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Psicologa parte 2

Erano passati due giorni da quell’incontro e non avevo smesso un attimo di pensare alla mia dottoressa.
Volevo rivederla, non saprei il motivo. Era un chiodo fisso, la pensavo, al lavoro, sotto la doccia, mentre ero in palestra.. Sempre.

In più la bella notizia, un suo messaggio in cui mi diceva che potevo fare un’ora al giorno al posto di quei 10 minuti che avevo già accettato… Strano, bhe dai, avevo accettato anche di vederla 10 minuti, facendomi 2 ore di strada, magari ha apprezzato questo.

Solita agitazione pre appuntamento, un po’ di batticuore e si parte.

Arrivo da lei, citofono mi fa salire.
Mi attende vestita in modo elegante oggi, giacchetta, jeans stretti, scarpe decolté, e calzini in nylon, bellissimi.
Mi accoglie in modo caloroso, addirittura mi abbraccia.
-Ciao Andrea! Che bello vederti! –
Non so che fare, é la mia psicologa ma… Direi che mi ha creato un po’ di confusione in testa.
Le vorrei dire quanto l’ho pensata, quanto ho fantasticato su di lei, quanto mi è mancata.. Anche se sono passate solo 48 ore.
L’abbraccio anche io, la stringo, come a volerle dimostrare il mio affetto..
-Buongiorno Dottoressa Penelope, grazie per aver ritagliato un po’ più di tempo per me-.. Dico quasi dimenticandomi che di norma è così da una psicologa.. Ma va bhe.

-Senti Andrea, ho lavorato un po’ sulla tua persona, ho fatto una
cosa un po azzardata, ma nel caso non ti va bene la evitiamo. – non so cosa abbia preparato.. So solo che sono molto attento alle sue parole, e continua :
-La mia idea di psicologia è cercare di aiutare il cliente a sentirsi libero, dire e fare ciò che fuori non può dire e mostrare, sentirsi libero qua dentro per un’ora, per cercare di sentirsi più leggero le restanti 23, non sono la classica psicologa che ti dirà di andare il week end in montagna e tornerai che sei un’altra persona.. No. –

Ragiono un po’ sul bel discorso, in effetti è quello che ho sempre pensato anche io. Per quello gli psicologi li avevo sempre considerati un po’ “inutili” per me.. Ma non Lei.

-Va bene Dottoressa Penelope, io mi fido di Lei.. Proviamo –
-Ottimo, seguimi-
Andiamo nella sala/studio, c’è sempre il suo divano, il lettino e spostato, al suo posto ora c’è un tappeto.
Si siede,  accavalla le gambe e inizia :
-Vedi.. L’ultima volta, forse inconsciamente, mi hai raccontato della tua invidia nei riguardi del tuo cane.
Non invidiavi una persona che era sempre in vacanza, un miliardario o uno che aveva una modella come fidanzata.. No il tuo cane.
Volevo solo vedere, se credi in quello che dici, o se nella tua testa c’è solo confusione.
Questo tappeto è come se fosse una cuccia, sei rasente  a terra, puoi decidere se alzarti o rimanere in qualsiasi momento, così puoi entrare meglio nell’ottica. –

Arrossisco in un nanosecondo, mi sembra di prendere fuoco. Vorrei scappare… Non reggo la cosa, no no no, non posso penso.

Capisce il mio stato d’animo e si alza.. Superando mi in altezza.
-Andrea- mi dice con voce calmissima
-Ti fidi di me? –
-Si Penelope-
-Ti sei sentito giudicato? O schernito? –
-No Penelope-
-Andandotene pensi che risolverai qualcosa? O scappi da una cosa solo perché hai paura della risposta? –

Silenzio.

Il silenzio più assoluto, aveva ragione. Dovevo togliermi queste paure, lei poi mi faceva sentire libero.. In effetti la situazione era strana, ma non per lei, era così tranquilla.. Cerco di attirare a me un po’ della sua tranquillità.
Il respiro torna normale.
Guardo lei, guardo il tappeto, e le chiedo :
-posso sdraiarmi? –

Mi sorride specificandomi:
-Nella cuccia? –
-S.. Si, nella cuccia Dottoressa Penelope –
-Certo accomodati –

-Ora sarò un po’ diretta con te, perché devo metterti un po’ alle strette, altrimenti la tua testolina ti fa fare delle paranoie inutili.
Ricordi il profumo dell’altra volta? –

Mi guarda sorridendo dall’alto del divano. Io posso vedere le caviglie, i polpacci e il tacco che con decisione si appoggia al pavimento.

