Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Una settimana da schiava

By 19 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Un’altra massacrante giornata lavorativa &egrave giunta al termine, ritorno a casa stanchissimo e non vedo l’ora di rilassarmi.
“Oggi &egrave stata una giornataccia” dico a mia moglie rientrando in casa, “questo lavoro finirà per distruggermi!”
“Se ne avessi la possibilità, cambieresti lavoro?”, mi domanda distrattamente.
“Si, se ne trovassi uno con almeno lo stesso stipendio ci penserei seriamente. Ma mi basterebbe anche fare meno ore, senza dover rinunciare a troppi soldi!” le dico, convintissimo della mia idea.

La cena scorre tranquilla, discorriamo del più o del meno e consumiamo una gustosa pietanza preparata dalla mia metà. Mentre sparecchia mia moglie mi domanda:
“Sai se fanno il part time dove lavori?”
“Si certo, ma il gioco non vale la candela. Sarei costretto comunque a cercare un secondo lavoro”
“E se te lo trovassi io l’altro lavoro?” mi dice guardandomi di sottecchi.
“Che tipo di lavoro?” le chiedo a metà tra il serio ed il faceto.
“Beh magari potrei anche fare di te la mia servetta…”
“Ah ah ma come sei divertente”, le rispondo, “per un attimo avevo creduto che fossi seria”.
“Chi ti dice che non lo sia!” e scoppia in una fragorosa risata.

Quando la serata volge alla conclusione mi sfiora il pensiero che lei non stesse scherzando fino in fondo, ma lo accantono subito perch&egrave mi sembra così irreale. Sarebbe bello avere un lavoro dove poter essere Sally per qualche giorno, avrei la possibilità di indossare quello che desidero senza i soliti limiti temporali imposti dalla routine quotidiana; in fondo sognare non costa nulla e così mi addormento con questi pensieri, inframezzati dai ricordi dell’ultima volta in cui mia moglie mi ha reso la sua amante sottomessa.

Trascorrono i giorni ed ogni tanto accarezzo la folle idea di lasciare il lavoro, ma mi costringo subito a lasciarla andare perch&egrave non &egrave fattibile; non riesco nemmeno a concepire l’idea di un part time perch&egrave non ho un’alternativa pronta per compensare la perdita sullo stipendio e non saprei davvero come far quadrare i conti. Dopo qualche sera, però, al ritorno a casa trovo mia moglie ad attendermi al tavolo del salone. Davanti a lei c’&egrave un foglio stampato con una penna accanto, ma già l’intestazione mi lascia alquanto perplesso; a caratteri cubitali campeggia il titolo “CONTRATTO DA SCHIAVA”.
Guardo scettico mia moglie, evidentemente sono vittima di uno scherzo, ma lei leggendo la diffidenza nei miei occhi mi fa segno di proseguire; così per stare al gioco mi siedo e continuo a leggere quello strano contratto.

CONTRATTO DA SCHIAVA
Il sottoscrivente si impegna con il presente contratto ad assumere il ruolo di schiava personale della qui presente datrice di lavoro per una settimana ogni mese.
Il suo compito consisterà nel soddisfare ogni desiderio ed ordine della suddetta datrice di lavoro, a cui la schiava dovrà rivolgersi unicamente con gli appellativi di “Padrona” e/o “Signora”.
La schiava dovrà osservare un comportamento sottomesso e femminile, eliminare ogni evidenza di peluria dal proprio corpo ed evitare di toccare il proprio attrezzo maschile a meno che la “Padrona” non gli conceda il permesso.
Durante la settimana la schiava sarà tenuta ad indossare ciò che le viene indicato dalla “Padrona”, mentre nel rimanente periodo dovrà indossare un capo di intimo femminile sotto i consueti abiti maschili.
Qualora la padrona la dovesse ritenere pronta e presentabile, la schiava avrà il compito di accompagnare la sua “Signora” ovunque lei vorrà.
In caso di mancanza ai propri doveri di schiava o di insoddisfazione da parte della sua “Padrona”, quest’ultima potrà scegliere di impartire una punizione a sua discrezione alla schiava.
Il contratto si intende esclusivo, la padrona non avrà altre schiave e la schiava ubbidirà soltanto alla sua “Padrona”.

Più leggo quel testo e più mi convinco che sia uno scherzo, tanto più che mia moglie mi guarda divertita.
“Bello scherzo” le dico un po’ contrariato.
“Guarda che quello &egrave un contratto vero e proprio, non volevi un’alternativa al tuo lavoro?”
“E come posso permettermi di non lavorare per una settimana al mese?”
“Per questo non c’&egrave problema, potrei anche lavorare soltanto io ed il tuo unico compito sarebbe quello di soddisfare ogni mio volere”.
La guardo perplesso, perch&egrave mi sto rendendo conto che forse un fondo di verità c’&egrave ed inizio a valutare la pazza idea di firmare quel contratto. Lei nota il mio tentennamento e, per invogliarmi, mi elargisce altre spiegazioni.
“Lo studio di avvocati per cui lavoro &egrave stato acquisito da una grossa multinazionale. Come adeguamento ai loro standard ci hanno triplicato lo stipendio”, mi dice sicura di s&egrave. “Avrei voluto prepararti un contratto per tutti i giorni, ma mi rendo conto che potrebbe essere un cambiamento troppo grande”.
Nella mia mente partono una serie di ragionamenti su quel contratto, se da una parte avrei la possibilità di essere Sally per più di qualche ora, dall’altra per una settimana sarei tenuto ad essere assoggettato ai suoi ordini ed ai suoi desideri; alcuni punti mi sembrano un po’ forti, anche se l’idea di essere la sua servetta erotica mi solletica parecchio. Cerco di prendere tempo, devo verificare anche con il lavoro se &egrave possibile e voglio avere il tempo per riflettere.

Lei intuisce la mia esitazione e noto nel suo sguardo l’istinto della predatrice, che cerca di far cadere in trappola la sua preda.
“Pensa che potresti essere Sally per una settimana intera… So quanto ti piace essere trasformata e scopata. Con il mio nuovo stipendio non avremo più problemi di soldi”, cerca di invogliarmi, ” Hai il tempo per fare le tue valutazioni, magari mi puoi dare una risposta domani sera”.
“Ok ci penserò…”, le rispondo mentre nella mia testa già frullano mille pensieri su questa possibilità. “Ma che intendi quando dici che dovrei accompagnarti nei panni di Sally?”
“Se sarai molto femminile, con il trucco e la parrucca sarai irriconoscibile ed in qualche uscita vorrà portarti con me in giro. Chiaramente non intendo portarti al supermercato sotto casa, ma non voglio fare nemmeno 100 km…”
Ho dei dubbi sull’uscire nei panni di Sally, anche se la lontananza può essere un fattore per vincere la mia ritrosia; mi frenano anche il dover dare un aspetto più femminile al mio corpo ed il non potermi toccare se non dietro sua autorizzazione. D’altronde l’occasione di passare un’intera settimana nei panni di Sally &egrave molto ghiotta e già mi immagino nella vita di tutti i giorni mentre posso indossare liberamente le cose che più desidero.
Faccio fatica ad addormentarmi, nella mia mente i pensieri impazzano anche se già si sta delineando la risposta che le darò.
Il giorno dopo in ufficio mi metto in contatto con il personale delle risorse umane; cerco di capire se sia possibile stipulare un contratto part-time che mi lasci libero per un’intera settimana ogni mese e mi confermano l’esistenza di questo tipo di contratto. Ma potrei davvero essere Sally per una settimana al mese? Potrei vivere in abiti femminili senza far emergere il mio lato maschile a meno che la mia Padrona non mi dia il permesso? Ancora di più, potrei essere una schiava lasciva e voluttuosa, sottomessa ad ogni suo ordine e volere?

