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In Treno in Una Notte D’estate

By 2 Ottobre 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Scrivendo le Mie Avventure, ch alla fine sono pagine tratte dal mio diario personale, mi son resa conto di come ho vissuto pericolosamente certe cose che ho fatto. Essere una Vacca esibizionista sempre in cerca di cazzo mi ha portato a dei livelli di pericolosità che solo l’incoscienza della giovinezza ti porta a fare. ripensandoci Oggi direi che sono stata davvero stupida e incosciente, potevo finire in guai molto piu’ grossi di me, son stata Violentata piu’ volte dai negri per la mia mania di esser scopata da maschi di colore. pensandoci anche qui’ mi son comportata da vera cretina. le cose che fai vanno prima pensate bene e poi realizzate,pesando bene le due misure,pericolo e sicurezza. la storia che vi vado a raccontare, ben rappresenta il mio periodo di incoscienza e di cretinaggine, perch&egrave mi sono andata a cercare una situazione come già mi era successo, che mi ha messa nei guai. ma piu’ guai trovavo, piu’ sembra ne volessi… e un paradosso assurdo se ci pensate. ecco come sono andati i fatti di quella calda notte di agosto in Città a Milano. Come ho accennato, era un’estate notturna e mi ero fissata di voler provare un’avventura in Treno. Dopo la scopata che mi era capitata andando a trovare Mamma in Veneto, con quattro Nneri, avevo deciso di riprovare l’esperienza del Treno, ma stavolta invece che un Treno a lunga percorrenza, avevo deciso di provare un pendolino di provincia e farmi portare fino al capolinea, vedendo cosa sarebbe successo. mi preparai attentamente, solito zainetto con dentro il necessario, cellulare, preservativi (li portavo dietro sempre ma poi raramente li usavo), fazzolettini di carta, ritocco per il trucco. addosso mi ero infilata, un completino intimo Nero Reggiseno a coppe dure, per darmi la forma ad un seno che ovviamente non avevo, tanga nero con pizzi e merletti ricamati sul davanti, classiche calze a rete nere con giarrettiere nere, stivaletti neri scamosciati a punta, con frange ai lati, un paio di shorts in Jeans sgambatissimi, li avevo ricavati tagliando dei vecchi Jeans facendone degli Shorts, una T-shirt Nera scollacciata a V davanti, e con la schiena nuda, una collanina argentata con un ciondolo a cuore, ben truccata, i capelli lunghi sciolti sulla schiena, (li ho sempre portati lunghi mai usato parrucche io), guantini di pizzo a rete unghie smaltate delle mani, rossetto rosso acceso, fondotinta, matita nera sugli occhi, ombretto. mi avviai verso la stazione che poco distava da casa mia, abitando in una periferia Nord di Milano dove c’era la stazione di Milano Certosa. avevo studiato le tabelle dei treni e visto che verso mezzanotte c’era un Pendolare che mi portava verso Varese, decisi di prenderlo fino al capolinea. entrai in stazione e mi misi sul binario 4 ad attendere il mio treno. erano le 23:46 minuti, guardai piu’ volte l’orologio quindi non posso sbagliarmi sul’orario. il treno era scritto arebbe transitato verso le 23:54 circa, attesi pazientemente seduta su una panchina fredda di ferro guardandomi in giro, tutto era silenzio e deserto. faceva un certo effetto, non avevo paura ma sentivo una sensazione strana, che si avverò subito dopo, quando vidi sbucare dalla scalinata del mio binario, quattro ragazzoni neri che ridevano e scherzavano nella loro lingua vociando e rompendo il silenzio circostante la stazione. dovevano essere africani o senegalesi, erano tutti e quattro alti magri e neri come la notte. vestiti con dei pantaloni da Rapper larghi e magliettine scolorite, dei berrettini con visiera in testa. mi lanciarono subito un’occhiata ma voltai lo sguardo e la testa altrove. attendevo il treno con molta impazienza. intanto mi domandai come mai ogni volta che prendevo un Treno mi trovavo con certi personaggi, mi era già successo nel viaggio in veneto quando ero andata a trovare Mamma. la cosa sembrava ripetersi,forse ero una calamita per certi tizi, o forse erano solo coincidenze. sta di fatto che quei quattro mi rendevano assai nervosa,mai una volta che potevo fare qualcosa con degli uomini bianchi e maturi come piaceva a me. dovevo sempre avere attorno la fastidiosa presenza di questi neri. cercai di non farci caso e li lasciai alle loro cretinate, continuavano a ridere e parlottare. iniziai