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Racconti 69Racconti erotici sull'IncestoRacconti Gay

Le fantasie devono restare fantasie

By 23 Febbraio 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Oggi mi va. Sento che mi sono svegliato con la “predisposizione” giusta a questa nuova esperienza.
Da qualche mese sono venuto a conoscenza di un paio di siti di incontri dedicati esclusivamente ai gay. Uno però ha attirato particolarmente la mia attenzione; mi sbalordì il fatto che, pochissimi secondi dopo essermi iscritto, subito mi ritrovai sommerso da contatti, da gente che voleva conoscermi.
Sugli altri siti, gli iscritti sono più seri, mettono chiaramente la loro foto e pretendono che anche tu sia dichiarato. Cosa giustissima, rispetto l’orgoglio dei gay, ma io non credo di essere esattamente un gay; credo di essere piuttosto un “bi-curioso”. Ho poco più che vent’anni, penso sia altrettanto giusto che io possa fare qualche esperienza senza compromettere il mio amore per la passera.
E su questo sito penso che ci sia molta gente che la pensa come me; un sacco di porcellini che vogliono solo spassarsela, senza cercare l’anima gemella.
Questa mattina a lavoro ero gasato, mentre con la mente preparavo il programma della serata. Per prima cosa, appena torno a casa, devo farmi una bella doccia.
Ed eccomi qui, nella vasca da bagno. L’acqua mi scorre sul petto, la schiena, le gambe. La schiuma mi toglie il sudore e il grasso dalla pelle, rendendola liscia, morbida e profumata. Penso sia il caso di insistere sul pube, l’interno coscia e il perineo. Suppongo sia anche il caso di pulirmi… dentro. Posiziono il getto dell’acqua tra le mie natiche e mi penetro l’ano con un dito, facendolo scorrere avanti e indietro, attento che l’acqua sciacqui tutto per bene. Questa doccia sta assumendo l’aspetto di un’abluzione, un lavaggio sacro: sto preparando il corpo per il mio uomo, per le sue mani che scorrendo sul mio petto e i miei fianchi dovranno sentire una pelle sensuale e delicata; per il suo cazzo che dovrà essere accolto nei miei buchi puliti e accoglienti.
Oggi voglio giocare a fare la puttanella. Immagino l’uomo sdraiato su un letto o su un divano, completamente rilassato, mentre io gli terrò il cazzo in bocca; sarò dolce e porca, mentre la mia testolina va su e giù, pronta a ricevere il suo seme. Mi immagino a pecorella, con il viso rivolto verso il basso e lui alle mie spalle; non riesco a vederlo, posso solo sentire mentre appoggia una mano sul mio fianco, appena sopra la mia chiappa, e con l’altra mano dirige il suo cazzo sul mio buchino stretto e vergine; forse troppo stretto e vergine. Avrà bisogno che l’aiuti? Con le mani mi allargo le natiche e cerco di sporgere il mio culo verso l’alto e verso di lui, a “poppa”. Lui strofina lentamente il suo glande dal basso verso l’alto, cercando di penetrarmi. Che sensazione… L’ano si &egrave appena dilatato, e lui subito ne approfitta. Lo sento, &egrave entrato, sta scorrendo dentro di me… finirà il lavoro dentro o schizzerà sulla mia schiena?
Bene, il mio corpo &egrave pronto. Ora manca l’uomo… Sono le quattro del pomeriggio. Mi connetto sul sito e aspetto che qualcuno mi contatti. Sono o no una puttanella? Aspetto che sia lui a fare la prima mossa.
E’ passata già un’oretta e non mi ha contattato nessuno. Che vi prende oggi? Facciamo così: do un’occhiata ai profili che fanno al caso mio. Loro mi troveranno tra i visitatori e mi contatteranno. Questo &egrave passivo, passivo, passivo… Ecco qui: attivo cerca passivo. Ce ne uno di 43 anni; un altro di 53… L’età va bene: voglio dei maschi. Non voglio essere posseduta da un ragazzino dal corpo troppo femminile, nemmeno da un corpo troppo muscoloso e curato. Voglio proprio un maschio! Visitiamoli.
Sono arrivate le sei; ancora niente. Cavolo, non mi va di fare troppo tardi. Va beh, comincio io… Questo qui no, abita fuori città; non mi va di prendere l’auto o il treno. Vediamo di contattare qualcuno che abita vicino… contatto questo di 43 anni. E’ inutile ormai fare giri di parole.
“cerchi sesso?”
mi ha risposto “certo”
“siamo in due”
“sei solo attivo?”
“no, anche passivo”
“tua foto?”
Che cretino! Non ho messo le foto visibili. Ecco perch&egrave non mi ha contattato nessuno. Gliene invio una nudo dal collo in giù. Lui ricambia. Lo spettacolo non mi lascia indifferente: &egrave proprio maschio! La foto lo ritrae dall’ombellico a un po’ sotto lo scroto. Ha la pancia un po’ grossa; così grossa che si crea una specie di linea che divide la pancia dal pube. E’ peloso… e che mazza! E’ proprio grossa, lunga e ha un glande molto grande. Si, &egrave lui che deve scoparmi.
Mi scrive “Bene….ti va di scopare ora?”
Mi bolle il sangue nelle vene… “perch&egrave no”
Passa un po’di tempo senza che lui risponda. Possibile che ha interpretato il mio ultimo messaggio come negativo? Ma perch&egrave non rispondo chiaro tondo con un si?
