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Trasformazioni

By 29 Aprile 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e mia moglie siamo andati a fare le vacanze al mare nella solita località sarda perché ci siamo trovati sempre bene e li abbiamo anche una casetta indipendente. E’ stato un regalo dei nostri genitori e noi che non superiamo i 30 anni di età ne approfittiamo pur potendoci permettere periodi di relax in altre località dell’Europa. Il mio nome è Giulio ed ho 28 anni e mia compagna è Paola e ne ha 23. Io lavoro e lei fa la barista all’ospedale civile dove lavora anche fino a tarda notte. Ci si vede poco solitamente di giorno e non abbiamo molte occasioni per stare insieme. E’ vero però che le ferie le passiamo insieme e per fare tanto l’amore accoppiandoci spessissimo recuperando il tempo passato e soprattutto togliendoci tante voglie.
In Sardegna è inutile dire che i profumi e l’aria di mare pulita ci ritempra fin dal primo giorno. In prossimità della casa non c’è nessun servizio essendo un posto dove regna il silenzio e la tranquillità ed allora per poter acquistare qualcosa da mangiare siamo andati a fare spesa al market più vicino dove abbiamo conosciuto Deborah che aveva anche lei una casetta nel nostro residence. A dire il vero l’avevamo notata già dallo scorso anno ma non avevamo avuto occasione di parlarci. Già da allora pensammo alcune cose di lei ed esprimemmo dei pareri circa l’aspetto del suo corpo che lasciava chiaramente capire che l’aveva modificato.
Anche quest’anno Deborah passava le vacanze nel nostro stesso periodo. Fu una battuta scambiata con la cassiera del market che diede il via alla nostra conoscenza e poi avendo scoperto entrambe che avevamo l’abitazione nello stesso residence passammo a parlare del più e del meno ed anche della multiproprietà che lei aveva e che le consentiva di fare solo quattro settimane di vacanza all’anno. La sua abitazione si trovava a circa dieci metri dalla nostra casa.
Sulle prime la mia compagna Paola, che è molto giovane forse per rispetto per chi ha un po’ di anni più di lei, stentava a darle confidenza dandole sempre del lei. Non so se fosse anche per invidia o gelosia dell’aspetto che la donna esibiva “Guarda quella!” diceva “Deve essere una troia, non vedi come va in giro? Sempre con le tette al vento, chiappe fuori, tutta truccata ed ingioiellata anche in spiaggia. Si fa notare anche da chi non vuole vederla!”. Queste parole sembravano dette da una bigotta ma in effetti era una donna che dava l’impressione che volesse farsi notare in qualunque modo con i suoi atteggiamenti e look.
Deborah era una donna che con le forme corpo era una continua esibizione, appariva molto sexy, intrigante, aveva passato da poco i 40 anni ma non lo dimostrava assolutamente. Con i suoi modi di fare e la sua eccessiva appariscenza attirava lo sguardo di molti uomini e ovviamente molti le ronzavano intorno.
Poiché frequentavamo la stessa spiaggia, Paola e Deborah si frequentarono sotto l’ombrellone conoscendosi di più e diventarono molto amiche.
Scoprimmo così che la donna era colta e di buone educazione, frequentava ambienti letterari ed aveva amicizie importanti e la sua frequentazione era un piacere.
La reciproca amicizia e la frequentazione non si interruppe con il termine delle vacanze di Deborah e proseguì felicemente e gradevolmente anche in inverno continuando a frequentarci anche in città.
Una sera a casa nostra, si parlava con Deborah dell’estate trascorsa insieme.
La confidenza era diventata notevole e le due donne parlavano liberamente senza porsi problemi di pudore ma sempre con la correttezza e cordialità.
Anche in inverno Deborah esibiva il suo corpo indossando abiti un po’ succinti, truccandosi molto. Il suo aspetto ci affascinava e l’idea che sembrasse una troia si era dissolto essendo una persona totalmente diversa da come l’avevamo pensata a primo impatto.
