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Una vita incominciata a quarant’anni

By 25 Febbraio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

La storia che stò per raccontarvi è quella degli ultimi sei mesi della mia vita.

Lo faccio, non perchè all’improvviso sia stata presa  da un fervore letterario, ma perchè mi è stato ordinato di farlo da un uomo che è convinto , in questo modo,di umiliarmi nel mettere a nudo i miei peccati.

Mi chiamo Eleonora, sono sulla soglia dei quarant’ anni, e sono originaria della Calabria, terra che i miei genitori, umili agicoltori, abbandonarono all’epoca del miracolo economico nei lontani anni 60 per trasferirsi a Milano

Come dicevo, gente onesta, povera, in cerca di un futuro migliore per i propri figli, 5 in tutto

All’inizio fummo ospitati in casa di parenti, per poi stabilirci in una zona quasi interamente abitata da meridionali, con tanti calabresi come noi.

Papà trovò quasi subito lavoro alla Pirelli come semplice operaio, mentre mamma faceva servizi presso familiglie del centro.

I nostri genitori cercarono di farci studiare ,ma solo un mio fratello , il maggiore , riuscì a laurearsi.

Io abbandonai la scuola dopo la licenza di scuola media e, dopo un po’, trovai lavoro come ragazza d’ufficio, ( sarebbe troppo dire impiegata) ,presso un grossista di ferramenta.

Avevo 16 anni, quasi 17.

Ero una bella ragazza, come, credo, siano belle tutte le donne a 17 anni.

Non altissima, ma ben proprzionata , belle forme, grsosso seno, dalla carnaggione ambrata e di pelo nero come l’ebano.

Con il sesso, di cui non sapevo molto, avevo un rapporto contrastante,, nel senso che ero facile all’eccitazione, sempre piena di desiderio, ma , per educazione, contraria ad ogni rapporto fisico prima del matrimonio o ,almeno, al fidanzamento ufficiale.

Ero, e lo dico con orgoglio, una meridionale autentica.

Poiché facevo un po’ da tappa buchi ,in azienda mi interessavo di tutto, per cui ero in contatto con i clienti, fosse anche solo per incartare la marce, con i fornitori, magari per andare a prendere i caffè, e con i rappresentati, con i quali non avevo nulla da spartire, ma che, da gente brillante quali erano, erano loro ad interessarsi della mia persona.

C’erano diversi che mi facevano la corte, ma uno in particolare, che, ogni 15 giorni, quando veniva a parlare d’affari, mi portava dei cioccolattini.

Era un bell’uomo, molto più grande di me, che, tanto fece e tanto brigò, che una sera mi convinse ad andare a cena con lui.

Iniziò così una specie di relazione, per cui ogni volta che veniva al magazzino, mi portava a cena e, dopo tre o quattro mesi, incominciò a portarmi in periferia , dove, nel buio della zona e nel chiuso della macchina, incomnciò a baciarmi prima e toccarmi poi, fino a mettermelo in mano per a farsi segare mentre mi toccava le tette e la figa.

Non poteva portarmi in albergo perchè ero, anche se per pochi giorni, ancora minorenne

Con il tempo, vennero meno certe attenzioni , certe galanterie, per cui veniva in magazzino, mi diceva , senza chiedermi se lo volessi o meno, che alla chiusura sarebbe ritornato a prendermi, poi mi portava direttamente in campagna ,dove mi toccava da per tutto per poi farsi segare o, negli ultimi tempi, a mettermelo in bocca.

Saranno passati un paio di mesi dalla prima volta, quando, un sera, mentre eravamo sul sedile posteriore ,mi disse di mettremi in ginocchio e ,da dietro, incominciò ad armeggiare fino a quando sentii che stava indirizzando il cazzo contro la mia figa.

Gli dissi, angosciata, che ero vergine e lui mi disse “ meglio “.ed incominciò a chiavarmi con mio grande dolore.

Con il passare del tempo incominciai godere anch’io, per cui la nostra relazione si dilungò nel tempo. Non ero la sua donna, ma una giovane ragazza che, quando lui ne aveva voglia, veniva a scoparsela e la cosa durò sino a quando rimasi in cinta.

Lui non era sposato, ma aveva una relazione con una donna

Non credo avesse intenzione di sposarmi, almeno sino a quando non fù affrontato da un compaesano, amico di famiglia, che gli fece chiaramente capire che i calabresi avevano un concetto, un senso dell’onore, diverso da quelli del nord e che,qualche volta, era capitato, a chi non rispetava l’onore di una donna, di incappare in qualche brutto incidente.

Tanto bastò perchè , prima che nascesse il nostro bambino, fossimo uniti in matrimonio con rito religioso, come si conveniva ad una coppia regolare. Io avevo 22 anni lui 45.

Non fù un matrimonio d’amore, né di interesse, ma un matrimonio di riparazione che, almeno all’inizio, era vissuto da lui come una sciagura che alimentava, ogni giorno di più ,il suo rancore nei miei confronti.

Con il tempo le cose miglioraro un po’, nel senso che al rancore subentrò l’indifferenza,

Scendemmo ad un compromesso, nel senso che ognuno faceva la sua vita, rimanendo assieme per il bene del bambino che intanto cresceva.

Ne risentirono, naturalmente, anche i nostri rapporti sessuali che, dopo un po’, cessarono completamene, privandomi dell’unico momento di piacere presente nella mia vita e che, da donna del sud, non mi passò neanche per la mente di sostituirli con qualche relazione extraconiugale

Comunque io avevo il mio lavoro che mi teneva occupata ed un figlio su cui riversare tutto il mio amore.

 

 

 

Le cose precipitarono una decina di anni fa, quando, a seguito dell’inizio della crisi, persi il lavoro, ed anche mio marito, che, essendo pagato a provvigione, vide drasticamente contrarsi i suoi guadagni.

Non era facile, per me, trovare un altra occupazione e non la trovai , fino a quando, scoraggiata, smisi di cercarla.

Fù il momento più difficile della mia vita, perchè avevo perso quel senso di sicurezza e di indipendenza che il lavoro mi dava.

Sono caduta in una specie di depressione, per cui non mi importava più niente di nulla, nè di me stessa.

Per lungo tempo mi sono chiusa in casa, e lasciata andare.

Per tanto tempo non sono più uscita da casa, se non per andare a fare la spesa

Per le difficoltà economiche in cui versavamo non mi sono più comperata un abito decente, ma solo stracci da grande distribuzione.

Non mi prendevo più cura di me stessa e del mio corpo

Negli anni, a causa del tempo che, inesorabilmente, continuava a trascorrere. è comparsa qualche ruga, il mio bel seno , tutto naturale, è sceso un po’, ma non tanto da non piacere più , ho messo su qualche kilo di troppo senza diventar grassa, ma riempiendo quelle spigolature che erano presenti nel mio corpo giovanile.

Questo lungo momento di crisi ha avuto un solo lato positivo, perchè le ristrettezze economiche hanno prodotto un riavvicinamento tra me e mio marito, accomunati da questo stato di bisogno cui non eravamo preparati

I nostri rapporti divennero simili a quelli di tante coppie di persone mature, anche se io non avevo ancora quarant’anni.

Fortunatamente in questi ultimi due anni le cose sono molto migliorate, mi sono ripresa dalla depressione ed ho cercato di ritrovare la forza di prendermi cura di me stessa e del mio corpo.

Mi sono messa a dieta ed ho frequentato una palestra ed una beauty-farm

Ho imparato a truccarmi ed a pettinarmi

Il mio corpo, logicamente, non è ritornato ad essere  quello dei miei sedici anni, ma ora è un corpo che ha ripreso la sua tonicità, un corpo dove è ricomparsa la curvatura dei fianchi, un corpo senza spigolature, con il mio grosso seno sempre pieno e ben sostenuto, un corpo con un culetto capace di di far voltare nuovamente gli uomini.

Un corpo che, per la morbidezza della carne ed il biancore della pelle, se ha perso qualcosa in freschezza e gioventù, ha conquistato in sensualità e lussuria

Quello che non è cambiato è il mio pelo nero come l’ebano che continua a coprire le parti intime del mio corpo.

