Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Gay

Fine settimana in villa. Capitolo 3

By 18 Marzo 2023No Comments

Capitolo 3

Non so da quanto tempo sono immobilizzato sulla sedia ma la posizione rigida inizia a far indolenzire tutti i muscoli. Dalla bocca tenuta aperta dal bavaglio scende a tratti la saliva, mentre le fitte provocate dal plug si sono trasformate in un sopportabile, ma costante, dolore all’ano.
Finalmente sento le voci di persone che entrano nella sala e iniziano a prendere posto sulle sedie davanti al palco. Passano pochi minuti e intravedo due persone posizionarsi ai miei fianchi. Il cuore inizia a battere in modo velocissimo e un crampo forte mi prende allo stomaco.
Senza dire una parola uno dei carnefici mi toglie il bavaglio dalla bocca; il tempo di chiuderla e aprirla e l’altro stringe un paio di volte il soffietto collegato al plug. Non riesco a trattenere un forte lamento di dolore a cui risponde immediatamente una ulteriore stretta del soffietto. Subito dopo il leggero sibilo del plug che si sgonfia ne anticipa lo sfilamento.
“L’uomo che è seduto su questa sedia sarà nelle nostre mani in questi due giorni. Ogni parte del suo corpo sarà a disposizione del nostro piacere.” La voce di Barbara calma e suadente zittisce i brusii della platea e da inizio alla prima sessione di “gioco”.
Sempre con voce calma continua “Voi sapete, gentili amici e amiche, che l’Asia è stata la patria delle più raffinate forme di tortura e di esecuzione. Anche innocui nastri di seta potevano trasformarsi in potenti strumenti di sofferenza e dolore”.
Smette di parlare mentre uno dei carnefici si avvicina alla sedia impugnando un nastro giallognolo.
Si pone alle mie spalle e mi avvolge il collo con il nastro. Barbara mi guarda con un viso inespressivo, distaccato. Pochi istanti e poi muove leggermente il capo.
Immediatamente sento stringersi il nastro attorno al collo; respiro a fatica mentre le tempie sembrano voler scoppiare. Vorrei dimenarmi per la mancanza di aria ma ogni parte del mio corpo è immobilizzata. Per un attimo penso di urlare la parola di sicurezza ma mi fermo e mi limito ad utilizzare la poca aria che ho nei polmoni per emettere dei rantoli.
Passa un tempo interminabile prima che il nastro venga allentato in modo di consentirmi di prendere fiato. Appena la respirazione torna normale il nastro viene nuovamente stretto. Alla sensazione di soffocamento e alle tempie che pulsano impazzite, questa volta si aggiunge l’imbarazzo di una erezione potente a cui segue immediatamente una forte legatura dei testicoli. Pochi gesti e le mie palle vengono strette da un laccio.
Per tre, quattro volte il nastro si stringe e viene allentato per poi essere sfilato. Non c’è una parte del mio corpo che non sia indolenzita, ogni tentativo di movimento provoca fitte dolorose e quindi con grande fatica tento di mantenere una posizione immobile.
La voce di Barbara rompe il silenzio “Come avete potuto vedere la nostra vittima, pur soffrendo, ha avuto l’ardire di mostrarci la sua erezione. Immagino che anche lor signori in platea non siano da meno in fatto di erezioni, per cui ci prenderemo un intervallo in cui chi vorrà potrà verificare se risponde a verità il fatto che il soffocamento provoca l’allargamento dello sfintere”.
Subito i miei carnefici mi slegano e mi trascinano ad un tavolino su cui mi fanno appoggiare con il petto e il ventre. Le gambe vengono fissate a quelle del tavolino mentre le braccia vengono tenute tese, ognuna da un carnefice.
Barbara si avvicina all’orecchio e mi bisbiglia poche frasi “Adesso ti passeranno davanti, uno ad uno, i nostri ospiti con il pene fuori dalla patta. A due di loro dovrai lubrificarlo con la bocca in modo che possano prenderti. Se non lo farai sceglieremo i due più grossi. A te la scelta”
Iniziano a sfilarmi davanti i peni in erezione e mi sembrano tutti enormi. Non ho mai leccato o succhiato cazzi ma so che quelle di Barbara non sono minacce campate in aria. Quindi ne faccio passare un paio e poi apro la bocca. Il tizio lo infila con un solo colpo e mi sembra debba entrarmi fino alla trachea. Goffamente inizio a succhiare e leccare in modo di renderlo il più lubrificato possibile. Con calma il prescelto sfila il cazzo dalla mia bocca e si sposta alle mie spalle. Sento che spinge e inizia a introdurre ed estrarre la cappella; una, due, tre volte fino a quando con un colpo di reni fa esplodere il mio culo ed entra fino a farmi sentire il contatto con la patta dei pantaloni.
Con un ritmo cronometrico pompa nel mio culo mentre riprendono a scorrermi davanti i rimanenti peni tra cui dovrò scegliere il mio secondo sodomizzatore.
Lo scelgo subito, apro la bocca e vengo nuovamente penetrato fino in gola. Mentre lubrifico il secondo cazzo il primo inizia ad aumentare il ritmo e mi riempie il culo del suo sperma.
Le palle ancora strette nel laccio sembrano voler esplodere , il muscolo del culo dilatato lancia fitte dolorose ma l’adrenalina mi sta portando ad uno stato di estasi.
Sento spingere nuovamente, una nuova esplosione, un gemito molto forte mi esce dalla bocca. È dolore, forte, intenso, ma prima che lui esca sento togliere il laccio dalle palle e mi esplode un orgasmo potente che non ricordo di aver mai provato prima.

5
2

Leave a Reply