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Racconti di DominazioneRacconti Gay

Gli effetti del post quarantena

By 11 Maggio 2020No Comments

NB Racconto di fantasia.

– Ciao, ho letto il tuo annuncio. Hai skype per le videochiamate?

La mail che ricevo è diretta, poche parole dopo nemmeno 30 minuti che ho inserito l’inserzione.

– Ciao. Si, ho skype. Ma sei interessato al mio annuncio?

Domando a mia volta.

– Molto interessato. Mandami il tuo contatto. Tra dieci minuti posso chiamarti? Ti vorrei vedere per bene, in piedi nudo e con addosso solo i boxer. Per ora il volto puoi coprirlo.

– Va bene.

Rispondo con il batticuore allegando il mio contatto di messaggistica.

Ho giusto il tempo di spogliarmi come richiesto e far le dovute prove con la fotocamera per poter inquadrarmi nel modo corretto.
Passano quindi pochi minuti e il telefono suona.
Viene richiesto di aprire una videochiamata.

– Ciao.

La voce che arriva dal telefono è profonda e leggermene roca.
Sullo schermo si mostra il petto muscoloso e poco villoso dell’uomo, mentre nel piccolo rettangolo laterale, mi vedo a figura intera con solo la testa che rimane fuori dall’inquadratura.

– Per fortua non sei mingherlino, altrimenti andrebbe a finire che ti scasso. Fai un giro su te stesso.

Senza aver ancora aperto bocca, eseguo l’ordine.

– Molto bene. Ora avvicinati, ho visto che hai già il cazzo duro, fammi vedere da più vicino.

Anche sta volta eseguo silenziosamente e quando mi avvicino, mi viene ordinato di mettermi prima frontalmente e poi di profilo.

– Si…direi che sei cosa cerco. Dai uno schiaffo forte a quel coso che hai tra le gambe.

Me lo dovevo aspettare. Anche perchè l’annuncio che ho pubblicato parlava chiaramente.
Scritto pochi attimi prima che mi sborrassi addosso pieno di voglia e perversioni.
Voglio diventare di proprietà di un uomo forte, deciso e che sia un gran porco pervertito.
Cerco una persona dura e che ottiene tutto ciò che vuole anche usando la forza.
Ho però dei limiti che non posso superare e sono l’igiene, gli aghi, lo scat, tagli e i segni permanenti.
Se non siamo troppo distanti, escluso il lavoro sarò a tutti gli effetti sempre disponibile a soddisfare ogni perversione e potrò rimanere con il padrone anche per più giorni.
Ps. Sono un segaiolo.

Più o meno era scritto così.

– Bravo. Anche se però ti dovrò insegnare per bene cosa significa “forte”.

Rimane qualche attimo in silenzio mentre io non so assolutamente cosa dire.

– Girati, abbassati i boxer e allargati le chiappe. Voglio vedere il buco del culo.

Anche questa volta eseguo gli ordini.

– Si vede che ti hanno già ficcato qualcosa nel culo. Però è ancora stretto. Ottimo, ma ora voglio sentire la tua voce e quindi dimmi che sei la mia troia.

Schiarisco la voce con un colpo di tosse.
– Sono la sua Troia.

Riesco a dirlo senza saliva in bocca e con la voce rotta dall’eccitazione.
Dall’altra parte, silenzio.
Prendo coraggio.
– Posso essere quindi di suo gradimento? Posso diventare di sua proprietà?

Domando con voce tremolante dall’eccitazione.

– Lo vedremo quando ti ho tra le mani e ti posso fare cosa voglio.

La videochiamata si interrompe.
Per email mi viene richiesto il mio numero di cellulare.
Lo invio all’uomo e vengo quasi subito chiamato da un numero anonimo.

– Sei tu?
La voce è la stessa della videochiamata.

– Si.
Rispondo.

– Bene.
La chiamata si interrompe.

Non l’ho piu sentito.
Non ha più risposto alle mail dei giorni successivi.

La quarantena è infine conclusa da un po di tempo ormai.
Sabato mattina. Mi sto segando da una mezzoretta quando il cellulare inizia a squillare.

Numero anonimo.

Mi fermo dallo scorrere  immagini e tenendo una mano sul cazzo, rispondo al telefono senza sapere chi sia.

– Cosa stai facendo?

Subito non ricollego la voce ai fatti di ormai quasi un mese prima.

– Scusa ma chi sei?
Rispondo dubbioso.