Non sono mai stata una strafiga, neanche da giovane, per cui sono ritornata ad esssere una normale donna di bell’aspetto, una donna di 39 anni, ma con il corpo che ne dimostra di meno, ancora piacente ed eccitante, che, per la sua morbidezza dicono che c’abbia guadagnato in morbosità

Ma veniamo a sei mesi fà

 

La nostra vita procedeva normalmente, mio marito aveva ripreso con soddisfazione il suo lavoro, mio figlio, ormai diventato grande, stava completando i suoi studi liceali, io mi occupavo della casa .

L’unica cosa che non era cambiata era l’assenza completa del sesso nella mia vita, pur sentendone ancora il bisogno

Come ogni anno era giunto il momento di pensare alla mia salute, per cui mi apprestai a fare i miei consueti controlli clinici

Controllato cuore, polmoni, apparato digerente, rimaneva la visita più fastidiosa, quella ginecologica

Una volta , quella visita così intima , la facevo in privato, poi, a seguito della crisi , mi son dovuta rivolgere ,come fanno la maggior parte delle donne, al ginecologo della mutua e mi dissi che non c’era motivo per cambiare

Il ginecologo che conoscevo da tanti anni era appena andato in pensione, sostituito da un collega non giovanissimo, prossimo alla sessantina, il chè attenuava il mio imbarazzo

Poiché non mi conosceva , il giorno della visita cercai, per quanto possibile, di farmi più carina del solito

Era un uomo molto prestante, d’aspetto giovanile, gentile e premuroso, un bell’uomo.

La visita su quella sedia ginecologica e sempre stata per me di un imbarazzo tremendo.

Lui cercò di minimizzare la cosa, mi disse di rilassarmi ed incomiciò a visitarmi

Io non so dirvi il come ed il perchè, ma quelle mani che toccavano la mia figa, il clito , allargava le grandi labbra, penetravano dentro di me con delicatezza, ma decisione, riaccesero in me, come tutte le altrte volte che facevo una visita del genere, sopiti e dimenticati piaceri, per cui mi eccitai

Credo che incominciai a bagnarmi, sprofondando nella vergogna, ma il dottore, senza dar segno di essersene acccorto, mi abbassò la maglietta si girò e mi disse che potevo rivestirmi.

Mi disse che andava tutto bene, solamente che nel pelo della vagina aveva trovato delle impurità che segnalavano la possibile presenza di parassiti.

Mi disse che non c’era nulla di strano o di cui preoccuparsi ,ma che dovevo depilarmi completamente , sia il sesso che il solco che arrivava allo sfintere e spalmarmi sulla pelle esterna il farmaco che mi stava prescrivendo

Aggiunse che tra tre giorni sarei dovuta ritornare da lui per i controlli.

Concluse dicendomi che, per evitare di mettermi in coda alla gente , visto che l’avevo dovuto fare oggi, potevo venire al pomeriggio, anche se non era orario di visite

Avrei fatto come mi aveva detto, un po’ preoccupata per quello che aveva trovato, ma divertita dal pensiero che ,per la prima volta nella mia vita da adulta, avrei avuto la figa, ancora ben chiusa per il poco uso che ne avevo fatto nella vita, depilata come quella di una bambina.

 

 

 

Era stata semplicemente una normale visita medica, ma, il piacere che avevo provato nel sentire le mani di un uomo sul mio corpo e sul mio sesso mi dicevano che , forse, c’era ancora qualcosa in me della donna che ero stata tanto tempo fà

Questo pensiero non riuscivo a cacciarlo dalla mia testa

Quando rientrarono i miei, cercai di ritrovare il mio solito umore e modo di comportarmi, ma nel mio cervello continuavano ad agitarsi i pensieri di quella giornata e, con mia stessa meraviglia , mi resi conto che stavo pensando anche a come mi sarei vestita il giorno che sarei dovuta ritornare da lui.

Questi pensieri non mi abbandonarono sino all’ora di andare a letto quando, dopo aver fatto la doccia ed essermi profumata, ho affrontato la parte più difficile, ma anche eccitante

Preso rasoio e crema da barba di mio marito, ho iniziato il non facile compito di depilarmi la figa ed il solco

Quelle dita che toccavano continuamente il mio sesso per facilitare lo scorrere della lama del rasoio, quel guardarmi con ostinazione il sesso, il ricordo del piacere che quella figa mi aveva fatto provare nel pomeriggio, hanno  fatto sì che, al termine della rasatura mi sia ritrovata, quasi senza pensarci, completamente nuda davanti allo specchio.

Mi stavo guardando e giudicando con uno spirito diverso da quello che avevo sempre fatto.

Guardavo quanto fosse ancora attraente il mio corpo, pieno e morbido, senza cuscinetti di grasso sui fianchi e sulle cosce, ma neanche anoressico, con il segno della vita ben marcato, i grossi seni ancora sostenuti con le larghe aureole ed i capezzoli grossi e sporgenti,

Mi spostai di fianco per ammirare la curva pronunciata del culetto e con la mano spostai un gluteo per vedere la rosellina, rosa, pallida, tutta ringrinzita perchè nessuno l’avava mai violata.

Guardai con attenzione la fessurina della figa ben chiusa e carnosa, ed ora che non c’era più il pelo a nasconderla, ben visibile ed invitante, ed incominciai ad accarezzarla .

Era bellissimo, mi sentivo di nuovo una donna e continuai ad accarezzarmi fino a quando le gambe non mi ressero più, si piegarono sotto di me mentre il mio corpo era scosso da un lungo e fatastico orgasmo.

Quando finalmente andai a letto, mi accorsi che stavo pensando che non vedevo l’ora che quei tre giorni passassero presto per ritornare in quello studio che, nella mia immaginazione, era diventato un luogo di piacere.

 

 

Il tempo trascorse molto lentamente ma, alla fine , giunse il momento di ritornare dal medico

Lo studio era deserto

Mi disse di accomodarmi . Lui era dietro la scrivania intento a scrivere. Mi acccomodai sulla fatidica sedia.

Il dottore incominciò a visitarmi.

Quando mise a nudo la figa, mi disse che ero stata brava, che avevo fatto un bel lavoro, e che ero molto più bella così, e fece scorrere lentamente la mano sulla figa quasi a controllare quanto liscia e delicata fosse la mia pelle ed incominciò a toccarmi.

Sin dal primo istante mi resi conto che il suo tocco era diverso da quello della prima volta 

Aveva la mano leggera , più che toccarmi , mi accarezzava. Faceva scorrere le dita sul ventre, per poi farle scendere lungo l’inguine sfiorando le grandi labbra

Probabilmente sentiva i miei brividi di piacere e le contrazioni dei miei muscoli impegnati ad impedire che il bacino si spostasse per andare incontro a quella mano

Sentivo le dita prima scorrere sul clito e poi imboccare la vagina..

Ero eccitata come non mi capitava più da tanto tempo

Questa volta lui non avrebbe potuto non accorgersene, ma non si fermò e continuo a toccarmi ed allargare la fessurina,

Ad un certo punto mi chiese se ero solita controllare il seno per scoprire eventuali noduli.

Ebbi paura che avesse scoperto qualcosa che non andava.

Ripresi immediatamente il controllo di me stessa

Gli risposi di sì ,ma che erano passati un paio d’anni dall’ultima volta che avevo fatto il test.

“ Diamoci un’occhiata “ disse, e , presi in mano i lembi della maglietta e della camicetta, mi disse di sollevare il bacino è mi scoprì il busto, portando la maglietta sotto il collo, ed , invece di fermarsi lì, me la sfilò dalla testa

Lo sentii portare entrambe le mani sotto il bordo inferiore del reggiseno e sganciarlo e togliermelo.

Ero completamente nuda

Sentii le mani scivolare sulla pelle del collo e fermarsi sulle tette nude e completamente scoperte.

Incomincio a palparle, a strizzarle, accarezzarle , prendere i capezzoli e stringerli tra le dita

Ero già eccitata da prima e quel palpeggiamento mi portò sull’orlo dell’orgasmo, al punto di sentire tutto il mio corpo rilassarsi , chiudere gli occhi ed abbandonarsi a quelle carezze

Lui deve essersene accorto, perchè ho sentito una mano staccarsi dalle tette e spostarsi sulla figa., dove ricominciò, letteralmente, a masturbarmi

Mi masturbava ed, allo stesso tempo, mi torturava le tette.

