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Orgia

Camping

By 2 Giugno 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Camping

Paola &egrave stata un lampo di luce, nella mia vita’ ma che dico? La luce stessa!!!
Una bellissima ragazza che ho conosciuto in discoteca, una sera. Stupefacentemente, non solo ha accettato il mo impacciato corteggiamento, lei così bella, sexy, cordiale, con stuoli di bei ragazzi che le stavano dietro e che dissuadeva garbatamente, ma ha accettato di fidanzarsi con me, che a causa del collegio di preti dove ho fatto gli studi fino alla maturità sono un po” come mi hanno detto, una volta?’ Ah sì: un po’ imbranato, ecco!
Beh, dopo appena otto mesi di fidanzamento -otto mesi favolosi, dove ci vedevamo quasi tutti i pomeriggi ed il sabato sera, e dove abbiamo perfino fatto all’amore!- mi detto che ero il marito ideale, per lei.
Io ero innamoratissimo di quella splendida ragazza piccolina, ma con lunghi capelli neri ricci, carnagione ambrata, un bellissimo viso con un nasino birichino e due occhi blu ombreggiati da belle sopracciglia; il suo corpo, poi, &egrave da favola: snella, belle gambe, caviglie sottili, un delizioso sederino, con una terza di seno e dei capezzoli grandi come more, sempre duri e scuri, come le labbrine della’ va beh, avete capito!
Sempre vestita sexy, ma senza essere volgare, mi faceva troppo piacere vedere gli sguardi concupiscenti degli altri uomini e sapere che, invece, era la mia fidanzata.
Poi &egrave brava a fare l’amore: quando lo facciamo mi accarezza, mi tocca e poi quando le vado sopra sta lì ad agitarsi un pochino ed a fare piccoli gemiti finché non le vengo dentro.
Dicevo che quando mi ha proposto di sposarla, non mi sembrava vero: una così bella ed intelligente donna come mia sposa, tutta mia!, per la vita intera!!!
Mia madre non era contenta e cercò di ostacolarmi in tutti i modi ma, come mi aveva spiegato Paola, era la normale gelosia di una mamma, rimasta vedova per giunta, che vede andar via l’unico figlio
Mamma diceva che ero troppo giovane per sposarmi, che lei non era adatta a me, che era immatura, ma io ho già ventitre anni e sono autonomo, con l’officina che mi ha lasciato il mio povero babbo e lei, poi, mi ama, me lo dice sempre’
Così, ci sposiamo, in chiesa.
Io in un bellissimo abito blu e lei in un vaporoso abito bianco, pieno di tulle che sembrava una bomboniera. Però era corto, appena sopra al ginocchio, a mostrare le sue belle gambe inguainate in calze bianche.
A tutte le spese ha pensato suo padre (per fortuna! Un sacco di invitati, da parte loro: io solo la mamma, zia Caterina, zio Osvaldo e il cugino Armando; non ho altri parenti ed ho così pochi amici che’ beh, non avevo voglia di invitarne, ecco!)
Comunque la cerimonia &egrave stata bella, col prete che ha detto delle belle cose e poi, all’uscita, mamma si &egrave sentita male e gli zii l’hanno dovuta accompagnare; io volevo portarla a casa, ma lei ha detto che era il mio matrimonio (eh già!) e che non stava bene venire via con la mamma invece che con la sposina.
Così siamo andati al ristorante, dove suo papà, mio suocero adesso!, non la finiva più di farmi auguri per la mia vita da sposato; sua mamma, mia suocera, invece piangeva come la mia, ma aveva un sorrisetto sulle labbra che su quelle di mia mamma non c’era’
Abbiamo pranzato, bevuto, ho dovuto baciare Paola, la sposa, un sacco di volte per far felici i suoi amici (accidenti, quanti ne ha!).
Ha anche un sacco di amiche e cugine carine, però!
Beh: poi tagliamo la torta, brindiamo e poi lei mi dice che le scappa e va alla toilette’ sì sa, l’emozione’
Io resto lì, a salutare i suoi che devono andare via per un impegno, che mi fanno una sacchissimo di congratulazioni e auguri e poi a chiacchierare con tutti i suoi cugini e amici.
Parlo con davvero un sacco di gente, meno suo cugino Armando, che era chissà dove ma poi, alla fine arriva; poverina: l’emozione deve averle fatto un brutto scherzo e dev’essere stata male, perché torna tutta spettinata, con l’abito da sposa tutto spiegazzato e con uno strano odore selvatico addosso; anche il trucco non &egrave tanto a posto’
Va beh: salutiamo tutti e usciamo per partire per il viaggio di nozze, anche se quei burloni dei suoi amici mi avevano coperto la macchina di scritte; qualcuna solita, tipo ‘oggi sposi’, altre che non avevo mai visto prima, come quella sul portellone posteriore che diceva ‘Attenzione! Trasposto fica scatenata!’
Ehehehe: che scemi! Tutta invidia!!
Poi anche scritte in inglese, lingua che non conosco (a scuola ho fatto francese, ma sono passato all’esame solo perché la professoressa &egrave un’amica di mamma), tipo: ‘Husband is a cuckold’.
Poi, per farmi capire quanta invidia hanno, mi hanno regalato un elmo da vichingo, di quelli con le corna, ed hanno voluto che lo portassi mentre andavamo alla nostra destinazione.
Paola ha riso e mi ha detto di indossarlo e tenerlo e si sa, quando la tua bella mogliettina ti chiede qualcosa che ti diverte, tu ti fai in quattro per accontentarla’

