostra conoscenza era il ‘tipitipitero’ o il ‘movi la colita’, ed ora avevamo visto salse, tanghi, bachata, jive e la kizomba, il ballo che Agata interpretò con il suo maestro Feliciano, cazzo! Ma altro che ballo, che sensualità, corpi che si toccano, si sfiorano nelle zone pelviche, insomma ritornammo allo stato ischemico sia io che il mio gemello diverso Totò. Feliciano era il marito di Evita, in realtà si chiamava Felice ed era di Liotra, ma si atteggiava a sudamericano per il fatto che la moglie, realmente venezuelana, suscitava quel senso di esotico alla loro scuola, ‘El tango de Feliciano y Evita’, così l’avevano chiamata. Felice era il classico tamarro alla Fabrizio Corona, codino con capelli ultragellati, tatuaggi e orecchini da pirata, comunque un bel uomo, notai il feeling con Agata, lei era come sotto ipnosi quando lo guardava.
Terminato il saggio andammo con Lucio, Evita, Gioia ed il suo partner Saro a mangiare un panino ed a bere qualche birra, io e Totò le conteggiavamo in litri, Agata e Feliciano andarono a Liotra direttamente, Evita velò il suo viso con un’espressione mista di rabbia e delusione ma si lasciò coinvolgere dalla compagnia.
Dopo questa lunga premessa il racconto prosegue in terza persona, e narra la storia di Agata come lei me la confidò dopo tempo.
Un rumore di traffico, di clacson di bus urbano bloccato e di scooter svegliò Agata dal suo lungo sonno, era accaldata e sudatissima nonostante l’afa di fine agosto l’avesse costretta a dormire solo con le mutandine, si alzò per guardare da dietro le persiane cosa succedeva per strada, l’ingorgo era finito ed ora la via era deserta, d’altronde ancora la città era vuota per le ferie, si asciugò il sudore dal collo passandolo con la mano sul petto e si palpò il seno, era una bella donna, ma la vita non era stata benevola con lei e quindi si trascurava, mai parrucchiere, mai unghie laccate, mai estetista per trucco, sopraciglia e depilazioni intime, mai palestra per tonificare pancetta, culo e cosce, ma era bella di natura solo che a lei non le importava.
Andò in bagno e dopo una pipì liberatoria si tolse le mutandine bianche senza pretese, le gettò nel contenitore dei panni sporchi ed entrò nel box doccia, l’acqua fresca scorreva sul suo corpo morbido e sulle sue curve, i capezzoli a seguito del brusco calo della temperatura si inturgidirono e lei toccandosi per bagnarsi meglio, indugiò sulla sua fica pelosa, ripensò a quello che aveva visto la mattina prima.
Rientrata a casa dopo aver comprato il pane nella panetteria sotto i portici del palazzo, sentì delle voci e dei sospiri provenire da una delle stanze dei ragazzi, spinta dalla curiosità e da un astinenza troppo prolungata, sbirciò dalla porta socchiusa, Lucio e Gioia, nudi stavano facendo l’amore, ma che tipo di amore, selvaggio, scopavano alla grande, Gioia era a pecorina con le mani aggrappate alla testiera in ferro battuto del letto e Lucio le martellava senza sosta la fichetta, cambiarono posizione, Agata arretrò per paura di essere vista ma poi si sporse di nuovo per guardare, Gioia dopo una rapida sega con leccatina e succhiotto alla cappella, abbatt&egrave il suo fidanzatino sul materasso e salì sopra di lui di fronte impalandosi su quella minchia dritta, cavalcò furiosamente e venne urlando, sicuramente pensavano di essere soli in casa, anche se altre volte Agata aveva sentito le loro urla di piacere. La Gioia felice si sfilò e con un pompino con risucchi osceni fece venire a Lucio sul seno.
Agata rivedendo quelle scene nei suoi pensieri si masturbò sotto l’acqua e finalmente dopo qualche mese si abbandonò ad un orgasmo.
