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Le mie esperienze bisex

By 29 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments


Avevo 28 anni, da sempre etero convinto con un successo con le ragazze che definirei medio, senza infamia e senza lode. In quel particolare periodo, appena laureato ed alla disperata ricerca di un modo per entrare nel mondo del lavoro, mi ero tra l’altro fidanzato con una ragazza per una storia ricca di tante speranze ma povera di soddisfazioni, soprattutto nel sesso. Fredda ed anaffettiva, non riusciva più a darmi le soddisfazioni che cercavo da questa relazione, e per questo mi decisi a cercare uno svago in una delle tante chat e social network che, era il lontano 2008, ormai cominciavano a prosperare in internet. Anche in quel caso però la fortuna non mi arrise, e la speranza di trovare un’alternativa ad una storia che ancora non riuscivo a capire fosse finita si spense in un marasma di promesse non mantenute e masturbazioni solitarie. Proprio durante una di queste chattate sfortunate accadde però il fatto che cambiò per sempre la mia vita; quando ormai stavo per staccare vengo contattato in privato da un nickname chiaramente maschile, che mi chiede senza tanti giri di parole se mi va di masturbarmi su msn con lui, chiedendomi il contatto.
Inizialmente schifato da questa proposta, ignorai completamente il messaggio e spensi il pc, prendendo in giro dentro di me questo sfigato di internet e preparandomi per andare a letto. Durante la notte però, come al solito colpito dalla mia solita difficoltà a prendere sonno, cominciai dentro di me a ripensare al messaggio, chiedendomi cosa può spingere un maschio a provare piacere con un altro del suo sesso, cosa che all’epoca consideravo contro natura. La sera successiva, augurata la buonanotte a quella frigida della mia fidanzata, mi dedicai alla mia chattata giornaliera, ma l’attenzione molto spesso finiva per cadermi non soltanto sui nick femminili, ma anche su alcuni chiaramente maschili che parlavano appunto di incontri omosessuali. L’attenzione in particolare cadde su due utenti, che parlavano della possibilità di incontrarsi presso una spiaggia a pochissimi chilometri da casa mia, che scoprii quella sera servisse anche da spiaggia nudista e da luogo di ritrovo per omosessuali e bisex. Incuriosito dalla cosa ma ancora troppo spaventato per contattare una persona del mio stesso sesso per certi argomenti, decisi di chiudere la chat e di dedicare il resto della serata ad una veloce ricerca su Google dell’argomento. Con mia grande sorpresa, non solo bastarono pochi Click per trovare le informazioni necessarie, ma addirittura scoprii che nel giro di poco più di 20 km esistevano altre tre spiagge dedicate alla medesima attività. La cosa mi colpì molto, e spinto dalla curiosità decisi una volta di andare a dare un’occhiata, magari anche per prendere in giro quei poveri sfigati, senza però l’intenzione di fare alcunché. 
Eravamo però ormai a fine agosto, la bella stagione stava finendo ed il lavoro stagionale mi oberava sempre di più, quindi ben presto l’idea di visitare la spiaggia rimase solo nei miei pensieri. Arrivato l’autunno poi, decisi di provare a salvare la mia relazione, abbandonando quindi le chat e qualsiasi cosa potesse distrarmi da questo obiettivo. Nonostante tutto però, a primavera decisi di gettare la spugna, troncando definitivamente con la mia ragazza, decidendo quindi di dedicarmi soltanto a divertirmi. Ricominciai quindi a frequentare le chat, ma anche stavolta molto spesso la mia attenzione era attratta da uomini che si scambiavano tra di loro richiesta di incontro e, visto l’arrivo della bella stagione, ricomparve anche la spiaggia nudista come possibile luogo di incontro tra questi. Mi ripromisi quindi di visitarla stavolta, ma essendo tornati single anche altri ragazzi del mio vecchio gruppo, decidemmo dopo tanti anni di tornare a noleggiare per tutta la stagione un ombrellone presso uno stabilimento balneare nella mia città, come facevamo quando eravamo tutti all’università. Il tentativo però fallì miseramente, e le nostre giornate estive si trasformavano troppo spesso in lunghe sedute di noiosissime chiacchiere, in cui ognuno parlava male delle rispettive ex, rimpiangendo però allo stesso tempo le storie appena finite. Proprio nel tentativo di fuggire da questa tediosa routine quotidiana, un sabato pomeriggio decisi di andare a vedere quella famosa spiaggia: armato di solo costume, asciugamano e cellulare, senza dire nulla a nessuno inforcai il mio scooter e mi recai nel parcheggio più vicino alla spiaggia. Con il cuore stranamente in gola, una volta arrivato mi incamminai dentro la pineta lungo il sentiero seminascosto verso la spiaggia, ma una volta arrivato la scena mi deluse fortemente. di quello che mi ero aspettato non c’era nulla, soltanto qualche sparuta coppia di nudisti anziani qua e là ed un’unica donna solitaria un po’ staccata rispetto al resto del gruppo. Decisi, data anche la lunga camminata, di passare comunque lì il mio pomeriggio, tenendo però