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Tradimento scoperto sul cellulare – 1

By 14 Novembre 2022No Comments

Tradimento scoperto sul cellulare – Parte 1

Questo racconto è tratto liberamente da fatti realmente accaduti, rielaborati con fantasia dell’Autore, e collocati in uno scenario liberamente disegnato senza riferimenti a personaggi e luoghi determinati..
Ogni diritto di autore, compreso quello di riproduzione (in tutto o in parte) è strettamente riservato all’avente diritto.

1. Quando il sospetto diviene certezza

Io sono un libero professionista, ho 52 anni, mia moglie Maura è un’insegnante di materie scientifiche presso un liceo della nostra città. Ha 50 anni ed è tuttora una bella donna che si mantiene bene, intelligente, religiosa, e 4 mesi fa ho scoperto la sua infedeltà dopo 25 anni di matrimonio e 2 figlie ormai maggiorenni.

La sorpresa amara si è realizzata dopo aver interpretato suoi comportamenti “strani” per me, e quando l’ho scoperta io e l’ho messa di fronte alle prove del tradimento, lei, dopo diverse esitazioni, resasi conto che non poteva negare l’evidenza, lo ha ammesso.

Ed è cominciato un calvario per entrambi.

Avevo sempre pensato che il nostro fosse il matrimonio perfetto tra due persone che si amavano profondamente: io pensavo di averle dato tutto, una bella vita, abbastanza agiata, viaggi e divertimenti fino all’arrivo dei figli e, poi, una dedizione assoluta alla nostra famiglia, riconoscendo a lei il ruolo di principale artefice della nostra armonia coniugale e di regina della struttura familiare.

Mi ero fidato ciecamente di lei e l’avevo sempre rispettata come donna e madre, mantenendomi fedele nel corso degli anni, non raccogliendo tante avances di altre donne ma guardando solo lei. Avevo accolte le sue esigenze, lasciandola vivere come credeva dopo le gravidanze, accentando di vedere ridimensionate le mie aspettative di uomo e marito, con il massimo rispettando il suo ruolo e le sue decisioni. Non l’avevo mai tradita e non pensavo che mi sarebbe successo quello che vado a raccontare.

Tutto era cominciato durante il periodo del Covid.

Mi erano venuti i primi vaghi sospetti con il periodo del lockdown nel 2020. A quell’epoca, lei doveva lavorare in DAD e pure io ero in casa a lavorare in “smart working”.

Durante la permanenza comune in casa riuscivo a vedere mia moglie cosa facesse e mi sono accorto che usava molto spesso lo smartphone, mandando e ricevendo messaggi. Insomma, chattava molto, pure nei tempi morti del lavoro.

Non è che, in precedenza, non lo facesse quando eravamo insieme a casa, dopo il mio rientro dal lavoro, ma non mi era sembrato così frequente.

Mi accorsi che le chat proseguivano nell’arco dell’intera giornata e, molto spesso anche il sabato e la domenica.

Dopo qualche settimana che avevo constatato questa situazione, cominciai a chiedere come mai fosse continuamente al cellulare, perché non mi sembrava che fosse compatibile (in certi orari e giorni festivi) con esigenze collegate al lavoro.

Mi diceva che teneva i contatti con le amiche della palestra oltre che con le colleghe amiche di scuola nei momenti di vita quotidiana in cui eravamo rinchiusi in casa, a causa della pandemia.

Era una spiegazione plausibile. Infatti, prima del lockdown, ogni tanto andava a cena fuori con queste amiche, erano suoi momenti di evasione dall’ambiente familiare e accettai la spiegazione offertami.

Provai pure a metterla sullo scherzo, dicendo che poteva esserci anche qualche maschietto palestrato tra i suoi contatti che avesse interesse in lei. Mi rispondeva, scherzando, che me lo sarei meritato, visto che ero così assorbito dal mio lavoro per gran parte della giornata. Anche questo rientrava nella complicità del nostro consolidato rapporto coniugale.

Intendiamoci, dopo venti anni di matrimonio, la nostra intesa sessuale era scemata e raramente si faceva sesso più di una volta a settimana, durante il fine settimana.

Però, quel suo interesse per le chat, con persone che non conoscevo, mi insinuò lentamente Il tarlo della gelosia, che cominciava a lavorare.

Punto dalla sua battuta critica sul fatto che la trascurassi, mi sforzai di cercarla con maggiore frequenza, ricevendo però una tiepida accoglienza. Sembrava che le andasse bene il nostro menage coniugale adagiato sull’abitudine.