La sua vita sessuale era questa, sogni, ricordi, ogni tanto qualche video su internet e poi un ditalino veloce. Da tempo aveva rinunciato ai piaceri del sesso, Agata era stata abbandonata neonata in un carrello della spesa nel parcheggio di un supermarket e ritrovata dopo una telefonata anonima al 112. Fu adottata da una coppia avanti con gli anni, crebbe circondata dall’amore ma anche iperprotetta ed ingenua, questa ingenuità la portò tra le grinfie di Alfio, un balordo tutto bar,videopoker e puttanelle varie che la mise incinta al primo rapporto sessuale, all’errore di valutazione ne seguì uno peggiore, il matrimonio riparatore senza amore, ma non era ancora tutto, la vita si accaniva su di lei con ferocia, al sesto mese di gravidanza una grave malformazione causò la morte della bambina che aveva in grembo. Anche il matrimonio abortì dopo che i genitori scomparvero entrambi di tumore a breve distanza l’uno dall’altra, quel campione del marito la lasciò sola, non aveva intenzione di lavorare e la pensione dei suoceri non esisteva più.
Agata fu assunta come impiegata allo stesso supermercato dove era stata ritrovata ed insieme alla pigioni delle stanze affittate non aveva alcun problema di reddito, con Alfio non divorziarono però, restarono solo separati ed ogni tanto era capitato che lui l’avesse cercata per scroccargli qualche soldo ed anche per una veloce sveltina. Quell’estate Alfio fu investito da un auto pirata &egrave morì, solo in mezzo alla strada come un cane randagio. Agata era quindi totalmente sola al mondo, i parenti dei defunti genitori erano tutti emigrati all’estero o in nord Italia. Dopo la doccia scese per andare in farmacia a comprare il collirio e Gioia, che l’aspettava le chiese un passaggio in auto, durante il tragitto le raccontò della scuola di danza che frequentava e che aveva convinto a frequentare a Lucio, invitandola ad iscriversi, a conoscere gente interessante, magari un uomo, poi la gelò con una frase,
‘ Magari poi ci rendi il favore dello spettacolino erotico.
Arrossì, ma non ebbe il coraggio di dire nulla, si erano accorti di lei ed avevano continuato lo stesso, beata incoscienza! Agata insieme a i suoi affittuari e coinquilini andò alla scuola di danza ‘El tango de Feliciano y Evita’ per iscriversi, le fecero compilare un modulo d’iscrizione ed un questionario che pareva il test psicoattitudinale di un concorso dell’esercito ed infine l’autorizzazione per la legge sulla privacy. Andò preparata, con una tutina nuova e molto stretta, e per lei molto imbarazzante ma che invece faceva risaltare le sue forme compresa quella più intima ed il solco delle belle natiche rotonde.
I maestri si presentarono, erano sposati, lei venezuelana Evita e lui di Liotra ma che si faceva chiamare Feliciano, in quel corso c’erano lei, Lucio, Carolina una nana miope con acne donna informe tipo trapezoidale, sguaiata ed acida ed altre quattro coppie, ognuno di loro si presentò, raccontò un poco di se e le motivazioni per le quali si erano iscritte.
Carolina si era fissata a guardare il maestro, che, invece spogliava con gli occhi ad Agata proprio in mezzo alle cosce, dove la fessura dello sticchio calamitava lo sguardo e su tette, viso e, girandole attorno anche sul culo, che vergogna provava Agata. Lucio invece, ricambiato, scambiava occhiate di fuoco con Evita.
I maestri spiegarono il percorso che gli studenti avrebbero fatto nelle prossime lezioni, augurandosi che tutti partecipassero alle serate in balera per il solo gusto di stare assieme ed in futuro ai saggi ed ai festival di danza sportiva per tifare i maestri. Andarono ad assistere alle prove di Gioia e compagni, Lucio continuava a squadrare Evita che gradiva quelle occhiate a raggi X, Agata notò che Feliciano abbracciava e toccava con confidenza sia Gioia che ad una amica dei ragazzi, Ester e continuava a fissarla in mezzo alle cosce, si pentì della sua iscrizione e di quell’abbigliamento, ma la notte nel suo letto si toccò di nuovo sditalinandosi e pensando a cosa le avrebbe fatto quel tamarro, forse Gioia aveva ragione, forse aveva bisogno di fottere, di un cazzo dentro lei. Al mattino si sentì più femmina, ora era contenta di essere piaciuta al maestro, ne parlò con Gioia che le confidò che Feliciano era un mandrillo e che se prometteva silenzio assoluto le avrebbe raccontato di più.