Gli riscrivo “(intendo dire si)”
Risponde “ok, ospito a bari città….cosa ti piace fare?…hai foto culo?”
“Dove esattamente?” gli scrivo allegando una foto del mio culetto.
“che bel culo via ****** angolo ***** hai internet sul cell?”
E che culo si! Abita praticamente a meno di una decina di isolati da me. Gli rispondo “no, comunque non sono lontano”.
“ok, hai foto viso?”
Mi conviene espormi così tanto? “no”
“ok, come ti riconosco?”
Metterò un vestito inconfondibile “ho un giubotto giallo canarino. Tu?”
“camicia rossa, pantaloni blu tu pantaloni?”
“Neri. Che intenzioni hai per l’incontro?”
“sfondarti il culo….mi piacerebbe sborrarti dentro”
Che finezza. E poi venirmi dentro… &egrave sempre uno sconosciuto… “emh… io uso il preservativo”
“ok…no problem….sbokkini senza?”
“si, ma senza sperma”
“ok tra quanto tempo sei qui?”
“boh, penso un po’ dopo le 7”
“ok, a che ora precisamente? …ti aspetto dalle 7:05 alle 7:20?”
“ok”
“porta preservativo”
“sto uscendo, ci risentiamo”
“ti aspetto”

Ormai &egrave fatta. Non mi sento “lucido”, tutto intorno a me ha un’atmosfera simile a quella di un sogno. Guardo la mia stanza, mio padre &egrave al lavoro, mia madre di là che guarda la tv. “Sto uscendo”; “ok” mi risponde.
Cammino per strada e percorro il chilometro che dista casa mia dal luogo dell’appuntamento. Sono le strade in cui sono cresciuto; adesso hanno un’aria particolare, diversa. Sto andando a farmi scopare, un appuntamento solo di sesso. Guardo la gente; chissà quante volte mi sono passate affianco persone che si recavano al loro porcellissimo appuntamento al buio. Chissà quante volte la persona che ho superato mentre era li ferma all’angolo stava aspettando forse una coppia o il suo partner…
Sono lievemente in anticipo. Forse &egrave meglio non stare fermo all’angolo; scenderò un po’ più avanti, fino all’isolato successivo, quindi tornerò indietro, e così continuerò fino a che non vedrò qualcuno con la camicia rossa. Perch&egrave poi? Potrei stare tranquillamente all’angolo ad aspettarlo.
sono ormai le 7 e 15, io sono pochi isolati più avanti dell’angolo dell’appuntamento. Fingo di vedere le vetrine, ma adesso devo andare, non sono un tipo che bidona. Camminerò non come uno che deve fermarsi proprio a quell’angolo, ma come uno che deve andare oltre. D’altronde, lui potrebbe non piacermi e non sarei costretto a starci per forza.
Sto arrivando; lo vedo, &egrave dall’altra parte della strada. Sta andando avanti e indietro, ha chiaramente l’aria di uno che sta aspettando. A quest’ora &egrave buio, non riesco ancora a vederlo nitidamente. Il mio giubbotto giallo canarino non lascia dubbi su di chi io sia. Ed eccolo che si ferma e mi guarda chiaramente in volto.
Che figura… &egrave il pescivendolo vicino casa! Quello dal quale ci serviamo abitualmente. Conosce i miei genitori; e se glielo dice? Deve avermi riconosciuto, un sorriso malizioso e cattivo rendono il suo volto il ritratto della depravazione. E non mi stupisce; &egrave un uomo volgare, meschino, non perde occasione per paraculare nessuno: le donne con frasi a doppio senso e gli uomini provocandoli nell’orgoglio. Nessuno ha dubbi sul fatto che sia un maiale, ma non pensavo gli interessassero anche i ragazzi…
Con disinvoltura cerca di attraversare la strada e venirmi incontro; io, che nel frattempo ho continuato a camminare fingendo… di non essere io, continuo a tirare dritto, indifferente. Un giubbotto giallo &egrave raro, ma non &egrave detto che sia proprio il mio!
Ritorno a casa a passo svelto; qualche volta ho cercato di guardare alle mie spalle, assicurandomi che lui non mi seguisse.
A casa mi sento al sicuro, ma sono sommerso da mille domande: accetterà il mio bidone? Farà finta di nulla o incomincerà a perseguitarmi?
Entro nel sito. Mi ha scritto: “sei passato avanti, mi hai visto… ti piace il cazzo, eh?”
Porca miseria, mi sono messo in un casino… la prossima volta devo ricordarmi che le fantasie devono restare tali!
Gli scrivo “ehi, scusami, non sono più passato, ho avuto un problema”
“si vabb&egrave ti aspetto tra mezz’ora nel mio negozio, lascio la serranda aperta meno della metà.Ho le tue foto,attento che ti sputtano”
Quanto sono cretino… non mi resta che recarmi al nuovo appuntamento; non vale la pena nemmeno rispondere.
Per passare sotto la serranda devo piegarmi molto, dentro la luce &egrave accesa. Do una rapida occhiata intorno a me e aspetto che ci sia meno gente possibile.