Notavo che negli ultimi due anni, oltre a tenersi in forma fisicamente, come faceva da sempre, aveva continuato a depilarsi tutto l’anno la fica lasciando solamente una striscia di peli sopra la spaccatura (mentre in precedenza lo aveva fatto solo per l’estate, per indossare i costumi), oltre a indossare lingerie, come body di pizzo nero, perizomi, ecc. nel corso della settimana lavorativa.

Questa ripetuta frequenza di ricorso all’estetista e l’impiego di abbigliamento intimo intrigante, non condivisa con me nel passato, l’avevo notata nell’arco dell’ultimo un anno e mi fece sorgere il dubbio che potesse esserci davvero qualcosa che mi veniva nascosto: mi cominciai a domandare seriamente se mia moglie potesse avere una relazione con un altro uomo.

Le giornate passavano, anche le chat di mi moglie continuavano, così come le occasioni per indossare lingerie intrigante, abitudini poco consone ad una mamma di figli ventenni e moglie così virtuosa come appariva.

Anzi, potei constatare una crescente intensificazione nell’uso del cellulare da parte di mia moglie mano a mano che pure crescevano le occasioni che la portavano a trascorrere serate fuori casa con le amiche.

L’estate successiva, che trascorrevamo nella nostra villetta al mare, in un caldissimo pomeriggio di agosto , mentre ero anche io in ferie, mia moglie prende la macchina e con nostra figlia maggiore (che era venuta a trascorrere qualche giorno con noi prima di partire per le sue vacanze) e mi comunica che va a fare la spesa in un centro commerciale distante una sessantina di km.

Le saluto e mi accorgo, dopo una decina di minuti che erano partite, che Maura aveva lasciato il cellulare sul tavolinetto del salotto.

Sapendo che madre e figlia sarebbero rientrate non prima di un paio d’ore, colsi l’occasione per verificare se i miei dubbi potessero avessere qualche fondamento e lei avesse chattato con uomini e non solo amiche. Conoscevo il PIN del telefono di mia moglie, avendola vista alcune volte inserire, e, dopo averlo memorizzato, me lo ero segnato in un appunto che tenevo nel portafogli.

Presi il telefono e, dopo averlo attivato con il PIN, mi misi comodo su una poltrona che aveva la vista sul cancello di ingresso del nostro villino, per sentire e vedere il loro eventuale ritorno anticipato con la macchina, ed aprii Whatsapp.
Tra i vari nomi di contatti, in gran parte familiari e colleghe di lavoro che conoscevo (almeno di nome), trovai tra i primissimi nomi quello di AndreaC, un nome del tutto sconosciuto, che non avevo mai sentito pronunciare da Maura come oggetto di frequentazione.

L’ultima chat che aveva avuto con lui risaliva a circa un’ora i prima di lasciare casa con la macchina.
Una volta aperta la chat notai subito che c’erano moltissime comunicazioni, praticamente ogni giorno, dal mattino sino a sera inoltrata. Incuriosito e preoccupato, andai a ritroso di due settimane e quello che lessi mi gelò.

C’erano molti messaggi scambiai con cuoricini e faccine bacianti, specie al mattino ed alla sera, accompagnate da appellativi scambiati dal tono molto affettuoso, che mal si conciliavano con una conoscenza maschile a me totalmente sconosciuta e che poco aveva a che fare sull’insegnamento. Leggendo meglio i contneuti, c’’erano allusioni ed espressioni audaci che avevano riferimento ad eventi trascorsi insieme ad altri o da soli. Ma non bastava.

Questo Andrea, appena qualche giorno prima aveva chiesto a mia moglie quando sarebbe tornata in città dalla permanenza al mare e le aveva chiesto una sua foto in costume.
Era vero che, di tanto in tanto, c’era pure qualche scambio di vedute su libri che si riferivano a materie di insegnamento (evidentemente si erano conosciuti in ambiente scolastico) ma anche moltissime frasi su come trascorrevano le giornate al di fuori della scuola.

Appena qualche giorno prima, mia moglie gli aveva mandato un selfie con lo sfondo del mare e lui, aver espresso il suo apprezzamento per la figura giovanile e fatto i complimenti per il suo seno prosperoso (una quarta misura).
Maura lo aveva ringraziato con faccine che indicavano arrossimento e, poco dopo, Andrea aveva risposto con un cuore, una faccina con occhiolino e le aveva chiesto una foto con il seno di fuori, lamentando che ne aveva nostalgia. Questo messaggio mi aveva parecchio infastidito ed alimentato i più foschi presagi.