La giornata scorre via veloce, a tavola mi parla di tutt’altro, senza far riferimento al contratto, che ci abbia ripensato? Non so come introdurre l’argomento, non voglio sembrarle ansioso, ma in realtà sto fremendo perché dopo aver realizzato che quest’idea sarebbe fattibile non vedo l’ora di scoprire cosa ha davvero in mente per me. Durante la cena credo di notare dei suoi sguardi furtivi, se la sta godendo a tenermi sulle spine, forse ha intuito la mia voglia e si vuole divertire ancora un po’.
“Allora, hai riflettuto sulla mia proposta?”, me la butta lì, mentre si alza e viene ad abbracciarmi da dietro.
“Si, un pochino, sai sono stato molto impegnato oggi…”
“Mmm vieni con me e parliamone nel salone”, mi invita e mi prende per una mano.
Lei mi fa accomodare di nuovo allo stesso tavolo della sera precedente e mi mette davanti il contratto con la penna, pronto per la firma.
“Cosa ti fa credere che abbia deciso di firmarlo?” le dico per stuzzicarla.
“Non farmi ridere, sarai la mia schiavetta sottomessa e lo sai anche tu, devo solo tirar fuori la puttanella che c’&egrave in te. Ora firma che voglio cominciare subito con te!”
Firmo quel documento che attesta che per una settimana sarò una servetta sottomessa alla mia signora, pronta ad eseguire i suoi ordini e a soddisfare le sue voglie. Dopo la firma leggo nei suoi occhi soddisfazione ed un velo di bramosia, forse ha già qualcosa in mente ed un brivido mi corre lungo la schiena.

“Ora sei mia per la prossima settimana! Fai sparire immediatamente la barba e poi raggiungimi nudo in camera da letto!”
Non me lo faccio ripetere due volte e mi dirigo in bagno per radermi. Appena finito, mi spoglio completamente e lascio lì tutti i miei abiti, per ubbidire al primo ordine della mia padrona. Lei mi attende seduta sul letto, addosso ha soltanto una vestaglietta rossa, che lascia intravedere le sue forme generose, ed un perizoma del medesimo colore.
“Stanotte dormirai con questo”, mi dice porgendomi un baby doll nero, che indosso subito; cerco di raggiungerla nel letto, ma lei me lo vieta, imponendomi di fermarmi con un gesto della mano.
“Prima di andare a letto voglio divertirmi un po’… Nell’armadio c’&egrave una busta bianca, Sally prendila senza sbirciare il contenuto e portamela qui”
“Si, mia padrona”.
Eseguo il comando della mia signora, così come ci si aspetta da una schiavetta come me; la busta non &egrave molto voluminosa e non riesco ad immaginare quale possa essere il suo contenuto. La porgo alla mia padrona ed attendo curioso di sapere cosa ha preparato per me; quando ne estrae il contenuto rimango a bocca aperta.
“Sai, sapevo che avresti firmato quel contratto, così ho preparato qualcosa per il tuo benvenuto. Stasera sarai la mia coniglietta!”, mi dice mentre tira fuori dalla busta un fermacapelli con le famose orecchie da coniglietta di playboy.
Sorridendo mi aggiusta il fermacapelli sulla testa, ma non &egrave ancora convinta.
“Per essere una vera coniglietta, però, ti serve la coda”, continua mentre davanti agli occhi mi sventola un plug anale con attaccata una coda da coniglio. “Ed ora a quattro zampe Sally!”

Salgo sul letto e mi preparo a ricevere il trattamento che la mia padrona ha in serbo per me. Sento la sua lingua scivolare lenta nel solco tra le natiche e scorrere fino al mio buchetto. Le sue mani mi palpano il sedere con forza, sento la sua presa sul mio culo. Improvvisamente sento il suo dito insistere sul mio ano ed affondare nel mio buchetto lubrificato solo con la saliva.
“Ahi!”, non riesco a trattenere un’esclamazione di dolore, mentre la mia signora &egrave intenta a scoparmi con un dito.
“Ti ho scopata con oggetti molto più grossi, non fare la verginella!”, mi apostrofa senza fermarsi.
Quando il piacere prende il posto del dolore, inizio a bagnarmi ed a gemere, mentre il mio attrezzo si riveglia dal torpore e si mette sull’attenti.
“Ti lamentavi ma ti piace tanto essere scopata!” esclama trionfante la mia signora.
Protendo il mio culo verso la mia padrona come segno di sottomissione, voglio essere sua, ed in risposta ottengo l’ingresso di un altro dito; sono talmente eccitata che il dolore non mi tange, anzi continuo a gemere senza ritegno, mentre il mio cazzo &egrave diventato una sbarra di acciaio.
“Lo sapevo che eri una maialina vogliosa, dovevo solo tirartelo fuori” e nel frattempo aumenta il ritmo della penetrazione, con l’effetto di farmi bagnare ancora di più.

Dopo poco però lei si ferma e sento le sue dita lasciare il mio buchetto. Il vuoto, però, dura poco perch&egrave sento un oggetto nuovo aprirmi in due.
“Ora sei pronta!”, ma mentre me lo dice porto le mani tra le mie gambe per dar piacere al mio attrezzo pulsante di voglia; vengo subito fermata con un schiaffo sulla mano ed allora alzo gli occhi e vedo la sua espressione di rimprovero.
“Sei la mia schiavetta e decido io quando puoi toccarti!”, mi dice adirata. “E’ il primo errore e non ti punisco, ma se stasera mi fai arrabbiare ti lascio con il plug nel culo per tutta la notte…”
“Perdonami mia signora”.
“Ora alzati in piedi, voglio vederti agitare quella coda!”
Mi alzo e agito il bacino davanti al suo volto, mentre lei mi lancia degli urletti di approvazione e mi da degli schiaffetti sul culo.

“Girati!”, mi ordina.
Mi volto e lei &egrave seduta sul letto, ha tolto le mutandine ed ha le gambe divaricate.
Con una mano accarezza voluttuosa il monte di venere; io, ubbidendo al suo ordine muto, salgo a quattro zampe sul letto e le bacio delicatamente l’inguine. Mi sposto lentamente sulla vagina, e le mordicchio le grandi labbra.
“Si, così schiavetta mia…”
Pungolo con la lingua la clitoride, con colpi lenti e delicati, mentre lei con un mano preme sulla mia testa; aumento sempre più la velocità dei tocchi con la lingua, rallentando il ritmo quando sento aumentare il suo piacere.
La copiosità dei suoi umori ed i suoi gemiti rumorosi mi fanno capire che si sta avvicinando all’amplesso, così passo a succhiare le grandi labbra, mentre con la mano le massaggio la clitoride; impegnato a soddisfare la mia padrona bagnatissima, non riesco a fare a meno di muovere il culo a ritmo.
“Oddio, quella coda che si muove lì dietro mi eccita da morire!”, quasi mi grida mentre con le mani mi spinge sempre più la testa sulla sua vagina.

Un “siiiiiii” urlato e le sue gambe che si stringono come una tenaglia attorno alla mia testa mi fanno capire che sono stata brava e che ho condotto la mia signora alla vetta del piacere. Dopo qualche istante si alza e viene dietro di me, mi accarezza il culo e poi libera il mio buchetto dolorante dalla presenza ingombrante del plug.

“Ti sei meritata di venire a dormire nel letto con me. Domani mattina mi servirai la colazione alle 8 in punto. Ho prenotato per te l’estetista per le 9, &egrave giunto il momento che Sally abbia la sua prima depilazione e manicure…”

Mi alzo alle 7:30 con addosso soltanto il baby doll e preparo la colazione per la mia signora. Penso alle ultime parole che mi ha rivolto ieri sera e spero che si stesse solo prendendo gioco di me. Aspetto che lei si svegli e nel frattempo apparecchio la tavola per la colazione.

Alle 8 in punto la mia signora mi raggiunge in cucina; non ho il coraggio di tirare in ballo l’argomento, così aspetto che sia lei a farmi un cenno.
“Vestiti, non vorrai mica uscire così!”, mi dice mentre sta finendo di prendere il caffé.
“Ma…ma cosa dovrei indossare?” balbetto cercando di trovare una via d’uscita.
“I tuoi abiti maschili, mi sembra chiaro. Per questa prima volta ti sollevo dall’obbligo di portare indumenti femminili”.
Mi sento sollevato, penso che la sera prima ho semplicemente frainteso, ma le sue parole successive mi dimostrano quanto mi sbaglio.
“Non passeresti mai per una donna in questo stato! Perciò oggi andremo dalla mia estetista per depilazione totale, manicure e pedicure”
“Ma padrona …” provo a protestare.
Lei mi afferra per il pacco e mi sussurra all’orecchio: “Non contrariarmi o passerai una settimana senza che nessuno pensi al tuo amico”
“Si, signora”
“Portati i guanti che oggi ti serviranno”

Lei si siede alla guida, così a me non resta che sedermi al posto del passeggero; il viaggio dura una decina di minuti, che io passo in silenzio mentre lei mi guarda soddisfatta di sé.
“Ciao Anna”, saluta l’estetista che ci sta venendo incontro, “lui è mio marito, ha perso una scommessa e per pegno oggi farà manicure, pedicure e depilazione totale”.
“Ma certo Silvia, ho lasciato un paio d’ore libere da appuntamenti solo per voi”
“Benissimo Anna! Mi raccomando, non può mancare lo smalto su mani e piedi”, conclude dando il via libera alla sua amica.
Ora capisco a cosa mi serviranno i guanti.

