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Morbose perversioni

By 9 Febbraio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono più di quaranta minuti che sono seduto sul tavolo della cucina di Enzo.
Mi tiene costantemente sotto controllo ed al minimo accenno di cedimento, lascia perdere le sue faccende per ridarmi vigore.

Mi ha fatto spogliare appena giunto a casa sua, non ha atteso quasi che concludessi e preso in mano il cazzo ha iniziato fin da subito a masturbarlo. Tirandomi da esso mi ha condotto in cucina per poi farmi sedere sul tavolo a gambe larghe.

Quando ci siamo incontrati in un anonimo bar, &egrave stato molto gentile quanto schietto. Ci siamo trovati d’accordo su molti punti del discorso e quindi pronti a spostarci a casa sua.
Prima di quest’ultimo passo, mi ha gentilmente chiesto di attenderlo al bagno.
Sono passati pochi minuti di attesa e quando mi ha raggiunto, dopo avermi detto di aver già pagato il conto, con una mano e senza la minima esitazione entra nei miei pantaloni.
Impugnato il cazzo, sorridendo stringe la presa mentre con l’altra abbassa rapidamente pantaloni e boxer sotto il mio culo.

– Molto bene – afferma constatando che il membro &egrave già in piena erezione.

Tirando la pelle verso il basso, lo scappella controllando così la mia eccitazione che cresce a vista d’occhio. Con l’altra mano scende a tastare le palle, quasi a stringerle ed una volta soddisfatto, mi sorride prima di sputare sulla cappella.

– Ora vedi di stare zitto – afferma posizionandosi al mio fianco.
Impugnato meglio il cazzo, con l’altra mano mi stringe una chiappa e sorridendomi ancora una volta, quella che segue &egrave una sega talmente violenta e frenetica da togliermi letteralmente il respiro.
Ad un certo punto, la sua mano stringe con talmente tanta forza da faticare a salire e scendere lungo l’asta provocandomi un misto tra dolore ed eccitazione. Stessa sorte subisce la mia chiappa che viene stretta fino a sentire distintamente le sue unghie cercare di affondare nelle mie carni.

Pochi istanti ancora di questo supplizio in cui ansimo quasi sul punto di sborrare e tutto cessa di colpo. Si allontana e ricoprendomi alla meglio, esce dal bagno dicendo di raggiungerlo in strada.

Da quel momento, senza quasi accorgermene, con il fiato corto, in pochi minuti mi sono ritrovato nudo sul tavolo di casa sua.
Tutto &egrave successo con una velocità per me quasi assurda. Il cervello &egrave rimasto quasi disconnesso mentre mi palpava il cazzo in ascensore e quasi me ne rendo conto solo adesso di essere uscito da esso con i pantaloni alle caviglie.

Ora sono qui sul tavolo, eccitato a cosce spalancate mentre lui sembra quasi divertito a cucinare il pranzo senza smettere di stuzzicarmi.
Quasi non mi capacito di esser riuscito ad incontrare quest’uomo, pur conoscendo le sue perversioni.
Dopo aver risposto al suo annuncio, in breve siamo passati su un applicazione di messaggistica anonima per cellulari.
Tutto questo avvenne quasi due settimane fa e da allora, il mio cazzo &egrave diventato a tutti gli effetti di sua proprietà.
Infatti, escludendo i i momenti in cui ero impegnato, tutto il resto del tempo era praticamente dedicato unicamente a soddisfare le sue richieste.
Nel momento stesso in cui varcavo la soglia di casa mia, ero automaticamente costretto a spogliarmi ed inviare una foto del membro ovviamente eretto, di modo che sapesse che da quel momento ero a sua completa disposizione.
Ogni foto che riceveva e che non era di suo gradimento oppure in cui si notava il pene non del tutto eretto, equivaleva ad una punizione ovviamente da documentare con filmati.
Talvolta me la cavavo con una decina di cinghiate auto inflitte sul culo, altre volte, la situazione era più particolare, sopratutto quando le punizioni erano dirette al membro.
A volte si accontentava delle palle legate a cui dovevo appendere due o tre bottiglie d’acqua, altre volte, mostrando la mia erezione, dovevo colpirla decine di volte con la parte dura di una spazzola da capelli. Quest’ultima punizione, se non veniva eseguita bene e se non si sentiva distintamente il suono dei colpi, me la faceva ripetere anche più volte.

