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Tra le montagne

By 4 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano i primi di Luglio quando finii l’esame di maturità, non con grandi risultati ma quello che mi importava allora era finire la scuola e avere il diploma.

Normalmente, finita la scuola, trascorrevo il periodo estivo in montagna insieme a mia madre. Avevamo una vecchia casa in pietra nel centro del paese, mio papà ci raggiungeva ad Agosto, quando aveva le ferie.

Quell’anno mia madre aveva trovato un lavoro in un ristorante e quindi non sarebbe venuta in montagna e aveva chiamato Sandra, una signora che abitava in montagna nella casa a fianco della nostra, per dirgli che questa estate sarei andato solo e, come lei sperava, Sandra l’aveva rassicurata che sarebbe passata a vedere se i avessi avuto bisogno.

Sandra era una rompi balle di trentanove anni, l’avevo soprannominata ‘la grassona’. In effetti non lo era ma non era certamente magra, a pensarci ora era una bella donna ma a quel tempo la vedevo sempre come la rompi balle che non ci permetteva di giocare in strada perché, secondo lei, facevamo casino. Era la postina del paese. Tutti noi ragazzi e la maggioranza delle persone che c’erano d’estate erano turisti, come per me quasi tutti stavano nella casa dei nonni o dei genitori.

Ricordo la Domenica che i miei mi accompagnarono in montagna, dopo neanche un’ora Sandra era già in casa nostra a rassicurare i miei che lei sarebbe passata tutti i giorni a farmi visita anzi, insistette perché andassi a pranzo e cena a casa sua, cosa che rifiutai con tutte le mie forze.

Dopo due giorni che ero solo cominciai a pensare che non era male andare a mangiare da Sandra. Dovermi preparare da mangiare e lavare i piatti non allettava molto. Quando gli chiesi se il suo invito fosse ancora valido, gli si illuminarono gli occhi.

-Ma certo, Fabio- d’altronde lei era sola e sicuramente le faceva piacere scambiare qualche parola a tavola.

Passando più tempo con lei, o forse anche io ero cresciuto, la vedevo con un altro occhio. Non era più la rompi balle degli anni precedenti ma era diventato piacevole chiacchierare con lei, a volte, dopo cena, invece di uscire subito con gli amici mi fermavo da lei anche un’ora o forse più a chiacchierare.

– Fabio! Ti va se Sabato pomeriggio andiamo al lago a prendere il sole?-

Non ne avevo proprio voglia di uscire l’indomani con lei invece che con gli amici, ma non mi sentii di dirgli di no, dopotutto andavo tutti i giorni a pranzo e cena da lei.

-Si, va bene!-

L’indomani, dopo pranzo, partimmo con la sua macchina per andare al lago che si trovava cinque o sei chilometri più a monte. Si trattava di una piccola diga artificiale circondata da una fascia di trenta o quaranta metri di prato e poi iniziava il bosco.

Ci eravamo accordati per indossare il costume da bagno sotto i vestiti per poi sdraiarci a prendere il sole.

Arrivati al lago, come sempre non c’erano molte persone, ci sistemammo al limite dei prati, vicini al bosco. Da quella posizione potevamo, spostandoci di pochi metri, passare dal sole all’ombra.

Sandra aveva portato dei teli da mettere a terra per sdraiarci, ci spogliammo e ci stendemmo a terra. Vedendola in costume mi resi conto che il suo corpo, nonostante l’età, era bello sodo anche se con qualche chilo in più, ma forse era anche per questo che era dotata di un seno così abbondante.

Ci stendemmo affiancati in posizione prona con la testa rivolta verso gli alberi. Solo in quel momento mi accorsi che a una ventina di metri da noi, sotto gli alberi, era stesa una coppietta di ragazzi che avranno avuto venticinque anni o poco più. Erano stesi, in posizione supina, uno a fianco dell’altro. Il ragazzo aveva una mano appoggiata sul pube della ragazza, la gonna corta gialla era leggermente alzata e lui, senza ombra di dubbio, le stava massaggiando il pube. Avevano i piedi rivolti verso di noi e quindi dello spettacolo non ci si perdeva nulla.