– Coglione! Chi vuoi che sia? Sono il tuo padrone! Ti sei già dimenticato di essere la mia puttana?

In un baleno mi torna tutto in mente.
L’annuncio, la videochiamata e tutte le seghe che mi sono fatto nei giorni successivi.

– Mi scusi.
Rispondo a bassa voce.

– Ti ho fatto una domanda. Vuoi rispondere si o no?
La voce dell’uomo sembra irritata.

– Si mi scusi. Mi sto segando guardando delle foto sul computer.
Rispondo rapidamente.

– Lo immaginavo che appena sei libero di fare cosa vuoi, stai tutto il tempo a segarti il cazzo.

Rimango in silenzio.

– Comunque sta sera voglio vederti e starai con me fino a domani sul tardi. Non hai altri impegni immagino.

La sua ovviamente non è una richiesta ma un imposizione.
Avevo programmato una serata che suppongo cancellerò, mentre il giorno seguente, pensavo di passarlo a dormire e segarmi ancora.

– Certo… Non ho altri impegni.
Rispondo con voce tremante dall’eccitazione che aumenta.

– Bene allora finisci di segarti e se sei ancora eccitato ti farai un altra sega. Non mi va che quando ti tocco il cazzo inizi subito a spruzzare come una cagna in calore.

– Va bene Signore.
Rispondo mentre il cazzo pulsa sempre di più.

– Voglio cazzo  e culo depilati. Ti vesti con pantaloncini, boxer, canotta e infradito. Per email ti mando l’indirizzo a cui ti voglio trovare alle 7 di sta sera.
Fa una pausa in cui lo sento ridacchiare.
– Ah… ti voglio a digiuno.

Non ho il tempo di rispondere e la chiamata viene interrotta.
L’indirizzo che ricevo è praticamente dietro l’angolo, basta pochi minuti per raggiungere la destinazione.

Decido comunque di pensarci dopo e come ordinato, riprendo a segarmi fino a quando non ho l’orgasmo.
Uno non mi è bastato e dopo il secondo, se non fosse che è ormai tardi, ne avrei voluto un terzo.
Mi sono quindi depilato con cura il cazzo e il culo, dopodichè doccia, vestizione e via in auto.

Seguo il navigatore che in breve mi porta alla destinazione corretta.
Sono in mezzo il nulla, in lontananza vedo una cascina che sembra abbandonata.

Il cellulare suona.
Numero anonimo.

– Si?

– Se sei tu quello in auto, prosegui e entra nel cancello della cascina che ti trovi di fronte. Ti aspetto.

Eseguo gli ordini e una volta entrato dal cancello, lo vedo in lontananza appoggiato ad un pilastro.
Raggiunto l’uomo, spengo l’auto e scendo.

– Togli pantaloncini e canotta, lasciali in auto.
Senza ribattere e senza aver ancora detto una parola, eseguo gli ordini di fronte l’uomo che tiene il volto coperto dalla mascherina e il cappellino in testa.

– Chiudi l’auto e dammi le chiavi.

Anche questa volta eseguo avvicinandomi all’uomo in infradito e boxer.

– Hai già il cazzo duro. Bene.
Afferma prendendo il mazzo di chiavi che gli porgo per poi metterle in tasca.

– Seguimi che ti porto in un bel posto.

Così, seguo l’uomo che presto entra nella casa.
Passato un corridoio, risaliamo due rampe di scale e dopo un altro corridoio, giungiamo in una grossa stanza piena di strani attrezzi, anelli pendenti da muri e soffitto, tavoli in legno massiccio anch’essi con anelli sui lati, corde, catene e tanto altro.

– Iniziamo con qualcosa di semplice. Mettiti in ginocchio schiena contro il tavolo.
Eseguo così gli ordini e una volta posizionato contro il tavolo, l’uomo si avvicina, mi toglie le infradito e posiziona con cura le gambe divaricate ai lati dei piedi in legno.
A questo punto le caviglie vengono legate, le cosce ancorate ai piedi del tavolo, i polsi invece vengono legati a due anelli pententi dai bordi del piano superiore in legno.
Così presto mi trovo completamente immobilizzato.

L’uomo si accovaccia di fronte a me sorridendo.
Con una mano raggiunge i miei boxer, li allarga e tira fuori il cazzo.
Lo impugna, tasta la cappella, stringe l’asta alcuni istanti e poi controlla le palle tastandole con interesse.

– Direi che ho materiale con cui divertirmi.
Afferma prima di rimettermi il cazzo nei boxer.

