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La famiglia bisex 9

By 12 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Una sera decidemmo di andare al cinema io e mio fratello. Papà e mamma restarono a casa con Ilie e Morena e Miki e Ennio andarono a trovare dei loro conoscenti, rientrando in tarda sera. Volevamo in un certo senso passare una serata un po’ più tranquilla del solito (non che le voglie porche diminuissero mai’).
Cenammo così presto e andammo al primo spettacolo serale. Purtroppo per noi quando arrivammo era già iniziato da una decina di minuti, per cui Fabio mi propose di entrare lo stesso e di fermarci anche per il secondo, così da vedere il pezzo iniziale perso.
Ci accomodammo in sala. C’erano pochissime persone, non più di sette o otto. Io e Fabio ci accomodammo nelle ultime file per vedere meglio lo schermo e davanti a noi avevamo due signori. Poco dopo entrò in sala un’altra persona. Aveva una corporatura molto alta e dalla penombra poco si riusciva a scorgere di più. Si accomodò nella nostra stessa fila, dalla parte di mio fratello.
Il film era purtroppo di una noia mortale, così iniziai a toccare la gamba di Fabio risalendo sempre più verso il pacco. Lui indossava un pantalone della tuta, io ero in pantaloncini a pinocchietto. Ovviamente il fratellino ricambiò il gesto di favore e in poco tempo ci ritrovammo ad accarezzarci amorevolmente i nostri piselli, tirati fuori dai nostri slip ormai troppo piccoli per contenerli. Mi voltai verso Fabio quando scorsi l’uomo entrato dopo di noi che ci osservava. Nella penombra vedevo distintamente che si palpava il pacco, non togliendo lo sguardo da noi. Istigandolo da porco quale sono, mi avvicinai a Fabio e, girandogli la testa, gli infilai la lingua in bocca. Non cambierei con nessuno questi gesti d’amore che ho con lui. Un amore perverso e porco sempre da soddisfare.
Il tizio si alzò allora dalla sua sedia e si avvicinò a mio fratello, vi si sedette a fianco e presto sentii la sua mano toccare la mia nell’intento di palpargli anche lui il pacco fraterno. Lo lasciai fare, spostando la mia mano. Notai che non era italiano: pur nel buio avevo la netta sensazione che fosse un uomo di colore. Vidi che bisbigliava qualcosa nell’orecchio di mio fratello il quale, voltandosi verso di me, mi disse: ‘Torno subito.’. Chissà che aveva in mente di fare il maialino’. Lo capii subito quando vidi entrambi alzarsi e dirigersi verso il bagno posto al fondo della sala alle nostre spalle. Li lasciai andare divertito, immaginando cosa potesse combinare Fabio con il tipo. Io mi misi comodo, trastullandomi il cazzo fuori dai pantaloncini. Davanti a me, i due signori mi davano la sensazione che stessero avendo movimenti strani. Che non si stessero palpando anche loro? Ero così preso dalla mia masturbazione solitaria che non mi resi quasi conto che il film era finito: le luci si accesero, Fabio e il nuovo conoscente ancora non si vedevano e decisi di rimanere al mio posto. I due signori davanti rimasero seduti mentre quelle poche persone che c’erano in sala con noi avevano guadagnato l’uscita mentre ancora nel buio scorrevano i titoli di coda.
Ero eccitato e volevo sapere cosa succedeva in bagno, quando mi accorsi che i due tipi davanti si voltarono indietro. Quando mi videro, sorrisero e ripresero quello che stavano facendo. Io alzai le gambe sullo schienale di fronte a me per aprirle un po’ e trastullarmi meglio il cazzo. La cosa non sfuggì a uno dei due tipi il quale, appena si spensero nuovamente le luci (non era entrato nessuno in sala per l’ultimo spettacolo), si alzò e vidi che si avvicinava verso la mia fila di sedie. Entrò nella mia fila e,in maniera piuttosto spudorata (quanto mi piace essere spudorato’), si sedette al mio fianco. ‘Ciao’, disse. Lo salutai anche io con un sorriso. ‘Sono Michele, siamo rimasti pochi, vero?’. Che frase di circostanza’.. Inutile, quanto per me era il segnale che cercava forse la stessa cosa che cercavo io.
