Skip to main content
Racconti Erotici EteroTravel

VIAGGIO D’AFFARI A PARIGI 2^ – DUE GIORNI A PARIGI

By 27 Maggio 2025No Comments

Arrivati in hotel alla reception abbiamo un piccolo problema.
-“Bonjour Monsieur et Dame” – ci accoglie il portiere.
-“Buongiorno sono Mauro M. ho una prenotazione”.
-“Oui monsieur, ma… lei ha una singola” – dice guardando Lara.
-“Sì, ma durante il viaggio ho incontrato questa mia amica, la quale ha un grosso problema.” – rispondo facendo scivolare una banconota da 50 euro verso di lui – “Ha perduto bagaglio e documenti ed ora è disperata e se lei fosse così gentile da trovarci una camera doppia o due camere singole, magari comunicanti, le saremmo molto grati”.
-“Vediamo cosa si può fare monsieur” – fa lui facendo scivolare con un gesto disinvolto la banconota in tasca”.
Consulta il computer per un lungo momento per darsi un contegno.
-“I signori sono fortunati, si sono giusto liberate due camere comunicanti al quarto piano. Per quanto tempo pensano di fermarsi?”
-“Almeno tre giorni” – rispondo.
-“Benissimo. Però avrei bisogno del nome della signora”.
-“Lara S.” – risponde lei.
-“A proposito,” – aggiungo – “quando la signora sarà pronta dovrebbe chiamarle un taxi per andare al Consolato Italiano e sistemare la questione dei documenti”.
-“Certamente monsieur, ma se madame vuole possiamo fornirgli un’auto dell’hotel ed abbiamo anche uno chauffeur che parla un discreto italiano”
-“Sarebbe perfetto” – rispondo per lei.
-“A sua disposizione madame, ci chiami quando vuole partire”.
Ci consegna le chiavi e noi ci dirigiamo agli ascensori per salire alle camere.
-“Certo che tu ci sai fare con i portieri d’albergo” – mi fa ridendo in ascensore.
-“Non ho mai conosciuto in tutto il mondo un portiere d’albergo che sia restio ad accettare una buona mancia, per soddisfare un cliente”.
Arrivati alle camere facciamo per separarci,
-“Ora preparati e poi vai al Consolato e sistema la faccenda dei documenti. Poi se vuoi vai a fare un po’ di shopping.” – le dico porgendogli altri 300 euro – “Io adesso lavorerò sul falso contratto, poi nel pomeriggio ho un incontro preliminare con i rappresentanti della ditta; ci vediamo a pranzo, mangeremo qualcosa nel ristorante dell’hotel”.
-“Benissimo a dopo”.
Entro in camera e dopo una doccia inizio a lavorare.
Verso l’una scendo per incontrarla.
La vedo in lontananza, mi aspetta nella hall e parla col portiere.
Indossa un vestito nero che le arriva a mezza coscia ed una scollatura dietro fin quasi al giro vita, ai piedi degli stivaletti neri col tacco alto ed un paio di occhiali scuri.
I capelli ben pettinati le ricadono morbidi sulle spalle; è bellissima!!!
Dopo un lungo momento di ammirazione mi avvicino e la saluto.
-“Oh ciao, parlavo un po’ con Pierre di come è andata la mattinata” – mi saluta.
-“Bene, vogliamo andare a mangiare? Lo sai che alle 3 ho un appuntamento”.
Così dicendo le prendo il gomito e ci dirigiamo verso il ristorante.
Dopo mangiato la saluto e, con la promessa che ci saremmo rivisti in serata, mi reco al mio appuntamento d’affari.
Verso le 5 torno in hotel e salito in camera la cerco per salutarla.
-“Lara sono tornato.” – la chiamo – “Dove sei?”
Non ottenendo risposta attraverso la porta comunicante per cercarla nella sua stanza.
Anche in stanza non trovo nessuno, ma sento un rumore di acqua che scorre provenire dal bagno.
Entro nel bagno e la trovo che sta facendo la doccia.
Non si accorge della mia presenza e io resto immobile, incantato a guardarla.
Lara è lì, nella doccia, sta cantando seguendo una canzone trasmessa dalla radio, mentre l’acqua calda scorre sul suo corpo, nudo e perfetto, sprigionando una gran nuvola di vapore.
Quasi non credo a ciò che vedo: sembra una dea, tonica in tutti i punti, slanciata, coi lunghi capelli grondanti d’acqua attaccati alla schiena.
Sulla pancia si vedono lievemente gli addominali e i suoi seni abbondanti ma sodi, con i capezzoli rosei, dondolano ai movimenti del corpo; sul monte di venere spunta la peluria corta e ben curata e le labbra si vedono perfettamente, chiuse a nascondere un tesoro che conosco bene.
Mi accorgo di essere lì, fermo e di avere una mano sul pacco rigido.
Lei non si è ancora accorta della mia presenza ed io non riesco a fare altro che rimanere immobile ad osservarla, splendidamente erotica.
Si gira e rigira nella doccia, ripetendo le confuse parole della canzone che sta ascoltando, e dandomi una visuale di tutto il suo bellissimo corpo.
Si china per terra per prendere il bagnoschiuma e allora vedo, tra le chiappe, magnifiche, una rosellina un po’ più scura rispetto al resto della sua pelle, piccola e così eccitante; sotto ad essa le labbra, ora leggermente aperte, a mostrare uno stralcio di rosa intenso.
Inizia ad insaponarsi con cura, prima le braccia e successivamente la passera e il culetto; da dietro posso osservare la cura che mette nel farlo, il dito medio passa e ripassa tra le labbra della vagina, poi con una mano separa le natiche e con l’altra s’insapona nel solco.
