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Viaggio all’inferno – 01

By 4 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano quasi due settimane che lo tormentava. Chris e il suo migliore amico Jesse, avevano organizzato un bel viaggetto di una settimana, dopo il diploma, prima di cominciare il College. Sarebbero andati insieme ad altri due amici a divertirsi a Tijuana, in Messico, come facevano tanti giovani californiani, un luogo dove l’unica regola è il divertimento nelle sue forme più spinte ed eccessive e l’alcol scorre a fiumi per pochi dollari. Naturalmente senza ragazze, non volevano rotture di palle, l’idea era quella di trovare qualche troietta da sfondare direttamente in loco. A loro avevano detto che sarebbero andati in montagna a fare un po’ di campeggio e Julie, la ragazza di Chris voleva che portassero con loro suo fratello maggiore Francis:
‘Lo sai che non ha molti amici’ gli aveva detto il giorno prima, in camera sua. Era l’ennesima volta che affrontavano l’argomento.
‘E ti stupisce? E’ uno sfigato!’ quante volte glielo aveva ripetuto che non ce lo voleva.
‘Ma dai, è solo molto timido…’
‘Hahaha, questa è buona, certo, come no! E’ solo timido!’ la derise Chris mentre si portava l’avambraccio dietro la testa per cercare di stare il più comodo possibile sul letto.
‘E poi tu gli stai tanto simpatico, ti nomina sempre, gli piaci…’ continuò lei implorante.
‘Certo che gli piaccio! E’ un frocio di merda, scommetto che vorrebbe essere al tuo posto adesso!’
Julie smise di leccargli le palle per un attimo e lo guardò in viso. Le sue amiche le dicevano sempre che il suo amore assomigliava a quell’attore Chris Massoglia, aveva anche lo stesso nome. Lei sapeva solo che era incredibilmente sexy. Aveva i capelli marroni piuttosto lunghi e un’adorabile fossetta sul mento. Anche gli occhi erano marroni, ma di una sfumatura talmente chiara da sembrare quasi gialli in certe giornate.
‘Chris, ti prego’ lo supplicò lei, mettendo il broncio. Forse fu proprio vedere qual musetto dolce, quella boccuccia al lavoro devotamente immersa in mezzo alle sue cosce che gli fecero dire:
‘Aaaahhh! Va bene, basta che la smetti di rompermi le palle! Me lo porto dietro, ok?’
‘Grazie Chris, amore vedrai che non te ne pentirai!!!’
‘Si, si, come no! Dai ora succhiamelo che voglio venirti in bocca!’

E così aveva accettato di portarsi dietro quel, quel…. coso. Ora lo stava raccontando a Jesse, scusandosi con l’amico per l’inconveniente.
‘Hey, amico, tranquillo! Ti stava spompinando, cazzo! Hai avuto un momento di debolezza, capita!’ ecco perché erano così amici, si capivano a vicenda. Erano cresciuti insieme e si confidavano tutto. Erano nel garage di Jesse, dove suo padre teneva tutte le cianfrusaglie che non usava mai. Chris era seduto su uno sgabello alto da lavoro, mentre l’amico era in piedi di fronte a lui, appoggiato ad un tavolo. Era decisamente più basso, ma questo non gli aveva mai creato problemi con le ragazze, perché era molto carino e aveva quell’aria irresistibile di uno che la sa molto, molto lunga. E poi perché, come lui amava sempre sottolineare, scatenando le risa ammirate dei suoi compagni: ‘una volta che me lo tiro fuori capiscono chi è il padrone!!!’ Capelli non molto lunghi e scuri, come gli occhi, vestiva sempre sportivo.
Chris si voltò verso di lui:
‘Ma adesso come facciamo? Quello racconta tutto a Julie, e se Julie lo viene a sapere lo saprà anche quella zoccola che ti scopi!’
‘Hey, un po’ di rispetto! Io la amo la mia ragazza!’ Si guardarono per un paio di secondi, poi scoppiarono in una risata sguaiata:
‘Hahahahahaha!!! Si, certo! E’ per questo che la cornifichi un giorno si e l’altro pure!’ gli disse Chris.
‘Hahahahaha! Già, non sono molto credibile a fare il Dawson della situazione!’ concordò l’amico.