L’amicizia si era consolidata e lei frequentava la nostra casa anche quando io non c’ero; al ritorno trovavo Paola amorevole e ciarliera. Un giorno sentii queste parole “Certo tu, il topless in spiaggia te lo puoi permettere” diceva Paola “hai un seno bellissimo”.
“Grazie, ma sai, non è tutta roba mia. Me le sono fatte riempire un po’ da un mio amico chirurgo estetico”,
“Ti hai fatto mettere la protesi di silicone? Non si nota assolutamente”
“Guarda! E’ stata una cosa da niente e non è stato doloroso. Se vuoi ti faccio conoscere questo dottore, che tra l’altro è veramente un bell’uomo” e mostra il petto evidenziando ancora di più le tette nella già ampia scollatura.
Paola, incuriosita, approfondì l’argomento anche nei giorni seguenti. Mi venne da pensare che anche lei avesse l’idea di farsi un ritocco a qualche parte del suo corpo. Deborah convinse Paola a esibire sempre più il suo corpo che non era certo da pin up. Notai con mio piacere che Paola ogni giorno sfoggiava abiti diversi comprati on line soprattutto provenienti dalla Cina oppure presi anche a prestito dalle amiche e diventava, finalmente, con mio piacere sempre più esibizionista.
L’idea di fare dei ritocchini al corpo da parte di Paola si fece di giorno in giorno più insistente. Non è che io non volessi ma all’inizio mi sembrò eccessiva, poi cambiai anche io idea pensando e vedendo in rete donne che erano effettivamente più attraenti e ‘bone’ solo perché avevano fatto delle modifiche alle loro forme. Infine mi convinsi che il suo corpo essendo già formato non aveva quelle forme che lei avrebbe desiderato per sentirsi veramente a suo agio come femmina giovane.
Deborah fu allegra e felice di sapere la notizia e si dette da afre per farle conoscere fare chirurghi plastici; uno di essi alla fine la fece innamorare delle modifiche e Paola si decise a modificare il suo aspetto.
Paola era felice di ciò che andava a fare e qualche mese dopo fu dimessa dalla clinica involta da fasciature e tutori.
Qualche settimana dopo mi volle fare una sorpresa: entrai in casa e lei si mostrò nuda. Apparvero due tette da sballo, alte, sode, veramente esagerate. I capezzoli, infiltrati con collagene per aumentarne il volume, le rimanevano perennemente duri e sporgenti.
Fece nei mesi seguenti poi altri due ritocchini ‘volanti’ alle labbra ed agli zigomi.
Da quel momento iniziò per Paola una veloce trasformazione; era felicissima di esporre il suo corpo che fino allora aveva tenuto nascosto. I consigli che le aveva dato Deborah erano serviti ed io ne ero felice tanto che piaceva anche me esibire la mia compagna e lei aveva occasione di dare sfogo al suo esibizionismo represso con i consigli di Deborah ed incoraggiata anche da me.
Le sue gonne divennero sempre più corte e strette, tacchi sempre più alti, indossava solo calze con reggicalze ben in vista o autoreggenti. Le minigonne che si comperava erano per me sempre troppo lunghe e le faceva ulteriormente accorciare in modo che potesse mostrare sempre di più le cosce al di sopra dell’orlo delle calze; per lei era diventato impossibile sedersi senza mostrare i suoi indumenti intimi per la felicità di tutti.
Le tette belle turgide si reggevano da sole ed era uno spettacolo vederle e toccarle di conseguenza Il reggiseno non le serviva più; qualche volta indossava dei modelli particolari acquistati chissà dove su internet che portava sotto camicette trasparenti o giacche tenute abbondantemente sempre aperte per fare si che la guardassero. Erano capi da serate particolari dove esporre il corpo era l’inizio di scopate o masturbazioni collettive; roba da porno shop.
Ultimamente Paola si era talmente calata nella parte di esibizionista che non consultava più la sua amica Deborah che a sua volta diceva di essere sempre sorpresa delle esibizioni di Paola ed era preoccupata perché mi diceva che temeva per la sua incolumità; temeva che qualcuno la violentasse. Da ciò ne dedussi che la mia compagna non seguisse i consigli della sua amica.
