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Viaggio all’inferno – 04

By 4 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Chris e Jesse erano in piedi uno di fronte all’altro. Si sorridevano mentre ansimavano. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza.
‘Bozhe moi!’ tra di loro c’era il corpo di una ragazza biondissima che continuava a gemere in una lingua che loro non capivano. Aveva un braccio intorno al collo di Chris e uno all’indietro attorno a quello di Jesse. Il primo la sorreggeva con le mani ben strette sulle cosce mentre la scopava brutalmente da davanti, il secondo, invece, sembrava volesse strapparle via le tette dal petto da quanto le stringeva mentre le ficcava con forza il cazzo nel culo a ritmo martellante. Avevano seguito le russe nel loro appartamento, dietro il locale. Non era certo il palazzo reale ma era sicuramente meglio di quello che avevano affittato loro. Per cominciare c’erano tre camere. I due amici avevano preso questa mentre Mark ed Alex si erano portati le altre due troiette in quella accanto. Le finestre erano semichiuse ma la musica e il rumore della strada entravano in abbondanza.
‘Bozhe moi, bozhe moi!!’ continuava a strillare la ragazza. Aveva i capelli biondi mezzi incollati alla faccia per il sudore.
‘Ma che cazzo… dice… questa troia!’ chiese Chris all’amico. Ansimava sempre più forte. Jesse sorrise:
‘Per me può dire…. quello che vuole…. basta che…. non rompe le palle…. e ci lascia fare….. quello che vogliamo!’ l’eccitazione era al culmine.
‘Già! Amico devi provare questa figa! E’ la fine del mondo!’
‘A chi lo dici questa c’ha un culo stretto che è da paura, io sono quasi arrivato!’
‘Anche a me manca poco’ commentavano i due ragazzi come se lei non fosse neanche nella stanza. La bionda, però, non sembrava badare alle loro parole, sembrava fosse in trance, aveva lo sguardo perso nel vuoto, la bocca aperta con la lingua fuori e continuava a ripetere la stessa frase, adesso con un filo di voce: ‘Bozhe moi!’. Chris sorrise.
‘A questa gli è partito il cervello, dovresti vedere la sua faccia, cazzo! Hahaha!!’
‘Beh, si vede che tutti e due insieme siamo troppo per lei! Hahahaha!!!!’ Le loro risa si mischiarono ai lamenti della ragazza e al chiasso concitato di una cittadina che, anche a notte fonda, era piena di vita.
Pochi minuti ancora e i due ragazzi vennero, facendo esplodere il loro piacere:
‘Aaaaaaahhhhhh’ la ragazza urlò con loro. Era la terza volta che veniva da quando avevano cominciato. Poverina, doveva essere quella la ragione della sua espressione.
Le mani di Chris allentarono la presa e la ragazza scivolò sui loro due corpi sudati sempre più in basso strusciando la faccia prima sul petto e poi sugli addominali di Chris, baciando e leccando ogni centimetro di pelle che poteva. Quando il sedere le toccò terra alzò il viso, adesso a contatto dei loro pubi, e li guardò. Sorridevano respirando profondamente. Quant’erano belli… e quant’erano bravi! Non aveva mai goduto tanto. Era ancora su di giri e si mosse senza pensare. Afferrò i loro arnesi e tirò loro via i preservativi. Ne mise uno in bocca e lo morse succhiandosi via tutto lo sperma che conteneva. I ragazzi scoppiarono a ridere.
‘mmmmmm’ gemette la ragazza infilandosi in bocca anche l’altro preservativo e ripetendo l’operazione.
‘Hahahahaha!!!!! Ma che razza di maiala sei?!?! Ti piace così tanto la sborra!?!?!?’ le chiese Chris divertito.
‘Siiiii!! Buona sborra americana!!’ rispose col suo accento russo mentre continuava a ciucciare i due pezzetti di lattice come stesse gustando un lussurioso dolce.
‘Hahahahaha!!!! Succhiati via anche questa già che ci sei!’ Jesse la afferrò per i capelli e glielo ficcò in bocca per farselo pulire. Ancora gemiti di piacere.