– Devi però capire come si fa, quando ti dico che ti devi colpire forte.
Nel momento stesso in cui finisce la frase, a mano aperta mi colpisce tra le gambe con forza e velocità.
Il colpo rimbomba nella stanza seguito da un mio gemito acuto e le palle che iniziano a lanciarmi fitte direttamente nella testa.

– Questo era un colpo dato con forza.
Afferma alzando la voce per poi dami uno schiaffo in volto che mi fa roteare il capo verso destra.

Ora anche la guancia sinistra brucia per il colpo ricevuto.

– Iniziamo a ragionare.
Afferma per poi raggiungere la mia bocca e infilarsi all’interno con tre dita della sua grossa mano.
– Apri bene.
Ordina ancora mentre mi tocca la lingua, i denti, le gengive e poi, si infila in gola.
Tenendo la lingua premuta, le dita scendono in gola facendomi mancare il fiato e producendo conati di vomito .
Nella stanza si sente distintamente il rumore della mi gola mentre tossisco per l’intrusione.

– E stai buono!
Esclama colpendomi nuovamente il cazzo con l’altra mano.
Ancora dolore alle palle, ancora un gemito soffocato dalle sue dita che scavano nella mia gola.
Stringo i pugni, chiudo gli occhi e la testa sembra scoppiare.

Finalmente si toglie dalla mia gola e le dita uscendo portano con se numerose scie di saliva.

– Bravo. Finalmente inizia a piacermi il tuo sguardo.
Afferma mentre cerco di riprendere fiato tra svariati colpi di tosse e con gli occhi lucidi dallo sforzo.

Guardandomi dall’alto, dopo essersi tolto la cintura, apre i jeans e li abbassa alle caviglie assieme ai boxer.
Un cazzo gia eretto, depilato e di notevoli dimensioni si mostra a poche spanne dal mio volto.
Ma pochi attimi e l’uomo si volta di schiena e si avvicina con il culo al mio volto.

– Leccami il buco del culo, altrimenti ti prendo a calci le palle fino a quando non ti metti a piangere.
Così dicendo con le mani allarga le chiappe e si appoggia sulla mia faccia.
Da leggera pressione però, l’uomo inizia a premere il suo culo sul mio volto.
La testa è schiacciata così tra il tavolo alle mie spalle e il suo culo.
Altro non posso fare, apro la bocca e tirata fuori la lingua inizio a leccare il buco del culo dell’uomo.
Il sapore e odore sono nettamente forti nonostante si senta un leggero profumo di bagnoschiuma.
Lecco quel forello in tutte le direzioni cercando per quanto mi sia possibile di respirare attraverso le chiappe premute sulla faccia.

– Domani mattina te lo faccio trovare piu largo, così ci puoi infilare la lingua dentro e me lo massaggi per un bel po.
Afferma prima di allontanarsi dal mio volto.

Quando si volta a guardarmi, ridacchia.

– Poverino… ti si è ammosciato!
Esclama prima di raggiungere i boxer con una mano e dopo averli allargati, poter constatare che mi si sia ammosciato il cazzo.
Sempre con la mano, entra all’interno di essi e impugnato cazzo e palle da una stretta energica che mi fa nuovamente gemere.

– Quanto godo, quando ti vedo così sofferente.
Esclama per poi lasciare la presa dal mio cazzo e tornare in piedi di fronte a me.
Con una mano scende a toccarsi il cazzo duro mentre continua a fissarmi.

– In poco tempo ti voglio far diventare una Troia e poi dopo che ti ho sfondato, ti faccio usare anche da altri. Se fai il bravo, ti faccio anche scopare qualche figa dopo che però me la sono sbattuta io. Ma per ora te le scordi le donne. Vedrai solo il cazzo e nient’altro.

Così dicendo, l’uomo si leva definitivamente pantaloni e boxer per poi portarmi il cazzo di fronte la bocca.

– Ciuccia
Ordina spingendo il cazzo tra le labbra.

A questo punto apro la bocca e lascio entrare il membro dell’uomo.
Il sapore di cazzo si sente immediatamente e poi mentre lui entra e esce lentamente, io mi limito a succhiarlo e leccarlo per quanto possibile.

Tutto questo però dura poco, fino a quando con le mani si appoggia al tavolo e venuto piu vicino con le gambe, assesta un affondo deciso.
Il cazzo mi finisce repentinamente in gola e il suo pube schiacciato sul mio viso non mi da via di scampo.
Rimane fermo piantato in me per diversi secondi in cui ho conati di vomito e non respiro.
Quando finalmente si stacca, non esce del tutto, rimane con la cappella in bocca fermo.