In ogni caso vedere Paola era sempre uno sballo, scoparla era come vivere in un film porno e lei mi lasciava libero di sfogare tutti i miei desideri fatti nella giornata. Nella mia mente avevo solo due donne: una era Paola l’altra era Deborah e quando facevo sesso le immagini di Deborah mi venivano in mente e mi accadeva di pensare che ad accoppiarsi con me ci fosse proprio lei. Forse era Deborah che volevo avere.

Paola non era mai stata così disinibita, così esperta, ma a me non importava, mi piaceva solo il piacere che la sua lingua mi dava scorrendo abile e leggera sul mio sesso. La sua bocca si era abituata ad ingoiare il glande sempre più profondamente fino alla gola facendo scomparire completamente il cazzo ed arrivare a lambire i testicoli con le morbide labbra gonfie e turgide.
Mia aveva fatto depilare ed anche il mio corpo era liscio e bello. Non sospettavo che mi piacesse vedere il mio corpo senza peli. Ammetto che esserlo è bello e da un piacere particolare.
Paola usava anche le sue splendide tette avvolgendo la mia asta prepotentemente eretta, massaggiandola velocemente per poi calmarsi e concedere tregua e riprendere da capo il gioco.
Quando eccitatissimo di desiderio salivo su di lei per montarla, lei mi sorprese mettendosi carponi sul letto nella posa più erotica ma anche oscena, dilatandosi con le mani le natiche sode e rotonde disegnate in clinica dal chirurgo su suggerimento di Deborah.
Contrariamente a quanto faceva da ragazzina durante la monta urlava , parlava e mi diceva ciò che provava; la sua voce arrivava alle orecchie con un tono da capire che era stravolta dal piacere ed io sentivo le parole senza comprenderne pienamente il significato.
Una volta capii “Nel culo. Mettimelo nel culo!” e come una belva impazzita dalla voglia mi avventai su di lei innestando senza troppe difficoltà il cazzo nel suo delizioso forellino anale e, battendo ritmicamente il mio pube contro le stupende natiche di Paola, mi persi in un mare di piacere mentre le mie mani toccavano il corpo giovane e perfetto uscito da pochissimo dalle mani del chirurgo plastico. e tormentavo le tette sode.
Avere il culo di Paola era stato in passato il mio desiderio più forte che ora si stava realizzando. Lei non voleva mai darmelo ma ora convinta da Deborah si concedeva con piacere e grande goduria anche per lei.
La prima volta che me lo dette giocai estraendo completamente il cazzo per attendere che lo sfintere si contraesse per poi riprovare la magnifica sensazione del violare lo stretto passaggio iniziale. Paola mi lasciava fare, anzi mi incitava e non si tirava indietro nemmeno quando misi in pratica il mio ultimo sogno estraendo il cazzo dal suo culo andai a premere con il glande sulle sue labbra della bocca. Nonostante non fosse sempre pulito lei apriva le labbra e lo accoglieva succhiandolo fino a che non le invadevo la bocca con il mio sperma caldo e vischioso mentre le trattenevo la testa e costringendola ad ingoiare sino all’ultima goccia.
In tutto l’inverno e fino all’estate lei inventò tante posizioni e tanti giochi ed anche io feci altrettanto facendo varianti per poter meglio godere dei nostri giochi sessuali.
Durante le scopate ed anche gli accoppiamenti bestiali che avevamo non mancavano i film porno che a lei improvvisamente su suggerimento di Deborah piacevano molto; i suoi preferiti erano quelli in cui c’erano due maschi ed anche due donne, non disdegnava il genere fetish e mi chiedeva se se a me sarebbe piaciuto essere sottomeso e subire sesso come vedevamo nei film e nelle clip varie della rete.
Della trasformazione fisica e mentale di Paola ero felicissimo.
Passò l’inverno e ci ritrovammo ancora al mare insieme a Deborah.