Poi in pochi secondi si sciacqua via il sapone di dosso e chiude l’acqua, pronta ad uscire.
Spettacolo finito, purtroppo.
Solo allora uscendo si accorge della mia presenza.
-“Ah sei tornato!” – esclama e, senza scomporsi, va a prendere un telo da bagno nel quale si avvolge.
Resto quasi imbambolato a seguire i movimenti di quel corpo bellissimo.
-“Come è andato l’incontro?” – mi domanda.
-“Bene… Bene…” – rispondo scuotendomi dalla mia trance.
-“Che hai? Non stai bene?” – mi chiede con uno sguardo interrogativo.
-“No… No sto benissimo e l’incontro è andato bene. Ero solo rimasto incantato a guardarti”.
Sorride compiaciuta, lascia cadere a terra l’asciugamano e, nuda, si dirige verso la camera.
La seguo, ammirando il movimento seducente del suo sedere.
Si ferma accanto al letto e si china per prendere qualcosa nel cassetto del tavolino da notte,
Nel movimento le sue natiche si separano mostrandomi il forellino scuro tra di esse.
A quella vista mi si secca la gola e deglutisco, a fatica, un po’ di saliva.
Si rialza e si gira con un tubo di crema in mano, se ne versa un po’ sulla mano e comincia a massaggiarsi; prima le spalle, poi le braccia, quindi i seni con un movimento circolare e scende, poi, al ventre e all’inguine.
Seguo i suoi movimenti incantato come un topolino davanti ad un serpente.
Solleva una gamba, appoggiando il piede sul letto, per spalmarla di crema.
In quella posa la sua vagina, con le labbra semiaperte, fa bella mostra di se.
Prima una, poi l’altra offrendomi uno spettacolo così eccitante che il membro, rigido, preme dentro i pantaloni e mi fa male.
-“Visto che sei qui, mi spalmeresti un po’ di crema dietro la schiena e dietro le gambe?” – mi chiede porgendomi il tubo.
Non dico una parola; mi tolgo la giacca e la cravatta e vado verso di lei.
Prendo il tubo di crema dalla sua mano e lei si gira.
Inizio a spalmare la crema sulla schiena, massaggiando la sua pelle serica e scendendo lentamente verso il basso.
Arrivo alle natiche e lì mi soffermo a massaggiarle con un lento movimento circolare che, a giudicare dai suoi mugolii, sembra gradire molto.
Sto per scendere alle cosce, quando lei si china appoggiando le mani sul letto.
-“Continua lì” – mi chiede con un sussurro.
Non me lo faccio ripetere e continuo a massaggiare quelle sfere sode, anzi m’inginocchio per poter fare meglio il lavoro; in quella posizione il suo culo è davanti i miei occhi, mi avvicino ed inizio a baciarle le natiche.
Con il movimento circolare, separo le natiche, il forellino scuro mi si presenta davanti in tutta la sua eccitante bellezza.
Non posso resistere e affondo il viso tra quelle due meraviglie cominciando a leccarle il buchetto.
-“Ah sììì… Leccami per bene il culo” – mi ordina.
Continuo con piacere nel mio anolingus beandomi del profumo che la sua pelle emana.
Poi scendo a leccare le labbra della figa, che trovo già umida, e separandole lecco e aspiro il loro interno.
-“Sììì… Cosììì… Bravo continuaaa…” – i suoi mugolii riempiono la stanza.
Dopo non molto di questo lavoro. il suo corpo comincia ad agitarsi ed a tremare; ormai so che questo è il preludio al suo orgasmo.
Non le do tregua e continuo a leccarla fino a quando esplode.
-“Sììì… Siii… Oraaa… Mi fai godereee… Vengooooo…” – urla lasciandosi sommergere dall’orgasmo.
In preda ai sussulti di piacere si lascia andare di pancia sul letto.
Io non ne posso più.
Mi tolgo scarpe, pantaloni e mutande, lasciando finalmente libero il cazzo che svetta rigido.
Approfittando del sua rilassatezza, la prendo per i fianchi e la tiro verso me, fino a farla mettere a pecorina con il busto disteso sul letto.
Sempre tenendola per i fianchi, punto l’uccello all’entrata della figa, che cola umori, e con una spinta la penetro completamente, sprofondando in un mare caldo che mi avvolge.
-“Aaahhh…” – geme, ma non si ritrae.
Inizio a scoparla con un ritmo cadenzato e dopo i primi colpi lei comincia a rispondere spingendo il culo verso di me.
-“Sììì… Scopami… Daiii… Fammi godere ancoraaa…” – mi incita.
L’accontento con piacere, la faccio sollevare tirandola per i capelli e la scopo sempre più velocemente, quasi con violenza.
Il suo corpo, ancora ricettivo dal precedente orgasmo, non ci mette molto a ritornare all’apice e ricomincia a tremare.
-“Sììì… Sto venendo ancoraaa…” – urla.
I suoi muscoli interni prendono a contrarsi attorno al mio membro con un massaggio irresistibile che mi porta velocemente al culmine.
-“Aaahhh… Sto arrivandooo… Ti sborro dentrooo…” – grido.
-“Sììì… Vieniii… Riempimi di sborraaaa…”
Ed insieme raggiungiamo un orgasmo eccezionale.
Quando il piacere si placa mi lascio andare sulla sua schiena e la bacio sul collo.
-“È stato magnifico” – le sussurro all’orecchio.
-“Anche per me, mi hai fatto molto godere” – risponde.

