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Una vicina sexy

By 27 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Una vicina sexy

Capitolo 1 ‘ l’inizio.

Tempo fa ero in trasferta per lavoro in una cittadina del centro Italia. La ditta mi aveva messo a disposizione un appartamento nelle città, dove avrei dovuto stare per circa 3 o 4 mesi. Nello stesso pianerottolo abitavano un’anziana signora sola di almeno 80 anni, una coppia senza figli sulla sessantina ed una giovane coppia con due bambini. Lui avrà avuto attorno ai 35 e lei un po’ meno di 30. I bambini avranno avuto 4 ed 1 anno circa. Il marito lavorava in un paesino un po’ fuori per cui partiva alquanto presto e ritornava la sera. Il tutto per 5 giorni la settimana.

Lei vestiva sempre con delle minigonne o dei miniabiti molto corti per mettere in mostra il suo bel fisico, con due splendide gambe ben tornite, un culetto sporgente e due belle tette di una terza misura scarsa che stavano su benissimo pure senza reggiseno, anzi, muovendosi in modo alquanto conturbante sotto i vestitini o le magliette indossate per l’estate, spesso senza reggiseno.

Comunque, quello che sto per raccontavi accadde un giorno verso la mezza. Stavo ritornando a casa dal lavoro per la pausa pranzo quando, arrivato davanti al portone, vedo questa vicina, Cristina, davanti al portone, chinata sulla carrozzina del piccolo a cercare qualcosa, forse le chiavi, dentro la borsetta. La visione da dietro era una cosa spettacolare. Sto vestitino corto, così piegata, non nascondeva nulla, anzi faceva vedere il culetto di fuori con un filino del perizoma che non nascondeva per nulla il buchino posteriore e con la fighetta perfettamente visibile data la trasparenza del perizomino. A me, a quella vista, ovviamente, venne il cazzo durissimo, creando pure un bel bulbo sui pantaloni. Comunque, visto che avevo le chiavi già in mano, le passai davanti sfiorandole il culetto prima con il cazzo e poi con una mano, ed aprii la porta. Lei si sollevò al sentirsi toccata ma quando mi vide, mi sorrise e mi ringraziò pure quando la aiutai con il passeggino.

Una volta dentro, chiamammo l’ascensore, che ci mise una vita a scendere. Lei, nel frattempo, si chinò nuovamente per sistemare il bimbo, questa volta di faccia a me, così che potei vedere le sue tette in tutto il loro splendore, visto che il vestitino, una cosina cortissima, con solo una pettorina sostenuta da due bretelline a ricamo che s’incrociavano sulla schiena nuda fino alla cintura, si abbassò, facendomi godere, appunto, di un’ottima vista. Ovviamente, il bulbo non accennava a scendere ed era inutile cercare di nasconderlo. Quando arrivò l’ascensore, lei entrò con il passeggino ed io entrai dietro a lei. Visto lo spazio angusto, io rimasi dietro a lei, con il pacco praticamente a contatto con il suo culetto. Appena premuto il tasto per il nostro piano, il quinto, lei si chinò nuovamente sulla borsa per cercare le chiavi. In quel modo il vestitino si sollevò nuovamente e lei, arretrando, si trovò a contatto con il mio pacco. Io, a quel punto, non ci vidi più e le abbassai fulmineo le mutandine. Lei si alzò senza dire nulla ma le mutandine oramai le aveva all’altezza delle caviglie.

In quello arrivammo al nostro piano e lei, per uscire, dovette scalciarle altrimenti non riusciva a camminare. Io le raccolsi rapidamente e me le infilai in tasca e rapidamente la seguii fino al suo portone. Lei, con le chiavi in mano, tramante, non riusciva ad infilarle nella serratura, al che io gliele presi ed aprii la porta, scostandomi per farla entrare con il passeggino e la seguii velocemente dentro prima che lei riuscisse a chiudere la porta, infilandomi in tasca pure le sue chiavi. La seguii velocemente in stanza del bimbo e, quando lei si abbassò per slacciarlo e prenderlo in modo da metterlo nel suo recinto a giocare, mentre era piegata per appoggiare il bimbo, mi misi dietro a lei, le infilai le mani sotto il vestito e, quando lei si raddrizzò, lo alzai del tutto per sfilarglielo da sopra la testa. Lei, per un attimo cercò di resistere incrociando le braccia sul petto ma io iniziai a torturarle i capezzoli mentre le appoggiavo il pacco sul culetto, le baciavo il collo, le orecchie, facendole venire i brividi. Poi, sempre tenendole il vestito sollevato fino al collo le misi una mano nello scoscio infilandole un dito dentro la passerina depilata. La trovai bagnatissima. Lei fece per stringere un po’ le gambe ma io insistei e, mentre lei iniziava a mugolare, cedette e si lasciò sfilare del tutto il vestito, che finì a terra.