‘No, per niente!’ continuarono a ridere per qualche minuto mentre si spintonavano per gioco.
‘Vabbeh, non ti preoccupare, un modo lo troviamo per fargli tenere il becco chiuso. E poi magari può anche esserci utile, sai?’ aveva quel guizzo negli occhi che Chris conosceva bene, era quello delle grandi idee.
‘Chi? Francis?’ gli chiese dubbioso l’amico alzando un sopracciglio.
‘Si, non hai detto che è finocchio?’
‘Si, e allora?’
‘E allora andrà bene per tenere pulito l’appartamento, no? Rifarà i letti e pulirà il bagno, la cucina e quant’altro gli ‘CHIEDEREMO’ di fare.’ virgolettò quel verbo con le dita sottolineando il tono profondamente sarcastico. ‘Ci farà un po’ da servetta insomma, altrimenti sai che schifo quell’appartamento dopo una settimana, siamo in quattro!’
‘Vuoi dire in cinque?!’ lo corresse Chris, ma già sorrideva all’amico.
‘Beh, ma lui non conta cazzo! Non viene mica lì in vacanza!’ scoppiarono di nuovo a ridere dandosi il cinque.
‘Però dobbiamo studiarla bene, sennò quando torniamo racconta a sua sorella che l’abbiamo maltrattato, poi si che quella mi rompe le palle!’
‘Beh, vuol dire che gli daremo gli ordini dicendo ‘per favore’, hahahaha!!’
I due ragazzi si sorrisero, e Chris fu sollevato dal pensiero che forse non aveva rovinato la vacanza dopo tutto.

Francis Connor non riusciva a credere a quanto fosse stato fortunato. Da quando sua sorella Julie le aveva raccontato che il suo ragazzo era più che felice di averlo nella comitiva, non riusciva a pensare ad altro. I suoi compagni di college non passavano mai tempo con lui, non lo chiamavano, non lo facevano uscire con loro. Era timido, impacciatissimo e tutti dicevano che fosse gay. Certo, non usavano questo termine così politicamente corretto, ma in fin dei conti avevano ragione: gli piacevano i ragazzi da morire, anche se si sarebbe sotterrato prima di trovare il coraggio anche solo di parlare con uno di loro. E adesso avrebbe avuto un’intera settimana, sette meravigliosi giorni in compagnia di quattro ragazzi belli e fighi. Avrebbe mangiato con loro, chiacchierato con loro, addirittura avrebbero dormito sotto lo stesso tetto. Il ragazzo di sua sorella, poi, era un sogno. Due giorni prima aveva bussato alla porta della sua camera per parlargli e lui era quasi svenuto dall’emozione.
‘Hey amico! Come butta?’ lo aveva salutato con un sorriso a dir poco ipnotico.
‘Ciao Chris…’ gli aveva risposto a voce bassa, imbarazzato. Gli si era avvicinato e si era seduto sul letto, accanto a lui. Era così vicino. Troppo vicino. Gli aveva messo una mano sulla spalla e lui aveva sentito una fitta allo stomaco, aveva i brividi quasi.
‘Ascolta Francis, devo dirti un segreto sulla vacanza…’ anche la sua voce era magnetica, come un vino dolce che gli inondava il cervello e lo lasciava inebetito. ‘…non andiamo proprio in montagna, in effetti…’ portava una maglietta senza maniche e gli occhi di Francis si erano fissati sulle sue braccia muscolose ma snelle allo stesso tempo ‘…ce ne andiamo a Tijuana! Haha!’ Per un attimo si era destato da quel torpore meraviglioso.
‘Ti…Tijuana? In… in Messico?’
‘Si, però non devi dirlo a Julie, mi raccomando, altrimenti poi lei pensa male, pensa che ci vada per tradirla. Io non lo farei mai, ma lo sai come è paranoica tua sorella, no?’
‘S…si, in effetti è vero…’ era riuscito a fargli un sorriso.
‘Haha! Bravo amico! Andiamo solo a sbronzarci un po’, che male c’è?’ gli dava le pacche sulla spalla come fossero amici da sempre, lo faceva sentire uno di loro, era meraviglioso.
