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Racconti GayTrio

Oggi tutto è possibile !

By 4 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Si scambiavano sguardi ammiccanti, si sfioravano a vicenda senza che nessuno potesse vederli, uno si mordeva il labbro inferiore, l’altro, per scaricare la tensione si stringeva la coscia con una mano. Jhon e Roger si trovavano nella particolare situazione in cui avevano ospiti in casa, ma morivano dalla voglia di restare soli per sbizzarrirsi in ogni angolo dell’appartamento e raggiungere due o tre orgasmi a testa.

“Questa torta è davvero squisita, Jhon, complimenti! Mia moglie non è capace a fare dolci, non ne mangio uno così buono se non lo prendo in pasticceria” disse Noa, uno degli ospiti, prima di essere preso a scoppole in testa dalla risentita consorte. 

“Sono contento che ti piaccia, è una mia specialità” replicò il giovane Jhon che si apprestava a raccogliere i piatti ormai vuoti e portarli in cucina dove ad attenderlo c’era Roger il quale, anziché sistemare le stoviglie sporche, si era appostato dietro la porta della cucina con la patta sbottonata e stava simulando un amplesso con lo spigolo della porta. 

“Smettila, coglione. Ci sono ancora Noa e Cassy, devi avere ancora un po’ di pazienza”

“Sono stufo di avere pazienza ed è stufo anche il mio uccello” disse ridendo e riabbottonandosi i pantaloni stretti. Si avvicinò a Jhon e gli diede una pacca sul sedere. 

“Tra poco ci divertiremo parecchio, ho intenzione di tenerti sveglio tutta la notte”

Sorrisero entrambi baciandosi dolcemente, poi tornarono dagli ospiti per concludere la serata. Un bicchierino di liquore, del caffè, ancora qualche risata e finalmente i due coniugi lasciarono gli amici per rincasare. 

Salutati sull’uscio, i due baldi giovani, presi da un’eccitazione estrema che li affliggeva ormai da diverse ore, non chiusero nemmeno la porta che si ritrovarono sul tavolo che poco prima sosteneva abbondante cibo e vino rosso e i piatti rimasti caddero a terra rompendosi. Jhon venne spinto da Roger con forza sul bordo. Si baciavano con una foga mai vista, sembrava quasi non facessero sesso da anni: le lingue si intrecciavano e si succhiavano a vicenda, le mani vogliose correvano veloci lungo i corpi di entrambi. Jhon era dunque seduto sul tavolo mentre Roger in piedi davanti a lui cominciò a sbottonarsi i pantaloni facendo scivolare fuori, alla vista del suo amato, il membro eretto, arrossato e già bagnato a causa delle tante toccatine sfuggite durante la serata. Jhon si leccò le labbra guardando con malizia il suo uomo e, spingendolo con delicatezza all’indietro, scese dal tavolo per inginocchiarsi davanti a lui. Sembrò che adesso ci fosse calma piatta: entrambi pregustavano il momento tanto agognato e a bocca aperta Roger ansimò con soddisfazione quando Jhon infilò il pene tra le labbra lasciandolo scivolare fin dove poteva. Muoveva la bocca con esperienza premendo il membro lungo le pareti della bocca e lasciando che la lingua ruotasse attorno al glande umido. Un momento che regalò soddisfazioni enormi al fortunato Roger. I due si amavano moltissimo e vivevano il sesso in modo spensierato e positivo, forse con troppa leggerezza, dato che, dalla porta che avevano dimenticato di chiudere, rientrò Cassy la quale si ritrovò davanti una scena che non si aspettava assolutamente di vedere. Insomma, tutti sapevano del loro rapporto amoroso, ma nessuno li aveva mai visti in intimità. La donna, rientrata perché aveva dimenticato il proprio cellulare, rimase totalmente paralizzata. Jhon e Roger imbarazzati e dispiaciuti cercarono di coprirsi come potevano borbottando cose senza senso e muovendosi impacciati. 

“Il cellulare…Ho dimenticato il…cellulare…” disse Cassy sottotono. Jhon glielo passò scusandosi mille volte per ciò a cui aveva assistito. 