Oramai era andata, le gambe quasi le cedevano al che la feci sede sul divano a gambe aperte e mi fiondai a leccarle la sua fichetta. Le tenevo le gambe ben aperte con la faccia sulla passerina e leccavo in profondità mentre con una mano iniziai a lavorarle pian piano il buchetto posteriore. Lei iniziò ad ansimare sempre più forte fino a venire con un urletto ed a riempirmi la bocca con i suoi succhi. A quel punto, mi misi in ginocchio davanti a lei, la tirai verso di me in modo da farla stare con il culetto sul bordo del divano, mi abbassai velocemente pantaloni e boxer e, con le sue gambe sulle spalle, la penetrai con un colpo deciso. Iniziai a trapanarla con foga, con colpi possenti. Lei venne ancora un paio di volte ma io ero talmente eccitato che venni a mia volta. Ma, nonostante tutto, il cazzo non si sgonfiò, anzi. A quel punto, uscii da lei e la feci mettere inginocchiata con il busto poggiato sul divano e la penetrai da dietro. Ripresi a martellarla con foga, mentre lui, ad ogni mio colpo, lanciava un urletto. Venne ancora alcune volte poi la feci stendere a terra e la presi da dietro. Dopo alcuni colpi decisi, venni nuovamente dentro la sua passerina.

Quando uscii da lei, il mio abbondante sperma iniziò ad uscire lentamente dalla sua passerina. Per non macchiare il tappeto, si mise una mano sopra ed andò a lavarsi, mentre io rimanevo sdraiato sul pavimento. Quando ritornò, le dissi di leccarmi l’uccello e pulirmi per bene, cosa che fece senza discutere. Poi si sedette sul divano, esausta.

-‘Sei un porco, ti sei approfittato di me’ parlò, per la prima volta.

-‘In realtà, ho solo preso la mercanzia in esposizione’ risposi con un sogghigno.

-‘Il fatto che una donna si vesta in modo provocante, non ti autorizza ad approfittarne’.

-‘Ma non mi sembrava che ti fosse dispiaciuto’, le dissi, ‘a mio avviso non hai mai goduto tanto’.

-‘B&egrave, io …’ iniziò a balbettare, arrossendo.

-‘Secondo me, quel cornuto di tuo marito non ti ha mai scopato come me oggi’ incalzai.

-‘Veramente ‘ ‘ continuò con il suo balbettio.

-‘Bene, ora che abbiamo visto che ti piace, ti comunico che sarai la mia donna per tutto il tempo che passerò in città’ le comunicai, ‘e mi terrò sia le tue mutandine che le tue chiavi. Ed entrerò ogni volta che vorrò scoparti’.

-‘No, per favore, le chiavi mi servono’ si mise ad implorare, quasi piangendo.

-Tu usa le chiavi di riserva, io userò queste’ affermai deciso, mentre mi rivestivo.

Me ne andai lasciandola nuda sul suo divano, quasi in lacrime. La sera stessa, non appena ritornato a casa dal lavoro, suonai alla loro porta. Mi venne ad aprire Cristina indossano una specie di canotta corta che le copriva il culetto ma che dalle aperture delle maniche lasciava vedere le sue splendide tette. Quando mi vide fece una faccia allarmata e stava per chiudermi la porta in faccia quando il marito parlò dall’interno dell’appartamento.

-‘Chi &egrave, cara ?’ chiese.

-‘Il vicino, amore’ rispose lei.

-‘Fallo entrare, dai, offriamogli un bicchiere di vino, così da conoscerci’ fece lui.

Non potendo fare altro, lei mi aprì la porta e mi fece entrare. Nel passare accanto a lei le infilai la mano sotto la canotta e sentii che era senza mutandine. Si vedeva chiaramente che era pure senza reggiseno. Lei cercò di fermarmi ma io riuscii lo stesso ad infilarle un dito nella passerina. Comunque, raggiungemmo la cucina, dove il marito era impegnato a dar da mangiare al bimbo più grande.

-‘Buona sera, piacere, Marco’ feci presentandomi.

-‘Piacere, Riccardo’ rispose, alzandosi e venendomi incontro. Ci stringemmo le mani.

-‘Come mai da queste parti ?’ mi chiese, mentre mi faceva accomodare, ‘e’ da alcuni giorni che abbiamo notato il suo arrivo’

-‘Sono qui per lavoro. Dovrei rimanere alcuni mesi e l’azienda mi ha messo a disposizione l’appartamento qui a fianco’ risposi.

-‘Interessante, ma si accomodi mentre finiamo con i bambini’ disse e poi, rivolgendosi alla moglie, ‘Cara, prendi la bottiglia di vino buono che c’&egrave un basso in frigo’.

Io mi voltai a guardarla mentre si abbassava. La canotta le si alzò sul culetto, lasciando scoperti i buchetti, al che mi venne ovviamente una signora erezione. Il marito, concentrato a dar da mangiare al bimbo, non si accorse di nulla. Quando poi si avvicinò e versò il vino nei bicchieri, abbassandosi leggermente, potei ammirare nuovamente le sue tette. Senza dare a vedere, comunque, riuscii a toccarle nuovamente il culetto, con lei che riuscì a non reagire in modo sconsiderato.