Nei momenti in cui dipendevo dalle sue decisioni, anche il semplice andare in bagno, necessitava di autorizzazione ed a volte, non arrivava anche per decine di minuti o addirittura ore.
Ricordo ancora che il primo ordine fu quello di depilarmi il pube in modo integrale e subito dopo, anche l’igiene intima passò nelle sue mani.

Gli ordini si susseguivano a raffica.
– Segati con forza per 90 secondi – a questo ordine seguiva il mio video in cui eseguivo l’ordine.
– Strizzati le palle – a questo, a volte bastava una foto
– Da ora stai duro e scappellato – ed io eseguivo con una foto l’ordine

A volte tutto questo durava anche per ore e se mi ordinava di segarmi ed ero sul punto di venire, senza il suo ordine non potevo sborrare e così tutto questo mi faceva letteralmente impazzire.
Durante la prima settimana, mi venne concesso di venire solo dopo tre giorni di “agonia” e la richiesta era veramente bizzarra.

– Oggi devi sborrare riempiendo almeno di due dita un bicchiere di vetro, non mi interessa quante volte dovrai venire o quanto tempo ci impiegherai. Se non ci riesci subirai una punizione esemplare. Chiaro? –

Ci vollero diverse ore, tanto sudore, tanta fatica ed alla fine, con la cappella rossa fuoco e le palle dolenti, ero riuscito filmando ogni singola sborrata ed il risultato finale.

– Bravo, ora avvolgi il cazzo e le palle in un sacchetto di plastica e vai pure a lavarti. Voglio che il tuo cazzo puzzi. –

Conclusa la doccia, il contrasto tra il profumo del corpo e la puzza del cazzo era notevole, ma avevo eseguito anche questo.

Fino al weekend, mi venne concesso solamente due volte di lavarmi il cazzo con della semplice acqua, mentre le solite richieste si susseguivano senza poter mai godere.
La mattina di sabato, svegliato da poco, ricevetti un messaggio.
– Vai a sederti nudo nella doccia e ti seghi fino a quando non ti dico basta. Se devi sborrare voglio vedere che ti vieni addosso e che non ti fermi. –
Il suo ordine di smettere arrivò solo dopo la seconda sborrata, quando ormai il braccio doleva da tutto quel movimento.
– Ora stai seduto nella doccia e quando dovrai pisciare, voglio che te la fai addosso –
Questo fu l’ordine che decretò l’inizio della mia discesa verso l’inferno e dopo aver spedito il video in cui mi sono letteralmente pisciato addosso, con il cazzo duro che come una fontana mi bagnava ovunque, l’ordine seguente mi lasciò a bocca aperta.
– Bene, con tutto quel piscio sarai molto lubrificato. Fammi vedere con quanta forza riesci a segarti e per quanto tempo –
Il video durò 7 minuti circa, la sega fu la più violenta che mi sia mai fatto.
Sborrando per la terza volta, decretai la mia resa.

– Bravo, spalma la sborra sul cazzo e sulle palle e coprendoli con il solito sacchetto puoi lavare il resto del corpo.-

Passai quindi più di mezza giornata con il cazzo odorosissimo e legato in svariati modi, senza mai poter pisciare.
Solo alle 6 di sera, dopo avermi ordinato di tornare nella doccia, dovetti ripetere tutta la scena della mattina e solo allora, mi venne concesso di lavarmi integralmente, cazzo compreso.

Anche la domenica, la scena si ripete e come il giorno precedente, mi piego ai suoi perversi capricci stando per mezza giornata con il cazzo legato e per il resto del tempo nella doccia pisciandomi e sborrandomi addosso.

Da quel giorno, non mi venne più concesso di venire e tra le varie torture e punizioni, siamo arrivati ad oggi, seduto su questo tavolo ad attendere che finisca di preparare il pranzo. Una volta concluso di cucinare, prepara una sola porzione e posizionatosi con la sedia tra le mie gambe, posa il piatto fumante di fronte il mio cazzo.

– Vedi di tenerlo duro o ti scotti – afferma avvicinando pericolosamente il cibo fumante alle mie palle.

