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Racconti Erotici Etero

un caso difficile

By 10 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

L’agente Duro annuiva soddisfatto: finalmente aveva la sua prima FICA sul tavolo, aperta, solo sua: l’annusò con piacere e tentò anche una leccatina.
Ripensò a quanto aveva dovuto sudare per ottenerla, poi, davanti ai sorrisi ironici dei colleghi che erano stati costretti a mettergliela sul tavolo, si ricompose e prese a due mani la tanto agognata pergamena che lo classificava Fantastico Insuperabile Capo Agente.
Si alzò con la pergamena in mano e la mise al posto della precedente SFIGA (Stupido Fallito Imbranato Generico Agente) che così a lungo l’aveva perseguitato.
Tutto aveva avuto inizio a causa di un cupo, bruttissimo atto di violenza che mai era stato di dominio pubblico perchè commesso da una delle quattro cariche più alte dello stato (e quindi non perseguibile). L’agente Duro prese in mano per l’ennesima volta il verbale della denuncia resa dalla ragazza e da lui stesso stilato in una stanzetta di ospedala:
‘L’anno duemilasei del giorno ventisette di quel mese che i ciuchi vanno in culo e portan sei, la signorina G:F. di anni 16 dichiara quanto segue: ‘Avevo appena trovato uno strano pacchetto di sigarette e me ne stavo tranquillamente seduta sulla scalinata quando si è fermata una limousine dalla quale ne è sceso un ometto che, con magistrale arte, mi ha attirata come giovanetta sciocca in questo hotel ove, tenuta ben ferma dall’autista e da un altro tipo nella classica posizione a buopunzoni su un tavolo, dopo essere montato su una sedia, ha tentato di incularmi. Fortunatamente grazie alle micro dimensioni del suo uccello, non c’è riuscito. Purtroppo, dopo lungo ansimare ha aperto la mia borsetta, si è fregato una di quelle sigarette, se l’è sfumazzata e ‘ apriti cielo, spalancati terra! mi ha messo in culo dieci dita di grossa fava lucida e forbita, ha avuto un’erezione di quasi 4 ore, la fava gli è raddoppiata fino a quasi triplicare il volume e la lunghezza del cazzettino di poco prima è arrivata ad essere smisurata. In quelle quattro ore me lo ha messo dappertutto e avrà avuto almeno una ventina di orgasmi consecutivi.’
Seguiva la cartella clinica del pronto soccorso:
‘Accertamento nell’ano strapazzato della parte che ben può dirsi lesa.
Con tale violenza fu sfondato che lo stomaco ormai non ha difesa
nei giravolti che fa l’intestino, che pare molto simile a un catino. è un condotto slabbrato che dall’ano va diritto all’insù fino al palato, di cui si scorge il rosso melograno occhieggiando dal culo frantumato.
Darebbe, direi quasi, l’impressione di guardar nel traforo del Sempione’
Non c’era altro, mi limitai a sequestrare lo strano pacchetto di sigarette buttandolo nel cesso (sono un antitabagista convinto) e insieme a Karen, la mia compagna di lavoro e di vita, ce ne tornammo a casa per farci una scopatina.
Il giorno dopo,venerdì, si scoprì che la ragazza aveva ritirato la denuncia contro ignoti, che aveva acquistato in contanti un appartamentino di un migliaio di metri quadri affacciato su Piazza della Signoria in Firenze pagandolo 50 euro (spese comprese) e tutto sembrava finito.
Io e Karen passammo un weeh end di fuoco, ero così arrapato che rischiai di farmela direttamente in ascensore, ma pensando al letto che ci attendeva, riuscimmo a resistere anche quel minuto lì.
Appena in casa, quasi ancora prima che la porta si chiudesse ci incollammo l’uno all’altra cercandoci con le mani e con le labbra, quasi non riuscivamo a spogliarci a vicenda a causa di tutta l’eccitazione che avevamo accumulato. Fra un bacio e l’altro riuscii a dire:
‘Proviamo a raggiungere il letto’ e inciampando nei vestiti, ridendo e baciandoci ancora ed ancora come due ragazzini riuscimmo ad arrivare alla nostra agognata meta:
‘Prendimi, prendimi subito, ora: ne ho bisogno! Fammi sentire il tuo cazzo!’
Io ero troppo occupato a succhiargli quelle tette marmoree per risponderle qualcosa, ma scivolai dentro di lei dolcemente, brutalmente, con forza e delicatezza.
Aveva una topina stretta stretta, mi sentivo l’uccello completamente fasciato, quasi già sazio di quel paradiso: era la topa fatta su misura per il mio uccello!
Non riuscii ad andare avanti a lungo, ma la cosa non ebbe tanta importanza perchè lei cominciò a venire fin dal primo affondo. Continuai a pompare per un poco, incitato dai suoi gridolini di lussuria e dalle parlacce smozzicate che le uscivano dalle labbra:
‘sì, sono la tua troia! La puttanella che ti farà godere. Sì, dai ancora fammi godere. Oh, sì, più dentro, ancora più forte! Sborrami addosso, adesso adesso! Basta, non ce la fo’ più! Vieni ti prego! Oddio che bello…’
Ebbi sufficiente buon senso da riuscire a tirarlo fuori e venni a lungo con lei che si contorse velocemente sotto di me fino a riuscire a prenderlo in bocca.
Che meraviglia di donna! Mi stava succhiando talmente forte e con tanto impegno da farmi temere che i lenzuoli venissero aspirati attraverso il mio buco del culo!.
Giacemmo un po’ ansimanti per quel rapporto breve ma esaltante e il solo vederla nuda un po’ rannicchiata addosso a me mentre continuava a giochicchiare con il mio uccello carezzandolo con le mani e le labbra, mi rifaceva tornare la voglia.
Decisi di prendere un po’ di tempo e di usarlo per esplorare quel corpo meraviglioso ed eccitante. Raramente avevo visto un fisico così superbo e, girandomi come un verme per non toglierle il suo giocattolino, cominciai ad esplorarlo ed assaggiarlo con la lingua e con tanti delicati morsicini.
Il mio amico del piano di sotto, mentre le lecchicchiavo un paio di nei proprio sulle piccole labbra, ricominciò a riprendere vita accolto da un mugolio di piacere di quella splendida femmina. Si mise sopra di me e io ne approfittai subito per lapparle anche il buchetto del culo.
La sentii mugolare ‘mmmh, che bello! Quel cretino di mio.- breve silenzio dovuto causato da un suo abbassamento di testa sul mio cazzo che quasi le impediva di respirare ‘ mmmm! marito non me l’ha mai ‘ e giù ancora ‘ mmmh che buono! Leccato lala laaa …fica, figurati il culo! Era un ….dai, siii, continua… igienista pauroso.’
Continuava a raccontarmi tutti i particolari dei suoi rapporti amorosi con l’ex marito, di come lei gli chiedesse di fare almeno quelle poche, normali e minime porcate che da sempre, tutti, fanno a letto e di come quel cretino si rifiutasse con la motivazione più idiota e cretina del mondo: ‘è antigienico!’.
Smisi per un attimo di lapparmela e sbottai:
‘Non mi dire che non ti ha mai fatto il culo!’
Lei, vagamente irritata per la sospensione del trattamento che le stavo riservando, smise per un attimo di leccarmelo e si girò appena verso di me. Socchiudendo gli occhi disse con un sorrisetto assassino:
‘Figurati! E’ antigienico! Pensa che è la prima volta che riesco a prendermi un cazzo in bocca…. Sapessi quanto l’ho sognato!’ e ricominciò subito a lavorarselo con un impegno che raramente avevo visto.
Ci rimasi di stucco, ma appena la notizia riuscì a fare il breve tragitto dal cervello all’uccello, quello si rizzò ancora di più.
Due pensieri si intrecciarono veloci: mai leccato un cazzo? Impara presto e bene la bambina! Culo vergine? Claudio sei un uomo fortunato: stasera ti tocca!.
Le mollai una pacca quel meraviglioso mappamondo e …
‘Ma allora te lo faccio io?’
‘Ahia!, cosa?’
‘Ma il culo, cazzo!’
‘Mi hanno detto che può far male, ma …. Dai, fammene tanto!’
E già era a bucoritto sul materasso senza che aprissi bocca.
Cosa volere di più? Mi misi in posizione e cominciai a strusciarglielo sulla fica e poi sulla rosetta del culo, poi un po’ nella topina e poi ancora appoggiato e così via per un po’ di volte.
‘Dai, falla finita! Rompimi il culo! Dammelo, dammelo. Lo voglio! Voglio godere anche col culo siii così forte AAAAHHHIIII!’
Al lunedì in centrale ci aspettava il finimondo perché c’era l’Onorevole B. che da sopra una sedia stava ricevendo gli omaggi del nostro capitano
‘Noi siamo felici, sappiategli dire, che tutto al Sovrano c’è grato d’offrire. Le nostre consorti facciam preparare in modo che a turno le possa inculare. Noi siamo felici, noi siamo contenti, le chiappe ed il culo porgiam riverenti: che al nostro gentile e amato sovrano
rimanga gradito il buco dell’ano’.
L’onorevole B. appariva estremamente lieto:
‘O sudditi amati, io resto confuso! Il turno dei culi che offrite per l’uso sarà più gradito al regio suo cazzo che mai troverebbe migliore sollazzo. La gioia che mi doni, o popolo, è si grande
che già l’uccello regio distende le mutande. Per mio regal decreto sarà da stamattina distribuita agli agenti gratis la vaselina: che al fine permetta, finché lo vogliate, di fare nell’ano gloriose chiavate.
E ora, cazzate a parte, o tirate fuori il pacchetto di sigarette o io levo lo stipendio a tutti, altro che la vaselina gratis offerta dal Berlusca!’.