Passiamo in totale un’ora e 45 minuti dall’estetista. Mi ha depilato completamente, incluse le zone intime, e poi si è dedicata a mani e piedi, rendendoli molto più curati e femminili.
Dopo la depilazione, ci ha lasciato un attimo soli e così, mentre io sono ancora disteso sul lettino, mia moglie ne approfitta per passarmi un dito nel solco tra le natiche e mi bisbiglia:
“Con questo culo bello liscio stasera mi divertirò ancora di più a scoparti”
E’ la prima volta che vedo il mio corpo completamente glabro e ne approfitto per guardarmi un po’ nello specchio, mi immagino già con un paio di mutandine sexy. Quando Anna ritorna, si rivolge a mia moglie ignorandomi completamente.
“Allora a che colore avevi pensato?”
“Ma io direi di non fare niente di particolare, usa un bel rosso classico”.
Finita la sua opera su mani e unghie, ho giusto il tempo di guardarmi le unghie dei piedi, curate e smaltate, prima di rivestirmi.
Mentre infilo i guanti, l’estetista saluta mia moglie dicendole:
“Ciao Silvia, pensa a me anche per la prossima scommessa!”

Rientriamo in macchina e quando l’auto riparte la mia signora sogghigna:
“Torniamo a casa schiavetta”
Non appena rientriamo in casa, la mia padrona mi ordina:
“Sally via questi vestiti, mettili pure su quella sedia. Ho preparato qualcosa di più consono per te”.
Mi spoglio davanti alla mia signora e ripongo i miei abiti maschili dove mi è stato ordinato.
“Visto che per una settimana sarai ai miei ordini, ho comprato una divisa per te”, mi dice mentre mi conduce al salone. “La indosserai soltanto in casa, tranne quando andrai a dormire”.
“Si, mia padrona”
“La tentazione di rimetterti il plug è forte, vederti sculettare con quella coda mi eccita da impazzire, ma non lo farò oggi; ho ben altro in serbo per te”.
Mi fa indossare delle culotte nere e già il mio cazzo sembra volersi affrancare da questa gabbia sexy; quando mi allaccia il reggiseno nero abbinato vedo che stringe l’attaccatura più del dovuto, con il risultato che davanti i miei pettorali sono portati più in alto, come se avessi un minimo di seno.
“Così la mia servetta avrà anche un po’ di tette che non guasta”
Mi aiuta ad infilare dei collant bianchi, molto velati, e poi mi porge un completino da cameriera con la gonna molto corta, che a stento mi copre il sedere.
Con le calzature sono più fortunata, perché mi toccano delle scarpe di vernice nera con un tacco molto basso.
“Ci siamo quasi… Visto il tuo ruolo direi che questa è più che appropriata”, sorride mentre mi porge una collana con delle lettere sul davanti a formare una scritta inequivocabile: “SLAVE”.
Completa la sua opera, facendomi indossare una parrucca nera a caschetto e truccandomi lo stretto indispensabile: rossetto rosso, ombretto celeste e mascara sugli occhi.
“Ed ora schiavetta questa è un elenco dei tuoi compiti per oggi, comincia con il pranzo che la tua padrona ha fame!”
Mi offre una lista bella lunga e per ogni compito è specificato in dettaglio cosa fare; non fa eccezione il pranzo, che mi tiene un’ora incollata ai fornelli. Quando ho finito, le servo la pietanza come farebbe una vera cameriera ed attendo in silenzio un suo commento;
“Complimenti, il piatto è buono, siediti qui a mangiare con me”, mi concede infine.
Dopo aver finito di mangiare, passo alle altre faccende domestiche, sempre sotto la supervisione divertita della mia signora, che se la gode a fotografarmi con lo smartphone; in alcuni momenti mi chiede di mettermi in posa portandomi un dito alla bocca o mettendo in mostra il mio sedere. Non ancora soddisfatta, ogni volta che le passo vicino, si diverte a stuzzicarmi il pacco o a palparmi il sedere, utilizzando le mani o i piedi.

“Bene bene, finora ti stai comportando da brava servetta ubbidiente, sono molto soddisfatta ma ora voglio un segno della tua assoluta sottomissione”. Le spunta sul volto un sorriso malizioso, quindi si toglie la scarpa e mi porge il piedino con le unghie smaltate di azzurro. “Bacialo!”.
In risposta al suo ordine, ormai sottomessa e pienamente calata nel mio nuovo ruolo, mi inginocchio e le prendo il piede tra le mani. Inizio a baciarlo delicatamente, partendo dal collo e scendendo lentamente fino alle dita, poi risalgo fino alla caviglia; la mordicchio un po’ e poi ritorno alle dita e questa volta le succhio ad una ad una, aiutandomi anche con la lingua. Ripeto questa lenta adorazione del suo piedino più volte, fino a quando non sento la mia padrona emettere dei mugolii di piacere.
“Si Sally, continua così…”, mi esorta la mia signora e nel frattempo mi porge anche l’altro piede.
Mi divido tra entrambi i piedi, cercando di non accelerare mai il ritmo, per tenerla sospesa in questo sottile gioco erotico di sottomissione; lei sembra gradire molto, si abbandona completamente a me ed io la sento fremere tutta in risposta alle mie attenzioni.
“Basta così!”, mi sfila il piede dalle mani e lo porta sotto al mio mento, guidando la mia testa verso l’alto. “In piedi”
Mi alzo ed attendo una sua eventuale punizione, forse ho sbagliato qualcosa e l’ho contrariata, invece lei infila una mano sotto la gonna ed inizia a massaggiarmi il pacco, mentre fa scorrere un dito dell’altra mano nel solco tra le natiche. Le sue mani si muovono feline sul mio attrezzo, in pochi istanti mi sento completamente bagnata e non riesco a rimanere immobile; il mio cazzo è duro come il marmo ed i collant, ormai completamente bagnati dalla mia eccitazione, fanno fatica a trattenerlo. Finalmente lei lo libera, abbassandomi mutandine e collant, e la sua lingua guizza sul mio cazzo turgido, partendo dai testicoli per percorrere tutta la mia asta.
“Così depilato questo bel cazzone sembra ancora più grande”, mi lusinga.
La sua bocca succhia avida il mio pene, mentre le sue mani mi stringono i glutei ed ispezionano vogliose il mio buchetto. Ogni colpo della sua lingua mi fa sussultare dal piacere, lei è una maestra della seduzione e dell’erotismo e tutta la sua arte si riversa in quei movimenti che mi conducono alle soglie del paradiso. “Si Silvia, mi fai morire…”
Non faccio in tempo a rendermi conto dell’errore che la sua mano si è già stretta in una morsa attorno ai miei gioielli.
“Come ti sei permessa di chiamarmi?”, quasi mi grida furente!
Mi sbatte sul posteriore del divano, facendomi piegare sullo schienale, mi abbassa ancora di più collant e mutandine, in modo che il mio culo sia completamente esposto, ed inizia a sculacciarmi con vigoria.
“Perdonami mia padrona”, le chiedo scusa mentre subisco passivamente la sua punizione, ” sono stata una schiavetta disubbidiente. Non succederà più”.
Le mie parole sembrano placarla ma continua ancora a sculacciarmi, mentre io provo una sorta di perverso piacere ad ogni suo colpo.
“Devi capire chi comanda, troietta disubbidiente”, mi rimprovera mentre continua a torturare il mio culetto indifeso.
Quando finisce di sculacciarmi, mi lancia un ultimo avvertimento: “Che non accada mai più o la prossima volta la tua punizione sarà molto più severa!”.