addosso il costume e mettendomi vicino alla donna, sperando magari di attirare in qualche modo la sua attenzione. Anche quel piano però fallì miseramente, ma proprio mentre ormai senza speranze stavo per andare via vidi arrivare un uomo sulla quarantina, solitario, piacente, che appena arrivato si infilò dietro delle dune e, liberatosi del costume, iniziò a masturbarsi. Rimasto solo nella zona, non riuscivo a staccare gli occhi di dosso dal suo cazzo fino a quando, spinto non so nemmeno ora da che cosa, decisi per la prima volta in vita mia di togliermi il costume in spiaggia, rimanendo completamente nudo. Spaventato però dalla situazione e vergognandomi ancora un po’, decise di nascondere la mia sempre più evidente erezione mettendomi a pancia sotto, offrendo però così una perfetta visione del mio culo, da sempre considerato il mio vero pezzo forte. I miei gesti non passarono però in osservati ed il misterioso uomo cominciò a sua volta a guardarmi, aumentando allo stesso tempo il ritmo della masturbazione. Andammo avanti così per alcuni minuti, finché lui, superato probabilmente l’imbarazzo, mi fece chiaramente il gesto di avvicinarmi a lui. Il mio primo impulso fu quello di fuggire immediatamente, ma appena mi alzai per rivestirmi mostrare chiaramente la mia totale erezione, situazione che invitò lo sconosciuto ad invitarmi nuovamente lì da lui. Non so per quale motivo, ma ancora completamente nudo raccolsi la mia roba e, varcata la linea delle dune, arrivai accanto a lui. Senza proferire entrambi alcuna parola, lo sconosciuto mi tolse di mano l’asciugamano, gettandolo a terra e cominciando a palparmi il culo. Ero come paralizzato, non riuscivo praticamente a muovermi, ero come un burattino nelle sue mani le quali nel frattempo continuavano a palpare le mie chiappe e cominciavano a stuzzicare il mio buco del culo. Vedendo che non reagivo, l’uomo decise di spingersi ancora più a fondo, stese il mio asciugamano, mi prese all’altezza delle spalle, cominciando a spingermi verso il basso. Anche in quell’occasione decisi di non reagire, facendomi mettere in ginocchio e ritrovandomi con la sua enorme erezione davanti il viso. Sempre senza parlare, lo sconosciuto presa la mia testa spingendola verso il suo cazzo: dopo un attimo di titubanza, senza che lui mi dicesse nulla aprii la bocca di mia spontanea volontà, cominciando quello che a tutti gli effetti era il primo pompino della mia vita. La sensazione di avere per la prima volta in vita mia un cazzo dentro la mia bocca mi eccito all’inverosimile e, cercando di copiare e le pornostar dei video con le quali di solito mi masturbavo, cominciai a leccargli l’asta e la cappella, alternando la mia bocca su cazzo e palle. Proprio mentre gli stavo leccando le palle con gusto l’uomo pronunciò la sua prima ed unica parola di tutta la giornata: “maiale!“. Come se fosse un segnale, decisi di aumentare il ritmo del pompino, tornando a succhiare la sua cappella ed aiutandomi anche con le mani. Non pensavo a nulla, né al fatto che io, etero convinto, fossi completamente nudo in ginocchio a succhiare il cazzo ad un perfetto sconosciuto, né al fatto che magari qualcuno avrebbe potuto vedermi, né alle conseguenze che quel gesto che stavo facendo avrebbe potuto avere. Nulla mi importava, soltanto succhiare quello splendido cazzo mi interessava. Andando avanti così per interi minuti che mi sembrarono un’eternità finché l’uomo, al culmine dell’eccitazione, mi prese la testa tra le mani spingendomi il suo cazzo sempre più a fondo nella mia bocca, impedendomi qualsiasi tentativo di fuga. Non ce ne sarebbe comunque stato bisogno, dato che la mia eccitazione era pari se non superiore alla sua, e nonostante la mia poca esperienza ero pronto e disponibile ad accogliere dentro di me tutto il suo seme. Mi sborrò quindi copiosamente in bocca ed io, sempre più in trance ingoiai tutto, fino all’ultima goccia. Una volta finito questo, l’uomo mi fece alzare, si mise dietro di me e, mentre con una mano esplorava la mia bocca, con l’altra inizia una brevissima ma focosa masturbazione al mio cazzo, facendomi venire nel giro di pochissimi secondi. Una volta venuto però, la mia eccitazione lasciò lo spazio alla paura per ciò che era successo: cercai quindi di liberarmi del suo abbraccio, ma l’uomo mi bloccò, e come per salutarmi mi tiro una robusta e sonora pacca sul culo lasciandomi interdetto. Ormai spaventatissimo mi chinai a raccogliere le mie poche cose, dando però all’uomo evidentemente non ancora soddisfatto la possibilità di strusciare sul mio buco del culo ancora nudo il suo cazzo non ancora del tutto moscio. Raccolti il costume e l’asciugamano, fuggii come un pazzo verso il parcheggio, vergognandomi per tutto il tragitto per ciò che avevo fatto. Nel tentativo di dimenticare il tutto, decisi di finire la giornata insieme ai miei amici all’ombrellone, e dopo un bagno in mare ed una bella doccia ristoratrice, decisi di provare a dimenticare quanto accaduto, promettendomi che non sarebbe successo mai più. Purtroppo, o forse per fortuna, non andò così… 

