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Racconti Gay

Luigi

By 9 Marzo 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi ricordo bene la mia prima volta… avevo appena compiuto 18 anni. Niente ragazza, la prima sarebbe arrivata solo un annetto più tardi; le mie esperienze erotiche si limitavano allora a qualche veloce pomiciata con compagne di classe molto più sveglie di me e ad un numero infinito di seghe… avevo scoperto che mio padre teneva nascoste in un armadio delle riviste pornografiche e quando mi capitava di rimanere da solo in casa le portavo in camera mia e li, sul letto, guardavo quelle immagini fantastiche di pompini e scopate… ed ogni volta la mia mano partiva veloce. Quando poi sentivo che stavo per venire invariabilmente cercavo di finire fissandomi sull’immagine più eccitante che avessi trovato, e di solito questa era una sborrata, possibilmente nella bocca di una donna con il volto distorto dal piacere.
Quel giorno decisi di andare al cinema. Vicino a casa c’era un locale dove proiettavano quasi esclusivamente film di fantascienza. Erano dei polpettoni americani che oggi giudicherei quasi inguardabili, roba da serie Z, ma allora mi piacevano e poi il biglietto costava poco.
Mi sedetti in una fila centrale ed attesi l’inizio del film. Non era la prima volta che andavo li e sino ad allora non era mai successo niente di strano, ero tranquillo.
Verso la metà del primo tempo si sedette vicino a me un uomo, mi spostai per farlo passare e distrattamente notai che poteva avere forse una cinquantina di anni, aveva un impermeabile e un buon profumo di colonia. Mi sedetti e continuai a guardare gli omini verdi che distruggevano la terra….
Saranno passati cinque minuti si e no quando sentii la sua mano sul ginocchio. Oggi sorrido, ma allora fu uno shock. Non ero sicuro di avere bene intrepretato, magari, pensavo, &egrave un caso… ma sentivo il mio cuore accelerare e non sapevo cosa fare. Lui probabilmente interpretò il mio assoluto immobilismo come un invito a proseguire, e così fece.
Sentivo la mano che lentamente saliva sulla coscia, indugiava, massaggiava… e saliva ancora.
A quel punto anche un ragazzino indietro di cottura come me non poteva non capire: ero imbarazzatissimo, il cuore sembrava scoppiarmi nel petto. Mi alzai e mi allontanai di qualche posto.
E lui, quasi subito, mi seguì e si sedette di nuovo di fianco a me.
Mi girai per guardarlo e, mi ricordo, lui si mise un dito sulle labbra e mi disse sottovoce ‘stai tranquillo, vedrai che ti piace’ e nel contempo riprese a muovere la mano sulla mia coscia. Io ero come ipnotizzato, spaventato ma al tempo stesso sentivo un calore strano e liquido che mi stava avvolgendo… rimasi lì, e la sua mano piano piano salì sino alla patta dei jeans.
Che sensazione strana… paura, vergogna, imbarazzo ma al tempo stesso un’eccitazione mai provata prima… la sua mano era grande e calda e mi massaggiava l’uccello che sembrava voler scoppiare negli slip. La sua mano risalì appena oltre la cintura per potersi infilare dentro ai pantaloni e raggiunse finalmente il mio uccello che ormai era durissimo e persino bagnato. Rimase fermo qualche secondo e poi, piano piano, mi aprì con l’altra la lampo per farlo uscire ed iniziò una sega, lenta e fantastica che ancora oggi ricordo. Nessuno mi aveva mai toccato prima il pisello, era una sensazione dolce e nuova e mi stavo godendo quella cosa con gli occhi chiusi ed il respiro corto.
Così non capii subito cosa stava succedendo quando, improvvisamente, percepii una sensazione di calore ancora più intenso e di bagnato, un brivido caldo che mi avvolgeva l’asta e la cappella, un fiato caldo che mi respirava sull’inguine. Aprii gli occhi e lui era giù, chinato su di me che mi stava facendo un pompino incredibile, lento, ritmato, con un dito che cercava di aprirsi la strada verso il buchino. Non capivo più niente, lo lasciai fare e chiusi ancora gli occhi, abbassando per quanto possibile i pantaloni dopo avere aperto anche la cintura. Andò avanti così qualche minuto e poi accortosi che stavo per esplodere si rialzò e mi sorrise. Poi prese la mia mano e la guidò sui sui pantaloni già slacciati. Non sapevo bene cosa fare ma ero eccitato come un animale e sono sicuro che in quel momento avrei fatto tutto quello che voleva. Così iniziai a menarglielo lentamente, come lui aveva fatto con me. Mi piaceva sentire quel pezzo di carne dura nella mia mano: era grosso, bagnato, scivolava via e sentivo i suoi gemiti di piacere che, se possibile, mi eccitavano ancora di più. Mi sentivo potente, avvertivo che in quel momento lui era completamente nelle mie mani e questa cosa mi piaceva molto. Quando lui mi fece passare una mano dietro il collo e mi spinse con dolcezza verso l’uccello aprii la bocca come se non avessi mai fatto altro per tutta la vita, volevo sentirlo godere, volevo sentire il suo sapore. Non ci mise molto in effetti: pochi movimenti e mi venne in bocca, tenedomi giù la testa adesso con più forza, obbligandomi a bere tutto. Mi ricordo la sensazione strana del suo sperma in bocca, era tanto, sembrava non finire mai e l’uccello mi spingeva in gola sino a provocarmi i conati ma io restavo li… mandai giù tutto e restai su di lui ancora un po’, massaggiandogli piano i coglioni e passando con delicatezza la lingua sulla cappella. Quando lo sentii farsi un po’ più piccolo mi rialzai e mi pulii la bocca.
Ci alzammo entrambi ed uscimmo dal cinema. Alla luce mi fece una strana impressione, mi sembrava una persona normale mentre sino a cinque minuti prima era un Dio. Mi disse ‘domani ti rivedo?’ io rimasi un secondo a pensare e gli dissi di si… avevo troppa voglia di riprovare quelle emozioni. Si chiamava Luigi ed aveva 58 anni. Ci siamo visti per qualche mese, anche a casa sua. E lo ricordo ancora.

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