Facciamo un paio chilometri e Paola mi dice di girare in una stradina di terra battuta e di fermarmi dopo un pochino.
Faccio come dice e lei scende, con uno straccio, a cercare di pulire tutte le scritte sulla macchina, cominciando proprio da quella in inglese, che mi piaceva tanto.
Poi mi ha detto di darle quell’elmo vichingo e stava per buttarlo via, nel fosso, ma gli ho detto che mi dispiaceva se lo buttava via ed allora l ha messo in macchina, ma dicendomi che non andava bene, per guidare.
E’ strano: sembrava arrabbiata, ma io mica le ho fatto niente’
Ma poi mi ha dato un bacio, dolcissimo, anche se non le brillavano gli occhi come prima del pranzo di nozze, e mi ha detto di ripartire, che la strada &egrave lunga.

Difatti, dopo quattro ore di viaggio, siamo arrivati al villaggio vacanze in Toscana, dove gli zii ci avevano prenotato per farci il regalo: quindici giorni di permanenza in un bungalow lì, a trecento metri dal mare.
Arriviamo e ci guidano, precedendo la nostra macchina, con un cart elettrico fino alla nostra sistemazione in una casa mobile (aveva ancora le ruote, anche se appoggiava su quattro piastrini di cemento) davvero carina con angolo cottura nel soggiorno, una camera matrimoniale, una camera con due lettini ed un piccolissimo bagno, con cesso, lavabo e doccia.
Accanto alla nostra casetta, cominciavano le case-tubo: una cosa buffissima.
Era una serie di tubi di cemento, del diametro di tre metri, dove avevano realizzato un pavimento e dentro due stanzette comunicanti: una matrimoniale e l’altra a due letti. Alle due estremità una sorta di verandina profonda meno di un metro e mezzo con da una parte frigorifero e fornello a gas e dall’altra solo un piano ed uno stenditoio’
Mi piacevano molto, ma l’addetto che ci ha accompagnato ci ha spiegato che erano senza i servizi e che per tutto, salvo prendere l’acqua se si aveva una bacinella, bisognava andare al blocco servizi, dove c’erano gabinetti, docce, lavabi con specchi e prese elettriche, lavandini per il bucato o per i piatti, lavapiedi, doccette per bambini eccetera, perché quella grande pineta, fino ad un paio di anni prima, era un grosso camping. E il blocco servizi, ci indicò, era distante quasi centocinquanta metri.
Che se a uno scappa, meglio avercela nella casetta, come noi, ho pensato, ridacchiando’
Ci h anche spiegato che, se volevamo potevamo affittare lì al villaggio due biciclette, comode per andare al mare distante meno di un chilometro.
Lo abbiamo ringraziato e siamo entrati nella casetta: proprio bella!!!
Accaldati dal viaggio, abbiamo deciso di andare subito in piaggia, anche se erano le cinque e mezzo; così ci siamo spogliati, abbiamo recuperato i nostri costumi dai bagagli, abbiamo affittato due biciclette e siamo andati verso questa spiaggia, come ci avevano indicato.
Difatti, la scritta spiaggia FKK era semplice da seguire; abbiamo attraversato la statale, percorso una stradina sterrata, andati avanti un paio di centinaia di metri e poi, nella vegetazione, il terreno &egrave diventato sabbioso ed in salita, così abbiamo legato le bici, preso gli asciugamani e percorso il sentiero fino alla spiaggia: una spiaggia grande, bella, sabbiosa, lunga chilometri, ma’ ma erano tutti nudi!!!
Ma proprio tutti: uomini, donne, bambini, bambine, anziani, giovani’
Una signora dall’aria simpatica -e con due belle tette, che non guastano mai!- alla nostra domanda su perché fossero tutti nudi, ci ha spiegato che era una spiaggia nudista’
Dopo esserci consultati tra noi, abbiamo deciso di restare, ma andando un po’ più avanti, dove non c’erano più famigliole coi bambini, tutti nudi anche loro.
Trovato un posto in una rientranza della vegetazione sul bordo della spiaggia sabbiosa, abbiamo steso i nostri asciugamani e ci siamo levati i vestiti’ Poi, interrogandoci con lo sguardo, ci siamo levati anche i costumi, ma col terrore che ci vedessero’
