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Racconti Erotici Etero

Un pomeriggio a casa di Giovanna

By 23 Febbraio 2022No Comments

Questa storia nasce dalla richiesta di Giovanna, che ha letto il mio vecchio racconto “L’amica della mamma”. Le è piaciuto e mi ha chiesto di raccontare la sua fantasia preferita.

Un pomeriggio a casa di Giovanna.
Fabio aveva proprio bisogno di ripetizioni di matematiche in vista dell’esame di maturità. Questa è la quinta volta che va a casa di Giovanna, la professoressa che i suoi le hanno trovato. Due pomeriggi alla settimana per due ore consecutive. La prima parte delle lezioni consiste in spiegazioni, poi Fabio si dedica a esercizi e la professoressa lo lascia per una mezz’ora solo nello studio. E’ arrivato il momento in cui lei torna e controlla se Fabio ha fatto bene gli esercizi.
Giovanna è in piedi accanto alla sedia dove è seduto Fabio e inizia ad esaminare il primo esercizio. Il ragazzo poco dopo allunga una mano e la mette sulla coscia della professoressa. Giovanna gli prende la mano e la scosta. “Te l’ho detto che non deve succedere più.” La sua voce è calma. Continua ad esaminare gli esercizi e dopo poco Fabio allunga di nuovo la mano. Questa volta Giovanna lascia fare.
A Fabio piacciono quelle gambe ben tornite della professoressa e, poi, l’ultima volta se l’è scopata per bene. Giovanna pensa che in realtà ne ha una gran voglia e che si era messa quella gonna corta e aderente proprio perché sperava che Fabio allungasse le mani.
Il ragazzo con un movimento lento inizia ad accarezzare la gamba e sale lentamente. Porta la mano sempre più all’interno della coscia e sempre più in alto. Anche la gonna sale lentamente mentre Giovanna fa finta di nulla e continua ad esaminare gli esercizi. Ora la mano si infila sotto le mutandine e inizia a stuzzicare la professoressa. Giovanna alza lo sguardo dagli esercizi e divarica un po’ di più le gambe per permettere al ragazzo di accarezzarla meglio. Fabio si sposta un po’ per infilare anche l’altra mano sotto la gonna, da dietro. Con un dito massaggia la clitoride, con due dita dell’altra mano entra nel sesso di lei. Giovanna inizia a sentire un piacere enorme. Non ci vuole molto al primo orgasmo.
“Fattela leccare.” Fabio sposta indietro la sedia e Giovanna si appoggia la tavolo. La gonna ormai è alzata del tutto e il ragazzo le abbassa le mutandine. Fabio le guarda quelle mutandine nere, quasi un tanga, tutte traforate e pensa che la professoressa è proprio una gran troia. Si china e infila la lingua nella vulva. Giovanna si gode questi momenti e spinge la testa del ragazzo contro il suo sesso. Il ragazzo continua a leccarla e con un dito inizia a stimolare il buco dell’ano della professoressa. A lei piace e vorrebbe che lui spingesse quel dito dentro. Un altro orgasmo e una gran voglia di farsi scopare. Giovanna ferma il ragazzo. “Andiamo in camera.”
Giovanna si siede sul bordo del letto, il ragazzo in piedi davanti a lui. Lei gli accarezza i pantaloni davanti, a sentire quel bel cazzo eretto. Lentamente gli slaccia la cintura e fa scendere la zip. Abbassa i pantaloni e le mutande e si propende verso il sesso del ragazzo. Inizia a leccare l’asta, poi la punta e poi lo racchiude fra le sue labbra.