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Dopo la prima volta sulla spiaggia, spaventato da me stesso e da quello che avevo fatto, passai il resto dell’estate lontano da quella che consideravo una spiaggia maledetta, con il terrore di trovarmi davanti questo sconosciuto al quale mi ero dedicato con tutta quella passione. La fortuna però fu dalla mia parte, e non solo non incontrai più, né quell’estate né qualsiasi altro giorno della

 

mia vita, quell’individuo, ma riuscii a svoltare l’estate, conoscendo un gruppo di turiste italiane che riuscirono a rendere divertenti quelle che rischiavano di diventare lunghissime e tediose giornate tra maschi sotto l’ombrellone. Passata l’estate per molti mesi provai a dimenticare quella parte della mia vita, gettandomi a capofitto nella mia routine quotidiana e nel mio lavoro che, per fortuna, avevo finalmente trovato in pianta più o meno stabile. Come unico svago mi concedevo solo lo sport, da sempre mia passione e mia preferita valvola di sfogo, che avevo abbandonato per motivi di studio e che decisi di riprendere quell’anno. Purtroppo però, arrivato quasi alla soglia dei 30 anni e dopo un periodo abbastanza lungo di inattività, gli acciacchi cominciavano a farsi sentire, soprattutto alle ginocchia ma io, testardo come sempre, non diedi loro peso, impegnandomi come se non avessi mai smesso. Come purtroppo ci si potrebbe aspettare, dopo alcuni mesi di attività intensa le mie cartilagini cedettero, obbligandomi quindi ad interrompere definitivamente qualsiasi velleità sportiva. Triste per questo infortunio, mi informai presso un medico amico di attività fisiche che avrei potuto fare senza compromettere definitivamente quel maledetto ginocchio e la risposta fu chiara: o nuoto oppure palestra. Nonostante sia nato e vissuto sempre a circa 4 km dal mare, nutro un odio viscerale per l’elemento acqua, e quindi la scelta fu obbligata anche se, devo ammetterlo, nemmeno il mondo della pesistica faceva al caso mio. Con poco entusiasmo decisi di iscrivermi in palestra ma, a causa della mia tendenza a risparmiare se possibile, unita ad un’effettiva mancanza di liquidità (il lavoro c’era ma la paga non sempre), optai per una piccola struttura a pochi chilometri da casa mia, gestita da un conoscente che mi concesse un forte sconto. Iniziai quindi questa nuova attività, sicuramente funzionale per il mio problema ma allo stesso tempo estremamente noiosa e ripetitiva. Essendo di natura un po’ timido soprattutto all’inizio, unito al fatto che quasi tutti i miei coetanei frequentassero ben altre strutture, trovai moltissime difficoltà a stringere anche un semplice rapporto di conoscenza con gli altri avventori, tanto che ad un certo punto optai per allenarmi solo in pausa pranzo, quando la struttura era praticamente deserta e spesso il gestore mi lasciava addirittura dentro solo, approfittando della pausa per andare a casa dalla moglie un’oretta. Può sembrare triste come cosa ma a me andava bene così, anche se la noia si faceva sempre più forte. Questa situazione andò avanti per circa 2 mesi, almeno cioè fino a marzo, quando l’avvicinarsi della bella stagione attirava sempre più gente vogliosa di buttare giù quei chili di troppo presi durante l’inverno. La palestra si animò quindi di nuova vita, costringendo il gestore come ogni anno a prendere part-time un istruttore che lo aiutasse a gestire i nuovi arrivati, di nome Giulio. Questi era un uomo sulla quarantina abbondante, alto all’incirca 1,85 con il tipico fisico di un frequentatore assiduo di palestre, senza però quelle esagerazioni dei culturisti. Oggettivamente quello che si potrebbe definire un bell’uomo, anche se tengo a specificare che non pensavo più nemmeno lontanamente a quello successo sulla spiaggia, e magari a ripeterlo con lui. Oramai infatti avevo bollato quell’esperienza omosessuale come poco più di un incidente che non si sarebbe più potuto ripetere, e continuai ad allenarmi come avevo sempre fatto. Refrattario però come sempre alla ressa, concentrai ancora di più i miei allenamenti nelle ore più morte della giornata, riuscendo molto spesso rimanere in palestra praticamente da solo, se si escludeva proprio Giulio che aveva l’orario di pranzo sempre lavorativo, lasciando al titolare la possibilità di rientrare a casa e pranzare con comodo con la famiglia. Sin dalle prime volte Giulio mostrò interesse nei miei confronti, ma un interesse che secondo me era esclusivamente lavorativo, essendo lui un istruttore che insegnava ad un ragazzo, in quel momento praticamente l’unico in palestra, a svolgere correttamente gli esercizi. Col senno di poi posso dire che invece non mancavano i segnali che facessero capire che l’interesse potesse essere anche di altro tipo, come per esempio la sua abitudine ad entrare negli spogliatoi sempre quando ero sotto la doccia, intrattenendosi spesso con me con discorsi banali, oppure il fatto di insistere molto sul rafforzamento dei glutei, con fugaci ma frequenti toccate al mio culo durante la spiegazione e la prova degli esercizi. Io d’altronde come esperienza gay avevo solo avuto quel veloce pompino in spiaggia ed ero completamente incapace di capire un corteggiamento omosessuale, e scambiavo questi fatti come casualità o piccoli incidenti. Dopo due settimane di quelle che ritenevo fossero lezioni private ma che invece nelle sue intenzioni erano veri e propri tentativi di corteggiamento, il mercoledì della settimana di Pasqua arrivai come sempre in palestra al solito orario, trovando il solo Giulio alla reception a giocare a Solitario al Pc. Appena entrato mi salutò calorosamente, lamentandosi di essere lì dalla mattina e di aver visto arrivare in tutto il giorno si e no 10 persone. La palestra infatti era desolatamente vuota, come io d’altronde preferivo, e dopo averglielo fatto notare con tono scherzoso, mi recai negli spogliatoi per cambiarmi. Giulio però mi seguì, chiacchierando del più e del meno, con la scusa di voler parlare con qualcuno dopo quasi un’ora di solitudine. A me la cosa non dette fastidio, e come sempre mi cambiai per la palestra ma, una volta rimasto in slip, Giulio si zittì e dopo un attimo di silenzio affermò senza mezzi termini che i lavori sui glutei stavano dando i loro frutti e che avevo messo davvero un bel culo. Per la prima volta queste sue parole mi stonarono un po’ e mi fecero pensare, ma dopo un attimo di smarrimento decisi di non dar loro peso e, ringrazatolo per il complimento, mi recai in sala pesi. Tutto l’allenamento si svolse nel solito tran tran, con Giulio che professionale come sempre mi aiutava negli esercizi, ma talvolta la mia mente finiva per ritornare a quelle parole dette nello spogliatoio, e come quella volta sulla spiaggia, il mio cazzo cominciava reagire. Provai più e più volte a scacciare questo pensiero, ma senza successo, e la vicinanza di Giulio di certo non aiutava, ma per fortuna cominciarono ad arrivare altre persone, soprattutto donne del corso di ginnastica, che costrinsero il mio “allenatore personale” a dedicarsi anche a loro. Terminato quindi l’allenamento, pur non del tutto rilassato dopo quanto successo, mi recai a fare la doccia, non prima di aver salutato le signore presenti e Giulio stesso che intanto, dopo aver sistemato queste con la loro insegnante, era rientrato in sala pesi. Il mio obiettivo era quello di lavarmi velocemente e ritornare a casa per non pensare più né a lui né alla mia reazione, ma il piano fallì perché proprio pochi istanti dopo che entrai in doccia sentii aprire la porta dello spogliatoio, con Giulio che fece il suo ingresso. La situazione apparentemente non era diversa da quelle delle altre volte, anche perché lui non dimostrò apertamente alcun interesse nei miei confronti, dedicandosi a sistemare il suo armadietto dall’altra parte dello spogliatoio, ma diversa fu la reazione mia ed in particolare quella del mio cazzo, che si trovò subito eretto. Imbarazzatissimo cercai di nascondere la mia eccitazione girandomi di spalle, intenzionato a non uscire finché Giulio non fosse uscito, finché il mio cazzo non si fosse ammosciato o almeno finché non fosse entrato qualcuno, ma dopo alcuni minuti di questa pantomima lui non solo non si era allontanato, ma si sedette su di una panca di fronte alle docce esclamando quasi subito: “hai intenzione di uscire da quella doccia o vuoi stare lì a farmi arrapare con quel culo fino a stasera?” 