“Non preoccupatevi, ragazzi. È colpa mia che non ho bussato, vi lascio soli…” E così facendo, si dileguò lasciando i due nell’imbarazzo più totale.

“Perché diavolo non hai chiuso la porta?” Esclamò Roger infastidito. 

“Potrei farti la stessa domanda. Poverina, non credo si riprenderà mai più.” replicò un po’ scherzando e un po’ seriamente.

“Però hai visto come ti guardava il cazzo?” Incalzò ancora Jhon ridendo di gusto.

“Magari la chiamiamo e si unisce a noi” ribatté Roger seguendo le risate di Jhon.

“Non scherzare. Cassy è sposata e poi a te non piacciono le donne” Disse Jhon non troppo convinto. 

“Ma piacciono a te. Prima di me stavi con quella stangona di quasi due metri, com’è che si chiamava? Ah, Clarissa! Era più alta di te, facevi tu la femminuccia a letto?” Roger amava prendere in giro Jhon, lo provocava spesso anche se a volte Jhon non apprezzava. Quando metteva in gioco la sua bisessualità lo faceva sentire in difficoltà. 

“Smettila, coglione. Cosa c’è? Ti si è ammosciato?” 

Roger si riabbassò i pantaloni e baciò nuovamente Jhon succhiandogli la lingua voracemente. 

“Hai ancora il mio sapore in bocca”

I due tornarono a dove si erano interrotti e passarono le prossime ore a divertirsi e a raggiungere gli orgasmi promessi.

Il giorno seguente nessuno dei due andò a lavorare. Entrambi prestavano servizio in un’azienda di elettronica, ma quel giorno era chiusa per lavori interni. Passarono dunque la mattinata a pulire casa e a mettere in ordine dopo il caos della notte precedente.

“Rò, pensi che dovremmo chiamare Cassy per scusarci?”. Jhon tra i due era quello meno sicuro di sé e passava le ore a tormentarsi su cose futili, figuriamoci come poteva stare dopo quanto era accaduto con la loro amica. Roger si limitò a fare spallucce e ad annuire. Jhon sospirò e si decise a comporre il numero di Cassy sul proprio cellulare che aveva come sfondo il culo di Roger. “Mi hai di nuovo messo il tuo culo orribile come sfondo? Hai 15 anni, per caso?” 

Roger rise sguaiatamente e rispose: “Gioia, ieri il mio culo orribile ti è piaciuto però”. Scuotendo il capo, Jhon attese che l’amica rispondesse, ma scattò la segreteria. Preoccupato che Cassy non volesse avere più nulla a che fare con loro, stava per riporre il telefono in tasca ma questo prese a squillare: era lei. 

“Cassy? Sono Jhon. Ti ho chiamata per chiederti ancora scusa per quanto accaduto. Quello sbadato di Roger ha dimenticato di chiudere la porta”. 

“Jhon, non preoccuparti, non c’è alcun problema. E poi ho 30 anni, non mi spaventa mica guardare certe cose. Faccio sesso anche io, sai?” rispose in tono calmo ma deciso. 

“Certamente, non volevo essere sfront…” Non lo fece nemmeno continuare che la donna incalzò “E’ bello che abbiate così tanto affiatamento, voi due. Io ormai me lo sogno… insomma vi divertite, no? È davvero bello”

“Sì, diciamo che non ci facciamo mancare niente” Rispose un ormai tranquillizzato Jhon. 

“Com’è, Jhon? Come ti trovi con un uomo? Ricordo la tua storia con Clarissa… non avrei mai immaginato un cambiamento così radicale”. 

“Beh, non è stato semplice, ma ora sto bene. Roger è spettacolare, un po’ maiale a volte, ma è meraviglioso”.

“Non ne dubito. Ma non ti manca farlo con una donna?”

“A volte sì, ma sai… non potrei mai tradire Roger. Poi non mi fa mancare nulla.”

Roger sentì la conversazione e si precipitò da Jhon. 

“Ciao, amoreeeeeeeeeeeeee” urlò Roger per salutare Cassy che, dall’altro lato della cornetta, scoppiò a ridere. 

“E’ sempre il solito, quel testone”

Jhon spinse via Roger che lo stava ormai infastidendo. 