Mi afferra per il membro ancora eretto e mi trascina nella camera da letto, luogo in cui io sospetto e spero che lei mi farà sua. Mi fa inginocchiare in terra, in attesa dei suoi ordini e resto a guardarla mentre si denuda lentamente; poi infila lo strap on ed è senza dubbio più doppio e più lungo di quello che ha usato le altre volte. Ma non sono le dimensioni che mi colpiscono, sebbene siano considerevoli, bensì un’apertura in basso, sotto l’asta, che fa sì che la sua vagina sia ben accessibile.
“Vediamo quanto sei maialina”, mi dice mentre si avvicina minacciosa.
Alza l’asta dello strap on e me la sbatte più volte sul viso, poi è la volt della sua fica, che io inizio a leccare vogliosamente. Con la lingua entro più che posso ed uso una mano per masturbarla; alternando i massaggi con le mani ed i colpi di lingua sulla clitoride riesco a mandarla velocemente in estasi, facendomi parzialmente perdonare per la mia mancanza precedente. Aumento sempre più l’intensità delle mie “penetrazioni” e poi di colpo mi fermo per continuare soltanto con la mano, quindi ricominciò prima lentamente a leccarla e poi aumento di nuovo il ritmo, finendo con il seguire l’andamento dei suoi gemiti di piacere, sempre più rumorosi.
“Fammi vedere se sei migliorata…”, mi dice mentre mi ferma la testa e stringe l’asta dello strap on. Spinge l’oggetto sulle mie labbra, forzandomi ad aprire la bocca e ad accoglierlo; provo a succhiarlo, ma evidentemente alla mia signora non basta perchè mi ferma la testa ed inizia a dettare lei il ritmo, impartendomi un’andatura molto più veloce.
“Siii, si, porcellina mia…”
Mi toglie lo strap on da bocca e mi sbatte con la schiena sul letto, le sue dita con il gel cercano freneticamente il mio buchetto voglioso per prepararlo; quando mi alza le gambe capisco che il momento è arrivato e mi rilasso per cercare di godere il più possibile. Questa volta l’ingresso non è graduale, ma lei infila il grosso calibro tutto insieme; mi sento aprire in due e mi scappa un piccolo urlo di dolore, ma lei estrae lo strap on e mi penetra di nuovo con un altro colpo secco. I colpi aumentano sempre più ed il dolore è superato dall’enorme goduria fisica e dal sottile piacere della sottomissione.
“Ti piace essere sfondata troietta?”
“Si padrona, ti prego non fermarti…”
La mia richiesta viene esaudita, anzi lei aumenta ancora più la velocità e l’intensità dei colpi; stavolta non mi ha dato nemmeno la possibilità di spogliarmi, ma continua a stantuffarmi con gli occhi lucidi di desiderio. Mi aggrappo alle lenzuola per resistere alla potenza dei suoi colpi, mentre ogni volta che sento il suo basso ventre sbatte sulle mie terga urlo in preda al puro piacere.

Le chiedo: “Ti prego Padrona scopami a quattro zampe”, ma lei ha altri programmi e me lo fa capire subito.
Estrae lo strap on lasciandomi appena il tempo di riprendere fiato e poi mi fa appoggiare con la schiena al bordo del letto, in modo da avere la testa sul pavimento e le gambe in alto e ben spalancate. La mia signora subito è su di me per riprendere a scoparmi; lei affonda ogni colpo nel mio buchetto pulsante di desiderio con tutta la passione di cui è capace, mentre brividi di piacere si impossessano di tutto il mio corpo, facendomi stringere persino le dita dei piedi per trattenere ogni singolo istante. Mentre mi scopa, afferra il mio cazzo duro e bagnatissimo, puntandolo verso il mio volto, e mi masturba a ritmo con i colpi nel mio ano.
“Padrona, sfondami ti prego. Sono la tua troietta vogliosa”, le grido mentre lei sogghigna perché mi ha trasformato nella sua schiavetta passiva e vogliosa.
L’orgasmo arriva veloce e intenso ed il frutto del mio piacere mi investe in pieno viso, mentre io continuo a gridare ed a fremere dal piacere. La mia padrona si alza soddisfatta e torna con un piccolo aggeggio nelle mani, mi si avvicina mentre sono esausta a terra che mi godo gli ultimi attimi dell’amplesso e mi mostra tale oggetto; non riesco a capire subito di cosa si tratta, ma le parole della mia signora chiariscono ogni dubbio:
“Ora abbiamo un video che dimostra quanto ti piace fare la puttanella e farti sfondare!”, mi dice mentre sul piccolo schermo corrono le immagini di lei che mi cavalca come una forsennata, “Mi divertirò a scoparti mentre ce lo guardiamo insieme…”

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLE CAMS GIRL ITALIANE

Free porn videos

Un nuovo giorno sorge, come ogni mattina mi spoglio della mise notturna per indossare la divisa che la mia padrona ha scelto per me; le preparo un ricca colazione ed attendo in silenzio i nuovi ordini per la giornata.
“Mmm stavo pensando che oramai sei diventata brava a camminare sui tacchi”, esordisce sorseggiando il caffè, “ora passiamo al trucco, così sarai pronta per uscire…”
Vado nel panico, la mia paura di essere riconosciuto prende il sopravvento e riesco a farfugliare solo poche parole confuse.
“Ma Padrona … uscire … non so se sono pronta…”
“Questo lo decido io. Naturalmente non ti lascio uscire con questa divisa, sei uno spettacolo riservato solo ai miei occhi, per la tua prima uscita ho preso qualcosa di più consono. Voglio andare a fare un po’ di shopping in quel nuovo centro commerciale che hanno aperto appena fuori città e tu mi accompagnerai”.
Quando finisce di fare colazione mi conduce in camera da letto, dove ha già preparato quello che dovrò indossare: dei collant neri da 10 den ed un vestito rosso, che avvolge morbidamente il mio corpo, nascondendone le forme tipicamente maschili. A completare il tutto ci sono una cintura nera ed un paio di scarpe chiuse del medesimo colore con il tacco da 7 cm. Mi guarda soddisfatta mentre mi aggiusta la cintura e mi gira intorno, per controllare che tutto sia come vuole.
“Ok direi che abbiamo fatto un bel passo avanti, ora dritta al trucco!”
Mi fa sedere davanti allo specchio ed inizia ad armeggiare con la sua trousse; nelle sue mani sono come una tela bianca per una pittrice e lei applica tutta la sua arte per rendere più femminili i miei lineamenti. Dopo un’ora passata sotto le sue grinfie quasi non mi riconosco, mi guardo allo specchio ed il risultato non mi dispiace per niente; adesso siamo pronte per la mia prima uscita come Sally.
“Mmm davvero niente male”, mi fa eco con un fischio la mia signora, dandomi una sonora pacca sul sedere.

Durante il viaggio in macchina non parlo, ansia e nervosismo si impadroniscono di me; è la mia prima uscita come Sally ed alla paura che qualcuno mi riconosca si aggiunge anche quella di ricevere cattivi commenti o un comportamento fuori luogo. La compagnia della mia padrona, però, ha l’effetto di tranquilizzarmi parzialmente ed i suoi discorsi riescono a distogliermi da quei pensieri, così il viaggio scorre più velocemente del previsto.
“Siamo arrivate”, mi annuncia, “oggi saremo soltanto due amiche che fanno shopping insieme e che si vogliono divertire, poi da stasera tornerai ad essere la mia schiavetta porcellina”.
Giriamo per il centro commerciale, guardando le varie vetrine, e mi sento addosso gli sguardi indagatori delle persone che incontriamo, ma mi rendo conto che forse è solo una mia sensazione; quando entriamo nei negozi i commessi sono molto cordiali e gli altri clienti quasi non sembrano fare caso a me, così con il tempo inizio a rilassarmi.
In uno store di una nota catena di intimo aiuto mia moglie nella scelta di completini particolarmente sensuali, già immaginando il suo corpo sinuoso e le sue curve voluttuose esprimere tutto il loro potenziale erotico attraverso quei capi; devo frenare la mia fantasia per evitare che il mio attrezzo si metta sull’attenti e che il conseguente rigonfiamento sotto la gonna tradisca la mia natura maschile. Passiamo il resto della giornata a fare acquisti in altri negozi di abbigliamento, fermandoci soltanto per pranzare sedute al tavolino di un ristorantino, in cui la cameriera si rivolge a noi chiamandoci “signore”; la cosa dapprima mi lascia abbastanza perplessa, ma poi mi tranquillizza, perchè vuol dire che la mia padrona è riuscita a dare a Sally un’immagine davvero femminile.
“Bene, direi che per oggi è abbastanza. Sally torniamocene a casa”