Sono dentro. Me lo trovo davanti; con una mano si stringe il pacco, apre e chiude la mano, provocando una lieve masturbazione. Evidentemente voleva farsi trovare pronto…
“eh bravo, prima mi bidoni e poi mi prendi per il culo…”
“perdonami, e che ho avuto un po’ di timore”
“seee, e mo te ne esci con le scuse?!? Prima di essere perdonato ne devi fare di penitenze…”
“cio&egrave?” rispondo io, più che altro per dire qualcosa, per fingere sicurezza quando invece sto tremando come una foglia.
Viene verso di me e passa oltre; chiude del tutto la serranda. Si gira verso di me. Io lo guardo un po’ inebetito.
Solleva un po’ il maglione e la camicia, mostrando il suo basso ventre, si slaccia la cintura e fa scendere i pantaloni e le mutande fino alle caviglie; la sua mazza &egrave impressionante. Lo prende con una mano e incomincia a muoverlo rapidamente su e giù, come per farmi un invito.
“Sbocchinami”
Rimango fermo altri due secondi; nel silenzio irreale che pervade il locale, mi muovo verso di lui. Mi inginocchio davanti la punta delle sue scarpe, il suo cazzo &egrave a pochi centimetri dal mio naso. E dietro il glande vedo il suo pancione, il suo grasso e peloso pube; sotto c’&egrave il suo scroto.
Allungo una mano e timidamente lo prendo tra le punta delle dita. Malgrado la paura, sto iniziando ad eccitarmi anch’io, i brividi mi fanno tremare il corpo e sento come una palla di fuoco appena sotto l’ombelico. Ma ho ancora timore nel prenderlo in bocca. Riesco solo a sporgere il viso verso la punta del cazzo e a dargli dei bacini con le labbra.
“&egrave la prima volta, eh?”
Riesco solo ad accenargli di si, portando due o tre volte e rapidamente la testa su e giù.
Porta la sua mano al suo cazzo e mi dice “chiudi gli occhi” Eseguo “apri la bocca”
Riesco ad immaginarmi; sono lì ad occhi chiusi e con la bocca spalancata, come un bambino che aspetta la cucchiata.
Sento il prepuzio, ha appoggiato il glande sul labbro inferiore; lo spinge, sta arrivando fin dietro il palato. Appena muovo la lingua, mi faccio indietro, lo esco fuori e inizio a sputare per terra: &egrave salatissimo.
“Cazzo fai?”
Mette una mano sulla mia testa e mi riporta verso il suo pube, mentre con l’altra ridireziona il suo cazzo verso la mia bocca. Non mi va. Ho gli occhi chiusi; cerco di portare la testa indietro, mentre lui continua a tenermi con la mano dietro la nuca. In questa posizione, riesce a rientrarmi in bocca.
Io sono immobile come una statua. Lui inizia praticamente a scoparmi la bocca. Va avanti per un po’; un paio di volte sono sfuggito alla presa e ne ho subito approfittato per sputare. Così il sapore inizia a “normalizzarsi”. E’ una condizione strana, bellissima e insopportabile: sono eccitatissimo, ma non riesco a masturbarmi.
Ora inizia proprio a piacermi e lui se ne accorge. Mentre inizio a portare la mia testa avanti e indietro, lui toglie la mano dal suo cazzo, mentre allenta la tensione sulla mia nuca dall’altra. “ah, siii, che bocca…” sta mugulando di piacere, e questo mi sprona a spompinare meglio. Porto molto più in profondità il suo cazzo nella mia bocca, la punta del mio naso sfiora i suoi peli pubici e il suo glande mi sfiora l’ugola; i movimenti della mia testa sono decisi e più veloci, mentre una delle mie mani gli afferra la base del cazzo inziando a segarlo, un gesto istintivo dovuto probabilmente alla memoria del mio inconscio dove sono depositate le visioni di tante spompinatrici nei film porno, alle quali la mia inesperienza si sta ispirando.
Devo avere ancora da imparare, perch&egrave lui porta via la mia mano dal suo cazzo, mentre fra un gemito e l’altro dice “devi anche succhiare… succhia… succhia…”
Ha ragione. Inizio ad aspirare con la bocca, appena posso. Cerco di riprodurre i rumori che fanno le attrici nei pornazzi mentre spompinano. Ed &egrave una cosa molto naturale creare lo “sbock!” con le labbra mentre si staccano dal cazzo o i “succk!” mentre aspiro a labbra chiuse con il suo cazzo tutto nella mia bocca.
Lui ormai sta arrivando al limite; ha messo entrambe le mani dietro la mia nuca, si &egrave leggermente piegato sulle ginocchia e sta portando freneticamente il bacino avanti e indietro. Devo spostarmi, non sono ancora pronto per la sborrata in bocca. Ma che fa? Non mi lascia!
“ah… ah… ah…” sta per venire, devo togliermelo di bocca, ma lui ha intercettato e non me lo permette. Anzi, sta spingendo con forza la mia testa verso il suo pube, il suo glande si &egrave conficato con forza nella mia gola. Fa malissimo, non riesco a respirare, sento che stanno uscendo le lacrime dai miei occhi… e qualcosa sta uscendo anche da lui.
Mi accorgo di quanto &egrave caldo lo sperma appena schizzato. Ma il mio pensiero adesso &egrave un altro: non voglio ingoiare lo sperma. La punta del glande ha superato l’ugola, quindi serro l’epiglotide, in modo che lo sperma non scorra giù n&egrave per l’esofago ne tanto meno per la trachea. Ma schizzo dopo schizzo (e ne sta facendo di schizzi) la cavità orale oltre l’ugola si sta riempendo, e non rimane che una sola via d’uscita.