Sandra teneva gli occhi chiusi, speravo che non si accorgesse della coppietta, sarei rimasto imbarazzato ad assistere insieme a lei dello spettacolo o forse si sarebbe alzata urlando ai ragazzi di andarsene da un’altra parte.

Solo dopo qualche minuto mi accorsi che Sandra fingeva di avere gli occhi chiusi ma in realtà stava guardando i due.

Vidi chiaramente il ragazzo che spostava le mutandine della ragazza e con due dita aveva cominciato compiere dei movimenti circolari sul clitoride. Lei allungò la mano destra sul pene del ragazzo, dopo un breve massaggio sopra i pantaloni gli abbassò la cerniera e infilò una mano che ricomparve dopo due secondi con il pene duro in mano che usciva di quasi dieci centimetri dal pugno.

Voltai leggermente la testa verso Sandra, cercando di non farmi scorgere, e mi accorsi che neanche più fingeva di tenere gli occhi chiusi ma erano aperti e puntavano proprio tra le gambe dei ragazzi.

La ragazza aveva iniziato a muovere il braccio facendo salire e scendere la mano sul pene che era diventato enorme. Allo stesso tempo, e ormai senza cercare minimamente di nascondersi, il ragazzo proseguiva a massaggiarle il clitoride. Non saprei dire quanto tempo trascorse, vidi che la ragazza si inarcava e stringeva le gambe, era scossa dal fremito dell’orgasmo. Tutto rimase immobile per alcuni minuti, poi la ragazza si mise in ginocchio al fianco del ragazzo e riprese il pene in mano e dopo pochi movimenti aveva ripreso vigore. La mano saliva e scendeva lasciando sempre fuori e scoperto dalla pelle il glande. Il suo ritmo costante portò in poco tempo il ragazzo a emettere uno schizzo che si sollevò per almeno venti centimetri per poi ricadere sulla maglietta e sulla mano della ragazza.

Dopo una mezz’ora si ricomposero e andarono via. Arrivai alla conclusione che la coppietta non si era appartata ma avevano inscenato lo spettacolo per una loro forma di perversione.

Avevo il pene durissimo, era quasi completamente uscito dal costume e premeva tra la mia pancia e il telo sotto di me. Dovevo fare attenzione, sarebbe bastato uno sfregamento a farmi esplodere e impregnare i teli con il mio sperma. Sarebbe stato un disastro, Sandra si sarebbe accorta di cosa era successo.

Ci fermammo fino alla sera al lago e arrivammo a casa di Sandra che era già buio.

Non vedevo l’ora di andare a letto. Mi facevano male i testicoli. Non uscii e mi stesi sotto le coperte subito dopo cena.

 Ero senza mutandine e immediatamente presi in mano il pene che senza esitazione divenne grosso e duro. Continuavo a vedere la scena della ragazza che masturbava il fidanzato. Mi fermavo quando sentivo che stava arrivando l’orgasmo. Non avevo mai avuto il pene tanto duro, sentivo nella mia mano il gonfiore di ogni singola vena che correva lungo l’asta, lo scalino del glande mi apriva la mano ogni volta che questa lo raggiungeva. Più lo spingevo in basso, verso i piedi, più diventava duro.

Per un attimo mi sfiorò l’idea che Sandra, in quel preciso istante, si stesse masturbando. Questo mi fece aumentare a dismisura l’eccitazione, il pensiero del suo seno che oggi sembrava volere strappare la stoffa che lo conteneva mi portò ad avere una sbo rrata senza fine, mai avevo sentito il fiume a quella temperatura. Anche quando lo zampillo si era esaurito continuai a salire scendere con la mano. Mi fermai e rimasi ansimante per diversi minuti.

Appena mi ripresi ricominciai a masturbarmi, questa volta quasi con violenza, massaggiavo il pene in modo velocissimo e dopo pochi minuti un nuovo piccolo torrente caldo mi invase la mano e si riversò sulla pancia, sopra alla colata di poco prima. Ero sfinito, con dei fazzoletti di carta mi pulii la mano e la pancia, li scaraventai in terra e sprofondai nel sonno.