Mi chiese se fossi eccitata e gli risposi di sì, credendo, ingenuamente, che quella domanda fosse pertinente alla visita

Mi disse di lascirmi andare, di rilassarmi e di godere, perchè voleva controllare il corretto funzionamento delle glandole vaginali.

Mai un ordine mi fù più gradito e scoppiai in un orgasmo dall’intensità che ,credo, di non aver mai provato prima .e che credevo che, ormai, non avrei mai piu provato nella mia vita .

Lui non si stacco da me e continuò a masturbarmi anche dopo l’orgasmo.

Mi chiese quando avevo avuto l’ultimo orgasmo prima di questo e io gli risposi che non ricordavo perchè, ormai, erano passati tanti anni.

Mi disse che stentava a crederci, perchè. da quello che risultava a lui. io ero molto sensibile e facile alll’eccitazione e che. probabilmente , ero un soggetto pluriorgasmico.

Mi disse “ Facciamo un’ultima prova in profondità “

Non avevo idea di cosa volesse dire con quelle paole, ma mi venne un sospetto quando lui si posizionò tra le mie gambe oscenamente divaricate, mi prese per un polso ed abbassò la mia mano in mezzo alle mie gambe, lascindola non appena la mano andò a sbattere contro un qualcosa che stava davanti a quella mano La spostai leggermente e capii subito che era il suo cazzo.

Rimasi ferma per qualche istante e lui riprese ad accarezzarmi la figa.

Ero ancor più eccitata di prima e mi venne spontaneo avvicinare la mano a quel cazzo e toccarlo, stringerlo, segarlo, per poi alzarlo ed avvicinarlo alla mia figa. Era un cazzo grosso, lungo, e duro

Lui, con il telecomando incominciò a sollevare lo schienale della sedia finchè non mi trovai in posizione quasi seduta a pochi centimetri dal suo viso, con le gambe spalancate, le sue mani sulle tette , la sua lingua in bocca ed un cazzo poderoso in mano che mi venne spontaneo accompagnare dentro di me me.

Mi parve di svenire per il piacere che quel grosso cazzo mi procurava scivolando lentamente dentro l’ utero

Lui si chinò sul mio seno ed, incominciando a scoparmi, prese a mordicchiarmi i capezzoli

Era fantastico, e quando lui sentiva che stavo per godere ,mi mordeva più forte e per farmi provare quella fantastica sensazione che dà il piacre frammisto al dolore.

Mi chiavò per tanto tempo, parlandomi continuamente, dicendomi che ero fantastica, una vera donna, dalla sessualità dirompente, che ero nata per godere, per chiavare , che lui si sarebbe preso cura di me, che avrebbe fatto di me una vera puttana.

Quelle parole, stranamente, non mi offesero ma aumentarono la mia eccitazione, per cui abbandonai ogni resistenza e mi lasciai trasportare da quell’uomo in quel mondo di piaceri che, forse, mi apparteneva

Quando mi sborrò in figa non ebbi la forza di dirgli che non prendevo la pillola, anche se c’erano ormai poche possibilità che rimanessi in cinta.

Rimase dentro di me e incominciò a chiedermi se avessi goduto, se mi era piaciuto, da quanto tempo non chiavavo, ed io gli racconai in poche parole quella che era la mia storia e la mia situazione.

Intanto il cazzo era scivolato fuori dalla figa, e s’era adagiato lungo la fessura , e lui lo teneva appoggiato con forza contro il mio clito per permettermi, con lenti ,movimenti del bacino di di continuare a godere  

Si appoggiò con il cazzo moscio contro la figa e mi disse che d’ora in poi sarei stata la sua puttana e che c’avrebbe pensato lui alla mia soddisfazione sessuale , che avrei dovuto obbedirgli sempre , qualunque cosa mi avesse chiesto di fare , che non sarebbe stato solo lui a scoparmi, ma anche altri uomini cui avrei dovuto sottomettrmi come una cagna.

Mi chiese se ero sisposta a farlo ed in quel momento d’estasi erotica, gli risposi di sì

Si staccò da me , mi rimise in piedi e, prima di ordinarmi di rivestirmi, prese un strano aggeggio e fece due buchini passanti sulla pelle tra l’ombellico e il clito e vi pasò un piccolo anellino d’oro.

La stessa cosa la fece dietro, in mezzo alla schiena ed allla stessa altezza del primo.

Ero convita che fossero due pirsing e la cosa non mi disturbava, tanto più che nessuno, tantomeno mio marito, se ne sarebbe accorto

Disinfettò le due parti, coprì gli anellini con un cerotto e mi accompagno davanti allo schermo del computer dove mi fece rivedewe tutto quello che era accaduto quel pomeriggio su quella sedia e da cui si capiva chiaramente che lui non aveva fatto nulla per costringermi a farlo, anzi, dalla mia reazione e dai miei ripetuti orgasmi sembrava che fossi stata io a volere quella intimità

Mi disse che lui era sicuro che gli avrei obbedito ugualmente perchè avevo bisogno di lui per soddisfare tutta la mia libidine , ma che ,nel dubbio avessi qualche perplessità, dovevo sapere che, in quel caso, quel video sarebbe arrivato nelle mani di mio marito e sulle pagine del Web

Mi disse che questo non era un ricatto , ma un favore che mi faceva per mettermi in pace con la mia coscienza, perchè, d’ora in poi, avrei potuto pensare che quello che avrei fatto lo stavo facendo perchè obbligata e non perchè volevo farlo

Mi disse che potevo andare e che nei giorni a seguire sarei dovuta ritornare da lui ogni pomeriggio, perchè doveva capire sino a che punto poteva spingersi nella mia depravazione

Mi salutò dicendomi di stare tranquilla che la mia maturità era un valore aggiunto , perchè una donna giovane faceva tirare il cazzo, mentre una della mia età,, ma piacente e sensuale come ero io, scatenava negli uomini di ogni età, istinti animaleschi di lussuria e depravazione .

 

 

 

Solo più tardi avrei scoperto che non ero stata certamente l’unica o la prima ad aver attirato l’attenzione morbosa di quel medico, conosciutissimo ginecologo, ma ancora più apprezzato sessuologo

A lui si rivolgavano da anni ,sia uomini che donne, che presentavano reali o presunti problemi di carattere sessuale.

Uomini affetti da eiaculazione precoce, o con disfunzione erettile, o di fimosi, o convinti di poter aumentare le dimensioni del pene, o affetti dalle tante altre problematiche sessuali per cui si rivolgevano a lui con assoluta fiducia

Essendo , però, anche un bravo ed apprezzato ginecologo, la sua clientela era formata, per la maggior parte, da donne che, approfittando della loro “ intima “ frequentazione con quel medico che godeva della loro incondizionata fiducia , non mancavano di sottoporgli anche tutte le loro problematiche in tema di sessualità

A lui, come sessuologo, si rivolgevano le tante donne che presentavano carenza di desiderio sessuale, difficoltà e dolore nella penetrazione, anale o vaginale che fosse,,difficoltà o impossibilità a raggiungere l’orgasmo, donne totalmente o parzialmente frigide, o, all’opposto, donne dai grandi appetiti sessuali, ninfomani insoddisfatte della loro situazione,tutte accomunate dal grande problema di non godere di una appagante vita sessuale, per eccesso o per difetto, e di vedere compromessa la loro relazione affettiva con il marito o il compagno.