Ecco perché i colleghi mi dettero il diploma di SFIGA.

Il capitano era incazzato come una scimmia incazzata e, appena l’onorevole tolse le tende, mi accorsi che ce l’aveva con me perché mi chiamò per nome (è una sua piccola mania, quando è incazzato si dimentica i cognomi), anzi più che chiamare urlò, per l’esattezza abbaiò:
‘Agente Celo, subito da me! ‘ poi ammorbidendo un po’ la voce e calmandosi ‘ chiama anche l’agente Vacca’
Ci spiegò velocemente che il nostro Sovrano, ormai solo pochissimi pensano di avere un Presidente, grazie alla sua lungimiranza aveva scoperto un turpe giro su un pregiatissimo e aromatico tipo di tabacco che veniva contrabbandato dall’Albania e che donava agli uomini che lo fumavano una possanza erotica indiscutibile.
Il Sovrano, con grande sprezzo del pericolo, aveva dato personalmente la caccia ai contrabbandieri, era riuscito ad ottenerne un pacchetto che era purtroppo caduto nelle mani di una infama nata d’un cane. Comunque le sue guardie del corpo avevano bloccato l’infama e il nostro Sovrano, sempre con sublime sprezzo etc etc, visto che la ragazzina era molto giovane e molto carina, aveva deciso di sperimentare personalmente la possibile nocività. Si fumò una sigaretta, si ritrovò una fava da far paura, sfondò da tutte le parti la ragazzotta, perse daccapo il pacchetto e io ‘ l’avevo buttato nel cesso.
Il caso venne così rimesso nelle nostre mani.
Come sempre, mentre attraversavamo l’ufficio, i colleghi ci prendevano di pè i’ culo canticchiando i nostri nomi: ‘Celo Duro e Vacca Karen’ che coppia!’
Incanalammo le indagini su due fronti:
A ‘ con quali metodi riuscivano a trasformare del normale tabacco in un potentissimo afrodisiaco?
B ‘ come, quando e soprattutto chi contrabbandava il tabacco in Italia?
Avevamo solo una traccia: tabacco albanese.
A volte la fortuna aiuta gli audaci: nella sala d’attesa di un dentista notai un giornaletto porno con gossip di seconda mano che riportava un curioso incidente:
Ancona: una turista italiana è scesa da un traghetto proveniente dall’Albania cantando:
‘Quanta fava, quanta fava, ma perché nessun mi chiava? Su ficcatemi l’uccello nella fica o nel budello; nella fica o nel sedere
ve lo chiedo per piacere. Deh! Non fatemi soffrire ve lo chiedo per tre lire’
Il giorno dopo dal barbiere trovai un altro articolo similare:
Firenze: una ragazza appena sbarcata da un volo charter dall’Albania canta a squarciagola:
Dalla gioia son toccata, già mi sento un po’ bagnata
al pensiero di quel cazzo che darà a me il sollazzo.
Sarà forte, duro e bello, prepotente, quell’uccello?
Con la punta un po’ rosata, con la schiena un poco arcuata?
Duro, rigido e flessuoso, ben spavaldo o timoroso?
Già lo sento tra le gambe ondeggiare in pose strambe,
penetrar nella vagina o tentar la pecorina; passeggiarmi sulla pancia, le mammelle e sulla guancia; or m’assal lo sghiribizzo d’assaggiare il bianco schizzo.