Le torna in mente Michela, l’amica del cuore che le insegnò a fare i pompini. Erano proprio due troiette, loro. Lei, poi, divenne la “succhiacazzi”, così la soprannominarono i ragazzi con cui fece la sua prima orgia. Erano quattro e c’era anche Michela. Avevano scopato nel tardo pomeriggio e Michela era uscita con uno dei ragazzi per prendere delle pizze. Lei era rimasta con gli altri nel lettone dei genitori di Michela nella casa al mare. Uno dei ragazzi le aveva messo un dito sulle labbra e lei l’aveva fatto scivolare dentro, poi si era chinata su di lui e gli aveva fatto un bel pompino. Appena glielo aveva ripulito tutto, un altro ragazzo le porse il suo cazzo da succhiare e poi anche il terzo fece lo stesso. Tre pompini di seguito, non aveva mai ingoiato tanto sperma in così poco tempo. Quando tornarono Michela e l’altro ragazzo, i tre raccontarono quanto era brava Giovanna e come fosse una bravissima succhiacazzi. Quel soprannome piacque a Michela che iniziò a chiamarla sempre così. Quella volta il mare non lo videro proprio neanche il giorno successivo. Anzi il giorno dopo arrivarono anche due amici dei quattro ragazzi e lei e Michela si godettero tutti quei cazzi. La sera, quando rimasero da sole, andarono a farsi una doccia e Michela esclamò “Siamo proprio delle gran troie” e risero a lungo. “Sei cazzi in una volta, siamo proprio delle brave ragazze” e giù a ridere di nuovo. Giovanna si era fatta anche sverginare il culo e, a parte un po’ di dolore inziale, le era proprio piaciuto. Sotto la doccia Michela la fece girare e le spinse l’indice dentro il culo. “Adesso sì che sei ben aperta” e risero ancora.
A Giovanna piace proprio far godere il ragazzo con la sua bocca. Fabio pensa che quella professoressa quarantene è proprio brava ed esperta. Una gran troia. La ferma e le dice “Stendiamoci sul letto.” Si spogliano, Giovanna si stende sulla schiena, lui sul fianco di lato a lei. Si è posto più in basso così le morsica un seno e si infila in parte sotto le sue. Lei gli indirizza il sesso e si fa penetrare tenendo le gambe bel alzate. Le piace come il ragazzo la riempie e le piace sentirsi mordere il seno. Allunga una mano e si masturba, Il ragazzo la scopa con un ritmo lento e piano piano la fa volgere di schiena e ancora, fino a che lei non si trova a pecorina. I colpi del ragazzo si fanno più intensi e profondi. Giovanna ormai ha già avuto altri orgasmi. Fabio la tiene saldamente con le mani sui fianchi, poi ne stacca una e con il pollice scende fra le natiche fine a raggiungere l’anno. A Giovanna questo piace un sacco e spera che il ragazzo voglia allargarle quel buco per poi infilargli il cazzo anche lì dentro. Il ragazzo, invece, si limita a stimolarla con il pollice e continua a scoparla alzando il ritmo dei colpi. Gli piace affondare nel sesso di lei e sta per raggiungere il piacere. Giovanna lo intuisce e sussurra “Vieni, vieni, riempimi tutta.” Ancora pochi colpi e il sesso di Giovanna si riempie dello sperma del ragazzo. Fabio si stende su di lei e stanno lì, lui sopra e lei sotto a riprendere fiato e ad attendere che il sesso di lui si rilassi del tutto.
Il ragazzo si stende di lato, supino, e con una mano accarezza il fondo schiena di lei. La prossima volta glielo metto anche in culo, pensa. E’ una gran troia, sicuramente le piace. A Giovanna piacciono quelle carezze e vorrebbe tanto far riprendere vigore al ragazzo, ma sa che non hanno più tempo a disposizione. Fabio le chiede “Di sabato fai ripetizioni?” “Sì, ma solo una, dalle tre alle cinque.” “Potrei venire dopo.” “Vuoi fare una lezione in più?” “Non pensavo alla lezione.” Giovanna sorride. “Lo immaginavo.” “Allora, vengo?” “Sì, puoi venire.” Fabio lo sapeva che lei avrebbe accettato. Pensa che la prof ha una gran voglia di cazzo ed è pure una bella signora con quelle gambe ben tornite, un seno rotondo e abbondante, un bel culo. Giovanna pensa che si era ripromessa di non farlo mai con i propri studenti, ma quel ragazzo l’ha stuzzicata molto e, poi, scopa bene. Lo deve proprio raccontare a Michela che si sta facendo un diciottenne. Sabato, pensa, farà in modo di gustarsi il suo cazzo anche nel culo. Le piace troppo, la fa sentire una gran troia.

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