Il dottore, che era anche un accorto psicologo. , le tranquillizzava invitandole a comportarsi con lui come si comportavano con il loro confessore, di non aver reticenze, di confidargli i loro bisogni, i loro desideri, le loro insoddisfazioni, ma, soprattutto, le loro fantasie e la loro disponibilità

Lui ne faceva tesoro e, individuata nel mucchio la persona giusta, debole e facilmente manipolabile, insoddisfatta e desiderosa di una vita sessuamente appagante, faceva loro quello che aveva fatto a me

Una prima visita per capire la predisposizione della donna al sesso, verificando la sua condizionabilità, la sua inconsapevole disponibilità, la sua obbedienza, ma il tutto fatto in modo che potesse sembrare una normale visita medica

Una seconda visita molto più esplicita, ma sempre ritrattabile, metteva allo scoperto la disponibilià dela donna

Sono stata io, infatti a non andarmene quando l’ho visto con il camice aperto

Sono stata io a non andarmene quando ho capito che i suoi tocchi erano carezze e masturbazione e non esame clinico

Sono stata io a lasciare che mi spogliasse nuda

Sono stata io ad introdurmi il cazzo in figa e, come mi son comportata io, certamente si sono comportate tante altre donne che lui ha sfruttato per i piaceri suoi e dei suoi amici o clienti

Sono stata io a ritornare da lui dopo la prima scopata, quando mi ha chiaramente detto che avrebbe fatto di me una puttana

Ma proseguiamo con il racconto

 

Ritornai a casa in uno stato di confusione totale

Ero terrorizzata dalla possibilità che la cosa diventasse di dominio pubblico e che ne venisse a conoscenza mio marito, il chè ci avrebbe riportato indietro nel tempo quando lui provava solo disprezzo per me.

A peggiorare la situazione c’era il fatto che, a differenza del passato, oggi c’era di mezzo un ragazo, nostro figlio, che di uno scandalo ne avrebbe , sicuramente, patito le conseguenze.

Ma , a rendere la cosa ancora più preoccupante , c’era il fatto che , in quel pomeriggio, dopo tanti anni in cui non avevo più provato il piacere dell’orgsmo, avevo goduto di nuovo come quando ero ancora una ragazza e,, forse, di più, perchè lui aveva saputo farmi godere anche con il cervello, oltre che con il corpo, imponendomi la sua autorità e rendendomi succube del suo volere.

Questo pensiero non riuscivo a cacciarlo dalla mia testa

 

 

 

Il giorno dopo mi ritrovai nuovamente nuda davanti allo specchio mentre mi vestivo per andare dal medico.

Pensai che, nonostante i miei 39 anni, potevo ancora piacere a qualcuno ed , incoraggiata da questo pensiero, senza pensarci su, ho preso dal cassetto un perizoma al posto delle solite sleep ed un reggiseno a balconcino, ricordi di un epoca lontana nel tempo e li ho indossati.

Coprii tutto con un abito classico, adatto ad una donna della mia età

Un’ora dopo ero nel suo studio

Lui era seduto alla scrivania, stava scrivendo, e , senza alzare lo sguardo dal foglio, mi disse di spogliarmi

Incominciai a farlo

Lui non si mosse, ma vedevo che, sottecchi, mi stava osservando.

Quando, come facevo al solito, stavo per girarmi su me stessa per togliermi il vestito, sentii una voce imperiosa che mi ordinava di non girarmi.

Quando, rimasta in perizoma e reggiseno, stavo per salire sulla sedia, lui mi disse di togliermi tutto e di rimanere ferma in piedi davanti a lui.

Ero nuda, con le braccia lungo i fianchi come in attesa di un giudizio.

Lui si alzò, mi venne vicino, mi girò attorno guardandomi attentamente.

“ Non male” fù il suo primo giudizio, espresso come se fosse la prima volta che mi vedeva nuda

Mi posò la mano sul culo accarezzandolo, e , strisciandola sulla mia coscia, la fece scivolare davanti, sulla figa.

“ Allarga le gambe “ ripetè con la stessa voce dal tono deciso

Sentii il palmo accarezzarmi l’interno della cosca ed il taglio scorremi sul clito dopo essersi inserito tra le grandi labbra.

Ora mi stava di fronte, con una mano tra le gambe allargate e l’altra che incominciò a strizzarmi e torcermi dolorosamente i capezzoli

Stavo per aprire la bocca per gridare quando mi disse di non parlare, di non gridare, di non muovermi, di assaporare il piacere del dolore , di aprire gli occhi e di guardarlo mentre lui godeva nel toccarmi a quel modo

Poi, strisciando la mano che era tra le cosce sulle grandi labbra,  arrrivò sul pube

Non lo so come non me ne fossi accorta prima, ma, ad un certo punto, ho sentito arriavarmi sulla guancia uno schiaffo, violento al punto da farmi perdere l’equilibrio.

Mi coprì d’insulti , mi rimise in piedi e , preso un lungo righello che c’era sulla scivania, incominciò a colpirmi sul culo con forza.

Avevo paura di muovermi.

Dopo poco avevo il culo che mi bruciava.

Fortunatamente si fermò anche lui.si stava calmando.

Mi disse che questa volta la punizione per i miei errori era stata breve, ma che, in seguito, sarebbe stata molto più severa.

Gli chiesi cosa avessi fatto di sbagliato.

Mi disse che la la pelle della figa non era perfettamente liscia, che era chiaro che l’avessi rasata da più di un ora, mentre avrei dovuto sapere che dovevo farlo non più di un’ora prima di incontrarlo.

Mi disse che per punizione questa volta non mi avrebbe fatto godere, che potevo vestirmi ed andarmene.

Mi ritrovai in strada con il culo in fiamme, con la guancia che mi faceva ancora male, ma, quel che è peggio, con una gran voglia di godere.

Era incominciato il mio addestramento

 

 

La mattina del giorno dopo, passando davanti alla porta del bagno che era aperta, vidi mio marito che si stava facendo la barba.

Mi fermai per guardarlo e vidi che , su ogni punto del mento su cui passava il rasoio, dopo ci ritornava in senso contrario..

Gli chiesi perchè lo facesse e mi rispose che il “contropelo “ serviva a tagliare i peli più in profondità, così la pelle rimaneva più liscia e per più tempo.

Alle due del pomeriggio ero seduta sul bidet intenta a rasarmi la figa, stando attenta a fare un accurato “ contropelo “ per compiacere il mio padrone.

Alle tre del pomeriggio ero nuda, sull’attenti, davanti a lui ,in attesa che venise a controllare il mio pube.

Quando si alzò dalla sedia della scrivania, mi sorprese, ma fino ad un certo punto, il fatto che il camice bianco che indossava fosse completamente sbottonato ed aperto sul davanti e lui, sotto, fosse completamente nudo.

Gli occhi mi caddero immediatamente sul lungo e grosso cazzo appoggiato, floscio, sui coglioni e sentii subito delle contrazioni di piacere.

Si avvicinò a me e rifece quello che aveva fatto il giorno prima. Al termine mi disse di accomodarmi sulla sedia ginecologica.

Azionò il meccanismo che faceva alzare la seduta e la portò all’altezza del suo petto, si posizionò tra le mie gambe e mi ordinò di allargarmi la figa

Allargai le grandi labbra e subito sentii la sua bocca posarsi sul sesso ed incominciare a leccarla, a succhiare il clito, a spingere la lingua nella vagina.

Era un maestro.

Incominciai a sentire ondate di piacere mai provate prima che aumentarono ancor di più quando sentii le sue mani sulle mie tette che mi strizzavano i capezzoli in modo deciso e doloroso, ma ad un livello di dolore che mi sembrò accettabile.

Venni quasi subito premendogli con entrambe le mani la testa contro la figa

Lui, naturalmete, se ne accorse del mio orgasmo, ma non si mosse di un millimetro continuando a leccarmi, succhiarmi, penetrarmi, torturami, come aveva fatto all’inizio, sino a quando , non molto tempo dopo, ebbi il secondo orgasmo.

Non ricordo di aver mai avuto due orgasmi consecutivi nel giro di 10 minuti.

Si staccò da me dicendomi che quello era il premio per avergli obbedito e per l’ottimo lavoro che avevo fatto con la mia fighetta.

Riabbassò la sedia su cui ero seduta in modo che fosse al’altezza del suo pube e potessi vedere il suo cazzo

Mi chiese se mi piacesse gurdare il cazzo di un uomo e gli dissi di sì

Mi chiese se mi eccitasse farlo e gli risposi ancora di sì

Mi chiese se mi mettesse in imbarazzo guerdare il cazzo di un uomo e gli risposi ancora una volta di sì

Mi disse che, d’ora in poi, io avrei dovuto abituarmi a veder un cazzo, di chiunque esso fosse, senza provare imbarazzo , ma solo eccitazione e desiderio di toccarlo baciarlo, farlo godere, e provare una voglia irrefrenabile di sentirlo dentro di me

Sarei presto diventata un oggetto di piacere per gli uomuni e quel mio gesto doveva comunicare all’uomo la mia disponibilità a soddisfare ogni suo desiderio in cambio del piacere che il suo cazzo mi procurava al solo guardarlo.