ad alzarmi e camminare nervosamente avanti e indietro sul binario evitando di passare dov’erano loro, ma anche cosi’ non sono riuscita ad evitare che mi fissassero e facessero dei commenti sussurrandosi chissà cosa tra loro. li tenevo d’occhio con la coda degli occhi. Finalmente il Treno arrivò transitando sulla banchina e fermandosi proprio difronte a me. attesi l’apertura delle porte e salii, notando con piacere che all’interno non vi era molta gente per mia fortuna ne che saliva ne che scendeva. notai però che i quattro guastafeste neri, salirono un vagone dopo il mio, e sperai non mi venissero a rompere le scatole. presi posto in una poltroncina accanto la finestra, ho sempre detestato i treni con gli scompartimenti aperti, preferivo quelli vecchia maniera. dopo qualche minuto le porte si chiusero, e lentamente il treno si avviò. mi rilassai, accavallai le gambe guardando fuori dal finestrone la notte buia che avvolgeva tutto. Mi chiesi se avrei combinato qualcosa quella Notte, o se quel Viaggio mi avrebbe poi portato solo appunto un viaggettoa vuoto nel Varesotto. intanto che pensavo alle mie cose, non notai l’arrivo da un’altro vagone di un’uomo, avrà avuto sui Cinquanta Cinquantacinque Anni piu’ o meno. appena mi destai dai miei pensieri, tornando con la testa alla realtà, lo vidi venire sorridendo verso di me, fermarsi e chiedermi se era libero e poteva sedersi, aveva tutto lo scomparto libero e vuoto, chissà perch&egrave era venuto proprio a sedersi difronte a me. Gli Ricambiai il sorriso, e gli dissi di accomodarsi pure. lo guardai bene, era un bell’uomo capelli brizzolati, maglietta rossa senza maniche, pantaloni scuri, ben rasato leggermente abbronzato, un accenno di pancetta una borsa nera occhi neri, mi fissò anche lui e i nostri occhi rimasero per un’istante assai lungo incollati come fossimo stati ipnotizzati. staccai lo sguardo da lui solo quando mi chiese gentilmente se facevo la tratta per Varese fino alla fine, gli risposi di si. devo scendere li e non sono pratico,gli sorrisi di nuovo e lo rassicurai, che il treno in cui eravamo non avrebbe fatto altre fermate se non al capolinea a Varese appunto. mi chiesi chi poteva essere quel tipo dall’aria bonacciona ma simpatica. Vidi che continuava a fissarmi le gambe accavallate e alla fine gli chiesi se gli piacessero le mie gambe o se avevo qualcosa di sbagliato. L’uomo scoppiò a ridere un po imbarazzato, e mi confessò che avevo proprio delle bellissime gambe, ‘scusa se ti ho spaventata… ‘ poi ha aggiunto. i suoi occhi adesso fissavano il mio pacco, che avesse capito che non ero proprio Donna? non che abbia mai avuto una voce da camionista, ma credo che nel parlare avesse capito che ero un maschietto alla fine, perch&egrave mi disse: ‘Sai… io non ho pregiudizi sessuali anzi.. mi piacciono moltissimo le persone come te’. gli sorrisi e lo ringraziai, sollevai il braccio destro, per sistemarmi i lunghi capelli e involontariamente nel tornare con la mano sulla mia gamba, sfiorai la sua. mi scusai subito, ma l’uomo sempre gentilissimo mi rispose, ‘ Ma figurati, Anzi mi farebbe piacere tenerti la mano se non ti da fastidio…’. rimasi stupita da quella richiesta ma sono stata al gioco e accettai, allungai la mia mano dalle unghie smaltate di rosso guantata con il pizzo, e l’uomo la strinse con la sua. non parlò, rimase in silenzio fissandomi per un’attimo, poi con la sua mano, indirizzò la mia sulla sua patta dei pantaloni facendomela strusciare contro, e sentendo dentro un bel cazzo che si stava indurendo sempre piu’. non parlai e lo lasciai fare senza problemi, la cosa iniziava a farsi interessante. intanto il viaggio continuava nella notte nel treno semi deserto. dopo un po di strusciatine, l’uomo senza mai lasciarmi la mano si guardò intorno, ma era come guardare se ci fosse acqua nel deserto, quindi accertato che nessuno lo vedesse, si tirò giu’ la zip si slacciò i pantaloni e mi fece impugnare il suo bel cazzo duro. aspettai che parlasse lui, non dissi nulla e iniziai a masturbarlo lentamente, poi lui disse ‘ Sapevo che eri una Puttanella e pure bellissima, lasciati dare un bacio’. anche li non mi sono sottratta al mio dovere, l’uomo si &egrave avvicinato a me piegandosi in avanti, ma gli risultava difficile baciarmi cosi’, lo facilitai io, senza smettere di segarlo, mi alzai mi sedetti sulle sue gambe gli buttai le braccia al collo,e