Si sedette e vidi che aveva la cerniera lampo abbassata. Lo fissai lì, per lanciargli, mai fosse stato necessario, un ulteriore segnale delle mie voglie. Se ne accorse subito e, sorridendo, mi chiese: ‘Lo vuoi vedere?’. ‘Molto volentieri’, risposi io. Detto fatto, aprì le gambe e tirò fuori un pene barzotto, ancora non duro ma molto spesso, sotto al quale ballava uno scroto pieno di due palle molto gonfie. Senza chiedergli permesso lo presi in mano e lui subito ebbe un fremito. Mi prese letteralmente la testa e si attaccò amorevolmente alla mia bocca. Che lingua rasposa aveva il mio amico’
Ricambia il gesto di favore tirando fuori anche la mia lingua. Il suo compare intanto si era voltato verso di noi per godersi lo spettacolo e quando me ne accorsi gli feci cenno di raggiungerci. Si sedette all’altro mio fianco e anche a lui presi in mano il cazzo, più piccolo ma duro come il marmo e iniziai a segarlo mentre continuai a limonare Michele. ‘Sei solo?’, mi chiese. Gli dissi che ero con mio fratello ma che era in bagno. Allora l’amico, un certo Gino, mi disse se volevo che se ne andassero per non crearmi problemi al che io dissi: ‘State pure. Fabio, mio fratello, è in bagno che sta facendo compagnia a uno sconosciuto che è entrato in sala prima’. Rimasero di stucco: credo non si aspettassero questa mia uscita. Gino allora disse: ‘Ma se è così, perché non li raggiungiamo?’. Immediatamente mi alzai dalla sedia con il cazzo di fuori e, mentre loro mi palpavano il culo, mi avviai verso i cessi. Quando aprii la porta vidi uno spettacolo che mi ripagava la noia mortale del film. Fabio era messo a 69 con il tipo di colore (scoprii poi che si chiamava Kim) intenti entrambi a ciucciarsi i cazzi. Kim era molto atletico, non nerissimo di colore ma con una pelle d’ebano che sui neri mi ha sempre fatto venire voglie porche.
Anche i miei due compari rimasero piacevolmente colpiti dalla scena. Mi accorsi alla luce dei bagni che potevano avere una sessantina di anni a testa. Mi avvicinai a Fabio, e mentre continuava a ciucciare il cazzone nero, colai un po’ di saliva sul culo di Kim così che scendesse sulle palle e lui la leccasse. La scena eccitò i miei due nuovi amici che si tolsero i pantaloni e si accovacciarono vicino alla bocca del nero per aiutarlo nel lavorio sul corpo del mio fratellino. Uno ciucciava il suo cazzo, l’altro le palle e il terzo cercava di leccargli il culo.
In poco tempo eravamo tutti e cinque nudi e iniziammo a limonarci scambiandoci partner e facendolo anche a tre insieme. Io, da gran maiale, cominciai anche a farmi colare la saliva di bocca, facendola cadere sul mio petto. Gino se ne accorse e iniziò a leccarmela di dosso per passarla al suo amico. Mi piaceva che anche loro due, pur grandi di età, facessero sesso fra loro. Anche Michele iniziò a leccarmi il petto, i capezzoli, lasciando una buona quantità di saliva su di essi. Presi poi la sua testa e la avvicinai a me ordinando gli: ‘Amore Michele, apri la bocca.’ Così fece e io gli sputai dentro. La cosa lo eccitò molto perché chiuse la bocca e inghiottì. Al rumore dello sputo, Kim smise di ciucciare Fabio e mi toccò la gamba: lo trovai a bocca aperta e così ne approfittai per colargli un po’ di saliva in bocca. Con questa riprese a ciucciare mio fratello. Questo gioco durò parecchio, finché tutti quanti eravamo pieni di saliva: io addosso, Kim in faccia come Michele e Gino si sputava sulla mano per passarsela sul cazzo reso viscido. Anche Fabio aveva il cazzo bagnatissimo e dissi: ‘Kim spostati, vi faccio vedere come mi prendo il cazzone di Fabio in culo’. Detto fatto, mi accomodai sul cazzo fraterno e iniziai a cavalcarlo come una troia consumata mentre prendevo in bocca il cazzo di Michele. Lavoravo la cappella soffermandomi sul frenulo, gli massaggiavo le palle e colavo la saliva per spalmargliela con le mani sui testicoli.