Nel residence e ovunque andassimo La mia compagna insieme all’amica erano diventate il centro dell’attenzione di tutti gli uomini; in spiaggia poi oltre agli uomini c’erano i commenti invidiosi delle donne che dicevano di entrambe essere delle puttane e più benevolmente delle troie.
Lo spettacolo che loro offrivano era l’esibizione dei loro bellissimi corpi; esponevano le meraviglie fatte dal chirurgo durante l’inverno.
L’ammirazione ostentata da tutti, sia maschi che femmine, erano le mammelle sempre nude e microscopici tanga di stoffa leggera che, uscendo dall’acqua, diventavano completamente trasparenti insinuandosi in ogni minima piega delle loro fighe perfettamente depilate.
Con movenze da animale da monta si sdraiavano a prendere il sole a pancia all’insù, con le gambe leggermente divaricate, lucide per l’olio solare passato sulla pelle e con il sottile senso di piacere provato nell’osservare gli sguardi arrapati dei maschi che giravano intorno e di invidia delle femmine che non potevano competere con loro due; ciò creava delle risatine maliziose da parte di Paola e Deborah.
A volte trovavo delle scuse per allontanarmi e confondermi tra le persone presenti in spiaggia, lasciarle sole e vedere da lontano il via vai dei presunti corteggiatori, dei guardoni e ascoltare i commenti:
” Che fighe, cosa non farei per scoparle!”
“Secondo me devono essere due lesbiche”
“Quelle hanno una voglia di cazzo bestiale”
“Per me sono due troie”
” Hai visto che tette? Darei mille Euro per farmi fare una spagnola”. “Esagerato! Quelle per cento Euro ti danno anche il culo!”
Queste erano alcune tra le frasi più ricorrenti.
Un giorno Deborah ci disse che a casa sua doveva venire a passare due settimane di vacanze un suo amico che poi ci fece sapere essere il suo stallone; il suo nome era Carlo. Non era il suo compagno ma solo il suo uomo del momento, un bel tipo, molto brillante che si dilettava di fotografia ed era piuttosto bravo nel farlo. Ci parlò di lui in modo entusiasta dicendoci che ci saremmo trovati bene e che con lui ci sarebbe stato un rapporto ampio perché aveva una mentalità molto aperta. Inoltre lui era conosciuto nella zona e conosceva tutti ed essendo un uomo di mondo a cui piaceva divertirsi, conoscendo tutte le discoteche.
Uscendo con lui tutte le sere per passeggiate o per cenare spessi si finiva in una delle discoteche dove lui aveva degli amici.
A Paola piaceva molto frequentare quegli ambienti e confondersi con le persone che le animavano anche se la sua avvenenza era tale che non passava inosservata così come quella di Deborah. Entrambe erano delle attrazioni a cui gli amici di Carlo non rifiutavano l’ingresso. Ci eravamo trovati bene in un locale e quasi tutte le notti andavamo lì. Dopo qualche giorno Paola fu invitata a fare i primi balli sui cubi, Carlo le fece le prime foto in discoteca e poi in spiaggia con sempre meno vestiti addosso e finendo per fare servizi fotografici nello studio che aveva non lontano dal nostro residence.
Mi piaceva vederla fotografata da Carlo, guardarla spogliarsi ai suoi comandi e posare in pose sempre più erotiche.
Nel frequentare quello studio e vedere le foto di molte altre ragazze avvenentissime alle pareti mi resi conto che Carlo faceva foto commerciali per pubblicizzare locali della regione.
Ricordo che era una sera di fine agosto nello studio di Carlo regnava un’atmosfera particolare perché avevano appena terminato un servizio per un locale dove ci sarebbe stata una festa in tema sado-maso.
“Perché non ne approfittiamo per farci qualche foto con questi costumi particolari?” propose Deborah.
“Ottima idea!” rispose Paola.
“Ok. Ma non rovinatemi i costumi che debbo restituire” disse approvando l’idea anche Carlo.