 

 

 

A queste parole il mio imbarazzo fu tangibile ma allo stesso tempo la mia eccitazione diventò ancora più prorompente e, non so nemmeno perché, decisi di girarmi. Mi trovai davanti Giulio completamente vestito ma con un cazzo evidentemente in tiro sotto la stretta tuta da allenamento, che mi guardava sogghignando, beandosi della sua iniziativa. Senza staccarmi gli occhi di dosso si alzò e mi si avvicinò, spiegandomi di essere gay è si come ormai da 15 giorni ci provasse spudoratamente con me. Mi disse anche di aver capito dalle mie reazioni ai suoi complimenti che nemmeno io ero indifferente alle sue avance, e di come ormai da tempo aspettasse solo il momento per provarci apertamente. Da parte mia cercai di spiegare come avesse frainteso la mia gentilezza, di non essere interessato quindi a lui ma solo alle ragazze. Purtroppo il tono di voce da verginello spaventato che uscì dalla mia bocca, unito alla mia erezione che non accennava a scendere, dicessero tutt’altro, e Giulio decise di rincarare la dose, affermando che secondo lui ero soltanto un ragazzo represso che non accettava i suoi desideri, e che non vedeva l’ora di avermi tutto per sė. A quelle parole, sempre più allo stesso tempo spaventato ed eccitato, uscii dalla doccia passando accanto a lui, che non perse occasione per allungare le mani sul mio culo. Da parte mia posso affermare quella volta di essermi subito allontanato dalle sue avance, iniziando immediatamente a rivestirmi. Grazie anche al contemporaneo ingresso di due clienti storici della palestra, Giulio desistette e, senza neanche salutare nessuno, uscì dallo spogliatoio. Sempre sconvolto dall’accaduto mi rivestii alla meglio per scappare a casa e, nelle mie intenzioni, non rimettere più piede lì dentro, ma appena uscito fui raggiunto nuovamente da Giulio che, senza tanti giri di parole, mi disse che il sabato avrebbe chiuso lui la palestra alle 15 e che mi avrebbe aspettato per finire quello iniziato negli spogliatoi. Senza neanche rispondergli allungai il passo e fuggii da lui, sempre più  convinto a non varcare più quella soglia, figurarsi a gettarmi direttamente nelle sue grinfie. Una volta lontano dal pericolo, a mente fredda il pensiero di quello che mi era successo mi fece molto pensare, e dopo una notte praticamente insonne cominciai a sentirmi lusingato di questo interessamento, arrivando addirittura ad affermare che se avevo spompinato uno sconosciuto decisamente meno affascinante di Giulio, non avevo motivi seri per rifiutare questo invito. Il giovedì ed il venerdì furono quindi due giorni molto intensi, con il che cambiavo idea 3/4 il giorno, passando da un no categorico ad un sì certo nel giro di poche ore. Questa incertezza mi accompagnò fino al sabato mattina, quando finalmente presi la mia decisione: avevo fatto trenta, avrei fatto trentuno… sarei andato da Giulio! Usata come scusa un’improvvisa partita di calcetto organizzata da amici fuori città (ormai impossibilitato a correre per lungo tempo mi concedevo ogni tanto una partitella tra amici come portiere), salutai i miei e mi recai invece alla palestra, entrando intorno alle 14.30, a solo mezz’ora dall’orario di chiusura. Lo sguardo di Giulio appena mi vide entrare ancora me lo ricordo; probabilmente già pregustava ciò che lo aspettava. Per non attirare l’attenzione decisi di cambiarmi come se dovessi fare normale attività, ma nervosissimo non feci praticamente nulla in sala pesi, girando in tondo come un automa tra un macchinario e l’altro. Arrivata quindi l’ora di chiusura, Giulio invitò tutti a recarsi nelle docce ed anch’io seguii le sue indicazioni solo che, una volta entrato negli spogliatoi, mi chiusi in un bagno aspettando che l’unico altro ragazzo rimasto in palestra se ne andasse. Appena sentii la porta chiudersi uscii dal bagno, e come se fosse la cosa più normale del mondo ancora solo nello spogliatoio mi spogliai lentamente, rimanendo poi completamente nudo. In quella posizione rimasi alcuni minuti finché non vidi aprire la porta: era ovviamente Giulio che, appena visto come fossi già nudo, non perse tempo e, venutomi vicino, mi abbrancò all’altezza del culo con le sue enormi mani, portandomi verso di sé e facendomi sentire la sua grande erezione. Stavolta però a differenza di quanto accaduto sulla spiaggia ero intenzionato a non farmi usare come una bambola e, allontanatomi da lui, gli dissi che ero comunque etero e che quella per me era la mia prima volta in un uomo, e che quindi non mi sarei fatto inculare. Visibilmente deluso dalla piega che stava prendendo la cosa, Giulio mi chiese allora cosa ero disposto a fare, e dopo avergli dato la mia disponibilità per un pompino completo, mi chiese se almeno avrebbe potuto esplorare il mio buco con le dita. Mi rendo conto ora di quanto squallida fosse mercanteggiare a quel modo, ma ero alle prime armi, e l’idea  di avere un cazzo nel culo ancora mi spaventava. Vedendo però quanto ci tenesse a giocare col mio culo decisi quindi di assecondare la sua richiesta, e Giulio non se lo fece ripetere due volte. Dopo infatti avermi fatto stendere su un lettino da massaggi presente in spogliatoio, iniziò con un lungo e sensuale massaggio con olio alle mie natiche, intervallato da piccole sculacciate e da dita che sempre più audaci cominciavano ad allargare il mio culo. Come già successo sulla spiaggia, questa particolare situazione fece completamente saltare tutte le mie remore, e senza nemmeno rendermene conto cominciai ad ansimare come la peggiore delle zoccole. Dopo almeno 10 minuti di tutto ciò, Giulio decise che era arrivato il momento per il pezzo forte e, liberatosi di pantaloni e slip, mi avvicinò un cazzo che per la prima volta notavo fosse di discrete dimensioni, davanti al viso, invitandomi ad iniziare il pompino promesso. Senza bisogno di inviti iniziai quindi il secondo pompino della mia vita, per la prima volta però rendendomi pienamente conto di ciò che stavo facendo. Come allo sconosciuto sulla spiaggia anche con Giulio iniziai a leccare cappella, asta ed a succhiare i coglioni, cosa quest’ultima che sembrava apprezzare molto. In contemporanea iniziai anche a masturbarmi con una mano, mentre con l’altra alternativamente o segavo il cazzo del mio amante oppure la utilizzavo per sostenere le sue grosse palle. Questa scena molto eccitante andò avanti per quasi 20 minuti, durante i quali Giulio non perse occasione per chiedermi di farmi inculare da lui, trovando però sempre un muro. Forse proprio perché deluso da questo mio rifiuto, Giulio  sembrava non voler venire mai, ed oltretutto aumentò anche il ritmo degli affondi, arrivandomi quasi in gola e costringendomi per la prima volta ad un vero e proprio deepthroat. Quando ormai la mia mascella era dolorante, sentii finalmente prima il suo cazzo agitarsi e pulsare, seguito poi da una copiosa sborrata dentro la mia bocca, che come la prima volta, non mi vergognai ad ingoiare. A quel punto, essendo anche io venuto abbondantemente parecchi minuti prima, entrammo entrambi in doccia e ci lavammo a vicenda, con lui che anche stavolta non perse occasione per esplorare il mio culo. Terminata anche questo interessante post pompino, ci rivestimmo, e dopo esserci scambiati complimenti su quanto appena accaduto, ci salutammo con un bacio sulla guancia e con la promessa di rifarlo a breve. Purtroppo però la fortuna non fu dalla mia parte: Giulio infatti dopo una sola settimana ricevette un’importante proposta di lavoro presso una grande palestra cittadina, a circa 40 km da dove abitavo io. Era un posto fisso, ben pagato e retribuito, che ovviamente accettò subito con gioia. Di lì a pochi giorni quindi abbandonò definitivamente la palestra che frequentavo, non prima però di avermi concesso un secondo incontro che si dimostrò però molto deludente. Entrambi infatti eravamo forse un po’ scazzati e, senza l’eccitazione della prima volta, questa si trasformò in una sua copia sbiadita, al termine della quale tra l’altro io non riuscii neanche a venire. Con un mix di rammarico e delusione ci salutammo, e quella per me fu l’ultima volta che lo vidi. A mia volta dopo alcune settimane decisi anche per altri motivi di non continuare la frequentazione di quella struttura e, scaduto l’abbonamento, abbandonai per sempre quel luogo, trasferendomi in una palestra più grande e costosa, ma che soprattutto non evocava in me quel tipo di ricordi. So da conoscenti che dopo alcuni anni di lavoro in quella palestra Giulio si è trasferito il provincia di Firenze, dove ha finalmente coronato il sogno di aprire una struttura tutta sua. Non posso quindi che augurargli ogni bene perché è stato grazie a lui che ho accettato definitivamente la mia bisessualità, iniziando quindi una nuova pagina della mia vita. 