Da quel momento ogni volta che mi sarei trovata vicino ad un uomo nudo, avrei dovuto toccarlo, accarezzarlo, stringerlo nel mio pugno, accarezargli i coglioni senza invadenza, ma con un gesto naturale, come segno di sottomissione, di rispetto e disponibilità ad accoglierlo nel mio corpo.

Mi mise una mano sulla figa , mi attirò a sé, mi mise la lingua in bocca, per allontanarrmi subito dopo con uno spintone e mollandomi un altro ceffone come il giorno prima

Lo vidi impugnare il righello ed ordinarmi di girarmi ed iniziare a colpirmi con forza e voglia di farmi male.

Dopo una serie interminabili di nerbate mi disse di rivestirmi e di sparire.

Tra le lacrime gli chiesi cosa avessi fatto di male e lui mi rispose che ero una cretina se non mi rendevo conto che, nonostante gli ordini precisi che mi aveva appena dato, ero rimasta accanto a lui per 3 minuti senza preoccuparmi del suo piacere , senza accarezzargli il cazzo come mi aveva appena ordinato di fare con chiunque mi stesse accanto nudo

Ritornai da lui ogni giorno, sempre attenta a non commettere errori, sino al giorno in cui mi disse che la prossima volta che ci saremmo incontrati,avrei fatto il mio debutto come sua assistente particolare, e che avrei dovuto incontrare ed intrattenermi con una persona che gli stava molto a cuore, per cui stessi bene attenta a non commettere errori

Mi venne vicino e mi disse che gli dispiaceva di avermi punito e si chinò verso di me per darmi un bacio.

Memore di quello che era appena successo, allungai la mano e gli accarezzzai il cazzo, poi , quando lui si rialzò, mi chinai io e glielo baciai, ruotando la lingua attorno al glande

Mi disse che potevo andare

Ancora una volta mi ritrovai in strada dolorante e con tanta voglia repressa.

 

 

 

L’addestramento era durato una settimana intera tra leccate indimenticabili, come premio, e scudisciate dolorosissime sulla schiena, come punizione, tra tentaivi di imparare a contrarre i muscoli della vagina per accompagnare l’eiaculazione dell’uomo. e rendere il suo piacere più intenso, ad allenamenti continui per abituarmi a far scendere il cazzo nella gola oltre la laringe.

Quel lunedì doveva essere il mio primo giorno di sottomissione-consapevole al mio padrone.

Arrivai allo studio puntualissima alla solita ora.

Mi disse che l’uomo con cui ci saremmo intrattenuti sarebbe arrivato tra un paio d’ore

Mi fece spogliare nuda , per accompagnarmi nell’ampio bagno dove una ragazza mi stava aspettando.

Con mia sorpresa e disperazione incominciò a tagliare i miei lunghi cappelli, formando un caschetto civettuolo che mi ringiovaniva notevolmente il volto e questo attenuò,almeno in parte, la mia disperazione Poi incominciò a rifarmi completamente il trucco, usando toni morbidi e leggeri, molto eleganti e raffinati

Mi guardavo attentamente nel grande specchio che avevo di fronte a me e mi ripetevo nella mente che non mostravo certo i mei anni in viso e, neanche il seno che lo specchio rifletteva era quello di una donna matura,

Guardavo i miei fianchi, le mie coscie, il mio corpo nudo e capii perchè quelle carni morbide tanto piacessero agli uomini.

Mi guardai la figa e con la mente immaginai una cappela che la puntasse ed entrasse in me e provai un forte desiderio al pensiero che tra poco sarei stata scopata da uno sconosciuto.

Guardai di nuovo la mia faccia , mi guardavo negli occhi e pensai che ero diventata una puttana .

Stranamente la cosa mi sembrò un fatto positivo, un riscatto alla mia condizione vedova bianca.

Poi ,con mia sorpresa, la ragazza mi mise in testa una specie di cuffia da bagno color carne, che si confondeva benissimo con la tinta della cipria che avevo sul resto del volto scoperto, cuffia che mi copriva tutti i cappelli , e che, sulla faccia, mi arrivava sino all’attaccatura del naso , con due ampie aperture per gli occhi che lasciavano scoperte le sopraciglie , ma che copriva gli zigomi, e sulla quale c’era una lunga chioma di cappelli neri.

Mi guardavo nello specchio , si vedeva chiaramente che indossavo una maschera ed una parrucca,

ma era talmente ben fatta che sembrava un abbellimento, oltre che fungere da copertura dei miei lineamenti , rendendomi assolutamente irriconoscibile, ma senza nascondere i miei splendidi occhi,

le mie tumide labbra,

La ragazza mi cosparse di crema il culetto e il pube e mi massaggiò con forza fino a che tutta la crema fu assorbita dalla pelle.

Lui mi disse di accarezzarmi e sentii la pelle morbida e liscia come non avevo mai potuto immaginare di poter avere

Poi lui prese un astuccio , lo aprì e ne tolse due catenine sottili, lunge poco meno di una ventina di centimetri che, da una parte, avevano una piccola spirale che serviva per agganciarle ad un anellino e delll’altra un piccolo cazzo d’oro, scappellato con due piccoli coglioni , lungo un centimetro e mezzo

Lui li prese e li agganciò ai due anellini che , nei giorni prima, mi aveva applicato sopra la figa e sopra il culletto.

Appesi com’erano i due cazzi arrivavano uno appena sopra il clito e l’altro sopra lo sfintere è quei due piccoli cazzi sembravano indicare le due aperture d’accesso per entrare nel mio corpo.

Mi chiese se mi piacevano e dissi di sì e mi spiegò che indicavano ai miei amanti che ero disponibile sia ad esere chiavata che inculata.

C’erano donne del gruppo di cui, ormai, facevo parte anch’io, che ne indossava solamente una a loro

scelta, o solo dietro perchè non volevano correre rischi di gravidanze indesiderate, o solo davanti perchè non ancora pronte per quel tipo di rapporto

Mi piacevano veramente

Mi prese per mano e mi condusse lungo un corridoio che non avevo mai percorso, e, con una chiave aprì la porta di una stanza.

Era una grande camera divisa in due parti, una con un salottino ed un bar ,l’altra con un ampio letto rotondo.

Incassato in una parete c’era un grande armadio

C’erano , naturalmente, tende quadri ed arredi vari che rendevano l’ambiente molto elegante

Lui aprì tutte le ante dell’armadio in modo che io vedessi tutto quello che conteneva.

Una parte era piena di vestiri, gonne lunghe , mini e micro, camicette, calze, scarpe e tutto quello che poteva interessare l’abbigliamento di una donna.

Dall’altra parte c’erano delle scaffalature su cui erano ordinatamente allineate tutte le attrezzature necessarie per un rapporto sadomaso , dalle corde alle fruste, dagli spilloni alle manette oltre che cazzi e vibratori di tutti i colori e misure .

Provai un tonfo al cuore non so se per paura o per eccitazione

Prese dall’armadio una mini gonna che mi sarebbe arrivata a mezza coscia , una camicetta semitrasperente, un paio di autoreggenti ed un paio di scarpe tacco 12 e mi disse di vetirmi.

Poi accese la televisione, mi versò dello spumante in un flut, mi diede una pastiglia e mi disse di ingioarla.

Lo feci pensando che fosse una pillola anticoncezionale, ma non osai chiedergli conferma.

Mi disse di sedermi e che sarebbe ritornato tra breve.

Uscì.

 

Era trascorsa circa mezz’ora da quando era uscito.

Stavo seduta avanti alla televisione accesa. Guardavo, ma non vedevo

Uno strano torpore si stava impossessando di me, sentivo svanire ogni tensione, rilassarsi ogni muscolo e questo rilassamento aveva il potere di allontanare da me ogni freno inibitore e con ciò acuire il mio desiderio di sesso.

La mia mente cercava di immaginare l’uomo che sarebbe venuto a scoparmi, ma, condizionata dall’addestramento che avevo ricevuto, il mio pensiero era fisso sul suo cazzo, che immaginavo e speravo grosso e lungo da farmi male.