‘N…nessuno… fico… Tijuana…’ il magone nello stomaco era sempre più forte.
‘Ok, bene! Allora ci vediamo lunedì’ gli aveva detto Chris alzandosi dal letto e andando verso la porta ‘… e mi raccomando…’ si era voltato mentre teneva la porta aperta con una mano. Con il dito sulla bocca gli aveva detto: ‘…sssshhhhh!’ e poi gli aveva fatto l’occhiolino sorridendogli, come a condividere un segreto.
‘Ok, tranquillo’ poi era uscito lasciandolo in un bagno di sudore freddo e il fiato leggermente corto dall’emozione. Non aveva mai avuto una ragazza e si rendeva conto che queste sensazioni erano quelle di una mocciosa dodicenne che guarda il compagno di classe che le piace, ma non poteva farci niente. Era completamente cotto di lui.
Ora sua sorella lo stava portando a casa di Jesse, un amico di Chris che lui aveva conosciuto di sfuggita una volta. Era quello il punto di ritrovo. Da lì avrebbero preso la Jeep di Jesse e si sarebbero imbarcati in quest’avventura.

‘E’ quello lo schiavetto?’ disse Mark rivolto al suo amico Chris mentre montavano i borsoni nel baule della macchina.
‘Hehe! In carne ed ossa’ ridacchiarono i ragazzi guardando un giovane magro e alto, di un paio d’anni più grande di loro che indossava i vestiti più sfigati che avessero mai visto.
‘Cazzo! Ma da dov’è uscito quello?’ Alex e Jesse li avevano raggiunti nel frattempo.
‘Vedrete che ci sarà utile’ disse Jesse ammiccando agli amici da dietro gli occhiali da sole.
Fancis si stava avvicinando e smisero di ridacchiare e di prenderlo in giro.
‘Ciao amico!’ gli sorrise Chris ‘questi sono Mark…’ indicò il ragazzo alto e biondo alla sua destra che gli fece un cenno con la testa ‘…ed Alex’ il ragazzo asiatico con i capelli corti alzò una mano. ‘Jess lo conosci già, mi pare.’
‘Ciao a tutti…’ li salutò contento.
‘Beh, è ora di avviarci ragazzi!’ incitò Jesse. Julie salutò Chris con un bacio augurandogli buon viaggio e suo fratello che aveva qualche problema a infilare la borsa nel baule perché era già pieno delle loro. Chris lo guardò e gli disse:
‘Se non c’entra dovrai tenerla in braccio, tanto sono meno di tre ore di macchina’
‘In braccio, ma…’ obiettò debolmente.
‘Si, dai non cominciare già a lamentarti, cazzo!’ glielo disse in tono scherzoso, anche se…
Montarono in macchina e partirono. Il viaggio fu scomodo per lui, la borsa gli pesava sulle ginocchia che non poteva muovere. Se ne stava rannicchiato in un angolo per non dar fastidio ai due ragazzi che aveva appena conosciuto e che, con suo immenso piacere, condividevano il sedile posteriore con lui. Era imbarazzato ad ascoltare i loro discorsi da spogliatoio. Non parlavano altro che di ragazze e di posizioni sessuali, ridendo e raccontandosi scopate particolarmente eclatanti. Francis rabbrividì pensando che alcune delle porcate che Chris stava raccontando, probabilmente le aveva fatte con Julie, con sua sorella minore.

Si accorsero del cambiamento di paesaggio quando varcarono il confine con il Messico. E così del cambiamento di clima, faceva molto più caldo, si sudava a star fermi. Appena arrivati all’appartamento preso in affitto i ragazzi si accorsero che non era esattamente l’Hilton, ma era quanto potevano permettersi. Era fuori dal centro cittadino e intorno c’era praticamente solo deserto e qualche arbusto qua e là. Scesero di macchina velocemente dirigendosi verso la porta. Tutti tranne Francis, che con quella valigia era rimasto mezzo incastrato. Entrarono. Non era molto grande e l’igiene lasciava molto a desiderare. C’era una sola camera da letto, neanche tanto grande dove erano stati messi quattro letti singoli stranamente più bassi e più corti del normale, due per parete con la testiera attaccata ad essa e i piedi che venivano nel centro della stanza. Tra le due coppie di letti un corridoio di cinquanta, forse sessanta centimetri, praticamente l’unico spazio libero della stanza. I ragazzi posarono le loro cose e si buttarono sui letti cominciando a scherzare e a tirarsi i cuscini. Dopo qualche attimo arrivò Francis con un debole sorriso che presto si tramutò in un’espressione un po’ confusa.