Al nostro rientro in casa ritorno immediatamente al ruolo di schiavetta sottomessa e mi prodigo verso la mia Padrona per sapere come posso servirla al meglio.
“Padrona mi infilo subito la divisa e sono pronta ad eseguire i tuoi ordini”
“Ma sai Sally” mi dice girandomi intorno, “questa giornata tra amiche mi ha messo addosso una gran voglia di cazzo…” e la sua mano corre fulminea a saggiare lo stato del mio attrezzo.
“Si, mia signora, anche io mi sento fremere tutta, quando ti ho vista provare quei completini intimi mi hai eccitato da morire…”
“Mmm interessante… Togli solo il vestito e la parrucca ed attendimi in camera da letto” mi dice mentre sparisce in bagno.
La attendo sul letto e quando lei riappare è davvero mozzafiato: indossa reggiseno e mutandine di pizzo lilla, che mettono in risalto le sue forme generose, mentre il reggicalze con le calze abbinate del medesimo colore rende ancora più sexy le sue gambe sinuose; il tutto è completato da una vestaglietta che offre un gioco di vedo – non vedo che eccita ancora di più i miei sensi.

Lei viene verso di me con lo sguardo da predatrice, mi stende sul letto ed inizia a baciarmi sul collo, mentre con la mano massaggia il mio attrezzo. Stavolta però mi ribello, sono io che voglio condurre il gioco; le afferro le mani e la capovolgo sul letto, le mordicchio l’orecchio e poi la bacio con passione, lasciando che le nostre lingue si fondano in una lunga danza erotica. Inizio a baciarla sul collo, mentre le mie mani con movimenti sicuri le aprono la vestaglietta e le sganciano il reggiseno; i miei baci percorrono una lenta marcia sul suo corpo, fermandosi su suoi seni, primo obiettivo della mia lingua, mentre le mie mani cercano vogliose la sua vagina.
Mordicchio e bacio ripetutamente entrambi i seni, non voglio perdermi niente di questo gustoso antipasto erotico, mentre con la mano le massaggio il monte di venere; scendo lentamente verso l’ombelico, la mia lingua ci gira attorno e lo stuzzica e già la sento fremere, come se pregustasse la mia mossa successiva.
Metto un freno alla mia lingua e con decisione la giro, mettendola a pancia sotto; la bacio tra le scapole mentre strofino il mio cazzo duro, incatenato nei collant, sulle sue natiche e la sento sussultare al ritmo dettato dai nostri corpi.
“Oh si, continua così, così…”
La punzecchio con la lingua nell’incavo tra le spalle e poi proseguo baciandola lungo tutta la schiena, arrivando fino alle natiche; le mordo, le voglio mangiare di baci, mentre il mio desiderio cresce a dismisura.
La tiro a me, la stendo sulla schiena e le apro le gambe: la bramo con tutto me stesso, ma prima voglio giocare ancora un po’ con lei. Mi tuffo tra le sue gambe e lei le divarica ancora di più, perché attende con impazienza ciò che sta per accadere; la mia lingua picchetta veloce la sua clitoride e le mie mani stringono decise i suoi glutei, mentre gemiti sommessi vengono dalla mia signora. Aumento leggermente il ritmo della lingua e con le mani mi diverto a stuzzicarle i seni, oramai sento che è pronta, è bagnatissima ed il suo corpo freme intensamente ad ogni mio tocco.

Non mi faccio pregare, in un attimo collant e mutandine sono giù ed il mio cazzo punta durissimo verso la sua vagina.
Entro deciso, ma inizio a penetrarla lentamente e colpo dopo colpo la sento ansimare sempre più forte; i suoi gemiti si trasformano presto in urletti goduriosi ed è il segnale che aspettavo per aumentare il ritmo.
“Scopami più forte!” mi urla, “Fammi sentire tutto quel cazzone!”
I suoi incitamenti mi accendono ancora di più, la scopo come un forsennato mentre le tengo le gambe all’aria.
“Girati, mettiti a quattro zampe!”, le ordino, ma lei con sguardo di sfida si rifiuta.
Estraggo il mio palo di carne e la rotolo sul letto, il suo culo è in bella vista adesso e ne approfitto per sculacciarla; ad ogni schiaffo segue un suo urletto di piacere, così ricomincio a penetrarla di gran carriera, facendo sbattere le mie palle sui suoi lombi ad ogni colpo.
“Oggi ti apro in due”, le dico mentre la scopo con sempre più passione.
“Siiii, è quello che voglio!”
La tengo con una mano sulla spalla e le faccio inarcare la schiena mentre continuo a stantuffarla; quando raggiungo l’amplesso vengo dentro di lei e mi piego per un attimo sulla sua schiena, ma il godimento è talmente tanto che il mio attrezzo resta bello duro e riprendo a penetrarla senza abbassare il ritmo.
Poco dopo l’orgasmo arriva anche per lei, e dopo le sue urla fragorose ci stendiamo abbracciati sul letto, con gli occhi chiusi.

Dopo qualche minuto mi alzo mutandine e collant e mi ristendo vicino a lei; la mia signora passeggia con le dita sul mio petto e poi mi sussurra all’orecchio:
“Non penserai che abbiamo finito vero?”
La guardo con aria interrogativa e lei prosegue:
“Il contratto ricordi? Per questa settimana sei la mia schiavetta personale”.

La vedo armeggiare con il telecomando e dopo poco sullo schermo della tv compaiono le immagini di ieri in cui lei si diverte ad aprirmi.
“Puttanella mettiti a quattro zampe con la testa rivolta verso la televisione”, mi ordina, “vediamo se riesco a farti urlare più di ieri!”
Ubbidisco e subito sento sul mio buchetto la sensazione refrigerante data dal lubrificante.
“Quindi pensavi di potermi dare degli ordini?”, mi dice mentre appoggia la punta dello strap on sul mio ano.
“E così volevi aprirmi eh?” si diverte a rincarare la dose.
Non ho il tempo di rispondere che lei con un colpo secco è già dentro di me ed ha cominciato a scoparmi lentamente, mentre le immagini di ieri scorrono sul video.
Vedere la mia padrona che mi scopa mi eccita da morire ed in pochi istanti già sono bagnatissima; mentre mi sta penetrando, mi mette un braccio intorno al collo e mi afferra il mento con una mano, indirizzando il mio sguardo verso il video.
“Lo vedi quanto ti piace essere scopata maialina?”
Non riesco a rispondere presa come sono tra il video e lei che stantuffa il mio buchetto con colpi decisi.
“Non ti ho sentita troietta!” e per sottolineare la sua affermazione mi da 2 schiaffi sul culo.
“Si mia padrona!”
“Voglio sentirtelo dire! Cosa sei?”
“Sono la tua troietta sottomessa! Il mio culo è tutto tuo!”
In risposta alla mia sottomissione verbale estrae lo strap on, stavolta è lei che mi ribalta sul letto e riprende a scoparmi gambe all’aria come un’indemoniata; oramai le mie urla coprono quelle della Sally in video e mi dimeno ad ogni colpo della mia padrona.
Anche il mio cazzo sembra gradire il trattamento, è ritornato ad essere il palo d’acciaio di qualche minuto prima e la mia signora lo afferra ed inizia a masturbarmi lentamente, mentre con lo strap on mi sta letteralmente spaccando in due.
L’amplesso non si lascia aspettare e mi coglie tra le grida, mentre il mio cazzo stretto nella mano della mia padrona sparge il frutto del piacere su tutto il mio corpo.

