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La prima Inculata non si scorda mai

By 14 Giugno 2021One Comment

Ho voglia di cazzo, ci penso continuamnete, la mattina quando mi sveglio, andando al lavoro, quando sono al computer o quando ceno, anche quando scopo con la mia donna.
Penso a un cazzo mentre lo pompo, mentre butta fuori la sborra, che mi entra nel culo.
E’ diventato il mio pensiero fisso.
Però non riesco a vedere porno gay, divoro video etero il più delle volte con scene anali e mi scopro a pensare di essere al posto della tipa, la moretta o la biondina che calvalca una tega dura o che viene messa e pecorina con una nerchia a sfondarle l’ano e l’altra che la scopa in bocca.
Incrociavo i tipi per strada e mi chiedevo come potesse essere il loro cazzo.
Purtroppo oltre a fare delle seghe veloci o dei pompini nei parcheggi non riuscivo ad andare, c’era sempre qualche rogna.
Inoltre non avevo voglia di avere a che fare con degli scoppiati, più di una volta avevo tirato pacco perché già le mail non tranqullizzavano, con atteggiamenti aggressivi e decisamente poco civili; ti faccio un pompino, sì, ma mica sono il tuo servo, tanto per dire.
Capitò un venerdì. Iniziammo a scambiarci mail il pomeriggio, lui era in albergo vicino, parcheggiai in zona, dopo una piccola ricognizione, lo incontrai nel parcheggio dell’hotel, potevamo benissimo essere due ospiti che si erano fatti una passeggiata dopo cena.
Nessuno disse nulla o chiese qualcosa mentre andavamo verso la sua camera.
Entrati, appena chiusa la porta, mi inginocchiai davanti a lui, gli slacciai i pantaloni, e giù assieme alle mutande, lo presi subito in bocca, in pochi minuti da molle divenne duro, era delle dimensioni giuste per provarlo in culo, lungo il giusto e non troppo largo.
Mi sarei fatto aprire da lui.
Lo succhiai, gli leccavo le palle, salivo e scendevo con la lingua lungo il cazzo, gli stimolavo il frenulo e mi muovevo attorno al suo glande.
Più di una volta lo portai al limite della venuta, ma non gli permisi di esplodere.
Gli facevo fare delle montagne russe, appena sentivo che cominciava ad essere al limite, rallentavo, per riportarlo di nuovo avanti ci voleva un tot.
Era cotto abbastanza, più di una volta aveva cercato di esplorarmi l’ano con un dito, lo avevo lasciato fare, mi ero pulito bene e mi ero portato dei profilattici e del gel.
Quando, per l’ennesima volta mi infilò il dito nel culo, mi interrupppi, lo guardai:
“Ti piacerebbe mettermi altro nel culo?”
Si interruppe e mi guardò stranito, ma mormorò un “sì”.
Prima che uno dei due potesse cambiare idea mi alzai e recuperai in un attimo il gel e la gomma.
Mi versai del lubrificante sulla mano, stando a carponi ricominciai a pomparlo, mentre con la mano scivolosa di gel iniziai ad aprirmi il culo.
Ero così eccitato che l’ano nemmeno fece resistenza, in un attimo mi trovai che avevo tre dita dentro.
Aprii il profilattico e glie lo misi, gli ero sopra, a cavalcioni, gli afferrai il cazzo alla base, lo appoggiai al mio buco e iniziai a scendere.
Entrò la testa, mi fermai in attimo, per abituarmi, poi iniziai a scendere ancora, calmo.
Gli tenevo le braccia ferme, volevo essere io a gestire la prima volta in cui un cazzo mi entrava nel culo, non lui.
Piano piano entrò tutto, mi sentivo gli stimoli nervosi che mi facevano impazzire, mi sentivo questa parte dentro di me, dura che mi apriva.
iniziai ad andare su e giù, a scoparmelo e a scoparmi.
Ad un certo punto gli lasciai le braccia, mi afferrò per i fianchi e iniziò a spingere.
Lo sentivo che arretrava fino a quasi uscire, poi ripartiva e mi entrava dentro.
Figuriamoci se sua moglie gli aveva mai dato il culo, probabilmente non gli faceva nemmeno i pompini, farsi inculare, poi.
Ma la cara mogliettina non sapeva affatto cosa si perdeva.
Sì, il cazzo del tipo non era né largo né lungo, ma funzionava e lo sentivo, anche se schermato dal lattice.
Mi sentivo sensazioni mai avute prima, pensavo al fatto che mi stavo facendo scopare, ma che ero stato io a mettermi il cazzo nel culo che ero io a gestire la penetrazione.
Ma che era il cazzo di uno sconosciuto che mi entrava nell’ano.
Ad un certo punto lo sentii fermarsi, inizò a pulsare, mi staccai veloce, gli strappai via il profilattico in tempo per farmi venire sulla faccia.
Finii di leccarlo, aveva un viso soddisfatto, ma non poteva nemmeno immaginare quanto lo fossi io.

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