La risposta di mia moglie, infatti, non era stata di tono infastidito o almeno scherzoso. Gli aveva scritto: “porcellino mio, abbi pazienza”, segno di un’evidente confidenza ed intimità, che mal si conciliava con il suo stato di donna sposata.
Quella sera stessa, ad ora tarda, poi, gli aveva inviato una foto (che appariva scattata nel nostro bagno di casa) dove lei era a busto nudo con due bei capezzoli ritti e sotto un emblematico “Contento, ora ? Mi manchi tanto.”.

Era un bruttissimo segno. Mia moglie era notoriamente poco abituata a fare foto in pubblico e trasmetterle via Whatsapp e quel mezzo nudo fotografico era la prova che tra i due c’era una relazione che travalicava un’amicizia normale ed indicava una relazione di intimità e complicità di natura sessuale, probabilmente in corso da tempo. Più ci pensavo e più mi andavo convincendo che i due erano divenuti amanti e neanche da poco tempo.

Il mio timore era divenuto certezza e mi sentivo svuotato, depresso ed arrabbiato. Il mondo mi era crollato addosso. Perché era successo senza che me ne fossi accorto e, soprattutto, perché quel pugnalarmi alle spalle rovinava quella che avevo sempre ritenuto essere una coppia affiatata ed in sintonia con il nostro progetto di vita insieme.

Certo, quello che avevo scoperto era imbarazzante e mi aveva demolito. C’era una confidenza intima di Maura con un altro uomo, la cui presenza non avevo percepito né mi era stata comunicata da mia moglie.

Ma non era ancora una prova schiacciante del tradimento.
Passava il tempo e mi sentivo intontito dalla botta ricevuta. Allo stesso tempo volevo fare chiarezza ma cresceva in me il timore che mia moglie, accortasi di non avere con sé il cellulare, potesse anticipare il suo rientro al villino per riprenderselo.

Mi venne in mente l’idea giusta, quella di aprire il mio portatile e, caricato il programma di Whatsapp Desktop, che permetteva di utilizzare l’account del programma di comunicazione da un computer in parallelo al cellulare.
Non persi tempo e feci un collegamento con il cellulare di Maura (usando il QR code), in modo da poter usare la connessione per comunicare senza bisogno di avere io il telefonino, almeno finché non fosse rimasta in casa.

In quel modo, non avevo bisogno del suo cellulare e potevo leggere la chat e salvare le foto ed i messaggi sul mio laptop, con tutto comodo, senza rischiare di essere colto con il telefonino a fare una simile operazione.

A quel punto, rimisi a posto il cellulare dove l’avevo trovato, in modo da non rischiare ulteriormente di essere scoperto e detti sfogo alla mia curiosità ed ansia di conoscere.

Mi sedetti alla piccola scrivania che c’era in un angolo del salotto e mi misi a salvare quanti più messaggi e foto che trovavo, scorrendo all’indietro le chat.
Trovai anche una foto di lui, in costume da bagno. Era un uomo all’incirca della mia età, dall’aspetto giovanile e distinto, dal viso sorridente e piacevole, che irradiava sicurezza. Certamente doveva avere delle qualità culturali interessanti, che probabilmente lo rendevano attraente agli occhi di mia moglie, che aveva sempre espresso apprezzamento per gli uomini con cervello e non solo muscoli. Insomma, poteva essere una persona interessante per lei, visto che, oltre ad un bell’aspetto fisico, sembrava che fosse educato e colto. Ma non me ne aveva mai parlato.

Colto, forse sì, ma … sleale a rubare la donna di altri. Perché non poteva essere un’innocua amicizia maschile ma un vero e proprio amante, come confermavano le chat che mi scorrevano nelle videate del mio laptop. L’irritazione cresceva: pensai che quello si godeva le tette di mia moglie e chissà cos’altro, magari m’irrideva come marito ignaro e cornuto.

La mia rabbia salì al pensiero che, chissà quante volte, mia moglie si era coricata nel letto di sera con me dopo aver fatto sesso con il suo amante. Ed avesse rifiutato a me quello che, immaginavo, concedeva facilmente all’amante,

Ero depresso dal pensiero di essere stato cornificato da tempo senza nessun rispetto per la nostra unione coniugale e la nostra storia insieme.
Ricordo che decisi di fargliela pagare, senza farmi prendere dall’ira. Avrei trovato il modo di coglierli in flagranza e, poi, di affrontarli in modo deciso, senza pietismi.
Dovevo prepararmi con calma e freddezza, per metterli spalle al muro.

(continua)

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