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Un giorno da telenovelas

By 14 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un pomeriggio pseudo estivo. Faceva caldo, vero, ma non così esagerato per essere luglio. Uscita dalla sua stanza, mentre scendeva le scale aveva cristallizzata nella mente un immagine terrificante. Sua madre e sua nonna che confabulavano dei misteriosi intrecci familiari del classico polpettone telenovellistico del pomeriggio televisivo. Infatti, come fosse un incubo ad occhi aperti erano lì a discutere davanti alla televisione, incollate a guardare capitan mascella e la sua donna mentre già preparavano la cena. ‘Che merda!’ esclamò nei suoi pensieri. Mentre le due si proponevano in voli pindarici per capire chi fosse figlio di chi. Una situazione paradossale.
Laura dentro di se non aveva mai capito come ci si potesse appassionare ad una cosa tanto assurda. Non è che gliene fregasse molto in realtà, lei si riteneva diversa. Anzi come diceva lei, tra serio e faceto, era una diversamente normale. Proprio perché non riusciva a trovare nulla di appassionante in quello che usciva da quel radioattivo tubo catodico. Le sembrava che la televisione volesse trasformare la sua vita in un mondo che non esisteva.
‘Ciao Ma!’ esordi entrando in cucina.
‘Sei ancora viva’ le rispose senza distrarre lo sguardo dalla televisione.
‘Così sembra’ e si sedette al tavolo anche lei.
Le vicende di capitan mascella e consorte, anzi consorti sarebbe più esatto, andavano avanti e sua madre e sua nonna discutevano animatamente. Mentre le guardava con faccia incredula, Laura cercava di capire cosa succedesse sullo schermo che tanto agitava le due. Quando lo capii trovò che quel polpettone ormai stava peggiorando, aveva perso ogni normalità ed era scevro di ogni moralità. In poche parole, lui si era trombato la figliola di lei, avuta da un rapporto con chissà chi. Ed ora con far pensieroso, ovvero fissava il vuoto aspettando che un piccione lo colpisca con i suoi escrementi, stava pensando se confessarlo alla sua donna.
‘Che cazzata!’ si trovò a pensare Laura. Dentro di se provò ad immaginarsi la scena riportata nella vita della sua famiglia.

Quindi s’immaginò come poteva essere andata …

Ottavio il suo patrigno, non è un famoso stilista di fama mondiale, fa il fabbro in un officina mezza sgangherata. Non ha certo l’appeal di capitan mascella, ma in compenso ha due braccia che sembrano rubate a un gorilla, e dei pettorali immensi. Così s’immagina di andare a trovarlo nella sua officina. Vestita come quando esce per andare in discoteca. Minigonna, davvero mini, top aderente e scarpe col tacco. Non può che immaginarsi la faccia di lui che la guarda entrare in quel tugurio vestita in quel modo.
Lui la guarda stupita, del resto come potrebbe essere altrimenti. Quante altre volte era entrata qualcuna vestita così nella sua officina, mica è un agenzia di moda.
‘Ciao Laura che ci fai qui?’ chiede con uno sguardo che si sofferma a lungo sulla gonna davvero cortissima.
‘Passavo’ risponde lei sommessa e aggiunge: ‘Tutto bene?’
‘Insomma non mi lamento, stavo chiudendo: poco lavoro oggi’
Mentre si gira Ottavio osserva la sua figliastra, che si guarda intorno tutta spaesata. La guarda a lungo, quelle gambe lunghe che finiscono in quel culetto a mandolino lo fanno arrapare in maniera esagerata. Non aveva mai pensato a lei in quel modo. Ora però, avendocela li davanti, con quei vestiti non riesce a distogliere i suoi pensieri. Anzi non riesce proprio a pensare. Forse è quel pancino piatto che mette in risalto le sue piccole tette appena coperte da quel top rosa. Non sa cos’è che gli frulla nella testa, ma sente ed ha ben preciso in mente cosa gli si è indurito nel basso ventre.
‘Allora sono passata al momento giusto visto che ti annoiavi’ chiede Laura con occhi da cerbiatta e un sorriso semi malizioso.
‘Già’ dice lui scrollando le spalle e dirigendosi verso la porta dell’officina. La chiude con uno scatto secco delle chiavi.
‘Andiamo a casa?’ le chiede Ottavio, sapendo che deve uscire da quel posto, altrimenti potrebbe combinare qualcosa di irreparabile.
Laura invece gli si avvicina e lo guarda, fa la faccia da smorfiosa e portandosi molto vicino a lui esclama: ‘Li c’è mamma che rompe!’. Ottavio vorrebbe controllarsi ma la sua mente e già avanti, se la sta immaginando tutta nuda. Non che debba fare un grande sforzo di fantasia, vero, c’è cosi poco da togliere. Si rende conto che non può più resistere. Con un movimento fulmineo, la cinge per i fianchi e la porta a sé.