Così, a pochi centimetri dal suo volto, si rifocilla senza perdere d’occhio il mio membro costantemente duro.
Ogni tanto, tra un boccone e l’altro, mi sega rapidamente per mantenere vigore alla mia erezione ed una volta concluso il pasto, dopo aver spostato il piatto nel lavello, torna tra le mie gambe.
Impugnate le palle con una mano e l’asta con l’altra, afferma di essere arrivato al dolce.
Senza dire altro, torna a segarmi con forza.
Massaggiandomi le palle, sale e scende lungo l’asta con una discreta violenza e senza distogliere gli occhi dalla mia cappella gonfia e violacea, sbuffa.

– Ci vuole ancora molto? Muoviti a venire! Dai! Muoviti! – ordina quasi con rabbia.

A tali parole, quasi non riesco a resistere e con un lamento, dopo il primo schizzo, vedo il suo volto fiondarsi tra le mie gambe. Una volta preso il cazzo in bocca, senza smettere di segarmi, beve tutto il seme stivato nelle palle gonfie dal weekend precedente.
Anche una volta concluso, la sua mano non si ferma. Con il volto si allontana e guardandomi negli occhi commenta :

– Ottimo dolce. Voglio il bis!

Così, mentre mi contorco per le sensazioni che provo ad esser masturbato dopo la sborrata, l’uomo sorridente aumenta il ritmo della sega e senza smettere nemmeno sotto i miei continui lamenti, mi riporta ad una piena erezione.
Bastano pochi e sofferti minuti e quando inizio a lamentarmi, con la bocca si riattacca nuovamente al cazzo, bevendomi per la seconda volta.

– Sei quasi più buono di prima.

Dopo quest’affermazione, anche sta volta non smette di segarmi.
Sotto i miei continui lamenti attende che abbia una piena erezione e solo in quel momento, si ferma.

Il cuore mi pompa in testa da quando sia provato. Tutto sudato cerco di riprender fiato mentre vedo l’uomo spogliarsi di fronte a me.

Una volta nudo, si avvicina nuovamente ed una volta giunto tra le mie gambe, mi trascina verso di lui fino a quando il mio ed il suo cazzo non sono a contatto.

– Voglio segarmi – afferma guardandomi in volto mentre stringe entrambi i cazzi in una sola mano.

In breve, l’uomo torna a salire e scendere sul mio cazzo stretto contro il suo.
In breve, torna a segarmi mentre sega anche il suo.

Con la mano libera mi strizza ripetutamente i capezzoli, alternando talvolta con dolorose sculacciate.

Ansimo ormai senza sosta mentre il cazzo &egrave decisamente provato.
Tutto questo, continua a lungo, fino a quando, con un grugnito selvaggio i suoi spruzzi imbrattano entrambi.

– Assaggiami – &egrave l’ordine impartito mentre mi fa scendere dal tavolo.

Una volta posizionato in ginocchio, con una mano avvicina il suo cazzo pieno di sperma alla mia bocca ed io non ho altra scelta che aprire le labbra e ripulirlo.

– Sei proprio bravo con quella boccuccia. Continua a ciucciare – afferma spingendomi verso il pube, fino a quando il cazzo non &egrave sprofondato per più di metà tra le mie labbra.

Mentre sono intento a succhiare con la sua sborra che cola lungo il mio corpo, qualcuno suona alla porta.

Improvvisamente, l’uomo si stacca da me e senza rivestirsi, si dirige in corridoio.

– Torna a sedere sul tavolo, gambe larghe e vedi di avere il cazzo duro quando torno. – afferma prima di sparire dalla mia vista.

– Ah sei tu! – sento esclamare l’uomo prima di aprire la porta. Probabilmente dopo aver guardato dallo spioncino.
– Come va? Lui &egrave in cucina, vieni pure, mi stavo già divertendo! – afferma facendo entrare un secondo uomo che giunto in cucina, senza parlare e guardandomi negli occhi, afferra subito il mio cazzo. – Puzzi di sborra – sono le prime parole che escono dalla bocca dell’uomo appena arrivato, mentre mi sta già segando con forza.
Con la mano libera raccoglie la sborra che ho sulla pancia e sulle cosce per poi spalmarla sulla mia faccia.

– Allora puttana? Hai già i coglioni vuoti? Non vuoi più spruzzare? – domanda aumentando il ritmo della sega.