“Cassy, adesso ti saluto, ma passa quando vuoi, ti prego. Anzi, se ti va, oggi non lavoriamo. Potresti passare il pomeriggio da noi.”

“Molto volentieri, Jhon. Allora ci vediamo dopo, prepara il vino”.

Quel pomeriggio pioveva e il rumore assordante della pioggia faceva da colonna sonora ai preparativi che Jhon e Roger stavano facendo per accogliere Cassy: un vassoio di biscotti e diversi dolcetti che avrebbero fatto venire l’acquolina in bocca a chiunque. Non mancava la solita bottiglia di vino rosso, un Chianti acquistato qualche settimana prima in una visita a Firenze. 

Quando suonò il campanello erano da poco passate le quattro del pomeriggio e Jhon accolse la donna dall’aspetto fantastico: una gonna bordeaux che arrivava a coprire appena le cosce e calze nere che terminavano in un paio di stivaletti davvero raffinati; un cappottino a proteggerla dal freddo che non nascondeva però la vistosa scollatura dovuta ad una maglietta troppo sottile per coprire a sufficienza il vistoso seno della giovane donna. I capelli rossi e corti incorniciavano il viso pallido che faceva risaltare ancora di più le labbra morbide tinte di rosso acceso. 

“Ciao, Jhon” sorrise.

“Bentornata cara. Wow! Sei davvero uno schianto!” Replicò cordialmente Jhon, ma che fosse uno schianto si poteva quasi dire che fosse un fatto oggettivo. 

Passarono una mezz’ora a chiacchierare del più e del meno, tra una risata e un calice di vino. I tre erano amici da molto tempo, quindi avevano sempre tante cose di cui parlare. Arrivò poi il fatidico momento, l’imbarazzante momento del giorno precedente fece capolino e le risate si trasformarono in mugugni e borbottii.

“Andiamo, non fate i timidi adesso. Ieri sera non lo sembravate affatto!” Scoppiò a ridere Cassy, nel tentativo di sdrammatizzare la situazione. Roger non si fece scappare l’occasione e prese a condurre il gioco: “Non siamo affatto timidi, anzi forse Jhon un po’ lo è ma è un falso timido…sapessi quello che combina sotto le lenzuola!” Esclamò con fare ammiccante Roger rivolgendosi a Cassy che sembrava piuttosto divertita. Jhon si innervosì: non gli piaceva che si parlasse apertamente delle sue prestazioni sessuali o che si alludesse ad esse; al contrario Roger amava parlarne e non faceva nulla per evitare di metterlo in soggezione. Cassy, dal canto suo, sembrava molto interessata ed incalzava Roger a continuare. 

“Ieri sera infatti abbiamo scopato tutta la notte, ci siamo addormentati stremati che erano almeno le cinque del mattino”.

“Deve essere stato molto divertente ragazzi. Sapete, con mio marito non va molto bene. In verità conviviamo solo per mantenere le apparenze, per proteggere la sua carriera. Ci siamo lasciati e aspettiamo il momento giusto per dividerci definitivamente quindi… Beh, niente sesso per me, da un bel pezzo”.

Roger sgranò gli occhi incredulo: “Oh, mio dio! Tesoro, mi dispiace moltissimo, non ne eravamo a conoscenza.”

Anche Jhon rimase sinceramente dispiaciuto. 

Roger continuò: “Cassy, non pensarci. Vedrai che presto tutto andrà meglio. Piuttosto, cos’è questa storia del <<Niente SESSO>>? Non va affatto bene, sai. Con pochi euro ti porti uno stallone a casa” Roger sgomitò la ragazza con fare malizioso e ridacchiando. 

“Cosa dici, Roger? Ma sei scemo?” Lo rimproverò Jhon. 

“No, ha ragione” intervenne ancora Cassy: “Mi farebbe davvero bene passare una notte di fuoco… forse anche due”. 

Roger confermò la tesi dell’amica guardando compiaciuto Jhon. Cassy con le mani si sistemò la fine magliettina portando l’attenzione dei presenti sul seno sinuoso. Jhon rimase qualche istante in più a fissarlo e Roger colse al volo l’occasione: “Jhonny bello, cosa guardi? Ti manca lanciarti su un paio di belle tette?” 

