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Un angolo d’Oriente nell’Oltrepò Pavese – parte 2

By 3 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Immaginate il mio stupore, che non riuscìi a mascherare ma che non offese la bella Suki, la quale candidamente ed in modo semplice mi raccontò la sua vita fatta di stenti e sopportazioni sino al giorno

in cui arrivò Evaristo, che interessatosi a lei, se la portò via, lontano da quella vita e quell’ambiente.

Mi raccontò anche delle sue difficoltà ad apprendere la lingua italiana, e di come poi E., l’avesse fatta lavorare nella sua azienda, guarda caso a far da tramite con la clientela giapponese, ghiotta com’è anche di quel dolce nettare che è il vino di quella zona.

Ritornò all’improvviso Evaristo, scusandosi della sua assenza causa telefonata di lavoro, notando con un leggero sorriso di come avessimo fatto conoscenza Suki ed io. Iniziai a spiegare al mio ospite quale lavorazione avessi in mente per la sistemazione del computer e per evitargli ulteriori blocchi e fermo macchina così dannosi soprattutto quando hai un’azienda e ti serve per lavoro. Al termine ci accordammo dunque su quando avrei potuto iniziare senza creargli problemi ulteriori sino al completamento dei lavori. Ci demmo appuntamento per il giorno successivo in quanto E. non voleva attendere oltre. così dopo i saluti di rito. mi incamminai verso l’uscita.

Saluti finali sull’uscio, ad E. e Suki, e mentre salii in macchina notai con sguardo furtivo che il mio ospite aveva la mano infilata sotto il vestitino di Suki e la stesse baciando in un modo oserei dire osceno, gli stava letteralmente violentando la bocca, senza preoccuparsi minimamente dall’essere visto, anzi volendo quasi farsi vedere. Notai anche che Suki guardava nella mia direzione, quasi vergognandosi pensai tra me e me. Vidi che la mano sotto il suo vestitino si muoveva in modo frenetico e gli occhi di Suki si chiudevano a volte per il piacere.

“Beati loro” pensai, e mi allontanai da quella scena che mi aveva eccitato oltremodo e fatto venire delle voglie.

Il giorno dopo arrivai puntuale con l’occorrente per il lavoro da fare. Mi accolse Suki con un’altra ragazza giapponese, “cavolo” pensai, “ma qui c’è una dépendance di bellezze orientali”, subito Suki mi presentò la sua amica come mi disse : ” lei Akio” .

Mi ero preparato in verità per Suki, ma colsi la palla al balzo e così sfoderai un sonoro : “ohaioogozaimas” ovvero buongiorno in giapponese, che mi ero cercato la sera prima su big G.

Fu probabilmente la mia scarsa pronuncia all’occidentale che fece scoppiare a ridere sia Suki che Aiko e valutai positivamente il fatto che era come l’aver già sciolto il ghiaccio.

Seguii le due bellezze ancora ridacchianti su per le scale verso lo studio mentre Suki mi informava dell’assenza di Evaristo che sarebbe tornato per l’ora di pranzo.

Le ragazze mi avevano strappato letteralmente dalle mani sia la borsa a tracolla che la ventiquattr’ore, prima di accompagnarmi al piano di sopra. Giunti nello studio Suki si lasciò cadere sul divano senza minimamente preoccuparsi che, come il giorno prima, il suo microscopico vestitino faticasse a dismisura nel cercar di velare le sue parti intime cui gettai un’occhiata vogliosa, ma purtroppo lei se ne accorse perché quando la guardai in volto, vidi che mi osservò intensamente per poi sorridermi in modo direi diverso, o forse…. fu solo la mia impressione.

Aiko vestiva una camicetta bianca un po’ trasparente che più che nascondere, velava un reggiseno bello pieno, di una seconda abbondante, ed una minigonna a larghe pieghe. Anche lei, senza badare ai convenevoli si era sdraiata sul divano appoggiando poi la testa sulle cosce di Suki. Nel vederle così mi vennero i sudori freddi dal tanto fossero sensuali e desiderabili. Distolsi a fatica gli occhi da quella scena e mi preparai il necessario sulla scrivania per il lavoro da farsi. Le ragazze osservavano in silenziosa reverenza, e quel loro silenzio mi metteva a disagio al punto che quando cercando di estrarre il computer da sotto la scrivania detti una tremenda capocciata sotto il piano della stessa.