‘Ma…’ provò a dire.
‘Che c’è?’ gli chiese Chris scambiandosi un fugace sorrisetto con Jesse.
‘Non manca un letto?’
‘mmmm’ disse lui guardandosi intorno come se non avessero già pianificato la cosa da giorni ‘…è vero manca un letto. Jess, non hai chiamato per dire che ne mettessero uno in più?’ L’amico si portò una mano alla fronte, come si fa quando ci si rende conto di essersi dimenticati qualcosa:
‘Ecco cosa dovevo fare, cazzo!’ non riuscivano a non ridere mentre mettevano in atto la loro pantomima.
‘Scusa amico’ Jesse lo guardava con un ghigno stampato sulla faccia comodamente sdraiato sul letto: non gli dispiaceva affatto. ‘Vorrà dire che tu dormirai sul pavimento, mi sembra l’unica soluzione!’ Sentiva ridacchiare gli altri due ragazzi alle sue spalle:
‘Ma come…’ cominciò a protestare debolmente Francis, ma poi:
‘Non è un problema vero?’ Chris gli stava sorridendo e le sue obiezioni gli morirono in gola. Riuscì solo a dire:
‘No, certo…. è l’unica soluzione…. che problema c’è’
‘Hahahaha! Bravo amico, questo è lo spirito giusto!’ gli disse Jesse mentre scambiava occhiate divertite con Mark ed Alex. Anche Chris ridacchiava adesso:
‘Avanti, sdraiati! Guarda se stai comodo!’ gli disse il ragazzo di sua sorella.
Obbedì. Si infilò in quel corridoietto tra la fine dei quattro letti. Il pavimento era molto sporco e duro ma la cosa peggiore è che, quando ci appoggiò la nuca, si rese conto che tutto ciò che vedeva erano le suole di quattro paia di scarpe da ginnastica che sbordavano dai letti troppo corti e che gli stavano a meno di venti centimetri dalla faccia. Li sentiva ancora ridacchiare ma quando Chris gli chiese come andava e lui rispose piano: ‘è comodo…’ cominciarono a ridere più forte. C’era abituato, la gente lo aveva sempre preso in giro. Però sapeva che Chris non era affatto come gli altri, lo considerava un amico. Stava solo facendo un po’ il fighetto davanti ai suoi amici.

Dopo circa un’ora cominciarono a prepararsi per uscire ed andare a cena. Il bagno era decisamente piccolo e la doccia non aveva neanche la tenda quindi lavarsi significava fare un lago sul pavimento. Chris e gli altri (ovviamente) andarono per primi. Uscivano dal bagno con un asciugamano intorno alla vita e Francis rimase incantato a guardare i loro corpi scolpiti, gli addominali, i pettorali, la schiena, ogni parte del loro corpo lo eccitava terribilmente. Si asciugavano e si infilavano le mutande regalandogli anche qualche fuggevole occhiata dei loro sederi, sbirciata mentre credevano di non esser visti.
Alla fine toccò a lui farsi la doccia. Si lavò in brevissimo tempo visto che Jesse aveva già cominciato a mettergli fretta, dicendo che sarebbero arrivati troppo tardi. Francis non capiva, erano soltanto le 6.30, era ancora presto per la cena. Ma si sbrigò comunque. Usci dal bagno e si vestì in meno di due minuti mentre gli altri lo aspettavano alla porta. Quando usci dalla camera gli altri lo squadrarono divertiti:
‘Dove pensi di venire vestito così?’ lo derise Jesse.
‘Ma… perché?’ Francis si guardò addosso. Certo i suoi vestiti non erano fighi come i loro, questo lo sapeva però… Ridacchiavano tutti adesso e lui si sentì come un perfetto imbecille.
‘Amico, il posto dove andiamo è di un certo livello, non so se mi spiego… Mi dispiace ma così non ti fanno entrare.’ Chris lo guardava sorridendo mentre gli diceva questo.