Laura a un moto di protesta: ‘Ma che fai!’ agitando le mani. Ma subito si placa, quando la sua lingua incontra quella di Ottavio. Era quello che desiderava dal momento in cui era entrata in quella merdosa officina. Lui non è delicato per niente, mentre la stringeva si sentiva mancare il fiato dalla forza del suo abbraccio. Mentre le loro lingue vorticano sente le sue mani ruvide e callose scivolare sul suo corpo. Le afferra il top e con un tiro secco, che la fa esclamare di dolore lo strappa via. Sente le sue mani prenderla per le ascelle la solleva e la tiene in modo da avere le sue tette davanti alla faccia e comincia a leccargliele e succhiarle. Lui sembra che se le possa mangiare, gli stanno quasi completamente in bocca. Si ritrova ad ansimare, si sente sconvolta dalla foga di lui che è per lei inaspettata.

Ottavio sa di non avere più il controllo delle sue azioni, ora desidera solo avere quel corpo. Lo vuole possedere con ogni fibra del suo corpo. La trasporta in un angolo dell’officina e la fa sdraiare a terra. Si libera della tuta da lavoro il più velocemente possibile. Si mette sopra di lei, la bacia ancora con una passione che lui trova bruciante. Le prende le mani e gliele porta sopra la testa, facendo in modo di poterla ammirare in tutta la sua bellezza, indifesa e pronta a soddisfare il suo desiderio. Inizia a passarle il suo cazzo tra le tette, fa avanti e indietro provando un immenso piacere nel contatto con quel giovane corpo. La vede tirare su la testa e cercare di leccargli la cappella ogni volta che si avvicina alla sua bocca. Lui non resiste e glielo porta dinnanzi alle labbra. Sentendo la sua lingua sulla cappella, sa di non avere più nessun freno. Si abbassa fino a metterglielo in bocca. Comincia cosi un lento movimento di bacino, l’idea di scopare la bocca di una donna lo aveva sempre eccitato. Ed ora il solo vedere Laura che accoglieva con le labbra il suo movimento gli faceva sentire il cazzo più che mai duro. Era pervaso da una folle eccitazione.

Quando anche le sue mutandine lasciarono il contatto col suo corpo, Laura ebbe idea della sua perversione. Ma non se ne pentiva affatto. Ottavio le stava leccando la fica, andava e veniva con quella lingua sul suo clitoride lasciandola inebetita dal piacere. Stava pensando che sua madre era davvero fortunata. Lui ora la solleva per i fianchi e le infila il suo cazzo completamente dentro. Entrava e usciva con movimenti lenti e decisi. Sembrava intenzionato non solo a scoparla col cazzo, ma anche con gli occhi. La guardava come volesse imprimersi per sempre quell’immagine nella testa, mentre la pompava senza fretta. Aveva uno sguardo estasiato, la scopava ma sembrava lontano mille miglia. Non appena non riusci più a resistere e, cominciò ad ansimare di piacere, il ritmo aumentò. Ora era più veloce e frenetico. Ebbe un moto di disappunto quando lui lo tiro fuori del tutto. La prese di nuovo in braccio, quasi fosse una bambola, la fece appoggiare sul tavolo da lavoro e lui da dietro riprese a scoparla con rinnovato vigore.

Ottavio la teneva per i fianchi mentre il suo cazzo scivolava senza sosta dentro e fuori quella fichetta. Ora che l’aveva in quella posizione non poteva che ammirarne il culetto, lo trovava fantastico. Con le mani le divarico le natiche, ammirandone il buchetto. Pensava che sarebbe potuto entrare anche lì, ma forse era troppo. L’immagine comunque nella sua mente era perfetta, allungo un dito e cominciò a massaggiargli il buco del culo con tutta la grazia di cui era in possesso. Sentiva Laura fremere e contorcersi di piacere, ormai non riusciva a trattenesi. La sentiva godere, implorarlo di non fermarsi, mentre si lasciava andare a urli e imprecazioni. Anche lui era al limite, stava per venire. Lo tiro fuori e le schizzò tutto il suo piacere sul buco del culo. Ammirando mentre lentamente colava sul suo sesso.

Ottavio ora si rivestiva velocemente, mentre ancora guardava Laura che cercava di ricomporsi. Doveva andare di corsa a casa a prendere una maglietta per sostituire il top lacerato. Prima di uscire la guardò di nuovo, era così bella mentre con le mani cercava di coprirsi i seni.
Entra in casa e si dirige in cucina, chiede a sua moglie una maglia per Laura, quando lei gli domanda il motivo lui s’immobilizza e il suo sguardo si perde nel vuoto. Anche lui aspetta un piccione.
Nella sua mente s’immagina di dirle: ‘Niente di che cara, sai le ho strappato via il top prima di scoparmela in officina’

Ritornando alla realtà ….

Laura esplode in mezzo ghigno, si alza ed esclama: ‘Mamma sto polpettone è davvero ‘na cazzata dai’. Così mentre si dirige in camera sua, con il riecheggiare nelle orecchie degli improperi di mamma e nonna, sa che la sua vita non potrebbe mai essere come una telenovelas. Anche se in quell’istante le seccava ammettere di essersi bagnata.

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