Dopo qualche minuto, la mano improvvisamente si ferma e preso per i capelli, vengo trascinato giù dal tavolo.
Posto in ginocchio di fronte la patta dei pantaloni, attendo che l’uomo estragga il cazzo già duro e senza remore me lo ficca in bocca.

– Succhia – ordina ansimante.

Bastano poche pompate ed inaspettatamente, sento la bocca riempirsi di un liquido caldo e salato.
In breve boccheggiando, un po mi va di traverso e tossendo, sputo quello che ho in bocca assieme al cazzo che come una fontana, mi piscia letteralmente in faccia tutto il contenuto della vescica…
L’uomo ride ad alta voce e senza aver nemmeno finito di pisciare, prendendomi per i capelli mi rificca il cazzo in bocca.
– Succhia puttana! – ordina muovendomi il capo avanti e indietro, mentre dalle labbra sgorga inesorabile il piscio che cola lungo il mio corpo.

A fatica, eseguo l’ordine mentre nella stanza rimbomba solo l’urina che cola in terra.

Dopo poco, dopo aver smesso di pisciare, l’uomo ansima sempre piu forte, tanto da iniziare a fottermi letteralmente la bocca…
Bastano pochi minuti in cui ormai trattengo il fiato e con alcuni colpi decisi che mi penetrano la gola facendomi venire conati di vomito, si scarica quasi soffocandomi.
La sborra mi esce addirittura dal naso e dopo essersi staccato, mentre tossisco per riprendere fiato, l’altro uomo rimasto in disparte si avvicina e prendendomi anche lui per i capelli, mi schiaccia il volto in terra, nella chiazza di piscio.

– Lecca! Troia! – ordina ridacchiando e posizionando un piede dietro il mio capo, per schiacciarmi il volto con più forza.
Piegandosi su di me, con una mano passa sulle mie chiappe, si infila nel solco e scendendo, raggiunge le palle. Agguantate in una dolorosa stretta, ben presto tirando verso l’alto mi fa letteralmente alzare il culo, fino a quando risulto in ginocchio con il culo all’aria e la faccia nel piscio.
Solo allora si ferma a guardarmi mentre lecco il liquido dal pavimento.

– Bravo. Ma ora lecca questo – afferma inginocchiandosi e portandomi il volto tra le sue gambe.
In breve il suo cazzo si presenta tra le mie labbra e come il precedente, inizio a succhiarlo.

Improvvisamente, alle mie spalle sento qualcosa vibrare, altrettanto rapidamente lo sento posizionarsi tra le mie chiappe e con solo un profilattico a dividerci, mi viene spinto dolorosamente tra le chiappe, allargandomi il buco e sprofondando all’interno.
Mi manca il fiato per il dolore provato e di tutta risposta, l’uomo nella mia bocca, spinge più a fondo il cazzo e anche lui, piscia.
– Bevi tutto troia, fino all’ultima goccia – ordina ansimante

Non potendo far altro, per evitare di soffocare, bevo tutto il piscio caldo che mi viene riversato con forza in bocca.
Fino all’ultima goccia.
Ridendo, dopo aver terminato di pisciare, esce dalla mia bocca lasciandomi ansimare per il vibratore che sconquassa le mie viscere e fa si che il cazzo diventi sempre più duro.
L’uomo alle mie spalle, con noncuranza, prende possesso del cazzo e masturbandolo con forza, guarda il suo amico segarsi sul mio volto.
Non resisto oltre e mentre sento il rumore della mano che sale e scende sul cazzo a poche spanne dal mio volto, spruzzo tutto il seme in terra.
A questo punto, anche il cazzo di fronte a me, arriva al culmine e grugnendo, l’uomo riversa tutta la sua voglia dritta sulla mia faccia e sulle labbra.

I due si allontanano lasciandomi nella chiazza di piscio e sborra, ansimante e privo di forze. In ginocchio e ansimante, riprendo gradualmente le forze attendendo che i due uomini tornino per seviziarmi mentre il vibratore continua la sua opera nel mio culo.
Pur dolorosamente, il cazzo &egrave nuovamente duro ed eccitato da cosa possa capitarmi.