Sono stesa, sfinita da questa fiera del sesso e la mia padrona mi guarda sorridente e soddisfatta e mi dice:
“Adoro scoparti e farti urlare come una porcellina…”

 

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLE CAMS GIRL ITALIANE

Free porn videos

Siamo arrivate all’ultimo giorno della settimana nei panni di Sally, mi dispiace quasi che lei debba ritornare confinata dentro di me, anche perchè questo tempo sembra essere davvero volato. Come nelle mattine precedenti indosso la mia divisa da schiavetta, assaporando tutte le sensazioni che quegli indumenti mi trasmettono, e preparo la colazione per la mia padrona; lei dorme ancora, così ne approfitto per farle trovare tutto pronto al suo risveglio.
“Che meraviglia Sally” mi dice sedendosi a tavola.
“Sei stata molto brava come mia schiavetta personale in questa settimana”, continua, “e ti voglio premiare. Oggi sarai semplicemente Sally e non avrai obblighi nei miei confronti nè dovrai chiamarmi padrona o signora. Facciamo colazione insieme”.
Stupita, mi siedo a fare colazione con lei ed il suo primo gesto è quello di togliermi la collana con l’incisione “slave”.
“Cosa vorresti fare oggi Sally?”, mi chiede.
Ci penso un attimo prima di darle la risposta, in questa settimana sono stata quasi sempre sottomessa ai suoi voleri e questa domanda mi ha totalmente spiazzato.
“Signora…”
“Silvia, chiamami Silvia, oggi non sono la tua signora, anzi dopo colazione puoi togliere anche la divisa se vuoi.”
“Silvia, vorrei scegliere qualcosa da indossare insieme a te e poi vorrei vivere semplicemente la nostra quotidianità”
“Non vuoi fare niente di speciale?”, mi chiede a metà tra la sorpresa e la curiosità.
“Sai Silvia”, cerco di trovare le parole giuste, “mi è piaciuto molto giocare ad essere la tua schiavetta in questa settimana, mi hai fatto provare cose che non avrei avuto il coraggio di provare da solo. Però qualche volta sento il bisogno di essere Sally anche nella vita di tutti i giorni, come se non fosse soltanto un ruolo da interpretare, un gioco, ma una parte di me che ogni tanto vuole venire fuori”.
“Ok”, mi risponde con un sorriso dolcissimo.

Dopo la colazione mi porta in camera da letto e mi spoglia della divisa, è il momento di scegliere cosa indossare per la mia prima giornata senza una padrona a cui obbedire. Anche se oggi voglio provare un abbigliamento più comodo scelgo delle mutandine rosse di pizzo molto sexy, che a stento contengono il mio attrezzo e che mettono in risalto il mio culo ed un paio di collant neri da 20 den che, se potessi, indosserei anche sotto i miei vestiti maschili; agito il culo davanti a mia moglie che, divertita, mi da degli schiaffetti sul sedere e mi incita a continuare.
Dopo l’intimo indosso una gonna bianca che mi arriva al ginocchio, un maglioncino di filo verde acqua e delle scarpe nere con appena un po’ di tacco.
“Credo di essere pronta”, dico infine a mia moglie.
“Lasciati solo truccare un po”, mi chiede lei.
Mi dipinge le labbra con un rossetto rosa antico, mentre sugli occhi mette un ombretto lilla.
“Ecco adesso sei davvero pronta”, chiosa mentre mi aggiusta la parrucca.

La giornata scorre tranquilla, come se fosse una delle tante giornate di relax che ci sono state in passato: cuciniamo, guardiamo un film e facciamo insieme tutte quelle piccole cose che fanno parte della nostra routine quotidiana. Mentre guardiamo il film abbracciati lei mi sussurra nell’orecchio:
“Perchè non ce ne andiamo in camera da letto?”
Mi precede tenendomi per mano e, arrivati in camera da letto, con una leggera spinta mi stende sul letto, mentre lei si sfila la maglietta e si slaccia il reggiseno.
In un attimo è su di me e mi stampa sulle labbra un lungo bacio appassionato, mentre le sue mani si infilano sotto la gonna e cercano febbrili il mio scettro del piacere; la sua bocca abbandona la mia per dedicarsi al collo, con lente escursioni sull’orecchio, mentre il risultato dei suoi massaggi sul mio pacco diventa evidente come il rigonfiamento sotto la mia gonna.
“Via questa!”, mi dice mentre la gonna vola sul pavimento.
Mi abbassa collant e mutandine e la sua lingua scivola sul mio membro turgido e bagnato; parte dalla cappella, percorrendo lentamente tutta l’asta fino a fermarsi sulle palle che succhia e mordicchia mentre mi guarda con aria vogliosa e poi ripete il percorso inverso fino a ritornare alla punta. Questi gesti, ripetuti più e più volte, mi mandano in estasi e lei capisce che può fare il passo successivo: inizia a succhiare il mio cazzo con voracità, mentre con la mano mi masturba freneticamente; la sua bocca vogliosa mi fa gemere in maniera incontrollata e mi porta alle soglie dell’orgasmo. Lei se ne accorge e la sua bocca abbandona la mia cappella, per lasciare via libera alla mano; vengo, tra gemiti sempre più forti, in maniera molto copiosa ed il frutto del mio amplesso finisce tutto sul suo florido seno. Lei lo raccoglie con un dito e lo porta alla mia bocca.
“Provalo”, mi dice mentre avvicina sempre di più il dito alle mie labbra.
“Ma Silvia…”
“Succhialo dai” mi dice con un tono che non ammette repliche e le mie labbra si dischiudono pronte per accogliere quel dito ed il mio seme.
“Brava, così, succhialo per bene”, mi dice soddisfatta, mentre io mi lascio andare e succhio il suo dito con trasporto.

Silvia estrae il dito dalla mia bocca, e poi mi toglie le scarpe, i collant e le mutandine; sento le sue dita giocare con il mio buchetto, ci girano intorno e lo stuzzicano, facendo accrescere il mio desiderio.
“Mi vuoi?” mi chiede con lo sguardo di chi già conosce la risposta.
“Si, amore mio”
Sento la sensazione del lubrificante sul mio ano ed il suo dito è immediatamente dentro di me; sappiamo entrambi che questo è solo un antipasto per il mio culetto voglioso e quando entra anche il secondo dito il mio piacere è raddoppiato dall’attesa di quello che verrà.
Lei indossa lo strap on e lo cosparge di lubrificante, ritorna da me tenendo l’asta tra le mani e dicendomi: “Sei pronta porcellina?”
Come dimostrazione della mia voglia anzichè risponderle allargo le gambe, tirandole con le mani verso di me e porgendole il mio buchetto su un piatto d’argento.
“Mmm sei proprio una maialina…”
Appoggia la punta dello strap on sul mio buchetto, spingendo leggermente; con un colpo deciso infila soltanto la punta dello strap on, ma tanto basta a farmi sussultare e gemere di piacere.
“Si, ti prego Silvia, ti voglio…”
Inizia lentamente a scoparmi, affondando ad ogni colpo sempre di più l’asta dentro di me; quando lo strap on è tutto dentro, Silvia aumenta la velocità e sento il suo basso ventre sbattere ritmicamente sul mio culo. Ad ogni colpo la mia voglia anzichè placarsi aumenta sempre di più, così inizio ad incitarla ad aprirmi ancora di più, mentre il mio attrezzo ritorna duro come il marmo.
“Silvia, più forte, scopami più forte”, le chiedo in preda alla lussuria e lei in risposta aumenta il ritmo della sua cavalcata facendomi dimenare e gridare dal piacere.
Lei estrae lo strap on dal mio culetto voglioso e si stende sul letto affianco a me, facendo scivolare la mano lungo tutta l’asta del toy.
“Dai salta sua, maialina mia, fammi vedere quanto sei vogliosa…”
Non me lo faccio ripetere due volte e, anche se l’ingresso in questa posizione mi da sempre un po’ male, faccio scivolare tutto lo strap on dentro di me in un colpo solo; la guardo mentre mi passo la lingua sulle labbra e detto dal principio un ritmo lento alla cavalcata l’ingresso in questa posizione mi da sempre un po’ di dolore e faccio un po’ di fatica a dare il ritmo alla cavalcata con lei che mi guida in questa danza sessuale con le mani sulle anche.
“Ferma così puttanella!”, mi dice e mi blocca per i fianchi, mentre lei passa a condurre il gioco attivamente e mi stantuffa.
Ad ogni colpo la sento urlare sempre più, mentre io sobbalzo su di lei ed il mio cazzo duro e bagnato sbatte energicamente tra i nostri corpi; oramai sono presa nella trance della cavalcata e sento di essere vicina all’orgasmo, ma ho un ultimo desiderio prima di raggiungere il culmine.
“Fammi venire a gambe all’aria! Ti prego fammi venire gambe all’aria!”, le chiedo con la voce vibrante di piacere.
Mi sbatte con la schiena sul letto, mi toglie energicamente maglione e parrucca e mi apre le gambe; con un colpo secco infila tutto lo strap on nel mio buchetto pulsante di desiderio e con le mani mi tiene gambe all’aria. Inizia a scoparmi ad un ritmo forsennato, mentre io mi dimeno come una puledra imbizzarrita ed urlo di piacere senza più freni.
“Ti piace essere sfondata troietta?”, mi chiede lei, mentre mi sta montando di gran carriera.
“Siiii, sfondami amore, aprimiiii” le urlo in preda ad una libidine sfrenata.
L’amplesso non si fa attendere ed arriva intenso e copioso, ma lei non si ferma, anzi continua a scoparmi fino a quando l’ultimo brivido dell’orgasmo non mi ha abbandonato, prolungando ancora di più i momenti di piacere.

