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Racconti Gay

Dominato

By 30 Gennaio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo l’emozione del primo incontro bisex, del primo pompino ricevuto da una bocca maschile, del primo pompino fatto, della prima scopata… sentivo il bisogno di sperimentare ancora la mia bisessualità.

In chat ho trovato Franco, 45 enne, che si offre di ospitare persone decise e vogliose. 175×80, maschile, vive vicino a me… lo contatto. Parliamo di cosa ci piace fare, a lui piace essere molto autoritario. Io sono interessato, purch&egrave non si esageri e non si scada nella violenza, che non mi interessa. Ok, dice lui, vieni da me e chiama il cellulare quando sei in questa strada.

Parto con la solita emozione e voglia/paura di andare. Trovo parcheggio nella strada indicata e lo chiamo, non senza esitare per qualche secondo pensando di tornare indietro. Lui mi dice il numero civico, e che troverò portone e porta di casa aperte, al primo piano.

Sento il suo sguardo sconosciuto su di me mentre cammino verso il portone, entro e salgo le scale, vedo la porta socchiusa e entro in un salotto/ingresso ampio e illuminato solo dalla luce che entra dalla finestra.

– Permesso?-
– Spogliati.-

Chiudo la porta, mi guardo un attimo intorno e intravedo la sua sagoma nella vicina cucina, buia. Mi tolgo la giacca. Poi le scarpe. Il silenzio aumenta la tensione. Via i pantaloni. E’ inverno ma per fortuna la casa &egrave riscaldata bene. Via la maglia. Sono in maglietta, mutande e calzini.

– Ancora?-
– Certo.-

Tolgo la maglietta, poi le mutande, infine i calzini. Sento il freddo del pavimento nei piedi e aspetto, ancora vicino alla porta.

– Mettiti a pecora –
Mi inginocchio e poi mi metto a quattro zampe, girando il sedere verso di lui.

– Fatti un ditalino. –
Mi bagno il medio e comincio a inumidirmi il buchetto, ripeto l’operazione 3-4 volte poi inizio piano piano a sditalinarmi, oscenamente spalancato verso quello sconosciuto.

– Non ti voltare. –
Sento i suoi passi e la tentazione di guardarlo &egrave forte, ma resto fermo, a quattro zampe, ad aspettare. Sento che si sta bagnando le dita. Poi sento che si inginocchia dietro di me e il suo respiro &egrave sul mio culetto. Mi chiedo se voglia leccarmi ma &egrave un illusione: sputa e sputa di nuovo per bagnarlo. Il suo medio si fa strada dentro di me, con forza. Fa un pò male ma tradisco il dolore solo respirando più profondamente. Spinge il dito fino in fondo, sempre più velocemente. Aggiunge l’indice. Ansimo e mi dimeno. Mi mette la mia maglia sul viso e mi fa distendere sul freddo pavimento a pancia in giu. Ho il volto di lato ma coperto dalla maglia. Sento la fredda durezza del lattice appoggiata sul buchetto, capisco che mi vuol scopare. Per un attimo me lo immagino, senza volto, che si masturba e si mette il preservativo mentre salgo le scale di casa sua, già sicuro di potermi scopare come e quando vuole. Sa che sono lì per questo. Il pensiero mi eccita ma &egrave breve perch&egrave subentra il dolore della sua penetrazione. Sento i suoi jeans, non si &egrave nemmeno spogliato. Affonda sempre più in profondità, si fa strada senza alcun riguardo. Mi scappa un piccolo urlo per il dolore, lui con la maglia mi avvolge la bocca.

– Zitto. –
Il dolore muscolare &egrave intenso, non ero ancora ben pronto ma a lui non importa, spinge e arriva in fondo poi inizia a scoparmi. I jeans mi strusciano addosso e sono quasi fastidiosi, come il suo silenzio e la sua scopata dolorosa ma meccanica, senza emozioni, senza passione. Penso che per lui in quel momento sono come una bambola di gomma nella quale svuotarsi e questo pensiero mi riscalda le guance e mi eccita. Mentre spinge con forza dentro di me, il mio cazzo moscio e le mie palle strusciano sul freddo pavimento. Respiro a fatica attraverso il maglione, ansimo.

– Era questo che volevi? –
– Sì –
– Cosa &egrave che volevi? –
– Farmi scopare –
Si distende su di me completamente, sento anche il suo maglione sulla schiena ora, mentre continua a spingere. Il pavimento &egrave scomodo ma a lui non importa. Lo sento ansimare sul collo, &egrave eccitante. La sua bocca sul collo. In un attimo senti i suoi denti e il dolore mentre morde e succhia per qualche attimo.