‘Posso cambiarmi, ci metto un att…’
‘Nah, tanto non hai niente che vada bene! Per stasera usciamo noi, chissà magari domani…hahahaha!!’ Se la rideva Jesse, insieme agli altri.
‘Ma io…’ di nuovo le sue rimostranze vennero bloccate da quella voce:
‘Non è un problema vero?’ ancora quegli occhi, quel sorriso forse anche un po’ malefico e lui dovette cedere.
‘No… ok… magari domani…’ ancora risatine
‘Si, come no!’ continuò Chris.
‘Ah, già che resti qui vedi di dare una bella pulita al bagno che è un merda!’ gli disse Jesse prima di aprire la porta. Francis guardò di nuovo Chris che con una certa noncuranza gli disse:
‘Beh, altrimenti ti annoi qui da solo, non hai niente da fare!’
‘o…ok’ sempre più imbarazzato.
‘Bravo! In cambio ti portiamo qualcosa da bere quando torniamo, ok?’ gli dissero mentre chiudevano la porta, lasciandolo lì impalato con la voglia di piangere.

‘Dai, andiamo andiamo!’ salirono in macchina e scoppiarono a ridere tutti e quattro.
‘Avete visto visto la sua faccia?’
‘Già, tutte le volte che ti guarda si scioglie, Chris! In solo due ore sei riuscito a farlo dormire per terra e fargli pulire il cesso!’ disse Alex.
‘Ed è solo l’inizio ragazzi, te l’avevo detto che ci faceva comodo! Quella troietta è innamorata persa, cazzo! Hahahahaha!’ disse Jesse rivolto al suo vecchio amico.
‘Puoi fargli fare quello che vuoi amico. Secondo me spera che se fa il bravo e ti obbedisce magari glielo fai succhiare!’ gli fece eco Mark
‘E tu lascialo sperare, no? Hahahahaha!!!!’ gli disse Chris tra le risate.
‘Dai, andiamo a divertirci!!!’ partirono e andarono in cerca di un locale dove mangiare qualcosa.

Alcune ore dopo erano nel privé di un locale con le musica molto alta e un po’ brilli. Chris si stava godendo il pompino più bello che gli avessero mai fatto. Avevano incontrato cinque ragazze di New York in cerca, come loro dello sballo più assoluto. E ora due di quelle troie gli stavano facendo proprio un bel servizietto. Julie era una pompinara nata, non poteva lamentarsi, ma queste erano un’altra storia! Una aveva la sua cappella in bocca e la ciucciava come un lollipop, mentre l’altra gli passava la lingua su tutto l’uccello e giù fino alle palle, prendendole in bocca e succhiandole dolcemente, prima una, poi l’altra. Si chiamavano Jen… o Jem… o Jenny… boh, non se lo ricordava ‘ma chi se ne frega’ pensò il ragazzo mentre godeva. Tra qualche ora avrebbe comunque dimenticato anche le loro facce. Bevve un’altro sorso di birra e si guardò intorno vedendo che i suoi amici erano impegnati in attività simili. Mark stava impalando una morettina con due labbra esagerate, il cazzo di Alex era immerso tra le tette enormi di una ragazza nera, mentre Jesse stava sfondando il culo ad una biondina. Chris sorrise. Era questo il bello di Tijuana: troie tuttofare gratis che ti sbavano dietro. Tutto quello che devi fare è offrirgli una birra o due. Erano tutti sudati fradici per il gran caldo, per l’alcol e per tutto quel movimento. Adesso si erano scambiate di posto: quella a destra aveva cominciato a fare su e giù sull’asta e l’altra si prendeva cura dei suoi coglioni.
‘Mmmmmm… Chris, è così buono’ gemette quella di sinistra. Il ragazzo abbassò lo sguardo:
‘Hehehe! E allora continua a leccare, no?! Se hai tempo per dirmi quanto è buono hai anche tempo di leccare, cazzo!’ non se lo fece ripetere due volte, riprese a far funzionare la lingua lottando con la testa della sua amica perché le facesse spazio tra le gambe del ragazzo che intanto stava buttando giù altra birra.