Intanto Kim si dedicava a Gino: aveva la bocca come un antro e riusciva a ciucciargli insieme il cazzo e le palle, mentre Gino stesso mugolava di piacere: ‘Cazzo come ciucci bene, prendi tutto in bocca, dai che te la sborro tutta’, diceva ormai in preda alle voglie porche.
A un certo punto sentii Fabio che mi fermava per i fianchi: immaginavo la sorpresa che mi stava aspettando: un bel clistere di piscia. Chissà la reazione dei nostri amici?…
La risposta non tardò ad arrivare. Appena mio fratello iniziò a pisciarmi in culo disse: ‘Fratellino prendi la mia piscia in culo. Ti faccio un clisterone puttanella che non sei altro.’ Mi affondai il cazzo nelle viscere fino alle palle e dissi: ‘Mettimelo tutto e pisciami in culo amore porco. Falla tutta!’.
I tre amici rimasero inebetiti a quelle parole e da quel momento non ci fu più limite alla lussuria. Kim fece sdraiare i due signori per terra e dall’alto iniziò a colpirli con spruzzate di piscia che dirigeva soprattutto in faccia e in bocca ma anche addosso. Michele e Gino si slinguavano la piscia del negro mentre io, posta una mano dietro di lui, iniziai a titillargli il buco del culo. Sembrava molto elastico e soprattutto molto caldo. Infatti Kim, voltandosi, mi sputò in faccia e disse: ‘Porcellino, ti piace il culo sodo negro? Allora infilalo!’. Non aspettavo altro. Mentre continuava a pisciare ai due signori, iniziai a infilargli prima un dito, poi due, poi tre. Poi disse: ‘Se davvero sei porco, devi ciucciarmi il cazzo mentre piscia e intanto infilami la mano nel culo, troia!’. Gli insulti non potevano che farmi piacere per cui lo accontentai subito: presogli il cazzone in bocca (sarà stato 25 centimetri!), iniziai a deflorare quel culo sodo facendo entrare la mano. Sembrava un coltello nel burro, tanto entrò facilmente. Il cazzo del negro continuava a pisciare ma non più a spruzzi; era una pisciata continua tanto che Fabio mi tolse il cazzo dal culo e iniziò a bere letteralmente. Ne tenne un po’ in bocca e poi lo vidi avvicinarsi ai due signori: loro avvicinarono le bocche alla sua e lui versò la piscia nelle loro, iniziando a limonarseli. Ormai non c’era più contegno.
Fabio fece sdraiare per terra Michele e si sedette sopra il suo cazzo, poi voltandosi verso Gino lo incitò: ‘Vecchio porco, mettimi anche il tuo dentro. Voglio essere la vostra cagna.’. Immediatamente Gino eseguì l’ordine e iniziarono a scoparsi mio fratello per terra. Si stavano lordando di piscia perché tutta quella di Kim era sul pavimento, così mi venne un’idea. Iniziai a leccarla da per terra e poi, con la lingua di fuori come un cane, incollai la bocca a quella di Kim. Ero straeccitato e cominciai a pisciare anche io mentre sentivo le sue dita intrufolarsi nel mio culo ormai aperto dal cazzo di Fabio.