– Oh, che fai? –
– Ti ho lasciato il marchio. Sei roba mia. –
– Ma dietro la schiena? –
– Certo, dove solo un uomo che ti scopa può lasciarlo –
Rifletto per un attimo, indeciso sull’andarmene incazzato o rispondere male, ma mi tira su, di nuovo alla pecorina, tenendo il suo cazzo in me. Finalmente mi scopa con passione, perde il ritmo, ansima forte. Finalmente vive quella scopata con un uomo e non con una bambola. Mi sculaccia. Di nuovo. Ancora più forte. Penso per un attimo ai possibili segni ma so già che comunque dovrò stare ben vestito per diversi giorni, con quel succhiotto dietro il collo. Mi scopa come un invasato ormai, fa male e brucia ma sono troppo preso dal ritmo e dall’ansimare per protestare. Anche lui ansima, sempre di più e all’improvviso gode, lo sento dal movimento che cambia, dal fatto che perde completamente il controllo dei muscoli prima ancora che dalla sua voce. Non urla ma il tono &egrave decisissimo.

– Sborro! –
– Sì, vieni –
– Godoooooooo! –
I colpi sono sempre più confusi, lo sento affondare fino all’estremo, come se volesse spingermi il suo seme più a fondo possibile. E io lo accolgo, protetto dal profilattico e soddisfatto per il suo godimento, anche se distrutto nelle interiora e in tutto il corpo per il contatto con il pavimento.

Si lascia andare per un attimo sulla mia schiena ansimando fortissimo. Sento il suo cazzo che si ritrae piano dentro di me e mi dispiace. Si solleva facendolo uscire e lasciandomi solo il dolore della penetrazione animalesca. Si mette in ginocchio sulla mia schiena, sento che toglie il preservativo e poi sento liquido colare sulla mia schiena, sta strizzando il preservativo che deve essere molto pieno. Sento il suo seme sulla parte bassa della schiena, che si addensa in un laghetto. Le sue mani, grandi e forti, mi massaggiano con quella perversa pozione. La spande sulla parte bassa della schiena con movimenti decisi, fino all’inizio della fenditura delle chiappe. Anche lì la struscia, avverte forse il mio nervosismo e risale. Lo sento avvicinarsi con le ginocchia al mio viso, toglie la maglia e si sgocciola lo sperma residuo dal suo cazzo ormai moscio al mio viso, alle mie guance. Faccio appena in tempo a vedere il suo cazzo che lascia colare piano quel seme e richiudo gli occhi per proteggerli, un attimo dopo il suo cazzo scivola molliccio sulla mia guancia, sulle mie labbra. Spinge leggermente ma non lo lascio entrare, allora continua a ripulirsi dove trova pelle pulita: guance, collo, orecchie.

Quando si ferma apro gli occhi e finalmente lo vedo: fisico potente, petto ampio con peli brizzolati, capelli brizzolati corti, spalle larghe, pancetta quanto basta, il cazzo moscio che penzola vicino al mio viso. Strano vedere per la prima volta una persona dal basso, in quella posizione. Tutto sommato &egrave un bell’uomo. Sorride.

– Bravo, ora rivestiti e vai via, tra un’ora torna mia moglie. Ricontattami quando ne vuoi ancora. –

Non pensavo che lo avrei mai rifatto, e invece &egrave successo. Sono andato di nuovo da lui, due settimane dopo il nostro primo breve ma intenso incontro. Una serata noiosa in casa, niente alla tv, voglia di masturbarmi. In chat riconosco il suo nickname, lo contatto, mi riconosce, mi dice di andare da lui, che sua moglie ha il turno di notte in ospedale e questa volta possiamo avere più tempo. Rifletto mentre il cursore lampeggia.
– Lo so che hai pensato e ripensato al mio cazzo dentro di te, smettila di far finta di avere dubbi. –

Venti minuti dopo varco nuovamente la porta di casa sua, ritrovo quell’ingresso buio che stavolta fa meno paura. Chiudo la porta senza dire niente, mi spoglio meccanicamente sapendo che da qualche parte lui mi sta guardando. Non lo vedo in cucina, e mi viene qualche dubbio. Sento tirare uno scarico di bagno, una porta che si apre, la sua sagoma che avanza nell’ombra. Si avvicina e si ferma a due metri dal me, ha la zip abbassata e il cazzo in mano. Ride.