Dopo circa una trentina di minuti, dalla porta compare l’amico di Enzo. In mano ha una bottiglia e dall’etichetta posso leggere che si tratta di una Tisana alle erbe.
Accovacciandosi di fronte a me, per prima cosa impugna il cazzo e poi mi porge la bottiglia ancora chiusa.

– Ora facciamo un gioco. Apri la bottiglia e bevi. – ordina strizzandomi il cazzo duro per poi forzarlo verso il basso.

Silenziosamente, mentre la sua mano si muove su e giu, apro la bottiglia ed inizio a bere. Dopo qualche sorso, faccio per smettere quando con un urlo mi ordina di non fermarmi.
Eseguo fino a quando non ho ingurgitato a fatica l’intero contenuto della bottiglia.

– Molto bene – afferma mollando il cazzo per prendere la bottiglia ormai vuota.

Passato alle mie spalle, senza remore estrae dolorosamente il vibratore dal culo che in breve cerca di richiudersi e guardandomi soddisfatto ed ansimante, esce ancora una volta dalla stanza.

Pochi minuti e dalla porta questa volta vedo Enzo raggiungermi.
Sorridente, con rapidità impugna il cazzo per riprendere a segarmi con forza.
Con la mano libera si infila tra le chiappe e raggiunto il forellino posteriore, si infila all’interno con un dito facendomi mancare qualche istante il fiato.

Dopo diversi minuti di questo trattamento in cui la mano tra le mie chiappe ha preso a farmi un vero e proprio ditalino al culo, inizio a sentire una discreta voglia di pisciare.

Alla mia richiesta di poter pisciare, Enzo smette di masturbarmi e preso per i capelli, mi porta in bagno.
Giunti di fronte la doccia, mi fa sedere all’interno e spalancate le gambe, mi ordina di mettere le mani dietro la schiena.
Impugnato nuovamente il cazzo, dopo averlo scappellato, lo punta verso il mio petto e stando fermo, mi ordina di pisciare.

Passano diversi minuti in cui tento senza risultati con la sua mano che non smette di impugnarmi il cazzo ancora duro.
A questo punto, riparte a segarmi e sorridente mi ordina di avvertirlo nel momento in cui non riuscirò piu a tenerla.
Da dietro ad Enzo intanto compare il suo amico che nudo dalla vita in giu, si sega guardandomi ansimare.
Le fitte alla vescica iniziano ad essere quasi dolorose, l’impellenza di pisciare &egrave ormai assurda e come ordinato, lo notifico all’uomo che smette subito di masturbarmi per puntare nuovamente i cazzo verso il petto.
Questa volta bastano pochi attimi e chiudendo gli occhi, dopo qualche spinta, inizio a pisciare.

– Era ora. Bravo. Pisciati addosso . – ordina Enzo puntando il getto addirittura sul mio volto.
Quando finalmente riesco a rilasciare la vescica ed il getto aumenta, improvvisamente la mano sul mio cazzo torna a muoversi.
Si muove con violenza e in pochi istanti torna a segarmi smorzando il getto del piscio che ora spruzza un po ovunque.
Ansimo, mi lamento mentre il cazzo lubrificato dal piscio viene segato ad una velocità folle.

In breve il getto si ferma e sotto i miei lamenti, inizio a godere di questo violento trattamento.
Con la mano si ferma improvvisamente e non si muove fino a quando il getto di piscio non torna a bagnarmi con forza.
Ancora una volta la mano riparte con violenza e la sega sembra ancora più violenta di prima.
Questa tortura continua fino a quando non svuoto completamente la vescica ed ancora una volta, entrambi si allontanano soddisfatti lasciandomi con il cazzo duro e tutto bagnato di piscio fin sui capelli.

Questa volta passano davvero pochi minuti e l’amico di Enzo torna con in mano una corda ed un paio di boxer sgualciti.
Prendendomi per i capelli, mi ordina di alzarmi e dopo avermi fatto indossare i boxer, mi lega le braccia in alto, appese al tubo da cui esce il getto d’acqua della doccia.

Notando il cazzo ancora duro, con le mani si infila nei boxer e spinta l’asta verso il basso, la rilascia assieme al tessuto che ora la trattiene in una posa a dir poco oscenamente vistosa.