Le narici si infiammano e sento la sborra che inizia a colare a litri giù dal mio naso. Come il muco, scorre oltre le mie labbra, colandomi dal mento ai miei vestiti.
Ho bisogno di respirare. Lui mi tiene ancora premuta la testa sul suo pube; &egrave immobile, solo quando schizza fa scattare un po’ il bacino in avanti, accompagnando il movimento con un “ah!” L’unica cosa che istintivamente mi viene di fare &egrave cacciare fuori la lingua, che finisce dritta dritta sotto lo scroto del mio aguzzino. Questo non fa altro che permettere all’epiglottide di muoversi e far avvenire ciò che non volevo: ingoio un po’ di sperma, mentre altro mi finisce di traverso.
Inizio a tossire con violenza; lui tranquillo lascia la presa, ormai si &egrave bello e scaricato. Mentre io, carponi per terra, tossisco e cerco di liberare la trachea dallo sperma, mentre mi passo il dorso di una mano sotto il naso. Guardo il dorso: una striscia di sperma. Il sapore &egrave disgustoso e mi pizzica la gola, come se avessi mangiato dei gessetti. “ahah! Piaciuto lo scherzetto? “La sborrata dal naso”. Mi ci sono voluti anni per metterlo a punto…”
Riesco a riprendermi; l’erezione, per ora, mi &egrave passata. Lo guardo, la gola ancora mi pizzica: “cof!… ok… cof!… adesso mi perdoni?” Lui mi guarda sornione, con il suo sorrisetto cattivo “adesso cof!… abbiamo chiuso, no? cof, cof…”
Mi risponde “sai… tua madre &egrave una gran bella figa… voglio scoparmela!” Mi si &egrave gelato il sangue nelle vene. Se potessi vedermi, vedrei i miei occhi sbarrati, il mio corpo irrigidito, lo sguardo perso nel vuoto. Come se mi fosse piovuto dal cielo un mattone sulla testa.
“Te l’ho detto che ne devi fare di penitenze…”
Immagino già il casino che sarebbe scoppiato tra i miei genitori. Le fantasie devono restare fantasie… Devo reagire, rispondere, giocare d’astuzia.
“Ma cosa dici? Che c’entra mia madre? Non ti basta il mio culetto?”
“Sono stanco dei ragazzini e delle nigeriane sulle statali… Voglio chiavarmi una figa poco usata, di una che non fa il mestiere. Non vedo l’ora di infilarglielo dentro, alla tua mammina…”
“ma &egrave assurdo! Ti rendi conto dell’impossibilità della cosa?”
“Tu devi solo fare come dico! Sennò ti sputtano…”
“Finisci sputtanato anche tu!”
“sono quello che ci perde di meno”
Non c’&egrave nulla da fare. Vince lui. E per la mia incoscienza ora dovrò trascinare mia madre in questo schifo…
“Che intenzioni hai?”
“Ho già un piano… tuo padre lo mettiamo tranquillo a nanna con il sonnifero; a questo dovrai pensarci tu. Poi mi fai entrare in casa, e mi infilo nel letto dei tuoi genitori, e mi chiaverò la tua mammina… nello stesso letto dove scopano i tuoi, dove sei stato concepito; dove i tuoi genitori credono di essersi creati una fortezza sicura, lei farà godere il mio bastone…”
Mi ha dato il tubetto di sonniferi. “due o tre saranno sufficienti… tu saprai come darli a tuo padre” E mamma? “No, a lei non devi darli! Non voglio mica scoparmi un manichino, lo deve sentire il mio cazzo che scorre sulle sue pareti vaginali…”
Adesso sta esagerando. Cosa crede, che mia madre &egrave una bestia come lui? “Non preoccuparti, vedrai che non farà storie!” Cosa intende?
“Non farmi più perdere tempo! Ci vediamo domani sera. Questo &egrave il mio numero, squillami quando il campo &egrave libero. Non suonerò n&egrave il citofono n&egrave il campanello, ti squillerò sul cell”
Mi fa uscire dal locale, lui rientra e si richiude dentro. Sono fermo, imbambolato per strada, perduto. Che faccio? Scappo via? Prendo il primo treno, il primo che parte, sola andata, come dicono nei film. E’ una cretinata. Vado a denunciarlo. Forse si può fare una denuncia in forma anonima, o almeno salvando quanto più possibile la mia privacy. Ma che faccio? Mi vergogno solo ad immaginarmi mentre racconto che frequento i siti gay. Solo adesso mi rendo conto dell’importanza dei diritti gay. Perch&egrave non posso liberamente fare sesso con un uomo senza rischiare la derisione e l’emarginazione da parte degli uomini, l’incomprensione e il non essere più accettato da parte delle donne? Non mi resta che assecondarlo.

Una nottata piena di incubi, il sudore freddo. Ho sperato che questa giornata non passasse mai, invece ecco la sera. I miei genitori non ho avuto nemmeno il coraggio di guardarli in faccia; sono proprio un vigliacco. Tre pillole nel bicchiere di vino, e mio padre dorme profondamente sul divano. Una vita onesta, di sacrifici…
Mia madre &egrave già a letto, tranquilla. Come chi va dormire senza sapere che da lì a poco ci sarà il terremoto che l’ucciderà. Avrà organizzato tutto per incominciare la nuova giornata di domani; il vestito, i pensieri degli impegni da sbrigare. Non immagina che domani, già prima dell’alba, sarà come morta.