Deborah aiutò mia moglie a pettinarsi, fermandole i capelli con il gel e tirandoli al massimo per creare una coda di cavallo che poi fermò con una fascia di pelle.
Sul corpo nudo le fece indossare un super microscopico perizoma di pelle nera che scompariva profondamente nel solco delle sue natiche riaffiorando davanti con un più che minuscolo triangolino allungato che sembrava spaccare in due la sua splendida figa glabra che si appariva solo in parte. Reggiseno che le aveva fatto indossare Deborah era fatto di stringhe che abbracciavano le mammelle circondandole e le lasciava completamente scoperte così dava l’effetto di spingere verso l’alto i capezzoli che Deborah aveva baciato lievemente mentre li ritoccava con un rossetto rosso brillante. Ora era veramente una figa da far sbattere senza tregua!
L’abbigliamento fu completato sotto gli occhi miei e di Carlo calzando lentamente un paio di stivali a punta di latex estremamente aderenti con un tacco sottile ed altissimo.
“Guarda, così sono un bel po’ più alta di te. Mi sembri un nanerottolo” mi disse in tono sarcastico.
Subito dopo Carlo , senza avvertirla, cominciò a scattare le prime foto.
“Deborah succhiale i capezzoli, voglio vederli gonfi e durissimi. Dai, falla eccitare di più!……..Brave così! Ora baciatevi. Voglio vedere bene le vostre lingue che si toccano” chiese Carlo
Si misero in posa guardando l’obiettivo con le lingue che si toccavano dopo un vero e proprio bacio con tanto di lingue scambiate in bocca a labbra unite.
Mia moglie era eccitatissima. Dopo qualche foto Carlo mi propose di unirmi a loro.
“Dai, vieni qui con noi!” aggiunse Paola “Potresti fare la parte della nostra schiavetta”
Cercai di fare un po’ di resistenza ma in fondo l’idea mi piaceva e ubbidì. La cosa mi sembrava buffa ma eravamo d’estate e volevo divertirmi anche io. Poi Paola e Deborah mi convinsero ed allora mi lasciai andare nelle loro mani. Mi truccarono perfettamente; parrucca nera a caschetto, molto rimmel, fondo tinta, rossetto, mi fecero indossare un body di vinile rosso a cui avevano riempito le coppe con del cotone, calze a rete e reggicalze.
“Sei perfetto, sembri proprio una gran troia” disse Paola con un tono diverso che non conoscevo in lei e proseguì “Adesso vieni qui! Giù a quattro zampe!”
Deborah prese una spazzola per capelli di metallo e cominciò a batterla sulle chiappe.
“Guarda che bel culetto! Bisognerà farlo diventare tutto rosso”
Batteva sempre più forte e di tanto in tanto forzava con il manico cercando di penetrarmi. Paola ci guardava divertita “Dai Carlo! Smettila di fotografare! Vieni qui anche tu! C’è spazio anche per te” gli disse.
Carlo smise di fotografare e si avvicinò. Paola lo prese per mano e lo portò davanti a me fino a pochi centimetri dal mio volto, lo aiutò a slacciarsi i pantaloni e calargli con frenesia la cerniera dei pantaloni leggeri. Carlo si denudò e la mia compagna gli prese in mano il cazzo e tenendolo ben stretto me lo avvicinò “Amore, prendilo in bocca! Da bravo fagli un pompino come si deve!” così dicendo spingeva il cazzo di Carlo contro le mie labbra chiuse.
Non avevo mai fatto un pompino ad un maschio ed ero riluttante ma Paola mi intimò “Allora vuoi aprire questa bocca, troia!” quasi gridando e cambiando il tono della voce.
Chiusi gli occhi e aprii la bocca. Non appena lo feci Carlo mi ficcò il suo grosso cazzo in bocca tentando di farlo arrivare fino in gola. In ogni caso mi ha scopato in bocca con foga.