Resto per un attimo senza fiato, distrutta e coperta del frutto del mio piacere, mentre lei estrae lo strap on dal mio culetto e si allontana in silenzio. Quando torna, dopo pochi istanti, ha in mano il contratto che ho firmato.
“Questo non serve più”, mi dice mentre lo strappa in mille pezzi.
“L’ho usato per darti la possibilità di essere Sally per una settimana e farti provare delle cose che altrimenti non avresti avuto il coraggio di provare. Da oggi potrai essere Sally tutte le volte che vorrai ed io sarò sempre qui al tuo fianco, a patto di avere questo bel culetto tutto per me”, mi dice sorridendo mentre mi strizza i glutei.
Le sorrido di rimando e lei mi da un grosso bacio appassionato sulla bocca a suggellare questa nuova fase delle nostre vite.

p>CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLE CAMS GIRL ITALIANE

 

Free porn videos

E’ il mio terzo giorno da schiava, quando mi sveglio cerco di ricordare tutte le istruzioni della mia padrona per poter compiacere i suoi desideri. Indosso nuovamente il completino da cameriera, la parrucca e tutto quello che compone la mia nuova divisa da servetta sottomessa, indugiando poi qualche istante allo specchio per studiarmi in questa nuova mise ed assaporare le sensazioni che le mutandine ed i collant mi lasciano sulla pelle; mentre mi ammiro, mi domando se ho fatto bene a firmare il contratto e, ripensando a quello che è successo nei due giorni precedenti, mi rispondo che sicuramente il gioco vale la candela.
Mi dirigo silenziosa in cucina per preparare la colazione prima che la mia signora si svegli; pochi attimi dopo aver finito, lei compare sulla porta e senza proferire parola si siede ed osserva quello che ho messo in tavola.
“Sally, per colazione voglio trovare il cappuccino, per questa volta sei perdonata, domani non sarò così buona”, mi avverte mentre fa colazione.

Dopo la colazione, la mia signora mi porge una lista con tutti i compiti della giornata che vuole che esegua.
“Mi aspetto che per stasera tu li abbia finiti tutti”, mi dice con aria severa.
Do uno sguardo alla lista che è molto piena, ma non mi lascio scoraggiare; sospetto e spero che la mia padrona mi stia mettendo alla prova, così inizio a dedicarmi al primo punto. La giornata intanto trascorre velocemente, mentre da brava schiavetta sottomessa completo i vari punti della lista; di tanto in tanto, mia moglie passa a controllare che io stia eseguendo i suoi ordini e spesso ne approfitta per darmi degli schiaffetti sul culo o per stuzzicare intensamente il mio buchetto quando mi trova piegata.
“Sei fortunata che ho molto da fare altrimenti ti avrei scopata per tutti il giorno!”, mi dice mentre affonda il dito in maniera molto energica tra le mie natiche, facendomi sobbalzare ed eccitare contemporaneamente.

Nel pomeriggio la mia padrona sparisce per una mezz’ora, mentre sono impegnata nelle pulizie di casa vedo che si sta preparando per uscire; la mia tesi viene confermata qualche minuto più tardi, quando lei, subito dopo aver infilato il cappotto, mi dice:
“Devo andare in ufficio per una riunione urgente, stasera farò tardi. Quando torno, oltre ai compiti che ti ho dato, voglio trovare la cena pronta ed il bagno pulito!”
“Si, mia signora” mi affretto a risponderle.
Rimasta sola, penso che oggi c’è il turno infrasettimanale del campionato di calcio e che non c’è niente di male se mi concedo un paio d’ore per guardare la partita prima di svolgere i compiti che la mia padrona mi ha assegnato. Approfitto ben volentieri dell’assenza della mia signora, mi siedo sul divano ed accendo la tv giusto in tempo per il calcio d’inizio; immediatamente mi rilasso e dopo 10 minuti ho già dimenticato i miei doveri di servetta sottomessa.
Mi sto godendo il match sul divano, quando all’inizio del secondo tempo improvvisamente la tv si spegne; mi giro e lei, la mia padrona, è alle mie spalle con il telecomando tra le mani, che mi guarda furente.
“Ti avevo detto che volevo trovare la cena pronta ed il bagno pulito al mio rientro! E tu invece che fai? Ti siedi sul divano a guardare la partita!”, mi dice lanciandomi sguardi di fuoco.
“Ma padrona, mi sono fermata solo un attimo…” cerco di giustificarmi.
“Niente ma troietta che non sei altro!”, mi interrompe , “Quando hai firmato questo contratto sei diventata la mia schiavetta personale e devi fare tutto quello che ti dico! Sei una puttanella disubbidiente e meriti di essere punita!”
“Spogliati ed aspettami qui”, mi comanda, “Voglio che resti soltanto con la parrucca e la collana!”

Mentre mi spoglio, lei sparisce in camera da letto, lasciandomi nuda ad attendere la mia punizione; dopo qualche attimo ritorna con indosso soltanto la maglietta della mia squadra del cuore, che le scende aderente sul busto, mettendole in risalto il seno prosperoso, e delle autoreggenti bianche. Ha già allacciato lo strap on e con le mani agita l’asta in maniera minacciosa per farmi capire che è pronta ad usarlo.
“E così, invece di ubbidirmi preferisci guardare la partita…”, esordisce.
Non riesco a ribattere, sono ancora stupefatta per la situazione ed il suo abbigliamento.
“Indossa questi”, mi dice porgendomi dei collant neri da 20 den e delle scarpe con il tacco a spillo del medesimo colore; sembrano dei semplici collant, ma quando li indosso mi accorgo che hanno due aperture: quella anteriore è un po’ piccola, ma riesco a farci passare il mio attrezzo non ancora in erezione, mentre quella posteriore è più grande e lascia la via libera verso il mio ano, ribadendo ancora il mio ruolo di servetta passiva.

“Metti la mani dietro la schiena!”, mi ordina quando ho finito di vestirmi.
Lei si posiziona dietro di me ed usa un foulard di seta per legarmi i polsi; il nodo non è molto stretto ma fa sì che comunque non possa utilizzare le mani.
“In ginocchio troietta!”, mi ordina non appena ha terminato di legarmi. “Ti farò passare la voglia di disubbidirmi…”
Mi metto in ginocchio sul pavimento ed abbasso il capo, ma lei mi prende per il mento e mi alza la testa; con un rossetto rosso dapprima mi dipinge le labbra, poi scrive qualcosa sulla mia fronte. Per concludere mi appoggia la punta dello strap on sulla bocca, facendo una leggera pressione.
“Sai cosa devi fare…”, mi dice mentre mi sbatte l’asta dello strap on sul viso.
Apro la bocca per soddisfare la richiesta della mia signora, che tiene ferma l’asta dell’oggetto con una mano, ed inizio a succhiare la punta dello strap on lentamente, cercando a poco a poco di far entrare anche una porzione del resto dell’attrezzo tra le mie labbra; mentre succhio alzo lo sguardo in cerca di un segno di approvazione da parte sua ed invece nei suoi occhi leggo soltanto il disappunto.
“Non ci siamo proprio”, mi dice mentre mi prende la testa tra le mani.
In un attimo è lei che passa a guidare il gioco con il movimento del bacino, mentre mi impartisce un ritmo molto più sostenuto, che faccio fatica a reggere.
“Così devi succhiare puttanella!”, mi rimprovera più volte mentre, pienamente soddisfatta, mi sta scopando in bocca.