‘Questa è ancora più porca delle newyorchesi, cazzo!!!’ disse Chris dopo qualche secondo.
‘Puoi dirlo forte amico! Cos’è, non ti danno da mangiare in Russia?’ Risero di nuovo. La ragazza mugolò continuando a gustarsi quel ben di Dio, poi si staccò da Jesse e ripulì Chris con una fame incredibile. Guardandola dall’alto verso il basso questi aggiunse dopo qualche secondo:
‘Hey! Guarda! Mi sono cadute delle gocce sul piede!’ Lei, che stava finendo di estrarre tutto ciò che poteva dal suo pene ormai semi-moscio, lo lasciò andare con un sonoro ‘POP!!’ e si rannicchiò a leccare quelle tre gocce di sperma nel punto che il ragazzo le indicava. I due giovani risero per l’ennesima volta, poi:
‘Sai una cosa cagna dei miei coglioni?’ riprese Jesse ‘Se ne vuoi ancora devi cominciare a pagarci, cazzo! Se ti piace così tanto non dovrebbe essere un problema, giusto?’ Chris scoppiò a ridere. L’idea non era niente male.

Mark stava godendo da matti. Aveva cominciato ad inculare una delle russe con tutta l’energia che aveva in corpo tra le sue grida. Che bel culetto stretto che aveva, era un piacere allargarglielo.
‘Ah, ah, ah!!’ continuava a gridare lei ‘piano, tu piano… male!! male!!’ il ragazzo sorrise, poi disse a voce alta:
‘Vuoi che smetta di scoparti?!?!’
‘No!!! No!! Io prego, io prego, no smette!!!! prego!!!!!’ si affrettò a rispondergli lei con voce preoccupata.
‘E allora abituati, cazzo! Hahaha!!’ continuò il ragazzo aumentando, se possibile, la forza che metteva in ogni affondo. Si voltò a guardare l’amico Alex, ad un paio di metri da lui. I due risero insieme. Poi questi abbassò di nuovo lo sguardo.
Era seduto sulla faccia della terza russa. Non poteva vederla, le stava scopando la bocca e la gola come fossero niente più di una fica, un buco dove infilare l’uccello, incurante dei preoccupanti rantoli soffocati che la ragazza emetteva da sotto di lui. Che spasso, cazzo!

Francis aspettava nella macchina da più di due ore. Era stanco, eppure non aveva sonno, quello che era successo non gli permetteva di rilassare la mente. Era uno schiavo adesso. Così gli avevano detto. Doveva obbedire. Solo obbedire. Era assurdo. Assolutamente assurdo. Eppure era quanto di più vero ci potesse essere. Sentiva dentro di se un misto di emozioni differenti. Paura, rabbia, vergogna, ma su di tutte troneggiava l’eccitazione. Era eccitato ed emozionato come un bimbo il primo giorno di scuola. Sarebbe rimasto a far parte del gruppo: quella, in fondo, era la cosa più importante per lui. E poi a dire il vero non è che il resto del viaggio sarebbe cambiato poi molto, erano due giorni che lo trattavano come uno schiavo in fin dei conti, anche se non in maniera ‘ufficiale’, semplicemente, da adesso, lo avrebbero usato senza più pretesti, tanto per il gusto di farlo. Gli avevano detto che era nato per servire. Solo per quello.
‘Sai bene di cosa parlo, no?’ rivide il volto perfetto di Chris che poco prima era stato tanto vicino al suo viso che lui se l’era quasi fatta sotto. Altro che se lo sapeva. Era vero. Si rendeva conto di quanto l’intera faccenda fosse perversa, ma volle per un attimo smettere di far ragionare il cervello e sentì che nel profondo lo sapeva, era chiaro, era ovvio! Avevano ragione. Piano, piano, la paura di quello che sarebbe accaduto scomparve. Non gli importava più di niente: stare in loro compagnia era quello che voleva e Chris, come sempre, gliene aveva fornito il modo. Ancora una volta il suo bel Chris, il suo padrone, lo aveva aiutato.