Eravamo arrivati lì per fare il bagno e, per attraversare la spiaggia però, ci siamo rimesti io il costume e Paola solo il sotto del bikini; poi siamo arrivati all’acqua, dove un gruppo di giovanotti scherzava.
Vedevo Paola rossa in faccia, turbata, e mi rendevo conto che guardava quei giovanotti nudi’ e li guardava ‘lì” In effetti, facevano una figura migliore della mia, m che ci potevo fare?
Per evitare penosi confronti, mi butto in acqua e mi allontano rapidamente nuotando e pensando di essere seguito dalla mia neosposa.
Vado avanti oltre un centinaio di metri e poi mi fermo mi giro, aspettandomi di vederla poco dietro di me, la mia pesciolina che ama, anche lei, nuotare.
E invece’ e invece niente! Era restata a riva, con l’acqua alla vita che sciabordava pigramente e tre o quattro di quei giovanotti, intorno, che le parlavano e scherzavano con lei’
Anzi: uno le era proprio vicino, quasi contro’ e poi anche un altro’ ed un terzo.
Guardai verso la riva: laggiù le famigliole se ne stavano per andare, rivestendosi e raccogliendo i teli da spiaggia e la mia tenera sposina era ormai circondata da quei tizi’
Uno sembrò inciampare e cadere in acqua e poi anche Paola sembrava malferma ma’ sì, il tipo era riemerso con in mano il costumino di mia moglie: glie lo aveva tolto!!! E lei non aveva protestato!!!
Cominciai a nuotare verso di lei, mentre la vedevo sempre più strettamente circondata da quei tre: tra una bracciata e l’altra, vedevo uno che le succhiava un seno, mentre le sue mani erano sotto il pelo dell’acqua ma si muovevano ritmicamente’
Un altro le era andato dietro e adesso, mentre nuotavo, lei mi sembrava più in alto di prima, con l’acqua che le arrivava a lambire il pube’ e una mano le era stata messa proprio tra le cosce!!!
Lo stupore mi fece aprire la bocca e mi trovai a bere una sorsata di acqua di mare; mi fermai, tossendo, mezzo annegato e, quando potei concentrarmi di nuovo sulla mia neosposa, vidi che stava attraversando la spiaggia, insieme ai quattro, andando verso la macchia mediterranea.
Ero esterrefatto! Si stava appartando con quegli sconosciuti!!!
Lo stupore mi fece bere un’altra acre sorsata e, quando riuscii a tornare a riva, erano scomparsi.
Cerai di ricordarmi verso dove si stavano dirigendo e provai a seguirli nel macchione, passando accanto al mucchietto dei nostri abiti, sul quale Paola aveva abbandonato lo slip del costume.
Dopo cinque minuti che mi aggiravo in un insospettato reticolo di sentieri, trovai un’ennesima radura sabbiosa tra la bassa vegetazione (bassa per modo di dire: cespugli più alti di me!) e lì vidi’ vidi Paola, la mia sposina, che non avevo ancora toccato dopo il nostro matrimonio!, sdraiata su uno di quei tizi e con, ora vedevo meglio!, il suo’ affare piantato dentro’ nella MIA fichina!!!
Stavo per irrompere nella radura e salvare la mia sposa da quella violenza di gruppo, ma il conto e la stazza dei miei avversari mi suggerirono cautela ed una pausa per studiare gli eventi’
Un altro andò dietro ai due e vidi chiaramente la sua cappella violacea appoggiarsi al buchetto posteriore di mia moglie; stavo per partire di corsa, a salvarla da quell’ulteriore oltraggio ‘che immaginavo dolorosissimo per lei, che mi aveva confidato di non averlo mai fatto lì-, quando notai che lei si agitava, sì, ma non come se sentisse quel gran male che pensavo. No, come se volesse facilitare l’introduzione, ecco!
Ero assolutamente stupito, nello scoprire questo aspetto segreto della mia tenera ed innocente mogliettina’
