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Racconti erotici sull'IncestoRacconti Gay

106 – Maurizio e il Natale con il nipote

By 27 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Pensare che la mia è una famiglia per bene, i miei genitori mi hanno sempre insegnato l’educazione, mi hanno sempre mandato a scuola, mi sono pure laureato ed ora, a trentanove anni, non so come, non so perché, ma ho fatto sesso gay con il mio giovanissimo nipote, figlio di mia sorella. Lui è un ragazzino diciottenne e mi ricordo che mi aveva pregato a lungo affinchè andassi con lui a trascorrere una settimana sulla neve festeggiando il Natale e il capodanno.
Lui con alcuni suoi amici avevano affittato uno chalet in montagna con molte camere da letto che poteva ospitare una decina di persone. Partimmo così verso le quattordici del pomeriggio del giorno ventitre di dicembre e in un paio d’ore fummo su.
Lassù tutto era di un candore abbagliante, neve dappertutto, veramente uno spettacolo meraviglioso. Percorremmo una strada in salita e arrivammo allo chalet, visto da fuori era molto bello, completamente costruito con grossi travi in legno naturale, costituito da un piano terreno ed un primo piano. Dall’esterno si vedeva il comignolo fumare e le finestre del piano terra accese, entrammo e notai che gli amici di Daniele avevano già provveduto ad accendere il camino e la temperatura interna era molto gradevole. I ceppi di legna che ardevano scoppiettando, davano un piacevole senso di affascinante accoglienza. Tutti i ragazzi lavoravano ed io chiesi se potevo fare qualcosa, mi risposero che non dovevo fare assolutamente nulla. Mi accomodai così in una poltrona rustica in legno color mogano, rivestita di tessuto di canapa tinta champagne e intanto arrivarono le diciassette, guardai fuori ed era già tutto buio. Due ragazzi un po’ più vecchi del mio nipotino Daniele iniziarono a preparare la cena. Vidi mescolare in un grosso paiolo di rame la polenta, sul fuoco, dentro ad un’altra grande pentola di rame, sobbolliva uno spesso sugo rosso con dentro una quantità industriale di salsiccia. Un lunghissimo salame in tavola e un paio di bottiglioni di Barbera. Così Daniele, mi chiese se intanto desideravo farmi una doccia e io, che in effetti ne sentivo la necessità, gli dissi di si e lui mi fece salire al primo piano. In fondo al corridoio una sala da bagno molto grande con il box doccia del tipo tecnologizzato. Aspettai che lui uscisse per iniziare a spogliarmi ma vidi che lui si sfilava il maglione poi la camicia e quindi la maglia della salute. Gli dissi allora, che io sarei uscito e avrei atteso fuori che lui finisse e poi sarei rientrato . Lui con grande tranquillità mi disse che eravamo fra uomini e che per quel che lo riguardava non ci sarebbero stati problemi. A trentanove anni non potevo fare la figura del pudico e così gli risposi che anche a me non importava e che io lo dicevo solo per lui. Mentre lui deciso continuava a spogliarsi io tentennai un po’ e cercai di prendere tempo. Mi guardai allo specchio e mi ravvivai i capelli con le mani, vedevo lui riflesso, era girato di schiena e aveva ancora indosso gli slip parecchio attillati che gli fasciavano il culetto, proprio bello mi dissi, un vero spettacolo della natura. Pensai che se non fosse stato un maschio un pensierino ce l’avrei pure fatto. Poi si girò e subito il mio sguardo cadde sul pacco bello pieno che gli gonfiava le mutande. Nel complesso era veramente molto bello, capelli lunghi a caschetto, biondo chiaro, occhi azzurri e visino d’angelo. Alto un metro e ottanta circa, spalle e pettorali molto pronunciati, che testimoniano la sua attività natatoria a livello agonistico, il ventre con gli addominali a tartaruga e le gambe, specie le cosce, molto muscolose. Tutto il suo fisico era completamente glabro, forse depilato. Mi accorsi che non smettevo di fissarlo con estremo interesse e forse se ne accorse anche lui, mi pareva in effetti di notare un leggero sorriso sarcastico stirare la sua bella bocca. Distolsi lo sguardo e iniziai a mia volta a spogliarmi, io sono un uomo ben tenuto, tre volte la settimana frequento una palestra dove cerco di tenermi in forma. Sono più o meno alto come lui con il fisico un pochino più massiccio, porto i capelli tagliati a spazzola che al contrario di lui sono scuri come altrettanto scuri sono i miei occhi. Torace muscoloso lievemente peloso e il ventre senza pancia ma anche senza tartaruga. Ho un cazzo normale che per una fimosi, (pelle del glande che non scendeva) è stato circonciso fin da bambino. Mentre mi spogliavo lui si girò verso lo specchio e si piegò in avanti sfilandosi gli slip. Quando si risollevò glielo vidi. Maria che mazza!!!