Avrei voluto toccarmi, ma avevo paura di bagnarmi

Ero perfettamente cosciente e padrona di me stesa, ma mai avevo provato un desiderio così forte ed intenso ed una voglia di lasciarmi andare e di sottostare ad ogni più perverso desiderio dell’uomo

Sentii la chiave girare nella toppa, mi ricomposi ,vuotai d’un sorso il bicchiere che avevo davanti e guardai ecccitata la porta che si apriva.

Dietro al mio padrone comparve un ragazzo di dicott’anni , bello, sorridente ed il mio cuore smise di battere, perchè quel ragazzo era mio figlio.

Lo smarrimento durò solo un’istante, perchè la mia mente incominciò subito a ragionare.

La prima sensazione che provai fu quella di una grande delusione, perchè fui assalita da una insana paura che quel tanto atteso momento in cui sarei stata chiavata da uno sconosciuto, stesse per svanire

Ero, infatti, consapevole che, se non mi fossi comportata come una puttana, avrei subito la violenta reazione del mio padrone e mi sarei preclusa ogni possibilià di continuare con quella vita che mi attirava tanto e che dovevo ancora incominciare.

Mentre si avvicinavano a me, pensai che ero irriconoscibile, per cui mi tranquillizzai un po’, autoconvincendomi che non avrei creato alcun danno o trauma alla psiche del mio bambino

Ma quello che più mi sorprese, fù il fatto che quell’inatteso stato morboso e di amoralità in cui mi trovavo, acuì il mio desiderio e mi fece pensare che , alla fine, avrei donato a mio figlio un’ora di piacere puro, come nessun’altra donna sarebbe mai stata capace di donargli, e ciò aumentò a dismisura il mio desiderio di essere chiavata da lui

“ Ciao “ mi disse il dottore , nel suo consueto camice bianco, chinandosi per darmi un bacio sulle labbra.

“ Buona sera “ mi salutò mio figlio chinandosi e , come aveva fatto l’altro, posandomi un bacio sulle labbra.

Il cuore incominciò a battermi all’impazzata .

Per non farmi riconoscere rispondevo a monosillabi, cercando di alterare la voce

Il dottore giustificò il fatto che portassi una maschera, con il fatto che le donne che si affidavano alle sue cure non erano delle puttane, ma mogli e madri di famiglia rispettabilissime, sessualmente insoddisfatte, che non potevano correre il rischio di essere riconosciute per la strada.

Il dottore versò da bere per tutti ,poi incomiciò a discutere con mio figlio della sua vita, dei suoi studi.

Ogni tanto mio figlio volgeva lo sguardo dalla mia parte e gli vedevo gli occhi lucidi dal desiderio, per cui non feci nulla per coprire l’inguine che il dottore mi aveva maliziosamente scoperto quando , entrando, mi diede il bacio

Ad un certo punto si alzò e, rivolto a mio figlio, lo invitò a mettersi in libertà e, così dicendo, si tolse il camice restando completamente nudo.

Mio figlio raccolse, disinvoltamente, l’invito e, dopo un minuto, era nudo anche lui.

Era eccitante vedere la differenza tra quei due uomini che si apprestavano a condividere il piacere di scoparsi la donna che stava loro accanto.

L’uno, un uomo maturo, dal corpo pesante, con un membro iponente, ma molle e l’altro, con il corpo di un ragazzo, esile, forse un po gracile, asciutto e scattante, con un cazzo altrettanto imponente, ma eretto, duro, che contrastava con quel corpo infantile

C’era già stata una prima volta in cui avevo visto, di sfuggita, mio figlio nudo, ma era la prima volta che guardavo quel cazzo come oggetto di desiderio, come strumento di piacere

Il dottore , s’era seduto in poltrona,, mentre mio figlio era accanto a me.

“ Ti piace la mia amica “ gli chiese il dottore,

“ Molto “ rispose lui

” Vedrai, è anche molto brava “

“ Aiutala a togliersi gli abiti che ha addosso “ lo invitò il dottore.

Mio figlio incominciò a sbottonarmi e togliermi la camicetta, poi mi sfilò la gonna.

Ora ero nuda ed impacciata di fronte a lui ed al suo cazzo che sembrava scoppiare

Avrei voluto prenderglielo in mano subito, baciarlo e vederlo sborrare per il piacere , ma non osavo fare la prima mossa, nonostante l’addestramento ricevuto.

Il dottore gli disse di toccare la mia pelle per sentire quant’era morbida e liscia e lui mi mise una mano tra le gambe per accarezzarmi la coscia e, senza mostrare alcun imbarazzo , spinse la mano contro la mia fessurina.

Chiusi gli occhi per il piacere e l’emozione e, dopo un istante, sentii qualcosa di morbido ed umido poggiarsi selle mie labbra.

Era il dottore che si era alzato e si era messo a fianco di mio figlio, con un braccio sulle sue spalle e davanti a me.

Aprii la bocca ed accolsi quel cazzo ancora moscio tra le labbra, sostituito, subito dopo, da quello turgido di mio figlio che il dottore aveva preso in mano per accompagnare nella mia bocca.

Non riucii a resistere e, per il solo tocco della mano di mio figlio contro la figa, ebbi il primo orgasmo.

“ Cosa t’avevo detto “ senti dire al dottore

“ e’ difficile trovare un’altra donna calda come lei. Vedrai quante volte godrà prima che ce ne andiamo”

Sentii la mano di mio figlio poggiarsi sulla coscia ed allargarmi le gambe per poi piegarsi e baciarmi la figa.

Non era impacciato nei suoi gesti ,segno che aveva già avuto delle esperienze con l’altro sesso

Ero eccitata al massimo e spostai il culetto sul bordo del divano e, semisdraiata, allargai il più possibile le cosce.

Intanto sentivo in bocca ingrossarsi il cazzo del dottore.

E qui successe un fatto che, in un altra situazione, mi avrebbe sconvolto, mentre in quel momento di assoluta mancanza di senso morale, mi riportò vicino al secondo orgamo.

Mio figlio si era rialzato , mi stava baciando in bocca e toccando le tette.

Aveva il cazzo paonazzo, ed io lo stavo segando, quando il dottore, uscìto dalla mia bocca ormai duro e grosso, ci disse di andare sul letto, ma, come mio figlio sollevò la testa, lui lo prese per i cappelli e, con naturalezza, gli ficcò il cazzo in bocca.

Quel contatto durò pochi scondi ,ma si sarebbe ripetuto durante la serata molte volte, soprattutto con il dottore che succhiava il cazzo di mio figlio

Siamo stati assieme per più di due ore , e mi hanno fatto di tutto, facendomi godere come mai avrei portuto solo immaginar che si potesse godere

Tutti e due sono venuti più volte dentro di me, inondandomi la figa del loro sperma

Alla fine eravamo tutti e tre sfiniti.

Sulla porta della camera , con loro che tenevano i vestiti in mano per andare sotto la doccia, mentre ci salutavamo, si decise di rivederci anche il giorno dopo, perchè il dottore disse al suo giovane amico che gli aveva riservato un grande e particolare privilegio.

Attenta agli insegamenti che avevo ricevuto, presi in mano i due cazzi e li accarezzai fino al momento che si chiuse la porta alle loro spalle.

Era stato bellissimo.

Scomparso l’imbarazzzo iniziale sono stata all’altezza della situazione

Sono sicura che mio figlio non si dimenticherà facilmente quanto sia riscito a far godere una puttana.

Era giunta l’ora di rincasare.

Andai sotto la doccia, mi levai e riposi nelle loro scattoline le due catenine, mi rivestii e, puntuale come sempre, alle 21 ero seduta a tavola con mio figlio e mio marito, felice al pensiero che l’indomani l’avrei rincontrto in quella che, in seguito, sarebbe diventata la nostra alcova .

 

 

Ero curiosa anch’io di sapre quale fosse il grande privilegio che il dottore aveva riservato a mio figlio, ma sulla curiosità prevaleva, senza ombra di dubbio, il piacere di farmi chiavare per la seconda volta dal mio ragazzo.

Così l’indomani quando nella camera da letto del suo studio entrarono due uomini , uno sui cinquant’anni e l’altro molto più giovane, rimasi molto delusa pensando che mio figlio avesse disertato quell’incontro a causa di qualche altro impegno o, peggio, perchè fosse rimasto deluso dalla mia prestazione del giorno prima, o non gli interessassi come donna.

