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Una nuova vita

By 5 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Sybil non si ricompose né ricoprì in alcun modo dopo il lungo amplesso appena consumato.
Mentre Tom la seguiva con lo sguardo, restando sdraiato sul letto matrimoniale della loro cabina, si avvicinò all’oblò, per ammirare un cielo coperto di stelle sovrastare un mare nero come la pece, illuminato solo a tratti dal debole riverbero della luce della notte stagliata sulla superficie dell’acqua gelida e tetra.
‘Ti chiedi mai se hanno avuto ragione a trattarci come mostri?’, gli domandò, in tono addolorato.
‘No. Mai. Neanche per un momento’, replicò lui, senza incertezze.
‘Cosa ti dà tanta sicurezza? Magari abbiamo fatto una cazzata’.
Lui inspirò profondamente, si alzò in piedi e si avvicinò a lei, abbracciandola da tergo. La baciò dietro l’orecchio, riempiendosi i polmoni dell’aroma dei suoi lunghi capelli ancora scompigliati.
‘Una cazzata l’abbiamo fatta sicuramente’, le sussurrò. ‘Ma provare questi sentimenti non fa di noi dei mostri. Non abbiamo cercato questa situazione. Ci siamo solo innamorati della persona sbagliata. Capita a tutto il mondo’.
‘Non capita a tutto il mondo, Tom! Siamo fratello e sorella! Non dovremmo neanche provarle certe cose!’, riprese Sybil in tono stizzito e con gli occhi gonfi.
‘E invece le proviamo. Invece, mi ribolliva il sangue nelle vene quando mamma e papà parlavano del matrimonio che ti avevano combinato. Invece, non sognavo altro che di stringerti tra le mie braccia quando mi passavi accanto. Di spogliarti, di sentir fremere il tuo corpo premuto contro il mio. Questo fa di me un mostro Sybil? Allora va bene, sono un mostro! Un fottuto mostro! Dannazione!’, quasi urlò il ragazzo, allentando la presa delle sue braccia attorno alla vita della sua gemella e battendo i pugni chiusi contro la parete di fronte a sé.
Il gesto servì a calmarlo. ‘Scusami’, le chiese sommessamente un attimo dopo.
Lei non rispose. Si abbandonò all’indietro per aderire completamente al corpo di suo fratello e invogliarlo, così, ad abbracciarla nuovamente.
‘Neanch’io me ne sono mai pentita, Tom. Lo sai bene. Solo che questa situazione’ è così difficile”.
‘Arrivati a New York ricominceremo da capo. Senza nessuno che ci conosca. Senza gente che bisbigli alle nostre spalle. Senza mamma e papà che ci guardano come se avessimo ucciso qualcuno. Potevamo accontentarci di vivere di nascosto la nostra passione e, alla luce del sole, fare i bravi fratelli come si conviene’.
‘Ma non l’abbiamo fatto’.
‘No, e non avremmo potuto. Perché avremmo sminuito tutto. L’avremmo resa una squallida tresca clandestina. E noi, di certo, non siamo squallidi, Sybil’.
‘Però siamo fuggiti di notte come dei ladri. Ci siamo imbarcati in segreto. Questo non è squallido?’.
‘No. Sarebbe stato squallido fingere di esserci ricreduti per essere accettati dalla famiglia, dagli amici. Invece abbiamo mollato tutto, per ricominciare una nuova vita in un nuovo mondo. Per me non ha nulla di squallido’, rispose Tom, riprendendo a baciare il corpo di sua sorella e, dal collo, passando alle spalle nude.
Lei avvertì immediatamente il membro del ragazzo riacquisire consistenza, e non poté fare a meno di muovere delicatamente il bacino per sentirlo sfregare tra i suoi glutei morbidi.
Il corpo caldo e sinuoso di Sybil non tardò a riaccendere le voglie di Tom. Le sue mani si spostarono a coppa sui seni della ragazza, mentre lei ondeggiava il bacino avanti e indietro per intensificare il loro contatto intimo e l’eccitazione di suo fratello. Dopo qualche secondo, Tom portò la sua mano destra sulla guancia di Sybil, forzandola a voltarsi appena all’indietro. Immediatamente, prese possesso della sua bocca, donandole un bacio vorace e passionale. Quando, nel giocare con i capezzoli di lei, li intuì turgidi tra le sue dita, fece scivolare la mano che li titillava fin tra le gambe della ragazza, facendogliele divaricare per portare la sua asta a contatto con un sesso già umido e caldo.
Il respiro spezzato di Sybil non faceva che aumentare la voglia che aveva Tom di possederla nuovamente. Il tutto accadde, così, solo pochi istanti più tardi. Con la ragazza appena chinata in avanti a gambe divaricate e il suo scomodo amante che affondava in lei con decisa dolcezza, riempiendola per intero della sua virilità e strappandole gemiti sempre più intensi. Impossessandosi, con la mano destra, di un seno che danzava ad ogni spinta e serrandole la mano sinistra attorno al bacino, per avere il pieno controllo del ritmo di quell’atto d’amore e passione che li vedeva protagonisti.
Il piacere travolse Sybil un istante prima di Tom. Sfinita, gli si accasciò addosso proprio mentre il ragazzo, giunto al limite, riuscì a sgusciare fuori da lei e marchiarla col suo seme sulla pelle delle sue cosce già pregne di umori.
Si trascinarono fino al letto, e si addormentarono senza neppure la forza di fare una doccia, ma continuando a scambiarsi teneri baci sulle labbra finché non scivolarono nell’incoscienza del sonno.
Quando Tom si risvegliò, Sybil era voltata a guardarlo. Un sorriso amaro era disegnato sul suo volto.
‘Cos’hai?’, le chiese il ragazzo, con la voce ancora impastata.
‘Io voglio una famiglia, Tom. Voglio dei figli miei. Con te, questo non sarà mai possibile’.
‘Sybil, non”.
‘Ti prego, lasciami continuare. Siamo fuggiti da Southampton per farci una nuova vita. Una vita che lo scandalo che abbiamo suscitato non ci avrebbe permesso di avere. Ma io, nel mio futuro, sogno anche di stringere al petto un bambino partorito da me’.
Tom continuò a guardare sua sorella senza proferire parola, mentre le lacrime rigavano il volto della ragazza. Lei smise di guardarlo negli occhi prima di continuare. Lasciandosi cadere sul letto e voltandosi dalla parte opposta.
‘Questo sogno non potrà mai realizzarsi se ti avrò nella mia vita. Il nostro amore è troppo grande perché io possa innamorarmi di qualcun altro avendo te vicino. Una volta arrivati in America, le nostre strade dovranno dividersi’. Smise di parlare per alcuni, lunghissimi secondi. Poi, riprese, con voce spezzata dal pianto. ‘Una volta arrivati in America, fratello mio, non dovremo più rivederci’.
‘Pregherò che questo viaggio non finisca mai’, riuscì solo a dire il ragazzo, prima di voltarsi per abbracciare Sybil, mentre le prime luci dell’alba del quattordici aprile illuminarono i loro corpi distesi sotto le lenzuola di uno dei letti di quell’enorme transatlantico brulicante di vita e di storie.

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