Quella sera la portai a cena fuori e poi a fare un giro turistico della Parigi by night, città che lei non conosceva; ne restò meravigliata ed entusiasta.
La notte dormimmo assieme ma senza fare sesso, ancora appagati dal piacere del pomeriggio.
L’indomani mattina la lasciai addormentata ed in quello che sarebbe stato il nostro ultimo giorno a Parigi, mi recai alla riunione definitiva con i dirigenti della ditta francese.
L’incontro andò benissimo ed il consiglio direttivo rimase ben impressionato dalle mie offerte e dai prezzi praticati.
Quando rientrai, dopo una colazione di lavoro, nel pomeriggio, lei non era in hotel.
Pierre, il portiere, mi disse che, dopo aver richiesto l’auto dell’hotel, era uscita, probabilmente per fare shopping.
Me ne andai in camera, un po’ deluso della sua assenza; avrei voluto festeggiare con lei la buona riuscita dell’incontro.
La sentii rientrare a pomeriggio inoltrato e dopo un po’ si presentò sulla soglia della porta comunicante.

-“Ciao.” – mi saluta allegramente – Sei già rientrato; non ti attendevo così presto.”
-“Già” – rispondo laconico.
-“Che hai sei arrabbiato perché non mi hai trovato?”
-“No, solo un po’ deluso”.
-“Com’è andato l’incontro?”
-“Molto bene ed avrei voluto dividere la mia soddisfazione con te”.
-“Dai, non essere arrabbiato” – dice avvicinandosi a me.
-“È il nostro ultimo giorno a Parigi.” – mi prende il viso tra le mani ed avvicina le sue labbra alle mie – “Non roviniamolo”.
Le sue labbra si uniscono alle mie e la sua lingua guizza tra esse.
La prendo alla vita e la stringo a me; il calore del suo corpo ha subito effetto su di me ed il pene mi s’indurisce.
-“Sento che non sei più arrabbiato” – mi sussurra sulle labbra.
-“Sei una puttanella; lo sai quanto mi piaci e mi ecciti”.
-“Allora cosa facciamo stasera?” – chiede staccandosi leggermente da me.
-“Lasciami il tempo di organizzare e di fare una doccia e poi usciamo”.

Chiamai Pierre in portineria e gli domandai se le “Pieds dans plat” esisteva ancora e se era ancora all’altezza di una volta.
Alla sua risposta affermativa gli chiesi di prenotare due posti per le nove.
Le “Pieds dans plat” era un localino caratteristico di Parigi dove alcuni amici mi avevano portato anni prima e dove durante la cena veniva offerto uno spettacolo a sfondo erotico.