-‘Caro, io andrei a cambiarmi, non vorrei dare un’impressione sbagliata al vicino’ disse, cercando di allontanarsi.

-‘Ma no, dai cara, che così stai benissimo, sei bellissima’ rispose lui.

-‘Oh, sì, &egrave stupenda, rimanga pure così, signora, lei &egrave molto bella e sexy’ feci io.

-‘Vedi, amore, anche al vicino piaci’ rispose. Poi, rivolto a me, ‘&egrave così bella che non mi stancherei mai di ammirarla’.

-‘Effettivamente, &egrave una delle donne più belle che abbia visto’ risposi io.

A quel punto, lei si rassegnò e si sedette fra me e suo marito, a sorseggiare il vino pure lei. Io, da sotto il tavolo, le portai la mano sul mio pacco che sembrava volesse esplodere. Lei mi guardò, spalancando gli occhi e lasciò la mano lì. Io a quel punto, portai la mia mano sulla sua passerina ed iniziai a ravanargliela delicatamente. Mentre eravamo così impegnati, il marito si alzò, prese il bimbo e lo portò in camera sua. Io e lei rimanemmo soli in cucina ed a quel punto mi alzai e le andai addosso. Lei si alzò per fronteggiarmi ed io la presi ed iniziai a baciarla mentre le lavoravo la passerina e le tette. Lei iniziò ad ansimare. Mentre eravamo impegnati, udimmo un rumore e ci separammo in fretta. Il marito rientrò, dandoci un’occhiata.

-‘Che stavate facendo ?’ chiese, un po’ sospettoso.

-‘Gli stavo chiedendo se volesse cenare con noi, amore’ rispose lei, pronta ma ancora con il fiato grosso.

Comunque, alla fine, io ed il marito ci accomodammo in soggiorno e lei iniziò a preparare la cena per noi. Dalla mia posizione potevo vederla andare su e giù per la cucina, chinarsi, mettendo in mostra le sue grazie, cosa che il marito, seduto di fronte a me, non vedeva. Ma lo faceva in modo naturale, come se per lei fosse un’abitudine, non per farsi vedere da me. Comunque, dopo un po’ di questi andirivieni, ci chiamò avvertendoci che era pronto, quando arrivai in cucina, mi fece sedere alla sua destra, mentre suo marito stava dall’altra parte del tavolo. Iniziammo a cenare, conversando amabilmente. Io, ogni tanto, le mettevo la mano sulla gamba. Ogni volta la mettevo più su. Ad un certo punto, la appoggiai sulla sua fichetta nuda ed iniziai a ravanargliela piano piano. Lei arrossò leggermente e divaricò le gambe per agevolarmi. Andai avanti così per tutta la cena ed alla fine, riuscii a farle avere un orgasmo nonostante i suoi andirivieni.

Ad un certo punto si udì un inizio di pianto dal apparecchio per monitorare i bambini, al che chiese al marito di andare a controllare mentre le sparecchiava la tavola. Non appena il marito uscì dalla cucina, io mi alzai, la feci alzare e, dopo averle levato velocemente la canotta, la feci mettere a 90, mi abbassai pantaloni e boxer e la penetrai con un colpo solo nella fichetta allagata. Iniziai a trapanarla con foga mentre lei iniziava prima ad ansimare e poi, un pò alla volta a mugolare sempre più forte fino a che non venne, mettendosi una mano in bocca per non urlare. Io continuai a pompare sempre più velocemente. Mentre stavo dandoci dentro ed oramai Cristina stava avendo il suo ennesimo orgasmo, oramai urlato senza freni, le venni dentro, riempiendole la passerina si sperma. In quello udii un rumore e mi voltai.

-‘Ma che cazzo state facendo’ urlò il marito, entrato in quel momento con il bimbo più piccolo in braccio che frignava.

-‘Mi sono scopato tua moglie per bene’ risposi sfrontatamente, senza uscire dalla su micetta.

-‘Ma come ti permetti ?’ fece lui, avvicinandosi minaccioso.

-‘Stai buono, non vedi che hai ancora il piccolo in braccio’ risposi mentre, lentamente, uscivo dalla passera di sua moglie.

-‘E tu sei una troia’ fece allora rivolto alla moglie, ancora piegata a 90, appoggiata al tavolo, la mi sborra che le usciva dalla passera e scorreva lungo le gambe.

-‘Su, dai, datti una calmata’ feci a quel punto, dopo essermi allacciato i pantaloni e sedendomi sul divano, ‘la fai girare nuda per casa e io mi sono preso quello che c’era in offerta’

-‘Ma ‘. ‘ disse, rimanendo a bocca aperta e cadendo seduto sul divano, sempre con il piccolo in braccio.

-‘Su, dai, a lei piace scopare e si vede che non gliene dai abbastanza, di cazzo’ feci io, mentre lei scappava in bagno.

A quel punto me ne andai a casa, lasciandoli soli.

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