Scoppio improvviso di risate da parte delle ragazze che si rotolavano sul divano dal divertimento, mentre io impacciato, con una mano tastandomi il bernoccolo sulla testa le guardavo ammutolito, osservando più il culettino nudo di Suki con quella paradisiaca fessurina che non le microscopiche mutandine di Aiko esposte tranquillamente in bella mostra. Dopo interminabili secondi di quel meraviglioso spettacolo dovetti staccarmi a malincuore da quella scena e tornare a posizionare il pc sulla scrivania. Quando fui pronto volevo chiedere a Suki dove fosse il bagno, e girandomi all’improvviso verso lei, me la ritrovai stranamente vicinissima. Dovette accorgersi della mia sorpresa perché penso vide distintamente il mio sguardo perdersi prima nella scollatura del suo vestitino e poi nei suoi grandi dolci occhi neri. Mi prese la mano, e mi accompagnò come si accompagna un bambino, peccato però che mi lasciò sull’uscio, mentre io sempre guardandola, entrai in bagno.

Tornai alla scrivania trovando Suki seduta sopra con i piedini sulla sedia e quando accennai al dovermici sedere non si scompose e tolse i piedi rimanendo sempre sulla scrivania con le gambe leggermente scostate che faceva leggermente dondolare e guardandomi a mò di sfida. Spostando la sedia dal tavolo mi sedetti con fatica perché a quel punto avevo le cosce di Suki quasi davanti al viso e potevo intravvedere la deliziosa peluria nera per niente nascosta dal vestitino tirato su sin quasi all’inguine. Era evidente che mi stava provocando ed io sudavo freddo, quando dopo un po’ mi chiese bruscamente se volevo un caffè.

Lieto che quella situazione si sbloccasse accettai subito e lei, scesa dalla scrivania, si incamminò verso la cucina seguita a distanza da Aiko, la quale prima di uscire dalla stanza ed appoggiandosi allo stipite mi disse a voce bassa, “ tu piace a Suki” e se ne andò, ma subito ritornò ed aggiunse” anche a me” e scappò via.

“Sapeste voi” pensai tra me e me mentre iniziavo il mio lavoro.

Mentre ero assorto nell’iniziale recupero dei dati non mi ero reso conto del ritorno delle ragazze con le tazze di caffè, sentii solo una mano sulla spalla sinistra che mi cingeva il collo e Suki che si appiccicava a me, appoggiando la tazzina fumante di caffè su di un angolo libero della scrivania.

Interruppi subito il lavoro per non cadere in errori vari ed iniziai a sorseggiarmi il caffè, mentre Suki sempre incollata a ma beveva il caffè fingendo con aria indifferente. Sentivo il calore del suo corpo mentre vedevo Aiko seduta compostamente sul divano guardarci di sottecchi. La voglia di mettere la mia mano sul fianco di Suki era forte ma dovetti trattenermi pensando al fatto che era la donna di E. e quindi meglio non rovinare l’inizio del rapporto con un personaggio così, che era meglio tenersi buono per il futuro.

Scusandomi con lei, le dissi che avevo bisogno di tranquillità per il lavoro certosino che dovevo affrontare. Le vidi in faccia un’espressione un po’ corrucciata con la quale se ne andò senza degnarmi di uno sguardo. Aiko rimase sul divano in silenzio bevendo il suo caffè e continuando ad osservarmi.

Anche se un po’ a disagio, concentrandomi sulla parte iniziale del mio lavoro, pian piano mi estraniai dall’ambiente. Ci ritornai all’improvviso sentendo la voce di Evaristo che era ritornato, e che stava giungendo nello studio accompagnato da Suki che non smetteva di parlottare con lui probabilmente in giapponese. Mi resi conto anche che erano passate oltre due ore dall’inizio del lavoro. Salutai E. che venne ad informarsi se avevo bisogno di qualcosa, ma spiegai lui della fase delicata del lavoro, quella del recupero dati. Questo ci trascinò in una discussione con innumerevoli domande e risposte atte ad effettuare l’analisi completa del computer e non ci rendemmo conto che oramai l’ora di pranzo era passata da mò.

E. si assentò con Aiko per andare ad organizzare il pranzo assieme a Suki, mentre io completavo il lavoro sul computer.Dopo un po’ sentii la chiamata tramite l’interfono, e la dolce voce di Aiko che mi diceva:

“venile mangiale”.