Verso le otto e mezza entro nella sua camera per vedere se è pronta e rimango basito a guardarla.
È davanti allo specchio che si sta truccando, indossa un miniabito azzurro che le copre a malapena il sedere tornito ed una lunga scollatura sulla schiena, ai piedi sandali neri altissimi
Sentendomi entrare si volta; il davanti è forse più vistoso perché l’abito ha una profonda scollatura a V che mostra la prorompenza dei seni; i capelli, acconciati a grandi riccioli. sono sciolti sulla schiena mettendo in evidenza la bellezza del viso.
-“Vado bene così?” – domanda.
-“Sei bellissima. Mi toccherà difenderti dagli attacchi dei galli francesi.” – le dico sorridendo -“Bella l’acconciatura, come hai fatto?”
-“Sapevi che in hotel hanno un servizio di parrucchiera? Me ne sono servita e questo è il risultato”.
-“Molto bella”.
-“A proposito anche l’abito e le scarpe le ho acquistate alla boutique dell’hotel e non avendo più soldi ho fatto mettere tutto sul tuo conto”.
-“Hai fatto benissimo. Se ora sei pronta andiamo”.
-“Certo mio cavaliere” – e mi prende sottobraccio.
Ci facciamo chiamare un taxi ed accompagnare al locale.
Il locale ha la caratteristica che gli avventori sono tutti seduti ad una lunga tavolata e le cameriere che servono camminano nel centro, sopra la tavola, (da qui il nome i piedi nel piatto), vestite con minigonne vertiginose e senza biancheria intima, per cui quando si chinano per porgere i piatti mettono in mostra le loro grazie senza veli.
Quando ci sediamo, Lara rimane stupita dell’originalità del servizio.
“È magnifico non ho mai visto una cosa del genere!!!” – dice con voce estasiata – “In Italia un locale così farebbe furore”.
-”Sempre che non lo facciano chiudere i moralisti per oltraggio al pudore, ma qui siamo in Francia ed in più a Parigi, la città della belle vie, la bella vita”.
Ordiniamo e mentre mangiamo del cibo squisito e brindiamo a champagne, sul palcoscenico posto alla fine della tavola inizia lo spettacolo.
All’inizio due ragazze, una bionda ed una mora, vestite con dei bikini di lustrini improvvisano una danza a sfondo erotico, carezzandosi a suon di musica in modo lascivo.
Poi cambia la musica ed entra un ragazzo di colore con un fisico statuario e vestito solo con un perizoma che, dal bozzo che espone, copre un sesso di gran dimensioni.
Le ragazze lo circondano e cominciano la loro danza di carezze e strusciamenti.
Guardo Lara e la vedo concentrata ed affascinata dallo spettacolo; i suoi occhi sono fissi sul palcoscenico, ha smesso anche di mangiare, ha la bocca socchiusa e tra le labbra fa capolino la punta della lingua.
Ora le ragazze, che si sono completamente denudate, viaggiano verso il clou dello spettacolo.
Mentre una da dietro si struscia sulla schiena del ragazzo e gli carezza il petto, l’altra s’inginocchia davanti e lentamente fa scivolare il perizoma in basso, mettendo in mostra un sesso che, semirigido, farà una ventina di centimetri.
Le carezze e le leccatine che la ragazza da al membro, sortiscono l’effetto di portarlo ad una completa e maestosa erezione.
Un ooohhh di ammirazione si leva dagli spettatori, ma soprattutto dalle spettatrici.
Lo spettacolo continua sullo stesso tono e quando sembra che debba arrivare all’atto conclusivo, si spengono le luci.
Quando si riaccendono il palco è vuoto.
Gli spettatori riprendono a mangiare ed a chiacchierare, ma posso notare diverse mani che risalgono da sotto il tavolo.
-“È stato bellissimo e… eccitante” – mi fa Lara voltandosi verso di me.
Ha gli occhi che brillano e le gote accese.
-“Sai che durante lo spettacolo il mio vicino mi carezzava una coscia.” – mi confessa chinandosi verso il mio orecchio – “Voleva salire più su, ma io l’ho bloccato”.
-“Sei terribile” – le dico ridendo.
-“Però ora mi sento piuttosto umida. Senti” – mi dice prendendomi una mano e portandosela tra le cosce.
In effetti il cavallo delle sue mutandine emana un calore umido.
-“Dovrai attendere finché torniamo in albergo” – dico con voce roca.
Continuiamo la cena e quando usciamo lei si incolla a me e mi bacia appassionatamente.
-“Mi gira un po’ la testa.” – mi dice sulle labbra – “Sarà lo champagne”.
-“Vieni facciamo due passi,” – dico cingendola alla vita – “la serata è piacevole”.
Le passeggiate della Senna non sono lontane ed lì che ci dirigiamo.
Il lungosenna è affollato; parigini e turisti, approfittando del clima mite e si godono questa bellissima serata.
Il marciapiedi è pieno di banchetti che vendono di tutto: bamboline, ritratti, hashish, un vero mercato delle pulci.
Quando cominciamo a sentirci stanchi prendiamo un taxi e torniamo all’hotel.

continua…

Commenti e suggerimenti sono sempre ben accetti, scrivetemi a miziomoro@gmail.com

Leave a Reply