I due uomini erano completamente nudi. il primo, il più vecchio, aveva un cazzo grosso ma molle, mentre il più giovane ce l’aveva grosso e duro, in completa erezione , completamente scappellato e la cosa attenuò, almeno in parte, la mia delusione per la sua assenza .

Ma ero stata precipitosa, perchè passarono solamente alcuni minuti quando vidi entrare il dottore, con il suo solito camice di lavoro aperto sul davanti e, subito dopo , il mio ragazzo in compagnia di un altro uomo, completamente nudi .

Io indossavo un abito a mezza coscia nero .aderente, trasparente, senza intimo e scarpe aperte con un tacco vertiginoso.

Ero in mezzo a 5 uomini nudi, tutti ben dotati, pronti a sfogare la loro libidine sul mio corpo, ma io avevo occhi solo per il mio ragazzo che superava trutti per la bellezza e la possanza del suo cazzo, grosso, lungo, duro ed un po’ arquato verso l’alto, circonciso, con la cappella grossa e violacea per la tensione

E’ stato lui il primo ad avvicinarsi a me e ,messemi le mani sul culetto ,e sulle labbra, prina superficialmente, poi penetrando con la lingua, appoggandosi con il cazzo contro il mio pube per farmi sentire la sua erezione.

Non dimenticate mai la normale, forse un po’ gracile, costituzione fisica di mil figlio, contrapposta alla sua prestanza sessuale, perchè, nella mia psiche, ha avuto un’imprtanza fondamentale nel mio concedermi sessualmente a lui

E’ stato il momento che tutti aspettavano per allentare la tensione.

Il giovane che avevo visto per primo ci venne vicino e, posò le mani sul mio culo e su quello di mio figlio accarezandoli e baciandomi sul collo,

Il dottore parlava con l’uomo che era entrato assieme a mio figlio, mentre il più vecchio si stava segando per far prendere consistenza all’unico cazzo che non era ancora al massimo della tensione.

Il dottore incominciò a parlare ottenendo l’attenzione di tutti

Disse che aveva riunito, in questa occasione, le quattro persone che, negli ultimi tempi, avevano condiviso con lui alcuni momenti esaltanti della loro comune passione per il sesso.

Disse che a lui era capitata la strairdinaria occasione di incontrare una rarità e che aveva deciso di condividere con loro questa esperienza, in segno di riconoscenza

Disse che la donna che era tra loro in questo momento. era la sua ultima allieva, una sottomessa obbediente e brava, dalle straordinarie qualità erotiche, ma con la rara qualità, in questi tempi, di essere analmente vergine, per cui aveva deciso di condividere con loro il piacere di partecipare alla sua deflorazione anale.

Questo dava risposta all’interrogativo che mi ero fatta il giorno prima, sul perchè nessuno dei due avesse tentato di coivolgermi in un rapporto anale

Concluse che, non potendo essere tutti e cinque il primo, questo privilegio lo aveva riservato al suo giovane amico con il quale, in seguito, avrebbe continuato a sfruttare le straordinarie qualità della loro giovane puttana.

Rimasi esterefatta da questo discorso e, viste le misure dei 5 cazzi, preoccupata dal dolore che avrei provato, anche se, non essendo mai stata inculata, non avevo l’esatta sensazione del male che avrei provato,ma non osavo ribellarmi, anche perchè l’unico a provare la soddisfazione di sverginare veramente il culo sarebbe toccato a mio figlio

 

 

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Il dottore evitò altre chiacchiere e, rivolto al più anziano, gli disse di prepararmi .

Mi sfilò il vestito , mi fece sdraiare sul letto e, rivolto agli altri e sottovoce, li invitò a fare in modo che non pensassi a quello che mi sarebbe accaduto tra poco

Avevo 10 mani e cinque bocche sul mio corpo che non tardò a reagire sotto l’effetto delle loro sapienti carezze e della solita pillola che il dottore mi aveva fatto ingoiare appena entrata nel suo studio, per cui, quasi subito, fui sconvolta dal piacere

Subito dopo il mio primo orgasmo, lo stesso uomo di prima mi venne vicino e mi disse di girarmi a pancia in giù ed incominciò a spalmarmi del lubrificante lungo tutto il solco e, con particolare attenzione,sul buchino, penetrandolo con un dito e facendo entrare la crema.

Poi sentii una cosa fredda cingermi, prima una caviglia, poi l’altra, poi un polso e subito dopo l’altro.

Provai a muovermi, ma capii subito che ero stata incatenata al grande letto e che non avrei mai potuto accostare le gambe divaricate ,o girarmi sul fianco o inginocchiarmi.

Gli unici movimenti che mi erano concessi era di alzare un po il bacino e di spostarmi per alcuni centimetri sui fianchi

Vidi e sentii alcuni che si stavano sedendo al mio fianco, sul letto, all’altezza del culo., altri che trascinavano una sedia , poi il dottore mettersi semi sdraiato sul lettone, con il cazzo davanti alla mia testa, girarmela dalla sua parte ed introburmi il cazzo in bocca

Sentii mio figlio inginocchiarsi in mezzo alle mie gambe divaricate e, subito dopo ,sentii che mi accarezza il culo , me lo baciava, me lo leccava, poi, mentre rialzava il busto, sentìì uno schiaffo, forte e violento, posarsi sul gluteo, seguito, immediatamente, da un’ altro ancora più forte.

Sentii uno che lo incitava a farmi male, uno che gli offriva soldi per prendere il suo posto, sino a quando sentii la sua cappella strisciare lungo il solco per poi fermarsi su quel buchino ancora vergine

Sentii il cazzo del dottore che avevo in bocca muoversi più veloceente ed in profondità

Una mano era scivolata sotto il mio bacino e mi titilava il clito

“ mettiglielo dentro in un colpo solo “ disse uno,

“ falle male “ riprtè la voce di prima

Sentivo il cazzo del dottore gonfiarsi ancora di più nella mia bocca.

Sentìi la cappella di mio figlio spingere con maggior decisione sul buco reso viscido alla crema

“ Rilassati – non stringere il culo “ suggeriva una voce, poi, con un senso di lacerazione che non dimenticherò mai più nella mia vita, ho sentito la cappella farsi strada per qualche centimetro.

Provai un dolore tremendo.

Girai la testa per liberarmi del cazzo che avevo in bocca ed urlai di smettere, che mi faceva male, che mi stavano rompendo, e più mi agitavo in quei pochi centimetri che le catene me lo permettevano, più sentivo dolore.

Sentivo gli uomini che mi stavano attorno ansimare per l’eccitazione che quella vista e quelle urla provocavano a loro

Sentii il cazzo uscire, e, dentro di me sperai che fosse finita, che avessero deciso di smettere perchè mi faceva troppo male, invee, subito dopo, risentii spingere e la cappella raggiungere subito il posto di prima e con uguale dolore

Lo rifece alcune volte ed, anche se la cappella scivolava più facilmente, provavo sempre un gran male,.finchè sentii il cazzo indietrggiare, ma senza uscire dal mio culo e, dando prova di una buona esperienza in materia, sentii mio figlio dare un forte colpo di reni e far pentrare tutta la cappella dentro di me.

S’è possibile il dolore era stato ancora più forte della prima volta.

Lui si fermo mentre con le lacrime che mi scorrevano sul viso, lo pregavo di smettere, perchè mi abituassi al dolore.

Mi concesse un attimo di tregua ed appena sentii che il dolore diventava sopportabile pensai meravigliata che avevo in culo un cazzo di almeno 7 centimetri di diametro

Piano piano lo senti che riprendeva a muoversi spingendo e rinculando, entrando sempre più in fondo nel mio inetstino, sino a quando sentii il suo pube sfiorarmi il culo

Fu a quel punto che diede il colpo finale e lo sentii schiacciarsi contro di me.

Mio figlio, mi aveva sverginato il culo!

Piano piano, ma sempre più velocemente ,incominciò ad incularmi.

Lentamente il dolore diventava più sopportabile, ma avevo la sensazione che quel cazzo avesse scavato un buco enorme nel mio corpo, nellla mia carne

Lo fece uscire completamente una prima volta e, quando lo rispinse dentro, provai solo la sensazione della forzatura, ma non più dolore.