‘Ti prego, scopami anche tu amore negro’, dissi a Kim. Immediatamente mi girò e con fermezza ma dolcemente appoggiò la cappella al mio buco. Spinse il cazzo dentro e senza farlo mai uscire o indietreggiare, in poco tempo me lo ritrovai piantato in culo fino alle palle. Mi sentivo squassato e godevo come una bestia. Il mio prepuzio colava presborra che finiva sul pavimento con un filo che partiva dal cazzo fino a terra.
Presi da questo amplesso maiale, non ci rendemmo minimamente conto che il film era finito. A un certo punto sentimmo il rumore della porta e, prima che ce ne rendessimo conto, comparve un omone.
Era il proprietario del cinema, un nordafricano, credo marocchino o egiziano. Era molto robusto, altissimo e incuteva quasi timore. Per fortuna, appena vide quella scena, sorrise e disse: ‘Bene, vedo che qui ci si diverte.’ Michele molto sfrontato rispose: ‘Moltissimo direi”. ‘Allora perché non mi fate partecipare?’, chiese l’omone.
Immediatamente si calò la zip e slacciò i pantaloni, se li calò e abbassò lo slip. Aveva un cazzo molto ben fatto, nodoso, ancora molle e sotto un sacchetto di palle molto grosse. Fabio, da troia consumata qual era, con ancora i due cazzi in culo, si avvicinò verso di lui e glielo ingoiò letteralmente. Kim dal canto suo si accovacciò ponendosi dietro l’uomo e iniziò a lappargli il culo. Una scena da registrare e mandare come film al cinema! L’atmosfera era surriscaldata. Per terra c’era un lago di piscia che a turno ognuno di noi leccava per passarla a un compagno di sesso, i buchi dei culi erano pieni di cazzi o di lingue che raspavano, i cazzi pisciavano o perdevano presborra, in aria c’era solo il rumore degli sputi, della piscia che scrosciava per terra o in bocca a qualcuno e delle urla (perché ormai erano tali) di goduria. Abdel, il proprietario, dopo la sbocchinata di mio fratello si pose dietro di me, dopo che Kim aveva assaporato con il cazzo il mio antro. Per come ero lubrificato, come appoggiò la cappella al mio buco mi fece venire un fremito che mi spinse indietro. In un attimo il cazzo del nordafricano mi scomparve dentro e Abdel lanciò un urlo di goduria: ‘Ti apro il culo puttana.’ mi disse. Kim lo incitava: ‘Senti che culo a fica che ha. Apriglielo e pisciaci dentro, infilagli pure le palle porco maiale’. Mio fratello intanto, con il culo che rimaneva aperto, si tolse dalla morsa dei due signori e si pose dietro Kim: ‘Brutto frocio negro, apri le chiappe che ti voglio scopare. Sogno da una vita di farmi un uomo di colore.’ E anche il suo cazzo sparì nel culo del nero che gemendo sputava in faccia a mio fratello, nella sua bocca o in quella di Michele e Gino. Abdel intanto era riuscito a infilarmi anche le palle dentro il culo e io stringevo più che potevo le chiappe per non farlo uscire: godevo troppo a quella scopata. ‘Il tuo culo è meglio di una fica figlio di puttana. Perché tu sei un figlio di puttana vero?’. Forse non se lo aspettava ma risposi: ‘Certo, e sapessi come è troia la nostra mammina. Prima o poi ti invito a casa e vedrai che orgia’. Infoiato da quelle parole Abdel mi abbracciò da dietro e continuando a scoparmi disse: ‘Ti amo frocetto, invitami a casa e mi scopo tutta la famiglia. Pure quel finocchio di tuo padre.’.
‘Abdel, risposi, vieni quando vuoi e vedrai come godrai come una bestia. Noi ci fottiamo tutti come porci con amore. Anche io voglio il tuo culo’. ‘Certo bestia, vedrai che mentre mi fotto tuo padre il mio culo darà il benvenuto al tuo cazzo.’.