La ragazza è stata fermata e poco dopo rilasciata.
E poi ancora altra ragazza a Bari:
‘sono presa dal desìo! Ho già un dito che fa male per l’abuso del ditale; ho la fica che mi tira come corda di una lira; sto soffrendo atroci pene pel prurito dell’imene; nella fica ho appena messo la manopola del cesso; mi ficcai nella vagina la più grossa colubrina;
mi son messa dentro il buso sino il cero di Caruso, mi piantai nel deretano cinque dita con la mano. Credo giunto sia il momento
di donarmi un Reggimento, che non sappia manovrare, ma sia lesto nel montare; nella fica anelo tanto d’appagarlo tutto quanto’ me la sento rovinata senza averla adoperata. ho bisogno di un uccello:
d’un uccel di nobil schiatta che mi spelli la ciabatta, di una fava grossa e dura che ricrei la mia natura’.
A Karen venne un’idea: e se fossero queste strane tipe le corriere del tabacco?
Fu un lunghissimo periodo di appostamenti, fermammo almeno una ventina di ‘cantanti’ ma non avevano niente. Le passammo ai raggi x: niente, una la appendemmo addirittura per i piedi e la scuotemmo per ore per controllare se cascava qualcosa: niente.
Nei bagagli solo quanto permesso e nelle misure permesse: i soliti 2 litri di ottima grappa distillata in casa, il Raki, il solito caffè da fare alla turca, i soliti 400 gr. di tabacco profumatissimo ormai analizzato migliaia di volte ma tabacco, solo tabacco.
Una sera non ce la feci più: agguantai una di quelle arrapatissime ‘cantanti ‘ e ‘ l’agente di gran rinomanza fu condotto una sera in stanza da una donna dai facili amor. Di Celo Duro la casta alabarda
era nuova ai certami d’amore ma alla vista di tanta bernarda
prese il brando e si mise a pugnar E cavalca, cavalca, cavalca
alla fine Celo Duro si accascia lo risveglia la turpe bagascia “Cento scudi mi devi donar” Vaffancul, vaffancul, vaffanculo le risponde Celo Duro incazzato venti scudi oramai già ti ho dato gli altri 80 li prendi nel cul. Passa un giorno, due giorni, tre giorni e a Celo Duro gli prude l’uccello cos’è mai questo male novello che natura ci vuole donar? Fu chiamato un famoso dottore quello venne e poi disse: “Celo Duro qui bisogna amputare una palla se di scolo non vuoi tu morir” Di Celo Duro l’uccello reciso fu deposto in un’orrida bara mille vergin facevano a gara per cantargli una triste canzon.
E fu a questo punto che Celo Duro si rese conto di come facessero ad aromatizzare e drogare il tabacco: se lo cacciavano nella fica e durante il viaggio il tabacco si riempiva di profumo di topa’.

Che cazzata totale! Il finale poi fa più concio di tutto il resto, ma mi sono rotto i testicoli di scribacchiare, pensare, etc etc,
Ora mi rollo una sigaretta di quel meraviglioso tabacco albanese e vo’ in culo al mondo intero.
P.S. Se venite a Firenze e volete assaggiare il mio tabacco, passate pure da me. Per gli amici è gratis, basta che se le rollino da soli.

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