Anche Enzo ci raggiunge e mostrando una bottiglia d’acqua all’amico, sorride.
L’uomo sorridente si sposta e lascia posto ad Enzo che una volta aperta la bottiglia, me la porge sulle labbra.
Anche sta volta mi viene ordinato di bere il piu possibile, ed anche sta volta ingurgito quasi tutto il contenuto di essa.
Senza spostarsi, mi guarda a lungo in volto e lasciata cadere la bottiglia in terra, tasta il cazzo duro da sopra i boxer.
– Abbiamo fatto una scommessa. – afferma lasciando posto al suo amico che si avvicina e mi tocca a sua volta il cazzo.
– Se ti pisci addosso prima che te lo ordina Enzo ho il permesso di scoparti il culo. – afferma ridacchiando.

In silenzio riesco solo a fare segno d’assenso con il capo e di tutta risposta, uno sputo mi centra in pieno volto.
I due mi lasciano ancora una volta solo, in piedi, appeso alla doccia con il cazzo duro e ben presto con una voglia sempre più crescente di pisciare.

Non lo so quanto tempo passa.
Forse un’ora.
Forse mezzora.
Forse dieci minuti.
Mano a mano che passa il tempo, impazzisco sempre di più con il bisogno ormai dolorosamente impellente di pisciare, tutto amplificato dal cazzo duro e spinto in quella posizione assurda.

Chiudo gli occhi, stringo i denti e stringo le cosce mentre una piccolissima chiazza umida si presenta sulla stoffa posta alla punta della mia cappella.

Sbuffo, trattengo il fiato ed ho i sudori quando finalmente sento qualcuno entrare.
Davanti ad Enzo c’&egrave il suo amico che mi raggiunge e infilato nei boxer, estrae il mio cazzo, lo scappella rudemente e dopo aver raccolto con un dito il liquido che sgorga lentamente dalla cappella, lo porta alla sua bocca.

– La troia si sta per pisciare addosso a quanto sembra – afferma per poi infilarmi nuovamente il cazzo nei boxer e spingerlo ancora più verso il basso di prima.

I due a questo punto rimangono diversi minuti a godersi lo spettacolo di me dolorante che sudo e mi contorco nel tentativo di trattenere tutto nella vescica.

Ad un certo punto però, Enzo esclama :

– Troia. Ora puoi pisciarti addosso. Muoviti. – ordina ridendo.

Questa volta non ho problemi a rilasciare la vescica e nell’istante stesso in cui si mette a ridere, i boxer si riempiono e subito dopo, le gambe si imbrattano di piscio fino a formare una grossa chiazza ai miei piedi.
Mentre ansimo e godo dal sollievo, Enzo si avvicina rapidamente a me e infilato nei boxer fradici, impugna il cazzo ancora spruzzante per segarmelo violentemente.
Questa volta però, la voglia di pisciare &egrave talmente forte che anche mentre mi sega, continuo a pisciare senza sosta.

Entrambi gli uomini ridono e mentre Enzo mi sega, il suo amico mi sculaccia violentemente la chiappa esposta verso l’esterno della doccia.

Mentre sto concludendo di pisciare con la mano che si muove senza sosta, sento una perversa voglia crescere in me.
Bastano pochi minuti e da tortura, quando l’urina cessa di uscire, tutto questo si tramuta in godimento e quasi senza accorgermene, vengo.

– Troia! Chi ti ha detto che potevi venire! Troia! Chi ti ha ordinato di godere? – urla nel mio orecchio segandomi con ancora più violenza mentre gli ultimi getti di sborra colpiscono il pavimento della doccia.

– Ora ti dobbiamo punire – afferma l’amico di Enzo avvicinandosi e spingendomi senza remore un dito nel culo.

A questo trattamento, esausto e privo ormai di forze, ho un mancamento e quasi svengo.
Enzo impugna la cornetta della doccia e dopo aver aperto l’acqua, me la punta addosso.
In pochi istanti un getto gelido mi colpisce in volto risvegliandomi. Subito dopo vengo alzato e senza aprire l’acqua calda, vengo rapidamente lavato alla meglio sotto i miei lamenti.
Quando l’acqua viene finalmente chiusa, ho la pelle d’oca e quasi tremo dal freddo, ma non curanti, mentre l’amico mi stringe con forza il cazzo, Enzo mi aiuta ad uscire dal bagno.
Tutto bagnato e gocciolante vengo così trascinato in cucina.
Appena la stretta sul cazzo cessa, lo sento riprendersi gradualmente con un discreto dolore che ricopre tutta l’asta che ancora una volta torna dura.