-Si dottoressa, ho ancora quel profumo nel naso senza capire cosa sia… Ma sono tornato qui anche per quello, sono sincero. –
-Lo so.. Sei come rimasto ipnotizzato per caso? –
-si dottoressa –
…-bene….tutto quadra- e vedo che annota la cosa.
-Staresti male a non sentire più quel profumo per più di 2 giorni, sapendo che è  vicino a te? –
-Bhe in effetti si-
-Vero… Avresti fatto tutta quella strada per 10 minuti.. E tutti quei soldi, e stata una domanda un po’ inutile, ma mi hai dato la conferma –

Colpito e affondato.

-Ora.. – la vedo alzarsi sistemandosi un po’ I vestiti – ora ti dirò la provenienza di quel profumo, nello stesso tempo di do la possibilità di essere sincero o di mentire. Se menti la seduta finisce qui, non ci sarà modo di farne altre, se sarai sincero sarò lieta di seguirti ancora –

Sono un po’ preoccupato da quello che mi sta dicendo, inizio a non seguirla più molto bene ma accetto.
-Sarò sincero Dottoressa Penelope –

-Questo lo vedremo, ora ti do un consiglio, non pensare troppo alla provenienza di quel profumo ma concentrati sulle emozioni che ti ha dato, non ti far confondere, e non darti pregiudizi da solo. Io non ne ho su di te –

-Si Dottoressa –

Cammina intorno alla stanza, avvicinandosi alla mia testa, sento il rumore dei tacchi.

-L’essenza dell’ultima volta.. Era un olio che conoscevamo entrambi.
La sua particolarità però.. – intanto si risiede e inizia a dondolare una scarpa.
Io la osservo
-La sua particolarità cane, e che ho scoperto che questo olio usato sui miei piedi, sprigiona un profumo meraviglioso. Sembrerà strano ma è così, specie se le mie estremità sono coperte da dei calzini in cotone come l’ultima volta. –

Faccio per rispondere, ho gli occhi sgranati>, non mi esce nessuna parola.

-So cosa vorresti dire.. Ma no, per tua sfortuna non mento-.. Nel fratemmpo si è levata un calzino allargando le dita, mostrando tutta la morbidezza dei suoi piedi.
-Come dicevo il calzino in spugna o cotone fa sprigionare un profumo più intenso, però anche così dovresti riconoscerlo no? –

Vedo il suo piede avvicinarsi, con le dita ben puntate verso il mio naso.. Quel profumo che l’altro giorno non capivo cosa fosse ora mi è chiaro. Non avrei mai immaginato, mai, ma cos’era successo?

Questi pensieri vengono interrotti da un violento schiaffone

-Ti ho chiesto, e questo? Lo riconosci?! –

-S.. Si Padrona – scoppia in una fragorosa risata.
-Ahahahahahaha!! Fino a 10 minuti fa ero la dottoressa Penelope, ma anche Padrona non mi dispiace –
Sfiora il naso con le dita, mi fissa negli occhi – stai meglio? –
-si padrona – e continua a mettere il dito nella piaga, – ti imbarazza il fatto che il profumo che ti ha mandato in estasi derivasse da questi piedi perfetti? –
-No Padrona-
-Ti onora? – mi dice  alzandomi il mento con la mano..
-s.. Si Padrona- dico abbassando lo sguardo.
-Bene, avvicina il tavolino al divano-
Eseguo, e con molta eleganza vedo che appoggia i suoi piedi, incrociando le caviglie.
-Ora vediamo il tuo limite di sopportazione –
Detta così mi viene in mente una scena di frustate, violenza.. Ma invece no, o per lo meno, violenza si.. Ma psicologica.
-Avvicinati ai miei piedi, voglio sentire il tuo respiro sotto e tra le mie dita, il respiro, non il tuo naso. Quindi non toccarli, ripeto non toccarli –

-Va bene Padrona – in testa mia mi chiedo dove troverà in questo modo il limite di sopportazione.

Continua.. 

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