Ce l’aveva completamente incappucciato con abbondante pelle che si richiudeva oltre il glande formando una piccola appendice. A vederlo così mi parve almeno sui venti centimetri buoni, cavoli gli arrivava fino a quasi metà coscia, alla base era parecchio largo e poi si assottigliava un po’ fin sotto la cappella, la quale sembrava un fungo che si allargava a dismisura come se fosse un ombrello parasole. Mi girai verso di lui e anche io mi abbassai gli slip. Notai che gli diede uno sguardo distratto, ma comunque me lo guardò. Poi, si infilò sotto la doccia ed io restai fuori, lui mi fece cenno di entrare con lui, poi mi disse che il box era molto grande e che ci saremmo stati tutti e due comodi. Mentre ci lavavamo alcune volte ci sfioravamo, sentii che in un paio di occasioni la sua proboscide, che gli penzolava come un batacchio, mi accarezzava, credo involontariamente, le natiche. Non so bene perché ma avevo il cazzo un poco barzotto, mi sentivo eccitato, percepivo il suo bellissimo corpo nudo, vicinissimo a me, mi sarebbe piaciuto accarezzarlo e mi così mi girai verso di lui. Per una frazione di secondo i nostri sguardi si incrociarono, in quell’infinitesimo spazio di tempo, lessi qualcosa di torbido nei suoi occhi. Forse anche i miei trasmettevano le stesse sensazioni, ora eravamo faccia a faccia e vedevo che anche il suo pisellone era mezzo eretto, le nostre cappelle si sfioravano vicinissime, lui mi guardò ancora, questa volta si soffermò ad osservarmi un po’ più a lungo, io feci la stessa cosa. Per nascondere una erezione irrefrenabile gli voltai la schiena, ma subito sentii le sue mani attorno al mio torace e la sua virilità fra le mie chiappe. Mi disse che mi desiderava, sentii un forte calore percorrermi tutto il corpo, avrei voluto ma non potevo, lui mi prese per le spalle mi fece girare’. Madre mia che cazzone !!! La pelle si era ritirata sotto la grossa cappella, che era gonfia, paonazza e lucidissima, anche il mio era diventato durissimo, lui me lo prese in mano, delicatissimo, non lo strinse, me lo accarezzò facendo scivolare la sua mano dolcemente sulla pelle dell’asta. Automaticamente la mia mano destra prese possesso della sua lunghissima scimitarra. Il mio dolce e tenero nipotino, sotto lo scroscio dell’acqua si accucciò davanti a me e mi avvolse dapprima la cappella, sentii la sua lingua lavorarmela con bravura estrema. Ospitò poi i miei coglioni in una mano e meli tirò delicatamente, che fantastica sensazione, nessuna donna me l’aveva mai fatto. A scatti accolse il fusto del mio cazzo nella bocca, scese giù di qualche centimetro poi si fermò mentre la sua lingua all’interno continuava incessantemente a lavorare, ancora un altro paio di centimetri, poi ancora, ancora, ancora’.. Me lo ingoiò tutto, fino all’ultimo millimetro, che magnifico pompino, lo aveva insalivato parecchio, sentii che lui scivolava verso l’alto e poi questa volta in un sol colpo se lo ficcò tutto in bocca. Tenevo gli occhi chiusi e le mie mani sul suo capo, gli dettavo il ritmo che nel frattempo era diventato molto rapido, la cappella sbatteva come un martello pneumatico contro la sua gola, lo stavo trapanando, lo scopavo in bocca, il ritmo diventò forsennato e la sborrata arrivò all’improvviso, forse non feci in tempo a togliermi o forse non lo volli proprio fare e così gli sborrai in bocca. Il ragazzino, non si ritrasse, non sputò, non fece nulla di tutto ciò, semplicemente ingoiò tutto il mio caldo seme fino all’ultima goccia. Si risollevò, mi prese il viso tra le mani e tentò di baciarmi con la lingua, io opposi un po’ di resistenza ma lui insistette ancora, finché io aprii la mia bocca e iniziai a baciarlo con passione, come fino a quel momento avevo fatto solo con le donne. Mentre mi baciava con una mano mi afferrava ancora il cazzo me lo toccava nuovamente, mi accarezzava con le sue dita di velluto la cappella liscia, poi le sue mani sulle mie spalle che mi spinsero giù. Ancora io cercai di resistere, il mio subconscio lottava contro quel rapporto omosessuale, ma poi dovetti cedere e mi trovai davanti quel mostruoso e incredibile cazzo. Poteva mai un ragazzino avere un arma da guerra come quella? Come un ciclope la sua gigantesca mazza mi guardava con l’occhio centrale. Diedi un timido colpo di lingua sotto al suo frenulo teso come la corda di un violino, poi mi feci coraggio e lo leccai in modo più deciso, quindi lo imboccai e riuscii a farmi entrare il cappellone dentro la bocca. Provai a ricambiare il suo lavoro di lingua sul mio cazzo, lo sentii gemere e compresi che ci stavo riuscendo. Riuscii a malapena ad infilarmi nella bocca un poco più della metà, poi lui mi prese il capo con le mani e spinse a fondo, mi sborrò in gola ed io pensai di morire soffocato. Non mi venne nemmeno lontanamente in mente di sputare via il suo succo e molto semplicemente lo inghiottii tutto. Quando mi sollevai ci baciammo ancora e poi terminammo di lavarci, quindi uscimmo dalla doccia e ci rivestimmo. Lui mi chiese solo semplicemente se mi era piaciuto. Gli dissi di si, ma che io non ero gay. Mi rispose che non lo era nemmeno lui, che era solo bisex e che forse lo ero anche io. Ritornammo sotto e ci sedemmo a tavola, fu una buonissima cena e anche una ottima compagnia. Poi verso le due dopo mezzanotte andammo a dormire e……

Buon sesso a tutti e auguri di buon anno da parte di ombrachecammina
scrivete a: alexlaura2620@libero.it

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