Prendo il cellulare in mano. Un profondo e lento respiro, immobile, guardando il vuoto. Tremando, gli faccio uno squillo. Lui mi squilla e io gli apro il portone. E’ dietro la porta.
“Bravo, bravo… ti stai comportando bene. Papino dov’&egrave?”
“Dorme sul divano…”
“Bene, sistemiamolo meglio. Che tenero, sembra un cucciolo di cervo, vedrai che corna ti spunteranno… ehehehe…. la mia figa dov’&egrave?”
“E’ a letto… dorme…”
“Bene, accompagnami, gli facciamo una sorpresa!”
Nel buio, in punta di piedi, raggiungiamo la porta della camera da letto. Lì lui si spoglia completamente, mi da il maglione e i pantaloni “mettili da qualche parte”
Sembra proprio un porco; grasso, peloso, un uccello enorme…
Io resto sull’uscio. Lui entra e si infila sotto le coperte. Mia madre dorme, sdraiata su un fianco, dandogli le spalle. Lui l’abbraccia da dietro; vedo le coperte muoversi, e si capisce che sta strusciando il cazzo tra le chiappe di mamma, muove il bacino avanti e indietro, mentre con una mano gli palpa una tetta.
“Mmmh… non mi va” deve averlo confuso con papà.
Lui insiste. Lei, senza aprire gli occhi, con un’aria un po’ rassegnata, si gira sull’altro fianco. Lui le porta il braccio dietro la schiena e continua il movimento sul davanti di lei. Il suo ventre… il suo pube… Lei inizia a darli dei baci sulle labbra, lui ne approfita e incominciano a pomiciare. Sento il rumore delle bocche che si schiudono, lo scrocchio delle lingue. I respiri pesanti di chi incomincia a scaldarsi. Ma &egrave in quel momento che mamma si accorge che c’&egrave qualcosa che non va.
Lei apre gli occhi, aggrottando un po’ le sopracciglia. Guarda davanti a lei per qualche secondo, il tempo di realizzare cosa non va. E subito porta la testa e il busto all’indietro, sgranando il viso per lo stupore. Con uno scatto, terrorizzata, si volta verso il comodino e accende il lume.
E’ una reazione che mi aspettavo, ma fino ad un certo punto. Perch&egrave lei, appena lo vede, fa calare un po’ lo spavento, ma non lo stupore, come se non si sentisse in pericolo, anche se non consenziente. Anche la sua prima parole &egrave strana.
“Tu?!?”
“Sorpresa di rivedermi?” Rivederti?!?
“Ma che cazzo fai? Dov’&egrave mio marito, nostro figlio?”
“Rilassati, il maritino dorme tranquillo sul divano e non ci disturberà. Il tuo figlioletto si gode lo spettacolo dietro la porta…” Stronzo! Potevi fare i tuoi porci comodi senza mettere in mezzo me?!
“No, no” mamma esce dal letto, scattando in piedi. Ha una camicia da notte nera, che gli scoprono le spalle, uno scollo profondo e le gambe scoperte. Non avevo mai pensato a mia madre in questo modo: ora mi rendo conto che &egrave un bel bocconcino. “cuore mio, non pensare che io centri qualcosa, non ho mai tradito tuo padre. Mostro, come hai fatto?”
“Io ho fatto quello che pareva a me. Chi ha fatto qualcosa &egrave il signorino qui presente…”
Mamma sgrana gli occhi, mi guarda con aria fortemente interrogativa. Gli dico tutto, del sito gay, del bidone, della vendetta, il ricatto. Mia madre si siede sul bordo del letto, con i gomiti appoggiati alle ginocchia, mentre si copre il volto curvandosi sulle mani. Lui &egrave sempre rimasto nel letto, tranquillo, sogghignando.
“mb&egrave, allora? si comincia?” Bastardo…
Mia madre si alza in piedi, rassegnata. Sembra abbia capito la situazione. Si sdraia supina sul lato libero del letto. La testa un po’ alzata, le gambe aperte e i piedi un po’ vicino alle chiappe; ricorda molto la posizione di una donna che deve partorire.
“Fai quello che devi fare…”
“mmmh, bella porcona…”
Mia madre guarda verso il soffito, fredda come una statua. Lui esce dalle coperte, si mette in ginocchio su letto affianco a lei e sembra non sapere da dove cominciare. Con una mano tira fuori una tetta, con l’altra inizia a masturbarla, senza spogliarla. Porta la sua mano su &egrave giù, mentre le bacia il collo e i seni.
“Ehi, vieni a goderti lo spettacolo!”
Gli rispondo “no…” “Se non ti avvicini, guai a te e a tua madre…”
Mi avvicino, sono davanti al comodino, al lato del letto dove si svolge l’azione, a un metro da loro.
“Guarda” Fa scorrere le mani giù sui fianchi di mia madre e gli sfila le mutandine nere, che getta giù dal letto. Ho la visione del pube e figa di mia madre. “vedi, tu sei uscito da qui” indica la fessura di mamma, portando il dito sull’apertura della vagina. Mi fissa cattivo e lentamente fa entrare il dito dentro ed inizia a mimare il movimento del cazzo, portando il dito dentro e fuori. “Adesso però e mia, ci entro io…”
E così dicendo, si curva sul pube di mamma, cominciando a leccare con foga e violenza. Sembra un cane che lecca il fondo della scodella; vedo la sua lingua ovunque, mentre passa sui peli del pube, sul clitoride, sulle labbra vaginali. Guardo mamma: continua a fissare il soffito, assorta, come in un altro mondo; ma a volte, socchiude gli occhi e fa un’inspirazione ed espirazione profonda. Sta provando piacere anche lei.