Il giorno successivo, a pranzo, ero seduto davanti a Sandra e facevo fatica a guardarla negli occhi. Nella mia fantasia, la notte precedente le avevo inondato il seno con il mio seme e con la mano gli avevo massaggiato i capezzoli lubrificati dal liquido caldo.

-Sandra, posso chiederti una cosa?-

-Certo Fabio, dimmi…-

-Ti spiace se questa sera dormo da te, nella cameretta?-

-Mi fa piacere, ti preparo il letto-

Quella sera, quando andai da lei a cena, mi fece vedere che la camera era pronta e che quando sarei tornato dal giro serale con gli amici mi avrebbe fatto trovare la porta aperta.

Tornai presto, non erano ancora le undici. Sandra era già a letto ma non stava ancora dormendo infatti sentii provenire dalla sua camera una voce –Buonanotte-, -Buonanotte risposi-.

Avevo passato tutto il pomeriggio a cercare la scusa per non dormire in quel letto.

-Sandra!!!- chiamai ad alta voce, di li a poco, in camicia da notte, lei si affaccio alla porta di quella che avrebbe dovuto essere la mia camera.

-Cosa succede Fabio?-

-Hai delle altre lenzuola? Queste sono umide!-

-Aspetta- tornò dopo poco con altre lenzuola e me le porse.

-Anche queste sembrano umide. Magari vado a dormire a casa mia…-

-Ma no… Dai… Figurati. Vieni in camera mia, ho un letto matrimoniale e sono sola-

Non aspettavo altro, anche se sapevo che non avrei mai avuto il coraggio di sfiorarla neanche con un dito. Figuriamoci con altro!

Mi stesi nel letto alla sua sinistra.

Dopo circa dieci minuti sentii che Sandra stava leggermente russando. Avrei voluto allungare una mano e afferrargli il seno, sentire quanto era sodo e quanto cedeva sotto la mia stretta. La mia fantasia iniziò a volare e con la mano mi accarezzavo il pene.

Ben presto mi trovai con l’asta dura e la mano che scivolava lentamente su e giù, il movimento era lentissimo, non mi stavo masturbando, ero terrorizzato che lei mi sentisse.

L’eccitazione aumentava, la mano stringeva sempre più forte caz zo, il movimento non era più così lento; ormai mi stavo masturbando e il ritmo aumentava, non avevo più alcun ritegno. Con la mano sinistra tenevo sollevate le coperte sopra il pene e con la mano destra salivo e scendevo lungo il pene con forza quasi come non mi importasse che Sandra potesse sentirmi. Anzi speravo che si fosse svegliata e si stesse eccitando aspettando di sentire il culmine del mio piacere.

Improvvisamente si voltò verso di me, la luce nella stanza era molta perché filtrava attraverso la finestra dal lampione della strada.

-Basta dai… Smettila- aveva gli occhi aperti e mi guardava, abbassai la mano e premetti il pene duro contro la pancia.

-Mahhh… Nooo… Cosaaaa…-

Ero pervaso dalla disperazione, mi aveva scoperto, l’eccitazione aveva sbloccato tutti i miei freni e non mi rendevo conto di quello che stavo facendo.

Sentii la mano di Sandra stringersi in modo violento sul mio glande e immediatamente ritrarsi. Non so se quella avrebbe dovuto essere una punizione, ma mi fece vedere tutto sotto un altro aspetto.

Mi girai di scatto verso di lei, ci trovammo faccia a faccia, poi la spinsi in posizione supina e con una mossa fulminea mi sdraiai sopra di lei, in quel momento pensai che fosse solamente fortuna e mi trovai con le gambe imprigionate tra le sue che erano aperte.

Senza bisogno dell’aiuto della mano, il mio pene si stava facendo largo nella sua vagina. Solo in quel momento mi accorsi di quanto era bagnata, Sandra era eccitata. Forse faceva finta di dormire e stava spiando mentre mi masturbavo, era eccitata ed era intervenuta sperando che io reagissi a quel modo.