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Rotti ormai tutti i miei preconcetti ed accettata finalmente la mia nuova sessualità dopo l’avventura con Giulio, cominciai a pensare ai modi con cui soddisfare la mia sempre maggiore voglia di succhiare cazzi senza allo stesso tempo sputtanarmi in un piccolo paese come il mio dove, se fai una cazzata, in poche ore finiscono per conoscerla praticamente tutti. La scelta ovviamente ricadde sul mezzo che mi aveva fatto entrare in questa nuova fase della mia vita, un mezzo che diventava sempre più più presente nella vita di tutti noi: internet! Pur lavorando ed abitando con i miei genitori, oltretutto senza uno smartphone per navigare in maniera più pratica (era infatti il 2008 ed i cellulari che andavano regolarmente in rete erano ancora poco più di un sogno), mi capitava molto spesso di rimanere solo in casa la mattina, e proprio uno di questi giorni decisi di prendere la palla al balzo e cominciare a girare per siti dedicati esclusivamente al mondo omosessuale, alla ricerca di un po’ di divertimento nella mia zona. Digitate le parole chiave, il motore di ricerca mi aprì un mondo fino a quel momento completamente sconosciuto, e nel marasma di siti che mi trovai davanti fui attratto principalmente da due, che a differenza di altri mi sembravano quantomeno più affidabili. Di questi due siti particolare attenzione mi cadde su uno, ora purtroppo completamente sparito dalla circolazione, al cui interno c’era una chat che  praticamente era dedicata alle singole province, riducendo quindi drasticamente la possibilità di essere contattati da persone non gradite. La mattina stessa, dopo aver perso un bel po’ di tempo a creare il mio nuovo account, entrai in chat, trovandola però quasi deserta, dato anche l’orario di tarda mattinata non proprio adatto per certe cose. Purtroppo però il fatto di abitare coi miei e di avere un solo pc in tutta la casa mi impediva di chattare nelle ore calde della giornata, e a questo si aggiungeva il mio particolare orario di lavoro che mi impegnava praticamente tutti i gironi dalle 16 alle 22.

Questo però non mi impedii di conoscere comunque qualche persona che come me era solita frequentare la chat di mattina, tutti utenti però che alla resa dei conti o erano comunque troppo distanti per un incontro, o non avevano un luogo per ospitare, o volevano solo parlare oppure mi invitavano prima a farmi delle foto per mostrare loro chi fossi. Proprio una mattina decisi di risolvere almeno quest’ultimo problema e, presa la mia fotocamera digitale e inserito l’autoscatto, mi misi a pecorina di fronte all’obiettivo, con l’intento di mostrare il mio culo agli utenti senza dover mostrarmi in viso. Dopo molti tentativi non soddisfacenti, finalmente riuscii ad ottenere una foto decente, che caricai sul profilo come immagine di presentazione. Questo semplice atto moltiplicò sin da subito i contatti con altri utenti, che mi contattarono anche quando ero offline con proposte di incontri, con complimenti o con richieste di ulteriori foto. Questa escalation di visualizzazioni mi stupì molto ma allo stesso tempo mi fece enorme piacere: la gente sembrava davvero apprezzare il mio culo! In queste decine di nuovi contatti due furono quelli che mi colpirono, seppur per motivi diversi. Il primo, un bisex attivo con un nick un po’ volgare che faceva riferimento alle dimensioni del suo arnese, mi contattò senza tanti fronzoli chiedendomi un incontro, ma pretendendo prima di avere il mio contatto msn per parlare con più tranquillità. Colpito da questa sua intraprendenza molto autoritaria, decisi di accontentarlo, ed appena iniziammo a chattare mio inviò una foto del suo cazzo, veramente enorme come diceva il suo nick. La cosa mi eccitò moltissimo, ma a frenare i miei entusiasmi fu la sua richiesta di avere sin da subito il mio culo, che ancora vergine sarebbe stato distrutto da quell’enorme missile.