‘ Certo Gioia, lo giuro la mia bocca &egrave cucita.
‘ Allora Agata, oltre al codino Feliciano ha anche un cazzo bello lungo, bello duro e dritto e lo sa usare.
‘ E tu come lo sai, forse Ester ti ha confidato qualcosa, ho notato del feeling tra di loro.
‘ Si, fosse solo Ester? Agata io me lo sono fatta ed anzi, anche la settimana scorsa gli ho fatto un pompino negli spogliatoi prima della doccia. Oh Agata mi piace &egrave più forte di me! Mi piace farmi sbattere da lui, &egrave un gran maiale.
‘ Ma Lucio! Non pensi a Lucio!
‘ A Lucio gli voglio bene e fare sesso con lui &egrave bello, ma Feliciano oh! Oh Agata che scopate!
Agata era sorpresa di quello che aveva sentito, Gioia se la faceva ficcare dal maestro che si faceva pure Ester e chissà quante altre prima, e se ci avesse provato con lei? Insomma sono una donna libera, maggiorenne e vaccinata, piace pure a me e se io piaccio a lui, cazzo si lo voglio, lo farò, sarò sua!
Le lezioni successive impararono i passi ballando soli e senza musica, lei ricambiava sguardi e sorrisi a Feliciano provocando l’invidia di Carolina che iniziava ad odiarla, le rispondeva male e la evitava, ma ad Agata non importava, ora mostrava oscenamente la patata alzandosi sempre la tutina ed allargando le gambe quando si sedeva nelle pause della lezione.
Una sera si accorse che Gioia rincasò tardi, li aveva congedati a scuola dicendo che poi tornava con Ester perché dovevano andare ad una festicciola universitaria, curiosa l’indomani fece il terzo grado alla giovane che le confessò l’ennesima serata di sesso:
‘ Mi ha fatto impazzire, ho goduto quattro volte, me l’ha messa pure nel culo il porco, e tanto mi &egrave piaciuto che poi mi sono fatta sborrare in faccia, che stallone, figurati che prima si era fatto Ester sotto la doccia e lui &egrave venuto solo due volte, una con me ed una prima con Ester.
‘ Mannaggia Gioia così mi fai eccitare, ma &egrave veramente così?
‘ Si amica mia, anche ora che lo racconto sono tutta bagnata.
E mentre parlava senza pudore allargò le gambe e scostò le mutandine mostrando la fica fradicia ad Agata.
‘ Anche tu sei bagnata Agata? Fammi vedere dai?
Agata in preda ad un raptus abbassò pigiama e mutande ai piedi e fece ammirare la sua fregna pelosa a Gioia. Si masturbarono insieme, durante il racconto dettagliato della scopata delle sera precedente e godettero contemporaneamente!
‘ Agata ti devi depilare cara, troppi peli, ti porto un’amica estetista vedrai, pelo, unghie e sopraciglia, per i capelli ci pensa Ester, andava a bottega da una parrucchiera, preparati bene che a breve ti farai fottere alla grande anche tu, noi non siamo mica gelose.
La mattina seguente l’estetista, Ester e Gioia come assistente si presero cura di Agata, telo cerato sul letto e poi Agata nuda fu prima depilata sulle gambe e poi completamente nella fica, non si era mai depilata e le fece impressione vederla così, poi creme varie su cosce, chiappe e poppe, ciglia, pedicure manicure con unghie dipinte in maniera giovanile, Ester le fece il colore ai capelli e duna pettinatura shock , infine un trucco leggero, da palestra anzi da scuola di ballo.