Ne approfitto per riprendere fiato e quando meno me lo aspetto, con un colpo di reni mi è nuovamente in gola.
Questa volta però non sta fermo e inizia a fottermi.
Nella stanza rimbomba il rumore della mia gola che viene fottuta alla grande. Il rumore dei miei conati di vomito e i miei gemiti per lo sforzo che faccio con gli occhi lucidi  tra il respirare e il non vomitare.

Lo sento ansimare e dopo poco, si ferma sulla lingua iniziando a schizzare in bocca il suo seme.

– Bevi tutto e ripuliscimi. Devi essermi  grato visto che non mi sono segato per tre giorni, solo per poterti riepire la bocca di sborra.

Ordina mentre ancora sborra con il fiato corto e gli occhi chiusi dal godimento.

Inghiotto a fatica, per niente abituato a bere sperma e dopo aver ripulio il cazzo rimango fermo con il suo cazzo in bocca.
Anche lui però continua a rimanere fermo in me, fino a quando, un getto improvviso mi colpisce il palato.

– Ora bevi anche questa.
Ordina ridacchiando.

Il gusto è salato.
Piscio.
Presto non posso far altro se non ingurgitare anche questo liquido mentre si libera la vescica senza sosta.

Quando meno me l’aspetto però, si allontana improvvisamente mentre ancora sta pisciando.
Preso in mano il membro, indirizza il getto sui miei capelli, sul mio viso e sugli occhi.

– Non ti scansare. Da bravo lascia che ti piscio in faccia.

Ad occhi chiusi e boccheggiando in cerca di aria, lascio così l’uomo svuotarsi sulla mia faccia e una volta finito mi porge nuovamente il cazzo da succhiare.

– Finisci di ripulirmelo.

Mentre è ancora nella mia bocca, torna a parlare.
– Ora mi vado a riposare e quando torno ti rompo il culo. Mettiamo un po di vasellina e poi te lo spingo tutto dentro fino alle palle. Sono curioso di sentire i tuoi versi da cagna mentre ti spacco.

Conclusa la frase, esce dalla mia bocca, guarda sorridendo il mio cazzo tornato duro e si allontana dalla stanza, lasciandomi legato al tavolo e bagnato di piscio.
Dopo un po che sono solo, inizio a risentire della scomoda posizione. I crampi iniziano prima alle gambe e poi anche alle braccia. La schiena inizia a dolere, come polsi e caviglie legati.
Non ho idea di quanto tempo stia passando quando chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi per quanto sia possibile.

Forse mezzora, forse di più. infine sento una porta sbattere  e poco dopo, l’uomo torna completamente nudo di fronte a me.

– Prima di romperti il culo ho deciso che ti faccio urlare un po.
Afferma posando un barattolo di vaselina sul tavolo.
Si avvicina, mi guarda, mi carezza la testa e poi impugna i capelli.
Dopo qualche leggero strattone lascia la presa e datomi uno schiaffetto sulla guancia si accovaccia di fronte a me.

Bastano pochi minuti per slegarmi.
Con pazienza attende che mi alzo dolorante e che mi sgranchisco, dopodichè, preso per i polsi, vengo nuovamente legato, ma questa volta a un anello pendente dal soffitto.
Le braccia vengono tirate in su, sopra la mia testa fino a quando sono tutto teso verso l’alto.
I boxer mi vengono rapidamente tolti mostrando così all’uomo il mio corpo totalmente nudo e con il cazzo duro che molleggia tra le gambe.

Prende quindi una piccola ciotola di plastica e messi dentro i miei boxer, ci piscia dentro.
Vedo quindi prendere con le mani i boxer e muoverli per diverso tempo nella ciotola, quasi come a volerli impregnare per bene.
Presto viene verso di me con la ciotola in mano e di fronte il mio viso, estrae i boxer gocciolanti.
Non mi ordina niente ma presto quella stoffa mi viene spinta tra le labbra e appena apro la bocca, me la spinge tutta dentro.
Ancora una volta sento il suo gusto di piscio e poco dopo, il liquido rimasto nella ciotola mi viene lanciato in faccia.