Guardò per la milionesima volta il cellulare. Non voleva proprio squillare.

Era molto tardi quando lasciarono l’appartamento delle russe. In giro non c’era più tantissima gente. Si sentivano sudati e sporchi, ma si erano divertiti anche più della sera prima.
‘Queste vacanze ‘in montagna’ sono da fare più spesso ragazzi!’ disse Mark in tono sarcastico camminando con le mani ficcate nelle tasche dei jeans. Camminavano verso il locale dov’erano stati qualche ora prima.
‘Già, altroché!’ gli rispose Alex mentre gli altri sghignazzavano.
Jesse notò tra la gente sul patio del locale una biondina dall’aria familiare. Stava parlando con un paio di amiche e sembrava piuttosto su di giri. Il ragazzo sorrise.
‘Che faccio, lo chiamo ragazzi?’ chiese Chris tirando fuori il cellulare. Alex sbadigliò mentre Mark diceva:
‘Per me va bene, comincio ad essere stanco.’ Chris stava per comporre il numero quando:
‘Aspettate un attimo!’ disse loro Jesse. Guardava fissa quella ragazza e gli altri lo imitarono cercando di capire che avesse in mente. Chris la riconobbe e sorrise. Jesse continuò:
‘Ragazzi, non avete l’uccello fradicio di sborra?’ risate dietro le sue spalle, poi vari mormorii di assenso.
‘E allora sarà il caso di farselo leccare da quella, almeno fa un po’ di pulizia.’ disse il ragazzo scrollando le spalle, poi aggiunse con voce fintamente preoccupata ‘Sapete non vorrei sporcare le lenzuola stanotte.’ Risero di gusto mentre si incamminavano verso di lei. Veniva ancora musica dal locale e c’era ancora qualcuno che ballava. Le arrivarono di spalle e lei trasalì quando la voce furba di Jesse la chiamò.
‘Ciao Janis!’ la bella newyorchese che qualche ora prima l’aveva supplicato di scoparla si voltò a guardarli completamente sbronza. Sorrise e disse:
‘Ciao Jesse!’ il ragazzo sorrise a sua volta, e le si avvicinò:
‘Ciao bellezza…’ con una mano le prese il mento e le disse con tono dolce, quasi le stesse sussurrando parole d’amore ‘…senti, a me e ai miei amici serve questa tua bella boccuccia…’ fece una pausa di un paio di secondi mentre le toccava le labbra con un dito, poi riprese ‘…che ne dici, ce la fai usare?’ a lei scappò da ridere, poi dopo qualche secondo sorrise maliziosa e si leccò le labbra annuendo.
I ragazzi sghignazzarono, poi la presero per mano e lei li seguì verso il bagno.

Francis fu svegliato di soprassalto dal trillo del telefono.
‘Pronto?’ aveva la voce un po’ assonnata e Chris se ne accorse subito:
‘Non stavi mica dormendo vero?!’
‘No, no, io stavo…’ tentò di giustificarsi subito ma l’altro lo interruppe.
‘Uno schiavo non deve dormire mentre aspetta i suoi padroni!’ la sua voce era sadica e divertita e sovrastava le risate di sottofondo.
‘Non davvero io stavo…’ ma si interruppe per ascoltare le voci che venivano dall’altra parte del telefono. Lla più forte sembrava quella di Alex:
‘Devi succhiarmelo tutto troietta non solo la cappella, vuoi farmi andare a letto con il cazzo sporco e appiccicoso!!’ Ancora risate.
‘Allora?’ lo rimproverò Chris mentre ancora rideva. Francis riprese:
‘…stavo solo aspettando…’
‘Senti non me ne frega un cazzo di che facevi! Vienici a prendere davanti al locale dove t’abbiamo lasciato!’ gli disse Chris. Francis stava per rispondere ma lo distrasse di nuovo la voce di Alex:
‘Beh? E le palle non me le lecchi? Bisogna dirti tutto cazzo! Hahahaha!!!’
‘Oy! Hai capito?!’ ancora Chris.
‘Si, si! Certo, ho capito, arrivo subito!’