li finalmente con passione lo baciai infilandogli la lingua in bocca, che l’uomo ricambiò subito. la situazione iniziava a scaldarsi e iniziavo a scaldarmi anchio, anche se per essere agosto faceva già abbastanza caldo da se. l’uomo slacciò i miei shorts frugando con la sua grossa manona dentro e tirandomi fuori il cazzo duro, iniziò a segarmi e ci masturbammo a vicenda, quando ormai stavo per venirgli in mano, l’uomo smise di segarmi facendomi fare un bel coito interrotto. ‘No.. cosi’ No.. non mi piace’ ha poi detto, ‘Voglio che sborriamo insieme ma non cosi’.. non in questo modo’. aspettai un suo gesto, oramai pendevo dalle sue labbra, mi sarei fatta fare qualunque cosa volesse, ero nelle sue mani e fremevo perch&egrave mi scopasse subito li adesso. la cosa parve eccitare anche l’uomo che mi lesse nel pensiero e disse ‘Vuoi che ti sfondi quel bel culetto da vaccona che hai cara?’ ho annuito con la testa, non ne potevo piu’, volevo essere aperta in due dal suo bel cazzo duro, e non me lo feci ripetere, con un gesto deciso, feci scivolare a terra gli shorts restando con il Tanga, mi sfilai la T-shirt restando in intimo, l’uomo si abbassò fino ale caviglie pantaloni e mutande, e con il cazzo duro mi invitò a sedermici sopra. mi voltai dandogli le spalle, cercando nello zainetto i preservativi, ma appena mi voltai dando le spalle all’uomo, questo mi prese cogliendomi di sorpresa per i fianchi, trascinandomi verso di lui,un’ondeggiamento del treno, mi fece perdere l’equilibrio e caddi proprio su di lui, nemmeno farlo apposta il destino ha voluto che caddi di schiena, forse anche tirata dall’uomo, e il suo bel cazzo duro, fini’ per infilarsi proprio guarda caso dentro alle mie chiappe morbide. ho lanciato un’urletto di dolore, mentre l’uomo invece sospirava come un maiale cercando di spingermelo ancora piu’ dentro, alla fine mi abbandonai a lui e il suo cazzo entrò dentro di m&egrave fino alle palle pelose. nemmeno mi chiese se mi ero fatta male il porco, che iniziò subito a farmi saltellare, stantuffandomi a colpi di cazzo, mentre io ad occhi chiusi sospiravo e godevo come una Puttana da strada.incredibile, erano passati solo pochi minuti da quando ero partita dalla mia stazione di Certosa, e adesso ero già li’ stantuffata da quell’uomo appena incontrato. ditemi voi se non e una cosa da Vacca questa, degna di qualsiasi donna Troia. assecondando il ritmo dell’uomo, lo aiutai a saltellare e agevolandolo a scoparmi meglio. che meraviglia, che paradiso, che goduria, non ho aggettivi per descrivervi il piacere che provavo mentre cavalcavo quel cazzo li sulla poltroncina di un Treno che mi portava non sapevo neanche dove. se ci mettiamo che eravamo alla vista di tutti, e che camminando da un vagone all’altro chi unque fosse entrato, ci avrebbe visti all’istante, rendeva la cosa ancora piu’ eccitante. dopo qualche minuto, stavo per venire e l’uomo non perse tempo a mettermi una mano sul cazzo e segarmi forte, fino a farmi venire riempiendogli il pugno di sperma calda. ‘Guarda che hai fatto Puttanella’ mi disse poi sorridendomi, ‘Ora Pulisci’… non fermandomi e continuando a saltellare sul suo bel cazzo duro, ho leccato tutta la Mia sperma, dalla manona dell’uomo, che mi mise davanti la faccia, mentre il porco mi dava i colpi finali prima di sborrare anche lui, e lavarmi l’intestino di broda calda. venne con un rantolo e un sospirone, riempiendomi il culo di calda sborra. non me lo tolse dal culo, finch&egrave non fu certo di essersi svuotato completamente le palle dentro di me. poi mi lasciò andare con le braccia esauste mentre io lo baciavo sulla bocca con ancora la mia sperma sulle labbra. mentre ero li che mi godevo ancora quel magico momento appena vissuto, l’uomo con una scusa di andare in bagno a sistemarsi spari’ dalla mia vista, non e piu’ tornato, e quando lo cercai in bagno, con mia sorpresa vidi che non c’era. perch&egrave sparire a quel modo? e dove poi? il Treno non si era ancora fermato, e non poteva che esser scappato in altri vagoni. mentre mi stavo sistemando, cercando di capire il suo strano comportamento, intravidi i Quattro negri che avevo visto alla stazione dove ero salita io. avevano degli strani sorrisetti sul viso, mi chiesi se quegli scocciatori avessero per caso spiato la scopata che mi ero appena fatta con l’uomo, se cosi’ fosse ero nei guai fino al collo. nemmeno il tempo di finire