‘Hahaha! Brava, così… non smettere mai!’ socchiuse gli occhi e reclinò la testa sulla spalliera del divanetto.

Francis si era messo una maglietta e dei pantaloncini per andare a letto. ‘Letto’, poi. Non aveva mai dormito su un pavimento e aveva l’idea che non sarebbe stato poi così piacevole. Aveva pulito il bagno come gli avevano detto e ora tentava di pulire alla meglio il posto dove avrebbe dormito. Non aveva lenzuola, cuscino, niente con cui coprire quelle mattonelle luride. Prese la busta dove aveva infilato i panni sporchi e provò ad usarla come cuscino. Non era poi tanto scomoda. L’una e mezza. ‘Sarà meglio che dorma comincio ad avere sonno, tanto loro torneranno più tardi, è inutile aspettarli’ pensò tra sé. Spense la luce e provò a chiudere gli occhi. L’unica cosa che vide fu il bel volto di Chris.

Rimontarono in macchina alle tre passate. Avevano scopato quelle cinque vacche infoiate in ogni modo possibile per quasi due ore. Le avevano lasciate esauste, mezze svenute per il troppo alcol e con tutti e tre i buchi che letteralmente pisciavano sborra. Era proprio il genere di vacanza che avevano progettato, un viaggio in paradiso:
‘Cazzo che scopata!’ disse Mark
‘Si, la fine del mondo!’ gli sorrise Chris. Avevano bevuto solo birra e c’erano abituati quindi erano abbastanza lucidi.
‘Peccato che le ragazze fanno le troie solo quando vengono qui!’ continuò il giovane.
‘Beh, Chris ne ha un’altra che lo aspetta in appartamento, no?!’ fece Jesse. Risata generale.
‘Che schifo, cazzo!’ replicò Chris divertito.
‘Jesse, accosta un attimo che mi scappa una pisciata micidiale!’ disse Alex.
‘Si anche a me’ gli fece eco Mark. Cento metri più avanti videro una piazzola e Jesse stava per accostare quando:
‘Aspettate un attimo’ disse Chris ‘anche a me scappa forte, ma ce la fate a tenerla fino all’appartamento? Ormai siamo vicini.’ gli amici lo guardavano un po’ confusi.
‘Si ma, perché devo aspettare di usare il cesso di quel tugurio quando posso farla qui?’ gli chiese Alex.
‘Perché lì non useremo il cesso per pisciare’ aveva un ghigno malefico sul viso e Jesse cominciava a capire cosa aveva in mente.
‘La checca voleva bere qualcosa con noi, giusto? E adesso lo facciamo bere! Gliel’abbiamo promesso, no?’ dopo un paio di secondi esplosero nuovamente a ridere.
‘Ma dai, pensi davvero di riuscire a fargli bere due litri di piscio bollente?’ gli chiese Jesse.
‘Beh, se glielo chiedo per favore lo beve fino all’ultima goccia quel frocio del cazzo! Hahahaha!!’ continuarono a ridere di gusto.
‘Dai vai, che me la faccio addosso!’
‘No sai come ci rimarrebbe male Francis, hahahahaha!!!!’

Si svegliò di soprassalto perché sentì sbattere la porta. Erano rientrati e stavano ridendo a voce alta. Dovevano essere ubriachi.
‘Dai prendi quella, andrà benissimo, hahaha!!!’ era la voce di Jesse.
‘Vedrai che la riempiamo.’ Entrarono in camera e accesero la luce. Lui si portò la mano agli occhi.
‘Francis! Amico mio!!’ esclamo Chris a voce alta allargando le braccia.
‘Ciao ragazzi’ sorridevano tutti e Alex aveva una grossa caraffa di vetro in mano.
‘Vi siete divertiti?’
‘Una favola amico! L’hai pulito il cesso?’ chiese Jesse mentre gli altri ridevano. Francis annuì in silenzio.
‘Bravo!’ si complimentò Chris ‘senti io e i ragazzi abbiamo deciso di ammetterti nella comitiva, ti piacerebbe diventare uno di noi?’ Non poteva crederci. Davvero glielo stava chiedendo? Era un sogno, essere finalmente accettato da un gruppo di amici.
‘Si, certo che mi piacerebbe ragazzi’ gli rispose eccitato.