Nello stesso momento Deborah con il manico della spazzola mi penetrava dietro, muovendolo avanti e indietro, sempre più in profondità. Sentivo il mio culo cedere ad ogni colpo ed allargarsi sempre di più. Era una bella sensazione che non avevo mai provato prima se non qualche volta sporadica in cui la mia compagna mi aveva messo il dito dentro ma al confronto era poca cosa.
Carlo venne quasi subito e con i suoi getti di sperma mi riempì la bocca.
“Ingoia tutto da bravo! Ecco, così! Adesso leccagli bene la cappella, non perderne neanche una goccia” così dicendo Paola spingeva la punta del piede del suo stivale contro la plastica del body che era tesa dal mio sesso eccitato e proseguì “Ahh! Guarda che cazzo duro che hai! Ti è piaciuto prenderlo in culo e in bocca contemporaneamente? Sei proprio una gran puttana, sono fiera di te!”
La situazione era veramente intrigante e piacevole, quindi continuai a leccare l’uccello di Carlo ingoiando tutto lo sperma fino a quando non gli si ammosciò completamente. Ebbi così l’occasione di assaporare per la prima volta lo sperma di un altro maschio. Mi sentivo sottomesso ed era una sensazione piacevole. Pensavo che essere gay in effetti non era male se si trttava solo di prenderlo in culo ed in bocca e poi ingoiare lo sperma.
“Bene Paola!” disse Carlo restando nudo e riprendendo a fotografare “non immaginavo che saresti stata così brava nella parte della padroncina”
Carlo ci chiese di fare sesso così come ci piaceva e quindi per accontentarlo proseguimmo accoppiandoci con grande soddisfazione da parte di tutti e quattro ma soprattutto mia perché avevo conosciuto un altro lato del sesso di gruppo che avevo visto nei filmati e nelle foto su internet avendo al mio fianco Paola.
La mattina seguente dormimmo fino alle prime ore del pomeriggio. Mi svegliai sentendo il telefono squillare e Paola rispondere. Girandomi nel letto per vedere che ore fossero vidi sul comodino una grossa scatola, lessi la scritta sul coperchio “Alla mia troia. Con amore da tua moglie. Così non sembrerai più un nanerottolo”
La aprii e vidi che conteneva un paio di stivali di vernice bianca alti fino alla coscia con zeppa e tacco di metallo altissimo, misura n°43.
Paola riattaccò e si voltò verso di me sorridendo disse “Amore, era Deborah. Stasera viene a trovarci dopo cena con Carlo e un suo amico”
L’amico si chiamava Elio ed era era uno schiavo maschio. Deborah me ne aveva parlato ma ero rimasto scettico che esistessero. E’ vero che con lei ed il suo amico Carlo c’ero stato ma sembrava più una carnevalata e niente altro che poi è finita con l’assaggiare la sborra di Carlo.
Per me era la prima volta che incontravo uno schiavo maschio, fino ad allora avevo visto solo film con coppie e con schiave femmine, era quindi una situazione nuova da affrontare non senza un poco di titubanza perché fondamentalmente mi sentivo etero. Da ragazzino avevo avuto in tempi passati incontri bisex ma erano solo esperienze di teenager e non erano stati male.
L’amico si chiamava Claudio, aveva 25 anni ed era alla prima esperienza. La nostra amica Deborah lo trovò con su un annuncio in cui si dichiarava pronto a tutto ma si capiva subito che non era vero. Lui cercava una padrona o un padrone e probabilmente, in cuor suo, sperava di trovare una padrona ma chissà perché questa volta decise di incontrarsi con noi; forse era stata Deborah a convincerlo magari facendole vedere foto o filmati di Paola
Parlammo a lungo con lui volendo capire cosa volesse veramente e serviva sapere esattamente come comportarsi. Non avevo le prove ma intuivo che dominare una donna è diverso da farlo con un uomo; la psicologia e le aspettative sono differenti e se non fossimo riuscito a “schiavizzarlo” veramente non saremmo stati, io per primo, veramente soddisfatto.
Era un sabato sera e andammo a casa di Deborah. Li da lei perché pare che l’ambiente fosse più adatto.