– Sei già nudo, ma quanta voglia di cazzo hai? Vieni qui, puliscilo. –
Mi avvicino e mi metto in ginocchio davanti a lui, sento l’intenso odore di urina ma lo metto in bocca senza pensarci un secondo, &egrave ancora moscio ed &egrave una rara prelibatezza poter ciucciare un cazzo moscio.
Il sapore leggermente acido del residuo di urina non mi ferma, lo ciuccio lentamente così come &egrave, poi lo scappello e lo lecco bene mentre cresce tra le mie labbra. Comincio a muoverlo avanti e indietro nella mia bocca mentre si indurisce, lo faccio volutamente in modo rumoroso, per eccitarlo. Sento le sue mani sulla testa, che accompagnano il movimento. Diventa sempre più duro, il sapore &egrave sempre meno forte ma l’odore resta inebriante. Lo guardo dal basso per la prima volta quella sera, lui mi fissa mentre mi guarda. Immagino che deve essere eccitante vedere un maschio in ginocchio davanti a s&egrave che gli sta facendo un pompino. Decido di eccitarlo ancora di più, prendendo il cazzo in mano come uno scettro e iniziando a leccarlo sull’asta, guardandolo fisso negli occhi. Socchiudo i miei occhi e lo struscio sul viso mugolando leggermente. Lui me lo toglie dal viso, con studiata cattiveria.

– Alzati –
Mi alzo.
– Voltati –
Mi volto.
– Cammina davanti a te, vai verso quella stanza con la porta socchiusa. –
Mentre mi avvicino, vedo dalla porta un lieve chiarore, che avvicinandomi riconosco essere un monitor di pc.
Entriamo nello studio, anch’esso praticamente buio, lui si siede davanti al pc.
– Vieni qui. –
– Prendo una sedia? –
Ride.
– In ginocchio. E succhialo piano, non voglio godere –
Allarga un pò le cosce mentre mi inginocchio tra le sue gambe, dando le spalle al monitor. Vedo che &egrave ancora in chat, e mentre lui scrive sporgendosi in avanti inizio a leccargli l’interno delle cosce, le palle, l’addome, il cazzo. Lui non lo sa ma &egrave il mio uomo oggetto in quel momento, ho un bel corpo tutto per me, che non chiede niente e mi lascia libero di leccare e fare quello che voglio. Lui chatta chissà con chi e io succhio lentamente ma con gusto quell’asta dritta e dura, mentre gli accarezzo le cosce e le palle.

– Come ti chiami? Solo di nome, intendo. –
Smetto di succhiarlo solo per un attimo.
– Francesco –
Mentre scrive sulla tastiera ricomincio il mio lavoretto. Immagino che stia raccontando a qualcuno in chat.
– Conosci altri fiorentini di 40 anni? –
– Certo – gli rispondo
– Guarda lo schermo – mi dice
Mi volto e ci metto più di qualche secondo per rendermi conto che metà dello schermo &egrave occupato da una finestra di messenger con il mio viso che fissa lo schermo, e dietro di me mezzo corpo di uomo col cazzo in bella vista.

Ciao Francesco :-)
appare nella chat di messenger.
Mi alzo di scatto e mi metto fuori dalla portata della cam, lui ride e mi dice – Dove vai, stai tranquillo –
– Mi hai messo in cam, sei pazzo? –
– Sai quanti fiorentini 40enni ci sono? –
– E se &egrave uno che mi conosce? –
– E’ in una chat per incontri gay, se anche fosse un tuo amico cosa può dirti? –
– Ma cosa vuol dire… &egrave comunque una figura di merda-
Tranquillo, ormai ti ho risconosciuto Francesco :-)
– Visto, mi conosce? –
– O magari ha riconosciuto la voce – risponde lui ridendo.
– Cazzo, ci sente pure? –
– Certo… ma cosa ti importa, lo vedi che stai sclerando per niente? Se non ti conosce e sta scherzando, tu ci stai cascando. Se ti conosce, al massimo trovi un nuovo amico da succhiare, come se tu lo avessi trovato entrando in questa casa l’altra volta, mica sapevi chi ero no? –
Stavo scherzando, dai, non ti conosco!!!
– Vedi, non ti conosce? –
– Certo, ha paura di perdersi lo spettacolino! –
– E tu non lo deludere… vieni qui, dai, avvicinati –

Con una mano mi accarezza la gamba mentre cerco di pensare senza riuscirci. La carezza si fa più intensa, la mano mi afferra una chiappa e mi tira a s&egrave. Guardo sullo schermo il suo corpo inquadrato dal petto in giù e il mio cazzo moscio che spunta dal lato della cam. Mi dà un leggero schiaffo sul culo.
– Siediti qui, sulle mie gambe, non ti vedrà in viso –
– Tanto ormai… –
Mi siedo sulla sua coscia, per la prima volta lo vedo vicino in volto, non sono attratto da un viso di uomo, di solito, ma in quell’occasione, nudi nella penombra, con le mie chiappe aperte sulla sua coscia…