Provai a spiegare a lui la mia particolare situazione ma si dimostrò irremovibile sull’argomento, troncando quindi la conversazione di fronte alle mie paure. Deluso da questo epilogo, ricominciai la mia ricerca e fui ben presto contattato da un secondo utente, che si presentò criticando la mia foto, non tanto per il soggetto che apprezzava molto, ma proprio per la qualità dello scatto. Alle mie spiegazioni del fatto che avevo fatto da solo con un veloce autoscatto, questo utente si presentò come un fotografo erotico agli inizi, e mi propose di farmi un servizio fotografico presso il suo studio per tenersi in allenamento, tutto ovviamente gratuito. Onestamente mai e poi mai avevo pensato di poter fare da modello, tanto più per un servizio erotico, ma alle sue lusinghe ed alla sua insistenza la mia parte esibizionista venne fuori e decisi di accettare. Prima però, non avendo il mio interlocutore una foto nel profilo, chiesi un incontro conoscitivo in un posto pubblico, e ci accordammo per la mattina stessa. Come poi diventò prassi per il futuro, gli dissi che sarei arrivato in auto, una Clio nera, raggiungendo invece il luogo dell’incontro armato del mio fedele scooter. So che sono uno stronzo a comportarmi così, ma è una piccola precauzione per poter controllare in anteprima con chi ho a che fare… beh, per fortuna feci così tanto perché appena lo vidi al luogo dell’incontro rimasi come paralizzato per un attimo, per poi fuggire a tutta manetta cercando di non attirare l’attenzione. Cavolo lo conoscevo! Era Davide, un uomo sulla cinquantina magro ma non particolarmente affascinate, ma soprattutto mio vecchio allenatore che avevo avuto per alcuni mesi durante un mio provino per una squadra della mia zona, provino che poi non andò a buon fine. Sicuro che anche lui mi avrebbe riconosciuto, decisi quindi di fare l’infame e di dargli il pacco, ritornando subito a casa. Una volta però giunto nuovamente davanti al pc e entrato nel sito per bloccarlo, fui anticipato da lui che non mi chiese perché non mi ero presentato, ma bensì perché una volta arrivato in motorino mi ero dileguato in tutta fretta! Mi aveva riconosciuto, e non solo, come temevo si ricordava perfettamente di me. Giuro che per la prima volta mi trovai in difficoltà per capire cosa avrei potuto fare, terrorizzato dall’idea di venire sputtanato di fronte a tutta la città. Davide però pensò subito a rassicurarmi: dichiarando di avermi riconosciuto dalla mia foto, e confermato nei suoi sospetti dal fatto di avermi visto passare dal luogo prefissato dell’incontro, mi garantì che non avrebbe fatto parola con nessuno di questa mia passione, confermando allo stesso tempo l’invito per le foto, ma soprattutto affermando come il fatto di sapere con certezza che fossi io lo aveva ancora di più incuriosito: mi disse infatti che sin dai tempi del provino lui, gay dichiarato, era rimasto colpito dal mio fisico ed in particolare dal mio sedere.