‘Bravo schiavetto, e muoviti cazzo! hehehe!!’ e riattaccò.
Francis accese il motore ed obbedì.

Arrivò al locale ma loro non c’erano. Si guardò intorno terrorizzato di aver sbagliato posto, ma poi vide la porte del bar aprirsi e i suoi padroni uscire baldanzosi con un sorriso contento sulle labbra. Chiacchieravano, forse commentavano qualcosa e ridevano dandosi pacche sulle spalle. Francis scese di macchina e gli andò incontro. Appena lo videro lo salutarono con una risata più forte della altre.
‘Ciao schiavo!!!’ urlò Mark. Qualcuno si girò a guardarli ma la maggior parte delle persone che avevano intorno a loro era talmente ubriaca da non ricordare neanche il proprio nome.
‘Ciao’ mormorò Francis.
‘Come scusa?!’ disse Jesse polemico allungando l’orecchio e facendo finta di non aver capito. ‘Non ho sentito bene, schiavo!’ gli altri ridevano. Francis esito un paio di secondi mentre capiva di aver sbagliato.
‘Buonasera padroni’ disse poi a voce un po’ più alta.
‘Ora va meglio!’ proseguì Jesse ‘ora inginocchiati a baciarci i piedi, forza!’ Francis rimase interdetto, ma sapeva di non dover ribattere, sarebbe stato peggio. Di nuovo esitò un paio di secondi. Evidentemente troppi secondo Chris:
‘Allora?!? Ti muovi?!?!’ al suono di quella voce le ginocchia gli si piegarono quasi in automatico. Mise le mani sulla strada di terra battuta ed obbedì all’ordine. Appoggiò le labbra sulla punta di ognuna delle loro scarpe e le baciò tra le loro risate.
‘Hahahaha!!! Bravo, è così che uno schiavo saluta i padroni, capito? Non te lo scordare!’ disse Jesse, con la voce sempre più divertita.
‘Si padrone…’ disse piano. I ragazzi si divertivano troppo, gli facevano il verso mentre lui continuava il giro di baci.
‘E devi sempre ringraziare, schiavo!’ ancora Jesse.
‘Grazie padroni!’ disse mentre dava l’ultimo bacio sulla scarpa di Mark. Ancora risate.
‘Dai andiamo a casa che ho sonno!’ disse poi Chris.
‘Già anch’io!’ gli fece eco Alex.
Mark aprì il baule della macchina guardò Francis negli occhi e tra le risate disse:
‘Hey, cagna! Forza muoviti!!’ gli altri esplosero tenendosi la pancia.
‘Bravo Mark! Buona questa!’ furono i commenti. Francis era ancora a quattro zampe e ricevette una pedata nel sedere da Chris visto che non si muoveva.
‘Sei sorda cagna!?!?! Hahahah!!’ Gattonò, allora, fino al bagagliaio e ci si infilò dentro. L’ultima cosa che vide furono le loro quattro facce sorridenti:
‘Starai benissimo! Vedrai!’ gli disse Alex. Poi un gran tonfo e il buio. Sentì gli sportelli aprirsi e chiudersi e le voci dei suoi padroni che risuonavano ovattate.
‘Hahahaha!!!! Si padrone, grazie padrone! Hahahahaha!!!!! Ma lo avete visto?!?!?’
Ma il resto dei loro commenti venne coperto da un gran rombo. Jesse doveva aver messo in moto e il motore sembrava essere proprio sotto di lui. A Francis scese una lacrima ma ricacciò indietro il resto. Non lo sapeva più nemmeno lui cosa provare.

Il viaggio non fu troppo lungo ma prevedibilmente scomodissimo. Il giovane universitario non ricordava che sulla strada per tornare all’appartamento ci fossero tutte quelle buche. Sembrava che Jesse facesse apposta a prenderle. Magari era così. Ad un tratto il rombo finì ma al ragazzo continuò a risuonare nelle orecchie. Tornò a sentire le loro voci. Scesero dalla macchina poi aprirono la portiera del bagagliaio.