Silenziosamente raggiunge un armadietto da cui estrae una corda e una cinghia di quoio spessa.
Posa la cinghia sul tavolo e con la corda mi raggiunge. Si accovaccia di fronte a me, impugna dolorosamente le palle, le tira verso il basso e poi ci avvolge la corda attorno con piu giri.
Come fosse un sacchettino, le mie palle vengono strette in pochi minuti e con un capo della corda piu lungo, dopo che l’uomo si alza, si diverte a tirarle verso di se con discreta forza.
Sorride e avvicinandosi al mio volto, due schiaffi dati con parecchia forza mi arrossano le guance.
A questo punto fa passare la corda tra le mie gambe e ancora una volta la tira facendo in modo che le palle sbuchino da sotto il culo.

Senza lasciare la corda, si avvicina al tavolo e presa la cinghia in quoio, torna alle mie spalle.
Non parla, ma presto un sonoro colpo sulla schiena, mi fa urlare.
Senza pietà inizia a prendere a cinghiate prima la schiena e poi il culo.
I colpi si susseguono duri e costanti come sono le mie urla.
Mi sento il fuoco ad ogni colpo inferto sulla mia pelle e presto le lacrime iniziano a sgorgare dagli occhi, impossibilitato a sottrarmi a questa tortura.

Ad un certo punto poi, l’uomo torna di fronte a me e guardando il mio volto sorride.
Lasciata cadere in terra la corda legata alle palle, posa la cinghia sul tavolo e con le mani inizia a scorrere sul mio corpo fino a quando, raggiunto il cazzo, lo impugna e lo sega lentamente.

– Ti piace vero ? Ti piace come ti sto segando?
Domanda sottovoce senza smettere di segarmi e posando l’altra mano sul culo dolente per i colpi ricevuti.

– Questa stessa mano che ti sega, entro domani sera te la voglio infilare tutta nel culo.
Afferma ridacchiando prima di smettere di segarmi.
L’uomo torna al tavolo, prende il barattolo di vaselina e dopo averlo aperto, si cosparge abbondantemente il cazzo.
Una buona quantita la prende con le dita e dopo essersi posto alle mie spalle, con una mano allarga le chiappe per poi spalmare con cura il prodotto sul buco del culo.

– Vedi, nessun preliminare, lo cospargo solo da fuori.
Afferma ridendo.
Torna quindi al tavolo, prende ancora una piccola quantità che cosparge esclusivamente sulla sua cappella.

Tornato quindi alle mie spalle, lo sento vicino, sento il suo pene farsi largo tra le mie chiappe e poi, quando è posato sul mio ano, con una mano impugna il mio cazzo e con l’altra stringe le palle legate.
Il suo cazzo inizia quindi a spingere.
La pressione e sempre maggiore e il mio ano inizia a cedere.
Basta pochi attimi per sentire la cappella farsi largo e poi un po di fastidio fin quando non entra tutta.
L’uomo si ferma.

– Ora te lo rompo.

Alla sua affermazione, una spinta energica anticipa il mio urlo.
Il cazzo risale con forza nelle mie viscere per più di metà.
Rapidamente esce quasi tutto e poi, con un altro colpo di reni, cerca di risalire ancora più di prima.

– Non mi basta ancora. Lo sai?
Esce e rientra diverse volte con forti affonti e alla fine. Con un colpo deciso, il suo pube colpisce le mie chiappe mentre il cazzo risale nel mio culo fino alle palle.
Il culo brucia e diverse fitte mi arrivano dirette al cervello.

Non esce. rimane fermo e piantato in me.
Con la mano sul cazzo, torna a segarmi ma questa volta con forza e la mano sulle palle invece si stacca per ancorarsi al mio fianco sinistro.
Presto anche l’altra mano si stacca dal cazzo e si ancora al fianco destro.

Ora il cazzo torna a muoversi e lentamente esce del tutto lasciandomi un senso di vuoto dentro il culo.
Si riappoggia presto all’ano e questa volta con un colpo secco mi è dentro fino alle palle.

Urlo… eccome se urlo nonostante abbia i miei boxer in bocca.

Da qui, la cavalcata che segue è pressochè animalesca.
L’uomo con forza mi sbatte il cazzo dentro fino alle palle con una rapidità terribile.

– Troia. Te lo rompo che non ti puoi sedere per una settimana.

Così dicendo l’uomo non smette di scoparmi con violenza inaudita fino a quando, esce e giunto di fronte a me, mi sborra sulla pancia e sul cazzo.

– Come antipasto non è stato male. Riposati che presto iniziamo a fare sul serio.

A questo punto, ancora una volta vengo lasciato solo e appeso alle corde.

 

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