Jhon si destò avvampando e Cassy rise accompagnata da Roger. I due sembravano aver raggiunto un’affinità incredibile ai danni del povero ed imbarazzato Jhon. Le sorprese, però, non finirono certo lì, perché Cassy, come ad intuire i messaggi non proprio subliminali di Roger, fece fuoriuscire completamente i seni compatti e sodi. I capezzoli erano turgidi a testimonianza di uno stato di eccitazione non indifferente. Jhon restò basito ed in silenzio, non sapeva cosa dire, ma non riusciva a staccare gli occhi dal seno dell’amica. Roger ridacchiando attirò lo sguardo dell’amato a sé “Tesoro mio, tutto bene?” Lo baciò intensamente poggiando una mano tra le cosce di Jhon. 

“E’stato il bacio o sono state le tette a fare questo?” Rise Roger. 

Cassy si avvicinò ancora di più ai due col seno scoperto e le labbra semi aperte. Prese il volto di Jhon tra le mani baciandolo a sua volta aumentando di non poco la temperatura nella stanza. Jhon non riusciva a muoversi, ma si prestava volentieri alle attenzioni di entrambi. Ciò che successe di lì a poco fu un insieme di sensazioni e di emozioni indescrivibili. 

Cassy lasciò cadere sul pavimento i restanti indumenti scoprendo il corpo latteo, lasciando solo le calze scure. Le mutandine furono sfilate per ultime e lanciate sul viso di Jhon. Le forme decisamente armoniose della ragazza finirono di imbambolare Jhon, l’unico ancora vestito perché anche Roger aveva gettato via i propri abiti, in modo meno elegante e raffinato di Cassy, ma con lo stesso identico effetto. Jhon restò a guardarli e iniziò a sudare e a fremere di piacere. Cassy si sedette a cavalcioni sulle gambe dell’amico e, sbottonandogli la camicia ed accarezzandogli il petto, cominciò a baciarlo e leccarlo sotto l’orecchio. La ragazza premette l’inguine nudo contro i calzoni gonfi di Jhon che, nel frattempo, poggiò le mani sul sedere di lei. Eccitato e bramoso di sesso, Roger si sedette al fianco di Jhon baciando e mordicchiando l’altro lato del collo. Quando anche Jhon fu nudo e la libidine collettiva alle stelle, fu un’armonia di forme e suoni: Cassy, piegata a novanta gradi, veniva posseduta con vigore da Jhon il quale si era finalmente sbarazzato di ogni freno inibitore. Dietro di lui c’era Roger che si godeva il suo uomo penetrandolo da dietro. 

Continuarono così per diverso tempo, ansimanti e sudati, senza stancarsi mai. 

Cassy si dimenava e gemeva come non mai e all’ennesima penetrazione da parte di Jhon raggiunse un forte orgasmo che la portò a stringere le gambe strizzando tra le cosce il pene dell’amico. Ansimante e tremante si ridestò dopo qualche istante e prese tra le labbra il membro di Jhon. Anche Roger si accasciò con lei ed a turno si gustarono la virilità di Jhon fino a quando anch’egli non si lasciò andare e, serrando le mani per le forti sensazioni, bagnò le labbra di entrambi col proprio seme. 

Dopo diverse ore, la serata si concluse. Tutti e tre rimasero a letto a riposare ed era ormai sera inoltrata quando Cassy, stanca e coi capelli sfatti, si rivestì per ritornare a casa. Ancora con le gambe tremanti e il rossetto dissolto salutò gli amici con un occhiolino.

“Oh, spero che non lavorerete qualche altro giorno” Rise e si avviò all’auto. 

I due uomini, ancora nudi a letto, si accesero la classica sigaretta. 

“Allora Jhon… adesso che hai rifatto sesso con una donna, avrei una domanda molto importante da farti” 

Jhon preoccupato lo guardò con ansia e, dopo un tiro di sigaretta, Roger chiese: 

“Chi lo succhia meglio? Io o lei?” 

“Sei un coglione, Roger!”

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