Ora alza il volto dal pube di mamma e porta le ginocchia tra i suoi internocoscia. Ci siamo, sta per entrare dentro. “lubrificamelo” dice, prendendosi il cazzo con una mano, puntandolo verso di lei e rimanendo con il busto eretto. Allora vuole prima sentire la sua bocca. Mamma porta in avanti il busto, senza sollevare l’osso sacro dal letto. Lo prende con una mano, mentre lui toglie la sua. Freddissima, socchiude le labbra e si imbocca il glande, iniziando a succhiarlo, mentre lo sega con la mano. Porta anche lievemente ma con un po’ di velocità la testa avanti e indietro. “AH, da quanto tempo…” A che si riferisce? Mia madre non reagisce, compie i movimenti meccanicamente, con gli occhi persi nel vuoto. “La lingua, usa la lingua…” Mamma apre un po’ la bocca e tira fuori la lingua, continua a tenere il glande all’ingresso della bocca ma &egrave impegnata soprattutto a far ruotare la lingua intorno al cazzo, sul prepuzio, impegnandosi a far colare un po’ la saliva.
“Ti ricordi, allora. Eh?” Un’altra frase non chiara.
“Bene” dice guardandomi per un attimo “ora facciamo definitivamente cornuto tuo padre” e questa frase &egrave più che chiara.
Mia madre si rimette supina, a gambe aperte, dopo essersi tolta, su ordine di lui, la camicia da notte e il reggiseno, restando completamente nuda. Devo ammettere che &egrave uno spettacolo meraviglioso.
“Guarda come entra il mio cazzo nella figa di tua madre” lei curva il bacino in avanti, in modo da mettere in bella mostra la sua figa e renderla più accessibile. Lui &egrave sempre inginocchiato tra le sue gambe; inchina il busto verso di lei. Tiene il suo cazzo con una mano. Punta il glande verso la figa e lo appoggia sul clitoride; spinge, e così facendo fa piegare il suo cazzo, che inizia a scendere verso il basso; quando il glande, scorrendo giù, trova l’apertura vaginale, il cazzo ritorna dritto perch&egrave, entrando dentro, la pressione lo spinge nella parete vaginale e non su una superficie piana. Inizia a portare il bacino avanti e indietro, rendendo cornuto mio padre.
Si sdraia su mia madre. Vedo il suo pancione flaccido, grasso e peloso spalmarsi sulla pancia di mamma, stessa cosa per i due pubi, che si uniscono mescolando i peli. Vedo il suo culo fare su e giù tra le gambe di mia madre. Dopo un po’, anche lei sembra gradire, portando le sue braccia intorno a lui. A perso un po’ la freddezza, ora anche lei ha la bocca semi aperta, il mento appoggiato alla sua spalla e mugula dei “ahh… ohh… si…”
Guardo l’uomo e mia madre che stanno scopando nella posizione del missionario. Lei, con gli occhi chiusi, sembra avermi un po’ dimenticato. Anch’io, in realtà, sto cominciando un po’ ad eccitarmi in quella assurda situazione.
Lui scopa sempre più freneticamente mia madre, e i loro mugolii sono ormai un dialogo nella lingua del sesso. “aah ssiii cosììì” “ti piace, eh? ti &egrave sempre piaciuto…”
Inaspettatamente, lui gira la testa verso di me e fa “avvicinati” Io, quasi in estasi, eseguo. “abbassati i pantaloni, voglio palparti il culo” Lo faccio, mi slaccio la cintura, calo i pantaloni e le mutande e mi avvicino, mettendomi di spalle e rimanendo in piedi, al bordo del letto. Lui però vede la mia erezione e fa “ehi, sta piacendo anche a te! Vuoi metterlo in bocca a tua madre?” Io, conservando un po’ di lucidità, sempre in silenzio, gli faccio cenno di no con la testa “non sai che ti perdi!” e inizia a palparmi con una mano le chiappe.
Mia madre ormai geme senza ritegno e anch’io inizio a segarmi. Anche lui, innarcandosi verso l’alto, in modo da spingere al massimo il suo bacino a quello di mamma, sembra essere ormai vicino. Infatti inizia a gemere “ah, si, ti sborro dentro…” mia madre alza la schiena in modo da poter stringere più forte le sue braccia intorno alla sua schiena, un po’ terrorizzata e un po’ eccitata, dicendo “ah… no… non di nuovo… ah…” “aaahhh!”
Ma lui incomincia a fare i movimenti dell’eiaculazione che io, ahime, ho già conosciuto. Tenendo le mani sui fianchi di lei, blocca per alcuni secondi il bacino in avanti, quanto più possibile, con un “ah!”, segno che sta schizzando. Poi rapido porta un po’ il bacino indietro e di nuovo avanti, e nuovo schizzo. Una volta, due volte, tre volte… ormai ho perso il conto. Mia madre ha sciolto le braccia dalla schiena di lui, si &egrave abbandonata completamente sul materasso ed esprime liberamente il suo orgasmo. Anch’io, eccitatissimo, vengo senza controllare dove vada a finire lo sperma che schizzo avanti a me.