Ormai eravamo sul punto del non ritorno tutti e sei. Le palle dolevano e volevano spargere il seme. Così, mentre continuavo a farmi scopare, dissi: ‘Kim, mettimi il cazzo in bocca che voglio la tua sborra. Fabio tu falla in culo al negro.’ I due signori intanto si alzarono e, messisi di fronte ad Abdel iniziarono a segarsi infilandosi le dita in culo. In breve esplosero in una sborrata lunga, molto liquida che riempì il petto di Abdel. Anche lui, preso com’era il suo cazzone dalla morsa del mio culo, non resistette più a lungo e urlò: ‘Figlio di troia porco ti amo!!! Prendi la mia sborra in te che ti metto incinto!!’. Non so quanti getti di sperma mi inondarono l’intestino. So solo che sentire quelle contrazioni e quel liquido che mi entrava dentro mi fece venire una scossa elettrica alla base dei coglioni e iniziai a pisciare la sborra dal cazzo, colandola per terra. Kim si abbassò e, con ancora il cazzo di Fabio dentro, iniziò a leccarla da terra e la passava a Abdel. Che bello due stranieri extracomunitari che scopavano e si amavano insieme’. Era un mio sogno segreto che si realizzava! Anche Fabio era ormai arrivato e urlando sconcerie di ogni sorta e insultandoci iniziò a ruggire sborrando nel culo del negro: ‘Negro di merda ti inondo. Prendi la mia sborra in culo bastardo! Ti amo frocio nero!’. E Kim: ‘Sei il mio amore Fabio, sono il tuo schiavetto negro che prende sborra e che poi sarà il tuo padrone la prossima volta. Ti farò diventare la mia fica ma ora sborra tu nella mia!’.

Eravamo esausti. Io e Fabio, con questa avventura non prevista, eravamo stravolti e felici. Piano piano cercammo tutti di ricomporci. Abdel ci invitò a bere qualcosa alla macchinetta del caffè e ci scambiammo i numeri di telefono con lui e Kim. L’idea era di invitarli a casa per fare qualcosa tutti insieme. Fabio baciò Kim con amore e mi disse: ‘Mi piace proprio tanto”. ‘Sei un frocio puttana’ gli risposi sorridendo. E lo baciai in bocca. ‘Grazie amore fratellino mio’.. Ti amo da pazzi.’ ‘Anche io’ gli risposi. I due signori ormai si erano vestiti. Le mogli li aspettavano a casa ed era ormai tardissimo per loro. Ci ringraziarono per la bella avventura che avevano vissuto con noi e andarono via. Io e mio fratello ci fermammo ancora con i due nostri nuovi amici stranieri e raccontammo loro della nostra famiglia. Rimasero sbigottiti ed eccitati: Kim era figlio unico e in Italia da due anni. Lavorava in città per cui decidemmo di invitarlo quanto prima. Abdel viveva appena fuori città con suo fratello e suo figlio Amir. Erano venuti in Italia per cercare lavoro mentre la moglie con la figlia erano rimasti al paese, in Egitto. Chiesi allora a lui se mai avesse voluto far qualcosa con suo fratello o suo figlio e lui rispose che non gli era mai successo, ma dopo aver conosciuto noi, da quella sera avrebbe iniziato a vedere i suoi parenti in modo molto diverso’.

Ci salutammo promettendoci di vederci quanto prima. Io e Fabio tornammo a casa cotti e appena arrivati ci facemmo una doccia ristoratrice per poi andare insieme a letto come due innamorati. ‘Ti amo Marco’, mi disse prima di addormentarsi. ‘Anche io fratellino, buonanotte.’

Sono sempre graditi i commenti di nuovi e vecchi amici a maiale.perverso@hotmail.it
La storia continua con nuovi incesti. Un bacio in bocca a tutti!!

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