‘Bene, però devi fare un rito di passaggio per farti ammettere altrimenti niente!’ gli diceva con l’indice puntato come ad insegnargli una lezione.
‘Si, certo, qualunque cosa, è un onore ragazzi, grazie!!’ era così entusiasta. Chris si girò verso i suoi amici che già stavano ridendo. ‘Avete sentito ragazzi? E’ un onore!!’ disse l’ultima frase imitando la sua voce e le risate seguirono copiose.
‘Alex la brocca!’ si girarono di spalle a Francis e lui sentì le loro zip che si abbassavano e poi… no, non era vero….. possibile che stessero……
Alternavano le risate a gemiti rilassati e ad espressioni tipo ‘non la reggevo più cazzo!’
Dopo poco più di un minuto sentì quattro zip tornare su e Chris si voltò sorridente:
‘Ti avevamo promesso qualcosa da bere, no? Ecco qua!!’ Francis inebetito prese dalle mani di Chris una caraffa piena quasi fino all’orlo di…. piscio giallo con tre centimetri buoni di schiuma sopra. Il ragazzo guardò sconcertato i quattro amici che torreggiavano in piedi sopra di lui che era seduto sul pavimento.
‘beh? Che c’è? Forza bevilo!’ gli disse Jesse.
‘ma… io…’ era disperato.
‘Vuoi far parte della compagnia o no?’ lo interruppe Chris,
‘Si, ma…’
‘E allora bevi quel cazzo di piscio finché è bello caldo!’ continuò il ragazzo mentre gli altri sghignazzavano.
Francis avvicinò la brocca alla bocca, era la scena più disgustosa che si sarebbe mai potuto immaginare. L’odore era acre, così vicino.
‘Non deve rimanerne una sola goccia, chiaro?’ gli disse Chris col suo splendido sorriso e le braccia conserte. Gli tremava la bocca mentre poggiava le labbra sul bordo ma voleva essere uno di loro!
‘Forza, ti muovi o no!’ gli disse Alex ‘si dai! bevilo!’ aggiunse Mark e poi tutti insieme cominciarono:
‘BE-VI! BE-VI! BE-VI! BE-VI!’ che si trasformò in un coro delle loro solite risate quando aprì la bocca e buttò giù la prima bocconata di quel liquido schifoso. Gli andò di traverso e cominciò a tossire.
‘Non lo sprecare, cazzo! Buttalo giù tutto!!’
‘Si! Tutto d’un fiato!!!’ Francis guardò di nuovo Chris che lo stava deridendo con gli altri… NO! non lo stava deridendo…. era solo un gioco goliardico, tra amici… e poi quant’era bello, mio Dio! Prese coraggio e cominciò a ingoiare il contenuto delle loro vesciche.
‘Hahahahaha!!! Cazzo, lo fa davvero, guardate!’
‘Bravo non ti fermare, continua!’
Dovette fermarsi un paio di volte a prendere fiato ed impegnare ogni fibra del suo essere a non vomitare. Ma poi riprendeva incitato da quelli che presto sarebbero stati i suoi compagni. Dopo qualche minuto di atroce agonia inframezzato da risate, commenti e sghignazzamenti, gli veniva da piangere ma aveva buttato giù tutto, fino all’ultima goccia come gli era stato ordin… chiesto, chiesto era la parola giusta, nessuno l’aveva obbligato. Un ultima risata generale ed un applauso gli fecero realizzare che era finita! Ce l’aveva fatta!
‘Cazzo sei un cesso, amico!!’ gli disse Jesse col solito ghigno ‘prima l’hai lavato e adesso lo sei diventato! Hahahaha!!!!’
‘Bene, adesso che sei uno di noi’ continuò Chris richiamando il silenzio ‘devi sapere che in questa compagnia gli amici fanno delle cose per gli altri, noi facciamo delle cose per te e tu fai delle cose per noi, ok?’
‘Si… va bene…’ la gola gli faceva male, gli bruciava e la voce sembrava come arrochita.
‘Ora visto che hai detto che è un onore farci da tazza del cesso…’ altre risate ‘…noi per te faremo questo: ti faremo bere fiumi di piscio caldo appena fatto, contento?’ si stavano rotolando sui letti dalle risate. Il cuore di Francis batteva all’impazzata, era un incubo.