Abbiamo tutti e tre il fiatone. Dopo un bel po’ di secondi, lui si leva da sopra mia madre, sfilandole il cazzo da dentro; prende un lembo del lenzuolo e ci si pulice il cazzo, scendendo poi dal letto. Vedo mamma che fa movimenti strani, come se ci fosse un cazzo che ancora continua a scoparla. Poi capisco: sta spingendo fuori dall’utero e dalla vagina lo sperma. Lo vedo colare fuori, bianco, denso, in quantità industriale. Cola giù dalla fica, scorre tra le chiappe e sull’ano, finendo sul lenzuolo, formando intorno all’intimità di mia madre un lago di sborra.
Lui mi si avvicina “così impari a prendermi per il culo… dove sono i miei vestiti?”
Se ne &egrave andato. Mia madre &egrave corsa in bagno per lavarsi. Io le giro intorno, senza avvicinarmi a lei, come per dirle che se ha bisogno di qualcosa io sono qui. Lei, pulitasi alla bene e meglio, si preoccupa di cambiare le lenzuola. A lavare quelle sporche ci penserà domani.
Senza dirci una parola, andiamo a dormire ognuno nel suo letto.
E’ abbiamo continuato a non dirci una parola sull’accaduto. Sono passate due settimane, lui non l’ho più sentito e ho sempre cercato di evitare di passare avanti il suo negozio.
Senza nemmeno il bisogno di dircelo, io e mia madre abbiamo deciso di far finta che nulla sia successo.
Solo che io non credo di essere così stupido. Negli ultimi 15 giorni, dieci pranzi sono stati a base di pesce. “A tua madre sta iniziando a piacere il pesce” ha detto mio padre ieri a tavola. Una frase che mi ha illuminato. Sta iniziando a piacergli il pesce…
Eccola che torna. E’ entrata in cucina. Rovisto fra la spesa che ha appena portato.
“Anche oggi pesce…”
Lei trasale, ma cerca subito di fingere tranquillità. “Ah, si. Ne approfitto, in questo periodo si trova quello migliore sul mercato…”
La guardo fissa in volto. Lei se ne accorge e mi fa un cenno come per chiedere cosa c’&egrave. Porto un dito alla punta del mio naso. Lei passa il suo dorso sotto il suo naso: una strisciata di sperma.
“Cazzo! Ma allora la cosa &egrave continuata?!”
“No, ascoltami, non &egrave come credi…”
“Ma che cazzo dici, lo conosco bene, conosco i suoi giochetti…”
“No, ti prego, ascoltami, &egrave importante!”
Zittisco. In effetti ho sempre sospettato ci fosse qualcosa di più, e ora voglio sapere tutto. Ci sediamo a tavola.
“Prima di tuo padre, io già conoscevo lui. Andavo con la nonna a fare la spesa da quello che era il suo titolare. Lui era il ragazzo di bottega, imparava il mestiere. Conosci il suo carattere, fa lo sporcaccione con tutti. Con me faceva si battute allusive, ma le condiva con un tono di voce gentile. Io caddì come una stupida alle sue lusinghe, pensando fosse realmente una persona gentile. Non era così; e rimasi incinta. Non gli dissi nulla perch&egrave non lo volevo come marito. Mi ricordai di tuo padre, cio&egrave l’uomo che ti ha cresciuto. Sapevo di piacergli, e la brutta esperienza con quel porco mi aveva fatto capire l’importanza di avere una persona realmente buona al mio fianco. Mi lasciai sedurre e gli ho fatto credere che tu sia il suo. Perdonami, l’ho fatto solo per proteggerti…”
Ora so che vuol dire restare sconvolti. Sono il figlio di quella merda?!? E l’uomo che mi ha cresciuto, ora che ne sarà di lui? Come lo guarderò da oggi?
“Mamma, non so che dire… Ma tu, perch&egrave sei tornata da lui?”
“E lui che ha incominciato a perseguitarmi, l’indomani stesso di… quella sera lì. Ce l’aveva ancora con te, diceva che dovevi fare ancora penitenza…”
“Cos’altro vuole?”
“Vuole mettermi incinta…”
…un fratellino? alla mia età?! e dovrebbe prendere di nuovo in giro quel poveretto di mio padre? …cio&egrave, l’uomo che mi ha cresciuto…
“Eh glielo vuoi permettere? forse &egrave arrivato il momento di ribellarci!”
“Non lo so, non voglio che la cosa diventi di dominio pubblico…”
“Ma tu oggi gli hai fatto solo un pompino?”
“Si, aveva clienti all’ingresso, non abbiamo potuto fare altro…”
Mi accorgo che sto parlando tranquillamente di sesso con mia madre, e sto accorgendomi anche che qualcosa si sta gonfiando, sotto…
“Mamma ma… stai iniziando a prenderci gusto?”
Mi fa cenno di si con la testa “Quella sera sono ricominciati ad affiorare desideri che credevo di esser riuscita a soffocare quando rimasi incinta di te, in cambio di una vita onesta”
Non riesco a non fissarla negli occhi. Si sta creando un’atmosfera strana.
Scattiamo uno verso l’altro e incominciamo a pomiciare con passione, selvaggiamente. Siamo in piedi, lei mi sta stringendo le mani dietro la testa e il collo, io le palpo il culo. Abbiamo una voglia fortissima l’uno dell’altra.