I secondi per ragionare sono ancora una volta davvero pochi quando vengo sbattuto a novanta sul tavolo, Enzo in pochi attimi lo ritrovo di fronte a me. Con le mani blocca i miei polsi mentre con il cazzo duro si posiziona contro la mia faccia.

– Prendilo in bocca e succhia ‘ &egrave l’ordine che ricevo mentre l’amico alle mie spalle mi allarga le gambe.

Lo prendo in bocca come richiesto mentre sento distintamente il cazzo dell’amico strusciare sulle mie chiappe.
Una raffica di sculaccioni mi fa quasi urlare anche se con la bocca tappata dal cazzo di Enzo.
Quando sento il culo scottare, ormai rosso dagli innumerevoli sculaccioni, le chiappe mi vengono divaricate.
Uno sputo, poi due, poi tre raggiungono il mio ano e subito dopo, una cappella struscia su di esso spalmando la saliva con cura.

La cappella ben presto spinge per entrare, allarga le mie carni senza tante remore sotto i miei lamenti strozzati dal cazzo che spinge sempre piu a fondo nella gola.

Quando finalmente la cappella riesce a farsi largo e sprofonda in me, tutto si ferma. L’uomo si piega su di me, mi prende per i capelli e mentre mi spinge verso il cazzo che ho in bocca, si avvicina con la bocca al mio orecchio.

– Lo sai che adesso ti spacco il culo? Vedi di non mordere il cazzo che hai in bocca o ti strizzo le palle fino a farti urlare ‘ afferma per poi azzittirsi.

La mano dietro il capo continua a spingere, mentre Enzo divertito spinge anche lui verso di me.
Pochi istanti e il cazzo nel culo torna a spingere.

Mi lamento, sbuffo, cerco di respirare a fatica e poi, con un colpo di reni, urlo.

Urlo quando il cazzo sprofonda in me fino alle palle.

Un dolore acuto invade il mio corpo.

Mi manca il fiato mentre il cazzo in bocca ormai &egrave finito tutto nella mia gola togliendomi il fiato.
Il naso tocca il pube di Enzo mentre la mano del suo amico mi tiene spinto con forza per non sfilarmi il cazzo dalla gola.

Pochi istanti e l’uomo inizia a cavalcarmi.
Molla la presa dal mio capo ed alzandosi, agguanta i miei fianchi.

La cavalcata che segue &egrave animalesca.
Enzo esce dalla mia bocca lasciandomi respirare mentre con una mano inizia a darsi piacere da solo.
Urlo quasi mentre l’uomo nel culo entra e esce completamente per diverse volte come a volermi sfondare del tutto.

A questa vista Enzo si eccita a tal punto da spruzzarmi il seme in faccia e nella bocca aperta in cerca di aria.
Pochi minuti ancora di questa cavalcata e anche il suo amico, grugnendo aumenta ancora di più la cavalcata per potersi scaricare dentro di me.

Quando finalmente esce dal mio culo dolente, sento la sborra colare fuori, scendere lungo una coscia per poi gocciolare in terra.

I due sono soddisfatti e mi concedono di lavarmi con calma.

Quando esco ancora una volta nudo dalla doccia, questa volta trovo solo più Enzo.
Il suo amico &egrave sparito.

– Mi sono divertito molto ‘ afferma carezzandomi il cazzo mezzo moscio.

Poi sorridendo, aggiunge :

– Ho dato il tuo contatto a due miei amici. Gli ho mandato anche qualche foto e sembrano proprio interessati a conoscere il tuo bel cazzone. –

A tali parole ho quasi un mancamento, eppure, il cazzo ancora una volta torna duro.

– Sapevo che ne saresti stato felice ‘ afferma Enzo iniziando a segarmi.

– Ma basta così, ti devi riprendere ‘ afferma ancora fermando la mano sul mio cazzo.

– Vestiti e vai a casa. Ti aspetteranno due settimane intense con tutto quello che dovrai fare per i miei amici.- conclude porgendomi i vestiti e portandomi alla porta d’entrata.

Non mi da nemmeno il tempo di mettermi i boxer e totalmente nudo mi ritrovo fuori di casa.

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