Lui partì andò prima di noi e la nostra amica aveva già dato istruzioni per farsi trovare pronto secondo le istruzioni. Escluso il pube, doveva essere completamente depilato, in particolare fra le natiche, mettere su un tavolo tutto l’armamentario sado-maso che possedeva e vestirsi normalmente jeans e maglietta.
Quando suonammo lui aprì immediatamente e lo squadrammo da capo a piedi; era effettivamente un discreto ragazzo, capelli corti e fisico asciutto.
Andammo in salotto dove osservai cosa aveva messo insieme per la serata, cioè tutto quello che usava per le sedute che fino ad allora aveva fatto. L’attrezzatura di cui disponeva era in effetti un po’ misera: un paio di catene, della corda, mollette da bucato, delle candele, un cazzo in plastica di circa un centimetro di diametro. In effetti un po’ poco ma per fortuna Deborah e soprattutto Carlo avevano qualcosa.
Deborah gli ordinò di spogliarsi e lui lo fece “Da questo momento parli solo se interrogato e ad ogni ordine risponderai con un “si padrone” gli disse Deborah, ed aggiunse “Ora spogliati!”
Non appena fu nudo si piegò a 90 gradi con le gambe divaricate.
“Vediamo se ti sei rasato bene!“ disse Paola mentre gli allargava le natiche ed ispezionava il culo con attenzione.
Fino a quel momento aveva risposto bene ma si vedeva che era imbarazzato.
Nella mia mente balenò l’idea di un clistere ma ebbi il coraggio di dire la mia idea ed optai per chiedere quali esperienze avesse fatto.
Lui stando in piedi di fronte a me mi spiegava con scarso imbarazzo a quali prove era stato sottoposto.
Dopo una mezzora di chiacchiere decidemmo che era ora di iniziare e le due donne lo portarono in bagno seguiti da Carlo.
L’idea del clistere non era solo mia; la ebbero anche gli altri e Carlo la attuò infatti sotto il suo sguardo attento Claudio dovette preparare il suo clistere.
Io sotto lo sguardo attento delle donne che si tenevano abbracciate e si baciavano, mi avvicinai a lui, gli legai le mani dietro la schiena e gli infilai nel culo la cannula per poi aprire il rubinetto.
Dopo non molti minuti lo sentimmo dire supplicando “Non lo reggo più padrone, la prego devo scaricare!” Era entrato circa un litro di acqua nel budello.
“Scaricati pure!” rispose Carlo. Claudio allora cerco di alzarsi ma io lo tenni giù.
“Ho detto che puoi scaricarti, non che puoi alzarti, non capisci l’italiano?”
Passarono pochi secondi e uno spruzzo di acqua e merda gli sgorgò dal culo. Io attesi che finisse e gli rimisi la cannula nel buco.
Gli spiegai che fino a che il suo scarico non fosse stato bello limpido da lì non sarebbe uscito da dove si trovava.
Claudio si era messo dentro la vasca da bagno e quindi tutto ciò che usciva dal suo intestino rimaneva lì dentro. L’operazione di pulizia intestinale andò avanti a lungo e tutta l’acqua che entrava, e che dopo poco usciva, riempiva la vasca. Dopo una decina di introduzioni giudicai la pulizia sufficiente e lo slegai “Ti aspetto in salotto. Pulisci tutto e fai la doccia”
Dopo una ventina di minuti tornò’ in salone “Vieni qui!” dissi bruscamente.
“Mani dietro la nuca e gambe divaricate!” ordinai e Claudio si affrettò ad eseguire. Lo raggiunsi e circondai la vita con una catenella che bloccai con un lucchetto, feci passare un capo giù fra le gambe e poi dietro, fra le natiche per poi tornare a fissarsi sul davanti. Ora era il momento del dildo.
Le donne erano disinteressate a ciò che facevamo. Loro si baciavano ed ora stavano leccandosi in un meraviglioso 69 incuranti dello schiavo che neanche le guardava.

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