La lezione questa volta prevedeva i passi in coppia con i maestri ma ancora senza musica, Carolina si attaccava a Feliciano rischiando spesso di cascare entrambi, la scaricò presto e finalmente arrivò il turno di Agata che, turbatissima aveva deciso per quella sera di non indossare intimo, il contatto con il corpo del maestro causò evidenti reazioni nel corpo di Agata, rossore nelle guance e sul collo, capezzoli gonfi e duri, i passi di kizomba e lo strofinarsi di cosce e genitali fu determinate ad una reciproca eccitazione, lei si sentiva bagnata e percepiva chiaramente l’erezione di lui sulla passera e sul sedere.
La lezione terminò, Agata fece la doccia mentre Carolina inveiva contro di lei con le altre, chiamandola troia esibizionista e tante altre frasi irrispettose non trovando però le compagne di corso interessate a spettegolare. Aspetto Lucio che invece chiacchierava con Evita nell’ufficio, ritornò negli spogliatoi a cercare gioia, che le fece segno col dito sul naso di fare silenzio, con passi felpati si avvicinarono alle docce, il corpo nudo di Feliciano era visibile di spalle, che schiena, che glutei sodi, ch ecosce muscolose, in ginocchio davanti al lui c’era Ester anch’essa nuda, con la bocca piena del membro dell’uomo, Gioia non aveva esagerato, il maestro era veramente ben dotato, con una mano teneva la coda dei capelli alla ragazza e affondava il cazzo sempre più in fondo alla bocca di Ester che comunque ingoiava tranquillamente, appena si senti duro ed insalivato la tirò su sempre per i capelli, la fece appoggiare a novanta gradi con le mani sulla parete e la penetrò da dietro, la ragazza era super lubrificata dai propri umori e godette quasi subito, lo stallone non accennò minimamente a rallentare ed anzi con il dito medio sputacchiato le penetrava il buco del culo, e lì infatti appoggio la cappella appuntita e rosso fuoco, spinse con decisione ma lentamente tutto il cazzo fino alle palle nell’ano di Ester che esternò tutto il suo piacere con un grido di goduria, dopo altri quattro colpi Ester ebbe il suo secondo orgasmo e finalmente anche lui tenendola per i fianchi e dando veramente colpi potenti le scaricò tutto lo sperma che aveva in fondo all’intestino retto, aprì l’acqua e si fece lavare da Ester estasiata di toccarlo, scappammo fuori prima che finissero la doccia.
‘ Hai visto Agata, &egrave il re di bastoni, lo sentirai cara, lo sentirai, gli piaci sicuramente
‘ Porca miseria, mi stavo precipitando anche io, lo volevo, ma Ester non si &egrave fatta male ? io no ho mai fatto sesso anale, ho paura del dolore.
‘ Lui &egrave bravo Agata, saprà sverginarti con poco dolore e ti farà godere, anche io mai preso un coso del genere dietro, ma mi sono piacevolmente abituata.
Arrivò Lucio e tornammo a casa, breve cenetta insieme, insalatina e birretta e poi a nanna.
Lucio e Gioia passarono la notte a scopare, e tra i suoni erotici e le immagini della sodomizzazione di Ester si masturbò come un’adolescente in calore e si addormentò soddisfatta e decisa che avrebbe avuto Feliciano facendosi fare tutto quello che voleva, si anche il culo sempre negato al marito, troia come Carolina diceva alle sue spalle, alla faccia tua nana, sarò sua completamente.
Al mattino seguente ma più tardi del solito, dopo la doccia scese come sempre per acquistare il pane:
‘ Agata mi fai compagnia per un caff&egrave, non ho dormito molto e ne ho bisogno, &egrave il terzo oggi ma da solo non mi và.
‘ Eh Lucio ho sentito che hai riposato poco (che sfacciata che era diventata) d’accordo fai questa flebo di caffeina.
‘ Credo di avere fatto una cazzata.