‘Però tu in cambio…’ di nuovo Chris fece cenno agli agli altri di ascoltare ‘…ti sorbirai tutte le rotture che nessuno di noi ha voglia di fare tipo pulire, lavare, cucinare e tutto quello che ci verrà in mente via via. Ci stai?’ Adesso tutti lo guardavano fisso con dei bei sorrisi mentre aspettavano la sua risposta.
‘Allora cesso?! Ti decidi?’ gli disse Mark, il biondino con gli occhi verdi. Chris si abbassò avvicinando il suo viso a quello di Francis.
‘Beh? Allora? Devi anche pensarci cazzo? Quando ti ricapita un’offerta simile?’ di nuovo quel sorriso, quegli occhi, quella voce:
‘Ok’ disse piano e il boato fu colossale.
‘Hehehe, bravo!’ gli disse Chris mentre la sua bocca si stava avvicinando alla sua ‘apri la bocca’ erano a venti centimetri di distanza e lui obbedì in preda all’eccitazione più totale. Lo sputo di Chris gli arrivò dritto in gola e lui non poté far altro che mandarlo giù guardandolo un po’ risentito. Il ragazzo alzò le braccia e fece spallucce:
‘Un cesso è un cesso amico mio!’ Di nuovo risate mentre i ragazzi si davano il cinque ‘…anzi, questo sarà il tuo nuovo nome da ora in poi, direi che è il più azzeccato no?’
‘Hahahahaha! E’ vero è perfetto!!’ gli fecero eco Jesse ed Alex.
“In nome dei poteri conferitimi” Chris gli mise una mano sulla testa fingendo un’aria importante, tipo commissione di laurea “ti ammettiamo in questa compagnia come nostro cesso personale! Congratulazioni!!! Hahahaha!!” era uno scroscio continuo di risate mentre Chris gli stringeva la mano.
‘Forza andiamo a letto che domani sennò chi si alza per farci la colazione?’ disse Jesse tra le risate, poi fece finta di ricordarsi una cosa ‘ah, già! Lo farai tu cesso! Hahahaha!!’ Francis non aveva più parlato, gli veniva solo da piangere e pensava: ‘sono solo ubriachi, domattina sarà tutto diverso’ anche se non ne era troppo convinto.
‘Mettiti giù a dormire, forza!’ gli disse Alex. Lui si sdraiò e i suoi padron… amici si stesero sui loro letti, dopo essersi tolti la maglietta ed aver spento la luce. La luna piena gli permetteva comunque di vedere le scarpe di Chris e Jesse davanti alla faccia, mentre quelle degli altri due gli arrivavano più o meno all’altezza delle ginocchia. Jesse aveva cominciato a scalzarsi la destra con la punta dell’altro piede e dopo qualche secondo entrambe le sue scarpe gli arrivarono sulla faccia:
‘Ouch!’ disse il poveretto.
‘Ooops! Scusa cesso! Hahaha!!’ gli altri se ne accorsero e Mark disse:
‘Già, è vero ragazzi togliamoci le scarpe, non vorremo sporcare le lenzuola pulite, no?’ e così fecero finché Francis non si ritrovò coperto di scarpe e i loro piedi sudati sotto al naso. Gli venne su un conato di vomito ed emise un verso di disgusto abbastanza forte perché gli altri lo udissero.
‘Hahaha!! Che aria tira laggiù?’ stavolta era la voce del suo amore e lui piagnucolò:
‘Buona!’
‘Bene! Mi fa piacere! Hehe!’ continuò.
‘E’ un altro bel regalo tutto per te! Goditelo! Hahaha’ aggiunse Jesse.
Era davvero vomitevole, sembrava di essere entrati di colpo nello spogliatoio di una palestra dopo una partita e poi gli toccavano quasi la faccia!
‘Buonanotte cesso!’ ridacchiò ancora Chris.
‘Sogna tanto piscio, mi raccomando!!’ gli fece eco Mark e sullo sfumare delle loro risa, con lacrime silenti che gli solcavano il volto, Francis ringraziò il cielo di essere arrivato alla fine della sua prima giornata di quel viaggio all’inferno.

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