Continuò ad incularmi per un eternità.

Non sentivo più dolore, ma neanche piacere

Ad un certo punto lo sentii uscire , sentii dei movimenti dietro di me, e sentii un cazzo diverso, più sottile, più corto scivolare dentro il mio corpo, diritto sino in fondo

Non provai alcun dolore e, dopo un po’, assaporai le prime sensazioni di piacere.

Con il terzo ebbi il primo orgasmo anale, mentre qualcuno mi stava sborrando in bocca.

Era il dottore che avrebbe avuto altre occasioni per sborrarmi in culo

Poi risentii il cazzo di mio figlio, grosso, prepotente, arrogante, spingersi subito sino in fondo, e questa volta ,dalle mie contrazioni, lui capì che stavo godendo e mi inondò l’intestino della sua sborra.

Siamo andati anavti ad incularmi sino a tarda notte.

 

 

 

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L’indomani il dottore mi disse che ero stata brava e che. se lo avessi voluto, avrebbe combinato altri incontri con il suo giovane amico

Intanto al pomeriggio ed alla sera, avrei dovuto incontrarmi con altri suoi amici.

Incominciò così il mio passatempo preferito : chiavare e farmi inculare da tanti uomini che non avevo mai conosciuto.

Nel tempo di un mese avevo imparato molto, se non tutto, su come far godere un uomo e sul come sfruttare il suo piacere per soddisfare le mie voglie, che erano tante .

Due/tre uomini al giorno, diversi regalini che non stavano mai male, la soddisfazione di essere apprezzata dal mio padrone, che ormai mi considerava la sua preferita , e dai suoi amici , che mi consideravano la più brava e disponibile ed ora anche la soddisfazione di essere parte importane nella vita sessuale di mio figlio , erano tutti fattori che caratterizzavano la mia nuova vita da puttana

Alle 21 sempre presente a casa,

Tutti i soldi che ricevevo li impiegavo per curare il mio corpo ed impreziosire il mio guardaroba.

Per altre tre volte avevo scopato con mio figlio ed erano sempre le scopate migliori.

E siamo arrivati ai primi giorni di novembre

Purtroppo quando le cose diventano un’abitudine può capitare che si facciano automaticamente, senza pensarci, può accadere che si allenti l’attenzione nel compierle.

Ai primi di questo mese, un incontro serale con tre uomini si dilungò più del dovuto, per cui, appena usciti dalla camera, mi sono rivestita in fretta e mi sono precipitata in macchia per correre a casa perchè ero in ritardo

Mi sarei ripulita prima di andare a letto.

Arrivai in ritardo rispetto al solito, ma mio marito sembrò non accorsgersene

Era ormai l’una di notte quando andammo a letto, come al solito, in camere separate.

Mi buttai stanca, ma sodisfatta, sotto la doccia per ripulirmi della sborra che avevo ancora addosso.

Che io facessi la doccia all’una di notte, non era nelle consuetudini della casa e se a ciò si aggiunge una coincidenza di fatti che difficilmente si potrebbe ripetere., capirete il dramma che stavo per vivere: nel momento che si aprì la porta di casa io non lo sentii, per il rumore della doccia accesa, e chi entrò non senti il rumore della doccia perchè, un’istate prima che entrasse l’avevo chiusa..

Fatto stà che in quel momento la porta del bagno si aprì mentre ero ancora nuda e stavo per indossare i calzoni del pigiama, ed apparve mio figlio.

Vedendomi nuda, mi chiese scusa tutto imbarazzato ed indietreggiò richiudendo la porta dietro di sè, porta che, però, si riaprì immediatamente e lo vidi fissarmi stupito ed a bocca apera.

 

Mi coprìi alla meglio con l’sciugamano che avevo ancora in mano e gli dissi di uscire, ma lui venne dentro e mi spostò l’asiugamano e fissò allibito verso la mia figa.

Solo allora mi accorsi, sconvolta, che avevo ancora attaccate le due catenelle che lui conosceva benissimo.

Mi fissò negli occhi senza proferir parola, poi si voltò ed uscì precipitosamente dal bagno.

Credo che in quel momento abbia capito tutto .

Mi precipitai dietro di lui, ma non feci in tempo a raggiungerlo prima che entrasse in camera sua, e chiudesse la porta a chiave.

Quale sia stata la mia vergogna e la mia disperazione credo sia facilmente immaginabile, ma impossibile descrivere

Provai a chiamarlo sottovoce, ma non mi rispose.

Ritornai in camera mia e, nuda com’ero, mi sdraiai sul letto a struggermi nel pensiero che avevo offeso mio figlio, che avevo rovinato tutto e, orribile a dirsi, a pensare che non lo avei più potuto avere come amante.

Naturalmte non riuscivo a prender sonno, quando, saranno state le tre del mattino, sentii dei rumori in corridoio , davanti alla mia porta e, poco dopo, sentii la maniglia che si muoveva.

Trattenni il respiro sentendo qualcuno che stava entrando in camera e non feci alcun movimento quando sentii che quel qualcuno si stava sdraiando al mio fianco.

Sentivo il calore del suo corpo nudo accanto al mio, ed il suo cazzo grosso e duro sfiorarmi il culo, ma non osavo muovermi nel timore di provocare una sua qualsiasi reazione.

Passarono alcuni attimi. che a me sembrarono un’eternità .quando sentii la sua mano prendere la mia

e portarsela sul cazo duro e pulsante ,come quando ci incontravamo dal dottore.

Il mio cervello incominciò a lavorare immediatamente e pensai che se avessi cercato di minimizzare o, peggio ancora ,cercare di giustificare la mia presenza in quella camera del dottore, non avrei fatto altro che peggiorare la situazione .

Pensai che,se era venuto in camera mia ed era eccitato a quel modo, voleva dire che aveva voglia di stare con me ed anche se ciò avesse significatio che mi considerasse solamente una puttana da chiavare e basta,, era sempre meglio che se mi avesse disprezzata e non mi avesse più voluto accanto a se.

Risposi a quel suo gesto con tutta la lussuria che avevo in corpo.

Non volli che lui facesse alcun movimento e pensai io a farlo godere con le mani , la bocca, la figa ed il culo come non aveva mai goduto in vita sua.

Gli regalai tutti i miei orgasmi, come nessun’altra donna avrebbe mai potuto fare.

Alla fine , con il suo cazzo ancora ben stretto dentro il mio utero mi piegai sul suo petto e gli chiesi perdono del male che gli avevo fatto

 

 

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Sentii le sue braccia stringermi contro di sè e dirmi che lui non aveva il dirittto di giudicarmi e che se avevo fatto quello che avevo fatto, probabilmente ci sarà stata una ragione, che lui non voleva conoscere.

Lui conosceva la situazione di vedova bianca che avevo vissuto da sempre accanto a suo padre e forse questo fatto gli aveva fatto pensare che era naturale che fossi stata una preda facile nelle mani di quel dottore che lui conosceva alla pefezione

Intanto le sue mani vagavano sulle mie tette, sulla pancia , sulla figa e probabilmente gli involontari movimenti del mio corpo gli comunicavano il piacere che stavo provando

Mi disse che mi voleva bene , che i momenti che gli avevo regalato dal dottore erano stati i più bei momenti della sua vita ed il fatto che quei momenti gli fossero stati fatti provare da sua madre anziché da un puttana li aveano trasformati nei momenti più esaltanti della sua vita

Intanto sentivo il cazzo che era sempre dentro di me premere sempre più forte contro le carni che lo circondavano.

Incominciò leggermentere a muoversi con movimenti lenti e profondi mentre mi sussurrava che il dottore dovevo dimenticarlo, che, d’ora in avanti ,si sarebbe preso lui cura di me, che lui non era più un bambino e che conosceva posti e gente che io non potevo neanche immaginare e che lui mi avrebbe portata sempre con sè solo che lo avessi voluto e deciso di obbedirgli.

Sentivo il suo cazzo, diventato ormai duro, riempirmi la figa e muoversi dentro di me ed, eccitata dal pensiero che sarei diventata l’amante di mio figlio, gli sospirai un lunghissimo sì quando , in preda ad un orgasmo cosmico, lui mi chiese se volevo essere la sua puttana.

 

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