Nuovamente colpito da tali affermazioni, decisi forse ingenuamente di fidarmi, concordando con lui una sessione di foto per il sabato successivo. Passai i pochi giorni che mi separavano dall’incontro con il pensiero sempre lì, ed una volta arrivato il sabato Davide mi confermò l’appuntamento, dandomi l’indirizzo esatto dove raggiungerlo. Era praticamente a meno di un chilometro da casa mia, quindi inforcai nuovamente le scooter e in pochi minuti lo raggiunsi. Mi aspettavo di entrare in uno studio quantomeno professionale, invece Davide mi fece entrare in quello che era un garage addobbato da set fotografico, con un letto al centro, un paravento dietro il quale spogliarsi ed alcuni specchi per i giochi di luce. Nulla di particolarmente avanzato, ma comunque una parvenza di studio fotografico c’era. Appena entrato Davide mi invitò a spogliarmi completamente dietro il paravento, chiedendomi poi di indossare un micro perizoma per iniziare la seduta fotografica. Addobbato in quel modo ero forse ancora più arrapante che se fossi stato completamente nudo, e il mio fotografo non mancò di farmelo notare con complimenti e apprezzamenti in serie. Dopo veloci spiegazioni sulle foto che avrebbe voluto farmi, iniziò il suo servizio, concentrando la sua attenzione particolarmente sul mio culo, e chiedendomi di continuo di cambiare posizioni, non disdegnando ogni tanto qualche palpatina con la scusa di mettermi a favore di luce. Dopo alcune foto sul letto mi fece alzare, chiedendomi di piegarmi in avanti portando le braccia sul muro, tenendo le gambe ben dritte e tirando bene in dietro il culo, ricominciò a fotografare ma dopo pochi scatti lo sentii avvicinarsi a me e senza preavviso mi calò il perizoma fino a le caviglie, liberando così la mia evidente erezione e lasciandomi completamente nudo di fronte a lui in quella oscena posizione. Ormai completamente alla sua mercé rimasi in quello stato per interi minuti, con Davide che continuava a fotografarmi ed ogni tanto si concedeva palpate sempre più intense, alternate sia al mio culo che al mio cazzo in tiro. Finite queste pose mi fece di nuovo adagiare sul letto, chiedendomi prima di stendermi completamente, e dopo alcuni scatti di stare con la testa attaccata al materasso alzando invece i fianchi per far risaltare ancora di più il mio culo. Mi chiese anche di allargare le mie natiche con le mani, facendo primi piani al mio buchetto ancora vergine. Dopo alcuni minuti che mi parvero interminabili, sentii arrestarsi il rumore dei click della macchina fotografica, sostituito presto da un rumore metallico che no capivo cosa rappresentasse. Non feci nemmeno in tempo a girare la testa per capirne le origini che vidi la sua cintura dei pantaloni aprirsi e così la cerniera, ma soprattutto non potei fare a meno di notare il suo enorme cazzo che cominciava a fare capolino. Cazzo, mai avrei immaginato Davide armato di un così grosso arnese, sarà stato almeno 18 cm, decisamente più lungo rispetto ai due con cui avevo avuto a che fare. Non feci in tempo ad abbozzare una reazione che lui fu sopra di me, con le sue mani che praticamente mungevano il mio cazzo sempre più in tiro e la sua cappella che sempre più intraprendente cominciava a strusciarsi e a fare pressione sul mio buco de culo. Spaventato ed allo stesso tempo convinto di stare per essere inculato, volente o nolente, provai a dire a Davide che ero ancora vergine e che non me la sentivo di venire sverginato, ricevendo una risposta sorprendente. Mi disse infatti che non aveva intenzione di incularmi, ma solamente di farmi capire come da quel momento sarebbero stati i rapporti tra noi due, con io sottomesso a tutti i suoi desideri. Come a rafforzare queste parole cominciò subito a sculacciarmi con la mano destra, mentre la sinistra rimaneva ben salda al mio pene sempre più sul punto di esplodere. Dopo alcuni secondi di questo gioco, decise di provare anche la mia bocca (gli avevo infatti raccontato delle mie precedenti esperienze), affermando di voler vedere se ero veramente bravo a fare pompini come forse troppo fiducioso in me stesso avevo affermato. Iniziò così il terzo lavoro di bocca della mia vita, ma stavolta era Davide a guidare le danze, con affondi sempre più profondi nella mia gola che mi provocarono una copiosa salivazione. Il suo cazzo infatti si infiltrava sempre di più mia bocca togliendomi addirittura il respiro, il tutto condito da numerosi epiteti quali maiale e puttana e soprattutto gran pompianara rivolti ovviamente a me. Da parte mia non vedevo l’ora che quella che ormai era diventata una eccitantissima tortura finisse, ma Davide non era soddisfatto ed estratto il cazzo dalla bocca mi obbligò a ciuccargli le palle, stando ben attento a farle entrare contemporaneamente nella mia bocca. Sempre più sotto il suo controllo iniziai avidamente una profonda leccata del suo scroto, che durò finché Davide non le tolse sostituendole di nuovo col suo cazzo, che dopo un paio di colpi di svuotò completamente nella mia bocca, ed io fui costretto non solo a bere tutto, ma anche a pulirglielo con profonde lappate fino agli angoli più nascosti. Ormai esausto ma non ancora venuto, speravo di aver accontentato il mio aguzzino ma Davide decise che non era giusto che io me ne andassi pieno e, dopo avermi ordinato di rimettermi a pecora come prima, mi sputò sul buco del culo iniziando un lento ma doloroso ditalino con due dita, ricominciando allo stesso tempo a mungere il mio cazzo come se fossero le mammelle di una mucca. Per la prima volta in vita mia qualcosa era finalmente entrato nel mio culo sempre molto stretto, e la cosa allo stesso tempo mi fece male ma anche godere tantissimo. Bastarono infatti pochi minuti di quel trattamento perché io venissi copiosamente sul suo copriletto, con Davide che non contento di quanto fattomi mi disse che la prossima volta mi avrebbe obbligato a leccargli anche il buco del culo, e che se mi fossi rifiutato mi avrebbe inculato senza pietà. Spaventato ed eccitato allo stesso tempo da quelle parole, chiesi il permesso di rivestirmi e di andare via, ma Davide prima pretese che mi avvicinassi a lui e, come se non soddisfatto, ricominciò a divertirsi col mio culo, dicendomi in un orecchio che era davvero tanto stretto e che avrebbe pensato ad un metodo per farmelo aprire a dovere prima che fosse lui a spaccarmelo. Dopo queste parole mi lasciò finalmente andare, con la promessa però che presto si sarebbe fatto risentire, ed io sempre sconvolto per il trattamento ricevuto come un automa mi rivestii, e uscito da quel posto feci subito ritorno a casa. Una bella doccia ristoratrice servì a ripulirmi da tutte le scorie accumulate, ma non cancellò quello che era accaduto, un fatto che mi fece ancora più entrare nel turbine in cui ormai mi ero infilato. 