‘Com’è stato il viaggio?’ chiese Chris sorridente. Francis sapeva già cosa rispondere.
‘Comodo, grazie padrone’ scroscio di risate
‘Forza scendi, siamo arrivati.’ Appoggiò i piedi a terra e subito Alex gli ricordò il suo status. Con un’altra pedata lo fece finire con la faccia nella polvere.
‘Gli schiavi non possono stare più in alto dei padroni! Sei una cagna, ricordatelo!’ Si rimise a quattro zampe mentre loro ridevano.
‘Perdonatemi padroni!’ fu la pronta replica della sua mente ormai completamente succube.
‘Vieni qui dai!’ gli disse Chris ‘tira su le zampe davanti e apri la bocca, forza!’ obbedì e i suoi padroni gli si schierarono davanti a semicerchio, a mezzo metro da lui, come un plotone di esecuzione.
‘La lingua fuori e tira indietro la testa!’ gli disse Jesse mentre si tiravano giù le cerniere dei jeans. Dopo qualche secondo aveva davanti quattro MERAVIGLIOSI cazzi che lo guardavano minacciosi. Cominciò ad affannare dall’emozione.
‘Sete? Hahahahaha!!!!’ Le parole di Mark gli fecero capire cosa sarebbe successo. Accolse il sapore del piscio come un vecchio amico e cominciò ad ingoiare. Era dura però, doveva ingoiare ogni due, massimo tre secondi, aveva quattro pompe che gli sparavano in bocca urina gialla bollente a ripetizione, non finiva mai! Aveva la faccia ormai fradicia e così la camicia perché i suoi padroni non si limitavano a farglielo bere.
‘Hai i capelli sporchi schiavo, tieni! Hahahaha!!!!’ Francis chiuse gli occhi per non ferirseli.
‘Dai! Fatti lo shampoo, che aspetti? Hahahahaha!!!’ Alex lo stava inzuppando perbene. Non aveva più un centimetro di corpo asciutto e cominciò a massaggiarsi la testa tra i loro commenti derisori.
‘Bravo! Così! Hahahahaha!!!!’ disse Mark.
‘Ti ci voleva proprio una bella doccia schiavo!!’ continuò Chris. Dopo un po’ i getti di piscio si affievolirono e Francis rimase con la bocca aperta, completamente grondante. I capelli, la faccia, i vestiti, tutto era fradicio.
‘Adesso che t’abbiamo marchiato col nostro prezioso piscio dentro e fuori…’ cominciò Jesse con voce divertita ‘…ci appartieni, capito?! Hahahahaha!!!’ ridevano tutti a voce alta, mentre riponevano i loro sacri scettri nelle mutande.
‘Si padroni, grazie padroni!’ si affrettò a dire lui. Ancora risate, poi:
‘Dai andiamo a letto, abbiamo tutto il tempo di divertirci con lui!’ suggerì Chris. Gli altri ragazzi si voltarono divertiti e cominciarono ad entrare in casa, ma lui rimase lì a guardarlo, dall’alto verso il basso, come un vero padrone. Aveva uno strano sorriso in faccia.
‘Hai capito bene quello che ha detto Jesse? Sei di nostra proprietà adesso, ti possiamo usare in qualunque modo vogliamo. Non sei più un essere umano, lo capisci, vero? Sei un cane, anzi no! Sei anche meno di un cane, la tua vita non vale un cazzo di niente. Sei un oggetto. E’ chiaro?’ che sguardo che aveva.
‘Si padrone.’
‘Ci obbedirai… sempre!’
‘Si padrone.’
‘E farai qualunque cosa ti diremo.’
‘Si padrone.’ Sorrise ancora di più mostrando i suoi denti perfetti. Dopo qualche secondo di pausa in cui si guardarono negli occhi Chris gli disse semplicemente:
‘Buonanotte schiavo’ dette un calcio alla terra verso il ragazzo in ginocchio, coprendolo di polvere.
‘Buonanotte padrone’ mormorò Francis con la voce rotta dal pianto.
Poi Chris si voltò ed entrò in casa lasciandolo solo come il cane che era.

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