-Dai Fabio, Daiii… Fallo entrare tutto- Esterrefatto dalle sue parole spinsi con forza, Sandra emise un piccolo urlo di dolore, diedi qualche colpo con violenza poi senza staccarmi le sfilai la camicia da notte e mi trovai davanti lo spettacolo del suo seno che non era sodo come mi aspettavo ma si riversava sui fianchi, questo, al contrario di quello che pensavo, contribuì ad aumentare la mia eccitazione, era una vera donna non una ragazzina! Anche per lei doveva essere uno spettacolo, non faceva altro che guardare verso il basso per vedere il mio caz zo che entrava e usciva nella vagina.

Lo tirai fuori dal guscio caldo e bagnato, guardai Sandra negli occhi

-Sei sicura di volere questo…?-

-Si… Daiiii… Continua… Solo questa notte poi sarà come se niente fosse mai successo-

Presi a succhiare a turno i capezzoli che erano diventati grossi e duri, era bellissimo leggere sul suo viso quanto traesse piacere dal mio comportamento. Lentamente scesi verso il pube, iniziai un interminabile succhiotto al clitoride e, quando mi accorgevo che stava per raggiungere l’orgasmo, spostavo la mia attenzione alle grandi labbra o facevo entrare la lingua dentro alla vagina.

Sandra teneva le gambe piegate, sentivo le cosce stringersi contro le mie orecchie, con la lingua percorrevo la vagina; pochi giri attorno al clitoride per poi scendere lungo le grandi labbra che mi davano una immensa soddisfazione a tastare stringendole lievemente tra i denti, fino ad arrivare sull’ano.

Feci scivolare le ginocchia sotto le sue natiche in modo da sollevarla dal letto, appoggiandomi alle sue cosce spinsi le sue ginocchia verso le sue spalle, mi si presentò lo spettacolo del suo ano bagnato da quanto era colato prima dalla vagina. Vidi un leggero movimento delle natiche e lo presi come un invito o forse come una supplica a concentrargli le mie attenzioni.

Non esitai a muovere la lingua contro quel buchetto, irrigidivo la lingua e spingevo. In alcuni momenti sembrava dovesse entrare. Sandra si muoveva in preda all’eccitazione, con una mano riuscii a raggiungere la vagina e senza dare tregua al culetto iniziai un ditalino con due dita.

I suoi gemiti erano ormai diventati quasi urli incontrollabili, avevo timore che potessero sentirci dalla strada.

Di tanto in tanto sentivo la sua mano posarsi sul mio capo e spingerlo premendo, ancora di più di quello che stavo facendo, la mia lingua dentro al buco del suo culetto.

Dalla vagina gli uscì uno schizzo simile all’urina che mi colpì sul naso, subito distolsi l’attenzione dal buchetto per infilare la lingua a fondo nella vagina come per raccogliere quanto più potevo dei suoi liquidi senza sprecare nulla. Fu presa da un fremito.

-Aaaahhh…. Siiiiiii…. Aaaaahhhh…. Ooooohhhh… Ooooohhhh…-

Era venuta, lentamente allontanai la bocca da quella fontana che ormai era esaurita. Mi era rimasto in bocca il gusto sottile del liquido che aveva sprizzato dalla vagina.

Era stremata, mi stesi al suo fianco. Rimase per cinque minuti o più ansimante con una mano sul petto.

Poi si voltò verso di me e guardandomi negli occhi e disse

-Ora tocca a te…-

Si inginocchiò al mio fianco, prese il pene, che ormai aveva perso vigore, nella sua mano destra e iniziò una bellissima sega. Quando il bastone era tornato grosso e duro mise il glande nella bocca, sentivo la sua lingua che si muoveva, e continuò quella maestosa sega fino a quando il vulcano non eruttò tanta lava incandescente che non riuscendo la sua bocca a contenerla tutta dovette aprirla leggermente per permettergli di colare lungo il pene. Sentivo il rumore della sua mano che, impastata con il mio seme, saliva e scendeva. Era magnifico vedere le sue labbra che cingevano il pene e, sopra, le gote gonfie di sperma.

Gli spinsi ancora per due o tre volte la testa contro il pene poi soddisfatto la liberai, aprì le labbra e lungo il pene scese la colata di sperma che copriva completamente le nervature. Solo una piccola parte le rimase in bocca, la vidi deglutire con un aria soddisfatta.

 

 

 

nik

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