il pensiero, che i quattro si avvicinarono al mio sedile con ben chiare intenzioni. appena il tempo di dire anzi, balbettare un ‘Ciao Bela’ di uno di loro, che fui all’istante bloccata e subito messa in condizione di non muovermi o chiedere aiuto. uno mi aveva infatti tappato la bocca con la sua manona nera mentre altri guardandosi in torno, si calarono i pantaloni tirando fuori delle sberle di cazzi neri e lunghi che adesso fui subito obbligata a succhiare senza poter nemmeno fiatare. Fui presa cosi’ all’improvviso, che nemmeno ebbi il tempo di protestare, ma sarebbe servito poi? avevo già subito altre violenze di quel tipo da parte di quei negri, e ormai sapevo che ribellarsi, sarebbe servito solo a peggiorare la situazione. quindi ho fatto la cosa piu’ ragionevole che si può fare in quella situazione, assecondare i tuoi Stupratori, e godersi una seconda bella scopata. in un lampo, mi furono tolti di nuovo Shorts e T-shirt, fui messa a Novanta piegata sul sedile a gambe spalancate, e come avevo previsto, il primo mi infilò subito e senza troppi complimenti il suo lungo palo nero dentro facendomi meno male del previsto. il mio buchettoera ancora abbastanza largo per la scopata con l’uomo di prima, e quindi provai soltanto un po di bruciore quando quel palo grosso e nero mi affondò dentro fino ad arrivarmi quasi all’intestino. quello iniziò a stantuffarmi mentre gli altri mi palpavano da ogni lato e qualcuno mi faceva ingoiare il suo cazzo in gola. mi chiesi se era possibile che in quel treno, anzi in quel vagone non passasse proprio nessuno? possibile che a quell’ora nessuno faceva un giro tra i vagoni? pareva proprio cosi’, anima viva non si vedeva, mentre il treno percorreva il suo tratto nel buoi della notte, io venivo sfondata a turno da quei quattro negri stupratori. il ricordo e ancora fresco, nonostante il passare degli anni. non e vero che il tempo cancella certe ferite, o almeno non in certi casi almeno. la cosa che non capisco e questa: se la gente vuol scopare deve solo chiederlo, non prenderti con la forza, in caso non si sia consenzienti bisogna saper rispettare il volere delle donne. un SI rimane un Si, se una donna dice NO rimane NO!!!! certi uomini e parlo in generale, credono invece di potersi permettere un SI anche quando la risposta e un secco NO! nel mio caso ero una Vaccona una Puttanella una Troia, dite ciò che volete che me le andavo a cercare, ma continuo a ripetere che NO e NO e basta. per mia fortuna, quei quattro avevano la resistenza di un Topo, forse per la stanchezza o perch&egrave sicuramente avevano bevuto, potevo sentire l’odore di Birre sui loro vestiti, sta di fatto che per mia fortuna vennero quasi tutti subito, cosi’ il mio strazio fu minimo. mi lasciarono sulla poltroncina quasi nuda e piena di sperma da ogni lato. si erano svuotati bene le palle, e non si erano certo preoccupati di dirmi una sola parola. nessuno mi rubò nulla fortunatamente il mio zainetto rimase inesplorato, ma rimasi in stato di shock per qualche minuto, prima di potermi rialzare e trascinare al bagno del vagone. li con un po d’acqua fresca, sono riuscita a riprendere coscienza e sistemarmi. quando tornai nel mio scomparto, i quattro erano spariti nel nulla. sicuramente scappati avanti e ancora sul treno, non aveva senso rincorrerli e denunciarli chiamando la polizia ferroviaria. non volevo mettermi in situazioni ancora piu’ imbarazzanti. fini’ il mio viaggio a Varese, dove scesi e attesi nella cupola della stazione al riparo da gente curiosa, il treno del ritorno a casa. rincasai a mattino fatto. come sia tornata a casa in quello stato non ne ho idea. ricordo solo che cercai di passare per stradine poco frequentate e arrivai sana fino alla porta di casa. Un’altra avventura finita bene a metà,mi son detta sconsolata. felice della scopata con l’uomo, meno di quella con i quattro bastardi neri. ogni volta era la stessa cosa, mi dicevo di star attenta ma poi ci ricascavo sempre. il mio destino sembrava quello di esser sempre stuprata da neri animali senza pietà. ecco perch&egrave dico che con i neri ho un rapporto di Amore e Odio nello stesso tempo. li posso amare perle loro misure, per come sanno scopare e resistere per ore e ore senza mai sborrare, odiarli per come mi trattavano, senza un minimo di rispetto o attenzione. greta-sex@libero.it

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