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L’avventura con Davide aveva completamente scombussolato le mie poche certezze; le sensazioni che quello stronzo era riuscito a farmi provare erano state totalmente nuove ed inaspettate, ma soprattutto erano riuscite a far uscire del tutto la mia reale natura. Il fatto che un uomo oggettivamente né bello né affascinante fosse riuscito non solo a farsi fare un pompino, ma addirittura a sottomettermi in quel modo era la prova che ormai avevo sempre più una forte fame di cazzo. Mi mancava soltanto l’atto definitivo, il prenderlo nel culo, ma la cosa ancora mi spaventava troppo e non ce la facevo a lasciarmi andare. Di questo parlai con Davide sulla chat, e lui dopo aver provato più e più volte a farmi cambiare idea senza successo, mi consigliò di provare nuove esperienze, non prima però di avermi invitato da lui stavolta non allo studio, ma alla in una sua casa in campagna, nella quale diceva di poter fare qualcosa che aveva in mente da quella prima volta. Senza tanti complimenti decisi di accettare subito, eccitato all’idea di che cosa avrebbe potuto farmi, e lo contattai quindi su msn per fissare gli ultimi dettagli. Dopo avermi dato l’indirizzo, Davide mi disse che una volta varcato il cancello della casa avrei dovuto parcheggiare lì lo scooter, spogliarmi, lasciare lì i vestiti e raggiungere la casa quindi completamente nudo. Era per fortuna già giugno inoltrato e quindi il caldo si faceva sentire, ma l’idea di fare una cosa del genere mi spaventava, ma a Davide disse che non interessava e se davvero volevo rivederlo dovevo accettare tutto senza domande. Troppo voglioso e comunque anche eccitato per questa nuova prospettiva non potei che accettare, ed il giorno stabilito mi recai alla casetta di campagna. Una volta arrivato trovai il cancello già aperto e, una volta entrato, seguendo gli ordini parcheggiai lo scooter lì vicino e mi liberai di tutti i vestiti, rimanendo così per la seconda volta in vita mia completamente nudo all’aperto. Terrorizzato che qualcuno potesse vedermi ma al tempo stesso visibilmente eccitato, coprii quel centinaio di metri che mi dividevano dalla casa in pochissimo tempo e con il cuore a duemila, ma una volta arrivato ai piedi di una scala che portava su di un terrazzo una voce imperiosa mi chiamò dall’alto, intimandomi di fermarmi; era Davide, che se ne stava seduto su una sedia in cima alla scala, vestito solo di un accappatoio verde slacciato, dal quale fuoriusciva il suo grosso cazzo già in tiro. Dopo alcuni secondi interminabili, durante i quali non staccò gli occhi da me, mi disse che da quel momento ero a sua disposizione e che se volevo uscire di lì con il culo ancora intatto avrei dovuto eseguire ogni sua richiesta. Mi intimò quindi di inginocchiarmi e di salire le scale a quattro zampe, cosa che ovviamente feci. Raggiunta la cima, senza alzarsi Davide mi prese per i capelli e mi portò la bocca sul suo cazzo, obbligandomi all’ennesimo pompino della mia vita. Come la volta scorsa era lui a guidare le danze, con affondi decisi che mi esploravano la gola: si stava praticamente scopando la mia bocca. Dopo minuti di questa eccitante tortura staccò la mia bocca dal suo cazzo e si alzò e, tenendo sempre ben salda la presa sui miei capelli, cominciò a muoversi sulla terrazza, obbligandomi a seguirlo a gattoni per almeno un minuto. Dopo essersi divertito così mi portò quindi nel centro della veranda, e fermatosi praticamente con il suo scroto sopra la mia testa, quasi a forza mi infilò in bocca i suoi coglioni, ordinandomi di ciucciarglieli insieme. La mia bocca ormai cominciava a soffrire di quel trattamento, ma Davide non intendeva minimamente a lasciar perdere, ma anzi ne approfittò per ribadire che ero suo, e che se non avessi finito quello che voleva mi avrebbe preso ed inculato lì all’aperto senza pietà. Spaventato dalla prospettiva allargai la mia bocca al massimo per ospitare i suoi coglioni, ma il peggio doveva ancora venire: estratte infatti le palle dalla mia bocca riprese in mano i miei capelli avvicinandosi a così ad una balaustra e portandosi dietro anche me. Sempre a quattro zampe mi intimò di fermarmi e, una volta liberatosi dall’accappatoio rimase anche lui nudo. Mi aspettavo ancora una volta il suo cazzo in bocca per finire il pompino, ma Davide aveva altre idee in mente: si girò dandomi le spalle, e una volta chinato sulla balaustra con voce dura ordinò: “leccami il culo!”. L’idea di leccargli quel buco peloso non mi entusiasmava, però Davide non voleva sentire ragioni e pronunciò nuovamente l’ordine, ribadendo che altrimenti mi avrebbe preso il culo. Spaventato dalla prospettiva di essere inculato, mi avvicinai al suo culo e cominciai a leccare il suo buco, prima timidamente, poi dopo ulteriori minacce con ampie lappate, che portarono sulla mia lingua un sapore acre sempre più forte. Dopo interi minuti di questa umiliazione, un Davide sempre più arrapato decise che era arrivato il momento di godere e, tenendomi sempre a 4 zampe, si girò iniziando a masturbarsi sul mio viso. Volevo succhiare quel superbo cazzo e bere la sua sborra, ma stavolta lui aveva altre idee in testa: arrivato infatti al culmine dell’eccitazione venne infatti sul mio viso e sui miei capelli, e una volta scaricata l’ultima goccia con la mano iniziò a spalmarla su tutta la faccia, sporcandomi in ogni dove ed alla fine pretese anche che gli pulissi la mano sporca, ovviamente con la lingua, e che ingoiassi il tutto. Finito tutto mi fece finalmente alzare, ma la mia tortura non era ancora finita, con Davide che decise che anche io dovevo godere: mi fece piegare a 90 gradi sulla balaustra, obbligandomi a farmi una sega in quella posizione, mentre lui con 2 dita esplorava il mio buco del culo. Bastarono pochi secondi al mio cazzo ormai gonfissimo per esplodere, ma Davide continuò a farmi un ditalino nel culo per almeno 5 minuti. Finalmente era finita, speravo di potermi lavare ma lui affermò che in quelle condizioni non mi avrebbe mai fatto lavare nel suo bagno, e se proprio volevo potevo usare il tubo per annaffiare il giardino. Sempre più umiliato mi lavai alla bene e meglio, con Davide che mi guardava e malignamente sogghignava, fiero di tutto quello che mi aveva obbligato a fare. Sempre bagnato, ma desideroso soltanto di tornare a casa, salutai il mio aguzzino, che rispose con una frase che non dimenticherò mai: “ciao puttana, non mi era mai capitato uno come te, così affamato di cazzo ma così spaventato all’idea di farsi inculare da farsi trattare come la peggiore delle cagne!”. La frase mi umiliò al massimo, ma Davide decise di darmi il colpo di grazia, affermando che se accetterò di nuovo il suo invito volente o nolente la prossima volta dovrò dargli il culo, perché tutto il resto ormai me lo aveva fatto. Preso forse da un attimo di magnanimità però, mi consigliò anche di fare altre esperienze durante l’estate, così magari da tornare da lui più esperto e con il culo già allenato. Ormai senza parole, sempre nudo mi allontanai dalla veranda, e raggiunto lo scooter con sopra i miei vestiti mi potei finalmente rivestire ed andare via da quel posto. Ero sconvolto, stanco, sporco ed umiliato, ma anche felice ed ancora eccitato… non so perché, ma già avevo deciso che avrei seguito il suo consiglio: sarebbe stata la mia prima estate da puttana! 

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