Le sbottono i pantaloni, lei mi aiuta e se li cala giù, sfilandoseli. Le passo una mano tra le cosce, &egrave bagnatissima. Non dobbiamo dirci nulla, sembra che ci leggiamo nella mente. La posiziono davanti a me verso il tavolo, lei segue i miei movimenti e si siede sul bordo del tavolo.
Mi calo i pantaloni, mi dirigo verso le sue gambe aperte e la penetro. Con energia, compio movimenti velocissimi. Lei &egrave seduta sul bordo del tavolo a gambe aperte, io sono in piedi davanti a lei che la scopo come un cavallo. “Toh, prendii, prendi… troiona, lo so che ti piace…” “Ah, sii, non smettere, siii…”
Io le cingo la vita con le braccia; lei ha un braccio sulla mia spalla e mi accarezza i capelli con la mano, con l’altra mi stringe la chiappa. “Sto venendo, puttana, sto venendo…” “Anch’io, siii”
Sto schizzando dentro di lei, senza rallentare minimamente il movimento del bacino; schizzo e continuo ad andare freneticamente avanti e indietro, finch&egrave, col fiatone, non ci stacchiamo esausti.
“Ah, mi &egrave piaciuto…”
“ah, ah… anche a me… tale padre… in certi momenti sembravi proprio lui!”
Pochissimi secondi di silenzio “ehi, ti sono venuto dentro. Forse questa volta sarà lui a credere di essere diventato padre!”
“No cuore, mi dispiace ma ci &egrave già riuscito…”
“Davvero?!?”
“Si, avrei dovuto avere il ciclo almeno quattro giorni fa. Non preoccuparti, ha detto che avrebbe insistito finch&egrave non sarebbe nato un maschio. Chissà, potrebbe essere invece una femminuccia, e il prossimo potrebbe capitare a te…”
Che troia… mi piace! “mb&egrave, in realtà lui il maschio l’ha già avuto!”
“… già…”
“Cosa facciamo? Pensi sia il caso di dirglielo?”

Sono a pecorella, con il viso rivolto verso il basso e lui &egrave alle mie spalle; non riesco a vederlo, posso solo sentire mentre appoggia una mano sul mio fianco, appena sopra la mia chiappa, e con l’altra mano dirige il suo cazzo sul mio buchino stretto e vergine; forse troppo stretto e vergine. Avrà bisogno che l’aiuti?
Ecco mamma; &egrave davanti a me. Nuda &egrave sempre stata bellissima da guardare, ma ora, con il pancione e i seni resi più floridi dalla gravidanza, farebbe arrapare anche uno dei tanti gay che ho cominciato a frequentare da sette mesi a questa parte. “Devi aiutarlo ad entrare, usa le manine” La sua figa &egrave a un centimetro dal mio naso. “Dopo tanti incontri, hai ancora timore a dare il culo! Dai, lecca mamma, ti darò coraggio”
Mentre tiro fuori la lingua per raggiungere il clitoride di mia madre oltre il suo pancione, con le mani mi allargo le natiche e cerco di sporgere il mio culo verso l’alto e verso di lui, a “poppa”. Lui strofina lentamente il suo glande dal basso verso l’alto, cercando di penetrarmi. Che sensazione… L’ano si &egrave appena dilatato, e lui subito ne approfitta. Lo sento, &egrave entrato, sta scorrendo dentro di me… finirà il lavoro dentro o schizzerà sulla mia schiena?
“Dove vuoi che finisca?”
“mmm… dentro, papà. Voglio provare la sensazione dello sperma caldo dentro di me”
Mio padre comincia a sbattermi come un infoiato. Sento la sua pancia sui miei glutei, i suoi peli mi massaggiano e solleticano. E’ una sensazione favolosa. Mamma intanto si &egrave messa sotto di me, a mo’ di sessantanove. Io rimango a pecora, mio padre mi sta scopando, quindi per leccarle la figa porto giù solo il mio viso e la parte alta del busto. Mia madre si tiene su con le braccia e mi succhia il cazzo.
Io e mamma abbiamo deciso di dirglielo. Così ora ho due famiglie: una di “rappresentenza”, per tener contenti i moralisti, i “normali”, repressi e sicuramente nel privato molto più depravati di noi, che lasciano la fantasia alla fantasia. E quella che &egrave, in fin dei conti, la mia vera famiglia, con il mio vero padre. Con quest’ultima stiamo pian piano abbattendo tutti i tabù in fatto di sesso, realizzando le nostre fantasie, liberandoci da tutti i blocchi mentali, e quindi fisici, che la morale ci impone.
Ecco, papà sta per venire, ormai so riconoscerlo; anch’io in fondo non credo di riuscire a resistere oltre. Ecco, si sta fermando, spingendo il più possibile il suo pube alle mie chiappe. Sento gli schizzi… siii… mi sta riempendo l’intestino. E quanto viene; non resisto oltre…
Vengooo… si, mia madre sta bevendo tutto; &egrave fantastico. L’orgasmo mi spinge a leccare mamma con più foga. Da quando &egrave incinta &egrave diventata sensibilissima, viene come se fosse morsa dalla tarantola.
Non c’&egrave che dire, sono abbastanza felice, perch&egrave più libero e sicuro, protetto da due famiglie che mi sostengono e mi accettano. E lo sono ancora di più se penso al fatto che mia madre, che ha fatto l’ecografia, probabilmente avrà una femminuccia…

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