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Racconti di DominazioneRacconti Gay

fine settimana in villa

By 21 Febbraio 2024No Comments

cap. 1
Sono passati alcuni anni da quando ho vissuto questa esperienza. Faticosa, dolorosa e intensa. Sono seguiti altri momenti e il sodalizio con Barbara (esiste e, ovviamente non è il suo nome) è sempre più forte.

Percorro la strada che corre tra le colline del Monferrato osservando distrattamente il paesaggio mentre cerco di risalire al come ha fatto Barbara a convincermi ad accettare di diventare un oggetto sessuale nelle mani di alcuni suoi amici.
Un intero fine settimana fuori dalle righe, in cui pochi limiti e tante perversioni mi avrebbero proiettato nel mondo del BDSM.
Tra uno sguardo distratto e pensieri che passano velocemente dall’angoscia all’impazienza di iniziare, arrivo al luogo dell’appuntamento.
Dopo alcuni minuti di attesa vedo scendere un’auto dalla stradina inghiaiata che, partendo dalla piazzola in cui sono parcheggiato, si inerpica sulla collina verso un grande casale.
L’auto si ferma dietro la mia e ne scende Barbara. Sorridente si avvicina e mi stampa un bacio sulla fronte.
Giusto il tempo di salutarla e mi chiede se sono assolutamente convinto di accettare la sua proposta. Tentenno qualche secondo e poi annuisco. Barbara mi chiede ancora di confermare che conosco e accetterò le pratiche a cui sarò sottoposto ed anche che, l’uso della parola di sicurezza porrà definitivamente fine ad ogni tipo di attività.
Ormai sono in gioco e quindi le confermo tutto.
Barbara mi si avvicina e mi da un bacio profondo sulla bocca. Qualche secondo e poi si stacca bruscamente; dal viso sparisce il sorriso e la voce diventa insolitamente dura: “Spogliati”. Un comando secco a cui esito ad ubbidire:siamo al bordo di una strada e, anche se non sono passate auto, potremmo sempre essere visti.
Pochi secondi e la mano di Barbara afferrale mie palle e inizia a stringere con forza. Non so se mi manca il fiato più per la sorpresa che per il dolore ma inizio a spogliarmi.
Lei fa una breve telefonata e dopo pochi minuti vedo scendere dalla stradina un fuori strada. Scendono due uomini che, con i gesti precisi di chi ha grande esperienza, mi legano le mani dietro alla schiena. Mi infilano un grosso bavaglio in bocca e un plug gonfiabile nell’ano. Non esagerano nel gonfiarlo ma fastidio e dolore si alternano ad ogni movimento.
Subito dopo avermi legato le caviglie mi sollevano e mi coricano nel retro del fuoristrada. A quel punto Barbara si avvicina e mi infila un stretto cappuccio di cuoio. Sento lo sportello chiudersi e l’auto partire.

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