‘ Cio&egrave
‘ Di te mi fido e voglio un consiglio, mentre aspettavo voi due, mi sono baciato con Evita nel loro ufficio, e poi le ho leccato la fica e lei ha ricambiato facendomi un pompino, non ho resistito era una tentazione troppo seducente quella negretta.
‘ Bravo complimenti, attento Lucio io manterrò il segreto ma hai sbagliato.
D’altronde che poteva dire, Gioia si faceva pure inculare da Feliciano, lui era ancora ai preliminari, questa scuola di danza si stava rivelando come un tempio di Dioniso, a momenti avremmo avuto delle orge lussuriose.
Ma era cambiata, a lei interessava di nuovo, anzi per la prima volta solo il sesso, desiderava essere posseduta da un maschio e l’occasione poteva essere una delle prossime lezioni.
Dopo avere comprato il pane, gli venne voglia di un cannolo ed entrò nella vicina caffetteria dove trovò Gioia ed Ester. Sedette con loro, Ester la interrogò curiosa:
‘ Agata! Come mi hai trovato nuda? Sono bella? E lui non sembra una statuta greca?
‘ Che vergogna Ester, mi vergogno a parlare di queste cose, ma nello stesso tempo mi auguro di ricevere il medesimo trattamento. Anche se ancora non mi piaccio, mi sento flaccida e questa pancetta!
‘ Ma se sei una figona, dai ti abbiamo visto nuda poi, se vuoi, io ho una piccola palestra a casa mia, vieni, quattro esercizi ed un po’ di ginnastica e sarai un fiore.
Salì in casa prese l’occorrente e andò con quelle ragazze, si divertì molto con loro ad ironizzare sul sesso, tornò nel pomeriggio stanca ma felice e si ficcò nella doccia per togliersi il sudore di dosso.
Quando uscì dalla doccia si sentì chiamare, era ancora in accappatoio, era Lucio che già era salito in mansarda, le sembrò scortese non farlo accomodare anche se provava imbarazzo, era nuda sotto l’accappatoio, Lucio era visibilmente scosso e parlò libero:
‘ Dopo che sei uscita mi ha chiamato Evita e sono andato da lei, mi ha baciato, abbiamo ballato e poi si &egrave spogliata, non ho resistito, ma quella diavola ha fatto tutto lei, praticamente ero un imbranato, mi ha svuotato tutte le energie
‘ Lucio ascolta hai sbagliato, non &egrave una storia che può durare, ma ormai &egrave una storia che brucia come un fuoco di paglia, lascialo bruciare, ma stai attento a non far soffrire Gioia.
Che cavolo poteva dire, che Gioia era una puttana e che si faceva sfondare dal marito della sua amante.
‘ Grazie Agata che mi ascolti, mi tolgo un peso dall’anima sfogandomi con te, sei veramente un’amica, anche se ho un altro peso, ma non so se dirtelo.
‘ Parla dai non temere, se serve per farti stare meglio
‘ Bene ero salito prima, tu eri in bagno, non ho resistito alla tentazione, vederti in tutina stretta mi ha ingolosito, insomma ho guardato dal buco della serratura e mi sono goduto lo spettacolo della tua doccia, sei una bonazza Agata, nuda sei splendida.
Agata si eccitò a quelle parole ma non si voleva fare chiavare da quel ragazzo per rispetto a Gioia, rispose però:
‘ Lucio facciamo che siamo pari, anche io t’ho visto nudo mentre facevi l’amore con Gioia.
‘ Ah! Che sorpresa! Una guardona, ma non siamo pari, quando anche io ti vedrò fottere saremo pari
E strizzò l’occhio:
‘ Ora se permetti mi vorrei vestire, vabb&egrave che mi hai visto nuda ma &egrave meglio se vai, non vorrei che poi mi salti addosso.
‘ Anche volendo non potrei, Evita mi ha atterrato.
Agata si pentì di aver mandato via Lucio e si ripromise che se il destino avesse riproposto l’occasione se lo sarebbe ingroppato, era proprio un bel ragazzo.

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