Quando estrae lo strap on dalla mia bocca, riesco finalmente a prendere fiato; ne approfitta per fermarmi il mento con la mano e mostrarmi la mia faccia in uno specchietto, rivelando finalmente cosa c’è scritto sulla mia fronte,
“Adesso hai capito cosa sei?”
“Si, mia padrona”, le rispondo, mentre nel riflesso allo specchio la parola “TROIA” campeggia sulla mia fronte e sulle mie labbra il rossetto è quasi del tutto sparito.
La guardo e capisco che la mia punizione non è ancora finita.
“Non sono ancora soddisfatta, piegati sul divano!”, le sue parole confermano i miei sospetti.
Mi piego con il busto sullo schienale del divano, mettendo in bella mostra il mio culo mentre lei mi slega i polsi; sento le sue mani muoversi frenetiche sul mio sedere ed in me cresce l’eccitazione perchè immagino che stia per penetrarmi. All’improvviso uno schiaffo risuona sonoramente sul mio sedere, mentre sento la punta dello strap on insistere sul mio buchetto; mi preparo ad essere scopata quando sento il dito di mia moglie che lubrifica con il gel il mio orifizio voglioso ed, invece, lei riprende a sculacciarmi con vigoria.
“Hai capito chi comanda?”, mi chiede mentre la sua mano colpisce le mie natiche protette solo dai collant.
“Si, sei tu mia padrona”, mi affretto a rispondere.
“Sei stata una troietta cattiva”
“Si mia padrona, ti prometto che non accadrà più!” le dico mentre mi arrendo alla punizione.

Quando Silvia termina di sculacciarmi, sento la punta dello strap on premere con maggior insistenza sul mio ano voglioso e metto in evidenza il mio culo sperando di ricevere il piacere dopo la sonora sculacciata.
“Vedo che anche dopo la sculacciata hai sempre voglia di essere scopata”, mi dice solleticata dall’idea.
“Si, mia padrona, ho sempre voglia di essere la tua porcellina”, le dico mentre non aspetto altro di essere aperta.
“Non te lo meriteresti, visto il tuo comportamento…” e all’improvviso sento tutto lo strap on affondare dentro di me, fino a quando il suo basso ventre non sbatte sulle mie natiche. “Ti piace porcellina?”
Non ero pronta, mi sento aprire in due ed un misto di piacere e dolore si irradia dal mio buchetto fino al mio cervello.
“Si mia signora”, riesco a rispondere qualche secondo dopo essermi ripresa.
Lei estrae tutto lo strap on, poi appoggia di nuovo la punta sul mio ano e con un colpo secco lo infila di nuovo tutto dentro di me; per altre due volte estrae tutta l’asta e poi mi incula con un colpo solo, lasciandomi ogni volta senza fiato e facendo crescere enormemente il mio desiderio di essere scopata. Poi finalmente inizia a penetrarmi con regolarità, tenendo dapprima un ritmo basso ed aumentando sempre più l’intensità; alcuni colpi sono così potenti che mi fanno staccare un piede da terra, mentre il mio cazzo diventa bagnatissimo e sbatte ad ogni spinta sul divano. Non riesco più a trattenere dei mugolii di piacere, che fungono da incitamento per la mia padrona che mi stantuffa con ancora più passione.
“Non ti trattenere, voglio sentirti urlare!”, mi ordina la mia signora, ed io accetto molto volentieri il suo comando e lascio esplodere le mie grida di piacere.
Schiacciata contro lo schienale del divano, mi reggo a fatica sui tacchi a spillo e godo senza più freni, mentre la mia padrona mi tiene per i fianchi e mi scopa senza sosta, soddisfando gli istinti lussuriosi di entrambe.

Dopo un tempo che a me sembra un’eternità, mia moglie estrae lo strap on dal mio buchetto ancora voglioso e si siede sul divano. Accende di nuovo la tv sul canale della partita ed allarga le gambe, tenendo in posizione verticale lo strap on.
“E adesso siediti qui e vieni a guardare la partita”, mi invita mentre con le mani agita l’asta dell’oggetto.
Stavolta ho capito la lezione, mi posiziono di fronte a lei, dando le spalle alla tv, allargo le mie natiche con le mani e faccio scivolare gradualmente tutta l’attrezzo dentro di me. Inizio a fare su e giù sull’asta, mentre la mia signora mi sorride con aria lussuriosa.
“Brava la mia troietta, vedo che hai capito il tuo posto…”, mi sussura e lentamente inizia a gemere, anche grazie alla parte dello strap on che finisce nella sua vagina.
Fomentato dai suoi gemiti, inizio a muovermi più velocemente, mentre il mio cazzo durissimo batte come impazzito a turno sui nostri ventri; oramai sono in preda al piacere sfrenato e non faccio nemmeno più caso alla partita che intanto scorre in sottofondo. Lei mi tiene per i fianchi per non perdere il controllo su di me ed insieme urliamo di piacere in questo sottile gioco di dominazione; sento le sue unghie stringere sulle mie anche, mentre ad ogni colpo dello strap on mi bagno sempre di più. Lei mi blocca i fianchi e passa a penetrarmi attivamente, segnale che sta per giungere all’orgasmo. Na approfitto per piegarmi su di lei, appoggiando le ginocchia sul divano, ed inarcare la schiena, cosicchè lei possa approfittare di me come vuole ed io possa abbandonarmi ad essere la sua porcellina e sottomessa.
“Siiii, siiii puttanella mia, voglio sfondarti questo culo da maialina!” mi grida aumentando il ritmo della scopata, facendomi dimenare come una puledra imbizzarrita ad ogni colpo.
L’orgasmo non si fa attendere ed arriva qualche minuto più tardi, segnalato dalle sue urla di piacere e da alcuni affondi più poderosi, come a voler mettere dei punti esclamativi sul foglio bianco del mio culo voglioso.

Quando sfila lo strap on dal mio ano, non sono ancora soddisfatta della cavalcata e desidero arrivare anche io all’orgasmo; per farlo capire a mia moglie, mi stendo con la schiena sul divano ed allargo le gambe, mentre mi passo vogliosa la lingua sulle labbra. Lei accoglie la mia libidinosa richiesta e mi alza le gambe in aria, portandosele sulle spalle.
“Sei la mia troietta perversa e insaziabile!”, mi dice mentre mi strappa i collant attorno al sedere.
Questa volta infila lo strap on più delicatamente e lo lascia un po’ dentro di me, con il risultato di farmi gemere ancora più rumorosamente.
“Ti prego, scopami padrona”, quasi la supplico.
Lei non mi fa attendere ed inizia a stantuffarmi in maniera molto passionale; presa nel vortice del piacere resto con le gambe aperte in aria, mentre mi tengo con le mani al divano per resistere alla potenza dei colpi. Ad ogni affondo urlo di piacere ed incito la mia signora a scoparmi ancora più forte.
“Sfondami padrona, sono la tua troietta vogliosa!”, le urlo in preda alla libidine più sfrenata
I miei “Oddio, oddio” accompagnano sempre più frequenti il nostro rodeo del sesso a mano a mano che sento che l’orgasmo si avvicina.

Mentre mi penetra con molta foga e passione, mia moglie mi masturba rapidamente, puntando il mio cazzo duro come il marmo verso il mio volto; quando arrivo all’amplesso, le mie grida goduriose riempiono la stanza, mentre il flusso del mio piacere schizza con fiotti potenti e copiosi sul mio volto, sancendo la mia definitiva sottomissione.
Mia moglie estrae l’attrezzo dal mio buchetto ancora pulsante di piacere e si allontana lasciandomi lì distesa sul divano; le ultime sue parole sono
“Ora ricomponiti schiavetta. Preparami la cena e domani sarai ancora la mia puttanella porcellina…”

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLE CAMS GIRL ITALIANE

Free porn videos

Leave a Reply