Chiudo gli occhi e lo bacio, subito con la lingua, con forza, mentre lo masturbo con una mano. All’inizio lui sta fermo, poi ricambia con la sua lingua. Il fiato non &egrave quello di una donna, &egrave quasi puzzolente, ma di un puzzolente perverso, eccitante. Sto baciando in bocca un uomo, per me &egrave un gradino sopra il farmi scopare da lui, ancora più depravante. Ho raggiunto l’apice o forse il fondo dell’esplorazione della mia bisessualità, mentre rallento il bacio facendolo diventare quasi dolce, mentre dietro di noi sento il suono dei messaggi in arrivo su messenger e me ne frego. Sono seduto di lato sulla sua coscia destra, con la mia mano destra lo masturbo, piegato sul suo viso in un bacio senza fine. Lui con la sua mano destra mi fa alzare leggermente e mi mette il dito medio in culo. Aggiunge l’indice.
Sono in una posizione innaturale, leggermente alzato dalla sua coscia, piegato in avanti, aperto all’esplorazione delle sue dita dietro e della sua lingua in bocca. Penso allo sconosciuto (forse) che ci guarda, vede le porcate tra i nostri corpi ma non vede il bacio, faccio in modo di renderlo rumoroso per renderlo partecipe.

Ho perso il controllo ormai.
Mi volto verso lo schermo, e mi appoggio il suo cazzo sul buco dietro.
– Aspetta, non ho ancora messo la protezione. –

Ho perso il controllo ormai.
Con la mano guido la sua asta bollente proprio sul buchetto e mi spingo verso il basso, sedendomi su di lui.
– Che fai, sei sicuro? –

Ho perso il controllo ormai.
Spingo forte, spinge forte. Entra. Mi allarga. Dolore ma voglia di andare avanti.
– Oddio, sì –

Ho perso il controllo ormai.
Senza remore mi sta rompendo il culo. E io lo aiuto, finch&egrave non riesco a sedermi completamente su di lui, ansimando forte per il dolore e l’eccitazione. Lo sento caldo e durissimo completamente dentro di me. Non lo vedo, vedo solo lo schermo che riprende i nostri corpi dal naso alle ginocchia, seduti l’uno dentro l’altro. Leggo i messaggi scritti dallo spione.
ma vi state baciando?
le troie non si baciano, si scopano!!!
vi sento baciare frociiiiiii
senza preservativo?
ma siete senza preservativo???
non vedo un cazzo, ce l’hai dentro francesco?
sì secondo me te lo stai infilando tutto dentro, troiaaaaaaaaaa
francesco se sapevo che eri così troia te lo buttavo anche io nel culo l’altra sera :-)

Lo smile a fine frase fa pensare a una battuta. L’altra sera ero a cena con amici ma chi non &egrave uscito “l’altra sera”? Per ora non ha dimostrato di conoscermi… il pensiero si ferma un attimo e poi prosegue … peccato. Vengo chiamato alla realtà da un colpo di reni da dietro che mi sconquassa il culo e la spina dorsale. Mi sfugge un urlo e la sua mano mi tappa la bocca, come la prima volta che mi si &egrave infilato dentro, distesi sul pavimento del suo salotto.
Penso alle differenze. Sento il suo cazzo dentro di me definito come mai, sento la cappella, la pelle abbassata sotto la cappella, l’asta dura e quasi piegata dal mio corpo. Davanti a noi uno sconosciuto osservatore. Allargo le cosce mettendole all’esterno di quelle del mio scopatore. Mi piego all’indietro, appoggiandomi con la schiena sul petto e sul viso del mio uomo. Nella cam si vedono bene le sue gambe pelose leggermente aperte, le mie gambe oscenamente spalancate, il suo cazzo completamente dentro di me, le sue palle ciondolanti.

mmmm &egrave tutto dentroooooo
Mi muovo roteando il bacino, danzando su quel cazzo turgido come una danzatrice del ventre in un film porno. Lui ansima. Continuo i movimenti per un pò, poi rimetto le cosce tra le sue, mi sollevo leggermente dal cazzo e mi piego in avanti. Guardo lo schermo. Il mio viso &egrave in primo piano, sudato e inespressivo. Socchiudo gli occhi mentre il mio uomo da dietro mi prende i fianchi e decide di scoparmi, finalmente. Ansimo a bocca leggermente aperta, fissando la cam.
che troia che seiiiiii!!! francesco ti scopo nei cessi quando ci rivediamoooo!!!

Mentre il mio amante ansima e il suo cazzo mi sbatte senza tregua con forza, trovo la forza di dire verso il microfono “non vedo l’ora”. E sorrido con malizia mentre per la prima volta l’urlo di un uomo si accompagna a un carico di sborra dentro me.

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