Li raggiunsi nell’ampia cucina ad isola al pianterreno e ci accomodammo sugli alti sgabelloni. Parlammo del più e del meno mentre assaggiavo per la prima volta un menù sushi, con quei nomi strani ad indicare gli ingredienti vari. Parlottammo del più e del meno durante il pranzo, Evaristo volle sapere di me e del mio lavoro e dopo discorsi vari mi chiese info sul termine del lavoro del suo pc. Gli spiegai che per i relativi programmi che usava lui ed il completamento finale mi ci sarebbe voluto di sicuro un’altra giornata. Al che mi buttò lì :”ma perché non ti fermi qui questa notte? Anziché spararti chilometri tra andata e ritorno ti risparmi il viaggio e sei bello pronto per domani”.

L’idea era allettante ma gli spiegai che non avevo cambio d’abiti e spazzolino, certo erano scuse un po’ banali che E. aggirò facilmente offrendomi biancheria sua e se volevo, le ragazze mi avrebbero dato il loro spazzolino, e dicendo ciò fece loro l’occhiolino, cosa che fece scoppiare a ridere Aiko e Suki. Senza altre scuse, accettai di buon grado. Evaristo propose di prendere il caffè fuori e così dopo alcuni minuti si unirono Suki ed Aiko che lo avevano preparato. Seduti su divanetti in una zona ombreggiata, sorseggiammo il caffè con Aiko che si era seduta a fianco di Evaristo e Suki che si era appiccicata a me alquanto imbarazzato, ma con E. che sghignazzando mi disse che avevo colpito nel segno. Al mio sguardo interrogativo aggiunse “fossi in te non mi lascerei scappare l’occasione”. Al che gli chiesi stupidamente: “ma non è la tua donna?” Mi rispose che lui, aveva tutte le ragazze, e le prestava volentieri.

Dopo un po’ li lasciai e me ne tornai da solo nello studio a proseguire il lavoro.

 

Il recupero dei dati è sempre un’attività alquanto delicata in quanto si entra un po’ nell’intimo della persona, dei suoi files personali, dei suoi segreti. E così fu, inavvertitamente, che nel recuperare le cartelle di immagini, ne vidi il contenuto. Non che avessi curiosato di proposito ma essendo la visualizzazione della cartella impostata ad icone grandi, le immagini si vedevano nettamente e che immagini. Scene di orge di gang-bang, riconoscendo tra le molte ragazze Suki ed Aiko in situazioni che ho sempre immaginato cercato e visto sul web. C’era anche il nostro Evaristo che ci dava che ci dava, insomma un campionario dei più forniti di ammucchiate direi non propriamente caste. Nel passare in rassegna a questo punto ( eh si anch’io riesco a non resistere al curiosare se c’è carne fresca da vedere) le varie immagini, riconobbi Suki in alcune situazioni direi quasi estreme. Oramai la mia curiosità era così tanta e vedere Suki che veniva penetrata contemporaneamente in qualsiasi orifizio libero, la cosa mi eccitò al parossismo massimo.

Trovai un file dall’icona che identificava un video che una volta aperto mi mostrò Suki nel mentre veniva leccata da un’altra ragazza, che riconobbi poco dopo, a seguito del cambio dell’inquadratura da parte della telecamera, in Aiko. E dovevate vedere la foga che ci metteva quest’ultima, nell’affondare la sua lingua nella figa di Suki, mentre quest’ultima, di lato succhiava con voluttà il pene ad un altro uomo al di fuori del campo, ma che riconobbi quando inquadrato, in Evaristo, mentre lei, Suki, con le mani si occupava di altri due partecipanti agitando loro il manico a più non posso. Non avevo pensato al volume audio del computer tanto ero preso dalla scena, e così non mi resi conto se non quando era troppo tardi, che qualcuno era dietro di me. Capii prima di girarmi chi fosse, dalle sue mani che mi avvolgevano il collo posandosi sul mio petto, mentre un bisbiglio al mio orecchio diceva : “piace Suki? Vuoi amore con Suki?” Non mi riuscì di girarmi, l’avevo riconosciuta, era Suki che era venuta a trovarmi perché si annoiava.

E. si era appartato con Aiko, ed anzi si sentivano, e come si sentivano, ora che il video era in pausa, i gemiti ed i lamenti di Aiko, il suo ansimare, i suoi : ahhh allungati all’inverosimile, provenire dalla stanza poco più in là, ragazzi…, suoni che ti eccitavano all’inverosimile, almeno a me. Strinsi le mani di Suki poi le cinsi la vita e la spinsi a sedersi sulla mia coscia. Lei si lasciò fare dolcemente ed appoggiò la testa sulla mia spalla dandomi bacini sulla guancia sul collo. Lo sapevo voleva essere mia. Mi persi improvvisamente nella sua bocca.

 

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