Restai, quindi, a studiare l’evolversi degli eventi e notai che gli altri due le offrivano i loro membri da baciare: dico ‘offrivano’ perché glie li misero davanti alla bocca e, senza che qualcuno la forzasse a farlo, lei cominciò a leccarli e succhiarli, a turno. Lo spettacolo, nonostante l’imbarazzo, la gelosia e la vergogna che provavo, era eccitante e non so come fu, ma mi trovai col costume abbassato ed il cazzo in mano, mentre mi segavo ipnotizzato dall’osceno spettacolo di quei grossi membri ‘decisamente molto più del mio!- che affondavano in tutti i buchini di mia moglie.
Ero intento ad osservare, quando lo schiocco di un rametto accanto a me mi fece trasalire: un uomo anziano, di quasi cinquant’anni, stava anche lui spiando le evoluzioni di Paola e dei suoi nuovi amici e si stava toccando’ guardai il suo arnese e restai stupito per le notevoli dimensioni che aveva e per il reticolo di vene in rilievo; forse lui fraintese la mia occhiata -di pura curiosità- ed afferrò il mio polso con la sua manona e mi mise in mano la sua appendice, che strinsi istintivamente: era durissima!!!
Lui mosse la mia mano su e giù, per darmi il gusto ritmo e poi io’ beh, continuai, ipnotizzato da quell’enorme appendice.
Nel frattempo vedevo mia moglie inarcarsi nell’orgasmo, per il piacere che le davano i due uomini che affondavano senza pietà dentro di lei.
Sentii una sorta di sordo ruggito provenire da quello che stava allargando il sederino della mia sposa, inarcandosi e poi lasciandosi cadere sulla schiena di lei; poi si sfilò, ma lasciandole il pertugio allargato, che venne subito colmato da uno degli altri.
Guardavo e strabiliavo.
Ora cominciavo a capire le allusioni dei suoi colleghi e vedendo quanto bene lei si giostrasse con gli spadoni di quei tizi, cominciai a sentirmi inadeguato a lei, alle sue evidenti voglie.
Diciamo che la mia dotazione virile non &egrave poi un granché, anzi’
Pensavo che i ‘cosi’ che vedevo nelle riviste fossero fotoritocchi, ma adesso, davanti ai miei occhi, vedevo che davvero esistono membri così’ così’ prestanti, ecco!
Paola, però, aveva accettato di diventare mia moglie, di essere mia ‘finché morte non ci separi’, nonostante la mia inesperienza e questo, lo ammetto, mi inorgogliva non poco.
Decisi in quel momento, che avrei fatto od accettato qualunque cosa, pur di continuare ad essere suo marito’
E decisi anche di vedere fino a che punto lei fosse pronta ad arrivare, a spingersi’
Così continuai a spiarla, alle prese con quei quattro satiri’ e masturbando un altro spettatore dello spettacolo che lei donava.
Il tipo che manipolavo esplose in lunghi, ripetuti, abbondanti getti, poi se ne andò, mentre anche chi occupava la passerina della mia sposina ne usciva, lasciandone colare fuori il suo piacere.
Il quarto sentivo che diceva delle cose, sempre piantato nella sua bocca, forse incitamenti, forse insulti e che anche lui ruggiva il suo piacere, venendole in bocca.
Pensai che Paola non si fosse accorta che la spiavo e decisi quindi di non farmene accorgere; così tornai sulla spiaggia, mi rituffai in mare e poi uscendo dall’acqua la chiamai a gran voce, come se avessi solo nuotato, nel frattempo.
Dopo un minuto o due, emerse dalla cortina dei cespugli e mi confessò, imbarazzata, che si era dovuta appartare perché doveva fare un bisognino.
L’abbracciai teneramente, la baciai e con la mano la accarezzai, finendo ‘casualmente’ sulla sua passerina e sul suo culetto, entrambi dilatati e scivolosi del seme di altri.
Feci finta di non essermi accorto di nulla di diverso dal solito.
Decidemmo di tornare al bungalow e ci girammo verso il posto dove avevamo lasciato le nostre cose’
Panico!!! Non trovammo nulla!
Qualcuno ci aveva sottratto tutta la roba, sia gli asciugamani che i sandali, gli abiti ed il costumino di Paola!
Fu così che dovemmo tornare al camping io con solo gli slip da bagno e lei imbarazzatissima e completamente nuda.

Graditi commenti e suggerimenti a zorrogatto@email.it

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